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Autore: Heda_Lexa    08/10/2017    2 recensioni
Clexa AU potterverse
Una lama le marchiava la pelle e urla disumane uscivano dalla sua bocca. L'unica cosa a cui riusciva a pensare era il dolore. Dolore. Tanto dolore.
Genere: Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Clarke Griffin, Lexa, Octavia Blake, Raven Reyes, Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: Incompiuta, Tematiche delicate, Violenza
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CAPITOLO 11
 
Le settimane passavano velocemente e il mondo magico era sempre più nel caos. L’esercito di Nia era sempre più numeroso e minaccioso e molte famiglie avevano deciso di scappare e rifugiarsi in America.
Molti studenti erano stati portati via dai genitori poiché non ritenevano Hogwarts un posto sicuro.
Le tensioni però non vi erano solo fuori dal castello, ma anche all’interno. Pike era sempre più ostile nei confronti di Lexa e così anche Luna. Il ministro trascurava le sue mansioni e si recava spesso a Hogwarts nella speranza di capire chi fosse Wanheda. Il suo desiderio di vendetta l’aveva resa cieca di fronte alla guerra in corso. Gli auror erano sempre più preoccupati perché sapevano che, continuando così, il ministero sarebbe presto caduto in mano ai mangiamorte.
 
Clarke ogni giorno cercava di trovare un buon motivo per alzarsi dal letto, ma era sempre più difficile. Lexa non le aveva più rivolto la parola e il suo sguardo, che prima era dolce e amorevole nei suoi confronti, ora era freddo e distaccato. Il suo baule era pieno di dipinti dei suoi occhi, dei suoi tatuaggi, del suo corpo e di loro. Quello era l’unico modo per poter riavere indietro Lexa per un po’, ma quando il quadro era terminato la magia se ne andava e doveva fare i conti con la cruda realtà : Lexa la odiava e non l’avrebbe mai riavuta con se.
 
Abby continuava ad andare avanti e indietro nell’ufficio di Marcus, ripensando alle parole dette poco prima dall’uomo.
“Ne sei proprio sicuro?”
“Ho fatto molte ricerche e sono giunto a questa conclusione..”
“Da quanto tempo lo sai?”
Marcus non rispose, guardò Abby con aria colpevole, ma rimase in silenzio.
“Lo sai da tutto questo tempo e non hai detto niente all’ordine? Perché?”
“Non volevo che questa informazione finisse nelle mani sbagliate.. se si venisse a sapere perderemo l’unica possibilità contro Nia..”
“Lexa..” Abby venne interrotta dall’uomo.
“No, lei non può ancora saperlo..”
“Ma..”
“Niente ma Abby. Considero Lexa come una figlia lo sai, ma al momento non possiamo. Sai che lei farebbe di tutto per salvare il mondo magico, ma bisogna aspettare che Nia e il suo esercito siano indeboliti.. sennò sarà stato tutto inutile.”
Abby fissò Marcus per qualche secondo, poi si avvicinò a lui e lo abbracciò.
“Hai ragione… è solo che la vita è stata così ingiusta con lei… è solo una ragazzina e…” delle lacrime scivolarono sulle guance di Abby e Marcus la strinse ancora di più a se nell’abbbraccio.
“La profezia..”
“Si, ora la profezia ha un senso.” La interruppe Marcus.
Il momento fu interrotto da un incessante bussare alla porta.
“Avanti” disse Marcus appena si staccò da Abby.
Anya, Indra e Sinclair entrarono di corsa nell’ufficio del preside e la seconda prese la parola.
“Marcus il ministero è stato attaccato !” l’agitazione era palpabile nelle sue parole.
Gli occhi di Marcus furono attraversati dal terrore.
“Cosa ?! Dov’è Luna?”
“è partita stamani per una missione segreta e non riusciamo a rintracciarla- disse Anya- il ministero è stato circondato e non sappiamo cosa stiano aspettando per attaccare. Gli auror lì presenti hanno chiesto aiuto, sono in numero troppo inferiore. Ci sarà un massacro se non interveniamo.”
“Convocate tutti i professori e gli auror in sala grande tra 20 minuti. Pronti per combattere. Rimarranno qui alla scuola Abby, Julianne e Jaha. Le lezioni per oggi sono sospese. Voglio anche tutti gli studenti lì. Devono essere al sicuro. Andate andate!” Marcus diede tutte le indicazioni come un ottimo leader, poi si diresse verso la sala grande con Abby, mentre gli altri andavano a convocare tutti.
 
