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Autore: shana8998    13/10/2017    0 recensioni
Sesilia James ha 24 anni. Un contratto di tre anni per Flaere una rivista di moda gestita dalla sua amica Victoria ed una vita abbastanza ordinaria , amici, lavoro e la sua storia sentimentale in rotta di collisione.
Una mattina però la proposta di Victoria le sconvolge la giornata. Sesilia deve salvare Flaere e per farlo dovrà volare a Chicago per intervistare il cantate di fama internazionale Jake Whiters ...C'è un solo problema ...Jake è da sempre stato l'amore della sua vita sin da quando avevano 12 anni e vivevano in un piccolo paesino di campagna. Riuscirà Sesilia a non cedere alle tentazioni del suo passato con lui mantenendo salda la storia con il suo ragazzo ?
Genere: Erotico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Il volo è durato poco meno di un'ora.

Sono appena atterrata quando riaccendo il mio cellulare e noto che ci sono due sms.

Uno è di Vicky l'altro di Will.

Temo di aprire quello di William quindi apro prima quello della mia amica-capo.

"Sei viva? O il cuore ti è esploso per la contentezza? Comunque c'è un'autista che ti attende all'uscita dell'aeroporto fa parte dello staff di Jake, sii carina con lui. Bacio."

Leggo quelle poche righe e già mi sento meno persa.

Poi scendo di una casella e pigio sul nome del mio ragazzo.

"Anche se non dovrei dirtelo, sono furioso per la tua partenza, ma ho capito che ti amo troppo per fare storie, torna presto perché ti devi far perdonare come sai tu. Ti amo."

E' strano leggere un sms del genere da parte sua. Strano, tanto da credere che Vic. abbia assoldato uno strizza cervelli per fargli una lavanda neurologica perché senno non si spiega.

Rispondo velocemente ad entrambi e quando alzo gli occhi, c'è un'auto nera , brillante , che mi sta aspettando.

L'uomo che la guida abbassa il finestrino.

Ha gli occhiali da sole neri, ed una giacca elegante del medesimo colore.

Sotto indossa una camicia bianca , ma gli sfugge un tatuaggio sul dorso della mano.

Ha un'auricolare all'orecchio e sembra parlare con qualcuno.

Quando mi vede arrivare , piomba fuori dall'auto e mi fa strada verso il sedile passeggero.

-Buongiorno signorina James.-. Sa il mio cognome. Non dovrebbe stupirmi , gli addetti alla sicurezza sanno sempre chi portano nelle suite dei propri capi.

-Buongiorno a lei.-.

Entro in auto e lui fa lo stesso.

-Deve essere onorata , Jake solitamente, non parla con i giornalisti li detesta, ma questa volta ha cancellato persino le prove per parlare con lei.-.

Penso che forse Vic, abbia spiegato lui la gravità della nostra situazione e che sia per questo motivo.

Non mi voglio fare castelli per aria. Probabilmente non si ricorda nulla di me.

Arriviamo al Held Palace, dove soggiorna lui per l'inizio del suo tour.

E' un mastodontico grattacielo al centro della città. So che solo i "vip", possono permettersi una stanza li e quindi mi rendo conto solo in quell'istante , della fama e dei soldi che possiede Jake.

Respiro profondamente mentre attraversiamo l'ingresso pochi attimi dopo, ed entriamo nell'ascensore.

Qui dentro sono tutti così carini .

Il corridoio e la stanza di Jake sono al sedicesimo piano.

-Sei agitata?-. Alzo lo sguardo verso l'uomo , e gli sorrido appena.

-Come potrei non esserlo...-.

Lui ricambia il sorriso.

-Tutte lo sono quando arrivano qui su.-.

"Tutte". Come un proiettile vengo colpita da quella parola. Già , dimenticavo chi è diventato Jake.

Mi fa male.

Il "dling" della porta scorrevole mi mozza il fiato.

Ecco che ai miei occhi appare il lungo corridoio dai muri ambra e la moquette rossa.

Ci sono una miriade di porte ma intuisco già quale sia la sua.

Un secondo uomo alberga di fronte ad una porta.

Non ha il berretto d'autista come il primo , ma sono vestiti allo stesso modo.

