Note intoduttive
Era
da un po’ che non mi affacciavo al mondo delle fanfiction, e ho
deciso di farlo di nuovo buttando giù qualcosa di molto leggero. Non
ho scritto molte slice of life
e fluff nella mia
breve carriera di autrice su EFP, ma onestamente, quando ho ripreso
in mano la tastiera, sentivo di essermi arrugginita parecchio
stilisticamente parlando e mi è sembrato di non avere delle idee
abbastanza buone. Insomma, ho preferito non fare il passo più lungo
della gamba, cercando di scrivere comunque qualcosa di gradevole ma
senza buttarmi su un genere troppo impegnativo o su una trama troppo
complessa.
Ecco
perché la storia che vi apprestate a leggere è fondamentalmente
introspettiva.
Qualche
appunto sulla trama e sui personaggi è comunque doveroso.
Nella
nuova serie di Dragon Ball – la Super, per intenderci – Videl
annuncia la sua gravidanza durante lo scontro tra i terrestri/saiyan
e Beerus, sopperendo così alla mancanza dell’ultimo saiyan dal
cuore puro in grado di evocare il leggendario Super Saiyan God,
apparso in sogno al dio della distruzione in persona. Ebbene,
nonostante tutto sommato io apprezzi questa versione dei fatti, in
questa fanfiction ho voluto raccontare una versione dei fatti
diversa, immaginando un’atmosfera decisamente più intima e
familiare tra i due novelli genitori. Nella serie Super, inatti,
Gohan viene a sapere della gravidanza insieme a tutti gli altri;
mentre qui Videl glielo dice in assoluta privacy.
La
storia è molto introspettiva e decisamente fluff,
ma trattando della scoperta di una gravidanza comunque molto
desiderata, non credo si sia sconfinato nell’OOC.
In
ogni caso, rimando alle recensioni sia per gli apprezzamenti che per
eventuali critiche.
Buona
lettura.
Una nuova vita
Storia partecipante al contest “È nell’aria profumo d’autunno” di Emanuela.Emy79 sul forum di EFP
Il
vento soffiava abbastanza forte fuori dalla piccola e accogliente
casetta costruita appositamente per loro alle pendici dei monti Paoz,
e in parte fischiava infiltrandosi tra le fessure ancora non
perfettamente ovattate della bella abitazione. Fuori dalla finestra,
qualche fogliolina gialla o ramata volteggiava quasi elegantemente,
disegnando soavi figure danzanti che sembravano intersecarsi tra loro
come esperti ballerini d’altri tempi.
Dentro,
un leggero e gradevole odore di legno bruciato accompagnava il primo
fuoco della stagione autunnale acceso nel cammino, e regalava
all’unica creatura seduta di lì a pochi passi una gradevole
sensazione di intimità e di calore.
La
ragazza sospirava e voltava distrattamente le pagine del libro che in
realtà non stava leggendo, alternando pensieri gioiosi e sorrisi
mesti ad ansie sottili ed espressioni preoccupate.
Di
tanto in tanto si accarezzava il ventre, ancora perfettamente piatto
e sgonfio, e disegnava con un dito il profilo di un volto infantile.
Nessuno,
a parte lei, ancora sapeva nulla della novità che di lì a poco
avrebbe travolto la sua vita e quella del suo compagno e, per quanto
continuasse a dirsi che tutti avrebbero gioito per il lieto evento,
una parte di lei aveva comunque il timore che qualcuno potesse essere
sopraffatto dall’ansia o dai dubbi.
Videl
posò il libro sul piccolo tavolino in legno d’ebano frapposto tra
il divano e il camino e prese a camminare nel salotto della villetta
pensando a come dirlo a Gohan.
Non
poteva tacere ancora.
Presto
avrebbero avuto un bambino e, per quanto fossero ancora giovani e
sicuramente inesperti, dovevano affrontare quell’evento inatteso
con tutta la maturità e la consapevolezza possibili. Immaginare il
volto del suo primogenito, che le sorrideva felice come solo un bimbo
poteva fare con la sua mamma, le fece tornare in mente la sua
infanzia, vissuta nel benessere di una famiglia ricca e nella
solitudine dell’orfanilità. A lei sua madre era sempre mancata
tantissimo, sebbene non avesse mai voluto farlo pesare all’unico
genitore rimastole. In fondo, Satan non era certo responsabile della
prematura scomparsa della moglie e Videl sapeva benissimo che,
nonostante egli cercasse in tutti i modi di mostrarsi forte di fronte
alla figlia, per lui era stato durissimo accettare quella perdita.
In
quel momento, si chiese anche che tipo di madre sarebbe stata lei.
Premurosa? Possessiva? Permissiva? Ansiosa? Complice? Chissà perché,
però, nonostante il suo desiderio di avere un figlio si stesse
realmente concretizzando, le pareva di faticare molto a immaginarsi
nel ruolo di genitrice.
Lo scricchiolio della porta che si stava aprendo la avvertì dell’arrivo di qualcuno.
«Ah, finalmente! Credevo che oggi la lezione non sarebbe mai terminata. Ciao, Videl, come stai?»
