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Autore: Alixia700    10/10/2017    4 recensioni
Il ragazzo rimase seduto immobile a pensare ancora qualche minuto dopo l'uscita dell'amica. Quando fece per alzarsi notò che la ragazza aveva dimenticato sul tavolo il suo manoscritto.
- Ora non è il caso di disturbarla per così poco, lo restituirò domani -
Dopo essersi lavato andò a letto, ma non riusciva a prendere sonno.
Continuava a girarsi e rigirarsi nel futon, ma la presenza del libro era troppo ingombrante per essere ignorata. Dopo due ore di continui attorcigliamenti di lenzuola, accese la luce e si sedette sospirando al tavolo.
- Solo due pagine per vedere come scrive Hinata e poi vado a dormire -
Curioso ed intimorito al tempo stesso, aprì il quaderno.
In prima pagina erano riportati il titolo del racconto e una bellissima illustrazione, sicuramente opera di Sai.
- Ma questo è un racconto fantasy! - Pensò stranito Naruto, prima di immergersi nella lettura.
*
[Crossover accennato Naruto x Lord of the rings] [Auguri Dobe!]
Genere: Avventura, Comico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Hinata Hyuuga, Itachi, Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha | Coppie: Naruto/Sasuke
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie, Contesto generale/vago
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And I know it sounds so old
But cupid got me in a chokehold
And I'm afraid I might give in

 

Correva, i piedi scalzi ad incespicare sull'acuminata ghiaia del selciato.
Era a torso nudo, ma non sentiva freddo, nonostante la frizzante aria autunnale gli sferzasse la pelle scoperta; nell'impeto di uscire si era dimenticato di indossare solamente i pantaloni del pigiama.
Arrivò con il fiato grosso davanti alla porta, il torace che si alzava ed abbassava veloce, il tatuaggio intorno all'ombelico a risaltare ipnotico nello scattante movimento degli addominali.
Si buttò quasi di peso contro la porta, battendo il pugno furiosamente contro la superficie legnosa.
Attese impaziente poco più di una manciata di secondi, prima che la porta si aprisse di scatto verso l'interno, facendolo quasi cadere in avanti.
I suoi occhi accessi dall'impazienza, spiritati, incontrarono due iridi nere, furiose.
Sasuke, compostamente appoggiato allo stipite della porta a braccia conserte, lo fissò con espressione infastidita, distogliendo solo per un attimo gli occhi dai suoi per osservare divertito il suo abbigliamento insolito.

- Lo sai che ore sono? -

Naruto non rispose, come in trance. La baldanza che lo aveva spinto a correre mezzo nudo per Konoha, e sfondare quasi la porta dell'altro, era del tuo sparita davanti a quello sguardo bruciante, lasciando spazio solo ad un enorme senso di nausea.
Sasuke fece un passo avanti, lo sguardo incupito, pronto a sbattergli la porta in faccia davanti al suo silenzio.
Ma il movimento della sua mano fu intercettato a mezz'aria dalle dita dell'altro, che si strinsero intorno al polso con morsa ferrea.
Ebbe solo il tempo di intercettare uno guizzo blu elettrico nelle iridi chiare, prima di ritrovarsi sbattuto contro la parete dell'ingresso, con le labbra di Naruto premute sulle sue.
Sussultò stupito prima di spingerlo bruscamente lontano da lui, lo sharingan e il rinnegan a brillare minacciosi nella penombra della stanza.
Naruto lo fissò con sguardo allucinato, prima di accasciarsi sul pavimento, sospirando stanco. Si passò una mano tra le ciocche bionde, spettinandole maggiormente, e lo fissò imbarazzato, scuotendo la testa sconsolato.
La rabbia repentina di Sasuke venne meno davanti a quella scena senza senso.
Era sempre più confuso davanti a quel susseguirsi di azioni scollegate, che parevano quelle di un sonnambulo.
Si accucciò di fronte all'altro, fissandolo con sguardo calcolatore, cercando di capire se fosse sotto l'effetto di qualche illusione o tecnica; lo sharingan non rilevò niente di sospetto, lasciando Sasuke ancor più sconcertato.

- Si può sapere cosa accidenti ti è preso? -

- Volevo esserne certo -

- Volevi essere certo di cosa? -

- Che Hinata avesse ragione -

Sasuke sollevò il sopracciglio infastidito. Non era una persona in grado di portar pazienza, soprattutto dopo esser stato bruscamente svegliato alle tre del mattino e sbattuto contro un muro. La sua glaciale compostezza era andata a farsi friggere insieme al suo meritato riposo.
Lo prese per le spalle, scuotendolo rabbiosamente.

- Di cosa cazzo stai parlando? Ragione riguardo cosa? -

- Noi -

Naruto lo fissò ancora una volta stralunato prima di scrollarsi dalla sua presa e sollevarsi in piedi, avviandosi verso la porta.
Prima di correre via, gli lanciò uno sguardo diverso, consapevole, che lo lasciò con le mani tremanti a causa del sussulto famigliare che come in passato aveva sentito all'altezza dello stomaco nell'incrociare quell'espressione determinata.

Rimase come pietrificato sul posto, una mano sospesa a mezz'aria a sfiorarsi il labbro, lo sguardo perso nel buio della notte, intrappolato in una sorta di déjà vu.

 

 

Cupid's Chokehold

 

 

Due giorni prima.

 

Da un po' di tempo a questa parte Naruto si era accorto di come fosse cambiata Hinata; la ragazza dal corto taglio a caschetto che un tempo arrossiva e ammutoliva ogni volta che lui si avvicinava era maturata sia fisicamente che emotivamente.
Con lo stupore che contraddistingue ogni adolescente che si accorga di come le sue compagne siano passate in uno schiocco di dita dall'essere delle imbronciate ragazzine a delle splendide donne, il ragazzo constatò quando in quel periodo fosse sbocciata.
Si era lasciata crescere i capelli, che ora le ricadevano fluenti oltre le spalle. I tratti del viso avevano perso la paffuta dolcezza dell'infanzia, affinandosi, al contrario del resto del corpo che invece si era arrotondato, facendole guadagnare delle curve armoniose.
Era diventata inoltre più sicura di se stessa, pur mantenendo un'indole timida e dolce, riuscendo ad uscire dall'ombra; in particolare aveva notato quanto fosse aumentata l'affinità con Sakura, Ino e TenTen, che da qualche mese erano diventate un quartetto inseparabile.

In effetti non era stato propriamente il cambiamento di Hinata a stranirlo, visto che era normale che prima o poi tutti loro crescessero, soprattutto dopo aver affrontato un'esperienza come la guerra; era stato il diverso atteggiamento che le ragazze avevano nei loro confronti a lasciarlo perplesso.
Avevano infatti iniziato a passare molto più tempo tra loro, isolandosi spesso anche durante le uscite tutti insieme; non che fossero diventate improvvisamente quel tipo di ragazze tutte cuoricini ed orsacchiotti, erano pur sempre ninja, e di indole piuttosto manesca, ma tendevano ad escluderli da alcuni dei loro discorsi.
Per non parlare poi di certe occhiate, seguite sempre da bisbigli e risate, che venivano riservate solo a lui e Sasuke; Naruto proprio non capiva il perché di tutte quelle attenzioni nei loro confronti.
Certo ora che il Teme era tornato al villaggio il suo carattere introverso si era ammorbidito leggermente e passavano più tempo insieme, ma in nessun modo questo poteva giustificare tutti quegli sguardi indiscreti.