-Ti affido a Dave.-. Dice l'autista.

-Ah , scusa, non ho chiesto come ti chiami.-.

-Ben.-. Tiro una mano impacciata, cercando di non far cadere il mio blocco d'appunti e stringo la sua.

Sorride. Poi si allontana.

Sospiro e mi volto verso quello che deve essere Dave.

-Sono pronta.-. Dico più a me che a lui.

L'uomo mi apre la porta ed io mi muovo verso l'interno della suite e wow...E' gigantesca.

Il primo dettaglio che mi cade all'occhio è quella parete lunghissima fatta di vetro. Da l'impressione che la stanza sia sospesa nel vuoto e si vede tutta la città.

Il pavimento è di marmo arancione con le venature bianche , ed il mobilio ...Beh , è stra-moderno .

Ci sono due divani ad isola bordeaux e blu notte , uno di fronte l'altro .

Al centro un tavolino nero.

Poi l'angolo bar ed alcune porte. Ed è proprio da una di quelle che sbuca lui. Jake.

Mi toglie il fiato. Dal vivo è un angelo.

Indossa un maglioncino rosso puntellato di macchiette nere ed un pantalone militare stretto alle caviglie con due grandi tasche cucite sulle gambe.

Sento il suo profumo da metri.

-Sesilia...-. Quando pronuncia il mio nome , non voglio credere che lo ricordi.

Dave ci lascia soli dopo che Jake lo guarda.

Il ragazzo mi raggiunge a grandi passi e mi stringe come penso mai abbia fatto prima.

Mi sento soffocare per la gioia.

-Jake.-. Dico il suo nome , ma ancora non so se dovergli dare quella confidenza di molti anni fa.

-Mi sembra un sogno vederti qui. Dio! Sono passati...-.

-12 anni.-. Capitolo e non mi interessa se ho dato lui l'impressione di averli contati per tutto questo tempo , anche se , beh io li ho contati e come.

-12 anni...-. Ripete. -E' così tanto tempo..-. Mi tiene le mani nelle sue.

Mi toglie il fiato. Non riesco nemmeno a fissarlo nelle iridi. Ma devo. Io sono qui per lavoro non per altro. Ed ho un ragazzo e la mia vita.

Ci sediamo su uno dei due divani ad isola.

Lui si mette comodo , con un braccio steso dietro me , sullo schienale.

Le gambe leggermente divaricate , mentre estrae una sigaretta dal suo pacchetto e me lo porge.

Accetto. Una sigaretta mi rilasserà sicuramente.

-Allora.-. Inizio. -Sono qui per il tuo prossimo tour. Qualche domanda poi ti lascio andare.-. E non ho intenzione di fermarmi. Non voglio perché so, che torneremmo indietro nel tempo e non sono pronta.

-Cosa ci dici delle tappe scelte per questo breve "giro del mondo"?-. Non lo guardo. Ma con la coda dell'occhio lo vedo sorridere.

Poi, mi afferra il blocchetto con le domande e lo lancia sul tavolino di fronte a noi.

Resto di sasso ma mi viene da ridere.

-Sei qui dopo 12 anni e pensi ad intervistarmi da perfetta professionista...mmmh...Abbiamo tutto il giorno per lavorare.-. Dice.

-Adesso vorrei parlare di noi. Diamine Sesilia sei così diversa.-. Mi scosta una ciocca di capelli portandomela dietro l'orecchio.

Ardo.

-Anche tu...-. Lo è . E' del tutto diverso dal Jake che ricordavo. Quello delle notti di panico e dei pugni al muro. Sembrano non essere mai esistite . Se non avesse quella cicatrice fra i capelli , non direi che ha mai sofferto per suo padre.

-Allora? Come va la tua vita? Ora dove abiti? Sempre a Lang Look?-.

Scuoto la testa.

-A Brooklyn.-. Sorrido.

-E fai la giornalista per Flaere.-.

-Esatto.-. Annuisco. -Mentre tu...-.

Si gratta distrattamente la testa.

-Lo sai.-.

-Cantante di fama internazionale. Era il tuo sogno.-.

