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anche solo chi legge.
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pagina facebook Hurt/Comfort Italia.
Autore:
Kamy.
Prompt
di Daniela Rubiu:
1)
Durante
una partita di caccia Thor e Loki cadono in un lago
ghiacciato. Thor rischia il congelamento. Loki si trasforma in jotun a
causa
del freddo eccessivo. Loki dovrà curare fisicamente Thor
colpito dalla febbre,
per poi essere consolato dal biondo dopo lo shok di aver
scoperto la sua
vera natura dopo aver affrontato Odino al ritorno dalla
caccia.
Revelation
La luce pallida del sole di Asgard
illuminava il palazzo
dorato sulla cima della montagna innevata e filtrava tra i rami
rinsecchiti
della foresta alle sue pendici, facendo risplendere i capelli dorati
del
semidio del fulmine.
Il manto candido che si era posato
sul terreno presentava
segni di zoccoli.
Thor stava ritto in piedi sul suo
cavallo, con una mano
stringeva le redini e l’altra la teneva appoggiata
sull’elsa del suo martello.
Indossava un mantello vermiglio di lana.
“Fratello, ti vedo
abbattuto. Si può sapere cosa ti cruccia?
Non vedi come la forza scorre in noi, oggi?!” chiese,
sporgendosi verso il
fratello.
Loki era seduto su un cavallo dal
manto nero come i suoi
capelli, tagliati in un caschetto.
“È proprio
quello il problema” disse con tono acido. Il suo
mantello di lana era verde smeraldo, come le sue iridi.
Il cavallo di Thor nitrì,
aveva la pelliccia color ambra e
la criniera giallo paglierino.
“Non capisco. Goditi questa
caccia” borbottò Thor. Il fiato
gli si condensava davanti alla bocca ad ogni parola.
“Sì, fai uscire
il lato selvaggio che è in te” disse Loki
sardonico.
“Esatto!”
tuonò Thor. La sua voce rimbombò
tutt’intorno e
una serie di corvi si alzarono in volo, gracchiando rumorosamente.
Loki roteò gli occhi e
spronò il cavallo, distanziando il
fratello.
“Vediamo di trovare in
fretta la nostra povera vittima”
sibilò.
Thor diede un colpo di talloni ai
fianchi della propria
cavalcatura, affiancandosi nuovamente al minore.
“Ho capito. Il tuo animo
nobile ti dissuade dal dare la
caccia ad esseri viventi!” gridò.
Loki sbuffò sonoramente.
< Il mio ‘animo
nobile’ vorrei solo vederti cadere da
cavallo. Pentapalmo borioso! > pensò, guardando i
giochi di ombre e luci
tutt’intorno a lui, colorare di varie sfumature la neve.
Intravide il fiume
farsi sempre più vicino, mentre si udivano dei sibili sempre
più forti.
“Padre loderà
te, qualsiasi cosa facciamo. Sia che a
prendere la prenda sia io o che sia la mia strategia a portarti alla
vittoria”
disse atono Loki.
Thor sporse il labbro inferiore, tra
i suoi lunghi capelli
s’intravedevano delle treccine.
“Questa volta
andrà diversamente. Dimostreremo a tutti il
nostro valoro in un perfetto gioco di squadra. Questa caccia vede solo
noi due
come esponenti, nessun’altro dei miei compagni
d’armi” ribatté.
“Speraci”
bisbigliò Loki.
Thor saltò giù
dal cavallo, affondando nella neve fino alle
caviglie.
“Fratello, il nostro nemico
si avvicina” bisbigliò,
riconoscendo un basso ringhio provenire da dietro una roccia.
Loki scese a sua volta dalla sua
cavalcature, ne afferrò le
redini e prese anche quelle del fratello.
“Io li nascondo. Tu vedi di
non attaccare finché non sono
tornato. Si tratta di un’idra, ci vuole
organizzazione” ordinò.
*******
“Io te lo avevo detto di
non attaccare!” gridò Loki. Si
nascose dietro la roccia, evocando una serie di sue copie di magia.
L’idra le
distrusse pestandole sotto la zampa poderosa e mandò in
pezzi la pietra con un
colpo di coda.
Loki ricadde all’indietro,
insieme alle macerie, mentre si
alzava un polverone.
“Così
è più allettante e pari lo scontro!”
sbraitò Thor,
balzando. Raggiunse il capo dell’Idra con un colpo di
martello.
La creatura ruggì e
indietreggiò, dalla ferita che si era
aperta sul suo capo sgorgava del sangue vermiglio.
“Ormai è
nostra!” gridò Thor, riatterrando.
