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Autore: 9dolina0    09/10/2017    5 recensioni
La ragazza sospirava e voltava distrattamente le pagine del libro che in realtà non stava leggendo, alternando pensieri gioiosi e sorrisi mesti ad ansie sottili ed espressioni preoccupate.
Di tanto in tanto si accarezzava il ventre, ancora perfettamente piatto e sgonfio, e disegnava con un dito il profilo di un volto infantile.
Nessuno, a parte lei, ancora sapeva nulla della novità che di lì a poco avrebbe travolto la sua vita e quella del suo compagno e, per quanto continuasse a dirsi che tutti avrebbero gioito per il lieto evento, una parte di lei aveva comunque il timore che qualcuno potesse essere sopraffatto dall’ansia o dai dubbi.

Versione dei fatti alternativa rispetto a Dragon Ball Super su come Videl abbia rivelato a Gohan la notizia della sua gravidanza.
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gohan, Videl | Coppie: Gohan/Videl
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Una nuova vita

Note intoduttive


Era da un po’ che non mi affacciavo al mondo delle fanfiction, e ho deciso di farlo di nuovo buttando giù qualcosa di molto leggero. Non ho scritto molte slice of life e fluff nella mia breve carriera di autrice su EFP, ma onestamente, quando ho ripreso in mano la tastiera, sentivo di essermi arrugginita parecchio stilisticamente parlando e mi è sembrato di non avere delle idee abbastanza buone. Insomma, ho preferito non fare il passo più lungo della gamba, cercando di scrivere comunque qualcosa di gradevole ma senza buttarmi su un genere troppo impegnativo o su una trama troppo complessa.
Ecco perché la storia che vi apprestate a leggere è fondamentalmente introspettiva.
Qualche appunto sulla trama e sui personaggi è comunque doveroso.
Nella nuova serie di Dragon Ball – la Super, per intenderci – Videl annuncia la sua gravidanza durante lo scontro tra i terrestri/saiyan e Beerus, sopperendo così alla mancanza dell’ultimo saiyan dal cuore puro in grado di evocare il leggendario Super Saiyan God, apparso in sogno al dio della distruzione in persona. Ebbene, nonostante tutto sommato io apprezzi questa versione dei fatti, in questa fanfiction ho voluto raccontare una versione dei fatti diversa, immaginando un’atmosfera decisamente più intima e familiare tra i due novelli genitori. Nella serie Super, inatti, Gohan viene a sapere della gravidanza insieme a tutti gli altri; mentre qui Videl glielo dice in assoluta privacy.
La storia è molto introspettiva e decisamente
fluff, ma trattando della scoperta di una gravidanza comunque molto desiderata, non credo si sia sconfinato nell’OOC.
In ogni caso, rimando alle recensioni sia per gli apprezzamenti che per eventuali critiche.
Buona lettura.


Una nuova vita


Storia partecipante al contest “È nell’aria profumo d’autunno” di Emanuela.Emy79 sul forum di EFP


Il vento soffiava abbastanza forte fuori dalla piccola e accogliente casetta costruita appositamente per loro alle pendici dei monti Paoz, e in parte fischiava infiltrandosi tra le fessure ancora non perfettamente ovattate della bella abitazione. Fuori dalla finestra, qualche fogliolina gialla o ramata volteggiava quasi elegantemente, disegnando soavi figure danzanti che sembravano intersecarsi tra loro come esperti ballerini d’altri tempi.
Dentro, un leggero e gradevole odore di legno bruciato accompagnava il primo fuoco della stagione autunnale acceso nel cammino, e regalava all’unica creatura seduta di lì a pochi passi una gradevole sensazione di intimità e di calore.
La ragazza sospirava e voltava distrattamente le pagine del libro che in realtà non stava leggendo, alternando pensieri gioiosi e sorrisi mesti ad ansie sottili ed espressioni preoccupate.
Di tanto in tanto si accarezzava il ventre, ancora perfettamente piatto e sgonfio, e disegnava con un dito il profilo di un volto infantile.
Nessuno, a parte lei, ancora sapeva nulla della novità che di lì a poco avrebbe travolto la sua vita e quella del suo compagno e, per quanto continuasse a dirsi che tutti avrebbero gioito per il lieto evento, una parte di lei aveva comunque il timore che qualcuno potesse essere sopraffatto dall’ansia o dai dubbi.

Videl posò il libro sul piccolo tavolino in legno d’ebano frapposto tra il divano e il camino e prese a camminare nel salotto della villetta pensando a come dirlo a Gohan.
Non poteva tacere ancora.
Presto avrebbero avuto un bambino e, per quanto fossero ancora giovani e sicuramente inesperti, dovevano affrontare quell’evento inatteso con tutta la maturità e la consapevolezza possibili. Immaginare il volto del suo primogenito, che le sorrideva felice come solo un bimbo poteva fare con la sua mamma, le fece tornare in mente la sua infanzia, vissuta nel benessere di una famiglia ricca e nella solitudine dell’orfanilità. A lei sua madre era sempre mancata tantissimo, sebbene non avesse mai voluto farlo pesare all’unico genitore rimastole. In fondo, Satan non era certo responsabile della prematura scomparsa della moglie e Videl sapeva benissimo che, nonostante egli cercasse in tutti i modi di mostrarsi forte di fronte alla figlia, per lui era stato durissimo accettare quella perdita.
In quel momento, si chiese anche che tipo di madre sarebbe stata lei. Premurosa? Possessiva? Permissiva? Ansiosa? Complice? Chissà perché, però, nonostante il suo desiderio di avere un figlio si stesse realmente concretizzando, le pareva di faticare molto a immaginarsi nel ruolo di genitrice.

