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Autore: ladyzaphira    13/10/2017    2 recensioni
Peter Benjamin Parker aveva appena cinque anni quando la sua vita venne completamente stravolta per la SECONDA volta: Prima aveva perso i suoi genitori, morti a seguito di un incidente aereo, poi i suoi zii in circostanze ancora più oscure.
Una rapina finita male aveva detto la polizia, fatto sta che all'orfanotrofio nessuna famiglia aveva mostrato la minima intenzione di adottarlo finché la disattenzione di un custode non perrmise al piccolo Peter di scappare in strada.
Sarà proprio lì, in uno dei tanti vicoli oscuri della grande mela che troverà una nuova famiglia disposta ad accoglierlo ...
... una famiglia speciale che aveva trovato rifugio nelle sue fogne.
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Una sorta di esperimento su cui volevo lavorare da un bel po' di tempo.
Non è ambientata in un universo preciso, perciò prenderò spunto da quasi tutte le serie animate che conosco, sia TMNT (Tmnt 2003 - tmnt 2012) sia spiderman (Spectacular spiderman 2008 - Ultimate spiderman e marvel's spiderman 2017, che è quella in attuale programmazione).
Beh, che altro dire? Buona lettura!! ^^
Genere: Angst, Azione, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Donatello Hamato, Leonardo Hamato, Michelangelo Hamato, Raphael Hamato/ Raffaello
Note: AU, What if? | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'A Teenager Mutant Ninja Superhero'
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Mikey aveva ragione, c’era davvero un motivo se era Leo “L’uomo dei piani”.
 
Durante la battaglia del giorno prima Leonardo aveva notato che non tutti i rapitori erano uguali.
Ce ne era uno diverso, l’autista del furgone per essere precisi.
Autista che, dopo una breva ricerca su internet (ed un piccolo hackeraggio al database della polizia), Peter e Donnie avevano scoperto essere niente più di semplice delinquente di bassa lega che era solito operare proprio nel quartiere dove era avvenuto il sequestro.
“Non dobbiamo fare altro che trovarlo, farci dire quello che sa sui rapitori e siamo a cavallo!!” aveva detto l’azzurro sorridendo.
Difatti non fu difficile farlo cantare, del resto Raph sapeva essere MOOOLTO convincente quando voleva.  
“… O-Ok, OK!!” aveva strillato il poveraccio, quasi sull’orlo delle lacrime “Si fanno chiamare i Kraang, stanno rapendo gli scienziati di tutta New York”
“Che cosa vogliono da degli scienziati?”
“Non lo so, giuro!! So soltanto che intendono portarli fuori città, ma non so dove vi prego …” aveva continuato a piagnucolare “… Mi hanno pagato solo per guidare il furgone, non so nient’altro!! Per favore!!”
“Dove sono in questo momento?!”
 
Fu così che si ritrovarono appostati su di un tetto, ad un paio di edifici di distanza da una specie di spiazzo in una zona di periferia.
 
Proprio lì in mezzo sorgeva un basso edificio, strutturato come se fosse una piccola fortezza.
 
“Beh, che aspettiamo ad entrare e spaccare qualche testa?” esordì il focoso ninja dei Sai, facendo roteare le sue armi.
“Non possiamo semplicemente fare irruzione lì dentro Raph” replicò saggiamente Leo, incrociando le braccia davanti al petto “Ci troviamo davanti ad una delicata situazione di ostaggi ricordi? Ci serve un piano”
“Leo ha ragione” annuì Peter “Ci servirebbe un diversivo, tipo …”
 
Tipo “prendere in prestito” il furgone del poveraccio che Raph aveva torchiato (in seguito avevano saputo che si chiamava Snake) e usarlo a mo’ di ariete contro l’entrata principale della struttura!!
 
BOOM!!
 
L’esplosione del furgone contro la porta principale fornì ai cinque, armati di shuko*, la possibilità di arrampicarsi lungo la parte dell’edificio senza essere notati.
Trovarono una via d’accesso utile attraverso il condotto dell’areazione il cui sbocco era stato installato (come la stragrande maggioranza degli edifici del resto, per loro fortuna) sul tetto.
 