Proprio mentre rifletteva su queste cose, si ritrovò di nuovo vittima di quegli sguardi femminili insistenti.
Quella sera erano andati tutti insieme a cena da Ichiraku, per festeggiare la fine di un'impegnativa missione che li aveva occupati per due settimane; come al solito ad un certo punto della conversazione le ragazze si erano isolate, la loro attenzione rivolta ad un quaderno tra le mani di Hinata.
Gli altri non ci avevano fatto troppo caso, annoiati da quegli atteggiamenti ormai ordinari, proseguendo con i loro discorsi; solo Sasuke aveva continuato ad osservarle con la coda dell'occhio rimanendo in silenzio, per dare poi un calcio sotto al tavolo a Naruto nel momento in cui le ninja erano ripartite con il loro attacco di sguardi e bisbigli nella loro direzione.

- Ahia Teme non avevi altro modo di attirare la mia attenzione? -

- Tsk sei proprio un bambino era solo un colpetto. Comunque non mi piace il modo in cui ci guardano -

- Hai ragione è abbastanza inquietante; è lo stesso sguardo con cui Choji guarda le sue patatine! -

- Quelle ci mangiano con gli occhi, ma non nel senso che credi tu -

- Ohhh - esclamò ammiccando Naruto, fingendo di aver capito di cosa Sasuke stesse parlando.

- Non sai di cosa sto parlando vero Usuratonkachi? Comunque non che la cosa mi interessi particolarmente, ma mi secca avere sempre i loro sguardi assatanati che mi seguono ovunque. Visto che la Hyuga ha un debole per te potresti parlarle, così da scoprire cosa tramano -

- Pensi che io piaccia ad Hinata? -

- A volte non capisco come tu abbia fatto a diventare l'eroe di Konoha essendo così stupido -

- Ehi Teme vacci piano con le parole! -

- Cerca di rimanere solo con lei e scopri cosa vogliono, non mi sembra un compito così difficile per un futuro hokage -

E fu così che una volta usciti dal locale, Naruto si offrì di accompagnare Hinata a casa, proposta acclamata a gran voce dal duo Haruno-Yamanaka, che si trascinarono via Ten Ten a suon di ''è il suo grande momento'', ''dichiarazione'' e ''spiamoli dai cespugli''.
La Hyuga accettò nel più totale imbarazzo, causato non dall'invito in sé ma dall'infantile atteggiamento delle amiche, più che consapevoli della sua passata cotta per il biondo.
Si avviarono quindi per le strade di Konoha, il percorso rischiarato solo dalla luna.

Naruto era piuttosto teso.
Non solo capiva ben poco di ragazze, ma non aveva neanche ben afferrato cosa intendesse Sasuke dicendo ''ci mangiano con gli occhi'', ed era di conseguenza abbastanza preoccupato. Continuava a parlare incessantemente, dei più disparati argomenti, senza mai toccare davvero quello che gli interessasse scoprire.
Ad un certo punto Hinata, tesa ancor più di lui dalla situazione, cercò di venirgli in aiuto.

- Volevi dirmi qualcosa Naruto? Ho avuto l'impressione che cercassi un pretesto per parlarmi a quattrocchi -

- Hai ragione Hinata scusa – si grattò nervosamente dietro la testa – è che non sono molto bravo in queste cose -

Si fermò in mezzo alla strada e la prese per le spalle, guardandola con intensità negli occhi.
La ragazza era completamente in trance. Anni addietro aveva aspettato e sognato a lungo quel momento, ma adesso che il suo cuore era di un altro ne era semplicemente spaventata.

- Non so come dirtelo.. -

- Naruto io -

- Perché voi ragazze fissate sempre me e Sasuke? E cosa avete sempre da bisbigliare alle nostre spalle? Non ci arrivo, davvero, potresti aiutarmi a capire cosa sta succedendo? -

Hinata rimase con la bocca aperta e lo sguardo fissò nel vuoto, come se si fosse fermata a metà di una frase; fece per dire qualcosa ma si bloccò di nuovo, arrossendo vistosamente.
Mai avrebbe pensato di trovarsi a dover sostenere quella conversazione e per di più da sola. Cosa avrebbe dovuto fare? Svelare il loro segreto?
Si conosceva troppo bene, se già per lei era difficile tenere un segreto, di certo davanti a quella domanda diretta non sarebbe mai riuscita a mentire, soprattutto a Naruto.
Decise che gli avrebbe detto tutto, facendogli promettere di non parlarne con nessuno, soprattutto con Sasuke.

- Se ti rispondo prometti di non dire niente a Sasuke? -

- Posso provarci, anche se preferirei non mentirgli, non dopo tutto quello che abbiamo passato -

- Mi dispiace dovertelo chiedere, so che non ti piace avere segreti con lui, ma ho paura di cosa potrebbe fare se lo scoprisse. Quindi parlerò solo sapendo che cercherai di non dirgli niente -

- Ok va bene – annui Naruto, leggermente preoccupato a sentire quelle parole.

Se la ragazza gli stava chiedendo così insistentemente di omettere la cosa con il Teme, doveva esserci sicuramente un ottimo motivo.

- Ora spiegami per favore, sono ancora più curioso adesso -

- Il tuo rapporto con Sasuke ci ha sempre fatto riflettere molto, nessuna di noi aveva mai capito davvero cosa vi legasse e perché tu fossi attaccato così ostinatamente alla volontà di salvarlo; dopo il vostro ultimo scontro alla valle dell'epilogo abbiamo finalmente iniziato a vedere la vostra storia da un'altra prospettiva – disse tutto di un fiato la ragazza, arrossendo vistosamente.

- Cosa intendi per altra prospettiva? -

- .. E inevitabilmente ne siamo rimaste affascinate. Come si può non farsi coinvolgere da un legame così forte da arrivare quasi fino al punto di strapparsi? Un legame così abusato, ma altrettanto resistente, che non si è mai spezzato. E poi diciamocelo, siete due bei ragazzi, e sicuramente questo ha contribuito - sussurrò sempre più imbarazzata, ma non distogliendo lo sguardo.

- Hinata non credo di stare capendo cosa tu stia cercando di dire -

- Scrivo dei racconti yaoi su di voi – urlò quasi, nell'impeto della confessione, prendendo la colorazione di un pomodoro – E le ragazze li adorano! -

Passò un minuto di agghiacciante silenzio.
La ragazza si mordicchiava le unghie imbarazzata, aspettando che l'altro avesse una qualsivoglia reazione.
Naruto d'altro canto aveva lo sguardo vacuo di chi non sa bene cosa dire e attende che una risposta geniale piova dal cielo.

- In effetti non ho idea di cosa sia lo yaoi, ma non ci vedo niente di male nel voler scrivere sulla nostra amicizia! Ho faticato tanto per riportare indietro quel Teme, e mi lusinga sapere che la nostra storia possa ispirare il tuo talento di scrittrice -

- Naruto non hai capito. Ma a parole non riesco a dirtelo, è troppo imbarazzante! Ti farò leggere direttamente - e così dicendo tirò fuori dalla tasca un piccolo quadernino, sfogliando le pagine, porgendoglielo solo una volta trovata quella giusta.

Il ragazzo le rivolse un sorriso di incoraggiamento, prima di sprofondare nella lettura.
I minuti passavano e piano piano il colorito di Naruto era virato al verdino, come se stesse per vomitare, per poi esplodere in un'improvvisa sfumatura vermiglia.

