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Autore: Rohhh    09/10/2017    2 recensioni
La ventunenne Ashley, dopo essere stata cacciata via da casa da sua madre ed essersi ritrovata completamente sola in una città a lei sconosciuta, ha riscoperto la serenità che cercava nel suo nuovo gruppo di amici, conosciuto grazie al fortunato incontro con Terence, un ragazzo gentile e premuroso e sua sorella minore Michelle, che le ha offerto una stanza nell'appartamento che condivide con altre tre ragazze. Con un lavoro che le permette di mantenersi gli studi che ha sempre desiderato e la vicinanza delle amiche, tutto sembra procedere liscio per Ashley, ma il ricordo del suo triste passato arriva spesso a tormentarla e l'unico che misteriosamente riesce a darle sollievo da quei pensieri è Matt, un ragazzo odiato dai suoi nuovi amici per motivi non ben chiari e considerato da loro come un vero e proprio nemico da cui stare alla larga. Ashley, nonostante sia conscia della fama del ragazzo nel suo gruppo, in un momento di disperazione e debolezza, finisce per cedere e commettere con lui un errore che la perseguiterà e che presto finirà per pagare caro.
Ma, forse, non tutto ciò che sembra perduto per sempre lo è davvero...
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Universitario
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Salve care lettrici!
Ecco il nuovo capitolo, come quello precedente e quelli che penso verranno a seguire, non posso definirlo nè totalmente positivo nè totalmente negativo, perché contiene degli eventi che in realtà appartengono a entrambe le categorie. L'andazzo è più o meno questo finchè si arriverà a un punto di non ritorno. Come al solito non so dire quando accadrà perché scrivo mano a mano ma la strada è ormai quella.
Spero vogliate darmi ancora fiducia e ringrazio le nuove lettrici, spero di non deludervi!
Vi lascio alla lettura e vi aspetto al prossimo aggiornamento, quindi presumibilmente tra 4 o 5 giorni!
Un bacio!

Cap. 30 Cuore e istinto

 

Ashley si catapultò fuori da quell'aula del secondo piano e fece di corsa tutti i gradini che la separavano dall'uscita del palazzo della sua università, arrestandosi solo quando raggiunse il grande spiazzo esterno antistante.

L'aria quasi gelida dei primi giorni di Dicembre la investì in pieno viso ma a lei non dispiacque, al contrario, si sentì rinvigorita e prese un lungo respiro, come se fosse stata costretta fino a quel momento a stare in apnea.

In effetti, non era stata molto diversa la sensazione provata poco prima dentro l'aula affollata, in attesa di sostenere il suo primo esame, con l'ansia che le serrava i polmoni e un blocco alla bocca dello stomaco, soffocante e doloroso.

Aveva atteso impaziente il suo turno seduta su una sedia che sembrava ricoperta di spilli, insieme ad altri suoi compagni di sventura, con la tachicardia e le mani che sudavano freddo, le dita intorpidite e intrecciate tra loro come in uno spasmo nervoso.

Non era solo un semplice esame, simboleggiava l'inizio della sua piccola e lenta risalita dall'abisso nel quale pareva sprofondata, fino ad arrivare alla superficie, e per quel motivo aveva assunto per lei un'importanza vitale.

Un insuccesso avrebbe annientato i recenti progressi nel suo umore, ottenuti in quei giorni, e l'avrebbe gettata di nuovo nel pessimismo cosmico dal quale cercava di uscire, sarebbe stata una botta troppo pesante da digerire e il solo pensiero la sconvolgeva.

L'ansia era sempre stata una delle sue più care amiche, purtroppo, da quel maledetto giorno che le aveva portato via il tesoro più prezioso che possedeva, suo padre.

Aveva bisogno di quella spinta per crederci, era solo un piccolissimo passo in avanti nel suo percorso universitario ma per la sua esistenza consisteva in un immenso salto in lungo che avrebbe inaugurato una fase di rinascita.

Grazie al cielo era andato tutto bene e il successo ottenuto le aveva dato un coraggio enorme, era il segno che qualcosa poteva ancora andare per il verso giusto nella sua vita, che c'era speranza e che lei stessa non rappresentava un totale fallimento.

Poteva farcela, poteva dimostrare al mondo intero di non essere solo una perdente troppo maltrattata dalle circostanze ma di poter riprendere il controllo dei suoi sogni.

Nonostante fuori fosse ormai buio, il sole splendeva luminoso dentro di lei e niente sarebbe stato in grado di spegnerlo, in quel momento.

Si fermò, portò una mano sul petto, cercò di calmare il respiro, reso affannato dalla corsa ma soprattutto dall'emozione e dalla forte gioia, poi chiuse gli occhi, tirò un ultimo, profondo respiro e sollevò lo sguardo al cielo nero ma terso, punteggiato di tante stelle pulsanti.

«Papà...questo è anche per te..» mormorò con gli occhi lucidi, fregandosene di sembrare strana o pazza di fronte ai passanti.

Un velo di tristezza offuscò per un attimo il suo viso e minacciò di far scomparire la felicità di prima nel momento in cui Ashley immaginò come sarebbero andate le cose se suo padre fosse stato ancora lì con lei.

Chissà quanto sarebbe stato orgoglioso di lei e dei suoi sacrifici, quanti abbracci le avrebbe potuto ancora regalare e quanti sorrisi. Probabilmente la sua intera vita sarebbe stata diversa, forse non si sarebbe nemmeno trovata in quella città, a lottare ogni giorno contro i suoi mostri e contro le situazioni avverse ma qualcosa nel suo cuore, una sorta di calma accettazione, le fece pensare che, in fin dei conti, probabilmente era proprio quello che doveva accadere, forse c'era un senso che non riusciva a cogliere del tutto, dietro quello che pareva solo un triste destino.

