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Autore: Rohhh    18/10/2017    2 recensioni
La ventunenne Ashley, dopo essere stata cacciata via da casa da sua madre ed essersi ritrovata completamente sola in una città a lei sconosciuta, ha riscoperto la serenità che cercava nel suo nuovo gruppo di amici, conosciuto grazie al fortunato incontro con Terence, un ragazzo gentile e premuroso e sua sorella minore Michelle, che le ha offerto una stanza nell'appartamento che condivide con altre tre ragazze. Con un lavoro che le permette di mantenersi gli studi che ha sempre desiderato e la vicinanza delle amiche, tutto sembra procedere liscio per Ashley, ma il ricordo del suo triste passato arriva spesso a tormentarla e l'unico che misteriosamente riesce a darle sollievo da quei pensieri è Matt, un ragazzo odiato dai suoi nuovi amici per motivi non ben chiari e considerato da loro come un vero e proprio nemico da cui stare alla larga. Ashley, nonostante sia conscia della fama del ragazzo nel suo gruppo, in un momento di disperazione e debolezza, finisce per cedere e commettere con lui un errore che la perseguiterà e che presto finirà per pagare caro.
Ma, forse, non tutto ciò che sembra perduto per sempre lo è davvero...
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Universitario
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Ciao a tutte!
Scusate se ho tardato un poco per il capitolo ma ho avuto dei giorni impegnativi e sono riuscita a concludere proprio dieci minuti fa!
Come al solito, non capisco perchè, comincio a scrivere, mi sembra di aver fatto poco e invece si accumulano le pagine! Eppure non riesco a fare di meno, ho bisogno di descrivere alcune cose in maniera dettagliata e non mi va di tagliare, spero che non vi dispiaccia leggere tanto!
Dovevo includere una scena qua ma sono stata costretta a riservarla al prossimo capitolo per non allungare troppo!
Vi ringrazio come sempre per il tempo che dedicate a leggere e per la fiducia e vi aspetto al prossimo aggiornamento!
Un abbraccio!


Cap. 31 Sospetti

 

Colleen avvicinò il bollitore colmo di acqua alle tazze e ne versò il contenuto fumante, le bustine di tè affondarono e cominciarono subito a rilasciare la loro essenza, colorando il liquido trasparente di un marrone chiaro.

«Nel tè ci vuoi il latte o il limone?» domandò la ragazza, intenta a recuperare da uno scaffale dei biscotti per poi voltare la testa e corrucciare lo sguardo visto che la sua presunta interlocutrice rimaneva più muta di un pesce.

Michelle aveva entrambe le mani poggiate ai lati della faccia per sorreggersi, i gomiti puntati sul tavolo e gli occhi persi, rivolti verso il nulla più totale.

Si era alzata da poco, aveva dormito malissimo e portava i segni di due enormi borse sotto gli occhi, cosa assai rara per lei, mentre i capelli erano disordinatamente fermati con una specie di crocchia alta dalla quale pendevano diversi ciuffi scomposti.

Non aveva fatto altro che rimuginare su certi eventi che la rendevano nervosa e che non riusciva ad accettare.

C'era qualcosa di strano, qualcosa che ancora le sfuggiva.

«Ehilà, sei ancora tra noi o devo chiamare un esorcista?» proruppe Colleen, spazientita, sventolandole una mano davanti alla faccia e facendola finalmente rinvenire.

«Oh, che c'è?» chiese la castana, saltando in aria, ovviamente non aveva sentito nulla.

Colleen sbuffò e alzò gli occhi al cielo.

«Ti avevo chiesto se volevi il latte o il limone» ripetè, rassegnata.

«Il limone, grazie» rispose Michelle per poi tornare di nuovo in quello stato di catalessi.

«Michelle si può sapere a cosa diavolo stai pensando? Riesco già a vedere il fumo uscire dalle tue orecchie!» si ribellò Colleen, stanca e irritata dall'atteggiamento assente della cugina, soprattutto perchè temeva di sapere quale fosse l'oggetto delle paranoie di Michelle.

«Secondo te? Sto ancora cercando di capire cosa nasconda Ashley! Si può sapere perché qui nessuno la consideri una cosa importante?» sbottò la castana, incrociando le braccia sul tavolo e spremendo il limone dentro il suo tè con una violenza tale da stritolarlo.

«Ascoltami tesoro, sono stata la prima a sospettare che Ashley avesse una relazione segreta con qualcuno ancora prima che tu te ne accorgessi, ma lo dicevo così, tanto per il piacere di fare un po' di sano gossip! Tu ci stai rimettendo la salute, stai lì sempre a ragionarci sopra, a elaborare teorie e a roderti il fegato...Ti sei guardata allo specchio? Non hai mai avuto quella brutta cera!» esclamò Colleen, addentando un biscotto con foga, Michelle la lanciò un'occhiataccia.

«Te lo spiego io perché! Ashley aveva già una storia con qualcuno mentre mio fratello aspettava una risposta da lei, si divertiva e lui stava lì a sperare, ti rendi conto? Non posso accettarlo e poi...come mai questo mistero? Sono sua amica, l'ho sempre aiutata e, con la storia di Terence nel mezzo, avrebbe dovuto parlarne subito con me! No, c'è qualcosa sotto...» asserì, prendendo un sorso del suo tè, lo sguardo sempre accigliato e pensoso.

«Magari è stato qualcosa di improvviso che nemmeno lei si aspettava e che l'ha colta alla sprovvista...o magari non ne è sicura o forse è solamente una storia di sesso...insomma non puoi saperlo e secondo me devi lasciar perdere o diventerà un'ossessione!» le consigliò Colleen, seriamente preoccupata per la salute psichica della cugina.