- Hinata. Ma questi siamo io e Sasuke che facciamo... che abbiamo … che facciamo sesso! - Urlò in preda ad un grande senso di panico.

Non ci capiva niente. Non sapeva se essere più shockato dalle cose che aveva letto su lui e Sasuke, o se esserlo dal fatto che tutte quelle scene così spinte fossero scaturite dalla mente dalla innocente e timida Hinata.

- Per favore non reagire così, vorrei spiegarti meglio, in modo che tu possa provare a capire. Possiamo prenderci una tazza di tè a casa tua e parlare con calma? -

Il ragazzo riuscì solo ad annuire, iniziando a camminare rigido verso il suo piccolo appartamento.

 

 

*

 

 

Naruto era seduto in silenzio, lo sguardo fisso nel vuoto da una decina di minuti; aveva ripreso colorito ma teneva una posa rigida e le mani gli tremavano appena.
Avrebbe voluto tempestare l'amica di domande, ma non riusciva a mettere ordine nel caos che aveva in testa, oltre ad essere troppo imbarazzato e spaventato per chiedere.
Aveva affrontato ogni genere di sfida in quegli anni, ma poche cose erano state così difficili come iniziare quella conversazione.
Hinata nel frattempo si era avvicendata per preparare l'infuso, troppo impaziente per stare ferma ad aspettare che l'altro si calmasse; era da tanto tempo che voleva poter discutere con lui di quell'argomento, ma non aveva mai avuto il coraggio di parlare. Forse poteva finalmente sfruttare il fatto che lui sapesse la verità per fargli le domande che tante volte erano state sinonimo di discussione con le sue amiche.
Versò il tè nelle due tazze e prese posto dall'altra parte del tavolo, di fronte al ragazzo.

- Naruto capisco il tuo shock, davvero, ma vorrei avere modo di esprimermi meglio. Immagino che tu voglia farmi qualche domanda, e per quanto possa essere imbarazzante farò del mio meglio per darti delle risposte – gli rivolse un sorriso timido, giocherellando con il bordo della sua tazza.

Il biondo si morse incerto il labbro, cercando il modo meno invadente per dare sfogo alla sua curiosità; voleva essere delicato per non far vergognare Hinata, ma non riusciva a ragionare lucidamente con tutte quelle immagini nella testa di lui e Sasuke nudi e avvinghiati.

- Ma quindi anche voi ragazze fate, emh avete certe fantasie? -

Hinata sorrise imbarazzata aggiustandosi una ciocca dietro l'orecchio – Certo, penso che sia una cosa che facciamo tutti in un modo o nell'altro, insomma è naturale e spontaneo provar desiderio. Capisco che per te sia difficile da immaginare, magari non ci avevi neanche mai pensato, ma la lettura di queste storie è paragonabile al tuo leggere ''Icha Icha Paradise'' -

- Ma io non ho mai letto i romanzi dell'eremita porcello! -

- Naruto guarda che spuntano da sotto il tuo letto, proprio là – indicò Hinata ridendo imbarazzata.

Girandosi il ragazzo notò i libri disordinatamente impilati di fianco al futon; doveva essersi dimenticato di rimetterli a posto nella fretta di uscire. Gli uscì una risata nervosa e si grattò la testa.

Che figuraccia che ho fatto, dattebayo! Per fortuna non ha visto i disegni che mi ha regalato Sai, almeno quelli li ho messi al sicuro.

- Comunque come dicevo prima è una cosa normale, quindi non dobbiamo imbarazzarci per questo. Ma vorrei chiederti scusa per aver scritto di te a tua insaputa;dopo aver fatto leggere la prima bozza alle ragazze mi sono fatta prendere dal loro entusiasmo, sai non sono molte le cose in cui posso dire di esser brava, e per una volta mi sono sentita ammirata -

Naruto rimase particolarmente colpito da quelle parole; Hinata era davvero diventata più sicura di se stessa, riusciva persino a parlare di certe cose, quando anni addietro non avrebbe potuto neanche rivolgergli la parola senza balbettare.
Si sentiva orgoglioso della donna che stava diventando.

- Hinata non devi scusarti, ehm credo di capire cosa tu intenda. D'altronde io non mi sono mai fatto tanti problemi sugli mmm oggetti delle mie fantasie. E poi se lo scrivere ti fa stare bene dovresti continuare, dobbiamo coltivare le nostre passioni! Solo non riesco a capire, perché proprio io e Sasuke? Non ne vengo a capo -

- Credo che sia stata una conseguenza naturale. Cioè non ci siete mai stati indifferenti, ti ricordi quando Sakura e Ino si picchiavano per le attenzioni di Sasuke? Ma crescendo siete diventati davvero di una bellezza spiazzante; quando voi due siete insieme, tutto il resto passa in secondo piano, il vostro interagire calamita tutta l'attenzione e gli occhi su di voi. E poi avete un rapporto che mi dispiace, lasciatelo dire, è sconfinato ben oltre l'amicizia da un bel po' -

Naruto la fissò spiazzato.
Nonostante intuisse che nel discorso dell'amica ci fosse una qualche forma di verità, proprio non riusciva a capacitarsi di come quelle quattro pazze potessero vedere del tenero tra loro.

- Posso farti un'altra domanda?-

- Certamente -

- Nella pagina che ho letto prima diciamo che io, non so se si dica così, facevo la parte della femmina. Ehm se posso chiedere, perché hai scelto per me proprio quel ruolo? Non vorrei sembrarti arrogante ma Sasuke è molto più femmineo e fine di me – e dicendolo gonfiò le guance indispettito.

- Se ti può far stare più tranquillo nei miei racconti non avete un ruolo fisso nel sesso, ma vi scambiate continuamente; io ritengo che il vostro rapporto sia alla pari, in uno stato di continua competizione, quindi potenzialmente litighereste ogni volta per decidere i ruoli. Ma Ino e Sakura vorrebbero che fosse sempre Sasuke l'attivo, d'altra parte TenTen e Sai tendono a chiedere che sia tu invece.. -

- Aspetta, aspetta, aspetta!- la bloccò a metà frase con sguardo scioccato – Sai legge queste storie e ha persino delle richieste su me e Sasuke? Ma pensavo che lui stesse con Ino -

- Infatti stanno insieme. Ma Sai è bisessuale, e non ha mai nascosto ad Ino quanto fosse attratto da ragazzi come voi, inoltre il loro rapporto va molto meglio da quando sanno di questa reciproca passione. E poi mi ha dato dei disegni bellissimi per aiutarmi meglio a descrivere il vostro fisico, avendovi visti nudi li ha fatti abbastanza dettagliati -

- Quel depravato ci ha disegnati nudi? Io lo ammazzo -

- Ops, questo forse non avrei dovuto dirtelo. Ino mi ucciderà. Comunque davvero so che non è facile pensare di essere il protagonista di certe attenzioni, ma queste storie per noi sono importanti. Come ti dicevo prima il rapporto di Ino e Sai è migliorato, perché ora possono essere se stessi senza temere il giudizio dell'altro, e Tenten dalla morte di Neji non aveva più sorriso, ma adesso è tornata quasi come la ragazza spensierata di un tempo! Per non parlare di Sakura, che nel vedere finalmente il vostro rapporto da una diversa angolazione ha deciso di togliersi la sua cotta infantile dalla testa e provare a dedicarsi più a se stessa -
Naruto rifletté attentamente su quelle parole.
Da un lato era ancora un po' disturbato dal fatto che le ragazze distorcessero così a loro piacimento il suo rapporto con Sasuke. D'altra parte non gli costava niente lasciare che continuassero a scrivere di loro ed essere felici.

