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Autore: LuckyGhost    13/10/2017    0 recensioni
L'equipaggio incontra un misterioso straniero, che li paga per essere portato su vari pianeti. Chi è, e perché il suo volto è un mistero? Potrebbe unirsi alla Ribellione?
Traduzione di una storia su Fanfiction.Net "Unexpected Rebellion"
Genere: Avventura, Azione, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Darth Maul, Ezra Bridger, Hera Syndulla, Kanan Jarrus/Caleb Dume, Sabine Wren
Note: AU, Traduzione, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Hera e Zeb finalmente arrivarono ad un accordo sul prezzo con il commerciante e si accertarono che il rifornimento andasse a buon fine. Hera, imperterrita continuava a osservare l'ambiente circostante, e tutti gli strani uomini e creature che si aggiravano sulla piattaforma di atterraggio. La facevano innervosire, ed era grata di essere in compagnia di Zeb in quel momento. Con l'andare del tempo la sua preoccupazione incrementò, questo dovuto specialmente alla presenza di tre uomini che, a differenza di tutti gli altri, non si erano mossi dal loro angolo, e non sembravano molto indaffarati.

Notò anche un nuovo arrivato dalle vesti nere e spiragli rossi, con un cappuccio sulla testa. E per di più era riuscito a coprire totalmente il suo corpo. Strano, deve avere molto caldo con tutti quei vestiti addosso. Pensò Hera. Si muoveva prudentemente ma anche sicuro di se, come se sapesse esattamente dove fosse diretto. Non prestava attenzione a nessuno e si sedette su un conteiner che si trovava vicino allo Spettro.

Quando il serbatoio si riempì completamente Hera pagò il mercante e si rivolse a Zeb. "Penso che sia meglio aspettare Kanan dentro."

Zeb annuì. "Non posso essere più d'accordo."

Sabine concluse lo schizzo al quale stava lavorando e decise di andare fuori per un po'. Semplicemente non poteva restare a bordo quando fuori c'era un nuovo pianeta da scoprire! Decise di raggiungere Hera e Zeb e chiedere quanto tempo ancora ci avrebbero messo. Sabine uscì e respirò profondamente l'aria pulita del pianeta.

Il pianeta aveva un aspetto trasandato. Sabine non trovava parole migliori per descriverlo. Stava già iniziando ad immaginare come sarebbe diverso con un po' di colori e della vegetazione. Sabine si voltò e fece il giro della nave, ma non c'era nessuno. Probabilmente sono già rientrati. Pensò Sabine e si diresse di nuovo verso l'entrata dello Spettro sperando di non attrarre l'attenzione di Hera, altrimenti avrebbe dovuto sopportare una lunga ramanzina sulla sicurezza.

"Hey, ciao!"

Sabine si girò. C'erano tre uomini dietro di lei. Uno era appoggiato alla nave cercando di sembrare casuale, gli altri due ridacchiavano tra loro.

"Um, salve." Giusto un semplice sguardo era abbastanza per lei per dire che quegli uomini le ispiravano tutto tranne fiducia.

"Ti vuoi unire a noi per un drink?" Iniziarono ad avanzare verso di lei.

"Non proprio, no," Sabine iniziò a rifiutare l'offerta, cercando di non perderli di vista.

Uno di loro le balzò vicino e la prese per un braccio. "Ci piacerebbe che tu ti unissi a noi." Gli altri due la circondarono.

"Lasciami!" Sabine pregò che questo incontro non si sarebbe concluso in modo catastrofico ed incominciò a valutare le sue opzioni. Di solito lei non rischiava uno scontro a corpo, ma quelli potevano essere certi che lei li avrebbe combattuti con tutta la forza che aveva in corpo.

"Dovreste lasciare la ragazza in pace." Una voce bassa e minacciosa fece pietrificare gli uomini che si voltarono. Un uomo vestito di nero e rosso e coperto con un cappuccio era immobile dietro di loro. Sembrava non possedere armi e la sua corporatura snella fece ridere gli uomini.

"Vattene! Questo non è affar tuo." L'uomo che teneva Sabine per un bracciò gli urlò contro, avvicinando ancora di più a se la ragazza. "Lei viene con noi."