Loki lanciò una serie di
pugnali contro il ventre molle
della creatura, questi andarono in pezzi.
“Non
credo…”. Iniziò a dire.
Thor scoppiò a ridere,
Loki vide che del fumo stava uscendo
dalle narici della bestia e saltò. Fece ricadere
all’indietro Thor,
permettendogli di schivare la fiammata che fuoriuscì dalle
fauci
dell’avversario.
Entrambi i principi di Asgard
precipitarono sul fiume
ghiacciato, lo strato che lo ricopriva si spezzò.
Thor affondò, mentre Loki
riuscì ad afferrarsi a ciò che
rimaneva del ghiaccio. Alzò lo sguardo ed evocò
una copia del fratello, l’Idra
vide il falso Thor saltare verso di lei con il martello in mano e corse
via.
< Non voleva un altro colpo in
testa, evidentemente non
sarebbe sopravvissuta > pensò Loki. Trattenne il
fiato e s’immerse, riuscì
ad afferrare il fratello e nuotò, risalendo.
< Mi muovo in modo stranamente
agile. Perché non sento
freddo?! Che magia nasconde questo lago? > si chiese. Raggiunse
la riva,
mentre il ghiaccio si rompeva man mano e fece ricadere pesantemente al
suolo
Thor. Quest’ultimo era incosciente, scosso da tremiti sempre
più forti, con le
labbra violacee e la pelle ingrigita.
“Sta congelando…
devo fare qualcos…”. Iniziò a dire
Loki,
sedendosi per terra. Sgranò gli occhi, le iridi vermiglie,
vedendo la propria
mano. Si era tinta di blu, Loki boccheggiò e
strisciò all’indietro. Tremando,
fece apparire uno specchio e lanciò un grido, vedendo il
proprio riflesso.
Afferrò una roccia
appuntita e la puntò contro la propria
immagine, ansimando. Si voltò verso Thor, il suo respiro era
sempre più flebile
e i singulti incontrollati. Tornò a guardarsi.
< Non può essere
stato il fiume a trasformarmi in uno
jotun… deve essere stato il freddo a darmi il mio vero
aspetto …>. Si
mise in ginocchio e gli cadde la roccia di
mano, mentre l’illusione dello specchio andava in frantumi e
svaniva in una
nuvola verde.
“Sono uno jotun”
gemette. Si voltò verso Thor, aveva quasi
smesso di respirare. Lo raggiunse e lo spogliò, lanciando
lontano i vestiti
bagnati. I propri si erano asciugati e Loki avvolse nel proprio
mantello Thor.
Lo fece aderire al proprio corpo e lo prese in braccio, mettendosi a
correre
nella direzione in cui aveva nascosto i cavalli.
***********
“Così hai
scoperto che non sei mio figlio” disse Odino
atono.
“Quando avevi intenzione di
dirmelo? Sono il mostro di cui
madre parlava quando voleva spaventarci” disse gelido Loki.
Era intento ad
appoggiare una pezzuola umida sulla fronte di Thor,
quest’ultimo ansimava, il
viso arrossato dalla febbre. La tunica marrone che indossava era madida
di
sudore e scurita da esso.
“Tuo fratello ha ucciso
molti jotun, ma era proprio in tuo
nome che volevo far cessare la guerra tra i nostri popoli…
In realtà Thor non è
tuo fratello, lui è realmente mio figlio, al tuo
contrario” disse Odino. Le
rughe del suo viso erano più marcate e il suo occhio era
coperto.
< Lo farò tenere
d’occhio. Non vorrei che lo uccidesse in
questo momento di debolezza, per diventare re > pensò.
“Il vostro modo di fare
leggermente ‘di parte’ doveva
farmelo sospettare” sibilò Loki. Strinse la mano
di Thor, era bollente.
< Dai, pentapalmo, resisti. In
questa terra ho scoperto
di essere un prigioniero, senza di te, nessuno mi proteggerà
dagli asgardiani
> pensò.
“I tuoi genitori ti avevano
abbandonato al tempio. Troppo
gracile per essere un gigante di ghiaccio, ti hanno lasciato a
morire” raccontò
Odino con voce tonante.
“Certo. In un luogo
riparato, lontano dalla guerra che
infuriava. Poi nel tempio, luogo in cui è risaputo che la
gente trovi rifugio”
sibilò ironico.
< Volevo solo il vostro
affetto, ma ora, mi chiedo se
valga la pena. Tuo figlio è qui, che soffre davanti a te, e
tu gli volti le
spalle. Ti serve solo come erede e se morirà, non
dimostrandoti alla tua
altezza, probabilmente troverai un’amante con cui averne un
altro. Pur di non
dare a me quel titolo maledetto > pensò.