- Va bene per me è ok. Ma non parlarne con Sasuke, non penso che lui saprebbe essere altrettanto tollerante -

- Grazie Naruto davvero non sai quanto questo conti per me! Adesso forse è ora che vada, si è fatto tardi e domani mi devo svegliare presto per allenarmi -

Passando gli diede una carezza leggera sulla spalla, prima di uscire.

 

 

*

 

 

Il ragazzo rimase seduto immobile a pensare ancora qualche minuto dopo l'uscita dell'amica. Quando fece per alzarsi notò che la ragazza aveva dimenticato sul tavolo il suo manoscritto.

Ora non è il caso di disturbarla per così poco, lo restituirò domani.

Dopo essersi lavato andò a letto, ma non riusciva a prendere sonno.
Continuava a girarsi e rigirarsi nel futon, ma la presenza del libro era troppo ingombrante per essere ignorata. Dopo due ore di continui attorcigliamenti di lenzuola, accese la luce e si sedette sospirando al tavolo.

Solo due pagine per vedere come scrive Hinata e poi vado a dormire.

Curioso ed intimorito al tempo stesso, aprì il quaderno.

In prima pagina erano riportati il titolo del racconto e una bellissima illustrazione, sicuramente opera di Sai.

Ma questo è un racconto fantasy! Pensò stranito Naruto, prima di immergersi nella lettura.

 

 

 

 

Se tu non confidi in null'altro, confida in questo, confida in noi.

 

I amar prestar aen. Il mondo è cambiato.
Han mathon ne nen. Lo sento nell'acqua.
Han mathon ne chae. Lo sento nella terra.
A han noston ned 'wilith. Lo avverto nell'aria.

Molto di ciò che era si è perduto, perché ora non vive nessuno che lo ricorda.
Tutto ebbe inizio con la forgiatura dei grandi Anelli.
Tre furono dati agli elfi, gli esseri immortali più saggi e leali di tutti.
Sette ai re dei nani, grandi minatori e costruttori di città nelle montagne.
E nove, nove Anelli furono dati alla razza degli uomini,
che più di qualunque cosa desiderano il potere.
Perché in questi anelli erano sigillati la forza e la volontà di governare tutte le razze.
Ma tutti loro furono ingannati, perché venne creato un altro anello.
Nella terra di Mordor, tra le fiamme di Amaterasu, Madara Uchiha, l'Oscuro Signore, forgiò in segreto un Anello sovrano, per controllare tutti gli altri e in questo anello riversò la sua crudeltà, la sua malvagità e la sua volontà di dominare ogni forma di vita: un Anello per domarli tutti.

 

- Ash nazg durbatulûk, ash nazg gimbatul, ash nazg thrakatulûk, agh burzum-ishi krimpatul -

- Un anello per domarli, un anello per trovarli, un anello per ghermirli e nell'oscurità incatenarli. Sasuke leggi di nuovo quel libro? Pensavo che ormai lo sapessi recitare a memoria -

Itachi sorrise cordiale al fratello, sfilandogli gentilmente l'enorme tomo dalle mani.
Era preoccupato per lui, passava troppo tempo tra antichi rotoli, pergamene ingiallite e pesanti libri. Aveva studiato la storia dei loro antenati, abitanti della Terra di Mezzo, approfonditamente, soffermandosi in particolare sugli eventi della seconda e terza era, fino quasi a diventarne ossessionato; da mesi a stento usciva dal palazzo, troppo preso dalla traduzione o lettura di qualche antico passaggio ormai dimenticato dai più.
La sua carnagione, già naturalmente diafana, aveva assunto tonalità ancora più eteree, che risaltavano maggiormente a contrasto con le pagine color seppia; gli occhi ossidiana, caratteristici dei Noldor², erano contornati da profonde occhiaie violacee, che mal si accompagnavano a quei tratti armoniosi.
Sasuke gli rivolse uno sguardo scocciato, prima di alzarsi e stiracchiarsi come un gatto, tirandosi indietro i capelli e legandoli in una mezza coda, scoprendo così le delicate orecchie a punta.

- Itachi non dovresti essere ad occuparti di qualche noiosa questione diplomatica? -

- Proprio per una di queste tediose questioni sono venuto a cercarti, ho bisogno di parlarti -

- Se vuoi chiedermi ancora di partecipare a uno di quegli eccentrici banchetti che a Shisui piace tanto organizzare, la mia risposta è sempre la stessa. Neanche per tutto l'oro di Smaug -

- Almeno al prossimo potresti venire, in tempi di pace come questi è bene mantenere vivi i contatti, per non ripetere gli errori del passato; comunque è per una questione molto più seria che sono venuto a disturbarti. Per favore seguimi -

Itachi lo condusse fuori dalla biblioteca, lungo il camminamento esterno, in direzione della sala centrale.
Gran Burrone sorgeva in una valle nascosta tra le pendici delle Montagne Nebbiose, al di sopra di una rombante cascata. Per questo motivo i suoi slanciati edifici, nati dalla lavorazione della splendida roccia locale, erano tante piccole isole tra le fresche ed impetuose acque del fiume Bruinen, collegati da un elegante sistema di ponti e camminamenti sospesi.
Per quanto l'antica città fosse splendida e maestosa, l'elfo non si era mai sentito davvero a casa.
Fin da bambino aveva letto degli antichi fasti della sua stirpe, quando la città brulicava di vita ed era uno dei centri pulsanti della regione; ma dopo la guerra dell'Unico Anello la maggior parte degli abitanti aveva deciso di abbandonare quelle terre, lasciando i palazzi silenziosi e vuoti.
Le storie narrate erano quindi diventate un'ancora a cui aggrapparsi per scappare dalla monotonia della vita a palazzo; mai leggendo quei racconti avrebbe pensato che essere un elfo potesse essere tanto noioso!
Nei tempi di pace non succedeva assolutamente niente, e lui si sentiva nato per compiere grandi gesta, che sarebbero state narrate dai posteri.

Ma di certo non poteva farlo dalle mura di una città fantasma.

 

- Tu sai che dopo l'ultimo incontro con gli Hyuga i rapporti si sono leggermente incrinati -

- E come poteva succedere altrimenti? Shisui si è fatto beccare mentre deflorava la secondogenita di Hiashi -

- Non ricordarmi quello scabroso episodio per favore. Comunque è ora di risanare le cose, i rapporti tra noi elfi sono sempre stati cordiali, e così andrebbero mantenuti; ti mando a Lorien come emissario di pace. Visto che ti lamenti sempre della piattezza della vita regale, è ora che tu inizi a viverti le avventure che tanto agogni -

- Mi fai fare un viaggio vero? Finalmente solo? - Sasuke trattene a stento l'entusiasmo, nascondendolo dietro la sua solita facciata di impassibilità; aveva già girato più volte in lungo e in largo per la Terra di Mezzo, ma sempre e solo con tutto il seguito regale appresso.

Non gli era mai stato permesso prima d'ora di essere libero di fare qualcosa per conto suo.
A parte leggere.
Itachi lo guardò con un sorriso misterioso, prima di spalancare le porte della sala centrale.
All'interno della stanza, intento a conversare con Shisui, c'era un uomo girato di spalle, con indosso un lungo mantello da viaggio marrone ed uno spadone di traverso sulla schiena; si girò incuriosito verso di loro, il volto che si apriva in un gran sorriso.

