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Autore: Cailiel    10/10/2017    0 recensioni
Adriel Rosewain non potrebbe essere più felice di così. Presto sarebbe tornata ad essere Adriel McLeon e basta.
Beh, non proprio e basta... Sarebbe tornata ad essere Adriel McLeon ma con sei zeri nel conto corrente.
Il suo matrimonio con Dante Rosewain era miseramente fallito e lei ci aveva guadagnato due case, il 30% dei suoi soldi e uno stipendio mensile di diecimila dollari australiani. La vita potrebbe andare meglio di così? Certo che sì: ora che Derek, il suo primo amore, è tornato nella sua vita.
Genere: Commedia, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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TEASE
 

Adriel si risvegliò in un letto d'ospedale, aveva una flebo attaccata la braccio destro e la mano di Emeraude che stringeva la sua.

La castana si era addormentata in una posizione molto scomoda, teneva infatti la testa appoggiata sul materasso del lettino mentre stava seduta sulla poltrona di fianco al letto, la mora era sicura che si sarebbe risvegliata con un gran mal di schiena.

Nella stanza oltre a lei c'era anche Dante in piedi a guardare fuori dalla finestra, la luce del sole del mattino gli stava illuminando il viso schiarendo i suoi capelli già chiari di loro.

-Ti sei svegliata.- Disse voltandosi verso di lei per poi raggiungerla silenziosamente: -Come stai?-
-Come se un camion mi avesse appena messa sotto e fosse passato dieci volte sopra di me.- Rispose lei mentre cercava di alzarsi a sedere.
-Quanto sei drammatica.- La prese in giro lui sedendosi dalla parte opposta rispetto a dove Ede dormiva ancora: -Sam è andato a prendere del caffè. Oscar, se così si chiamava, è dovuto rientrare subito al lavoro ma ha detto di richiamarlo non appena ti sarai svegliata aggiungendo anche che se vuoi puoi prenderti qualche giorno di riposo.- 

Adriel si massaggiò una tempia con la punta delle dita chiudendo gli occhi, la luce del sole le stava dando un fastidio tremendo e sembrava quasi che ogni cosa intorno a lei fosse amplificata per tre.

-Che è successo?- Chiese aprendo un occhio per poter sbirciare nella direzione di Dante.
-Beh, ti hanno drogata alternando antibiotici, antinfiammatori e calmanti per ogni bicchiere. Sei svenuta ma Sam ti ha afferrata al volo, ti abbiamo portato all'ospedale e i dottori ti hanno fatto una lavanda gastrica. Sarebbe una storia da raccontare ai tuoi nipoti un giorno, peccato che non te la ricordi. Notte travolgente ed emozionante.- Disse ironicamente il biondo ed Adriel rise a bassa voce per poi mormorare un 'ahia' che la fece smettere subito.

-Dovresti riposare.- Le consigliò l'uomo.
-Anche perchè stiamo pagando l'ira di dio per questa camera e fra poche ore arriveranno le infermiere a sbatterci fuori.- Affermò Sam entrando nella stanza con due piccole tazze di caffè fumante nelle mani: -E questo caffè è acqua colorata, con che coraggio me l'hanno fatto pagare tre dollari l'uno?- Si lamentò.

 

Adriel rientrò a casa sua nel tardo pomeriggio, i dottori le avevano fatto un check-up completo e nei giorni successivi sarebbero arrivati i risultati delle analisi. Stava decisamente molto meglio rispetto a quella mattina anche se aveva battibeccato per tutto il viaggio con Dante a proposito di chi avrebbe dovuto pagare le spese mediche.

-Ti ho detto che potevo benissimo pagare io. Non ho bisogno della tua American Express in tutto e per tutto.- 
-Adriel i soldi che avresti usato sarebbero comunque stati i miei quindi fai storie inutili.- Dante alzò gli occhi al cielo chiudendo la porta di casa alle sue spalle.

La donna incrociò le braccia al petto voltandosi verso di lui per fulminarlo con gli occhi: -Per tua informazione ora ho un lavoro anche io, ciò vuol dire che sarei stata perfettamente in grado di pagare!- Affermò piccata per poi dargli le spalle e andarsene sbattendo con i piedi per terra ad ogni passo.
-Dove vai?- Le chiese il biondo guardandola accigliato.
-In camera mia.- Urlò lei ancora offesa.
-Quella parte della casa è mia.- Rispose subito lui iniziando a seguirla su per le scale.
-Camera. Mia.- Fu l'unica risposta che ottenne da lei prima che gli sbattesse la porta della stanza in faccia. 

Adriel si buttò nel letto coprendosi fin sotto al mento, sospirò afferrando il cuscino che stava dall'altra parte e lo strinse forte a se inspirando il nuovo profumo che il marito aveva iniziato a usare; le piaceva, ma preferiva il suo dopobarba. 