«Beth ce l'ha subito detto quando ha cominciato a frequentare Dean! Perchè lei non avrebbe dovuto fare lo stesso, a maggior ragione per correttezza nei confronti di Terence?» continuò Michelle, ignorando le osservazioni di Colleen e andando avanti con le sue supposizioni.

«Beth l'ha detto subito perchè siamo state noi a farle conoscere il suo ragazzo, faceva parte della nostra comitiva, credo che ce ne saremmo accorte comunque che stavano insieme, no?- provò a farla ragionare e a farle notare quanto i suoi discorsi fossero piuttosto illogici – Ashley avrà avuto i suoi motivi» concluse la maggiore, sperando di non dover tornare di nuovo su quella faccenda.

«Sarà... - mormorò Michelle, parve rassegnarsi temporaneamente poi tornò all'attacco – e poi hai visto quello che ha fatto ieri? Onestamente, non me l'aspettavo proprio...» disse a bassa voce, finalmente Colleen trovò quell'argomento un po' più interessante e scattò in avanti.

«Già, mi è venuto un colpo quando l'ho vista correre, pensavo si sarebbe presa lei un pugno in faccia! - osservò, con gli occhi spalancati e una mano sul petto a dimostrare quanto quel gesto l'avesse sconvolta – Per un attimo mi è quasi sembrato che volesse difendere Matt!» aggiunse poi, ridendo per l'assurdità di quel pensiero.

Lei ovviamente non poteva immaginare, aveva fatto quell'osservazione ingenuamente e senza pensarlo davvero ma Michelle aggrottò le sopracciglia e rimase interdetta.

«Come?» fece, poggiando la tazza sul tavolo e assumendo un'espressione confusa.

«Dicevo che Ashley sembrava essere intervenuta per evitare che Terence colpisse Matt ma evidentemente voleva proteggere Terence, era ubriaco e poteva fare qualche cavolata! Sarebbe stato assurdo il contrario, no?» specificò Colleen, poi si alzò, guardò l'orologio e, accorgendosi di essere in terribile ritardo si congedò di fretta da sua cugina e sparì alla velocità della luce.

«Già, sarebbe assurdo...» ripetè Michelle, rimasta sola in cucina, anche se il suo tono era tutt'altro che convinto.

Per qualche strano sesto senso non riusciva più a togliersi dalla mente la frase di Colleen e l'immagine di Ashley che impediva a Terence di sferrare un pugno a Matt.

Era strano, tutto troppo strano.

Nonostante si sforzasse di impedirlo, quella scena continuava a girarle in testa e chissà per quanto tempo l'avrebbe fatto.

 

 

 

«Sei consapevole di esserti comportata come una perfetta pazza sconsiderata?»

La voce di Matt risuonò ferma e nitida all'interno del suo studio, senza alcuna inflessione o tentennamento, era calma ma severa allo stesso tempo ed Ashley non potè fare a meno di sollevare lo sguardo per scrutare la figura del ragazzo davanti a lei.

Non le era stato concesso nemmeno il tempo di togliere il cappotto e la sciarpa, aveva appena messo piede in quella stanza e lui le si era già parato davanti, bello come sempre, con quel cipiglio sicuro e affascinante, le braccia ben conserte sul petto e un tono maturo da 'predica in arrivo' che Ashley stranamente trovò gli si addicesse.

Probabilmente un giorno se la sarebbe cavata piuttosto bene come padre, pensò.

La diretta accusata si strinse nelle spalle e abbassò lo sguardo, fissandosi con indifferenza le scarpe, quasi non stesse capendo a cosa si riferisse il biondo e si fosse trovata lì per caso, giusto per passare a fare un saluto e non per discutere dell'enorme cazzata a fin di bene che aveva rischiato di sputtanarla di fronte al suo intero gruppo di amici.

«Beh, se la metti così...forse, da un certo punto di vista, in effetti...» provò inutilmente ad arrampicarsi sugli specchi, scivolando senza rimedio.

«Da un certo punto di vista? Diciamo anche da tutti quanti! - esclamò Matt, disintegrando quel misero tentativo di difendersi, poi però si accorse dell'aria tremendamente disorientata di Ashley e le si avvicinò, sospirando – Si può sapere che ti è saltato in testa? Hai rischiato di farti scoprire!» aggiunse con un tono più morbido, addolcendosi inevitabilmente di fronte a quel viso che stava cominciando ad amare così com'era, in tutte le sue sfumature, anche quelle che a volte gli facevano saltare i nervi.

Ashley sussultò piano nel momento in cui percepì la vicinanza del ragazzo, le sue guance si colorarono mentre iniziò a torturare un lembo della sua povera sciarpa, vittima innocente del suo stato d'animo in tempesta.

«Non lo so, io...non so dire cosa mi sia preso, quando ho visto Terence che stava per colpirti..non ho ragionato più, non volevo ti facesse del male, non potevo sopportarlo!» ammise sincera, senza nascondersi dietro false scuse, senza timore di mostrare i suoi sentimenti per come si agitavano dentro di lei, anche se le facevano battere il cuore all'impazzata e sentire una perfetta idiota in quel momento.

Matt sorrise, la sincerità disarmante di Ashley distrusse ogni suo tentativo di rimanere serio e distaccato, lo travolse come un fiume in piena e lui non riuscì a opporsi a quella corrente impetuosa, si sciolse in meno di un secondo, avvicinò il viso all'altezza di quello, tremante e imbarazzato, della ragazza, per poi raggiungere il suo orecchio.

