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Autore: Cailiel    10/10/2017    0 recensioni
Adriel Rosewain non potrebbe essere più felice di così. Presto sarebbe tornata ad essere Adriel McLeon e basta.
Beh, non proprio e basta... Sarebbe tornata ad essere Adriel McLeon ma con sei zeri nel conto corrente.
Il suo matrimonio con Dante Rosewain era miseramente fallito e lei ci aveva guadagnato due case, il 30% dei suoi soldi e uno stipendio mensile di diecimila dollari australiani. La vita potrebbe andare meglio di così? Certo che sì: ora che Derek, il suo primo amore, è tornato nella sua vita.
Genere: Commedia, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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PARTY HARD, PLAY HARDER


Emily si risvegliò il giorno seguente con un mal di testa allucinante e in un letto che non era il suo.

La stanza in cui si trovava aveva i muri di mattoncini di terracotta rossi sui quali vi erano appese stupende fotografie.

Si tirò a sedere a fatica spostando di lato le lenzuola gialle e si passò una mano sul viso infastidita dai raggi del sole che filtravano dalla finestra aperta.

Il suo stomaco era in subbuglio e il forte profumo di dopobarba che aveva addosso non migliorava di certo la sua situazione.
Si rese conto di essere nuda solo quando un ragazzo alto e dai capelli corvini entrò nella camera con in mano un vassoio di cibo fumante.

-Buongiorno.- La salutò con voce profonda e lei arrossì di colpo afferrando il lenzuolo per coprirsi. Non si era mai sentita tanto in imbarazzo.
-Buongiorno...- Balbettò a disagio guardandosi intorno come alla ricerca di qualcosa.
-Lucien.- Disse l'uomo ed Emily lo guardò stralunata.
-Come, scusa?- 
-Mi chiamo Lucien, nel caso te lo fossi dimenticata.-
-No, no, me lo ricordavo.- Mentì lei mentre lui appoggiava il vassoio sul materasso sul quale poi si distese.
-Fame?- Le chiese indicando i toast caldi sul piatto e la marmellata fredda nel vasetto, c'erano anche due tazze di caffè e del latte.

Emily sembrava scettica, guardò lo sconosciuto (poteva veramente definirlo sconosciuto dopo che ci aveva passato la notte insieme?) e poi il piatto. Fu lì lì per rifiutare quando il suo stomaco brontolò rumorosamente facendo ridere Lucien.

 

Il fatidico venerdì era finalmente arrivato, nel pomeriggio Adriel e Oscar avrebbero preso l'aereo fino a Melbourne per andare a trovare il famoso Cody Baxter.

La ragazza si era alzata quella mattina con una strana sensazione alla bocca dello stomaco e mano a mano che il tempo passava il senso di nausea aumentava.
Ormai si era abituata al suo nuovo lavoro e non le dispiaceva affatto, nonostante la mattina si dovesse svegliare prima delle dieci.
Oscar era di buona compagnia nonostante avesse quasi sempre un'aria sognante e lavorasse poco infatti spesso -anzi, quasi sempre- toccava a Jacob (l'altro suo segretario) finire i suoi compiti.





 

Dante scese all'aeroporto di Melbourne seguito da Emeraude e Sam che per tutto il viaggio si erano scambiati delle occhiate assassine che il terzo incomodo aveva finto di non notare.

Adriel stava camminando al fianco di Oscar ed entrambi erano diretti a prendere le loro valige dal nastro trasportatore. Oscar le stava raccontando alcuni aneddoti su Cody e da quello che la ragazza aveva avuto modo di capire, al tizio mancava qualche rotella.
Rise ad alta voce portandosi la mano sulla bocca per attutire il suono mentre Oscar sorrideva gongolante tenendosi le mani nelle tasche dei jeans.

Dante voltò di poco la testa nel sentire una risata tanto familiare e a pochi metri da lui vide una donna dai lunghi capelli neri che gli stava dando le spalle mentre camminava al fianco di un tizio alto e slanciato.
Sospirò: avrebbe riconosciuto quella risata e quel fisico fra mille.

