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Autore: Plando    12/10/2017    3 recensioni
Nick è in un momento difficile, riuscirà a venirne fuori con l'aiuto di una nuova conoscenza?
Genere: Dark, Drammatico, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Judy Hopps, Nick Wilde, Nuovo personaggio
Note: AU, Lime, OOC | Avvertimenti: Non-con, Tematiche delicate, Violenza
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Trovarono Duke dopo tre giorni, stava cercando di propinare i suoi film a praticamente tutti quelli che vedeva passare, Nick provò ad avvicinarsi, ma venne fermato da Jessica, la lepre infilò una zampa nella tasca dei pantaloni e ne tirò fuori il distintivo, porgendolo a Nick.

“Che dovrei farci scusa?”

“Niente, solo…custodiscimelo per un po', ok?”

Nick annuì, non capendo la richiesta; si avvicinarono, attirando la sua attenzione.

“Wilde? Come mai non sei a vendere ghiaccioli? Dov’è il tuo compare?” Poi lo sguardo si spostò verso la lepre “Ah, ho capito, vuoi imboscarti è? Ascolta dolcezza, perché non molli questo catorcio di volpe e mi segui nel vicoletto? Credimi, so come far godere quelle della tua specie”

Lei ignorò completamente la richiesta, porgendogli subito la domanda a cui voleva una risposta.

“Perché hai rubato gli ululatori notturni?”

“Non so di che parli, e se anche fosse, perché dovrei dirtelo?”

Finita la frase si tolse dalla bocca lo stuzzicadenti che stava masticando e con un schiocco di dita lo tirò sul muso della lepre, probabilmente pensava di intimorirla, Nick cominciò subito a pensare che Duke aveva le ore, macché, i minuti contati.

“Ok” Jessica disse solo questo, facendo cenno alla donnola di avvicinarsi, parlandogli con voce sensuale “Parlavi di un vicolo vero? E che avevi in mente di preciso?”

Duke restò per un attimo spiazzato da questo cambiamento di umore, non credeva che sarebbe arrivata a vendersi così per delle informazioni, ma non si sarebbe certo lasciato sfuggire l’occasione, si avvicinò un po’, per bisbigliare alle orecchie della sua interlocutrice.

“Te spogliati, che poi ci penso io a…” Non riuscì a terminare la frase che si ritrovò il collo stretto tra le zampe della leporide, lo sguardo di quest’ultima era cambiato completamente, era rabbiosa; con un rapido movimento delle zampe lo sollevò da terra per poi scaraventarlo sul banchetto dove c’erano in mostra i dvd piratati, sfasciandolo.

“Tu…tu sei pazza” Provò a rialzarsi, ma venne bloccato dal piede della lepre, si prese un calcio in pieno muso, finendo a terra dolorante e sputando un paio di denti.

“Carotina, che diavolo…”

“Tu stanne fuori, non ho tempo da perdere con feccia di questo tipo”

Si avvicinò nuovamente e dopo aver afferrato il collo della donnola lo tirò su di peso, a Nick non gli parve nemmeno troppo strano, sapeva che il punto forte dei leporidi erano le gambe, ma quando due settimane prima l’aveva ricucita a casa di Finnik aveva subito notato che doveva aver fatto dei pesanti allenamenti al fine di potenziarsi anche la muscolatura delle braccia, non c’era da stupirsi che riuscisse a sollevarlo senza alcuno sforzo, almeno in apparenza.

“Dimmi quello che voglio sapere, o ti giuro che nemmeno la puttana di tua madre ti riconoscerà più da come ti ridurrò”

“Vai…vai a farti…fottere”

La poca collaborazione che mostrava la infastidì fin troppo, lo lasciò andare e prima che toccasse terra gli sferrò un calcio dritto nello stomaco, abbastanza forte da fargli sputare sangue e scagliarlo a qualche metro di distanza; Donnolisi si lamentava per il dolore rigirandosi su di un fianco, lei si avvicinò e dopo averlo preso per la maglietta lo sollevò, sferrandogli un pugno in piena faccia per poi ributtarlo a terra.

