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Autore: Me91    09/10/2017    0 recensioni
Questa storia ha partecipato al concorso"È solo questione di apparenza" indetto da Kris_piangente_minatrice e si è aggiudicata il secondo posto.
In una Terra macchiata dal male, i Signori del Nord, creature simili ad uomini ma fredde e terribili come demoni, hanno edificato il proprio regno. Gli stregoni sono quasi del tutto estinti, sconfitti in un’estenuante guerra per la pace contro queste creature oscure. I pochi stregoni rimasti sono perseguitati e ricercati dall’efficiente polizia, la cui sede si trova in una grigia e grande città - molto simile ad una Londra del 1800 -.
Aaron è un talentuoso illusionista di periferia, su il quale l’ispettore Brown inizia ad indagare, sospettando che sia uno stregone. Il ragazzo non si cura dell’ispettore, ribadendo la sua innocenza, e continua la propria vita, occupandosi della sorella Erin (grazie ai soldi ricavati da partite di Poker truccate), oppure cercando di svelare i segreti di un misterioso diario, appartenuto ad uno stregone, che pare celare la chiave per raggiungere un posto meraviglioso... una terra chiamata Nerfea, considerata “il mondo dei sogni”.
Genere: Drammatico, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 5


«Cosa?» fa l’ispettore, voltandosi a guardare il sicario carico di rabbia «Quel bastardo è mio!»

«State indietro!» ordina Aaron, spingendolo contro il muro con una mano.

L’ispettore va a sbattere di schiena addosso la parete in pietra dell’edificio alle sue spalle, poi rialza lo sguardo sul giovane biondo accanto a lui e inveisce:

«Non metterti in mezzo!»

«Ispettore, da questo momento non posso più sentirvi né vedervi.» spiega Aaron, fissando attentamente il sicario, dapprima sorpreso dalla sparizione di Brown e poi accigliato, che ha iniziato a muoversi verso di lui.

L’ispettore rimane incredulo, tastandosi il corpo.

«Che cosa significa?» chiede, confuso.

«Ispettore, se siete ancora qui vi prego di andarvene.» insiste il biondo, senza staccare lo sguardo da Julian, sempre più vicino «L’incantesimo non durerà molto; per adesso vi ho tramutato in una specie di fantasma, in grado quindi di attraversare la materia ed essere perciò immune a qualsiasi cosa, ma tra un’ora tornerete visibile e percepibile. E quello stregone vi troverà e vi ammazzerà.»

Brown si incupisce, serrando i pugni.

«So bene che siete irato e cercate solo vendetta...» riprende a dire l’altro, con un tono malinconico «Ma sono morte fin troppe persone innocenti in questa stupida lotta di potere... è il momento di dire basta.»

L’ispettore chiude un attimo gli occhi, tremando al pensiero di sua moglie.

«Non so se sarò in grado di uccidere il sicario.» ammette a quel punto Aaron, abbassando un po’ il tono della voce «Non so se troverò il coraggio di farlo.»

Brown rialza gli occhi su di lui, esclamando con forza:

«Io ne avrei avuto il coraggio! Dovevi lasciare a me questo compito!»

Aaron socchiude gli occhi e conclude, senza far finire a parlare l’ispettore:

«Spero mi capirete, ispettore... uccidere lo trovo orribile. Vi chiedo solo di scappare, di mettervi in salvo. Evitate una morte inutile, ispettore.»

Brown scuote il capo, non sapendo cosa dire.

Julian si ferma a pochi metri da Aaron.

L’ispettore volge subito l’attenzione al sicario, trattenendosi a stento nel saltargli addosso per la rabbia e per la disperazione.

Aaron rimane calmo e immobile.

I due stregoni si guardano negli occhi in silenzio.

«E così ci conosciamo, Aaron...» esordisce Julian a quel punto, freddo.

«Molto piacere, Julian.» risponde il giovane biondo tranquillamente, facendo un piccolo inchino con il capo.