Lo scricchiolio della porta che si stava aprendo la avvertì dell’arrivo di qualcuno.

«Ah, finalmente! Credevo che oggi la lezione non sarebbe mai terminata. Ciao, Videl, come stai?»

Da quando Gohan aveva cominciato a frequentare l’università, capitava spesso che rincasasse piuttosto tardi. Non era lui a stabilire gli orari delle lezioni e dei tirocini e, nonostante avesse tentato più volte di far coincidere gli studi con una vita casalinga piuttosto normale, il più delle volte l’onere di occuparsi della casa, della spesa e delle bollette gravava tutto sulle spalle di Videl. Anche lei, a dir la verità, lavorava; ma i turni che aveva come agente speciale di polizia non erano poi così rigidi come invece erano quelli di Gohan.
Il ragazzo molto spesso si sentiva in colpa per questo, eppure pareva proprio che la sua compagna non vedesse come un peso gli orari sicuramente scomodi che tenevano impegnato il suo compagno all’università. Sapeva quanto Gohan ci tenesse alla sua carriera accademica e, sebbene lei avesse preferito percorrere una strada totalmente diversa, lo aveva sempre incoraggiato a proseguire in quella direzione e a perseguire quell’obiettivo.

Il bacio che sentì schioccare sulla sua guancia le sembrò più affettuoso del solito, nonostante ella fosse consapevole del fatto che si trattava semplicemente di una sua impressione.
Era emozionata: stava per dire al ragazzo che aveva amato fin dal primo giorno in cui si erano visti che entro pochi mesi nella loro vita sarebbe entrata una nuova creatura, frutto dei forti sentimenti che provavano l’uno verso l’altra e delle passionali notti trascorse insieme a fare l’amore. In quel momento pensò che non avrebbe potuto trovare un compagno migliore, e che se anche quella gravidanza era arrivata piuttosto in anticipo rispetto alle sue previsioni, lui e lei, insieme, l’avrebbero portata avanti con entusiasmo e pazienza, fino alla nascita del loro bambino.

«Gohan, devo dirti una cosa».

«Lo so, ti avevo promesso che mi sarei fermato a comprare del pane, ma la lezione è finita davvero tardi e i forn...»

«Shh...»

Videl posò un dito sulle labbra ancora dischiuse del giovane saiyan, e poi lo tolse, regalando al ragazzo un bacio tanto breve quanto inaspettato.

«Sono incinta».

Gli attimi di silenzio che seguirono quella rivelazione videro un lento ma inesorabile acceleramento del battito cardiaco di entrambi gli amanti, impegnati a scrutarsi vicendevolmente negli occhi, tra lo sguardo carico d’ansia di lei e quello sbigottito e tramortito di lui.

«Dici… Dici sul serio, Videl?»

«Sì».

Il viso di Gohan si illuminò e poco a poco un sorriso carico d’euforia prese a delinearsi sul suo volto ancora quasi fanciullesco.

«Accidenti, è… È meraviglioso! Quando lo hai scoperto?»

«Due giorni fa, ma non sapevo come dirtelo. Sai, non me lo aspettavo, e...»

Gohan afferrò Videl per il bacino e la sollevò da terra, per poi stringerla forte a sé in un abbraccio. La sua vita stava per cambiare, e lo avrebbe fatto in meglio. Nel corso della sua giovinezza, egli aveva affrontato le prove più difficili che il destino potesse mettergli davanti: aveva viaggiato nello spazio alla ricerca dei Namecciani, aveva affrontato i nemici più spietati e sanguinari, aveva persino salvato il mondo dalla minaccia di un androide; ma mai come in quel momento aveva mai avuto tanta adrenalina in corpo.
Chissà perché egli pensava che quella sarebbe stata la sfida più difficile da fronteggiare.
Ricordava molto bene i sacrifici fatti da sua madre per garantirgli un avvenire dignitoso nonostante la solitudine e le difficoltà economiche – era soprattutto grazie a lei alla sua tenacia, in fondo, che egli era riuscito a diplomarsi con il massimo dei voti e a superare il test d’ingresso per l’università più facoltosa di Satan City – e proprio per questo motivo era consapevole di quale responsabilità sarebbe gravata sulle sue spalle da quel momento in avanti. Crescere un bambino non era di certo un gioco, ma lui e Videl ce l’avrebbero messa tutta e, ne era sicuro, avrebbero fatto un ottimo lavoro, come del resto avevano fatto i loro genitori pur tra mille, seppur molto diverse, difficoltà.

«È una notizia meravigliosa, Videl! Non avresti potuto rendermi più felice!»

Stavolta fu Gohan a posare le labbra su quelle della sua compagna.
Il fuoco dietro di loro ancora bruciava nel camino, rendendo più intima e romantica un’atmosfera già di per sé estremamente suggestiva. Nessuno di loro due ricordava un autunno più bello e caldo di quello che stavano vivendo, e ciò non dipendeva soltanto dall’aria quasi fiabesca del magnifico luogo che avevano scelto per costruire la loro dimora: quei boschi ingialliti, quei sentieri resi dorati dalle migliaia di foglie ormai secche cadute a terra e il vento che di tanto in tanto bussava alle finestre della loro villetta non avrebbero mai potuto da soli riempire il cuore dei due ragazzi come stava accadendo in quel momento.
Quel bambino era il tassello mancante di una felicità già quasi totalmente raggiunta e il punto di partenza per una vita che, da lì in poi, sarebbe per entrambi cambiata per sempre.
In meglio.


Fine

   
 
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