-Tutto bene?- Chiese Emeraude senza capire cosa gli fosse preso all'improvviso.
-Si.- Disse Dante: -Tutto bene, andiamo a prendere le valige.-


 

Adriel entrò nella seconda casa che aveva ottenuto dal divorzio con Dante, quella di Melbourne. Beh non era casa sua al 100%, avevano patteggiato e un lato della struttura apparteneva a lei mentre l'altro a Dante.
La casa era comunque abbastanza grande da poter fare in modo che i due non si incontrassero mai, se non all'entrata.

Sorrise appoggiando le chiavi d'entrata sul comodino e si levò i tacchi vertiginosi che indossava rabbrividendo al contatto con le piastrelle di marmo fredde.
Non vedeva l'ora di immergersi nella grande vasca da bagno che c'era al secondo piano. Tecnicamente faceva parte della zona dove avrebbe dovuto risedere Dante ma, oh, lui non era lì e quindi non sarebbe mai venuto a saperlo.

Silenziosamente salì le scale andando verso la propria stanza dove gettò lo zainetto in cui conteneva i vestiti e anche la borsa a mano per poi canticchiare a bassa voce mentre attraversava il lunghissimo corridoio per andare verso il bagno dell'ex marito. 

Aprì la porta accendendo la luce per poi vagare con lo sguardo nel bagno arredato secondo lo stile moderno. Ovviamente aveva decorato lei la casa secondo i suoi gusti personali ed era un gioiellino, secondo il suo modesto parere.

-Che ci fai qui?-

Ad Adriel per poco non venne un infarto, sobbalzò voltandosi di scatto e in quel momento fu certa che le sarebbe venuto un infarto: Dante era appoggiato allo stipite della porta, una borsa a tracolla gli scendeva lungo il fianco arrivandogli all'altezza della coscia, indossava una semplice t-shirt grigia e dei jeans neri con un paio di scarpe da ginnastica. 

-Che ci fai tu qui?-
-Questa è casa mia.- Le rispose lui senza battere ciglio.
-Beh... E' anche casa mia.- Pigolò lei al che Dante aggrottò la fronte: era per caso insicurezza quella?
-Casa tua è dall'altra parte del corridoio.- Puntualizzò l'uomo rimettendosi in posizione eretta, guardò Adriel che lanciava uno sguardo triste nella direzione della vasca da bagno e scosse la testa: il lupo perde il pelo ma non il vizio. -Mi sa che mi toccherà usare la doccia.- Disse soltanto per poi andarsene mentre sulle labbra della ragazza compariva un sorriso enorme.

Dante si gettò sul grande letto matrimoniale di quella che una volta era la loro camera da letto, di solito stavano lì quando lui era in viaggio di lavoro, Adriel adorava quella casa e perciò aveva deciso di lasciargliene una parte.

Adriel uscì dalla vasca dopo due ore buone passate dentro l'acqua calda, anche nella casa nella Gold Coast aveva la vasca ma non era tanto grande quanto quella di Melbourne. 
Si avvolse in un asciugamano togliendo poi il tappo e uscì gocciolante dal bagno per andare verso la propria camera da letto che fino ad allora era stata la stanza degli ospiti. 
Fra poco più di un'ora sarebbe passato Oscar a prenderla, sarebbero andati a cena insieme al ristorante e poi da Cody.

Non aveva proprio voglia di uscire ma ormai era troppo tardi per rifiutare.
Mentre si preparava si chiese come mai Dante fosse lì e perchè la sua nuova fiamma non fosse con lui, si era già stancato di lei?

Aprì l'armadio per tirare fuori qualche abito ma lo trovò vuoto.
Merda! Pensò, tutti i vestiti eleganti che aveva in quella casa erano nell'altra stanza.
Fece un verso esasperato e, dopo aver indossato l'intimo e una maglietta extra large che avrebbe dovuto usare come pigiama, uscì dalla stanza per andare verso quella dell'ex marito.

Socchiuse lentamente la porta sbirciando dentro la camera: Dante era nel letto che dormiva dandole le spalle. 
Cercando di fare meno rumore possibile, aprì la porta ed in punta di piedi andò verso la cabina armadio.

Senza nemmeno rendersene conto si ritrovò imprigionata fra il muro e il corpo di Dante, non ebbe nemmeno il tempo di sussultare che sentì le mani dell'uomo afferrarle le cosce alzandola da terra, istintivamente Adriel portò le braccia intorno al suo collo attirandolo a se per poi sentire le sue labbra contro le proprie.
Lo baciò con frenesia e trasporto sentendo la pelle pungere a causa della leggera e curata barba di lui. Gli cinse la vita con le gambe facendo aderire i loro corpi mentre le sue dita si infilavano fra i suoi capelli biondi.

