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Autore: giucri89    12/10/2017    1 recensioni
Il sogno di Kim NaNa è quello di diventare una segretaria di direzione ma non ama gli straordinari, in quanto persona pigra o come ama definirsi "a risparmio energetico". Al contrario Park ChanYeol è un tipo dinamico; è Chaebol di III generazione a cui sta stretto questo titolo. L'ultimo dei suoi desideri è, infatti, quello di sedersi in un ufficio tutto il giorno. il suo sogno è sfondare con la band da lui creata insieme ai suoi amici, gli EXO. Cosa succederà quando le strade lavorative di Nana e ChanYeol s'incontreranno? Soprattutto dopo un evento particolarmente imbarazzante che li ha coinvolti qualche giorno prima...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Chanyeol, Chanyeol
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2
 
 
Da tempo siamo rinchiusi volontariamente
in questa intelligente prigione.
Lasciando il mio carattere in un mondo virtuale
composto da zeri e da uno.
Là dentro non c’è vita, né sentimenti, né tantomeno calore.
Solo un campo desolato dove si muovono
i rifiuti del mondo.
Con il passare dei giorni diventiamo solo più soli.
E restiamo feriti dal fatto
di non poter essere che umani.
Mama-EXO
 
 
- ChanYeol -
 
Venerdì mattina, come ogni mattina arriva il messaggio di mia madre, messaggio che neanche questa mattina troverà risposta. Del resto cosa dovrei risponderle? Ogni mattina sempre la solita domanda - Come va mio piccolo Chan-ah? - Non credo che al mondo esista una domanda più stupida di questa. Chi ti sta accanto sa benissimo come stai, per chi, invece, non si trova al tuo fianco, be’, cosa dovrebbe importargliene? Ergo, domanda inutile che andrebbe completamente cancellata dal repertorio della comunicazione umana. Decido di alzarmi dal letto, direi che è anche l’ora dato l’orario, sono già le 11, direi quasi ora di uscire e trovare un posto dove pranzare. Inaspettatamente sento suonare il campanello di casa mia. Stranamente inusuale, soprattutto per via dell’orario. I miei amici non sono soliti svegliarsi così “presto” la mattina, quindi, la ristretta cerchia di persone si restringe, non potrebbe essere nessun altro che lui. E infatti. «ChanYeol-ah, si può sapere perché ci hai messo tanto? E poi perché sei ancora in pigiama? Non dirmi che ancora stavi dormendo?», solo lui è la persona in grado di farmi mille domande al secondo già al mio risveglio. Anche se riluttante all’idea, per via delle notizie che mi porta, lo faccio entrare «Oh, hyung buongiorno anche a te, prego entra». Lui, non facendo caso al mio tono canzonatorio, si dirige in cucina. «Non hai fatto colazione, vero?» mi domanda, quasi preoccupato in viso. «Hyung, cos’è? Sei diventato la mia madre sostitutiva?», non che sia poi così sbagliato. Da quando i miei hanno divorziato, quando avevo dieci anni, e hanno deciso di andarsene entrambi via di casa, lasciando me e mia sorella maggiore a casa del nonno, MinSeok hyung è diventato un po’ come una madre, un padre, un fratello, un po’ tutto per me. «ChanYeol-ah, sai che non puoi continuare a vivere così non è vero?», ci risiamo, la paternale ricomincia. Intendiamoci, voglio molto bene a MinSeok hyung ma riguardo a ramanzine ci va giù pesante. Questa è un po’ la sua pecca nel nostro rapporto. «Hyung, ti prego risparmiami le tue lamentele già di primo mattino», dico nella speranza che cambi discorso, ma tanto so già che sarà inutile. È un tipo alquanto tenace. «Primo mattino? Tu te ne rendi conto che sono già passate le 11, vero?», mi fa accuratamente notare. «Hyung, ieri ho avuto un’esibizione con la band e stasera ne avrò un’altra. È normale per me alzarmi adesso, quando, se tutto va bene, vado a dormire alle 4:00 del mattino», a mia volta gli faccio notare. MinSeok come al solito non sembra scomporsi alla mia affermazione. Lui, come mio nonno del resto, sono fermamente convinti che il mio lavoro con la band in cui suono sia solo un passatempo, una specie di ribellione adolescenziale arrivata in ritardo, ma non è assolutamente così. «Il signor Park mi ha detto di comunicarti la novità riguardate la tua vita», dice diventando improvvisamente serio in volto. «Ah! Adesso prende anche decisioni riguardanti la mia vita, non gli bastano quelle dell’azienda e