“Wow ragazzi!!” emisero Peter e Donnie nello stesso momento, fissando a bocca aperta il lungo corridoio nel quale atterrarono.
Le pareti e il pavimento erano rivestite completamente da metallo argenteo e lucente, così lucido che ci si poteva quasi specchiare, interrotto a tratti da linee di coperture in plastica dura, nera, probabilmente per proteggere i collegamenti elettrici.
Stessa cosa valeva per il soffitto, percorso da due file di lampade fissate agli angoli, lunghe quanto il corridoio stesso.
 
Ma la cosa più affascinante, almeno per i due aspiranti scienziati, furono le numerose venature fosforescenti di una luce rosata che percorrevano gran parte delle superfici.
 
Sembrava quasi di stare dentro una specie di astronave!!
 
“Guardate che roba!!” esclamò infatti Donatello guardandosi intorno ammirato “Giuro, mai visto niente del genere”
“E noi siamo gli esperti …” seguitò il castano, altrettanto ammirato.
“Ragazzi, ci entrerete più tardi in modalità nerd ok? Adesso ci servite in modalità ninja!!” lì richiamò all’ordine Leo.
 
Gli interpellati annuirono, scambiandosi un’occhiata imbarazzata.
 
“Ok Leo, ma adesso dove andiamo?!” domandò Mikey un po’ nervoso.
Da buon appassionato di fumetti e film fantascientifici quale era, ritrovarsi in un posto simile stava pericolosamente stimolando le sue fantasie in merito a rapimenti alieni, scienziati pazzi e affini.
“Questo posto mi dà l’aria di un labirinto degli orrori, ed è pure deserto …” si fermò a riflettere “Oddio, forse è meglio che sia così eh?!” decise ridacchiando in modo forzato “Perché da un posto simile non può venire fuori niente di buono”
“Vuoi rilassarti Mikey?!” replicò Raph, che invece quasi scalpitava dalla voglia di menare le mani, possibilmente con gli stessi tizi che li avevano presi a calci nel guscio l’altro giorno “Qualunque cosa ci sia qua dentro, ce ne è un’altra che è di gra lunga più pericolosa …”
“Quale?!” chiese l’arancione.
“Io!!” sibilò l’altro facendo cozzare le lame dei suoi Sai tra loro, davanti gli occhi.
“Quelli sembrano delle specie di cavi elettrici …” esordì ad un tratto Donnie, accennando con lo sguardo verso il soffitto a quest’ultimi, i quali apparivano percorsi ad intervalli regolari da una serie segmenti luminosi.
“Ah-ah, e allora? A noi che importa” replicò il focoso.
“Beh, i cavi sembrano convergere tutti in una direzione precisa” replicò il viola.
“Il che significa che qualunque cosa ci sia da quella parte è importante” spiegò Peter, capendo al volo dove volesse andare a parare il fratello.
“Può essere, però non è detto che ciò abbia a che fare con le ragazze” fece notare il leader.
“Sempre meglio di niente” la mise Donnie incamminandosi, seguito poi dagli altri.
 
Si mossero rapidi e silenziosi, stando ben attenti a non farsi scoprire da chiunque vivesse/lavorasse lì dentro.
Peccato che dopo circa cinque minuti arrivarono ad un bivio.
 
“Accidenti, e adesso da che parte andiamo?!” Mikey portò una mano dietro la nuca “I cavi passano in entrambe le direzioni”
 
“Dobbiamo dividerci” decretò Leo guardando gli altri.
“Raph, Donnie, Pete, voi andate di là” indicò il corridoio a destra “Mikey, tu vieni con me” concluse incamminandosi verso quello di sinistra.
 
“… E ti pareva che proprio noi dovevamo beccare il vicolo cieco!!”
 
“Non è un vicolo cieco Raph, è una porta” fece notare Donnie.
 
“Una porta CHIUSA” brontolò l’altro in risposta.
“Vero, ma non di dimenticare che le porte chiuse si possono aprire” sorrise Peter apprestandosi ad osservare la chiusura elettronica.
 
E’ vero, tutte le porte si possono aprire.
 