«E non sai quanto mi ha fatto piacere, sei stata così coraggiosa e sprezzante del pericolo...- le sussurrò dolcemente, il suo respiro caldo solleticò il collo di Ashley come una carezza e le ridiede all'istante un senso di calma temporaneo – Però mi hai anche fatto prendere un fottuto spavento, per un attimo ho temuto che Terence o chiunque altro lì presente potesse aver capito e che ti fossi cacciata in un grosso casino...Non dovevi farlo, non devi più preoccuparti per me, io in qualche modo sarei riuscito a cavarmela, ho la pelle dura, sai?» proseguì Matt, senza perdere quel tono sommesso e dolce mentre portava le mani sui fianchi di Ashley e la avvicinava a sè.

Non riuscì più ad aggiungere altro perché la sentì farsi rigida sotto le sue mani, immobile con le braccia tese ai lati del suo corpo esile, i pugni stretti in tensione e le palpebre serrate con forza.

Il viso della rossa pareva attraversato da uno strano sconvolgimento interiore, le labbra rosate erano premute tra loro, formando una linea sottile, e tremavano un po', pervase da una lieve agitazione che lei sembrava contenere a fatica.

Matt la osservò ed ebbe l'impressione che stesse per esplodere da un momento all'altro.

«E invece voglio preoccuparmi per te! - sbottò infatti all'improvviso, con la voce roca e spezzata, riaprendo gli occhi di scatto e puntandoli su quelli di Matt, adesso colmi di stupore – Ho avuto paura che ti succedesse qualcosa e...» si bloccò, scosse la testa e fece per continuare, ma l'emozione e il ricordo degli eventi passati le impedirono di portare a termine la frase, le sue corde vocali divennero come pietrificate e incapaci di emettere alcun suono così non potè fare altro che affondare il viso sul petto del ragazzo e abbracciarlo stretto fino quasi a soffocare.

Perchè quello che le parole non riuscivano ad esprimere ci pensavano i gesti a farlo e spesso erano anche molto più efficaci.

Matt rimase spiazzato, quando l'aveva conosciuta, Ashley era una ragazza chiusa e troppo provata dalle vicissitudini della vita che l'avevano inevitabilmente indurita, si comportava in maniera ostile e diffidente, restia a dimostrare i suoi sentimenti, sempre sulla difensiva e pronta a barricarsi dietro muri e scudi pur di non lasciarsi scalfire o ferire dagli altri.

Eppure lui aveva sempre intravisto un minuscolo spiraglio lasciato aperto, ci aveva guardato dentro e non aveva trovato freddezza o cattiveria ma solo tanto dolore e paure, le stesse in cui si riconosceva e che lo avevano spinto verso di lei.

Aveva subito capito che la vera Ashley, quella che lei aveva chiuso a chiave per evitare che potesse soffrire ancora, in realtà era una persona molto diversa dalle apparenze.

In quella voce rotta dall'emozione, in quell'abbraccio improvviso e nelle parole che non era riuscita a pronunciare, lui ebbe l'impressione di vederci finalmente la sua vera essenza, spogliata da ogni difesa o maschera e che si mostrava in tutta la sua genuinità e bellezza.

La strinse, provando il desiderio che quella parte di Ashley uscisse allo scoperto più spesso e potesse deliziarlo della sua presenza così come stava facendo in quell'istante, donandogli un senso di completezza e pace che raramente gli capitava di provare.

«Ehi, va tutto bene, adesso, sta' tranquilla. Non sono arrabbiato, al contrario...sei stata eccezionale e credo che pochi si sarebbero esposti così tanto per me...però la prossima volta cerca di stare più attenta, d'accordo? - le raccomandò a bassa voce mentre continuava a cullarla tra le braccia e ad accarezzarle la schiena – E poi dì la verità, lo sappiamo benissimo che l'hai fatto per evitare che Terence potesse deturparmi il viso con un pugno, altrimenti non mi avresti più trovato attraente!» la provocò subito dopo per stemperare la tensione, premurandosi di non smentire la sua vena ironica e punzecchiandola per scatenare una reazione che non si fece attendere troppo.

Ashley sollevò la testa e si allontanò da lui, spingendosi via con le mani, il suo volto era corrucciato e indispettito ma per motivi tutt'altro che tragici e, ad un'occhiata più attenta, si poteva anche scorgere un sorriso così poco accennato da essere quasi impercettibile.

«Ma...ma...si può sapere che diamine vai blaterando, razza di demente?» ribattè decisa ma con una sfumatura divertita nella voce, accompagnando la sua protesta a un leggero colpo sul braccio del biondo che ebbe l'unico effetto di farlo scoppiare a ridere.

Ashley aggrottò le sopracciglia quasi fosse offesa da quell'affronto ma già un secondo dopo un enorme sorriso era comparso di prepotenza sul suo viso e i due si ritrovarono a fissarsi, le ombre di prima ormai sparite e nessuna nuvola a oscurare il cielo.

Quanto era bello e rassicurante perdersi in lui per potersi ritrovare e scoprire, forse, di non essere mai del tutto cambiata.

Ashley credeva di aver cancellato da tempo la parte emotiva del suo carattere, quella che dava spazio ai sentimenti e alle debolezze e che pensava non fosse sopravvissuta agli eventi che avevano sconvolto la sua vita.

Come si può ancora sperare di sentire del calore dentro quando dall'esterno ti è arrivato lo schiaffo più gelido che possa mai esistere?