- Sasuke ti presento Naruto, sarà la tua guida in questo viaggio -

 

 

*

 

 

Il banchetto andava ormai avanti da ore, in un susseguirsi di ricche portate accompagnate da pregiati vini d'annata.
Sasuke già dopo il primo boccone non era più riuscito a toccar cibo, a differenza del loro ospite, che mangiava quanto tutti gli altri conviviali messi insieme; in quel momento stava attaccando con solerzia un'abbondante porzione di cigno al miele, accompagnando i grossi bocconi con altrettante sorsate del loro miglior vino bianco.
L'elfo era stato fatto accomodare di fronte alla guida, ma durante la cena non gli aveva mai rivolto la parola, riservandogli solamente occhiate penetranti.
Quell'umano lo incuriosiva.
A prima vista, e sentendolo parlare, dava l'impressione di essere un uomo comune, un sempliciotto proveniente da una famiglia di contadini di qualche villaggio sperduto; ma osservandolo meglio si potevano notare particolari incongrui a quella personalità esuberante, che lo collocavano sicuramente tra gli uomini di nobili natali.
Il mantello da viaggio era vecchio ma di pregevole fattura, la cotta di maglia spessa e resistente, l'affilata spada di indubbia forgiatura elfica; inoltre dietro ai modi semplici e gentili si poteva intuire una certa attitudine al comando, fatto riscontrabile anche nel temerario sguardo blu.
Infine la sua altezza e il colore dei capelli e della barba rada, di un'insolita tinta dorata, lo identificavano come un Rohirrim, un signore dei cavalli delle terre di Rohan.

Il perché un signore di Rohan viaggiasse in incognito sotto le mentite spoglie di guida era un cruccio che lo aveva accompagnato per tutta la serata.
Che cosa gli stava nascondendo Itachi?

Si girò ad osservare suo fratello, che stava amabilmente conversando con l'uomo.
Il carico dato dalla responsabilità di guidare e governare il loro popolo lo aveva indubbiamente cambiato, circondandolo di un'aurea di saggezza e regalità tipica della loro stirpe, ma privandolo del tempo per se stesso, portandolo ad avere sempre un aria stanca e affaticata che nascondeva abilmente dietro un sorriso cordiale e modi gentili.
Quella sera portava i lunghi capelli neri intrecciati su un lato, con il sottile cerchio d'argento della corona a risaltare sul capo; ascoltava interessato il racconto dell'uomo, accarezzando distrattamente il piumaggio del corvo appollaiato sulla sua spalla, dal quale raramente si separava.
Accortosi del suo sguardo, alzò un po' di più il tono di voce, in modo che Sasuke potesse sentire la risposta che stava dando all'altro.

- E che percorso intendi seguire? -

Naruto spostò diversi piatti e dispiegò una mappa, sulla quale segnò alcuni punti prima di illustrare il percorso.

- Pensavo di risalire il corso del Bruinen fino al valico delle montagne nebbiose, per poi seguire l'antica via silvana fino a che non incontra le acque del fiume Anduin; da qui ci basterà seguire il suo corso per arrivare a Lorien. Devo anche sbrigare quella piccola faccenda con gli elfi di Bosco Atro, quindi è il percorso ideale -

- Ho già avvisato Tsunade del vostro arrivo, vi accoglieranno con tutti i riguardi -

- La nipote di Hashirama Senju, l'antico sovrano degli elfi silvani? - domandò l'uomo sorpreso.

- Ma in cuore ad Hashirama era un'ombra ancor più fitta. Aveva visto l'orrore di Mordor e non riusciva a dimenticarlo; e, se mai volgeva lo sguardo a sud, nel suo ricordo la luce del sole si oscurava e, sebbene lo sapesse ormai distrutto e deserto, la paura che aveva in cuore gli diceva che quell'orrore non era stato vinto per sempre, che Madara sarebbe risorto³ -

Naruto lo fissò incuriosito, attirato dalla solennità delle parole che aveva scelto di usare.

- Mio fratello Sasuke, come avrai notato, è un esperto della storia e delle leggende delle terre di mezzo -

- Un passatempo insolito, ma affascinante – gli rivolse un sorriso enigmatico prima di rivolgersi direttamente a lui – Dovrebbe essere un viaggio rapido, di pochi giorni, ma per questo scomodo. Non sono solito spostarmi con grandi seguiti o soggiornare in locande, ma se lo desideri possiamo cambiare i piani e concederci i lussi ai quali sei abituato -

L'uomo prese un sorso di vino dal calice, nascondendo un ghigno irriverente. Sasuke lo guardò infastidito, punzecchiato in pieno dalla provocazione; non si aspettava che l'altro potesse essere così diretto, era abituato ad essere trattato rispettosamente e non ad essere preso in giro.

- Nonostante non mi esprima come un buzzurro, a differenza di quello che immagini conduco una vita spartana, e sono abituato ad andare a caccia e dormire in giacigli di fortuna. Non credo che qualche giorno di viaggio a cavallo sarà in grado di mettermi in difficoltà, ma grazie del pensiero -

Gli sorrise gelido, per poi distogliere lo sguardo.
L'uomo non replicò. Era nella sua indole mettersi in competizione con le persone che ritenesse degne di interesse, ma al contempo sapeva ben riconoscere quando non spingersi oltre.
Continuò a conversare con Itachi riguardo i dettagli della partenza, rivolgendogli di tanto in tanto rapidi sguardi incuriositi, preparandosi psicologicamente a lunghe giornate di battibecchi e frecciatine.
In fondo sembrava che quel lavoro sarebbe stato più piacevole di quanto immaginasse.

 

Naruto sbadigliò sonoramente, grattandosi annoiato il naso.
Per quanto la scrittura di Hinata fosse scorrevole e calamitante, e l'atmosfera fantasy da lei delineata lo avesse affascinato, non era persona adatta a leggere lunghe parti descrittive. Era più uno che voleva subito arrivare al sodo, all'azione, al trattenere il fiato per l'ansia sul destino dei personaggi.
Per questo sfogliò rapidamente le pagine, saltando più capitoli, cercando una parte che gli facesse scorrere l'adrenalina nelle vene, dimentico dello scopo per il quale aveva realmente iniziato la lettura.
L'ambientazione lo aveva così preso che non aveva ancora realizzato che i protagonisti di quelle avventure fossero lui e Sasuke.

Finalmente trovò un capitolo che sembrava promettere bene, quindi si sistemò più comodo, e riprese la lettura, incurante del proposito di leggere solo qualche pagina ed andare a dormire.

 

 

Il sentiero si snodava lungo una gola profonda, scendendo fino al fiume tortuoso, aprendosi lungo alte pareti di basalto la cui cupa colorazione nera gettava strane ombre sulle acque impetuose.
Dopo giorni e giorni di cammino nei boschi verdeggianti, Sasuke si sentiva inquieto nel lasciarsi alle spalle l'umida protezione data dalla fitta vegetazione, per proseguire in quel tratto di terra scoperta, così esposto.
Affilò lo sguardo, di gran lunga più acuto di quello dell'umano, e scrutò nell'intrico di luce ed ombra che si apriva davanti a loro. Nonostante la roccia fosse intervallata in più punti da rientranze e spaccature, non pareva ci fossero pericoli imminenti all'orizzonte.