“Ti piace violentare e picchiare le conigliette indifese è? Bè, come avrai capito, io non rientro tra queste ultime, dimmi, come ci si sente, ad essere dalla parte di chi le prende? Posso andare avanti tutto il giorno, e credimi quando ti dico che lo farò pure con immenso piacere, non hai neppure idea di quanto mi eccita pestare a sangue i rifiuti come te”

Sollevò il piede, pronta a scagliarlo contro il muso del malcapitato.

“No…no asp…aspetta, ti dirò tutto”

Un ghigno soddisfatto contornò il suo musino “Avanti parla”

“Un…montone, si chiama Doug, gli porto la roba alla…alla vecchia stazione di Banyan street”

“Doug?” Un dubbio atroce cominciò ad insinuarsi nella sua testa, gli serviva una conferma.

“Dammi il suo numero di telefono”

Duke la guardò come se avesse appena detto una cosa che non stava ne in cielo ne in terra “C…cosa?”

“DAMMI IL CAZZO DI NUMERO”

Temendo un altro pestaggio, o peggio, Duke prese un foglietto da una delle tasche che porse alla lepre, un post-it giallo con una scritta in pennarello azzurro e la calligrafia era maledettamente simile, glie lo strappò letteralmente dalle zampe, osservandolo e imprimendosi nella mente ogni singola cifra.



(805)5550127



Il post-it, così come il numero ed il nome, erano gli stessi, strinse il pugno, stropicciando il biglietto.

“Perché, Dawn?”

“Ti…ti ho dato…quello che volevi…adesso…”

Il solo udire nuovamente la voce del bastardo la fece incazzare più di prima, impedendogli di rialzarsi mettendogli un piede in faccia, facendola sfregare sull’asfalto, abbassandosi poi, per sussurrargli all’orecchio, in modo che Nick non sentisse.

“Ascoltami bene, brutto sacco di merda, la tua vita per me vale meno di zero, sei un rifiuto e di solito quelli come te li ammazzo senza pensarci due volte, ringrazia il cielo che qui c’è quella volpe, è solo la sua presenza che ti ha salvato la vita”

Tolse il piede dal muso della donnola dolorante per poi rivolgergli un’ultima frase.

“Se farai anche solo menzione di qualunque dettaglio, anche insignificante, riguardo a quanto accaduto qua, stai pur certo che ti troverò e non ti andrà di lusso come ora”

Nick guardò la lepre alzarsi ed allontanarsi, facendogli cenno di seguirlo, si volse verso la donnola ancora a terra, sanguinante e coperto di lividi “E lui?”

“Io ci ho finito, se te lo vuoi portare a casa devi pensarci te”

La volpe sospirò, prese il cellulare e dopo aver fatto una chiamata si avvicinò a Duke.

“Hai trovato finalmente chi te le ha suonate è? Ti ho chiamato un’ambulanza, resta lì ed aspetta che arrivino”

Duke rimase sdraiato a terra cercando di non pensare al dolore che aveva in tutto il corpo in quel momento, nel frattempo Nick aveva ripreso a camminare di fianco a Jessica.

“Non meritava un’ambulanza”

“Lo hai massacrato”

“È uno stupratore”

“Non ne hai le prove”

“Ma lo so, per me è una prova più che sufficiente”

“Nemmeno io sono uno stinco di santo, mi pesterai allo stesso modo?”

La lepre volse lo sguardo per incrociarlo con quello di lui “No, tu sei recuperabile”

Per tutta risposta la volpe abbassò lo sguardo, fissando il petto di Jessica.

“Ehi, che cavolo stai guardando? I miei occhi sono qua” Disse lei, indicandosi le pupille.