Ma quella sera si sentiva più viva che mai, il suo corpo era attraversato da brividi, battiti veloci e una soave leggerezza, tutte quelle sensazioni la travolgevano e aveva intenzione di lasciarsi sommergere senza fare nulla per fermare ciò che stava succedendo in lei.

Con un gesto inaspettato Matt le cinse la vita con un braccio e la riportò stretta a sè, Ashley fece in tempo ad abbandonare i suoi pensieri che si trovò ad annegare nel mare dei suoi occhi, limpidi e trasparenti e, quasi come si trattassero di uno specchio, riuscì a vedere il riflesso di sè stessa in quel ragazzo, in fondo così simile a lei.

«Scherzi a parte...se non fosse stato per te a quest'ora magari avrei un occhio nero o il naso rotto e starei imprecando in sette lingue diverse nel tentativo di trovare un modo decente per tenermi fermo il ghiaccio sulla faccia mentre cerco di lavorare perciò...grazie, Ashley» sussurrò Matt suadente, facendo scontrare la punta del suo naso con quello della ragazza.

Lei avvampò, per un attimo credette di essere diventata di cera perchè sentiva le gambe fragili e il corpo sciogliersi, intorpidito da innumerevoli brividi di piacere, sempre più intensi e pericolosi.

Mossa da una forza misteriosa, fece scivolare i suoi palmi lungo il petto di Matt fino alle sue spalle e da lì le sue braccia si allungarono per incrociarsi dietro il collo del ragazzo e stringersi a lui.

«Mi saresti piaciuto comunque...anche in quelle condizioni disperate, se la cosa ti può consolare – dichiarò candidamente lei, poi sorrise e si sporse in avanti, mettendosi leggermente sulle punte – ma se sei tutto intero...se tu stai bene...sento di stare bene anche io, quindi...il resto non conta e se tornassi indietro lo rifarei, nonostante tutto» ribadì forte e chiaro mentre con la punta delle dita percorreva la linea del suo volto, quasi volesse impararla a memoria per potersene ricordare nei giorni in cui erano costretti a non vedersi.

«Stai attenta a quello che dici perchè, se continui così...rischio sul serio di innamorarmi di te» disse Matt, con una spontaneità così pura da lasciarla pietrificata e senza parole, il pavimento sembrava essere sparito e ad Ashley parve di galleggiare per aria, sospesa su una nuvola soffice che la rendeva euforica e ubriaca.

Dischiuse le labbra per lo stupore e la gioia e allora ci pensò Matt, con un bacio infuocato e bollente, a riportarla sulla terra ed a riaccenderle sensazioni meno angeliche e altrettanto intense che gli eventi di quell'ultimo mese le avevano quasi fatto dimenticare.

La lingua del ragazzo si fece sensualmente spazio tra le labbra di lei, iniziando una danza lenta che a tratti assomigliava quasi a una tortura perchè la costringeva a volerne ancora, a ricambiare quel bacio, a sprofondarci sempre di più, senza sosta.

Ed eccola di nuovo lì, prepotente e più forte che mai, quell'attrazione fisica e carnale che aveva caratterizzato il loro rapporto fin dall'inizio, che li aveva spinti lentamente e con sottili giochi di seduzione l'una tra le braccia dell'altro, come una calamita a cui è impossibile resistere, fino a quel sesso disperato e istintivo, consumato senza preavviso in quella stessa stanza meno di due mesi prima.

Quante cose erano accadute e cambiate da quel giorno, quanti litigi, incomprensioni, imprevisti, paure e riappacificazioni, una lunga scia di eventi che avevano portato a una nuova evoluzione nella loro turbolenta relazione e che, adesso, trovavano la chiusura del cerchio nella passione che di nuovo stava scoppiando, identica e immutata.

Come tutto era iniziato e come ancora continuava.

Ashley si lasciò scappare un sospiro nel momento in cui le labbra di Matt abbandonarono le sue per dedicarsi a lasciare dei leggeri morsi sulla pelle chiara del suo collo, inarcò la schiena per schiacciarsi ancora di più al corpo del biondo quando una violenta ondata di piacere le attraversò il corpo, partendo dalle sue guance arrossate, facendole esplodere il cuore, fino a scendere più giù, con lo stomaco in subbuglio e un desiderio incontrollabile che premeva nelle sue parti più sensibili.

Ribaltando quella posizione passiva, prese il controllo e sovrastò Matt, strappandogli un gemito strozzato nell'attimo in cui gli insinuò le mani sotto la maglietta.

Sorrise sulle labbra di lui quando finalmente accarezzò la pelle calda della sua schiena, della quale ricordava esattamente la sensazione piacevole sui palmi, poi lo fece indietreggiare finchè Matt si ritrovò con le spalle al muro, sopraffatto da lei e da quella voglia inarrestabile.

«Non avevamo detto di procedere con calma?» soffiò Matt tra un bacio e l'altro, col poco fiato che aveva in gola e approfittando di un breve sprazzo di lucidità.

Ashley non si fermò, lo schiacciò di più alla parete e si sporse verso il suo orecchio.

«Già, ma forse non c'è bisogno di andare così piano» si oppose lei, ormai preda di quella passione e senza la minima intenzione di arrestarla.

Stavolta non era solo un bisogno disperato di affogare i suoi dolori e di cancellare i pensieri dalla testa, stavolta non c'entravano i suoi malesseri o le ansie, esisteva solo Matt e il desiderio di averlo e non per secondi fini o per il suo egoismo ma perché, dopo quei mesi decisamente troppo movimentati, aveva capito di essere legata a lui e di provare dei sentimenti che adesso non avrebbe trovato più tanto assurdo accostare all'innamoramento.