-Certo che pure lui, portarmi in un ospedale pubblico, no? No, per forza in uno privato. Bah, roba che solo i ricchi fanno.- Borbottò chiudendo gli occhi.

 

-Un giorno mi spiegherai cos'hai contro le t-shirt.- Disse Adriel mentre entrava nella cucina dalla quale proveniva un profumo delizioso. 

Dante voltò la testa nella sua direzione guardandola entrare e poi riabbassò gli occhi verso la padella nella quale aveva quasi finito di preparare le tagliatelle con i funghi, era uno dei pochi piatti che gli aveva insegnato a cucinare sua nonna, Maria, quando andava in Italia a trovarla.

-Ad oggi non ti è mai dispiaciuto vedermi senza maglietta.- Le rispose senza esitazione lui per poi spegnere il fuoco.
-Touché...- Adriel sospirò sedendosi davanti alla grande isola della cucina. 

Come cuoca lei non valeva molto, Dante era sempre stato molto più bravo di lei in quel campo ma non sarebbe mai stato in grado di preparare delle lasagne migliori delle sue.

-Dormito bene in camera tua?- Le chiese Dante per rompere il silenzio che si era creato mentre cenavano.
-Molto, ma c'era un odore strano... Avrei preferito il solito profumo.- 

-Non ho alcuna intenzione di farmi la barba, smettila di insistere.- Tagliò corto lui.
Adriel sospirò: -Orso, troglodita e primitivo.- Mormorò a bassa voce.
-Come scusa?- Domandò Dante sporgendosi in avanti mentre fingeva di non aver capito. 

Non gli dispiaceva la sua barba, la teneva corta e ben curata.

Adriel lo guardò di sottecchi: -Ho detto che mi dispiace per la poveretta che sarà costretta a sopportare i tuoi baci ispidi.-

A Dante brillarono gli occhi per un secondo e ammiccò nella direzione della ex moglie che avvampò di colpo sorprendendo anche lui, non la vedeva arrossire da tantissimo tempo e qualcosa in lui si addolcì a vederla così.

La mora tornò ad abbassare gli occhi verso il piatto prendendo un altro po' di tagliatelle senza più proferire parola; Dante rise sommessamente riprendendo a mangiare anche lui.

 

Emily suonò alla porta dell'appartamento di Lucien chiaramente nervosa. 

-Arrivo!- Sentì la sua voce provenire dall'altra parte della porta e poi dei passi avvicinarsi ad essa, prima che potesse veramente rendersene conto si ritrovò l'uomo davanti a lei che le rivolse un sorriso dopo averla riconosciuta: -Ehi.- 
-Ehi.- Ormai la bionda aveva i nervi a fior di pelle: -Scusa, ti disturbo? Ho perso la mia USB e sono quasi del tutto certa che sia in camera tua.- Gli disse e mano a mano che parlava diventava sempre più rossa.

Se l'era svignata dal suo appartamento di soppiatto mentre lui era in doccia senza nemmeno degnarlo di un saluto o un ringraziamento. Ma cosa poteva dirgli? 

"Ehi, ciao, io vado. A proposito grazie per la notte di sesso che abbiamo passato e della quale ho solo vaghi ricordi."?

Lucien la squadrò un paio di volte e più passava il tempo e più Emily sperava che il pavimento si aprisse sotto i suoi piedi e gli inferi la inghiottissero.

-Posso entrare?- Domandò dubbiosa: -Giuro che non ci metterò troppo tempo a ritrovarla.-
-Certo, fai pure.- Lucien si fece da parte per farla passare: -La stanza sai da che parte sta.- La punzecchiò lui.
-Si...-

La bionda aveva cercato in tutti i modi di non incontrare gli occhi azzurri e magnetici di Lucien perchè sapeva che se l'avesse fatto sarebbe diventata molto più rossa di un pomodoro.
Magari il suo cervello faceva fatica a ricordare cosa era successo quella notte ma il suo corpo se lo ricordava benissimo e i succhiotti viola sparsi sul suo stomaco, sul suo seno e in mezzo alle sue cosce erano la prova evidente della passione che avevano condiviso quella notte.

-Mi dispiace veramente disturbarti magari avevi altro da fare e...- Emily aveva iniziato a blaterare a vanvera mentre camminava verso la camera da letto pensando che in quel modo avrebbe stemperato un po' la tensione.
Sentì la mano di Lucien afferrarle il polso e l'attimo dopo il suo corpo era premuto contro quello del bellissimo uomo. Le labbra affamate di lui lambirono quelle morbide e piene di lui. 
Emily chiuse gli occhi sentendo il suo corpo rilassarsi al tocco inebriante dell'uomo. L'ansia e la tensione scomparirono come una bolla che esplode e furono rimpiazzate da un crescente desiderio.