Sorrise mentre i suoi occhi si bearono per un altro po' di quelle stelle brillanti e le piacque pensare che una di quelle, la più bella e splendente, fosse proprio lui, il suo angelo custode che dall'alto la proteggeva e vegliava su di lei anche quando non faceva che combinare una cazzata dopo l'altra.

Il suono del cellulare la distrasse ed Ashley abbassò la testa e lesse sul display il nome di quello che, in un certo senso, aveva ribattezzato come il suo altro angelo custode, quello molto meno paradisiaco e decisamente più terreno e imperfetto ma che le aveva salvato la giornata più volte.

Il cuore le saltò in petto ma stavolta fu una bella sensazione e le mani tremarono appena quando rispose.

«Matt...» disse soltanto, con la voce colorata dall'emozione e una strana sensazione allo stomaco che non riusciva più a contenere quando si trattava di lui.

«Allora, adesso che ti sei liberata sei più tranquilla?» esordì lui, diretto e schietto, senza girarci intorno.

«Come fai a sapere che è andata bene?» domandò Ashley con fare stupito, inarcando un sopracciglio.

Dall'altra parte della cornetta seguì una risata soffocata. «Andiamo, Ashley, non essere ridicola! C'erano per caso dubbi?»

«Certo che sì, ero talmente agitata e insicura...credevo di non ricordare più nulla!» ribattè lei, per un attimo le parve di rivivere le paura di prima ma si accorse subito che ormai era tutto passato e archiviato.

«Smettila, dai, piuttosto, sei ancora in giro? Perchè in tal caso se vuoi...» cominciò a dire lui con una certa discrezione e incertezza.

Avevano stabilito di andarci piano e con Michelle sospettosa era tutto ancora più complicato e lui non voleva farla rischiare.

Lei però lo stupì, interruppe il suo discorso e rispose ancor prima che lui potesse terminare.

«Sì, va benissimo, voglio vederti!» esclamò, libera e senza freni, non preoccupandosi di avere esternato i suoi desideri in maniera così diretta.

«Ok, incontriamoci ai vecchi giardini tra un quarto d'ora.» le propose Matt, deviando dal suo cammino per dirigersi nel luogo stabilito.

«Perfetto! A dopo!» confermò Ashley, chiuse il telefono e le sue gambe cominciarono a muoversi veloci e impazienti, tutto il suo corpo era pervaso da una vitalità che non sentiva da troppo tempo e sperò vivamente che episodi felici come quelli potessero tornare a ripresentarsi più spesso, anche se nutriva qualche dubbio.

 

La sagoma scura di Matt, avvolto nel suo cappotto nero, in piedi ad attenderla accanto a un grosso albero mezzo spoglio, in un angolo non molto illuminato di quel piccolo parco, sarebbe risultata inquietante a chiunque ma Ashley, non appena lo vide, si sentì nel posto più sicuro dell'universo.

Accelerò il passo, un sorriso prepotente le spuntò in viso e così accadde anche con Matt, mentre allargò le braccia per accoglierla in un dolce abbraccio.

L'espressione serena e gioiosa di Ashley gli aveva acceso dentro un calore inaspettato: la prima volta in assoluto in cui l'aveva vista era rimasto profondamente colpito da quei suoi grandi occhi tristi, carichi di sofferenza e dolore e di ferite ancora non rimarginate e quel suo sguardo gliel'aveva fatta sentire stranamente vicina, come fossero collegati da una linea invisibile, come riuscisse a provare i suoi stessi stati d'animo.

Erano stati loro ad attrarlo senza via d'uscita verso di lei ma adesso quegli stessi occhi erano completamente diversi, accesi di speranza e gioia, caldi e luminosi e privi di qualunque ombra o turbamento e scoprì inaspettatamente di amarli molto di più così, voleva solo che lei fosse felice e serena e che potesse portare per sempre quell'espressione spensierata sul volto.

Ashley le apparve bellissima in quella nuova veste e il suo cuore perse un battito.

Intanto lei lo strinse forte, le sue dita si aggrapparono alla stoffa del suo cappotto mentre il viso affondò sul suo petto.

Che liberazione e che pace adesso nel cuore!

«Razza di stupida, visto che era inutile riempirsi di ansia fino a esplodere? Ero certo che sarebbe andato tutto bene! Sei una tale secchiona!» la prese in giro bonariamente, quando sciolsero l'abbraccio e si guardarono negli occhi.

Ashley rise e si asciugò una lacrima che le era scivolata via per la troppa emozione.

Una di quelle sere in cui l'angoscia era stata troppo forte aveva ceduto e lo aveva chiamato e Matt era stato ore ed ore al telefono a consolarla, convincendola a non arrendersi e a pensare positivo. In casa l'atmosfera non era delle più festose e non le andava di stressare oltre Melissa, l'unica che continuava a trattarla come prima di quell'imprevisto che sembrava aver cambiato le carte in tavola.

Lui era diventato il suo appiglio, la sua forza nei momenti difficili e adesso le veniva naturale cercarlo, senza farsi mille paranoie o castelli in aria.

«Beh, ho avuto una tale paura!» esclamò, tenendogli ancora strette le mani.

«Senza motivo, tra l'altro e sai che ti dico? Se fossi stato un tuo compagno di corso tu saresti stata uno di quei tipetti odiosi che non fanno che lamentarsi di non sapere nulla per poi prendere sempre il massimo e non ti avrei sopportata!» ribattè lui, mantenendo però sempre un'aria scherzosa.

«Però, sai che non sono così...la mia ansia era dovuta al fatto che quest'esame per me aveva un significato simbolico e non passarlo sarebbe stato...non voglio neanche pensarci!» disse Ashley, scuotendo la testa per scacciare quell'immagine, le ultime parole uscirono tremolanti e a fatica, abbassò il volto e si fissò gli stivali.