-Già.-. Abbassa per un momento lo sguardo. -Invece tu in sogni eri molto più concreta. Volevi una famiglia ed un lavoro stabile.-.

-E non ho avuto nessuno dei due.-. Rido leggermente imbarazzata.

-E' assurdo per certi versi. Ma lasciatelo dire..-. Mi guardo attorno. -Sono veramente felice di vederti qui , così in alto.-.

Sembra essere toccato dalle mie parole. Mi sorride in un modo diverso, più caloroso, poi si sporge verso me e mi stringe.

Per la seconda volta da quando ho messo piede nella sua suite , perdo un battito e me stessa nel suo profumo così forte , intenso , che sa di dopo barba e tabacco.

Avrei voglia di stringerlo come una volta, di parlare di qualsiasi cosa come facevamo da piccoli. Ma so che sarebbe inopportuno e non posso.

-Quando uscirà l'articolo voglio che compri la rivista , sappilo.-. Pronuncio autoritaria separandomi da lui.

Alza i palmi delle mani in segno di resa. -Agli ordini.-.

Rido.

-Vuoi qualcosa da bere?-.

Ricordo la sua dipendenza dall'alcool.

-Magari dell'acqua o una coca..-. Dico.

Si alza e raggiunge un frigo nell'ala bar. Estrae due lattine di coca e tiro un sospiro di sollievo.

Non avrei sopportato la vista dell'alcool fra le sue mani.

Torna accanto a me e me ne porge una già stappata, poi stappa la sua.

-E il ragazzo? Ne avrai uno?-. Chiede all'improvviso.

Resto spiazzata. Non mi aspettavo una domanda simile.

-Si. Ne ho uno.-.

-Quanto tempo è che state insieme?-. Non si scompone , forse avrà dato per scontato che fossi fidanzata.

-Un anno e mezzo.-.

-Cavolo! E' tanto tempo!-.

Sorrido. -Abbastanza, si.-.

-E sei felice con lui?-.

Perché dobbiamo parlare di Will? Era l'ultimo discorso che avrei voluto affrontare con Jake.

-Direi di si. Sennò non ci starei insieme.-.

Mi rendo conto , mentre pronuncio quelle parole, che sto mentendo e che se avessi potuto lo avrei lasciato molto tempo prima.

-Tu?-.

I suoi occhi rimbalzano di colpo su di me.

-Emh...Ecco...-. Si guarda attorno. -Ne ho un paio...-. Dice quasi fra i denti.

-Un paio!?-. Grido.

Strizza gli occhi per l'acidità di quel suono e scoppia a ridere un attimo dopo.

-Non voglio legami.-. Dice poi.

-Sono controproducenti per il mio lavoro. Perciò ho rapporti occasionali , nulla di più.-.

Lui non ha mai voluto una ragazza , questo lo ricordo.

Sospiro. -Sei sempre il solito caso perso.-.

-Ehy Signorina James , non so se le devo ricordare con chi sta parlando.-. Dice mentre inizia a darmi pizzichi leggeri sulla pancia, fino a farmi piegare.

Per un attimo torniamo bambini e ci facciamo dispetti e lui ride ed io anche.

-Jake, fermati ti prego o finirò per soffocare mentre rido.-. Sono a testa in giù stesa su un quarto di divano e lo supplico di fermarsi perché sento la coca-cola uscirmi dal naso per quanto mi sta facendo ridere il solletico.

-Ok.Ok. Non voglio che muori per colpa della coca-cola.-.

Mi sollevo.

-Morirei per colpa tua!-. Gracchiò poi.

Non la smettiamo di ridere.

-Sai che tutto questo è molto poco professionale Jake?.-. Sogghigno.

Si sporge verso me.

-Ci sono cose che adoro fare , che sono molto meno professionali di questa e l'idea che possa essere tu la mia cavia non mi dispiacerebbe affatto.-. Sussurra al mio orecchio .

Non so bene a cosa abbia alluso ma ho i brividi ovunque.

Mi schiarisco la voce.

-Non sono qui per finire sotto le tue lenzuola.-. Gli faccio la linguaccia.

Ride.

-Beh , non mi dispiacerebbe.-.

-Jake!-.

