Ringrazio
anche solo chi legge.
Scritta
sentendo: https://www.youtube.com/watch?v=ESumfSkondA.
★
Quest@ [fanfic/art/aesthetic/video/ecc] partecipa
all'iniziativa “Artist Meets Artist” a cura di
Fanwriter.it!
★
Fandom: Originale, fantasy.
★
Tipo di art: Fanfiction.
★
Rating: SFW (per tutti); NSFW (sesso/violenza/ecc): SFW.
★
Descrizione del vostro lavoro (BREVE):
Ho
scritto una scena per omaggiare l’immagine
di @Dedense:
https://www.facebook.com/photo.php?fbid=1519956521383573&set=gm.121903061860632&type=3&theater
Tutto
parte da un veliero
in una notte di mare calmo, colpito dai raggi lunari
e ricoperto da nuvole.
Numero
parole: 659.
Il
veliero oscuro del destino
“Sta
soffiando il vento gelido del nord” disse l’uomo.
Alzò lo sguardo e nelle sue iridi color fiordaliso si
rifletté la volta
celeste, di un nero intenso nonostante fosse puntellata da stelle
argentee.
Il
rumore del mare che s’infrangeva sulla fiancata
della nave, in uno sciabordio continuo, gli rimbombava nelle orecchie.
L’uomo
socchiuse gli occhi, il vento sferzava il suo viso
rugoso bruciato dal sole, gli faceva ondeggiare la lunga e candida
barba.
Appoggiò le mani callose, dalla pelle spessa e coperta di
macchie, sulla
balaustra di legno massiccio, facendo ondeggiare le larghe maniche
della tunica
marrone scura che indossava.
Un
gufo candido sorvolò il mare color inchiostro,
flettendo le sue ali ampie.
Una
dama da una lunga veste lattea si avvicinò
all’uomo,
i marinai la guardavano. Alcuni ringhiavano al suo passaggio, altri
scuotevano
il capo, i più giovani deglutivano rumorosamente e le loro
gote si tingevano di
vermiglio.
“È
un presagio?” domandò la giovane con voce tremante.
“Il
gufo delle nevi è da sempre un sintomo di sventura
voluto dagli antichi dei. Essi comparivano quando le spettrali acque
reclamavano gli spiriti dei viventi in funeste inondazioni”
rispose l’anziano
con voce roca.
“Come
avere una donna a bordo. Porta il malocchio”
ringhiò un marinaio intento a controllare il cordame con
l’occhio sano. Nell’iride
bianca del suo occhio guercio si riflettevano le grandi vele, gonfiate
dal
vento, semi-nascoste da delle pesanti nuvole grigiastre.
“Saggio
Ludvic, questo vuol dire che non raggiungeremo
la nostra destinazione?” domandò la giovane. Le
sue iridi color perla divennero
liquide.
Lo
stregone si voltò lentamente e piegò in avanti la
schiena curva, le sue ossa scricchiolarono. I suoi occhi, cerchiati da
profonde
occhiaie, concatenarono il suo sguardo con quello di lei.
“Non
dimenticare che questo viaggio è guidato da forze
antiche e oscure. La ‘destino’
raggiungerà la sua meta” disse.
Appoggiò la mano
ossuta e ruvida sul ventre leggermente rigonfio di lei.
“Però
coloro che sono morti annegati piangono nel
verso stridulo di quel gufo. Io lo temo” mormorò
la giovane, socchiudendo le
labbra sottili e rosee.
L’anziano
le prese il viso tra le mani e le posò un
bacio sulla fronte.
“Sua
maestà della notte ha posto in te il suo seme e
da esso germoglierà il suo erede. Le forze delle tenebre ci
guideranno e
proteggeranno” rispose.
Un
marinaio si fece un segno della croce e un altro cercò
di salmodiare una preghiera in un latino stentato.
“Egli
sarà un nascituro dagli occhi di fuoco. Guiderà
il mondo del domani e suo padre infonderà in lui il potere,
quando lo avremo
raggiunto” proseguì l’anziano stregone.
Il
cielo fu solcato da fulmini vermigli che
illuminarono il mare di riflessi rosso sangue.
<
Spero che quel maledetto pargolo, che sembra la
progenie del diavolo a sentire quel vecchio pazzo, passi dalla culla
alla bara
> pensò il Capitano della nave, stringendo con foga
il timone, fino a
sbiancarsi le nocche.
Una
sirena emerse dalle acque, i suoi lunghi capelli
verdi simili ad alghe erano impreziositi da perle e stelle marine vive.
Sulle
sue spalle c’erano delle pesanti ali richiuse, dalle piume
nere gocciolanti.
Dimenò le zampe da uccello sott’acqua e fece
riemergere in parte la lunga coda
di pesce che si dipartiva dal fondo della sua schiena umanoide.
Parecchi
marinai gridarono, alcuni iniziarono a
tremare, altri singhiozzando estrassero le pistole.
La
sirena sorrise, piegando delle flaccide labbra
nere, mostrando una chiostra di denti aguzzi.
“Un’aura
di mistero circonda la bianca dama, la
principessa della notte. Il mio signore ti manda i suoi auguri.
La
seduzione, la bellezza e lo sdegno che io porto con
me, non saranno, questa volta, il segno della fine dei vostri giorni.
La
morte ha tessuto il vestito nuziale che ti spetta,
mia signora.
La
mia canzone riecheggerà mentre l’anello
dell’eternità
ti verrà infilato al dito” cantò con
voce lugubre.
La
giovane dama sorrise e si portò le mani strette al
petto.
“Il
mio signore attende di sposarmi” disse con tono
melodioso.