«Lo so, ma io ero sicuro che ce l'avresti fatta! Sei determinata, hai sopportato cose che pochi altri qui fuori avrebbero avuto il coraggio di affrontare e stai cercando di rimetterti in gioco! Io credo in te, Ashley, so che sei forte e che arriverai dove vuoi!» la rassicurò, sollevandole il viso e carezzandoglielo con le mani calde, un tocco che fu come un balsamo per l'anima di Ashley.

«Oh Matt, vorrei tanto pensarla come te ma...a volte sembra un'impresa crederci» sussurrò lei, dopo aver portato la mano a stringerne una di Matt, ancora posizionata sulla sua guancia.

«Col tempo succederà, stavo esattamente come te, forse anche peggio ma...adesso va molto meglio e, anche se non tutto è ancora sistemato a dovere, e ne hai avuto la conferma quando sei venuta da mio fratello, credo di essere uscito dalla fase più oscura - ammise, sorridendole e squarciando quel piccolo momento di tristezza – E poi lui sarebbe stato fiero di te» le bisbigliò all'orecchio, Ashley rabbrividì, le lacrime premettero ai suoi occhi a quella frase così dolce e importante per lei e non potè che stringere quel ragazzo stupendo e abbandonarsi a lui.

«Grazie Matt, sei una persona speciale e...meriti solo il meglio» disse Ashley, in uno slancio affettivo che la meravigliò non poco. Non era facile per lei esprimere i suoi sentimenti, soprattutto quelli che la confondevano o che faticava a razionalizzare.

Eppure stava succedendo, quel ragazzo stava risvegliando il suo cuore arido e ferito, lo stava facendo senza arrendersi, senza farsi spaventare dal gelo che lo circondava e lei, lentamente, avrebbe capito.

«Lo meritiamo entrambi» mormorò lui, lasciandole un delicato bacio sulla fronte prima di stringerla a sè ancora una volta.

Ashley lo abbracciò, poi fissò i suoi occhi chiari e limpidi, nonostante l'oscurità attorno a loro e quel paesaggio tetro, e gli gettò le braccia al collo, baciandogli le labbra senza preoccuparsi di essere fuori, esposti e senza alcun modo per nascondere l'evidenza.

Fanculo a tutto e tutti, almeno per una volta.

Matt rimase piacevolmente sorpreso dalla sua iniziativa, le circondò la vita con un braccio mentre una mano si posava dolcemente dietro la nuca di Ashley, per sentirla ancora più vicina e approfondire quel bacio inaspettato e audace.

Agli occhi dei passanti potevano sembrare una normalissima coppia di innamorati che si scambiava qualche effusione durante una passeggiata serale ma per loro quel gesto significava molto di più, si stavano prendendo un rischio e lo stavano affrontando senza nascondersi, a cielo aperto e in un giorno finalmente felice.

Certo, avere una buona stella ad assisterli li aiutò per l'ennesima volta.

'Razza di idioti sconsiderati' pensò Jessica allarmata, con gli occhi spalancati e un sorriso istantaneo che le era spuntato sulle labbra nello scorgere quella scenetta romantica.

Era felice che i due si fossero riappacificati, Matt in quei giorni era praticamente tornato ad essere di compagnia e l'intero gruppo se ne era accorto.

Ovviamente anche a Christie non era sfuggito questo particolare e con Pam avevano confabulato, arrivando alla conclusione che il biondino si dovesse essere riappacificato con la sua ragazza del mistero.

Christie aveva sperato a lungo che le cose tra i due fossero andate a rotoli e vederlo di nuovo sorridente e ironico come al solito aveva avuto su di lei l'effetto di un pugno allo stomaco.

Non si era ancora rassegnata all'idea che il cuore di Matt fosse ormai impegnato e a questo si aggiungeva la morbosa curiosità di non aver ancora scoperto l'identità della fortunata che aveva avuto la capacità di conquistarlo.

Per quel motivo Jessica, che in quel momento si trovava proprio con Christie e Pam, capì di dover mantenere calma e lucidità se voleva salvare il culo dei due pazzi suicidi.

Con la sua solita nonchalance e capacità di improvvisazione, si schiarì la voce e si preparò all'ennesima operazione di salvataggio di quella coppia problematica.

«Ragazze, mi sono appena ricordata di dover passare da un negozio, è questione di vita o di morte!» esclamò all'improvviso, interrompendo il cinguettio stridulo delle due ragazze, che la fissarono stranite e anche un po' scocciate.

«E devi andarci proprio adesso? Non puoi rimandare?» azzardò Pam, dopo aver incrociato lo sguardo furibondo di Christie.

«Assolutamente no! Anzi, muoviamoci, è già tardi e non vorrei trovarlo chiuso! Sù presto!» si mise a sbraitare, afferrando le braccia delle ragazze e spingendole esattamente dalla parte opposta a quella nella quale Matt ed Ashley continuavano ignari a scambiarsi baci, sorrisi e abbracci.

Christie borbottò qualche impropero a bassa voce mentre Pam si rassegnò presto e, grazie al miracoloso intervento di Jessica, i due sconsiderati ebbero salva la pelle.

'Stavolta voglio, anzi esigo, che mi venga eretto un monumento celebrativo' pensò Jessica, con ancora l'ansia a mille.

Poi si calmò, prese il cellulare e digitò un messaggio da indirizzare a Matt.

«La prossima volta che decidete di slinguazzare senza ritegno in luoghi pubblici, abbiate il buon senso di guardarvi attorno prima, non mi hanno ancora eletta supereroina degli amori disperati! E muovetevi a dichiararvi al mondo intero così mi risparmio anche qualche infarto!» scrisse in fretta, sogghignando da sola, sotto gli occhi basiti di Pam e Christie, al pensiero della faccia sconcertata di Matt quando avrebbe letto le sue parole.

 

 

Ashley aprì la porta di casa con un magone sul petto.

Le stupende sensazioni di prima erano state soppiantate dall'amarezza adesso che si apprestava a tornare a casa, dove sapeva non l'attendeva di certo un clima sereno e festoso.