“Hai sporcato la tua bella magliettina”

Abbassò lo sguardo anche lei, notando delle macchie di sangue che punteggiavano la faccina del coniglio disegnato sulla maglia, donandogli un aspetto alquanto inquietante, Jessica sorrise a vederle.

“Quello schifoso alla fine mi è davvero venuto addosso, anche se non proprio come voleva lui”

“Sai, io credevo che Finn fosse manesco e sboccato, ma da quando conosco te mi rendo conto che in realtà è un angioletto in confronto”

Lo sguardo di Jessica divenne serio “Ho perso la mia innocenza molto tempo fa, in questa testa ormai non c’è più spazio per la ragazzina che vedeva un mondo migliore dello schifo che effettivamente è”

“Questa non è Farthingwood, qui si può vivere abbastanza serenamente, sia prede che predatori”

“NO” Gli rispose, con decisione negli occhi “Tutto questo, Zootropolis, l’essere ognuno ciò che vuole, è tutto una menzogna, questa città è una bomba, quando esploderà ti renderai conto che ho sempre avuto ragione”

Nick non sapeva più che dire di fronte a tanto pessimismo “E allora perché stai…MA CHE CAVOLO FAI?”

In un attimo si era tolta la maglia sporca di sangue, gettandola a terra e restando praticamente con una canotta a costine.

“Senso del pudore bye bye?”

“Oh daiii” Dicendo così alzò le braccia, agitandole al cielo “Non sono mica nuda, e poi tu dovresti solo stare zitto, visto che mi hai spogliata mentre ero priva di sensi”

“Ma…la situazione era…era ben diversa…poi io non…”

Vedendolo agitato lei si avvicinò allungando le zampe verso di lui e afferrandogli il muso, facendolo tacere.

“Stai tranquillo, mi hai salvato la vita, te ne sono grata”

“Ok” Lo sguardo di Nick passò al fianco della lepre, ora che era senza maglia poteva vedere che non aveva le fasciature “Come vanno le ferite?”

“Tutto a posto” Dicendo questo si diede anche qualche pacca sul fianco, come per confermare la cosa “Sana come un pesce”

“Va bene, ora che si fa?”

“E me lo chiedi? Andiamo a prendere questo Doug”

“Non credi sia ora di farsi aiutare? Chiama i rinforzi, hai già fatto molto”

Lei scosse la testa “No, è diventata una questione personale, ma, se ti senti in pericolo, non sei tenuto a seguirmi”

“Ormai, poi ho come il presentimento che, se ti lascio andare da sola, domani leggerò di un montone trovato morto in stazione” Sospirò per poi riprendere a parlare “Che intendi per questione personale?”

Non arrivò alcuna risposta dalla lepre, che cominciò ad incamminarsi verso Banyan street, Nick la seguì, aveva notato il suo cambio di umore dall’interrogatorio alla donnola, quel nome, Doug, in qualche modo l’aveva sconvolta ed in effetti gli diceva qualcosa pure a lui non arrivando però a capire cosa; lei nel frattempo camminava in silenzio pensando tra se e se, ricordando la discussione avuta col suo superiore, prima di infiltrarsi nella polizia.





“Jack?”

“Il capo ha un nuovo incarico per te”

“E magari stavolta verrà lui a darmelo?”

“Lo sai che è impossibile”

“Sono stufa di ricevere ordini da una voce modificata elettronicamente, chi diavolo è?”

“Ascoltami bene, sarai anche uno dei nostri agenti migliori qua, ma conti meno del due di picche, quindi chiudi la bocca ed esegui”

“Ok, di che si tratta?”

“Avrai sentito dei mammiferi che stanno scomparendo a Zootropolis”

“Si, sono tutti predatori…aspetta, non mi scomoderai per una sciocchezza cosa del genere?”