L’altro alza un sopracciglio.

«L’ispettore Hunt era ancora abbastanza lucido per dirti il mio nome? Mi sorprende che la morte della moglie non lo abbia scosso fino alla follia...» il commento del sicario è secco e mirato.

«Brutto bastardo, non provare nemmeno a nominarla!» urla Brown lanciandosi contro l’uomo in nero; gli passa attraverso e si sbilancia fino a cadere in avanti sulla strada. Ferma la caduta con le mani, ferendosi i palmi; ansimando si volta indietro, guardando stupito i due stregoni a pochi passi da lui che non si muovono, non si scompongono affatto.

Da questo momento non posso più sentirvi né vedervi.... Una specie di fantasma...

Si ricorda Brown, ancora incredulo.

«L’ispettore ormai non è più qui.» dice allora Aaron, piatto «Ho fatto in modo di metterlo in salvo.»

«In salvo?» ripete Julian, come divertito, e inizia a ridere di gusto «E dove credi si trovi la salvezza?» aggiunge, smettendo a poco a poco di ridere.

«Sicuramente non qui.» risponde il giovane, privo di enfasi nella voce.

Julian torna serio.

«Hai colpito nel segno, Aaron. In questa città non c’è salvezza. Non per gente come noi.»

«In questo mondo non c’è.» specifica Aaron.

«Esatto.» Julian riduce gli occhi a due fessure «Non c’è più giustizia a questo mondo. Chi crede nella lealtà, nella legge... ormai deve rassegnarsi. E’ tutto morto: è morta la giustizia, è morta la società, è morta persino la speranza. La rassegnazione è l’unica cosa che ci è rimasta.»

«Stai parlando di te, Julian?» lo interroga Aaron con calma.

L’altro increspa un po’ la fronte, incupendosi.

«Uno stregone che serve i Signori del Nord.» Aaron indica con un gesto del capo l’edificio della polizia che si staglia non molto lontano da lì «Alquanto insolito.»

«Bisogna adeguarsi ai tempi.» ribatte Julian, secco.

«Io non voglio farlo.» risponde l’altro tranquillamente.

«Infatti tu non devi.» dice subito il sicario, duro «Tu servi per altro.»

«Lo so bene cosa fanno i Signori del Nord a quelli come noi...» commenta Aaron; quasi gli freme il cuore dal terrore, a quel pensiero, ma si mostra distaccato e lucido.

«A quelli come te, a dire il vero.» lo corregge Julian, sadico «A me non faranno proprio nulla.»

«Credi davvero che rispetteranno questo accordo?» Aaron alza appena un sopracciglio, mostrandosi dubbioso «Io non penso.»

«Oh sì, lo faranno.» Julian è sicuro di sé «Il nostro accordo è basato sulla fiducia reciproca. Altrimenti non mi avrebbero lasciato questo.» e indica il bel pugnale che ha alla cintura.

L’ispettore, ancora seduto a terra, si mostra sorpreso.

«Che cosa c’entra quel pugnale?» si chiede a mezza voce, confuso.

Invece Aaron sembra capire.

«Te l’hanno lasciato perché sanno bene che tu, da solo, contro di loro non hai possibilità.» Aaron si mostra serio «Sei solo un pesce piccolo, Julian. E consegnando nelle loro mani quegli stregoni, in questi ultimi anni, sei finito proprio nella rete. Se fossi stato un po’ più furbo, avresti capito che l’unico modo per salvarti era di unirci tutti insieme; uniti contro i Signori del Nord.»

«Certo! Ma come ho fatto a non pensarci prima? Che idiota che sono, vero?» Julian scuote il capo e rivolge uno sguardo irritato all’altro stregone «Noi, quattro o cinque stregoni rimasti in questa città, contro i Signori del Nord? Il tempo delle guerre per la libertà e la pace è finito, Aaron. Svegliati, è questa la realtà: noi abbiamo il destino segnato. Io ho avuto l’opportunità di salvarmi, certamente non me la sarei mai fatta scappare.»