Nonostante dovrei saltare dalla gioia , quel Jake è troppo diverso dal ragazzino che ho conosciuto io ed un po' mi rattrista .

Afferrò il mio blocchetto.

-Il mio volo riparte fra meno di un'ora , dovrei finire il mio lavoro e...-.

-Resta qui.-. Sbarro le palpebre e le sbatto più volte.

-Si, resta qui. Per pranzo , poi prenoteremo un secondo volo.-.

Non mi vede convinta.

-Dai Sesy..-. Mi prende le mani fra le sue. -Sono 12 anni che non ci vediamo, voglio stare con te oggi.-.

Storco un labbro. Cosa dirò a Vic e Will?

-Ecco...Oddio...E' complicato...-. Biascico confusa.

Il viso di Jake si fa duro.

-E' per il tuo ragazzo ho capito..-. Brontola.

-E'!? No! Affatto! Lui è a Boston per una causa , fa l'avvocato. Non è affatto per questo.-.

-E allora perché non puoi restare con me? Non ti ha fatto piacere rivedermi?-.

Piacere? Io non aspettavo altro da anni.

-Resto.-.

Non ci penso. Lo dico, mi alzo ed afferro il mio cellulare.

-Fammi fare una chiamata e torno da te.-.

Quindi è così che funziona? Lui mi chiede qualcosa ed io mi sciolgo? Ottimo!

Mi allontano ed entro in bagno. Chiudo la porta. Credo di avere un attacco di panico, mi manca l'aria. Compongo il numero di Victoria.

-Pronto?-. La sua voce è squillante.

-Allora? L'intervista? Com'è stato rivederlo? Dove sei ora?-. Non mi lascia parlare ed è peggio.

-Resto.-.

-Come?-. Si zittisce di colpo.

-Resto da lui. Qui, per pranzo, poi riprendo un volo.-.

-Oddio...Oddio...ODDIO! Sesy sono stra-felice!-. Grida. Vorrei farlo anche io.

-Non ho risposto a Will. Mi sta massacrando di sms. La sua causa è finita prima del previsto e stasera rincaserà.-.

-E' per questo che ti trema la voce piccola?-.

-Si.-. Mi strofino il viso con il palmo della mano.

-Ci penso io. Lo chiamo personalmente e gli dico che hai da fare fino a stasera. Ma tu cerca di tornare il prima possibile.-.

-Si,si.-. Mi affretto a rispondere.

-Grazie Vic. Ti adoro.-. Chiudo la chiamata e riemergo dal bagno.

Sono leggermente più tranquilla.

Jake è ancora sul divano ad isola, guarda il suo telefono.

-Ehy , guarda che ho ritrovato!-. Alza l'apparecchio sulla sua testa.

-E' mister Fluffy!-. Torno a sedermi accanto a lui.

-Come ce l'hai questa foto?-.

Nel suo telefono ci sono miriadi di foto delle nostre vecchie case , di Fluffy il cane del vicino Rudolf, di mia madre , di sua madre , nemmeno una dei nostri padri.

-Ti ricordi il compleanno dei tuoi 9 anni?-.

Lo guardo perplessa.

-Non te lo ricordi!?-. Esclama come se fossi un'eretica.

-Hai mangiato così tanta torta che hai vomitato sulle scarpe di Kally.-.

-Beh se ho vomitato sulle sue scarpe ho fatto bene. Era una stronza.-.

-Già.-.

Mi acciglio.

-E a te ti piaceva..-. Sottolineo.

Mi guarda come un cucciolo spaesato, poi alza un sopracciglio contrariato.

-Non mi piaceva...Mi è piaciuta dopo...Quando al liceo ha iniziato a fare cose...-.

Quindi è dal liceo che è incominciata la sua trasformazione.

-Vi siete trasferiti a Chicago tutti e due?-.

-Si. Suo padre è venuto qui per lavoro.-.

Una parte buia del mio passato è riemersa di colpo.

-Non mi hai mai scritto dopo esserti trasferito. Non mi hai detto nemmeno quale famiglia ti ha adottato.-. Dico amaramente , ripensando a tutte le lettere che avrei voluto spedirgli e che invece sono rimaste nel cassetto di camera mia.

