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Autore: Revil96    07/10/2017    2 recensioni
Limitarsi a guardarla, fingendosi una semplice amica era un supplizio. Esserle indifferente, e non oltrepassare il limite era quasi impossibile, ma fu quando si rassegnò all'idea che lei non potesse mai essere sua che un semplice gioco rimescolò tutte le carte in tavola.
[Swanqueen]
Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Emma Swan, Regina Mills
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Avvertenze

Alcuni dettagli che differiscono dalla trama originale verranno poi spiegati con il proseguirsi della storia. 

Alla Prossima 😊👋🏻

   

        The Weakness Of The Savior

 

L’anima si nutre d’estasi come la cicala di rugiada.

(Anatole France)

 

 

~ PoV Ruby

 

Il cattivo umore del licantropo era visibile a chiunque le si avvicinasse, e nessuno riuscì a rallegrarla.

A renderla acida, e triste fu il pensiero di aver perso, e di essersi sbagliata. Pensò a quanta felicità quelle due rinunciavano ogni giorno a causa del loro orgoglio, e della loro testardaggine. Erano perfette insieme, eppure si ostinavano a non vedere quanta felicità inconsapevolmente si trasmettevano quando erano insieme. 

Fu quella stessa mattina quando Will Scarlett la contattò, che scoprì che la presunta resa di Regina le era costata più di quanto quelle due potessero immaginare. 

 

~ Flashback

 

Will le si presentò alla locanda, in un orario insolito anche per i più mattinieri.

"Dovrai aspettare l'orario di apertura Will. Non sono in vena di lavorare oggi, e non intendo iniziare in anticipo."

Will prese uno degli sgabelli e lo capovolse.

"Vorrei ritirare la ricompensa della scommessa."

Ruby sbuffò, stanca delle continue pretese che avevano i suoi giocatori.

"Un bacio non significa nulla Will, finché non vedrò Regina e Robin scambiarsi affetto in pubblico non pagherò nulla a nessuno."

Dalla tasca le porse una busta. Ruby sbirciò al suo interno, e capovolse il suo contenuto sul bancone.

Quello che ne uscì fu un medaglione d'argento con lo stemma della famiglia Mills.

"Potresti averlo rubato."

"Non rischierei mai la mia testa per 1000 dollari. Robin potrebbe confermarti che è la verità, ma vedendo la tua espressione immagino che non c'è ne sia bisogno. Nessuno potrebbe entrare in possesso di un oggetto simile senza che la proprietaria lo sappia."

Quel medaglione era l'accessorio preferito di Regina quando vivevano nella Foresta Incantata. Ruby era consapevole che per essere in possesso di Robin, questo significava che loro avessero più intimità di quanto avesse immaginato, e che quello avrebbe messo fine all'istante la sua scommessa. Fortuna fu che gli scommettitori non erano in molti. Oltre Will ad essere coinvolto in questo gioco erano stati solamente Gold, Brontolo, Jefferson, Ashley, ed Emma la quale però non aveva puntato nulla. Di questi solamente Will aveva puntato su Robin, e stranamente e sfortunatamente la sua intuizione fu giusta.

"Non essere delusa, dovevi pensarci ad

un finale simile."

Le fece l'occhiolino, e lei ebbe quella strana voglia di sbranarlo esattamente come quando nelle notti di luna piena si trasformava in un lupo mannaro.

Diede a Will la sua ricompensa, e prima che lui si riprendesse il medaglione lo agguantò.

"Non scherzare, e ridammelo immediatamente."

"Questo medaglione mi servirà per dimostrare che non ho ingannato nessuno. Oppure vorresti che lo dicessi a Regina?"

Quella sicurezza spaventò Will, che iniziò a immaginare gli scenari peggiori.

"Saresti in pericolo quanto me. Non avresti il coraggio di esporti a questo rischio."

"Forse, però il rischio che mi incenerisca è molto inferiore al tuo. Biancaneve non permetterebbe mai che io venissi ferita da Regina, qualunque siano le mie colpe. Non credo che tu abbia questa stessa fiducia in Robin, oppure mi sbaglio?"

Arrabbiato le lasciò il medaglione, consapevole che spiegarlo a Robin non sarebbe stato semplice.