«Ma tu non ti salverai, Julian: loro non te lo permetteranno mai.» sentenzia il biondo, cupo.

Un piccolo vortice d’aria ruota per un istante intorno il sicario, sollevando polvere e qualche foglia, per poi placarsi tutto di nuovo.

«Mi sono stancato di queste chiacchiere.» afferma Julian, innervosito «Dammi il tuo oggetto custode.»

«Non è mia intenzione.» risponde Aaron, senza scomporsi.

Ma di che parlano?

Si chiede l’ispettore, aggrottando le sopracciglia.

«Allora lo prenderò con la forza.» annuncia Julian gelidamente.

Si alza di nuovo il vento che scuote gli alberi della strada; vorticano le foglie, la polvere, la fuliggine. C’è come un lampo quando i due maghi si scontrano e poi un rumore simile ad un tuono, che fa tremare di un poco la terra.

«Ah!» esclama l’ispettore, riparandosi il capo con le braccia; il vento lo sospinge indietro.

I due stregoni sono così rapidi, resi leggeri e veloci dalla magia, che è impossibile per Brown seguire lo scontro. Un paio di volte gli passano sopra, senza che lo percepiscano affatto; lui è ancora a terra e cerca di capire cosa stia accadendo.

Ad ogni incantesimo, un lampo e un rombo; le luci delle case si accendono una ad una e si iniziano a sentire voci concitate, passi in avvicinamento.

Poi d’un tratto, inaspettatamente, Aaron vola indietro di qualche metro, finisce a terra di schiena con un gemito soffocato e striscia per un po’ sulle pietre della strada. Quando il suo corpo si ferma, Julian è immediatamente su di lui; posa con forza un piede sul petto del giovane e con un incantesimo lo blocca a terra. Aaron si sente come se un macigno lo tenga premuto sulla strada, togliendogli il fiato.

Il sicario sta ansimando, ma ha sul volto un’espressione soddisfatta.

«Non sei male, Aaron, ma tra me e te c’è una sostanziale differenza.» si china in avanti, avvicinando il viso a quello del biondo, e sibila con un sorriso sadico:

«Tu combatti per difenderti, ma io combatto per vincere.» e aumenta di un po’ la pressione dell’incantesimo sul giovane.

Aaron tira il volto in una smorfia sofferente, respirando a fatica.

«E poi io sono abituato ad usare la magia per questi scopi.» continua a dire Julian, regolarizzando il respiro mentre fruga con una mano sotto il mantello dell’altro, in cerca di qualche tasca nascosta «Non come te che compi simpatici trucchetti per trattenere il pubblico. Anche se in realtà ti capisco: prima che i Signori del Nord mi trovassero, facevo anch’io l’illusionista. In effetti era l’unico modo per essere quel che sono, senza problemi. Purtroppo, però, in questo modo è facile essere scoperti... ma risulta quasi impossibile per uno stregone non usare la magia qualche volta. Fa parte di noi, ne abbiamo bisogno come una droga.»

Si interrompe, inarcando le labbra in un sorriso soddisfatto.

Si raddrizza, tenendo in mano una piccola bacchetta azzurra, molto anonima.

«Bene, eccolo qua.» commenta con quel sorriso, ruotando l’oggetto tra le dita rapidamente; dopo un paio di giri, la bacchetta muta all’improvviso, allungandosi e brillando. Diviene così un bastone, elaborato e lucido, sulla cui cima si trova una sfera azzurra con all’interno un liquido chiaro, vorticoso.

Julian lo afferra con entrambe le mani, osservandolo attentamente, mentre l’ispettore si alza in piedi e si avvicina, stupito, per guardare.

Aaron socchiude le palpebre, ansimando ancora.