«Sono tornata!» disse a voce alta, dopo essersi resa conto che le ragazze erano tutte riunite in cucina per la cena.

Beth le fece un sorriso un po' incerto, Colleen si spinse in un saluto apparentemente normale ma piuttosto tirato mentre Michelle le fece solo un rapido gesto del capo e mantenne un'espressione fredda e scostante.

Solo Melissa la accolse con un sorriso sincero sulle labbra.

L'atmosfera non cambiò quando prese posto a tavola, sembrava di stare al Polo Nord dentro un igloo, anzi, forse lì ci sarebbe stato persino meno gelo nell'aria!

«Com'è andato l'esame?» azzardò Beth, beccandosi però un'occhiataccia assassina da Michelle, che infilzò il suo boccone di carne con la forchetta in maniera un po' troppo violenta per scaricare i nervi.

«Tutto bene, grazie!» rispose Ashley, sorridendo alla bionda mentre nessun'altra reazione si levò dalle restanti coinquiline, ad eccezione di Melissa.

La brunetta, sfidando apertamente Michelle, strinse una mano di Ashley e la guardò con un'espressione felicissima in viso.

«Mi fa davvero piacere per te, bravissima!» le sussurrò, confortandola e ridandole un po' di calore umano.

Michelle, invece, continuò a parlare del più e del meno con le altre, ignorando appositamente Ashley ed escludendola dai discorsi.

Era a dir poco furiosa: aveva scoperto proprio quella sera della presunta esistenza di un ragazzo nella vita di Ashley, probabilmente lo stesso che aveva rischiato di metterla incinta nel periodo in cui suo fratello aspettava pazientemente una risposta da lei, e la cosa l'aveva mandata in bestia.

Non poteva accettarlo e nemmeno aveva la forza in quel momento di provocarla o fare battutine a doppio senso su quella vicenda.

Era solo arrabbiata e delusa.

A cena finita Ashley si affrettò a tornare in camera, adesso aveva un mal di testa consistente dovuto all'accumulo della tensione e di tutte le altre emozioni della serata alle quali si era aggiunto da ultimo il trattamento che ormai le veniva riservato dalle ragazze e soprattutto da Michelle.

Voleva solo fare una doccia rilassante e mettersi a letto per recuparare le ore di sonno arretrate.

Una voce flebile e piuttosto imbarazzata la riscosse dal torpore e la costrinse a voltarsi.

Melissa stava davanti a lei, con la mani intrecciate sul grembo e il viso rosso come un peperone, sembrava presa dall'ansia di doverle dire qualcosa.

«Melissa, c'è qualcosa che non va?» le chiese Ashley, quasi preoccupata che ci fossero dei problemi tra lei e Luke.

«Oh, no...niente! Avrei solo bisogno di parlarti ma...devi essere molto stanca, se non ti va facciamo domani!» si scusò subito, agitando le mani nervosamente.

«Ma no, figurati! Vieni pure nella mia stanza!» la invitò e Melissa la seguì a piccoli passi.

Michelle guardò la scena da dietro un angolo del corridoio e nella sua testa si fece sempre più forte la convinzione che Melissa doveva pur sapere qualcosa, quelle due sembravano troppo strette ormai.

 

«Innanzitutto volevo farti i complimenti per il tuo esame! Ero sicura che sarebbe andato a meraviglia, ti sei impegnata così tanto!» ci tenne a farle sapere Melissa, sinceramente contenta per lei, dopo aver preso posto sul letto della sua amica.

Evidentemente, l'unica a non credere in sè stessa era proprio Ashley!

«Grazie Melissa, mi sono tolta un peso assurdo, significava molto per me» disse la rossa, sorridendo.

Melissa annuì in fretta, poi contrasse le sopracciglia in un'espressione assorta ed Ashley capì che si stava preparando per dire qualcosa che evidentemente la teneva un po' in ansia.

Ormai aveva imparato a conoscere quelle piccole sfumature del carattere schivo e timido della sua coinquilina.

«Ehm, dunque...io volevo solo chiederti una cosa ma non sei obbligata ad accettare, ok? Vedi, tra poco sarà Natale e torneremo tutti a casa per le feste e...beh, spero tu non ti offenda Ashley, non è di certo mia intenzione ma... - balbettò, con la faccia in fiamme e un tremore dovuto all'insicurezza – credo di aver capito che tu rimarrai qui da sola e così...non so, ho pensato che mi farebbe tanto piacere se volessi passarlo con me, a casa dei miei! - disse tutto d'un fiato, Ashley dischiuse le labbra per la sorpresa e Melissa interpretò male la sua reazione – scusami se ho capito male o se sono stata troppo invadente, sei una cara amica e...ho parlato di te a casa, i miei genitori sarebbero felicissimi di conoscerti così ho pensato di invitarti...ma se non ti va o hai altri programmi fai pure, magari Michelle vorrà portarti con loro e...» cercò di giustificarsi la brunetta, in preda a un imbarazzo che la faceva parlare senza sosta, ma Ashley la bloccò, salvandola prima che esplodesse.

«Non credo proprio che Michelle mi inviterà» affermò seria, facendosi scura in volto e deviando lo sguardo.

«Scusa, non volevo rattristarti...sarei felicissima se venissi ma scegli liberamente, non farti problemi! So che a casa mia sarebbe un po' noioso, io sono figlia unica, i miei nonni sono morti, i mie cugini sono tutti grandi, sposati e con bambini e i miei zii preferiscono stare a casa loro perciò...forse non saremo di grande compagnia ma...sentivo di volertelo chiedere comunque!» terminò con grande fatica, la sua solita insicurezza la fregava anche nel momento in cui stava semplicemente invitando un'amica per la sera di Natale.

Ashley rimase un attimo interdetta, l'invito di Melissa l'aveva spiazzata ma nel senso positivo del termine.