Anya entrò come una furia nella stanza di Lexa che era intenta a leggere delle vecchie pergamene.
“Lexa preparati, il ministero è stato attaccato, Marcus ci vuole tra 20 minuti in sala grande pronti per combattere.” Lexa non fece in tempo a rispondere che Anya se ne era già andata via sbattendo la porta.
Si alzò velocemente e aprì il baule dove teneva il vestiario da guerra. Si vestì velocemente e decise di non indossare lo strascico rosso, simbolo dell’Heda, poiché nessuno sapeva chi era in realtà e si diresse allo specchio per il trucco. Appena fu pronta uscì e si diresse verso la Sala Grande.
 
 
Anya uscì di corsa dalla stanza di Lexa e come un fulmine si diresse nel dormitorio di Raven. I ragazzi però erano già diretti verso la Sala Grande, così afferrò Raven per un braccio e la spinse in un aula vuota.
“Anya quante volte ti ho..” Raven fu zittita dalle labbra di Anya che premettero con forza contro le sue.
“Non ho molto tempo, il ministero è stato attaccato e tra poco devo partire, tu devi stare attenta, Hogwarts rimarrà scoperta e potrebbe essere attaccata. Ricordati cosa devi fare in quel caso. Io ti raggiungerò al luogo stabilito. Hai capito?”
“Ma..”
“Hai capito Raven?!”
“Si ho capito”
“Bene- Anya diede un ultimo bacio a Raven- Ti amo.” Poi si voltò e se ne andò.
Raven rimase immobile, incapace di realizzare che Anya le avesse detto “Ti amo”. Glielo aveva sempre dimostrato con i fatti, ma non glielo aveva mai detto. In quel momento però non poté gioire a pieno, poiché la paura di perderla era troppa, così uscì dalla stanza e si rimise in fila insieme agli altri studenti.
 
 
La Sala Grande non era più piena come un tempo, le tavolate che ospitavano gli studenti erano per metà vuoti ed erano rimasti solo studenti dell’ultimo anno, del sesto e qualcuno del quinto e del quarto. Clarke era seduta accanto a O’ e si guardava in torno alla ricerca di Lexa, ma di lei non vi era traccia.
In quel momento entrò Anya, vestita da guerriera con tre trecce che le partivano dalla nuca e i capelli sotto che le ricadevano sulle spalle. Gli occhi erano contornati di nero e sembrava ancora più intimidatoria di quanto già non sembrasse. Gli studenti la guardarono con ammirazione e paura mentre si recava al suo posto e la Sala fu invasa da sussurri e bisbigli. Anya prese posto accanto a Indra, anche lei vestita e truccata per combattere. Lo scalpore che aveva suscitato Anya fu niente in confronto a quello che provocò Lexa. i pantaloni neri, stretti alle sue gambe grazie a delle cinghie, gli stivali altri fino al ginocchio, la maglia nera, anch’essa con le cinghie, che le ricadeva dietro fino a metà gamba, dandole un senso di regalità, i capelli tirati indietro e legati in mille treccine e il trucco che ricopriva tutta la parte degli occhi e le colava giù come fossero lacrime la rendevano  terrificante. Clarke rimase incantata al suo passaggio. Lo sguardo fiero  e distaccato e il portamento regale la rendevano superiore.
Clarke non le staccò gli occhi di dosso finché non si sedette al suo posto e Marcus prese la parola.
“Il ministero è stato attaccato, noi professori e gli auror andremo ad aiutare e cercheremo di respingere l’attacco dei mangiamorti. Con voi rimarranno Abby, il professor Jaha e Julianne. Dormirete tutti insieme in sala grande e starete qui fino al nostro rientro.”
Marcus si voltò e la stanza fu invasa nuovamente da mille brusii, fino a che tutti i professori e gli auror si smaterializzarono davanti a loro facendo calare il silenzio.
 
 
Quando arrivarono al ministero la battaglia era già iniziata. Si buttarono tutti nella mischia e iniziarono a combattere spostandosi tra corridoi e stanze, distruggendo qualsiasi cosa. La battaglia sembrava alquanto paritaria e i caduti si iniziavano a contare da entrambe le parti.
Ad un certo punto un suono, come quello del rullo di tamburi, si propagò per tutto il campo di battaglia. Lexa si voltò in direzione del rumore e vide Roan, dall’altra parte del corridoio, che la guardava con un sorriso beffardo per poi girarsi verso Anya che si trovava molto vicina a lui.
 