quelle su di te, giusto?», affermo sarcastico. Mio nonno è il proprietario di una grande azienda, la Park’s Enterprise, è un uomo abituato al comando, vorrebbe avere potere su tutto e su tutti ma purtroppo con la mia famiglia non è andata molto bene, mio padre, nonché il suo unico figlio, se n’è andato via dicendo di non voler vivere sotto gli ordini di nessuno, mia madre, dopo il divorzio, ha ben pensato di non aver più nulla a che fare con la famiglia Park e se n’è andata, mia sorella maggiore, YooRa, ha deciso di fare la reporter e anche lei è andata via per la sua strada ed io, be’, anche io non sono molto docile ai suoi comandi, lui mi considera come il suo unico erede ma io non ha la minima intenzione di rinchiudermi in un ufficio per tutta la vita o perlomeno non ora. Quello che voglio fare adesso è suonare la batteria nella band che io, insieme ad altri amici, ho fondato, gli EXO. Così mio nonno tenta di soddisfare la sua brama di potere personale su MinSeok. MinSeok proviene da una famiglia povera, a dire il vero non ne parla poi tanto, è alquanto riservato. È molto intelligente, durante l’ultimo anno delle superiori vinse una borsa di studio per l’università indetta dall’azienda di mio nonno, da allora il nonno non ha smesso di tenergli gli occhi addosso. È un tipo docile, ingegnoso, non si ribella mai agli ordini, sicuramente mio nonno avrebbe preferito mille volte avere un nipote come lui che come me ma purtroppo non è ancora possibile scegliere i parenti più stretti, devi tenerti quelli che ti capito o perlomeno quelli che restano. «ChanYeol-ah, non essere scortese!», mi riprende come al solito. Questo suo lato così buonista alcune volte non lo sopporto proprio. È la verità, il nonno vuole solo comandare a bacchetta tutti e lui lo difende pure. Tsk. «Ok, Ok ma puoi comunque dirgli che qualunque cosa sia non accetto», taglio subito corto. «A malincuore ti dico che è un qualcosa che non puoi rifiutare. Ha minacciato di toglierti i viveri stavolta, e credimi era serissimo», dal suo sguardo direi che sembra vero quello che dice. «Ah! Il vecchio ci va giù pesante, eh? Ha tirato fuori la sua artiglieria migliore», dico mentre un sorriso amaro fa capolino sul mio volto. «Ascoltami ChanYeol-ah, voglio parlarti da vero fratello maggiore. Accetta questo impegno senza ribellarti stavolta. Credimi, è una cosa che puoi fare tranquillamente, hai studiato, è giusto che adesso metti in pratica quello che hai appreso solo in teoria. Se davvero il signor Park tagliasse i ponti con te dal punto di vista economico, potresti ancora alloggiare in un appartamento come questo senza problemi? Il lavoro con la tua band ti dà di che vivere?», e no, purtroppo no, è come dice lui, anche se non lo ammetterò mai apertamente. Spesso ci pagano male o addirittura non ci pagano proprio. «E cosa dovrei fare di preciso?», domando, infine, sconfitto. «Oh, be’. È quasi una cosa da niente», sembra la stia prendendo molto alla larga, il che mi spaventa. «È il “quasi” che mi preoccupa». «Tranquillo, io starò al tuo fianco, sarò il tuo vice», se ho bisogno anche di un vice, non credo proprio che sia una “cosa da niente”. «Addirittura un vice?», domando sorpreso. «Sì, il signor Park ha pensato di farti diventare il nuovo CEO del centro commerciale Park’s», dice con un fil di voce e velocemente. Cosa? CEO? Il vecchio deve essersi rimbambito di certo. «Hyung stai scherzando, non è vero?», dico fingendo una risata. «Mi piacerebbe scherzare su argomenti simili ma sai che sono solito non farlo, quindi, no, non sto scherzando, e non ti ho ancora detto la filiale», il suo sguardo si fa sempre più preoccupato. «Filiale? È quella di qualche quartiere sperduto di Seoul, giusto? Cioè, non ho esperienza in proposito, non può essere nient’altro se non quello», guardo speranzoso il mio interlocutore in cerca di un’affermazione. Affermazione che purtroppo non arriva. «Purtroppo devo deluderti ChanYeol-ah, si tratta della filiale di Gangnam». Ok, deve esserci una telecamera nascosta da qualche parte per filmare la mia stupida reazione a questa risposta. Non può essere vero, non può assolutamente essere vero. «N-non stai dicendo sul serio, vero hyung?», sono le uniche parole che riesco a pronunciare.
  
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