-Adriel.-

La donna si riscosse di colpo portandosi una mano sul cuore: stava battendo all'impazzata, sbattè le palpebre un paio di volte ritornando di colpo alla realtà. Si voltò notando con disappunto che Dante era ancora nel letto e che il bacio mozzafiato che aveva appena vissuto c'è stato solo nella sua testa.

-Eh?- Gli domandò guardandolo senza capire.
-Ti ho chiesto che ci fai qui... Stai bene?- Le chiese inarcando un sopracciglio mentre si tirava su a sedere, anche lui era ancora stordito dal sonno.
-Io... Si, sto bene. Avevo solo bisogno di un vestito.- Gli rispose per poi entrare nella cabina armadio. 
-Non sarebbe stato più semplice andare a comprarne uno nuovo?- Dante si era alzato dal letto e si era diretto verso la cabina fermandosi all'entrata di essa.
-Perchè dovrei? Qua ci sono un sacco di bei abiti che non ho mai indossato.- Ribattè immediatamente la donna e Dante fu costretto a pizzicarsi un braccio per assicurarsi che non stava ancora sognando.

Era veramente Adriel quella che aveva appena parlato?

-Che te ne pare?- Gli domandò mentre tirava fuori una gruccia sulla quale c'era appeso un abito bordeaux.

Dante non se ne intendeva granchè di moda o stile: al lavoro indossava sempre giacca e cravatta, in casa girava con i pantaloni di tuta e per uscire una t-shirt e dei jeans gli sembravano un outfit decente; Fra i due era sempre stata Adriel quella con un spiccato senso estetico, era lei quella che decideva cosa avrebbero indossato o meno e lui doveva solo annuire e obbedire.

-Carino.- Scrollò le spalle mentre immaginava il vestito addosso a lei, una fitta di gelosia gli attanagliò lo stomaco: per chi si stava vestendo così?

L'abito era corto e aderente, aveva le maniche che arrivavano fino al gomito e un'ampia scollatura a V. Non aveva alcun ricamo particolare e non era per niente appariscente, sarebbe andato bene per una festa del genere.

Adriel appoggiò il vestito su una delle poltroncine presenti al centro della cabina e si tolse la maglietta per poter provare l'abito.
Lo sguardo di Dante vagò lungo il suo corpo, deglutì rumorosamente incrociando le braccia al petto: non riusciva a toglierle gli occhi di dosso e lei questo sembrava non notarlo.

Il biondo non poté fare a meno di chiedersi che fine aveva fatto la donna che il giorno del loro divorzio aveva incrociato le braccia al petto per fare in modo che lui le guardasse il seno, la stessa donna che aveva passato ore e ore a prepararsi per lui nonostante fossero divorziati, quella che non perdeva occasione per cercare di sedurlo... 
Quella che gli si stava presentando davanti in quel momento era a malapena la sua ombra.

Adriel si voltò per andarsene ma fu bloccata dalla figura di Dante ferma sulla soglia, alzò gli occhi verso i suoi che la guardavano inquisitori.

-Stai bene?- Le domandò un'altra volta: -Sicura di non avere la febbre?-
-Si...?-

Continuarono a guardarsi negli occhi per quella che parve un'infinità di tempo poi la ragazza si schiarì la voce: -Mh, posso... Posso passare ora?- Domandò e Dante fu costretto a spostarsi suo malgrado.

Alle otto e mezza spaccate Oscar arrivò davanti alla casa della sua segretaria vestito di tutto punto e con un mazzo di tulipani in mano, suonò al campanello schiarendosi la voce ed aspettò che qualcuno venisse ad aprirgli.
Rimase piuttosto spiazzato quando al posto della sua sexy segretaria si ritrovò davanti un uomo grosso quanto un tronco di una quercia e senza maglietta.
I due si soppesarono da capo a piedi in silenzio poi Oscar si decise a parlare: -Oh, mi scuso. Credo di aver sbagliato casa.- Disse lanciando poi un'occhiata al numero dell'abitazione 837, no... era quella giusta...