 

~ PoV Regina

 

Regina sorpassò il cartello di benvenuto a Storybrooke, sentendosi a casa.

Quella città indipendentemente dal contesto in cui era stata creata era il suo rifugio sicuro, a differenza del mondo esterno del quale era intimorita.

 

~ PoV Emma

 

Emma era stanca di quella giornata che sembrava essere interminabile. A renderla peggiore fu il nervosismo delle persone, che sembrava aver contagiato l'intera cittadina, compresa sua madre, esausta a causa dei pianti notturni di Neal.

Eppure loro quali ragioni avevano per essere nervosi? 

Nessuno di loro doveva fingersi amica con la persona di cui erano innamorati, e dover reprimere quelle emozioni che minacciavano di farle scoppiare il cuore. 

A confronto i loro motivi erano futili. 

Sbuffò.

Henry informò Emma del rientro di Regina, proponendole di andarla a salutare. 

Lei avrebbe voluto vederla, ma conoscendola, Regina avrebbe frainteso, rendendola ancora più arrogante di quanto non lo fosse di natura. 

Sbuffò nuovamente.

"Forse sarebbe meglio se andassi da solo, non credo che il suo invito contempli la mia presenza."

"Sembra che non sia dello stesso parere."

Emma osservò Henry con aria interrogativa, mentre le mostrava la foto allegata al messaggio.

Fu estasiata al pensiero che Regina si fosse ricordata di una sciocchezza simile.

 

~ Flashback

 

Ruby osservò una scena insolita, che nemmeno pensava potesse mai accadere. Emma Swan che rifiutava il dolce.

"C'è una nuova minaccia in città?"

Emma alzò lo sguardo, incrociando quello della cameriera.

"No. Perché?"

Lei indicò il dolce, chiedendole il perché non lo mangiasse.

"Credevo fosse più delizioso."

"Emma vorresti insinuare che ne hai assaggiati di migliori?"

Chiese Granny, la quale osservava la scena, e contemporaneamente serviva il caffè a Regina, che ascoltava le lamentele di quella bambina capricciosa sotto le mentite spoglie di un'adulta.

"Forse."

Offesa la nonna si dileguò in cucina.

"Emma!"

"Non volevo essere scortese."

"Avresti dovuto mentire."

"Scusa, ma quella che ho assaggiato a Boston aveva un sapore completamente diverso. I sapori si fondevano creando una miscela molto particolare, quasi paradisiaca."

Regina pensò che se lo sceriffo avesse usato la stessa particolare cura nei resoconti mensili, sarebbe stata molto più che soddisfatta, ma le sue speranze sapevano essere vane. Emma si accorse di essere osservata, e imbarazzata cambiò argomento.

Fingendo disinteressamento, Regina lasciò lo sgabello su quale era seduta, reprimendo a stento un sorriso.

 

~ Pov Emma

 

"Perché sorridi? Pensavo non ti piacesse il suo sapore."

Chiese curioso Henry, a cui non passò inosservata la loro complicità.

"Questo dolce, in particolare questo gusto se non è preparato adeguatamente risulta alquanto aspro, ma a differenza, se è preparato correttamente ha un gusto prelibato, difficile da dimenticare." 

'Esattamente come lei.'

Sapere che l'interessamento che Regina aveva nei suoi confronti non fosse opera della sua immaginazione, fu fondamentale per riguadagnare quella fiducia smarrita dalla Salvatrice nelle ultime settimane.

 

~ PoV Regina

 

Sentì bussare, e asciugandosi le mani, sperò che Henry non fosse l'unica persona ad aspettarla alla porta.

Lei era lì, con il suo stile inconfondibile, con un Jeans scuro che le fasciava il corpo, accompagnato dalla sexy giacca rossa. Nelle sue fantasie più volte indossava solamente quella, mentre lei assaggiava e leccava quella pelle chiara come il latte.

 

~ PoV Emma

 

Regina la fissò quasi incantata, e quello sguardo non passò inosservato a Henry, il quale sentiva che il loro rapporto ultimamente fosse diverso. 

Emma con la grazia che la contraddistingueva si accasciò sul divano, stanca e felice di essere lì.

“Swan.”

“Mamma.” Disse Henry rivolgendosi a Emma.