«Non ho ancora procurato un divano, però» bisbigliò Matt sorridendo, ancora stretto nella dolce morsa della ragazza, ricordando una loro precedente conversazione.

«Non importa, ne farò a meno» ribadì Ashley, riappropriandosi delle labbra di Matt e confermando la sua decisione di andare fino in fondo.

Niente li avrebbe fermati...niente se non un molesto suono del campanello.

I due si arrestarono contemporaneamente, Ashley più atterrita, Matt abbastanza scocciato.

«Merda...» sbottò a bassa voce, aggrottando le sopracciglia mentre lei si era allontanata e teneva gli occhi spalancati.

«Chi è? Aspettavi qualcuno?» domandò, col volume della voce ridotto al minimo per evitare di fare percepire la sua presenza a quel visitatore inopportuno.

«No, non ho idea di chi sia!» disse Matt, guardando furtivamente dalla finestra per cercare di capire chi diavolo l'avesse interrotto in quel piacevole momento.

«Beh, devi aprire, potrebbe essere un cliente...solo che io non posso farmi trovare qua!» gli fece notare la rossa, che intanto con dei gesti veloci e maldestri cercava di ricomporsi più che poteva.

Matt si guardò intorno, visibilmente infastidito da quell'interruzione, poi sospirò e le indicò la porta sulla sinistra.

«Nasconditi dentro la camera oscura, lì non faccio entrare mai nessuno!» le suggerì, osservandola sgattaiolare veloce come un fulmine e chiudersi la porta alle spalle.

Sbuffò, si passò una mano tra i capelli per dare loro una sistemata veloce date le condizioni in cui versavano dopo quella - purtroppo breve - parentesi infuocata e si diresse alla porta.

«Ciao Pam – salutò alquanto meravigliato, inarcando un sopracciglio alla vista della sua amica, l'ultima persona che si aspettava di trovare lì dietro, ma il suo sconcerto aumentò quando intravide una testa castana dietro di lei che fece subito capolino – Ciao anche a te, Christie» aggiunse ancora più scocciato, mentre cercava di dare una spiegazione logica a quella visita insensata visto che era la primissima volta da quando si conoscevano che Pam si presentava al suo studio.

Ashley, rannicchiata contro la porta con un orecchio ben poggiato sopra, sentì montare un sottile ribrezzo nell'ascoltare il nome di quella ragazza, della quale conosceva bene l'obiettivo principale.

Non doveva essere gelosa di Matt eppure continuava a capitarle e la situazione peggiorava sempre più, così come continuava a mettersi nei guai, qualunque cosa facesse o in qualunque posto andasse.

Possibile che adesso dovesse stare attenta anche a quella tizia oltre che a Michelle e gli altri?

La cosa stava diventando davvero pesante e avvertì l'amara sensazione che presto il suo castello di bugie e segreti sarebbe miseramente crollato in mille pezzi.

Socchiuse gli occhi e si rassegnò a rimanere ferma e in silenzio, come se non esistesse in quella stanza buia e stretta.

«Ciao Matt! Passavamo di qua, ci siamo ricordate che il tuo studio fotografico si trovava nei dintorni e così...abbiamo pensato di passare a trovarti!» dichiarò allegramente Pam, scuotendo la sua massa di riccioli scuri e sfoggiando un'espressione fin troppo artefatta per essere sincera.

La voce della ragazza risuonò finta e preparata, quasi come stesse recitando e Matt fiutò la balla in men che non si dica.

Senza muovere un muscolo o invitarle ad entrare, puntò i suoi occhi gelidi e pungenti sulla ragazza che a quel punto esitò e chiese tacitamente l'aiuto dell'amica per togliersi da quella situazione imbarazzante.

«Già, è così! Speriamo di non averti disturbato! - intervenne dunque Christie, molto più naturale e sfacciata, facendosi avanti e scrutando con una sola occhiata furba tutto l'ambiente circostante per poi concentrarsi sul volto del ragazzo per il quale aveva una tremenda cotta – Oh, sembri un po' trafelato, abbiamo per caso interrotto qualcosa?» chiese, sbattendo le sue lunghe ciglia cariche di mascara e camuffando dietro un velo di finta ingenuità una domanda che in realtà nascondeva un significato diverso e piuttosto malizioso.

Matt imprecò mentalmente, Ashley, al di là della porta, roteò gli occhi verso l'alto, sbuffando esasperata.

«Diciamo di sì – confessò lui, senza preoccuparsi di celare un tono abbastanza infastidito e pensando che in quel momento avrebbe dovuto essere impegnato con Ashley in attività ben più soddisfacenti ed entrambi probabilmente senza vestiti addosso – stavo provando a mettere un po' di ordine qui dentro, è un lavoro molto faticoso» specificò poi, cercando di dare una spiegazione al suo aspetto più o meno scompigliato.

Pam annuì subito e abbassò lo sguardo, incrociando le braccia al petto e fissando con attenzione il pavimento, Matt la conosceva da anni e, anche se tra i due non c'era mai stata troppa confidenza, capì che si sentiva a disagio e probabilmente era stata costretta a fare irruzione lì per colpa di Christie, la quale continuava a fare saettare senza sosta lo sguardo a destra e a sinistra, in alto e in basso, come se stesse cercando disperatamente un segno o degli indizi per confermare chissà quale sospetto.

D'un tratto un sorrisetto strano si formò sul viso della ragazza, che sollevò finalmente gli occhi castani e li portò di nuovo su Matt.