Quel gesto sembrò essere abbastanza per lo Straniero da intervenire. Prima che Sabine potesse sbattere gli occhi, i tre uomini erano distesi a terra piagnucolando dal dolore. Lo Straniero allungò una mano verso di lei per aiutarla a superare uno di loro. "Dovresti essere più attenta. Questo posto non è sicuro."

"Grazie. Pensavo che i miei amici fossero qua fuori. Probabilmente non mi avventurerò più da sola."

"Bene." Annuì lo Straniero.

"Mi chiamo Sabine."

Lo Straniero ridacchiò. "È un piacere conoscerti, Sabine."

A Sabine piaceva come la sua voce calma e profonda pronunciava il suo nome. "Sai questa dovrebbe essere la parte in cui tu mi dici il tuo di nome."

"Ma davvero?" Lo Straniero sembrava non essere assolutamente interessato in lei.

"Be, si. Come ti chiami?" Chiese Sabine. Cercò di vedere la faccia dello Straniero da sotto il cappuccio, ma sicuramente era abituato a nascondere il volto difronte alle persone ed era davvero bravo a farlo. Momenti infiniti passarono senza che nessuno proferisse parola.

"Sai mi piacerebbe chiamarti in qualche modo. Sarebbe strano chiamarti 'Qualcuno' oppure 'Un Tizio Incappucciato', non credi anche tu?"

"Credo che risulterebbe confusionale."

Sabine lo guardò dalla testa ai piedi. Non sapeva perché stesse ancora parlando con lui e perché lui non se ne fosse già andato, dato il fatto che non aveva alcun tipo di interesse in lei. Ma lei era rimasta confusa sul perché lui l'avesse salvata e decise di continuare a parlargli.

"Mi pare di capire, da quello che vedo, che ti piace il colore rosso. Potrei chiamarti Reddie, dato che non mi hai nemmeno rifilato un nome falso, o un soprannome." Propose Sabine.

Lo Straniero ancora una volta ridacchiò. "Come ti pare. Per me non fa molta differenza."

"Sabine!"

Lei si voltò e vide Kanan, il quale non sembrava essere molto contento che lei stesse parlando con un estraneo. Sabine corse incontro a Kanan.

"Hey, Kanan, sei riuscito a prendere qualcosa in città?" Sabine cercò, velocemente, di cambiare argomento prima che Kanan potesse farle domande sull estraneo. Ma Kanan incrociò le braccia ed assunse un'espressione contrariata.

"Perché stai parlando con lui?"

"Mi ha aiutato." Disse Sabine dando un'occhiata alle sue spalle, ma quegli uomini pericolosi se ne erano già andati.

"Come ti ha aiutato?" Chiese Kanan. Ovviamente non poteva finire così.

"C'erano degli uomini che mi stavano dando non poco fastidio, e lui li ha mandati via."

"E perché lo avresti fatto?" Disse Kanan rivolgendosi all'uomo.

"Puoi credermi o no, ma ho un onore. Non tollero che qualcuno infastidisca un minorenne o una donna indifesa."

Kanan sospirò, non credendo allo Straniero. Sabine li osservò entrambi sospettosa. "Mi sono persa qualcosa? Voi due vi conoscete?"

"Be, si, diciamo di si." Ammise Kanan.

"Hai deciso?" Chiese lo Straniero.

Sabine incrociò le braccia sperando che uno di loro si degnasse di dare spiegazioni.

"Magari se mi mostrassi il viso..." Cercò di contrattare Kanan.

"Scordatelo." Lo interruppe lo Straniero facendo cadere il discorso.

"Kanan? Che sta succedendo?" Cercò di capire Sabine, ma nessuno dei due uomoni le rispose.

"Reddie?" Provò ancora una volta la ragazza.

"Dobbiamo parlare." Ammise Kanan.

"Possiamo parlare a bordo mentre lasciamo questo sistema." Suggerì lo Straniero.

"Devo consultarmi con il resto dell'equipaggio." Kanan si voltò e si diresse verso la sua nave. Anche Sabine ed inseguito Reddie lo seguirono a bordo.
   
 
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