Una volta per scherzare Matt le aveva detto che, se fossero rimasti soli, avrebbero potuto passare insieme il Natale ma, si trattava di un discorso vecchio e non sapeva nemmeno come si sarebbero evolute le cose tra loro fino a quel periodo perciò, dinanzi agli occhi timorosi di Melissa e al coraggio che aveva trovato per invitarla, fu più che felice di accettare.

Le voleva bene, la brunetta era l'unica a esserle rimasta vicino, nonostante i pettegolezzi che ormai giravano su di lei, e tutto questo senza chiederle mai nulla di troppo personale o forzarla a rivelare i sui segreti, perciò il suo invito la riempì di gioia.

«Verrò con piacere, Melissa, ti ringrazio tanto per aver pensato a me!» le rispose con gentilezza, mentre il volto dell'amica si illuminava e riprendeva il suo solito colorito.

Melissa giunse le mani per la felicità, e schizzò in piedi dal letto senza quasi accorgersene.

«Oh, perfetto, vado subito a dirlo ai miei! Saranno così felici di avere un'ospite per qualche giorno! - esclamò la ragazza al settimo cielo per poi avviarsi alla porta – adesso ti lascio in pace, promesso! Di sicuro vorrai farti una bella dormita, io sono sempre così esaurita dopo un esame quindi immagino perfettamente come ti senta ! Buonanotte, Ashley!»

«Buonanotte, Melissa e grazie ancora!» fece la rossa, prima di vederla sparire lungo il corridoio deserto e chiudersi la porta alle spalle.

Sospirò, preparò l'occorrente per una doccia veloce e, dopo quell'ultima bella notizia, fu sicura di potersi abbandonare a un dolce sonno ristoratore.

 

 

«Terence, ti dico che è la verità! Carol, la ragazza che lavora con lei, me l'ha confermato! Mi ha detto che un ragazzo biondo ha più volte aspettato Ashley all'uscita del negozio e questo è successo anche di recente!» ripetè Michelle al suo scettico fratello, cercando si sfogare tutta la sua rabbia.

Peccato che lui, proprio il diretto interessato e colui che avrebbe in teoria dovuto sentirsi più offeso dalla cosa, pareva non volerne sapere un accidente.

Terence sbuffò annoiato e scrollò le spalle per l'ennesima volta.

«Michelle, non hai alcuna prova certa che Ashley si frequenti con questo fantomatico ragazzo e poi, anche se fosse, ad essere sincero non mi interessa» asserì lui con aria indifferente, ficcandosi le mani in tasca e distanziandola di poco mentre si recavano all'appuntamento con tutti gli altri.

Michelle rimase contrariata dall'atteggiamento disinteressato di suo fratello e questo non le dava pace: possibile che non gliene fregasse niente? Possibile che solo a lei quella situzione facesse ribollire il sangue nelle vene?

Avevano aiutato Ashley, una ragazza che non conoscevano e che altrimenti sarebbe stata persa e finita chissà in quale topaia, le avevano dato un gruppo, un lavoro e una casa e lei che faceva?

Feriva i sentimenti di Terence andandosene con un altro.

Non riusciva ad accettare di essere trattata così, il suo orgoglio e quello che provava nei confronti della sua famiglia premeva troppo forte perché lo ignorasse.

Era stata abituata così fin da piccola, incapace di accettare le sconfitte, i rifiuti o semplicemente che qualcuno potesse essere preferito a lei, in amicizia così come in amore.

Ai suoi occhi, lei e Terence erano la perfezione e non riusciva ad accettare che qualcuno potesse metterli in secondo piano in quel modo.

«Ma non capisci? Quel test di gravidanza era suo al cento per cento! Sai cosa significa, vero? Pensava di essere incinta e credo di non doverti spiegare com'è che succede!» insistette allusiva, ricevendo un'occhiataccia da Terence, ormai scocciatissimo e irritato da tutte quelle storie.

Si era innamorato di Ashley ma lei non lo aveva ricambiato, in cuor suo sapeva che non lo aveva mai fatto e amen, caso chiuso.

Erano cose normali, capitavano quotidianamente a chiunque.

Le delusioni facevano parte della vita, era fisiologico riceverle ma fissarsi peggiorava solo la situazione e finiva per essere un rimedio controproducente.

Lui, al contrario, preferiva andare avanti con la sua vita e lasciarsele alle spalle.

Rimase in silenzio e scelse di non dare corda ai vaneggiamenti di sua sorella, molto più testarda e ostinata.

Lei, sentendosi ignorata, si innervosì a tal punto da raggiungerlo come una furia e pararsi davanti a lui, bloccandolo.

«Terence, Ashley si faceva allegramente scopare da un altro mentre recitava la parte della santarellina indecisa con te! - sbraitò con gli occhi iniettati di collera e usando il linguaggio più crudo e diretto che conoscesse – Ti rendi conto di quanto è grave questa cosa? Ha mancato di rispetto a te e di conseguenza anche a me, che sono tua sorella!» sbottò senza controllo, di fronte al volto privo di espressione di Terence.

Aveva saputo anche lui di quella storia del test e in effetti all'inizio aveva dovuto ammettere che la cosa lo avesse turbato e lasciato attonito ma era stato solo un attimo.

Voleva andare avanti con la sua vita, aveva tante di quelle cose a cui pensare e responsabilità sulle spalle da quando aveva finito l'università e non poteva comportarsi come un ragazzino. Non lo era più da un pezzo ed era ora che anche sua sorella lo capisse.

«Michelle, ascoltami. Ashley è libera e lo era anche prima, forse sono stato io un illuso a sperare che cambiasse idea ma dentro di me sapevo di sbagliare. Ti prego, dimentica questa storia e vivi serena, ok?» dichiarò deciso, guardandola negli occhi per poi avanzare e superarla.

Lei rimase immobile a fissarlo, il suo sguardo attonito e incredulo si trasformò presto nuovamente in uno risentito mentre stringeva i pugni.