“Certo che no, qualcuno vuole fare le scarpe a Lionheart, pensiamo che sia anche il responsabile delle sparizioni, chiunque sia il soggetto è un pericolo per Zootropolis, quando lo avrai identificato e avrai la certezza, procedi all’eliminazione immediata, non dovranno restare ne prove ne testimoni”






Erano arrivati all’entrata della stazione, a giudicare dalle condizioni in cui era doveva essere abbandonata e in disuso, un nascondiglio perfetto; una volta assicurati che nessuno li vedesse si intrufolarono dentro, dovettero scendere diverse rampe di scale prima di raggiungere i binari, nel frattempo un solo pensiero turbinava nella testa della lepre.

“Eliminare il responsabile, così come prove e testimoni”

Lo sguardo inevitabilmente andò verso Nick, si fosse trattato di un paio di settimane prima non si sarebbe fatta alcun problema a liberarsi di lui, nel peggiore dei casi lo avrebbe fatto sparire dalla circolazione, non era altro che un delinquente da quattro soldi, nessuno avrebbe sentito la sua mancanza, ma ormai quella volpe aveva danneggiato in maniera irreparabile qualcosa dentro di lei, al punto che non si sentiva più in grado di eseguire ciecamente gli ordini, come prima di allora aveva sempre fatto.

“Nick” Si fermò all’improvviso, dando le spalle alla volpe “Da qui in poi non posso più garantirti protezione, la situazione potrebbe farsi pericolosa”

“Vuoi che me ne vada? Che ti lascio da sola?”

Lei annuì “Si, non voglio che…”

“No” Le rispose lui di rimando, interrompendola “So che sei in grado di cavartela benissimo, ma non ti lascio andare sola, non se ne parla”

“Ma…”

“Se vuoi impedirmi di seguirti, dovrai costringermi con le cattive”

Nick la vide voltarsi ed andare verso di lui, seria ed impassibile, quella che aveva davanti di lepre aveva solo l’aspetto, quando si avvicinò a sufficienza lei alzò la zampa, non l’avrebbe colpita, non si sarebbe difeso, ormai lo aveva capito che era inutile, se lo voleva mandare all’ospedale lo avrebbe fatto; chiuse gli occhi e strinse i pugni, aspettando il colpo che, ne era certo, lo avrebbe steso.


<< PAFF >>


Quello che arrivò a Nick non era un manrovescio, né uno dei pugni che avevano fracassato la dentatura di Duke, ma un semplice buffetto sulla guancia, quando riaprì gli occhi si ritrovò il muso sorridente di Jessica ad osservarlo.

“Ok, semmai te le suono come si deve alla fine di tutto”





Arrivarono davanti il laboratorio, una vecchia locomotiva scassata, lasciata su una linea abbandonata e probabilmente non più funzionante, attraverso i finestrini si riusciva a vedere qualcuno trafficare all’interno, fece cenno a Nick di stare indietro, lei si avvicinò alla porta e bussò, dopo qualche secondo un montone aprì la porta.

“Siete già di ritor…”

Le zampe scattarono in su nel vedersi una pistola puntata in faccia, la lepre la teneva fissa davanti a se, tirando giù il cane in posizione di sparo, con un sordo rumore metallico che fece sudare freddo Doug.

“Fuori”

Il montone uscì dalla carrozza e Jessica, sempre tenendogli l’arma puntata contro, osservò dentro, un vero e proprio laboratorio chimico, con una serra improvvisata per i letali fiorellini.

“Ora hai due scelte, o la chiami facendola venire qua, oppure ti pianto un nove millimetri nel cranio, ti do cinque secondi per decidere”

A Doug ne bastò uno, prese il cellulare e, capendo perfettamente a chi lei si riferisse, disse al suo capo di venire immediatamente al laboratorio, attirandola con la scusa di dover pagare Duke.

All’altro capo della cornetta Dawn annuì, dicendogli che sarebbe arrivata il prima possibile, per poi mettere giù la chiamata e rivolgersi alle tre guardie che aspettavano fuori dall’ufficio.