Solo che quella non la aprirono nel modo che si aspettavano Donnie e Pete.
Rimosso il pannello che proteggeva la chiusura, la testa calda dei tre aveva pensato bene di “pugnalare” il quadro elettrico mandandolo in cortocircuito.
Risultato di codesta prodezza? La porta si aprì, ma scattò anche un allarme assordante che risuonò in tutto l’edificio!!   
“RAPHAEL!!” sbottarono i due nerd all’unisono, guardandolo così male che se avessero avuto la vista laser in quel momento del focoso sarebbe rimasto solo un mucchietto di cenere.
 
“Cosa? Ho aperto la porta, no?!”
 
“Sì, il problema è oltre noi anche tutta la struttura sa che l’hai aperta!!” ribatté il viola sbattendosi una mano sul volto.
“Leo ci ammazzerà …” piagnucolò Peter.
 
“Sì, sì vogliamo entrare intanto?!” tagliò corto il focoso.
 
L’interno di quella stanza si rivelò essere il laboratorio più moderno ed attrezzato che i tre avessero mai visto, anche se un po’ inquietante a causa della luce soffusa e le costanti venature rosee che percorrevano le pareti come vere e proprie vene pulsanti di una creatura vivente.
 
“Che razza di posto è questo?” si domandò Raphael, storcendo la bocca.
“Beh, il tizio che hai torchiato ci ha detto che stanno rapendo scienziati da tutta New York e questo è un laboratorio” alzò le spalle Peter.
 
“Ha senso …” concordò il ninja del Bo, osservando curioso tutti gli strati marchingegni presenti lì dentro “… Ehi!! Pete, vieni a vedere!!”
Il nominato lo raggiunse davanti ad una serie di contenitori di vetro dalla forma cubica, i quali variavano di diversa grandezza a seconda degli animali che vi erano rinchiusi all’interno.
Quest’ultimi poi non sembravano avere un aspetto particolarmente in salute, anzi sembravano piuttosto mal tenuti e spaventati, tanto da rannicchiarsi negli angoli più lontani delle loro prigioni come vedevano i ragazzi avvicinarsi.
 
Pete rabbrividì.
Mattaku …” sussurrò, talmente disturbato da quella vista da non essersi accorto di aver parlato in giapponese “A cosa diavolo gli servono tutti questi animali?
“Non ne ho la minima idea Otouto**” rispose Donnie, corrucciato quanto lui.
 
Seguirono la fila di gabbie di vetro, notando che a ognuna di queste erano collegate dei contenitori cilindrici, chiusi alle estremità da delle sicure in metallo.
Chi più, chi meno, contenere tutti la stessa sostanza semi-liquida, emettente un’inquietante fosforescenza verdognola.
 
In particolare l’attenzione di Peter venne poi catturata da una delle gabbie più piccole che stava osservando, al cui interno vi erano rinchiusi un paio di strani esemplari di ragni, adagiati pigramente sulla loro ragnatela.
Ragni che, parola sua, era più che convinto non esistessero in natura
Erano grandi quanto una mano umana, blu scuro con sopra al dorso una macchia rossa dalla linea perfettamente sferica all’interno di un rombo.
Gli otto, piccoli, occhi erano rossi e brillanti così come le tenaglie.
 
Infondo alla ragnatela, raggruppate in un angolo della gabbia, il giovane notò un gruppetto di palline vagamente ovali.
Probabilmente dovevano essere le loro uova …
 
“… Attenzione!!” chiamò di punto in bianco Donnie.
 
“Uh? Ma che …?”
Raph non riuscì a terminare la frase che il fratello in viola gli premette una mano sulla bocca, facendo poi cenno a Peter di nascondersi insieme a loro sotto una delle scrivanie del laboratorio.
Una serie di passi risuono lungo il pavimento metallico del laboratorio.
 
“Kraang!! sei riuscito a trovare quelli che si sono infiltrati in questo posto?” affermò una voce atona con un riverbero metallico. 
“No Kraang, non sono riuscito a trovare quelli che si sono infiltrati in questo posto …”
“Ma come parlano?” sussurrò Pete.
“Come degli imbecilli” sibilò il rosso impugnando i Sai “Che aspettiamo ad uscire e a farli fuori”
 
“Non abbiamo idea di chi siano Raph, o di che armi posseggano” replicò a bassa voce Donatello.
 