Ci è rimasto male. L'ho ferito.

-Non volevo dirti chi mi aveva adottato ne quello che stavo facendo perché....-. Mi guarda. -Non ti sarebbe piaciuto. Non ti sarei piaciuto.-.

-Mi saresti piaciuto lo stesso. Siamo amici da quando siamo nati ...Avrei capito.-.

-Non potevi Sesy.-. Mi accarezza una guancia con l'indice.

Sento che sto per piangere.

-La famiglia che mi ha adottato è stata proprio quella di Kally. Ecco perchè non volevo dirtelo.-.

Spalanco gli occhi.

-Kally Wilson!!? Quella biondina del cazzo!?-.

-Ecco vedi?-.

Mi schiarisco la voce ma vorrei rompere qualcosa.

-Ok. Scusa. Ho esagerato.-.

Alza un sopracciglio guardandomi con ovvietà.

Sa come sono , non mi preoccupa.

-Suo padre era l'unico uomo così tanto ricco nella contea di Lagon Lake , da permettersi di potermi adottare.-.

Avrei voluto avere più soldi all'epoca così da poterlo tenere con me.

All'improvviso amalgamo i pezzi del discorso inconsciamente e la sensazione di essere mortalmente gelosa mi assale.

-Quindi tu e Kally...-.

Sogghigna.

-Come mai ti interessa un dettaglio del genere?-.

Lo guardo, sono arrabbiata.

-Perché non dovrebbe? Mi hai chiesto del mio ragazzo, ora ti sto chiedendo di lei...-. Faccio spallucce.

Ride.

-Io e lei abbiamo fatto sesso per tutto il periodo del liceo se è questo che vuoi sapere.-.

Mi sento morire.

-Dio Jake, era la peggior stronzetta di Lagon Lake.-. Dico con disgusto. Lui è divertito.

-Lo so. E' ricca e viziata e...Abbastanza porca.-. Si strofina il mento con un dito.

-Jake! Non voglio saperlo.-. Mi tappo le orecchie e lui cerca di strapparmi le mie stesse mani di dosso.

Scherziamo ancora , ma non posso non ripensare alla storia di Kally.

-E ora?-.

-Ora cosa?-.

-Kally che fine ha fatto?-.

-La vedo qualche volta. E' pur sempre la mia sorellastra.-.

Fa senso pensare che si sia ripassato sua sorella anche se non è di sangue.

-E' sempre ricca e viziata. Ha una rivista come la tua amica Victoria, ma la sua è di fama mondiale.-.

-Ah. Capisco.-.

E' così che vanno le cose. I ricchi salgono e noi restiamo alla loro penombra.

-Ho fame.-. Mi alzo di colpo snervata.

-Ho già prenotato.-.

Lo guardo confusa.

-Cosa?Dove?-.

Mi afferra una mano.

-Vieni e non fare domande.-.

Attraversiamo la suite , mano per mano, fino a raggiungere l'ingresso all'ampio terrazzo sul retro.

Jake fa sparire l'anta di vetro rendendo il passaggio libero.

C'è un tavolo imbandito di ogni ben di Dio.

-Tutta questa roba?!-.

-E' per noi-.

Mi avvicino al tavolo e noto che c'è ogni sorta di dolce .

-Hai ordinato un pranzo a base di dolci?-. Sorrido. Si ricorda che li adoro.

-Sono sicuro che la tua dieta sia fatta di Hamburger e tramezzini per via del lavoro , quindi niente dolci che tu tanto ami.-. Mi esplode il cuore in petto.

Si, se lo ricorda.

-Sei il mio eroe...-. Dico mentre mi accomodo su una delle tante sedie in vimini bianco.

-Lo so.-. Risponde con una certa fierezza.

Non so da dove iniziare hanno un aspetto meraviglioso.

Ne provo una. Sa di panna e crema assieme. E' dolce e buonissima.

-Prova questa.-. Jake si è seduto accanto a me e mi sta praticamente invitando a fare un morso di Cheese-cake al mirtillo, dalla sua mano.

Mi sporgo e ne addento la punta.

-E' deliziosa.-.