“Dov’è
madre?” chiese gelido.
Odino scrollò le spalle.
“Sta radunando le
guaritrici per trovare una cura. Sciocchezze,
colui che è degno del martello non può risentire
di un semplice malessere”
sancì. Uscì dalle stanze e si avvicinò
a due guardie, bisbigliò qualcosa e Loki
vide i due mettersi davanti alla porta. Lo fissavano guardinghi,
stringendo le
proprie lance con forza, tanto da schiarirsi le nocche.
Loki tornò a guardare Thor.
< Impedirà a madre
di curarlo, ma conosco abbastanza le
arti magiche da poterlo fare io > pensò.
Si alzò in piedi, le iridi
verde smeraldo brillavano nella
penombra della stanza.
“Mi occuperò io
di te. Sarai anche un’idiota, ma ‘tua’
madre
ci tiene a te” dichiarò.
*********
Thor socchiuse gli occhi arrossati,
le sue iridi azzurre
erano liquide e tinte da riflessi blu. Intravide una figura illuminata
dalla
luce delle candele, richiuse gli occhi e se li massaggiò con
la mano. La testa
gli doleva e avvertì un senso di nausea, riaprì
gli occhi e mise a fuoco il
giovane al suo fianco. Si alzò seduto di scatto, vedendo
Loki addormentato,
seduto su una sedia al lato del letto. Si guardò intorno e
si grattò la testa,
scompigliando i lunghi capelli biondi.
< Sono nelle mie stanze?
Dov’è finito il fiume?” si
chiese. Si girò nuovamente verso il fratello e scorse una
lacrima sul suo viso,
l’accarezzò con l’indice e
scoprì che la guancia del più giovane era umida.
< Chi ha osato spezzare il
cuore a mio fratello, principe
di Asgard mio pari?! > gridò mentalmente.
Loki sbadigliò, lo vide e
si svegliò di scatto.
“Sono riuscito a guarirti!
La mia magia non ha eguali!”
esultò.
Thor assottigliò gli occhi
e gli mise una mano sulla spalla,
guardandolo in viso.
Loki inarcò un
sopracciglio e sbuffò.
“Non ringraziarmi
cavernicolo, mi raccomando” sibilò.
“Fratello, è
stato il mio malessere a ferire il tuo animo?”
chiese Thor con voce gutturale.
Loki rabbrividì,
scostò la sua mano e si rialzò in piedi.
“Vedi di finire di
rimetterti” ordinò gelido.
Thor lo afferrò per una
mano e lo trasse a sé, facendolo
sedere sul letto.
“Chi ti ha
ferito?” chiese, abbracciandolo.
Loki si divincolò,
ringhiando.
“Vuoi sapere la
verità?! Era ovvio che tu non fossi mio
fratello, che voi non poteste essere la mia famiglia. Ho un intelletto
superiore a quello che voi potrete sperare di avere mai. Per non
parlare
dell’aspetto, altro che nonno moro, erano tutte
fandonie!” ruggì.
Thor impallidì, aumentando
la stretta.
“Di cosa
favelli?” chiese con voce tremante.
Loki si dimenò
più furiosamente, le lacrime gli rigarono
nuovamente il viso e gli occhi gli pizzicavano.
“Sono uno jotun! Nostro
padre ha dimenticato di dirci che
sono adottato!” sbraitò.
Thor avvertì una fitta al
petto e lo cullò contro di sé,
posandogli un bacio sulla fronte.
“I-io… qualsiasi
cosa tu sia… saremo sempre fratelli…”
esalò.
Loki gli colpì il petto
muscoloso con una serie di testate,
singhiozzò e tremò più forte.
“Tutti mi odiano! Bugiardi!
BUGIARDI!” sbraitò.
Thor gli nascose il viso
nell’incavo del collo e continuando
a stringerlo a sé.
“No, fratello. Tu resterai
al mio fianco, sempre. T-tu… mi
hai salvato… No?” chiese.
Loki riuscì a liberarsi
dalle sue braccia e si alzò in
piedi, voltandosi verso l’altro.
“Pensavano volessi
avvelenarti” ringhiò.
Thor gli prese i pugni nelle proprie
mano e lo guardò in
viso.
“Ti difenderò io
dalle maldicenze. Perdonami per non aver
mai compreso il tuo dolore” gemette.
Loki lo abbracciò a sua
volta, gli strinse la tunica con
entrambe le mani e gli nascose il viso contro il petto.
“Giuramelo!”
gridò.
“Sul mio onore”
giurò Thor con tono solenne.