Emma prese un cuscino e si coprì il viso.

“Siete un incubo.”

“Non eri costretta a venire se eri così stanca.”

Dal cuscino sorrise.

“Non sono venuta per te, ma per lei.”

Disse indicando il dolce posato sul ripiano in cucina.

“Potrei offendermi, ma conoscendo l’importanza che dai ai dolci, lascerò perdere.”

Emma le sorrise, finché Henry non fece una domanda che spiazzò entrambe.

“Perché hai preso un dolce che sai piacere alla mamma, invece che a me?”

Quella domanda la destabilizzò, ma il suo autocontrollo la aiutò a mascherare il significato celato dietro a quel gesto.

“Credevo che piacesse anche a te. Forse non è così?”

“Si.”

Regina nascose l’imbarazzo che si intravedeva nel rossore delle sue gote, dileguandosi in cucina.

Il sesto senso di Henry non demorse, rendendolo più curioso di quanto non lo fosse inizialmente.

Emma confuso dal suo comportamento chiese perché le avesse posto quella domanda.

“Semplice curiosità.” Sorrise, sapendo quanto sua madre fosse brava a smascherare le sue bugie.

Quando Regina li raggiunse, il telefono di Henry vibrò. Leggendo il contenuto del messaggio i suoi occhi brillarono nello stesso in cui quelli di Emma si illuminavano quando Regina era al centro dei suoi pensieri.

Tutto bene?”

Chiesero entrambe, accorgendosi della reazione del ragazzo.

“Si. Vi dispiacerebbe se io uscissi per qualche ora, lasciandovi da sole?”

“Hai scuola domani, e non vorrei che tu la saltassi perché sei troppo stanco. Quindi si.”

“No, ma non potresti lo stesso.”

Henry comprese l’allusione velata di Emma, ma questa non passo inosservata all’altra.

“Perché?”

Henry guardò Emma allarmato, non aspettandosi quel risvolto.

“Nulla.”

“Henry Daniel Mills.”

“Mamma.” Disse Implorando Emma.

“Mezz’ora, e dovrai tornare al nostro appartamento, altrimenti mi arrabbierò seriamente.”

“Henry.” Lo incitò Regina.

“Prometto che ti racconterò tutto, ma ora non è possibile.”

Diede un bacio sulla guancia a Regina, e ad Emma, e corse via.

Regina fulminò Emma con lo sguardo.

“Non guardarmi cosi!”

“Ieri mi hai chiamato e non mi hai accennato nulla.”

“Sarà lui a parlartene Regina, e sono del parere che affrontare questi tipi di problemi in questo modo lo aiuterà a crescere.”

Quali problemi? Emma potrei ammazzarti se scopro che Henry è nei guai e non mi hai accennato nulla, anzi distruggerò il tuo maggiolino, così soffrirai di più.”

“Non è nei guai. Tranquilla, è stata solamente una sciocchezza.”

Regina si tranquillizzò, fidandosi del giudizio di Emma.

“Ora che non rischio la mia vita potrei chiederti la causa del tuo astio nei confronti del mio maggiolino? Perché se tu lo guidassi, potresti non separartene più.”

“Davvero? Ne dubito.”

Immaginandosi alla sua guida Regina abbozzò un sorriso.

“Stai perdendo colpi Regina. Il dolce, il sorriso, potrei quasi scambiarlo per affetto nei miei confronti.”

Regina inarcò il sopracciglio.

“Sono la persona meno affettuosa di questo pianeta, non illuderti, e poi se fossi in te non userei quest’atteggiamento nei miei confronti.”

“Perché? Vorresti imprigionarmi nella tua cripta, oppure avvelenarmi con una mela? Direi di scegliere dei metodi meno datati, per vendicarti di me.”

“Avvelenarti sarebbe banale, però potrei negarti il dolce, quello sarebbe uno scenario peggiore per una persona golosa come te.”

Regina era consapevole che quella conversazione sfiorava il ridicolo, ma era piacevolmente sorpresa di quanto qualcosa di così banale la rendesse viva, solamente perché Emma ne fosse l’origine.

“Sento odore di sfida.”

Regina la osservò avvicinarsi al dolce, e con prepotenza infilarci due dita all’interno e portarsele alla bocca guastandosi quel sapore più gustoso di quanto ricordasse. 