Sorride.

Un po' mi imbarazza mangiare davanti a lui o essere imboccata da lui per la precisione.

-Sei così tenera quando mangi.-. Dice.

Una vampata di calore mi brucia le guance. Sono costretta nell'imbarazzo.

Mi schiarisco la voce dopo aver mandato giù l'ultimo boccone e non dico nulla.

Ride.

Mi accarezza lo spigolo della bocca.

-Avevi dello zucchero a velo ...-.

Sorrido appena.

Sono strana, tesa. E so perché.

Sto bene con Jake e questo è un male.

Sono felice con lui e nonostante fossi convinta che una volta rivisto non sarebbe stato nulla come prima , mi sbagliavo. E' anche meglio di prima.

Lui ora è grande e sembra non avere più tutte quelle paure che lo soffocavano 12 anni fa.

E' diverso ma è lo stesso di allora, in un certo senso.

-Va tutto bene?-. Mi chiede . Forse mi sono persa nei miei pensieri per troppi secondi.

Annuisco.

-Si , è che sono semplicemente felice di essere qui con te.-.

Vedo i suoi occhi brillare di luce propria, come se avesse pregato per tutto il tempo che raggiungessi quella conclusione.

E' raggiante e mi rende felice.

-Vorrei poterti rivedere ancora.-. Posa una mano sul dorso della mia.

-E'....Difficile.-. Mormoro. - Il mio lavoro non mi permette di spostarmi se non per le interviste e ho ...-.

-Allora prenoterò un'intervista a settimana!-. Mi interrompe irrompendo nel mio discorso di colpo.

Mi lascia sempre più sorpresa.

-Lo sai che non si può-. Sorrido.

Si rabbuia.

-Allora vieni qui i fine settimana.-. Brontola come un bambino.

Allungo una mano verso la sua guancia e l'accarezzo.

Non so come mi sia passato per la mente di compiere quel gesto , ma l'ho fatto.

-Ho Will. Il fine settimana sto con lui...-.

Lo vedo incupirsi del tutto , e mi si strugge il cuore.

Vorrei anche io , volare ogni fine settimana da lui. Vorrei trascorrere altri pomeriggi con lui e ridere come facevamo un tempo.

-Potrei chiedere dei giorni di permesso verso Natale.-. Dico , anche se so che non ho alcun tipo di giorno di permesso da William.

Sembra consolarsi appena, ma sta pensando o sta con il muso. Non riesco a decidere quali delle due possibilità sia da scartare.

-Cercherò di esserci per Natale.-. Dice. -Ma promettimi che cercherai di prenderti almeno una settimana.-.

E' impossibile. Inutile anche fantasticare su ciò.

-Te lo prometto.-.

Ed ecco che mento. A me, a lui...Come a Will la sera prima.

Sono una bugiarda, un mostro...

Mi sorride ma è tiepida la curva delle sue labbra. E ho voglia di abbracciarlo e consolarlo, come molto tempo fa.

Mi sollevo dalla sedia in vimini , ed attorno il suo collo con l'avambraccio , immergendomi nel suo profumo.

Lo sento respirare a fatica. E' strano.

-Ti voglio bene Jake.-. Mi stringe a se , forte.

Poi , all'improvviso mi trascina verso lui e mi ritrovo seduta sulle sue gambe.

Non sono come le ricordavo.

Sono dure e toniche. Sono strane non le vedo addosso a lui, ma mi piacciono da impazzire.

Ho le braccia attorno al suo collo e lui le mani sulla mia vita.

Mi guarda ed io sorrido perché non so cosa fare.

Da una parte vorrei scappare , dall'altra , lui è Jake ed io sto bene seduta su di lui e poi ancora quella parte sopita che grida di baciarlo , si è appena svegliata ed io mi ritrovo il casino in testa.

Respiro forte.

Lui mi scosta i capelli dal viso.

-Mi mancavano i tuoi occhi da cerbiatta.-.

Me lo sento. Lo sto per baciare.

-Anche a loro mancava essere guardati come lo fai tu.-. Sorrido e lui fa lo stesso.

-Se avessi potuto , non mi sarei mai separato da te.-.