«Non ho dubbi che si tratti di un'attività molto stancante! – disse in maniera ambigua, lasciando presupporre un doppio senso nemmeno tanto velato, poi fece un rapidissimo cenno col capo a Pam e si sistemò la borsa in spalla – Allora direi che adesso andiamo, così magari puoi riprendere da dove hai lasciato!» affermò, lanciandogli un'occhiata colma di risentimento e rabbia per poi piegare le labbra in un sorriso forzato.

«Oh sì, scusaci ancora! Ci vediamo, Matt!» esclamò imbarazzata Pam, dopo aver ricevuto uno sguardo di intesa da Christie che la fece scattare sull'attenti.

Le due, di colpo disinteressate a rimanere e prese da una fretta improvvisa, si diressero a passi veloci verso l'uscita per poi spendersi in una marea di saluti e cenni con le mani e sparire dall'altra parte della strada.

«Sì, a presto» biascicò Matt, incredulo e seccato, affrettandosi a chiudere la porta.

«Puoi venire fuori!» disse a voce alta, Ashley non se lo fece ripetere due volte e si precipitò da lui, col viso scuro e funereo.

«Sospettano qualcosa» affermò diretta, senza fare inutili giri di parole.

Matt alzò le spalle, sembrava indifferente e tranquillo ma il suo sguardo tradiva una certa preoccupazione.

«Come fai a esserne sicura? Io non credo» provò a smentirla, mentre si accingeva ad aprire la finestra e a recuperare un accendino.

«Sai, era piuttosto evidente!» ribattè lei nervosa, seguendolo e piazzandosi di fronte a lui.

Matt si accese una sigaretta per alleviare i suoi nervi ormai alle stelle per via dell'interruzione e di quella visita che anche lui riteneva sospetta, anche se non poteva dirlo ad Ashley per evitare di farla agitare più di quanto già non fosse.

«Non le hai nemmeno viste» disse calmo e buttò fuori una grossa nuvola di fumo, puntando gli occhi fuori dalla finestra.

«Ma le ho sentite! - obiettò la ragazza, afferrando Matt per un braccio e costringendolo a dedicargli la sua attenzione – Non hai fatto caso a tutte le allusioni di Christie sul quello che stavi facendo prima che loro arrivassero? Deve avermi vista o deve aver capito in qualche modo! Quella ragazza ti muore dietro, è normale che odi chiunque abbia una...una...» Ashley si bloccò non appena si rese conto che non sapeva come definire quello che andava avanti tra loro, balbettò e arrossì e Matt non trattenne una risata.

«'Una' che cosa?» le fece pressione, avvicinando il volto a quello in difficoltà della rossa.

«Una...ma boh, che ne so, una relazione...» azzardò come se avesse detto la prima cosa che le fosse venuta in mente ma se ne pentì quando Matt inarcò le sopracciglia e assunse quel suo tipico provocante ghigno di vittoria.

«Quindi siamo già a 'relazione', facciamo progressi!» la provocò, carezzandole il viso col dorso della mano e facendola diventare di mille colori diversi mentre lui invece aveva ripreso una certa tranquillità e si sentiva già molto più disteso.

«Era una parola come un'altra, tanto per dire...preferisci 'rapporto sessuale'?» ribattè allora, allontanandosi dal suo sguardo letale e poggiando la schiena al muro poco più lontano, dove le veniva più semplice respirare.

«Così sembri un noioso libro di educazione sessuale! - rise Matt, prendendo un ultimo tiro dalla sua sigaretta e spegnendola definitivamente – Dire che stavamo per fare l'amore ti fa così schifo?» la spiazzò, avvicinandosi di nuovo a lei e sussurrandole all'orecchio.

Il suo odore misto al fumo le fece girare la testa per l'ennesima volta mentre sentiva ritornare l'eccitazione che prima le aveva annebbiato ogni capacità di raziocinio e, in aggiunta a quello, le parole usate da lui le fecero scoppiare il cuore e svolazzare almeno un centinaio di farfalle nello stomaco.

Da quando loro due 'facevano l'amore'?

Il respiro le si affannò senza controllo mentre non capiva se preoccuparsi o sentirsi al settimo cielo per quell'affermazione così importante che invece Matt aveva pronunciato con una leggerezza estrema, come se a lui non facesse paura ma avesse già accettato quel cambiamento e gli andasse più che bene.

Era solo lei, tra loro due, ad avere un irrazionale terrore della direzione che stavano per prendere come due incoscienti?

«Chi...chi ti ha detto che sarebbe andata così?» cercò di difendersi come faceva sempre quando capiva di essere di fronte a una verità scomoda e impossibile da negare.

Matt non si meravigliò affatto della sua reazione, sorrise, le scrutò il viso da vicino un'ultima volta e poi si staccò da lei, lasciandola libera.

«Rilassati Ashley, non sei un gatto, non devi per forza cadere sempre in piedi. Magari ogni tanto potresti anche ammettere che io abbia ragione, non muore nessuno, sai?» le fece notare scherzando, per poi voltarsi a sistemare alcune cose sul tavolo.

Ashley lo osservò di spalle, confusa e smarrita.

Sapeva che Matt diceva il vero ma a lei era bastato quel nuovo pericolo per aprirle gli occhi e farle rimettere sù le sue solite barriere di protezione.

«Comunque quell'interruzione è stato un segno che qualcuno o qualcosa non voleva che ci spingessimo oltre, evidentemente il karma o l'equilibrio cosmico non approvano!» concluse, affrettandosi a infilarsi il cappotto e a recuperare la borsa.

Matt si voltò e la guardò divertito, sforzandosi di non ridere.