 
Nella Sala Grande un boato fece scatenare il panico tra gli studenti. Mentre tutti cercavano riparo sotto i tavoli sulla porta si aprì  quello che all’apparenza poteva sembrare un portale. In un attimo però tutti capirono di cosa si trattava: le immagini della battaglia si susseguivano una dietro l’altra.
Clarke si avvicinò alla porta, seguita dagli altri ragazzi, e il suo cuore si fermò quando vide Lexa sporca di sangue, il suo sguardo pieno di terrore mentre guardava l’irreparabile.
 
 
Roan si voltò vero Anya che stava combattendo con un mangiamorte, sfilò dalla cintura un pugnale e non appena il suo alleato fu caduto a terra prese la mira e lanciò.
“ANYA!!” Lexa urlò con tutto il fiato che aveva in corpo e iniziò a correre, incurante di ciò che le accadeva intorno. 
Anya si voltò giusto in tempo per vedere la sorella correrle incontro, quando il pugnale le trafisse lo stomaco. Le sue mani andarono istintivamente a toccare il pugnale e in un attimo si imbrattarono di sangue fresco. Guardò Roan negli occhi e poi cadde. Lexa l’afferrò un attimo prima che toccasse terra, gli occhi già umidi e la voce tremante.
“Anya…. Resisti”
“Lex..” Anya iniziò a tossire sangue e il suo sguardo si affievoliva sempre di più.
“Ce la farai… andrà tutto bene Anya devi solo resistere.” La rabbia si stava impadronendo di Lexa, si guardò intorno e quando vide un auror passarle vicino lo afferrò per un  braccio.
“Portala a Hogwarts immediatamente! Da Abby!- il suo tono era minaccioso e l’auror la guardava intimorita- se muore sappi che ti ucciderò con le mie stesse mani. Non importa quanto lontano tu scapperai, io ti troverò!!” l’uomo annuì spaventato, prese Anya in braccio e corse via.
 
 
Raven urlò. Quando vide Anya cadere a terra il suo cuore si frantumò in mille pezzi. Aveva sempre paura quando partiva per una missione, ma fino a quel momento era sempre tornata. Forse inconsciamente pensava che non le sarebbe successo niente; invece ora la vedeva a terra, tra le braccia di Lexa, ricoperta di sangue. Calde lacrime iniziarono a scenderle lungo le guance e le sue gambe cedettero. Clarke la prese al volo e iniziò a scuoterla.
“Raven guardami- Clarke prese il volto dell’amica tra le mani e la costrinse a guardarla negli occhi- va tutto bene la stanno portando qui. Abby la salverà” Raven annuì timidamente.
Abby intanto stava dando ordini per sistemare la Sala Grande come infermeria, poiché non voleva lasciare i ragazzi da soli.
Intanto la battaglia andava avanti e Clarke, dopo aver adagiato Raven su una panca, tornò a vedere cosa stava succedendo al ministero.
 
 
Lexa si alzò lentamente, lo sguardo pieno di odio e di rabbia. Nel momento esatto in cui aveva visto il pugnale trafiggere il ventre di Anya aveva capito che non valeva più la pena lottare. Doveva lasciarla andare. E lo aveva fatto. Tutta la sua oscurità, nascosta nei meandri del suo cuore e della sua mente, uscì come una bestia rabbiosa e affamata. Voleva uccidere, voleva vendicarsi, e questa volta non avrebbe fatto niente per controllarsi. Si diresse verso Roan, ma molti nemici li dividevano. Un mangiamorte correva verso di lei, così alzò la mano e l’uomo si alzò da terra tenendosi la gola, come se una mano invisibile lo stesse strangolando. Lexa chiuse il pugno, il collo dell'uomo si spezzò e il suo corpo senza vita cadde a terra. I seguaci di sua madre avanzavano coraggiosi verso di lei, ma nessuno era alla sua altezza. Cadevano a terra inermi come birilli. Nella mischia una ragazza di scagliò contro di lei e nella colluttazione il cappuccio le si sfilò dalla testa mostrandone il volto: Ontari. Lexa riconobbe la sua ex studentessa, che aveva lasciato la scuola poche settimane prima e, come sospettava, si era unita alla sorella per servire Nia.
Il ricordo di Echo, del dolore che le aveva provocato, offuscarono ancora di più la mente di Lexa che, incurante del fatto che Ontari avesse solo 17 anni, le si scagliò contro e dopo averla disarmata le scagliò la maledizione senza perdono. Il corpo di Ontari cadde riverso a terra, ma lei non ci badò nemmeno, passò al nemico successivo e poi a quello successivo ancora.
Quando Lexa si apprestò a combattere contro Roan intorno a lei si potevano contare quasi un centinaio di cadaveri.
 