Quel gesto provocò una scarica di piacere nel basso ventre di Regina, ricordandole cosa significasse desiderare ardentemente il contatto con un’altra persona.

Regina deglutì, e imbarazzata non sapeva come reagire a quella provocazione. 

Avrebbe voluto legarla, e punirla per quel gesto. La sua irriverenza la eccitava, e infastidiva contemporaneamente, eppure non riusciva ad immaginare il loro rapporto in modo diverso. 

Non vorresti assaggiare? Ti assicuro che è deliziosa.”

Regina riprese il controllo dei suoi sensi, e rispose a tono alla sua provocazione.

“Non assaggerò nulla toccato da quelle mani.”

Nell’immaginazione di Emma nacquero diversi scenari, nei quali Regina non avrebbe minimamente opposto nessuna resistenza a lei.

“Davvero? Peccato.”

Emma si risciacquo le mani, e prendendo un piatto si servì il suo dolce, quasi come se quella casa fosse sua. 

Il silenzio calò, insieme all’imbarazzo.

“Grazie.”

“Prego.”

Emma la guardò e pensò a quanto fosse difficile approcciarsi a lei.

Muoveva nervosamente le dita, indecisa sul da farsi.

“Emma, smettila.”

“Cosa?”

Prese la sua mano, e la fermò.

“Sei nervosa.”

“Non sono nervosa, sono solamente stanca. Forse dovrei andare.”

Prese la giacca, e quando stava per dirigersi verso la porta, si girò di scatto.

“Domani sera sei impegnata?”

Chiese speranzosa. Sapeva che Regina non era impegnata, ma sapeva anche che se non avesse voluto si sarebbe potuta inventare qualsiasi scusa pur di rifiutare.

“Perché?”

“Potresti rispondermi, senza farmi altre domande?”

“No.”

Emma sbuffò, e esasperata, si avvicinò a lei.

“Dovrei uscire insieme a Ruby, Trilly e Belle e vorrei che ti unissi a noi.”

Regina storse il naso, e pensò a quanto fosse strana quella situazione. 

“Non credo sia una buona idea.”

“Perché? Ti hanno perdonata Regina, e non sarebbe un problema per nessuna di loro se tu ti unissi a noi.”

“Non sarà così. Non tutti sono come te Emma, nessuno mi guarda come te. Vi rovinerei solamente la serata.”

A Emma non interessava nulla del pensiero della gente, e credeva che nemmeno a Regina importasse ma forse si era sbagliata.

L’unica cosa che voleva era un’uscita ufficiosa, per averla con se e godersi una serata insieme a lei, senza tentennamenti o scuse, per dimostrarle che avrebbero potuto essere qualcosa in più se avessero voluto. 

“Se queste sono le tue uniche motivazioni per rifiutare, mi dispiace ma non è abbastanza.”

Quella sicurezza innata, fu sufficiente a renderla inerme dinanzi alla sua richiesta. 

“Non sapevo che frequentaste Trilly. Da quando siete amiche?”

Disse Regina con un pizzico di gelosia nella voce.

“Gelosa?”

“Non essere ridicola.”

Emma si trattenne nello sfruttare quella piccola crepa nella sua corazza di sicurezza che si ostinava a indossare, per evitare che lei sfruttasse una semplice scusa come quella per rifiutare il suo invito.

Non siamo amiche, ma da quando è stata esclusa dalle fate ha legato molto con Belle, ed essendo lei la debolezza di Ruby, non ha potuto rifiutare che Trilly si unisse a noi.”

Interessante, ed io che credevo che agire per interesse fosse solamente una priorità dei cattivi.”

“Siamo eroi, non santi Regina.”

“Non l’avrei mai immaginato.”

“Col tempo imparerai le varie sfumature dell’essere un eroe, e capirai che il lato umano di un eroe è più fragile di quanto tu possa immaginare.”

“Davvero? Ora mi stai incuriosendo Emma Swan, e posso assicurarti che non è semplice.”

“Perfetto, allora ti lascio alla tua curiosità. Buonanotte.”

Con quell’ultima frase si separarono, felici di essere state per l’altra la fonte di spensieratezza in una serata all’insegna della noia.

  
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