«Sai, Ashley, senza offesa, credo che al cosmo non importi un accidente se noi due facciamo sesso o meno – obiettò, avvicinandosi e prendendola per i fianchi – per quanto mi riguarda, preferisco pensare che non esista nessuna forza sovrumana e nessun destino, ma che siano le mie scelte a determinare ciò che sono o che voglio diventare» affermò determinato prima di abbassarsi sulle sue labbra e baciarla dolcemente.

Ashley lo strinse ma non riuscì a condividere del tutto le sue parole, purtroppo la vita l'aveva segnata con degli eventi che non aveva potuto controllare e che non erano dipesi dalla sua volontà e poco credeva al fatto che se si vuole si può tutto.

«Vorrei poterti credere ma, per esperienza personale, so che spesso accadono cose che non vorremmo e non possiamo farci niente, anche se lottiamo o se facciamo di tutto per scongiurarle» disse con gli occhi tristi.

«In parte hai ragione, esistono situazioni che non abbiamo scelto e che ci piombano addosso senza consultarci, lo so bene ma...siamo sempre noi a decidere come reagire di fronte a questi eventi e dipende da noi superarli o scegliere come comportarci...Se pensiamo di non potere fare nulla finiremo per subire tutto passivamente, invece non è così, dobbiamo trovare il coraggio di fare delle scelte. Magari adesso ti sembra difficilissimo ma un giorno lo capirai» la rassicurò, carezzandole i capelli e facendola sentire così piccola e stupida.

Com'era possibile che Matt sembrasse avere una risposta a tutto?

Il suo discorso si riferiva a tantissime cose, alla sua situazione familiare, a quella che viveva a casa con Michelle e anche a loro due e alla sorte del loro rapporto.

Dipendeva tutto dalle scelte che avrebbe avuto il coraggio di fare e, anche se alcune di queste le mettevano addosso un'ansia e una paura assurde, sapeva che prima o poi, leggendo dentro sè stessa, avrebbe trovato la soluzione e la forza di compierle.

Matt aveva solo tre anni più di lei eppure appariva così adulto e maturo, le sembrò di poter leggere nei suoi occhi il peso di tutti quegli anni di sofferenze che lo avevano costretto a crescere in fretta e pensò a quanto all'inizio lo avesse sottovalutato, credendolo solo un ragazzo impudente e sfacciato.

Lo abbracciò, senza dire nulla, poi indossò la sciarpa e si avviò alla porta.

«Devo andare» disse soltanto, provando già una morsa al petto nel dover abbandonare quell'angolo di serenità per rientrare a casa.

«Sicura che non vuoi che ti accompagni?» domandò Matt, Ashley scosse la testa decisa.

«Ma certo, sta' tranquillo! Non è tardissimo e poi non voglio toglierti altro tempo, scommetto che hai tanto lavoro arretrato»

«Un po' sì, in effetti – ammise Matt, guardando attorno la montagna di roba in disordine e l'agenda piena di lavoro ancora da smarcare - cerca di stare attenta a Michelle, la conosco e sono sicuro che non le sia passato inosservato il tuo gesto» le raccomandò poi, facendosi per un attimo serio in volto.

«Già, lo temo anch'io, non ho ancora avuto modo di incontrarla dopo ieri sera e...sono sicura che stasera farà qualche commento» disse incerta, immaginando di non poter evitare quel confronto.

«Ha i suoi motivi per odiarmi, come anche Terence, per quanto siano ingiusti» sussurrò Matt, abbassando il volume della voce, tanto che Ashley ebbe difficoltà a capire il senso del suo discorso e quello strano riferimento in particolare a Michelle.

Non era ovvio che lo odiasse per gli stessi motivi di Terence?

Scacciò quei dubbi, pensando di aver sentito male, poi puntò gli occhi su quelli ancora un po' assorti di Matt.

«Tu credi che...- iniziò timida – credi che tra te e Terence sia tutto irrecuperabile? A volte lo guardo e ho l'impressione che ci sia una piccola possibilità di fargli cambiare idea, non è un ragazzo cattivo, di questo sono sicura» disse, senza distogliere lo sguardo da Matt.

«Non lo è, infatti, ma...ha dovuto sopportare le stesse pressioni che quel tipo di ambiente impone e che ho subito anche io e questo è stato il risultato. La differenza è che lui ha voluto continuare a rimanerci dentro mentre io avevo altri sogni e sono scappato via. - le spiegò, guardando un punto impreciso dinanzi a sè, come se gli stessero tornando alla memoria vari ricordi – Non vorrei deluderti, Ashley ma...ci ho provato ed è stato tutto inutile...Questa cosa va avanti così da più di cinque anni, ormai, e non cambierà di certo adesso.» concluse Matt, drastico e senza speranza, un atteggiamento che non gli apparteneva ma quel caso era così disperato che evidentemente persino lui non vedeva altre alternative.

Ashley rimase qualche secondo immobile a riflettere, poi sospirò e provò ad allontanare quei pensieri.

«Allora ci sentiamo, Matt» lo salutò, aprendo la porta e facendo un cenno con la mano.

«Va bene, fa' attenzione, ok?» disse lui, accompagnandola con lo sguardo.

Ashley annuì in silenzio, poi richiuse la porta e si preparò per tornare a casa, sperando di non avere brutte sorprese.

 

 

«Hai visto quella sciarpa sulla sedia? Ti avevo detto che avevo ragione, Matt era con una ragazza!» affermò Christie, sollevando il volto con aria soddisfatta e vittoriosa.