Le sue parole, così fredde e mature, lei proprio non riusciva a condividerle.

Lo raggiunse di malavoglia e non si parlarono più lungo il tragitto che li separava dai loro amici.

Quando arrivarono erano già tutti lì, compresa Ashley, che si beccò un'occhiata di odio da Michelle, rafforzata dal fatto che gli altri sembravano parlarle come niente fosse.

Perchè nessuno capiva quanto fosse stata scorretta e sleale?

Perchè le davano retta come se la cosa non li avesse sconvolti?

Cercò di mantenere la calma e si sedette lontana da lei senza degnarla di uno sguardo, Colleen alla sua destra la guardò preoccupata, poi fissò Terence, imbronciato e scuro in viso, e capì che tra i due fratelli doveva esserci stato uno screzio e l'oggetto di quel litigio era facile immaginarlo.

Ashley abbassò gli occhi sul tavolo, si sentiva ormai al centro dell'attenzione e in colpa e un senso di disagio cominciò a invaderla.

Melissa si girò verso di lei, carica di apprensione, poi le strinse la mano da sotto il tavolo ed Ashley sussultò per quel gesto così dolce e affettuoso; la sua amica voleva darle conforto e farle sentire il suo appoggio in quel momento così delicato e ci era riuscita.

Ashley le sorrise e prese un lungo respiro: aveva commesso un sacco di errori e forse adesso ne pagava le conseguenze ma in un certo senso era stata costretta ad arrivare a quel punto.

Non poteva farsi abbattere, non adesso che tutto sembrava andare nella giusta direzione.

La serata bene o male trascorse tranquilla, nonostante l'atteggiamento ormai palesemente ostile di Michelle che finiva per far aleggiare un senso di freddezza in tutto il gruppo.

Quando Terence uscì dal locale era leggermente ubriaco, la lite con sua sorella e tutti quei discorsi assurdi uniti allo stress per il lavoro, che si era rivelato più duro di quanto avesse immaginato nei suoi sogni di gloria da studente universitario, lo avevano messo di cattivo umore e si era lasciato un po' andare.

Uscì dal locale barcollando e il caso volle che si trovasse a passare di lì proprio Matt, di ritorno da un evento per il quale aveva effettuato un servizio fotografico.

Era abbastanza di fretta e carico di roba e, quando si accorse di Terence, era ormai troppo tardi e i due finirono irrimediabilmente per scontrarsi.

Ashley sbarrò gli occhi quando lo vide anche se di colpo sentì quel solito senso di benessere crescere dentro di lei.

Cercò di sporgersi per accertarsi che non si fosse fatto troppo male dopo la botta e sospirò di sollievo quando lo vide rialzarsi sano e salvo.

«Coglione, vuoi stare attento? Guarda che hai combinato, sei sempre la solita testa di cazzo!» imprecò Terence contro Matt, il quale capì subito di trovarsi di fronte al suo ex amico, piuttosto sù di giri e con il suo solito odio estremamente amplificato dall'alcool.

Lanciò un'occhiata furtiva ad Ashley, raggelata alle parole forti di Terence, e le comunicò con gli occhi di stare tranquilla e non agitarsi.

«Sta' calmo Terence, non l'ho fatto apposta» provò a chiudere la q uestione e sorpassarlo per evitare di accendere altre provocazioni inutili ma il ragazzo non sembrava essere dello stesso avviso.

Gli sbarrò la strada senza che nessuno degli altri avesse il coraggio di intervenire e lo guardò con aria di sfida.

Non era un periodo molto sereno per lui, il peso delle nuove responsabilità e delle aspettative da non deludere gli era piombato addosso di colpo, aveva creduto sarebbe stato più facile reggerlo e invece non era così. Quella sera aveva cercato per tutto il tempo di dimenticare e ritornare spensierato per un po', finendo per alzare troppo il gomito, cosa che non gli capitava poi molto spesso, in realtà.

Matt si era trovato lì per caso, non aveva alcuna colpa ma era diventato suo malgrado il capro espiatorio della frustrazione che lo affliggeva, un mezzo per sfogare quella insoddisfazione repressa su qualcuno.

«Certo, come no! Tu non fai mai niente apposta, infatti è stato solo un caso se è da tutta la vita che non fai altro che cercare di distruggermi ed umiliarmi, non è vero? - incalzò, infatti, riversando su di lui tutto il nervosismo accumulato e trasformando un banale incidente in una faccenda seria mentre Matt lo fissava calmo e in silenzio, senza la minima voglia di alimentare altra rabbia – Che c'è, ti hanno tagliato la lingua? O forse non hai le palle di ammettere quanto male mi hai fatto, eh? Perché non parli, pezzo di merda!» prese a urlargli in faccia, Matt rimaneva impassibile, facendolo innervosire ancora di più.

Ashley cominciò a sentirsi irrequieta, quella situazione non le piaceva per niente e Terence non era abbastanza in sè da rendersi conto di ciò che faceva.

Lo aveva visto troppo stanco e depresso e aveva capito che quella reazione esagerata era solo un modo come un altro per sfogare ciò che aveva dentro.

Osservò con terrore Matt e di colpo la prese una forte ansia, temeva per lui e per ciò che poteva succedergli se Terence non si fosse calmato.

Si stava preoccupando, fremeva per l'angoscia, realizzò definitivamente come tenesse a quel ragazzo in maniera incontenibile e la stessa sensazione gliela comunicò il suo cuore, che inizò a battere con un ritmo forsennato.

Melissa accanto a lei si accorse del cambiamento nel volto della sua amica e, ancora una volta, i suoi sospetti trovarono una conferma sempre più solida.

Ashley guardava Matt e stavolta non era gelida e distaccata, lasciava trapelare ogni singolo sentimento, tremava ed era tesa come se volesse agire o fare qualcosa, il viso pallidissimo e, soprattutto, dai suoi occhi castani, sbarrati e fissi su di lui, traspariva una forte apprensione, la stessa – si ritrovò a pensare la ragazza – che avrebbe avuto lei se al posto del biondo ci fosse stato Luke.