-Arrivo!- Adriel arrivò di gran fretta da una stanza laterale della casa fermandosi in mezzo all'entrata: -Oscar, ciao!- Sorrise poi al suo capo andando verso di lui.

Si erano messi d'accordo che fuori dall'ufficio potevano chiamarsi per nome dato che non c'era una chissà quale differenza di età fra i due.

-Ehi.- La salutò lui sentendosi un po' a disagio di fronte allo sconosciuto che ora lo stava guardando in cagnesco, le porse il mazzo di fiori che lei accettò con un sorriso.
-Sono bellissimi, grazie.- Gli disse nonostante lei odiasse i tulipani.

La tensione era alle stelle e si poteva tagliare con un coltello.

Oscar si schiarì la voce per poi proporre: -Vogliamo andare?-
-Certo!- Adriel si voltò verso Dante e prima che quest'ultimo se ne accorgesse, si ritrovò con i fiori fra le braccia: -Ti dispiace metterli in un vaso?- Chiese mentre afferrava il suo cappotto.
-E se devi andare da qualche parte, fatti la barba. Sembri un orso.- Aggiunse per poi uscire di casa chiudendo la porta dietro di se prima che lui potesse dire qualsiasi cosa.

 

La villa di cui Cody Baxter le aveva tanto parlato al telefono si rivelò per Adriel una totale delusione. Modesti a parte le sue vecchie case erano tutte molto più belle e soprattutto arredate di gran lunga meglio.
Cody aveva passato tre quarti d'ora a vantarsi di come la sua bravissima scopamica, nonché decoratrice d'interni, Rose, avesse scelto con cura ogni mobile lavorando minuziosamente su ogni dettaglio. 

Adriel aveva sorriso ed annuito fingendosi interessata ma dal suo punto di vista tutto quell'arredamento era semplicemente stato scelto a caso e buttato dentro alla rinfusa senza seguire nessuno stile.

La festa era appena entrata nel vivo. 
Questa Rose poteva far pena come arredatrice ma una festa con i fiocchi sapeva di certo organizzarla.

Adriel era seduta sulla panchina a dondolo del giardino sul retro con la suddetta designer a parlare del più e del meno e con un drink in mano quando l'ultima persona che si sarebbe mai aspettata di vedere lì fece la sua comparsa.

-Dante!- Esclamò Cody dalla parte opposta rispetto a dove si trovava il biondo. Lo raggiunse a braccia spalancate per poi salutarlo con una stretta di mano.

Dante aveva dipinto sulle labbra un mezzo sorriso ironico e alle sue spalle c'erano Emeraude e Samuel che si stavano mordendo le guance cercando di non ridere.

Lo sguardo di Adriel volò dal trio verso Oscar che era seduto al tavolo circondato da una grande compagnia a chiacchierare allegramente.

-Dante fottuto Rosewain, da quanto non ti vedo? E chi è questa meraviglia dietro di te? Immagino la tua signora.- Disse Cody squadrando Emeraude dalla testa ai piedi un paio di volte. 

Sam inarcò un sopracciglio e si infilò le mani nelle tasche dei jeans facendo finta che il modo in cui il tizio guardava la sua fidanzata non lo infastidisse affatto.
Cody era un tipo un po'... sopra le righe, ma ad Adriel non sembrava un cattivo ragazzo se non fosse stato per la maniera in cui guardava le sue gambe.

-Mi sembrava avessi detto che saresti andata a una cena romantica.- Disse Dante sedendosi a fianco della ex moglie non appena Rose se ne fu andata per stare con dei nuovi arrivati.
-Mi sembrava di averti anche detto di farti la barba, chiaramente non mi ascolti mai quando parlo.- Gli rispose Adriel accavallando le gambe. Non aveva mai parlato di nessuna cena, Dante si stava solo inventando un sacco di balle.

I due si guardarono negli occhi ed Adriel dovette usare tutta la sua forza di volontà per non gettargli le braccia al collo e baciarlo con la stessa foga con cui si era immaginata di farlo quel pomeriggio.
Si chiese se Dante l'avrebbe respinta, si chiese se anche lui percepiva quella tensione elettrica che c'era fra di loro o se era solo lei ad immaginarsela.