L'unico suono che giungesse alle loro orecchie era il rombare potente del fiume sotto di loro, che copriva quello dei loro passi felpati e degli zoccoli delle loro cavalcature condotte a mano.
Ormai dopo diversi giorni di viaggio insieme avevano imparato a coordinarsi alla perfezione, in uno schema d'azione che pareva funzionare bene per lo stile di combattimento di entrambi.
Sasuke procedeva per primo, con passo inudibile, frugando il paesaggio con la sua vista infallibile, pronto a segnalare qualunque pericolo incombente. Se trovava qualche traccia sospetta, Naruto la studiava, avendo l'esperienza di abile inseguitore.
In caso dovessero condurre un attacco a sorpresa contro qualche nemico inaspettato, Naruto, più vistoso e rumoroso, faceva da esca, attirandoli in un luogo precedentemente stabilito dove Sasuke aveva la possibilità di eliminarne la maggior parte, colpendoli alle spalle con silenziose frecce. L'altro faceva il resto, combattendo con spada e pugnale.
Erano due guerrieri formidabili, silenziosi, eleganti, micidiali.

Ben presto si erano resi conto di come lo spirito di competizione tra loro fosse aumentato, fomentato dall'ammirazione crescente nutrita uno per l'altro, arrivando a tali livelli da coinvolgerli in una stupidissima gara di conteggio vittime, in cui entrambi desideravano prevaricare.

- Vedi niente? -

- Apparentemente siamo soli -

- Apparentemente? -

- Ho una strana sensazione. Sicuro che questa fosse l'unica via? -

- A meno che tu non volessi incombere su quell'accampamento di orchetti direi di si, è la strada più sicura -

L'elfo gli lanciò uno sguardo inquieto prima di annuire leggermente con la testa.
Anche Naruto provava quel senso di pericolo imminente in grado di fargli rizzare i peli sulle braccia; si voltava continuamente indietro, scrutando il sentiero alle sue spalle, con la fastidiosa sensazione di essere osservato.
Ma razionalmente quello era il percorso migliore, rapido e sgombro, quindi si costrinse a superare l'altro, mostrando una sicurezza che in realtà non provava minimamente.
Spronato dal suo orgoglio, Sasuke gli si affiancò, imbarazzato per aver mostrato incertezza, deciso a non mostrarsi debole agli occhi del compagno.
Il rohirrim lo osservò con la coda dell'occhio, maledicendosi per il leggero sussulto conseguente allo sfioramento delle loro mani, sperando che l'altro non si fosse accorto di niente. Fin dal primo giorno era rimasto affascinato dall'elfo, dai suoi tratti eleganti ed i modi di fare solenni, che celavano un'indole infuocata; solo dopo diversi giorni di viaggio la sua maschera di compostezza era caduta, rivelando quanto quegli occhi neri potessero bruciare come tizzoni ardenti.

Durante la lotta il corpo esile si muoveva rapido, fluido, come senza peso. I muscoli di spalle e schiena scattavano armoniosi sotto la pelle di porcellana, mentre abilmente tendeva l'arco e lo rilasciava, in una pioggia incessante di frecce sibilanti. Le dita sanguinanti continuavano ad incoccare e tirare, senza sosta, senza incertezze, salde.
Si era ritrovato più volte a fissarlo nel bel mezzo della lotta, incantato, esitazione che gli sarebbe risultata fatale se l'altro non avesse evitato prontamente che ciò accadesse.
Per quanto cercasse di nascondere a se stesso l'evidenza, Sasuke gli era entrato sotto pelle in un modo che non aveva mai provato prima, con nessuno.

 

La schiena fu percorsa da un brivido verticale, che si estese elettrizzante fino alla nuca, causandogli la pelle d'oca lungo tutta la spina dorsale.
Naruto sussultò stranito dalla reazione inaspettata del proprio corpo, incredulo.
Leggendo la descrizione di Hinata gli si erano parate davanti agli occhi tante immagini frammentate del Sasuke che conosceva, sovrapponendosi alla perfezione con quello della finzione.
Di come si muovesse elegantemente nel combattimento corpo a corpo, schivando e colpendo letale con kusanagi, i muscoli a scattare rapidi e potenti sotto la pelle diafana, le dita strette intorno all'impugnatura cosparse di tagli e ferite causate dallo scorrere del chakra nell'arma.
Era sempre stato consapevole dell'ammirazione provata per la forza dell'altro, per la sua tenacia, ma mai gli sarebbe passato per la mente che inconsciamente avesse sempre trovato il moro dannatamente bello.

E nel constatarlo il cuore gli salì in gola, nel visualizzare mentalmente lo sguardo bruciante che gli aveva rivolto prima di sferrare il colpo finale nella valle dell'epilogo, il momento in cui mai come allora aveva trovato Sasuke calamitante, una forza in grado di ammaliarlo, straziarlo.
Trattenne il fiato nel continuare la lettura, uno strano sentimento inconsapevole a montargli nel petto, ribaltante tutte le sue certezze.

 

Venne bruscamente riportato alla realtà da un colpo all'altezza dello stomaco, che lo fece ripiegare su se stesso dal dolore.

Sasuke ritirò il braccio con cui aveva bloccato i suoi passi intimandolo al silenzio, indicandogli una rientranza nella roccia poco avanti sul sentiero.

Naruto strinse gli occhi, cercando di vedere attraverso lo spesso manto di tenebre in cui era immersa la grotta. Solo allora notò un baluginare argenteo, probabilmente dato dal riflesso della luce su qualcosa di metallico, come un'armatura o una spada.

- Quanti pensi che siano? -

- Ne ho contati cinque, ma potrebbero essere molti di più -

- Come proponi di agire? -

- Continuiamo a camminare, è bene che credano fino all'ultimo di poterci tendere un'imboscata -

Procedettero come se nulla fosse, vicini, continuando ad elaborare un piano con frasi concise, sussurrate.

La mano di Naruto strinse con presa salda l'impugnatura del corto pugnale sotto il mantello, come a volersi rassicurare che fosse ancora infilato nella sua cintola.

- Stai pronto, ancora pochi metri e ci saranno addosso -

- Vedi di impegnarti Elfo, o anche questa volta rimarrai sotto di punteggio -

- Tsk, vedremo -

Sasuke si girò repentino lateralmente, schivando l'abbattersi di un'ascia a due mani, colpendo con un calcio all'altezza dello sterno l'assalitore arrivato alle sue spalle di soppiatto. Questo sbilanciato dal peso dell'arma e dal colpo scivolò all'indietro, finendo oltre il ciglio del sentiero, sfracellandosi sulle rocce sporgenti del costone, parecchi metri sotto di loro.

Naruto non ebbe neanche il tempo di accorgersi della schivata del compagno, che si ritrovò coinvolto in un corpo a corpo con un grosso Uruk-hai, i cui pesanti colpi si infransero costanti contro il suo scudo, obbligandolo ad indietreggiare fino alla nera parete di basalto.

L'orco sorrise crudele, pregustandosi il pasto, nel vedere la sua preda intrappolata tra lui e la roccia. Immaginandolo armato solo di scudo si lanciò in avanti, sottovalutandolo, e si ritrovò agonizzante con le mani sulla gola squarciata, come a voler riunire i lembi del taglio netto provocati dall'affilato pugnale che l'altro stingeva sicuro tra le dita.

