Parte 2
Nel Giardino Radioattivo, intanto..
-Cloud, esci con me?-
-No-
-Cloud, esci con me?-
-No-
-Cloud, esci con me?-
-No-
-Cloud, esci..-
-Tifa, per la 134568910304 volta..no-
La guerriera assunse l’espressione da
chocobo-bastonato-con-tanto-bisogno-di-coccole e si mise davanti al Soldier
-Ti prego-
-No-
-Ti scongiuro-
-No-
-Ti imploro-
-Tifa- ringhiò Cloud –Basta..vorrei guardare
la partita Heartless vs Nobody-
-Tsk! Allora io esco e vado col primo che
incontro!- esclamò la guerriera, sbattendo la porta
-Quando torni, portami la birra- la salutò
l’ex Soldier sorseggiando l’undicesima lattina –Goaaaal!- gridò alzandosi e
facendo l’aeroplano.
Vorrei farvi notare, o miei lettori, che la
tv è spenta.
Ma lasciamo il decolorato alla sua partita e
spostiamoci in un altro quartiere di Radiant Garden.
Un tizio vestito di rosso, con gli occhiali
da sole e con in mano una cartina (al contrario e girata di 49,5° a Nord-Ovest)
sta borbottando peggio di una pentola di fagioli salterini messicani.
-Maledetta la mia sfortuna! Potevo vincere io
la tombola Yevonita e invece no! Il primo premio è andato a quel carciofo di
Seymour, e mentre io sono qua a cercare di orientarmi, lui si starà lamentando
come una femminuccia capricciosa dell’umidità ce gli arriccia i capelli! Potevo
esserci io ad Atlantica, maledetta Yunalesca!-
Tifa intanto continuava nella sua ricerca,
tentando di mantenere la promessa che aveva fatto a quell’idiota del suo
ragazzo.
Perché..era il suo ragazzo, vero?
Ma certo che lo era! Solo soffriva di una
timidezza assurda, che lo portava a regalare ad Aeris e non a lei, un grosso
chocobo di peluche con il collare a forma di cuore, oppure a tenere la Cetra
per mano e camminare con lei, bagnati dalla luce della luna, in un romantico e
notturno locus amoenus.
Sorrise, diventando porpora per l’imbarazzo.
Che dolce il suo timido e stupido Soldier
biondo!
La maestra di arti marziali aveva però
qualche problema, come dicevo. Aveva minacciato di andare con il primo che
incontrava, ma fino a quel momento era stata particolarmente sfortunata: prima
Paperone (Tifa non era razzista, non sia mai, però..un tizio cos’ burbero e per
di più papero!), poi Qui (o era Qua?), poi Quo (o forse era Qui?), poi Qua
(oppure era Quo?), Merlino (che sinceramente non era proprio il suo tipo,
poteva essere un suo trisavolo), un Moguri (che somigliava al peluche con cui
dormiva e a cui aveva attaccato una parrucca bionda tipo istrice e a cui aveva
cucito un completino nero, mini moto super accessoriata compresa nel servizio),
un chocobo (No, dai, un gallinaceo!), un gelato al sale marino (Uhm! Buono!) ed
un vaso di piante carnivore.
Sospirò, cominciando a dubitare seriamente
della buona riuscita del suo piano Conquistiamo-Il-Nostro-Puccioserrimo-Cloud-Pucci-Pucci.
Ad un tratto sentì un borbottio sconnesso,
unito a qualche strana e particolarmente volgare imprecazione; alzò la testa e
vide arrivare un tizio vestito di rosso, che teneva fra le mani i resti di
quella che sembrava una cartina geografica fasulla, il tipo che di solito i
bambini trovano nei sacchettini del McKingdonald.
Inarcò un sopracciglio, mettendo in moto il
suo sistema Acchiappa-Possibili-Fidanzati-Per-Far-Ingelosire-Cloud.