Dante si passò la punta della lingua fra le labbra: -Niente cena romantica, ho capito.- Disse semplicemente per poi spostare lo sguardo altrove.
Adriel sbuffò: -Vado a salutare Ede e Sam.- Mormorò a bassa voce per poi alzarsi e andarsene a grandi passi da lui.

 

Il tavolo dove Oscar stava seduto ora era diventato il campo per una partita con i controfiocchi di Beer Pong.

-Sexy segretaria, ti sfido!- Urlò Cody da un capo del tavolo, teneva le mani agli angoli della bocca come per fare l'eco ed era chiaramente ubriaco.

Adriel si voltò verso di lui guardandolo senza capire.

-Si dolcezza, parlo proprio con te.- L'uomo sogghignò per poi continuare sfacciatamente: -Se perdo mi dai un bacio, se vinco mi dai altro.- Le disse facendo ridere i presenti e ciò bastò per irritare Adriel. 
-Questo significa che io non ci guadagnerei niente in ogni caso.- Gli rispose lei mettendosi le mani sui fianchi facendo partire un coro di 'oooh'. 

Dante, Ede e Sam si erano avvicinati al tavolo. Il primo aveva contratto la mascella dopo aver sentito le parole di Cody e ora lo stava guardando irritato.
Oscar stava in piedi al fianco di Adriel continuando a ripeterle che non doveva accettare se non voleva farlo.

Cody a quella risposta era rimasto spiazzato: -Allora scegli tu le penitenze.-
Adriel finse di pensarci su: -Se vinci tu, io farò quello che vuoi. Ma se vinco io... Rimpiangerai di essere nato.- Gli disse con un tono di sfida per poi sorridergli: -Ci stai?- Chiese.

Sentì lo sguardo omicida di Dante bruciarle addosso ma fece finta di niente, era piuttosto sicura di poter vincere: Cody era già messo male mentre lei era quasi del tutto lucida.

Due bicchieri pieni di vodka più tardi, Adriel stava iniziando a dubitare della sua vittoria sicura. 
Odiava la birra e perciò i suoi bicchieri erano stati riempiti di vodka alla fragola.
Era riuscita a far bere quattro bicchieri a Cody, ancora due e avrebbe vinto ma la fortuna non sembrava essere a suo favore dato che continuava a sbagliare tiro.
Non voleva andare a letto con quel maiale sessista, anzi, voleva ridicolizzarlo e fargli capire chi era che comandava.

Cody lanciò la sua pallina, questa rimbalzò sul tavolo e colpì un bicchiere che cadde e rovesciò la vodka addosso all'abito di Adriel.

-Oh, ti sei già bagnata a pensare a quello che ti farò una volta che avrò finto?- Disse Cody e come al solito tutti i presenti risero come delle oche. 

-Grazie a Dio c'è un tavolo a separarli perchè dall'espressione di Adriel sembra che voglia strangolarlo.- Commentò Sam guardando il suo bicchiere quasi vuoto, Dante al suo fianco aveva le labbra tese in una sottile linea con gli angoli rivolti verso il basso e stava schiumando di rabbia. 

Oscar sembrava genuinamente preoccupato per Adriel e di tanto in tanto le dava una leggera pacca sulla spalla per incoraggiarla.

La mora strizzò gli occhi: ma che ci hanno messo dentro questa vodka? Si domandò mentre si rigirava la pallina fra le dita. 
Di solito riusciva a gestire benissimo l'alcool ma ora sentiva che avrebbe vomitato da un momento all'altro.

Abbassò lo sguardo verso il bicchiere qualcuno le aveva appena riempito e aggrottò la fronte. Non se lo stava immaginando o si?
Afferrò il bicchiere cercando di esaminarne meglio il fondo sul quale giaceva qualcosa di bianco e granulato.

-Ehi!- Sbottò: -Che cazzo mi hai messo nel bicchiere?- Chiese mentre sentiva il cuore batterle furiosamente nel petto e veniva percossa da vampate di calore.

Sentì che le stava per mancare il fiato era certa che da lì a poco sarebbe svenuta. 
Percepiva le guance che le andavano a fuoco, i crampi allo stomaco e un fortissimo senso di nausea.

Tutto ad un tratto non sentì più il pavimento sotto ai piedi, le sembrava di fluttuare in aria. Chiuse gli occhi e reclinò la testa all'indietro sentendo che l'unica cosa che il suo corpo voleva in quel momento era dormire. 

  
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