Senza guardarsi indietro Naruto si ributtò nella mischia, andando a dare manforte all'elfo, che nel frattempo era stato accerchiato da più avversari, ai quali stava stoicamente tenendo testa in solitudine.

Si lanciò in avanti caricando tutto il peso sul braccio, facendo penetrale il pugnale fino all'elsa nel torace dell'avversario, utilizzando il suo corpo morto per parare un affondo della scimitarra di un altro orchetto. Poi facendo perno sul piede, ruotò rapido, sguainando al tempo stesso il pesante spadone in un movimento a mezza luna che falciò via altri tre avversari in una sola volta.

- Cinque! -

- Non montarti la testa umano, ero già a sette ben prima che arrivassi a fare questo scempio di visceri e sangue -

Dicendo questo l'elfo scoccò due frecce in rapida successione, che andarono a colpire con precisione i bulbi oculari di due nemici, che si accasciarono al suolo con pesantezza. Gli sorrise beffardo prima di sussurrare provocatorio - Nove -

Naruto sorrise esaltato, buttandosi con maggior impeto nel combattimento per eguagliare il punteggio dell'altro, senza mai distogliere lo sguardo dalla figura elegante e micidiale che mieteva vittime a sangue freddo, senza scomporsi.

- Sei. Sette. Otto. Nove. Dieci.- La sua voce saliva e si abbassava roca in una conta cadenzata, intervallata da sbuffi e sospiri causati dall'importante sforzo fisico impiegato in quel combattimento senza soste.

- Ahah ti ho superato Teme! - gli sorrise radioso, distraendosi per un attimo dalla lotta che infuriava intorno a loro.

- Naruto attento! -

L'uomo di sentì sbalzare di lato dall'impattare di un corpo contro il suo, mentre cadeva lateralmente e diverse frecce piovevano dove poco prima si trovava la sua testa. Il colpo con la roccia gli tolse il fiato, lasciandolo per un attimo boccheggiare confuso.

In piedi davanti a lui Sasuke incoccò tre frecce, eliminando gli avversari rimasti, senza sbavature.

Lo fissò imbronciato, reprimendo la stento la delusione per la sconfitta.

- Se non mi avessi fatto cadere a quest'ora avrei sicuramente vinto, non -

Gli morirono le parole il gola nel vedere l'elfo accasciarsi a terra.

Gli fu subito addosso, preoccupato. Sasuke era più pallido del solito, il viso imperlato di sudore; il torace di alzava e abbassava asincrono, il fiato usciva accelerato dalle sue labbra, con un suono fischiante.

L'uomo gli scostò il mantello. Con orrore notò una chiazza si sangue scuro che si espandeva rapida sul terreno, e una freccia che trapassava il torace del compagno da parte a parte.

- Vincere? Ma se non sai neanche cadere -

La sua voce uscì fioca, un sorriso sofferente a distorcergli i tratti del viso.

- Shh non parlare -

Naruto lo fece lentamente ruotare di lato, esponendo la coda della freccia che spuntava tra le scapole.

- Quello che sto per farti non sarà per nulla piacevole, cerca di non muoverti -

- C'é qualcosa di peggio del sentirti russare? -

Con un unico rapido movimento spezzò la punta della freccia e afferrandola saldamente per il piumaggio di coda la tirò via, ruotandola leggermente per facilitarne il passaggio.

Sasuke urlò tra i denti, contraendo i pugni fino a piantarsi le unghie nei palmi.

Poco prima che la vista gli offuscasse si accorse delle mani dell'uomo che percorrevano il suo corpo, cercando di tamponare la perdita di sangue.

Sorrise grato al pensiero di finire la sua vita cullato tra le braccia dell'umano più bello che avesse mai visto...

 

Il manoscritto volò in un alto arco verso l'altra parte della stanza, impattando con un tonfo contro la parete.

Naruto picchiò la fronte contro il tavolo, coprendosi la testa con le braccia.

Come era possibile che il cuore gli pompasse così forte in gola?

Una fugace visione di Sasuke in piedi davanti al suo corpo riverso a terra si affacciò alla sua mente, facendolo rabbrividire al pensiero di tutti quegli aghi a trapassargli la carne.

Cercò di calmare il suo cuore impazzito pensando ad altro, ma l'immagine di Sasuke in una pozza di sangue continuava a tormentarlo.

Sconfitto si alzò e andò a recuperare il libriccino, lisciando le pagine stropicciate.

Per quanto non volesse dare dare un nome a tutto il caos che gli vorticava dentro a causa di quella lettura, non poteva impedirsi di andare avanti, non poteva rimanere con il dubbio dell'incombente morte della persona più importante della sua vita, che non riusciva a tollerare neanche per finzione.

 

Aprì gli occhi con fatica, cercando di mettersi a sedere.
Ricadde con la testa tra i cuscini, una forte fitta al fianco a farlo gemere. Ripresosi da quel dolore acuto, si guardò intorno stranito, non riuscendo a riportare alla mente dove si trovasse.
Era disteso in un giaciglio morbido, cosparso di cuscini candidi, in quella che pareva una capanna o casupola di legno. Dalla piccola finestra di fronte a lui si intravedevano solo le fronde di un albero, che ondeggianti contribuivano all'immersione della stanza in una luce verde sgargiante.
Era a torso nudo, il fianco avvolto in una fasciatura pulita.
Naruto doveva essere riuscito a portarlo in qualche villaggio nelle vicinanze e a farlo curare.

- Non pensavo ti saresti svegliato così presto -

La voce ruvida attirò il suo sguardo dall'altro lato del letto, dove l'altro stava seduto nella penombra.
Si alzò, portandosi di fianco a lui, gli occhi blu illuminati dal sollievo.
Indossava una strana veste verde, leggermente piccola per lui, che gli tirava sulle spalle e il torace ampio. I capelli biondi e la barba sembravano ancora più dorati di come li ricordasse, ripuliti dalla polvere e dal sangue dei nemici.

- Dove siamo? -

- Sono riuscito a portarti sano e salvo a Lorien, la mia missione pare essersi conclusa -

Sasuke strabuzzò gli occhi – Ma eravamo ancora ad almeno un giorno di cammino da qui, come? -

- So cavalcare piuttosto veloce quando necessario, ti ricordo che non a caso sono stato scelto per questo lavoro -

Gli sorrise spaccone, mentre si chinava verso di lui, fino a far sfiorare quasi i loro visi.

- Ti ringrazio per avermi salvato Sasuke -

Si ritrovò quelle parole direttamente sussurrate sulle labbra, mentre la gratitudine si trasformava in un lento bacio. Si ritrovò proteso verso l'uomo, le mani affondate nelle ciocche bionde, la lingua a danzare nella sua bocca, pervaso dall'odore dell'altro.
Naruto si sospinse leggero su di lui, caricando il peso sulle braccia tese per non gravargli sul fianco ferito, mentre sprofondava maggiormente tra quelle labbra sottili, perdendosi tra sospiri accennati.
L'elfo ebbro del sapore dell'altro fece scorrere le mani sulla schiena ampia, percependo sotto i polpastrelli i fasci muscolari tesi, scattanti.
Lo sospinse di fianco a lui, così da poterlo toccare più liberamente, senza che l'altro temesse di potergli far male. Con la lingua percorse la linea della mandibola, per poi scendere a suggere il collo e le clavicole, imprimendosi a fuoco nella mente ogni centimetro di quella pelle bronzea.
Gli sfilò la veste con fatica, andando ad accarezzare con le dita affusolate gli addominali compatti, perdendosi nelle spire di quello strano tatuaggio tribale che gli attorniava l'ombelico, sfiorando leggero le anche, indugiando tra i riccioli più scuri che scendevano verso il basso.
Con un leggero giramento di testa scese con la bocca lungo le scie lasciate dalle sue carezze, fino ad arrivare all'altezza del sesso pulsante, che svettava appariscente in mezzo alle gambe toniche.