Quel parallelismo la colpì profondamente e Melissa si rese conto che Ashley le ricordava tanto una ragazza innamorata, preoccupata per la persona per lei più importante al mondo.

Non fece in tempo a realizzarlo che la situazione peggiorò ulteriormente.

Terence afferrò Matt con violenza per il colletto della sua maglia, gli occhi erano annebbiati dall'alcool e dal risentimento che si portava appresso da anni, il cervello non rispondeva più delle sue azioni ed Ashley si portò le mani alla bocca per la paura che incombeva sempre di più.

Matt non reagiva, cercava di farlo ragionare e lei, invece, avrebbe solo voluto che tentasse di andare via, che si difendesse, che facesse qualunque cosa pur di togliersi da quella situazione incontrollabile.

«Terence, non ho mai voluto farti del male, eravamo amici, non ricordi?» gli domandò con calma, sperando di farlo rinsavire, anche se le immagini di quel passato riaprivano uno squarcio nel suo cuore, un dolore che provava a sotterrare da anni e che ogni tanto cercava di saltare fuori.

La beffa era che, anche in quel momento, non riusciva ad odiare Terence perchè gli aveva voluto bene come ad un fratello, erano cresciuti insieme e vedere a che punto si era ridotto il loro rapporto gli faceva male da morire.

Il castano scosse furiosamente la testa e strinse la presa, provocandogli un fastidioso dolore al collo che gli fece emettere un gemito di sofferenza.

«No, non è vero! Hai sempre e solo fatto finta ma la verità era che volevi togliermi tutto ciò che avevo perchè eri invidioso di me e della mia famiglia! E ti odio per questo, ti odio!» urlò a gran voce, col viso paonazzo stravolto da quelle emozioni devastanti e nessuna intenzione di desistere.

«Sì, è vero, avrei tanto voluto avere una famiglia come la tua, che mi amava e supportava ma...credimi, non avrei mai fatto nulla per ostacolarti! - ribattè con forza, sporgendosi verso di lui ma senza accennare alcun gesto violento – Ho sofferto proprio come te, ero solo un ragazzino e non sapevo come uscirne...come reggere tutte quelle pressioni! Dovevamo rimanere uniti invece di finire a considerarci nemici! Adesso cerca di calmarti, sei ubriaco e non sai quello che dici» provò a convincerlo con un tono calmo e gentile, guardandolo fisso negli occhi senza reagire in alcun modo alle provocazioni di Terence.

«Bugiardo! Tu non capisci come mi sono sentito, non puoi capire! Chiudi quella bocca!» urlò, poi staccò una mano dal colletto di Matt e la portò indietro, stringendola a pugno, pronto per colpirlo.

Michelle guardava la scena, impassibile e fredda come il ghiaccio.

Non avrebbe interrotto suo fratello, Matt si meritava quel trattamento, l'aveva fatta soffrire, l'aveva respinta e lei si era sentita una nullità e, peggio ancora, una stupida col cuore calpestato e distrutto.

Il dolore fisico non era nulla paragonato a quello che lei era stata obbligata a provare e che, segretamente, continuava a coltivare negli angoli più nascosti della sua anima.

Si disprezzava perchè la linea che separava l'odio dall'amore era sottile e a volte aveva l'impressione che non esistesse affatto, a volte le pareva di guardare Matt e di provare per lui gli stessi sentimenti di quando aveva sedici anni e, a quel punto, da sola nella sua stanza, piangeva e soffocava le urla sul cuscino, sforzandosi di odiarlo e di reprimere quelle emozioni scomode.

Quelle del suo primo grande amore mai corrisposto.

Le spuntò un ghigno accennato quando capì che suo fratello l'avrebbe colpito e si ritrovò a desiderare che lui stesse male almeno la metà di quanto succedeva a lei.

Fu allora che le gambe di Ashley si mossero da sole, spinte da una forza incontrollabile e, senza che lei nemmeno se ne accorgesse, si era fiondata in direzione di Terence sotto gli occhi sbigottiti dei suoi amici.

Melissa spalancò la bocca, fece un passo in avanti per fermarla ma l'amica sembrava un fulmine, le sfuggì via senza che potesse fare nulla per bloccarla e così la bruna, con il cuore in gola, rimase immobile a guardare la scena, con l'istinto di coprirsi gli occhi quando notò che la ragazza aveva proprio intenzione di frapporsi tra Terence e Matt.

Ashley, infatti, si avvicinò di corsa, arrivò giusto in tempo per fermare il braccio di Terence, scoprendo in sè una forza che pensava di non avere e che la fece riuscire nel suo intento.

«Fermati, Terence!» gli ordinò con voce disperata, ricevendo un lieve contraccolpo nel momento in cui si aggrappò con forza al braccio del suo amico per impedirgli di colpire Matt, il quale, completamente spiazzato dall'intervento di Ashley, spalancò gli occhi mentre una forte agitazione lo invase, nel tentativo di capire quanto in pericolo si fosse cacciata quella irresponsabile.

Per fortuna Terence, altrettanto sconvolto dal gesto avventato della ragazza, parve perdere ogni cattivo intento, lasciò cadere il braccio mollemente lungo il fianco e mollò la presa sullla maglia di Matt, voltandosi a guardare esterrefatto e confuso il viso stravolto di Ashley.

Lei, tremante e col respiro affannato, realizzò solo in quel momento di avere gli occhi di tutti puntati addosso, si guardò intorno spaesata, come se si fosse risvegliata da una sessione di ipnosi e non capisse che diavolo avesse appena combinato, poi, infine, puntò gli occhi in quelli di Matt, contratti in un'espressione tesa e preoccupata ma velati da una sfumatura di rimprovero.