«Che oggetto interessante.» Julian sembra davvero meravigliato «Soprattutto, molto appariscente: non certo l’ideale per racchiudere la magia. Per questo hai dovuto mutarlo in una piccola bacchetta con un incantesimo, per nasconderlo meglio. Un ottima scelta, comunque. E’ molto bello.»

L’ispettore alza le sopracciglia, incredulo.

La magia degli stregoni... in realtà non risiede in loro, bensì viene custodita in qualche oggetto! Ecco in che modo i Signori del Nord hanno intenzione di usare la magia: se possiedono gli oggetti “custodi della magia”, possono sfruttare i poteri degli stregoni! Ma... perché comunque li tengono in vita nelle Segrete? Magari... magari perché, se loro muoiono, la magia che è in loro... si estingue.

Julian riabbassa lo sguardo su Aaron e gli dice tranquillamente:

«Non temere, sarà in buone mani.»

«Sei... un pazzo, Julian.» mormora il giovane a fatica, tra un respiro e l’altro «Quando i... Signori del Nord avranno... abbastanza magia dalla loro... parte... tu non... gli servirai più.»

«Loro ormai ne hanno abbastanza. Mi hanno detto che questo è l’ultimo incarico: poi sarò libero.» Julian è sicuro e per nulla preoccupato.

«Prova a... ragionare.» insiste Aaron «Quanti stregoni sono stati... catturati finora? Intendo... intendo negli ultimi... anni.»

«Vorresti dire da quando è nato il reparto speciale della polizia? L’anti-stregone?» domanda l’altro e Aaron annuisce con il capo.

«Tu sei il quinto.» risponde il sicario.

Il giovane biondo fa così notare:

«E quanti... sono i... Signori del Nord? ... Cinque. Ma, con il... re? ... Sei. Ne manca... solo uno. E per il re... per il re vorranno... la magia più potente e... spietata.» guarda il sicario intensamente «Il tuo incarico... Julian... termina... qui.»

Julian tira le labbra, irritato, e stringe con più forza il bastone magico, aumentando anche la pressione dell’incantesimo su Aaron, che strizza gli occhi, gemendo per il dolore.

«Taci.» sibila il sicario «Ti porto alle Segrete.»

Va ad afferrare Aaron al petto e lo costringe ad alzarsi, annullando l’incantesimo su di lui; il ragazzo può tornare finalmente a respirare. Julian lo fa voltare, gli porta le mani dietro la schiena e gli mette delle manette incantate, che gli impediscono di compiere magie. Poi lancia un fugace sguardo alla piccola folla di curiosi riunitasi, un po’ titubante, in fondo alla via, dietro un angolo. Ignorandoli, afferra Aaron per un braccio e si avvia verso la base della polizia, portandolo via a forza; il biondo cammina con molta fatica, stanco e provato.

L’ispettore li guarda immobile allontanarsi.

La folla si disperde, mormorando, e presto torna il silenzio in quella buia strada.

«E così... è finita.» si dice Brown tra sé e sé, cupo e malinconico «E’ tutto finito.»

Chiude gli occhi, stringendo i pugni.

Aaron è stato catturato. Nives è morta, come è morto il bambino. E lui? Anche lui verrà presto catturato e ucciso.

E i Signori del Nord avranno in mano un incredibile potere; gli uomini saranno loro schiavi e nessuno riuscirà a contrastarli.

E’ proprio la fine.

Dovreste andarvene, ispettore. Andatevene dalla città... Volete farvi ammazzare? Non date loro questa soddisfazione.

«Eh... ragazzo...» sospira Brown, aprendo lentamente gli occhi «Andare dove?»

Volge lo sguardo alla base della polizia, pensieroso.

Tra un’ora tornerete visibile e percepibile.

Sospira di nuovo.

Ho ancora tempo.

Si avvia verso quell’edificio nero a passi decisi.

E c’è ancora una cosa che posso fare.


Continua...

  
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