“Kraang!! Ho ricevuto un messaggio da Kraang, vuole che noi Kraang andiamo subito verso la zona chiamata “Prigione”, dove i Kraang tengono le stanze chiamate “Celle” …” si udì nuovamente la voce atona “… Andiamo Kraang!!”
 
“Sul serio ci stiamo nascondendo da dei tizi che parlano in un modo così stupido?!”  sbuffò Raph esasperato.
“SSsssh!!” gli intimarono gli altri due.
 
Fu allora che Peter sentì qualcosa muoversi vicino alla mano sinistra, che in quel momento aveva appoggiato a terra.
Qualcosa di piccolo, con otto zampe.
 
Ebbe appena il tempo di abbassare lo sguardo …
 
“G-Ggnn …!!”
 
Si ficcò il pugno in bocca, mordendosi le dita con forza per non urlare quando un dolore lancinante gli percorse, partendo dalla mano, tutto il braccio fino a raggiungere il cervello.
Un ragno, dalle stesse caratteristiche di quelli che aveva visto in quel contenitore di vetro, solo più piccolo (era grande più o meno quanto un dito), lo aveva appena morso!!
 
Lo aveva MORSO!! Sul serio?!
 
-Shimatta!!**- pensò subito dopo il ragazzo, maledicendo l’aracnide tra sé e sé.
Gettò un’occhiata ai fratelli e fu felice di vedere che non sembravano essersi accorti di nulla.
Si affrettò a togliersi il pugno dalla bocca quando Donnie si girò a guardare lui e Raph.
 
“Sembra che se ne siano andati, usciamo da qui!!” esclamò uscendo da quel loro nascondiglio improvvisato “Speriamo solo che Mikey e Leo non siano stati beccati …”
 
“Già, speriamo” disse piano Peter, osservandosi la mano ferità.
Ora come ora stranamente non gli faceva poi così male, né gli sembrava di avere strani sintomi tipo nausea, vertigini o simili.
Certo il segno del morso era ben evidente e con tutta probabilità si sarebbe gonfiato.
 
E se fosse stato velenoso? O peggio?!
Chissà cosa diavolo facevano agli animali lì dentro, quel ragno potrebbe avergli trasmesso qualsiasi cosa …
 
-… Ok Parker-Hamato, vedi di calmarti!! Vi trovate nella tana del drago e non poi permetterti di andare nel panico- si impose mentalmente –Insomma non puoi essere COSI’ sfigato, no?-
 
Qualunque cosa fosse, ci avrebbe pensato a missione finita.
 
…………………………
 
*Gli Shuko sono i classici artigli ninja, di solito usati per l’arrampicata su superfici lisce ma sono buoni anche come arma di difesa.
** Un po’ di traduzioni e spiegazioni:
1° “Mattaku” equivale più o meno ai nostri “Accidenti/Oh cavoli” in giapponese, mentre “Otouto” è (forse alcuni di voi già lo sanno) “Fratellino”.
2° Sì, ho voluto che Peter conoscesse il giapponese ^^ così come i suoi fratelli adottivi, e che gli capiti di usarlo quasi senza accorgersene quando è particolarmente emozionato/ spaventato/arrabbiato.
Di conseguenza in futuro capiterà qualche volta che ci saranno delle esclamazioni e, in casi si tratti invece di frasi più lunghe e complesse, pezzi in corsivo tra le virgolette per indicare che quella frase l’hanno detta in giapponese XD
Nel caso in cui invece il corsivo si trovi fra i trattini, si tratterà semplicemente di pensieri.
3° "Shimatta" vuol dire "Dannazione!!".

 
Beh, che ne pensate di questo quinto capitolo?!
Non solo le tartarughe si sono infiltrate nella base Kraang per salvare le fanciulle (e Mr. O’neil), ma Peter è stato anche morso da un ragno geneticamente modificato dagli alieni stessi con il mutageno.
Spero vi sia piaciuto gente, ringrazio sempre le mie due fedeli lettrici che non mancano mai di commentare, e quelli che anche solo leggono!!
Ci vediamo nel prossimo capitolo!!
  
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