Una coltellata.

Io nemmeno! Diavolo , io avrei passato tutta la vita con te!

-Ma non hai potuto...Ed ora siamo qui...-.

-Però ti ho ritrovata e questo , per il momento, mi basta.-.

Si avvicina alla mia fronte e regala su di essa un bacio.

-Lo fai ancora...-.

-Cosa?-.

-Il bacio sulla fronte quando sono triste...Lo hai sempre fatto...-.

Sorrido ma vorrei piangere.

Mi stringe e restiamo così, sospesi su quella nuvola di ricordi , e nessuno dei due vorrebbe scendervi.

Alle sette di sera sono ancora nel suo appartamento al sedicesimo piano. Fuori c'è il tramonto ed io incomincio ad avere l'ansia.

Devo tornare prima che lo faccia Will. Non ho voglia. Sto sul divano con Jake , chiacchieriamo del più e del meno e sto così bene.

Ad un tratto mi rendo conto che siamo veramente vicini e che lui mi ha tenuto la mano sul ginocchio per tutto il tempo.

Un secondo , giuro di aver pensato solo per un secondo che avrei voluto che le sue mani fossero su di me, ovunque. Ma credo che sia solo perché mi ha offerto qualche bicchiere di vino .

Lui non lo ha toccato ed io ne sono stata felice.

Ma ora mi ritrovo a desiderarlo , a volerlo baciare di nuovo , ma questa volta il pensiero è più forte , e scalpita con più tenacia dentro me.

Decido che devo andare prima di sbagliare irrimediabilmente.

Tendo una mano verso il mio blocco-note senza interrompere il discorso fra noi.

Lo ripongo in borsa e lui capisce che lo sto per abbandonare.

-Devo.-. Dico guardandolo nelle iridi. Adesso ce la faccio. Il vino ha reso tutto molto più semplice.

Mi sporgo per salutarlo, voglio stringerlo per l'ultima volta.

Lo faccio lo tengo stretto a me e lui fa lo stesso e mi bacia fra i capelli la testa. Adoro la sua dolcezza. Adoro lui.

-Spero di rivederti presto.-.Dico ancora con la guancia poggiata sulla sua spalla.

-A Natale.-. Dice ed io sorrido.

Mi scanso ma le sue mani mi impediscono di allontanarmi. Capisco che anche lui vuole baciarmi.

Lo sto facendo. Mi sto avvicinando a lui. So di sbagliare. Ma non posso fermarmi è più forte di me.

"Will."

Mi blocco .

-A Natale.-.

Mi alzo di scatto ed in fretta riprendo le mie cose.

Voglio piangere.

Scappo dalla suite. So che Dave mi aspetta a pian terreno .

Prendo le scale, sono tantissime lo so , ma mi sto dando una scusante per aver più tempo per piangere.

Esplodo. Una montagna di lacrime sta scalfendo il mio viso. Lo graffia rendendolo delicato , fragile, come mi sento io ora.

Jake. Lo amo. Ne sono certa. L'ho sempre amato e questo mi fa sentire viscida nei confronti di William.

Ecco perché ora mi ritrovo a correre per le scale di questo grattacielo in preda al dolore.

Quando raggiungo l'ingresso e vedo Dave penso di aver trovato la mia salvezza.

-Cos'ha? Jake l'ha trattata male?-. Mi dice quando vede che mi asciugo le lacrime.

Scuoto la testa.

-Va tutto bene.-.

L'uomo fa una smorfia piccolissima con la bocca , ma non chiede altro. Mi fa strada verso la sua berlina nera.

Mi guardo indietro. Jake è li su. Chissà a cosa sta pensando.

Sono scappata e l'ho abbandonato li, senza permettergli di dire qualcosa. Qualsiasi cosa...

Arrivo all'aeroporto.

Dave mi accompagna fino alla rampa d'imbarco e mi augura buon viaggio.

E' finita. Non rivedrò mai più Jake Whiters e forse ne sono persino sollevata. Lui è l'unico uomo della mia vita e sarebbe in grado di distruggere già solo con uno sguardo, la mia relazione con Will.

Ma questo non deve succedere anche se lo amo...

 

 

   
 
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