Quel pomeriggio non aveva fatto altro che cercare un indizio che confermasse ciò che aveva visto e, quando finalmente aveva individuato quell'accessorio, aveva subito tratto le sue conclusioni.

Pam fece una smorfia dubbiosa e incrociò le dita sotto il mento.

«Come fai a essere sicura che non fosse di Matt?» le domandò scettica.

Christie si appoggiò allo schienale della sedia del bar e incrociò le braccia al petto con aria saccente.

«Una sciarpa viola? Seriamente? Non credo che Matt indosserebbe quel colore e comunque era un modello femminile!» si affrettò a smontare le sue perplessità, con aria sicura e determinata.

«Beh, in effetti... – scosse la testa Pam, Matt vestiva per lo più di colori scuri e doveva ammettere che il viola non rientrava nelle sue preferenze – magari però l'aveva dimenticata una cliente!» provò a trovare un'altra ipotesi, giusto per evitare di dare per scontato ciò che diceva la sua amica.

Christie sbuffò, seccata «Pam, vuoi credermi o no? Ti dico che ho visto qualcuno entrare nello studio, aveva il cappuccio del cappotto in testa ma mi sembrava la sagoma di una ragazza!» ripetè esasperata, era almeno la decima volta che provava a convincere la sua amica della verità di ciò che aveva scorto mentre si trovavano lungo quella via.

«Eravamo lontanissime, la strada non è un granchè illuminata, può darsi che ti sia confusa e che questa persona sia entrata da un'altra parte» disse Pam, provando a trovare altre spiegazioni.

Si sentiva un po' in colpa per quell'improvvisata nello studio di Matt, era suo amico e agire così alle sue spalle sulla base del sospetto di Christie l'aveva fatta sentire scorretta.

All'inizio la storia della fantomatica relazione segreta del biondo l'aveva intrigata e aveva accettato di buon grado di aiutare l'amica a scoprire il volto di quella ragazza misteriosa ma adesso non ne aveva più tanta voglia.

Se anche Matt si fosse innamorato e per il momento volesse tenere la storia riservata non era giusto che loro si intromettessero, e continuare a parlarne e a elaborare teorie e complotti non la faceva più divertire.

«Ci vedo benissimo, Pam! Una ragazza è entrata lì, abbiamo aspettato un bel po' e non abbiamo visto uscire nessuno perciò, se la logica non è un'opinione, quella tizia doveva essere ancora da lui e invece guarda un po'...non c'era nessuno!» spiegò Christie, allargando le braccia come se avesse detto la cosa più ovvia e matematica della terra.

«Forse era una cliente!» provò ad obiettare debolmente Pam, anche se gli argomenti di Christie erano abbastanza solidi e difficili da demolire.

«Se era una cliente perché non l'abbiamo trovata lì dentro? Non credo proprio che Matt faccia nascondere i clienti da qualche parte senza un motivo plausibile!» smontò anche quell'ultimo tentativo di negare la teoria della ragazza segreta.

«Va bene, hai ragione! Matt si vede con qualcuna!» fu costretta ad ammettere con un cenno della mano, abbassando poi lo sguardo.

«E se fosse Jessica? Sembrava saperne troppo su questa storia e poi ha fatto sempre la vaga quando chiedevamo i dettagli! Secondo me sono tornati insieme e non vuole dirlo!» ipotizzò, agguantando il foglio del menù.

«Lo escludo! Jessica non ha mai avuto problemi a parlare del suo rapporto con Matt, mi raccontava anche di quando andavano a letto insieme dopo essersi lasciati! Se fossero tornati insieme l'avrei saputo e poi a lei non interessa più, si è fatta da parte e adesso capisco anche il motivo» disse Pam, anche se non aveva un rapporto confidenziale con Matt, al contrario conosceva benissimo Jessica e ci avrebbe messo la mano sul fuoco sul fatto che la sua amica non stesse nascondendo nulla.

A quel punto quadrava tutto, Jessica e Matt erano rimasti solo amici e lui stava frequentando un'altra.

Non ci sarebbe stato niente di strano se Christie non si fosse letteralmente fissata con quella storia e non riuscisse a farsene una ragione.

«Allora si tratta di qualcun'altra e sono curiossissima di scoprire chi è questa stronza! Se non fosse stato per lei magari avrei avuto una chance con Matt, ti rendi conto? Lui è così bello e affascinante...è un'ingiustizia, non posso essere stata così sfigata da beccare il momento sbagliato!» si lagnò Christie, mettendo il broncio come una bambina viziata che non ottiene il suo giocattolo.

Pam si strinse nelle spalle.«Non so che dirti, mi spiace. In ogni caso se questa relazione è seria, prima o poi Matt smetterà di tenerla nascosta e allora potrai torglierti la curiosità, in caso contrario vuol dire che si trattava solo di un'avventura e così avrai campo libero per provarci!» provò a consolarla Pam, sorridendole.

Christie ricambiò appena, non era granchè in vena di sorrisi.

«Vedremo» disse soltanto, tornando a guardare il menu.

 

In quello stesso istante Ashley giungeva a casa, col cuore in gola e l'ennesima prova da affrontare.

Quell'appartamento che era stato il suo rifugio sicuro dopo giorni terribili di disperazione, rischiava di trasformarsi in un incubo e, se non fosse stato per la presenza confortante di Melissa, probabilmente lo sarebbe già diventato.

Si rattristò nel pensare a come le cose stessero cambiando, senza sapere quanto i sospetti, che ormai albergavano in molte delle persone che le stavano accanto e in altre meno vicine, avrebbero potuto innescare una bomba, pronta ad esplodere quando meno se lo sarebbe aspettato.

 

  
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