“Mi ha chiamato Doug, dice che è arrivato il corriere con la roba, ma non erano previste consegne per oggi, non mi fido, andiamo la e controlliamo”





Erano passati otto minuti, Jessica ne aveva dati dieci a Doug, se nessuno si fosse fatto vivo in quel lasso di tempo sarebbe stata costretta a tramortire Nick, poi avrebbe freddato il montone, ed al contrario dei metodi di MrBig lei gli avrebbe sparato.

“Ti restano due minuti di vita, fossi in te comincerei a pregare che arrivi”

Era sempre più preoccupato, lei sembrava maledettamente seria, anche Nick cominciava a temere che gli avrebbe sparato per davvero.

“Carotina”

“Non ora”

“Jessi…”

“NON ORA”

Lei si volse e rimase per un attimo paralizzata nel vedere Nick tenuto fermo da due montoni, mentre un terzo gli teneva puntata una pistola alla testa, Doug ne approfittò, sferrando un calcio all’agente, facendola cadere a terra e afferrando la sua arma, tenendogliela puntata contro; assieme a loro Bellwether fece la sua comparsa.

“DAWN, PERCHÈ TUTTO QUESTO?”

Jessica era sconvolta, arrivando ad urlare contro l’amica che in quel momento la teneva in pugno.

“Perché i predatori non meritano nulla, per troppo tempo noi prede siamo state sottomesse a loro, questa cosa finisce oggi e se veder realizzato il mio sogno significherà liberarmi di te, lo farò, anche se non vorrei”

Per la prima volta Nick vide Jessica completamente persa, per lei Dawn era l’unico mammifero per cui avrebbe mai rischiato la vita, tutto questo la fece crollare.

“Non ti riconosco più, Dawn”

“La vita ci ha portato su due strade ben diverse, tu hai rivalutato persino le volpi, io invece non ho mai smesso di odiare ogni singolo predatore”

“Charles si starà rigirando nella tomba in questo momento”

Il viso di Dawn mutò completamente, un misto tra rabbia e tristezza.

“Papà era un’idiota, lui doveva per forza dare aiuto a tutti quelli che vedeva in difficoltà, se avesse ignorato quel lupo ora sarebbe vivo, invece si è ritrovato un proiettile nel petto, lasciato a morire in mezzo alla strada mentre io ed Elly non potevamo far altro che guardare”

Per quanto la potesse capire Jessica non avrebbe mai accettato tutto questo “Allora fallo, uccidimi e diventerai come quel lupo”

“Ho smesso di essere una dolce pecorella da un pezzo, comunque non sarò io a liberarmi di te”

Finita la frase fece un cenno con la testa, i due montoni che tenevano Nick lo trascinarono verso una vecchia carrozza ferroviaria poco distante dal laboratorio, i finestrini erano sprangati e la porta aveva un chiavistello all’esterno, prima fecero entrare lei, poi Dawn sparò qualcosa sul collo di Nick, per poi farlo scaraventare dentro, chiudendo poi la porta.

“DAWN, CHE HAI IN MENTE?”

“Sto per farti tornare il terrore delle volpi, addio Jess”

Tutto quello che potevano fare dall’esterno era ascoltare la lepre mentre tentava, inutilmente, di far tornare in se la volpe, rumori di colluttazione, ringhi selvaggi ed infine un urlo di dolore lancinante che riecheggiò nei tunnel della metro, poi più nulla, silenzio.

Attesero cinque minuti buoni, poi la pecora si decise “Aprite”

“Cosa? Starai scherzando vero? C’è una volpe selvaggia lì dentro”

“Appunto” Lo rimbeccò lei “Non possiamo lasciarlo li, non appena si apre la porta sparagli, poi ci libereremo dei corpi”

Controvoglia Doug si avvicinò, puntando l’arma della ormai “defunta” lepre, pronto a sparare, come abbassò la maniglia la porta si spalancò di colpo, facendogli perdere l’equilibrio, cadendo addosso a Dawn, che perse conoscenza in seguito alla botta.