- Ora capisco meglio perché tu te ne vada in giro brandendo una spada gigante, hai palesemente manie di grandezza riguardo le tue ''armi'' -

Sputò sarcastico il moro, strappando una risata di cuore all'uomo.
Sospinse la sua bocca ad inglobare l'erezione, fissando le iridi ossidiana nell'azzurro liquido dell'altro, che ebbe un forte tremito nell'affondare tra quelle labbra umide.
Naruto iniziò a muovere impercettibilmente i fianchi, andando incontro agli affondi dell'altro, perdendosi in sospiri e gemiti non trattenuti, nel sentirsi ghermire il glande da quella lingua bollente..

 

Venne in un getto copioso, mordendosi a sangue il labbro inferiore, gemendo basso il nome dell'altro.
Rallentò il movimento della sua mano, allentando la presa intorno alla propria erezione scemante.
Si sentiva svuotato, privo di forza.
Guardò distaccato le sue dita sporche di sperma, pulendole meccanicamente. Non sapeva quando fosse stato l'esatto momento in cui aveva sentito l'irrefrenabile impulso a toccarsi, ma quello di cui era stato certo era la sua volontà di non fermarsi.
Era stato un istinto basso e potente a guidarlo, che era cresciuto impetuoso insieme alla sua eccitazione, portandolo ad avere l'orgasmo più forte della sua vita.
Un orgasmo devastante al pensiero della bocca del suo migliore amico intorno al suo cazzo, a succhiarglielo.

Si prese la testa tra le mani, confuso più di prima.
Non aveva mai riflettuto davvero su ciò che provasse realmente per Sasuke.
Non si era mai soffermato a dare un nome, una definizione, a quel legame così essenziale, perché troppo intento a cercare di evitare che si spezzasse, a tenerne uniti i lembi.
Ma ora che l'altro era nuovamente al suo fianco, ora che era riuscito a riportarlo a casa, le domande erano sorte spontanee, come un fulmine a ciel sereno.
Ora che Hinata aveva dato voce ai dubbi che lo tormentavano da tempo, come avrebbe potuto continuare a fingere di non essere consapevole di quello che provava?

Picchiò più volte la fronte sul tavolo, struggendosi nell'autocommiserazione data dall'idea malsana sorta nel suo cervello dobico.
Perché ovviamente non sarebbe stato in grado di non urlare i suoi sentimenti in faccia a Sasuke, come aveva sempre egoisticamente fatto, non badando alle conseguenze.
Sconsolato prese una decisione.

Si vestì ed uscì, anche se era notte fonda, correndo per le strade silenziose di Konoha.
Arrivò alla porta e bussò nervoso, temendo che nessuno gli aprisse.
Hinata sorrise nervosa nel ritrovarsi Naruto agitato ed imbarazzato davanti alla sua porta.

- Posso fare qualcosa per te Naruto? -

Il ragazzo aveva gli occhi bassi e si fissava insistentemente i piedi. Deglutì rumorosamente, prima di farsi coraggio e sollevare lo sguardo negli occhi lattei dell'altra, che attendevano la sua risposta preoccupati.

- Avresti altri scritti su me e Sasuke da farmi leggere? -

Hinata annuì sollevata, scostandosi di lato per farlo entrare in casa.

 

 

Presente

 

Erano diversi giorni che Naruto non vedeva Sasuke.
Dopo quella notte, l'altro non si era presentato né agli allenamenti, né nello studio di Tsunade per la ricalibrazione degli arti artificiali.
Era stato più volte tentato di farsi strada fino al quartiere Uchiha ed affrontarlo, ma si era sempre tirato indietro sconsolato. Quella nuova assenza era l'ennesimo rifiuto che però, adesso che la posta era aumentata, non era più in grado di tollerare.

Dopo i primi giorni a sperare che l'altro comparisse, si era quindi ritirato nel suo piccolo appartamento, rifugiandosi nella lettura compulsiva delle storie di Hinata, delle quali non riusciva più a fare a meno.
Poteva vivere quei momenti che aveva sognato e bramato in quei giorni di attesa, attraverso il suo personaggio, immergendosi in quei mondi immaginari che la penna della ragazza tanto abilmente tratteggiava.
Poteva così accarezzare Sasuke, baciarlo, sentire il suo corpo tra le dita.
Ma ogni volta che una storia finiva si sentiva confuso, spaesato, il terrore di aver perso ancora una volta la persona più importante della sua vita gli attanagliava il petto, soffocandolo, e non riusciva a darsi pace fino a che non si immergeva nuovamente in qualche altra finzione.

 

Era proprio concentrato nella lettura quando qualcuno bussò delicato alla porta.
Stranito si avvicinò all'uscio, percependo un chakra famigliare, che ebbe il potere di fargli tremare le ginocchia.
Come in trance aprì, ritrovandosi davanti Sasuke in carne ed ossa, leggermente affannato.
Si fissarono per un tempo interminabile in silenzio, cercando di sondare lo sguardo dell'altro.
Poi Sasuke parlò, così piano che Naruto dovette protendersi in avanti per udire le parole.

- Aveva ragione -

- Chi?-

Il ragazzo lo fissò intensamente, prima di increspare leggermente le labbra.

- Hinata. Su di noi -

Naruto perse un battito ad udire quelle parole, sconcertato dalla perfezione di quella scena, che sembrava una delle tante che l'amica aveva abilmente tratteggiato.

- Ma quindi anche tu..? -

- Si -

- Quale? -

- Perché tu ne hai letta più di una? -

Il nero degli occhi di Sasuke si fece più cupo, imperscrutabile, mentre si avvicinava all'altro, accostando la bocca al suo orecchio.

- Mi ha consegnato un manoscritto dicendomi che sarebbe stato il tuo regalo di compleanno, e che solo leggendolo avrei capito cosa intendesse -

Naruto deglutì nel trovarsi il viso dell'altro così vicino, rabbrividendo del fiato caldo sul suo collo.

- Buon compleanno Dobe -

Sasuke si sporse a baciarlo, incerto.
Dopo un attimo di esitazione dato dalla sorpresa, Naruto si spinse con impeto verso di lui, facendolo cadere oltre la soglia, rovinandogli addosso.
Spinse con più forza le sue labbra su quelle dell'altro, causandogli un brivido di eccitazione.

- Vogliamo vedere quanto la realtà sia in grado di superare la finzione? -

- Zitto e baciami, Usuratonkachi -

 

 

Nota 1: Il titolo del racconto di Hinata riprende una frase in elfico che Arwen rivolge a Aragorn.

Nota 2: Noldor è una delle tre stirpi di elfi discendenti dagli Eldar (popolo delle stelle); tra questi possiamo trovare gli elfi di Imladris (Gran Burrone) e quelli di Lorien.

Nota 3: Citazione da ''Racconti Incompiuti'' che fa riferimento a Thranduil, padre di Legolas, re degli elfi silvani di Bosco Atro.

   
 
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