Non doveva aver approvato quel suo gesto che l'aveva messa in pericolo sia fisicamente sia per aver dato l'impressione di essere intervenuta più per salvare Matt che per tutelare Terence.

In che razza di guaio si stava cacciando?

«Basta Terence, non ne vale la pena di fare cazzate per un tipo del genere!» provò a camuffare le sue intenzioni, lanciando un'occhiata rapida di intesa a Matt che parve tranquillizzarsi e respirare regolarmente.

Adesso toccava a lui proteggerla e l'unico modo che aveva per farlo era comportarsi esattamente al contrario di quanto avrebbe mai fatto con lei.

Immediatamente piegò le sopracciglia, simulando un'aria incollerita, poi fissò Ashley, che rabbrividì ma rimase seria e accigliata, e dischiuse le labbra.

«E adesso tu che cazzo vuoi, vedi di farti gli affari tuoi!» le sibilò, fingendo un disprezzo che in realtà non esisteva e che non scalfì Ashley perché lei sapeva perfettamente che fosse tutta una finzione.

«Va' al diavolo! - si premurò di esclamare contro il biondo, per rendere più veritiera quella recita, poi strinse il braccio di Terence e lo invitò a seguirla – andiamo adesso, hai bevuto troppo e non ti senti molto bene» gli parlò con dolcezza.

Terence esitò un attimo, guardò meravigliato Ashley, poi spostò gli occhi confusi su Matt, immobile e statuario, col viso fermo in quell'espressione dura ma allo stesso tempo pacata e, dopo qualche tentennamento e la testa che cominciava a girare, decise di assecondare l'amica e si fece trascinare via, venendo soccorso poi dai suoi amici.

«Ti sei fatta male?» domandò subito Melissa, accorsa dalla ragazza per accertarsi che fosse tutta intera.

«No, tranquilla!» la rassicurò Ashley, sorridendo e facendole capire che era davvero tutto a posto.

Melissa sospirò di sollievo e si portò una mano al petto per le forti emozioni provate, era stata una serata decisamente movimentata e per fortuna si era conclusa senza alcun danno.

Ashley sentì su di sè diverse occhiate di stupore, Beth le si avvicinò con circospezione qualche secondo dopo, con un debole sorriso sulle labbra mentre Colleen rimase in silenzio con una faccia piuttosto scura e ancora perplessa.

La rossa ebbe giusto il tempo di sollevare lo sguardo per intercettare quello di Matt, visibilmente più rilassato ma non del tutto sereno.

Gli aveva fatto prendere un bello spavento ed era sicura che lui non avesse approvato il suo intervento e che l'aspettava una bella lavata di capo.

Si era comportata da sciocca impulsiva, adesso che era tornata lucida lo riconosceva a sè stessa, ma non aveva potuto frenare quell'impeto che si era scatenato nel suo petto nel momento in cui aveva sentito Terence insultare Matt per l'ennesima volta e, ancor di più, quando aveva temuto che lo potesse colpire mentre lui si ostinava a fare di tutto per non reagire con la violenza.

Era stato più forte di lei, aveva sentito il bisogno di proteggerlo, di fare qualcosa per lui e di smetterla di rimanere inerte ad aspettare che gli eventi le scivolassero addosso senza intervenire.

Non voleva più fare la passiva e quello era stato solo un piccolo passo verso un nuovo cambiamento.

Prima di voltarsi e proseguire al fianco di Melissa, incontrò gli occhi pungenti e vitrei di Michelle.

La fissava senza dire nulla ma quello sguardo parlava più di qualsiasi altra parola.

La reazione di Ashley era stata strana, fin troppo: perchè mai avrebbe dovuto evitare che Terence facesse del male a Matt? Aveva avuto forse paura che suo fratello in quelle condizioni avrebbe potuto soccombere in un'eventuale rissa?

Sì, poteva essere una spiegazione plausibile ma Matt non aveva dato nemmeno per un secondo l'idea di voler reagire e Michelle era sicura che non l'avrebbe mai fatto.

Lo considerava un essere spregevole ma sapeva bene che Matt non era mai stato un tipo violento e che non era abituato a risolvere così le questioni, avrebbe preferito prenderle piuttosto che rispondere a sua volta.

C'era qualcosa che non le quadrava, qualcosa che ancora non riusciva a mettere a fuoco alla perfezione ma che era sicura non fosse del tutto casuale; doveva esistere per forza qualche collegamento con le vicende accadute di recente, aveva uno strano sesto senso che le tamburellava in testa ed ebbe l'impressione di aver recuperato un altro prezioso tassello che le avrebbe permesso, prima o poi, di raggiungere quella verità che tanto cercava di sfuggirle.

Si stava avvicinando, ne era sicura.

 

«Sei stata una enorme, gigantesca pazza irresponsabile...ma sei stata anche grandiosa! Grazie, nessuno aveva mai corso dei rischi così grandi per me. Domani comunque ne parliamo.» lesse Ashley, dopo aver recuperato il cellulare dalla borsa ed essersi finalmente sdraiata sul suo letto.

Sorrise alle parole di Matt, che somigliavano tanto a quelle di un genitore al quale il figlio ha fatto prendere uno spavento madornale nonostante avesse agito per una giusta causa. Quel 'ne parliamo domani' aveva tutta l'aria di suonare come una ramanzina in arrivo ma a lei non importava.

Aveva capito perfettamente lo stato d'animo di Matt e concordava con lui.

Forse era stata stupida e sicuramente aveva servito a Michelle una carta importante per comporre il puzzle sul suo segreto ma...semplicemente non aveva potuto evitarlo.

Adesso il suo cuore e il suo istinto avevano l'arduo compito di spiegare a quel cervello ostinato che si ritrovava il vero motivo dietro il suo gesto sconsiderato, avrebbero continuato a farlo finchè un giorno lei sarebbe riuscita ad ammettere a voce alta ciò che per adesso erano solo sussurri incomprensibili dentro la sua anima.

 

 

  
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