Quando la pecora rinvenne si ritrovò legata ad un palo, sempre nella stazione abbandonata, si guardò attorno, Doug e gli altri tre montoni erano tutti a terra incoscienti, alcuni di essi con arti fratturati e tutti pieni di lividi.

“Ti sei svegliata”

Jessica si avvicinò, la pecora poté notare subito la totale mancanza di ferite su di lei “Come? Come hai fatto a…”

“È il bello di essere una lepre, tutti ti sottovalutano”

Finita la frase si abbassò per recuperare la sua pistola, puntandola poi alla testa della pecora.

“Je…Jess, che…che vuoi fare?”

Dawn era terrorizzata, sul volto della sua ex-amica riusciva a vedere solo una fredda determinazione, gli voleva sparare, ne era più che certa.

“Non farlo…ti prego”

“Non credere che mi piaccia, ma sei troppo pericolosa, adesso preparati, la tua carriera politica finisce qui”

Sconcertata dalle parole della lepre e dalla freddezza con cui le aveva pronunciate, Dawn chiuse gli occhi, singhiozzando ed aspettando impotente la sua fine.

Jessica la osservò qualche secondo, era il suo dovere, la missione che doveva portare a termine, una volta uccisa Dawn avrebbe dovuto occuparsi anche degli altri, i montoni erano al pari della pecora, avrebbe poi eliminato le prove, incendiando la locomotiva-laboratorio, ed infine, si sarebbe dovuta liberare dei testimoni, inevitabilmente lo sguardo finì in direzione di Nick, ancora a terra privo di sensi dopo la sprangata sulla nuca che si era beccato, non avrebbe potuto, per la prima volta decise di trasgredire gli ordini, lasciando in vita tutti; l’ultima cosa che avrebbe sentito Dawn fu una violenta botta alla testa, per poi svegliarsi qualche giorno dopo nell’infermeria del carcere di Zootropolis.

Nick invece si risvegliò in ospedale, la prima cosa che gli balzò all’occhio era il lupo in divisa che era seduto di fianco a lui.

“Ehi, ti sei svegliato, finalmente, hai dormito per due giorni”

Dire che gli girava la testa era un eufemismo, nonostante tutto si sforzò, inutilmente, di ricordare.

“Dove sono? Che è successo?”

“Sei in ospedale, sei stato reso selvaggio dal siero di Dawn, non lo ricordi?”

“N…no, so solo che…” Improvvisamente ricordò, non di essere stato colpito o di essere diventato selvaggio, quei ricordi erano persi, irrecuperabili, ma ricordò che non era solo, quando ciò avvenne.

“Lei dov’è?”

Il lupo fece un ghigno “Chi, Jessica? Oh lei sta bene, al contrario di te, ti ha mollato una legna sul coppino mica da scherzo, vuoi che te la chiamo?”

“Si grazie, tu sei?”

“Jake Wolfard, piacere di averti conosciuto” Il poliziotto abbandonò la stanza, lasciandolo da solo per un po', dopo dieci minuti buoni entrò la lepre, sembrava contenta di vedere Nick nuovamente sveglio e soprattutto in se.

“Ciao Nick, come va?”

“Carotina…tu stai bene?”

“Cosa? Ma certo, credevi veramente che una pecora e quattro montoni da strapazzo bastassero per darmi problemi? Sarà meglio che se ne stiano buoni in prigione, perché se vengo a sapere che sono usciti li troverò e li pesterò come non ho mai…”

“Non era a questo che mi riferivo” Venne interrotta, lei lo sapeva benissimo a cosa si riferiva, preferendo provare a non entrare nel discorso.

“Temi di avermi fatto del male, quando non eri in te?”

“Io…non ricordo nulla…ma ho visto come ti ha aggredito Manchas sotto gli effetti di quella roba…io…”

“Bè, non lo hai fatto e comunque non te ne ho dato il tempo”

“Che vuoi dire?”