I ragazzi a Hogwarts guardavano inorriditi e spaventati il massacro che Lexa aveva compiuto. Clarke guardava inorridita, ma non spaventata. Sapeva che Lexa non era così. Si incolpò anche di tutto quello. Forse se Lexa avesse avuto lei accanto, se avesse saputo che c’era qualcuno che l’amava e che l’aspettava non si sarebbe lasciata travolgere da quella oscurità.  I suoi pensieri furono interrotti dall’ingresso, dalla porta secondaria, dell’auror con Anya in braccio. Vide correre Raven verso di lei mentre sua madre l’adagiava su un lettino improvvisato e tirava le tende per non far vedere niente a nessuno. Octavia si sedette accanto a Raven con Lincoln e molti ragazzi della loro compagnia, ma Clarke non riuscì a spostarsi. Doveva vedere Lexa, doveva guardarla mentre pregava che non si facesse ammazzare, ma in quel momento accadde una cosa che fece spostare tutti gli occhi sulla battaglia.
 
 
 
Lexa fissava Roan, la sua faccia non lasciava più trasparire alcun sentimento, aveva indossato la sua maschera di superiorità.
Roan invece rideva beffardo. Quando Lexa stava per fare la prima mossa una voce si propagò all’interno del corridoio, mentre gli auror rimasti e i professori di Hogwarts, che stavano combattendo nelle altre stanze, entrarono nel corridoio mentre venivano circondati.
 
“Il ministero è caduto- tutti riconobbero la voce di Nia- e il mondo magico presto farà la stessa fine. Tutti avete visto quello che è successo qui. Avete visto di cosa è capace la vostra Heda”
I presenti nella stanza iniziarono a guardarsi confusi e a fissare Lexa. A Hogwarts gli studenti non capivano a cosa si riferiva Nia, tranne Octavia, che conosceva tutto ciò che riguardava l’esercito magico e le famiglie purosangue.
Nia continuò:” Sì, lei è la vostra Heda- una risata malefica prese il posto delle parole- siete davvero sicuri di volervi far guidare da lei? Alla fine tutti sappiamo che i figli ereditano molto dai genitori.”
 Marcus non aspettò che Nia finisse la frase, afferrò Lexa per un braccio e si smaterializzò, mentre tutti gli altri lo imitavano.
 
Si smaterializzarono nella Sala Grande e tutti gli studenti si allontanarono per paura di Lexa.
Marcus prese subito la parola: “ gli studenti vadano in biblioteca con il professor Jaha e Julianne, gli altri restino qui, Abby ci rimetterà in sesto.
I ragazzi si allontanarono e appena furono fuori tutti iniziarono a parlare e fare domande uno sopra l’altro.
“Cosa voleva dire Nia?”
“Chi è lei ?”
“Silenzio!” urlò Marcus. “Tutte le spiegazioni verranno date quando sarà il momento. Ora chi ha bisogno di cure rimanga qui, il resto vada a contattare il mondo magico, dobbiamo capire quanto è grave la situazione. E cercate il ministro ! Non può essere svanita nel nulla!”
 
Tutti obbedirono e in molti lasciarono la sala grande.
Lexa si era seduta su una panca, si fissava le mani tremanti incapace di muoversi o di dire una parola. Abby uscì dalla stanza improvvisata per curare Anya e le si avvicinò.
“Lexa- la ragazza alzò la testa- Anya per ora è viva, ma le prossima 24 ore saranno decisive. Lei è forte, vedrai che se la caverà.” Lexa annuì, poi si voltò verso Marcus.
“I ragazzi devono combattere se vogliamo avere una possibilità.”
“lo so- Marcus fece una pausa- convochiamo tutti tra 30 minuti”
Indra arrivò di corsa verso il gruppo e cercando di non farsi sentire da nessuno disse: “ Abbiamo un problema, non solo i ragazzi a Hogwarts hanno visto quello che è successo, tutto il mondo magico. In molti hanno capito… il segreto di Lexa non è più un segreto.”
“Non ha importanza ormai, stiamo arrivando alla resa dei conti” Lexa era calma, troppo calma, come se non fosse veramente lì.
 