Da
quando Gohan aveva cominciato a frequentare l’università, capitava
spesso che rincasasse piuttosto tardi. Non era lui a stabilire gli
orari delle lezioni e dei tirocini e, nonostante avesse tentato più
volte di far coincidere gli studi con una vita casalinga piuttosto
normale, il più delle volte l’onere di occuparsi della casa, della
spesa e delle bollette gravava tutto sulle spalle di Videl. Anche
lei, a dir la verità, lavorava; ma i turni che aveva come agente
speciale di polizia non erano poi così rigidi come invece erano
quelli di Gohan.
Il
ragazzo molto spesso si sentiva in colpa per questo, eppure pareva
proprio che la sua compagna non vedesse come un peso gli orari
sicuramente scomodi che tenevano impegnato il suo compagno
all’università. Sapeva quanto Gohan ci tenesse alla sua carriera
accademica e, sebbene lei avesse preferito percorrere una strada
totalmente diversa, lo aveva sempre incoraggiato a proseguire in
quella direzione e a perseguire quell’obiettivo.
Il
bacio che sentì schioccare sulla sua guancia le sembrò più
affettuoso del solito, nonostante ella fosse consapevole del fatto
che si trattava semplicemente di una sua impressione.
Era
emozionata: stava per dire al ragazzo che aveva amato fin dal primo
giorno in cui si erano visti che entro pochi mesi nella loro vita
sarebbe entrata una nuova creatura, frutto dei forti sentimenti che
provavano l’uno verso l’altra e delle passionali notti trascorse
insieme a fare l’amore. In quel momento pensò che non avrebbe
potuto trovare un compagno migliore, e che se anche quella gravidanza
era arrivata piuttosto in anticipo rispetto alle sue previsioni, lui
e lei, insieme, l’avrebbero portata avanti con entusiasmo e
pazienza, fino alla nascita del loro bambino.
«Gohan, devo dirti una cosa».
«Lo so, ti avevo promesso che mi sarei fermato a comprare del pane, ma la lezione è finita davvero tardi e i forn...»
«Shh...»
Videl posò un dito sulle labbra ancora dischiuse del giovane saiyan, e poi lo tolse, regalando al ragazzo un bacio tanto breve quanto inaspettato.
«Sono incinta».
Gli attimi di silenzio che seguirono quella rivelazione videro un lento ma inesorabile acceleramento del battito cardiaco di entrambi gli amanti, impegnati a scrutarsi vicendevolmente negli occhi, tra lo sguardo carico d’ansia di lei e quello sbigottito e tramortito di lui.
«Dici… Dici sul serio, Videl?»
«Sì».
Il viso di Gohan si illuminò e poco a poco un sorriso carico d’euforia prese a delinearsi sul suo volto ancora quasi fanciullesco.
«Accidenti, è… È meraviglioso! Quando lo hai scoperto?»
«Due giorni fa, ma non sapevo come dirtelo. Sai, non me lo aspettavo, e...»
Gohan
afferrò Videl per il bacino e la sollevò da terra, per poi
stringerla forte a sé in un abbraccio. La sua vita stava per
cambiare, e lo avrebbe fatto in meglio. Nel corso della sua
giovinezza, egli aveva affrontato le prove più difficili che il
destino potesse mettergli davanti: aveva viaggiato nello spazio alla
ricerca dei Namecciani, aveva affrontato i nemici più spietati e
sanguinari, aveva persino salvato il mondo dalla minaccia di un
androide; ma mai come in quel momento aveva mai avuto tanta
adrenalina in corpo.
Chissà
perché egli pensava che quella sarebbe stata la sfida più difficile
da fronteggiare.
Ricordava
molto bene i sacrifici fatti da sua madre per garantirgli un avvenire
dignitoso nonostante la solitudine e le difficoltà economiche –
era soprattutto grazie a lei alla sua tenacia, in fondo, che egli era
riuscito a diplomarsi con il massimo dei voti e a superare il test
d’ingresso per l’università più facoltosa di Satan City – e
proprio per questo motivo era consapevole di quale responsabilità
sarebbe gravata sulle sue spalle da quel momento in avanti. Crescere
un bambino non era di certo un gioco, ma lui e Videl ce l’avrebbero
messa tutta e, ne era sicuro, avrebbero fatto un ottimo lavoro, come
del resto avevano fatto i loro genitori pur tra mille, seppur molto
diverse, difficoltà.
«È una notizia meravigliosa, Videl! Non avresti potuto rendermi più felice!»
Stavolta
fu Gohan a posare le labbra su quelle della sua compagna.
Il
fuoco dietro di loro ancora bruciava nel camino, rendendo più intima
e romantica un’atmosfera già di per sé estremamente suggestiva.
Nessuno di loro due ricordava un autunno più bello e caldo di quello
che stavano vivendo, e ciò non dipendeva soltanto dall’aria quasi
fiabesca del magnifico luogo che avevano scelto per costruire la loro
dimora: quei boschi ingialliti, quei sentieri resi dorati dalle
migliaia di foglie ormai secche cadute a terra e il vento che di
tanto in tanto bussava alle finestre della loro villetta non
avrebbero mai potuto da soli riempire il cuore dei due ragazzi come
stava accadendo in quel momento.
Quel
bambino era il tassello mancante di una felicità già quasi
totalmente raggiunta e il punto di partenza per una vita che, da lì
in poi, sarebbe per entrambi cambiata per sempre.
In
meglio.
Fine