Lei si avvicinò maggiormente, sedendosi sul letto di fianco a lui “Eri selvaggio, ringhiavi e mi mostravi zanne e artigli, ma non mi hai attaccata, nei tuoi occhi vedevo solo paura”

“Ti credo” Rispose lui “Chiunque avrebbe paura di te dopo aver visto quello che ho visto io”

Lei negò scrollando la testa “No, sono più che convinta che avevi paura di farmi del male, per questo hai esitato, chiaramente io ho dovuto sprangarti come se non ci fosse un domani, per essere sicura insomma”

Lo aveva detto con una tale naturalezza che a Nick parve quasi che le fosse piaciuto farlo.

Lei tornò subito seria “Devo dirti una cosa e chiedertene un’altra”

“Ok”

“Allora, io conosco gente, gente che conta e che mi doveva un favore”

“Io…non capisco”

“Ho fatto ripulire completamente la fedina penale tua e del tuo amico fennec, ora sono immacolate”

Era senza parole, al punto che rimase con la bocca semi-aperta qualche secondo prima di riuscire a dire qualcosa “Io…non so che dire”

“Un grazie sarà più che sufficiente”

“Grazie…ma Finnick?”

“Oh, lui l’ho già avvisato, mi ha comunque dato della tro…”

“Ok ok, ho capito, non lo hai ucciso vero?”

“No, per stavolta l’ho perdonato”

Nick sospirò, attese qualche secondo e poi si rivolse nuovamente a lei “Dovevi chiedermi qualcosa?”

“Si, di Finnick non m’importa nulla, il mio dovere l’ho fatto ed ora spetta a lui, ma te, non voglio che sprechi l’opportunità che ti ho dato, per cui ti chiedo di leggere questo e di pensarci bene”

Scese dal letto, poi tirò fuori un pezzo di carta, lo diede a lui ed uscì; lo aprì e gli diede un’occhiata, era un modulo d’iscrizione all’accademia di polizia, per quanto potesse sembrare strano, forse era veramente la svolta che gli serviva, decidendo quindi di dare fiducia a quella lepre.





“Pronto?”

Una voce, modificata da un sintetizzatore vocale, uscì dal cellulare di Jessica.

“Agente Schrader”

“C…capo?”

“Si, si può sapere che cazzo hai combinato?”

“Signore…Dawn…Dawn non è più una minaccia, inoltre l’unico testimone non ricorda nulla a causa del siero, non c’era motivo per…”

“ZITTA, hai trasgredito gli ordini, sarai punita per questo, lo sai, ma prima, c’è un altro incarico per te, qualcosa per cui dovrai mantenere la tua copertura all’interno della polizia di Zootropolis, Bogo è già stato avvisato della cosa, ti verranno dati altri dettagli col tempo, completala e vedrò di tralasciare il tuo ultimo fallimento, ma se mi deluderai ancora…”

“S…si, si lo so”

“Bene, non avrai altre comunicazioni da me, per qualsiasi cosa ci penserà Savage”










Jessica fissava pensierosa i suoi piccoli, mentre Nick guidava verso casa, fu proprio la volpe a farla tornare in se da quello stato di apparente trance.

"Va tutto bene? Sei silenziosa"

"Si, tutto ok, stavo pensando a quando ci siamo conosciuti"

Nick sorrise a ripensarci "Non si può certo dire che abbiamo iniziato col piede giusto è?"

"Già, per nulla"










Note

NON CI CREDO!!! Alla fine sono riuscito a completare questo maledetto Flashback, non nego che un po' mi pento di averlo cominciato, ma ora si torna alla trama principale, con Judy alle prese con le difficoltà dell’accademia e dei suoi compagni di corso. Ringrazio Redferne, Dn1ght, Djmathew, zamy88 e salamander92 per avermi supportato durante questi cinque estenuanti capitoli.

Alla prossima
Davide

3844 parole
   
 
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