 
In biblioteca Octavia si avvicinò a Clrke, Lincoln, Maya, Jasper, Monty, Nate, Harper, Brian e Raven.
“So cosa voleva dire Nia- tutti la guardarono incuriositi, tranne Clarke. – Nia ha definito Lexa come Heda. Nell’antichità il comandante dell’esercito prendeva il nome di Heda, solo chi apparteneva alla famiglia “reale” poteva diventare comandante. La famiglia reale era quella dei Natblida, l’ultimo discendente, o almeno così credevo, era Gustus Natblida. Naturalmente quando lui nacque l’esercito era già stato sciolto quindi non è mai diventato comandante. Si dice che sia morto poco dopo che finì gli studi a Hogwarts, ucciso da Nia. Ma credo che non sia andata proprio così. Lui e Nia stavano insieme. Se lui non fosse morto subito? Io credo che Lexa sia la figlia di Nia e Gustus. Questo spiegherebbe le sue parole.” Tutti si guardarono esterrefatti e consapevoli che ciò che aveva detto O’ non era poi così inverosimile.
Non riuscirono a commentare che Sinclair entrò in biblioteca dicendo che erano attesi in Sala Grande.
 
 
Pike si incontrò con Bellamy nel suo studio.
“Ti ho fatto venire qui perché quello che sto per dirti è molto importante e non possiamo permetterci che qualcuno ci senta- incominciò il professore- Ti ho chiamato qui per dirti una cosa molto importante. Ti dirò la verità sulla morte della tua fidanzata.”
Bellamy sgranò gli occhi, non capiva. Quale verità?
 Le parole di Pike attraversarono la sua mente mentre la rabbia cresceva sempre di più dentro di lui.
 
Erano tutti nella Sala Grande ansiosi di capire cosa stava succedendo. Marcus si guardò intorno notando l’assenza di Bellamy e Pike, ma decise di iniziare lo stesso.
“Vi ho riuniti tutti qui perché il ministero è caduto e in questo momento stiamo perdendo la guerra. Sono arrivato ad una conclusione. Non è stato facile per me prendere questa decisione ma credo che sia l’unica possibilità che abbiamo. Gli studenti maggiorenni, se vorranno, potranno combattere quando ce ne sarà bisogno. Per i minorenni le scelte sono due: tornare a casa o rimanere qui e addestrarsi per combattere. Non ci saranno più lezioni d’ora in poi, poiché se non vinciamo questa guerra non ci sarà più niente.”
La porta della Sala Grande si aprì con violenza ed entrarono Bellamy e Pike. Il primo era accecato dalla rabbia, così si cagliò contro Lexa e la scaraventò a terra, lontana da lui.
“Tu! Per colpa tua Gina è morta!” si avvicinò e le tirò un calcio nello stomaco. Kane e Sinclair afferrarono prontamente Bellamy, mentre abby, Julianne e Indra corsero verso Lexa.
Bellamy si dimenò e iniziò a urlare: “è la figlia di Nia! Perché non lo hai detto subito se non hai niente da nascondere?!” Marcus e Sinclair cercavano di far stare zitto Bellamy, ma ormai il danno era stato fatto. Sussurri e bisbigli si alzarono dalle tavolate degli studenti e dal tavolo allestito per gli auror che erano scappati dal ministero, mentre le tre donne cercarono di aiutare Lexa ad alzarsi, ma Lexa gridò di dolore e si accasciò nuovamente a terra.
Clarke guardò la scena inorridita, fece per alzarsi, ma Octavia la trattenne per un braccio. Tutti erano incapaci di capire cosa stava succedendo. Lexa continuò a dimenarsi per diversi minuti, poi le sue grida terminarono. Rimase immobile per qualche secondo, poi si alzò lentamente. Sul volto un sorriso beffardo, gli occhi erano diventati neri.  Guardò tutti i presenti in stanza e poi parlò, ma non con la sua voce.
“Vi ucciderò tutti.” Era la voce di Nia.
 
Un’ora prima
“Il piano ha funzionato, ho fatto la mia parte, ora voglio ciò che mi spetta.”
“Non avere fretta. Hai fatto un buon lavoro, tutti hanno visto quello che è in grado di fare Lexa e presto tutti capiranno chi è in realtà. Ce la consegneranno di loro spontanea volontà e a quel punto tu potrai ucciderla se proprio ci tieni tanto.” Disse Nia
“Non vedo l’ora.” Luna si voltò e se ne andò, mentre Nia pregustava già la vittoria.
 
 
 
 
 
Salve a tutti! So che sono in clamoroso ritardo ad aggiornare, così ho scritto un capitolo abbastanza lungo nella speranza che mi perdoniate ;)
In questo capitolo succedono parecchie cose e la trama è andata parecchio avanti. So che non ci sono scene Clexa, ma mi farò perdonare tranquilli.
Alla fine il dialogo tra Luna e Nia è avvenuto dopo la caduta del ministero e prima della scena finale.
Spero che vi sia piaciuto e se vi va lasciate una recensione per dirmi i vostri pareri.
May we meet again.
   
 
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