Non era esattamente il suo ideale di ragazzo,
ma poteva andare bene: circa 35 anni, capelli brizzolati e occhiali da sole
alla “Baby sono (o meglio, ero) un figo giramondo”; gli unici aspetti che
lasciavano Tifa un poco perplessa erano il leggero odore di putrefazione, le
lucciole strambe che gli gravitavano attorno tipo elettroni intorno al nucleo e
il vocabolario non propriamente fine e nemmeno elegante, capace di far
arrossire il più rozzo tra gli scaricatori di porto. Ceto, quest’ultimo punto
poteva andare a suo favore, donandogli un’aria di uomo vissuto.
La maestra di arti marziali si riavviò i
capelli, si morse le labbra e si pizzicò le guance per farle diventare più
rosse e si avvicinò al nuovo arrivato, sbattendo soavemente le ciglia.
-Buongiorno, benvenuto a Radiant Garden! Io
sono Tifa- cinguettò, porgendo all’uomo la propria mano, aspettando un elegante
baciamano.
Auron, perplesso, si chiese se la tizia
davanti a lui non avesse qualche problema agli occhi, dato che era arrivato a
contare 1800 battiti al minuto, e se anche la voce non fosse totalmente a
posto, visto che aveva assunto la stessa tonalità di quella di Khimari quando
per scherzo gli aveva messo un topo sotto il letto.
Per un attimo tutti avevano pensato che ad
aver urlato fosse stata Yuna, intenta a cercare senza successo la sua piastra
per capelli.
-Io sono Auron- si presentò, stringendole la
mano.
Tifa rimase di sasso, un finto sorriso sulle
labbra
-Non mi fate il baciamano?-
-Come?-
-Non ha un asciugamano?- cercò di rimediare
all’errore, allargando in modo ancora più inquietante il sorriso
-Ehm, no, ne sono attualmente sprovvisto-
rispose perplesso il Guardiano, fissandola come quando aveva visto Tidus
vestito da ballerina di can can: occhi sgranati, mascella a terra e pallore
mortale (per quanto un pallore possa essere mortale per un non-morto)
-Vuole mettersi con me?- incalzò,
sbadatamente la guerriera
-Eh?-
-Vuole appendersi ad una sala da thè?-
-No, grazie comunque..oggi..ehm..oggi non
sono dell’umore giusto..-
-Capisco- disse l’altra –Venga, le faccio
vedere la mia stanza-
-Come, scusi?-
-Le vado a prendere un’ambulanza!-
-Ma no, si figuri..non ne vedo il bisogno..- “Oh
maledetto Yevon, questa è folle!” –Potrei visitare la città?-
Stava per aggiungere un “da soli”, ma Tifa lo
fermò
-Ma certo!- cinguettò –Vuole prendermi per mano?-
-Eh?-
-Vuole appisolarsi su di un corrimano?-
-No, ho..riposato abbastanza, lei è molto
gentile-
-Allora le piaccio?-
-Scusi?_
-Allora lei è un pagliaccio!-
-S’ certo, come secondo lavoro per
arrotondare lo stipendio- rispose il Guardiano, sarcastico
-Vuole una cena a lume di candela?-
-Non credo di aver capito..-
-Arrossisce per l’albume di una mela?-
Auron non fece in tempo a rispondere che un
lampo bianco illuminò il cielo, un “Porco Xigbar!” seguito da un “Soruccino-ino-ino
non dire brutte paroline!” e da un “I Am the Leading Man!” fecero tremare l’aria
e davanti ai due apparvero tre strambi tizi.
Quello che sembrava il più grande si sistemò
il giacchettino e sorrise
-Eccoci arrivati! Ora, Sora e Kairi, potrete
riaccendere la fiamma del vostro amore!-
-Vuole accendere la fiamma del nostro amore?-
chiese Tifa al Guardiano con sguardo seducente
-Ha detto, scusi?-
-Ha sentito anche lei risuonare il canto di
un Moguri incolore?-