Indietreggiò senza riuscire a liberarsi da quel bacio, le braccia di Lucien le stavano cingendo la vita tenendola stretta a se per non permetterle di scappare.
Emily socchiuse gli occhi nel momento in cui le sue labbra si mossero per posarsi sul suo collo, una delle parti più sensibili del suo corpo. 
La ragazza reclinò all'indietro la testa schiudendo la bocca che le stava praticamente andando a fuoco, le punte dei suoi capelli biondi accarezzarono le mani del moro che si erano posate sul suo fondoschiena stringendolo con possessione. Ansimò. 

 

 

-Ti ho detto che non guarderò Orgoglio e Pregiudizio, di nuovo.- Dante era steso sul divano e stava abbracciando uno dei cuscinetti, era messo nella posizione ottimale per guardare il sedere della ex moglie che stava in piedi davanti alla TV e maneggiava con il telecomando per poter selezionare un film.
-Ti ripeto che non è il solito film. Questo ha qualcosa in più.-
-E cosa, di grazia?- 
-Zombie.- Adriel scrollò le spalle trovando finalmente ciò che cercava.

Dante sbuffò più per il fatto che ora era girata e stava tornando da lui che per il fatto che gli sarebbe di nuovo toccato guardarsi quel stramaledetto film per la decimillesima volta nella sua vita.

-Spostati, devo sedermi anche io.-
-Siediti per terra.- 
-Ma sono appena uscita dall'ospedale.-
-Allora siediti su di me.- Ormai ci stava iniziando a prendere gusto a punzecchiarla, ogni volta la donna aveva una reazione diversa e divertente.
-Potrei sedermi sulla tua faccia così finalmente staresti zitto.- 
-Come se non l'avessi mai fatto fino ad ora.- La stuzzicò al che lei gli strappò il cuscino dalle braccia per colpirlo con quello sul petto facendolo ridere.

Adriel si sedette sopra alla sua pancia senza fare troppi complimenti e, nonostante non riuscisse a respirare come si deve, non gli dispiacque affatto.

-Menomale che hai fatto la lavanda gastrica, chissà quanto pesavi senza di quella.- Scherzò beccandosi la seconda cuscinata di fila.
-Sei uno stronzo.- Sibilò lei, offesa, causandogli altre risate.

La sera prima gli era venuto un colpo quando l'aveva vista cadere, fortunatamente Sam era stato molto più svelto di lui e l'aveva afferrata al volo. 
Era sicuro che se non fossero subito dovuti andare all'ospedale avrebbe preso a pugni Cody. 

Adriel respirava a fatica ed aveva le guance di un rosso acceso mentre il resto del viso era giallognolo, stava sudando freddo e ogni tanto diceva qualche parola sconnessa ma già quel giorno era ritornata in forma e aveva praticamente spazzato via le tagliatelle tutte da sola.

-Rosewain: guarda il film, non me.- Questa volta era lei che lo stava prendendo in giro.

Gli scoccò un'occhiata e cercò di concentrarsi di nuovo sul film mordendosi il labbro per non sorridere, spalancò gli occhi quando sentì le sue braccia muscolose avvolgerle i fianchi ed attrarla verso di se. Si stese sopra il suo corpo alzando il viso nella sua direzione sfiorando la sua punta del naso con la propria.

 

La punta delle dita di Dante le sfiorò la mascella guidando il suo viso verso il proprio fino a che le loro labbra non si incontrarono a metà strada unendosi in un bacio lento e dolce.
La sensazione familiare delle labbra carnose di lui sulla bocca piccola e piena di lei le fece battere il cuore all'impazzata e, Adriel ne era certa, Dante poteva percepirlo contro il suo petto muscoloso.

La ragazza sorrise quando si allontanarono, aprì gli occhi vedendo che quelli di Dante erano ancora socchiusi e fissavano le sue labbra: -Beh, Rosewain, ce ne hai messo di tempo per prendere l'iniziativa.- Lo punzecchiò di nuovo lei a bassa voce portando una mano sulla sua guancia accarezzandogliela con il pollice.
-Stai zitta.- Sussurrò l'uomo per poi avvicinarsi di nuovo. 

Il secondo bacio fu semplice ma carico di tenerezza.
Adriel aveva abbassato la propria mano portandola verso il suo collo.
Il contatto delle loro labbra fu interrotto dalla stessa ragazza che non riuscì a trattenere una risata pacata ma che le arriva dal cuore.

-Ispido.- Mormorò al che rise anche Dante.
-Stai zitta.- Disse un'ultima volta facendola tacere lui stesso.

 

 

  
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