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Autore: lagertha95    13/10/2017    1 recensioni
Sono passati 10 anni dalla fine della Seconda Guerra Magica.
Hermione e Draco hanno vissuto felici, in una Londra ormai in pace, ma adesso qualcosa è cambiato.
Cos'è successo di così grave da portare Draco ad allontanarsi?
Hermione riuscirà a mettere da parte tutto l'orgoglio grifondoro che la contraddistingue?
In un viaggio che la porterà a ripercorrere luoghi del passato, Hermione riscoprirà se stessa e in mezzo ai ricordi prenderà coscienza di cose che fino ad ora le erano risultate invisibili.
Dal testo:
“Dove andrai?” mi chiede.
Non lo so, non ancora. Forse dovrei iniziare da dove tutto è cominciato…
“Hogwarts”.
Genere: Erotico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Draco Malfoy, Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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Salve a tutti/e!

Eccomi di nuovo, un po' in ritardo rispetto ai tempi di pubblicazione soliti, lo so, ma vi prego perdonatemi.
Ho ri-iniziato le lezioni da una settimana, che mi tengono occupata dalle 9 alle 18 tutti i giorni, e una settimana no, una settimana sì ho il tirocinio.
Per uno studente di Medicina il primo tirocinio è qualcosa che rasenta l'onirico. Lo sogniamo fin da bambini, se la scelta di questa facoltà è radicata nel nostro profondo, e lo sogniamo appena entriamo in questo mondo. Purtroppo, dobbiamo aspettare un po' prima di poterci immergere in quella che consideriamo la nostra futura professione e non sempre si è fortunati. Io, per la prima volta nella mia vita (no dai, così sono esagerata), lo sono stata. Ho passato due giorni in pronto soccorso, con un team medico e infermieristico invidiabile e un medico-tutor efficiente e disponibile, che ha reso questi due giorni qualcosa di speciale e che ha fatto in modo che ne potessi uscire arricchita. *-*
Detto questo e sorvolando sulla descrizione puntigliosa di cosa ho visto e combinato, spero che questo capitolo, ricco di delucidazioni, non vi deluda, vi spinga a commentare e a continuare a seguire questo parto della mia mente.
Ringrazio, come sempre, chi legge silenziosamente/ricorda/segue/preferisce la mia storia: se vi fa piacere lasciate scritto quel che pensate di questo mio lavorino :)
A Misaria e Roxhope: vi ringrazio per avermi fatto sapere cosa pensate di Farewell e avrei piacere che continuaste a farlo perché mi rendete davvero felice.
Adesso vi lascio alla lettura di questo nuovo capitolo, sperando che vi piaccia.
A presto,
Baci, Lagherta.




 

Capitolo 9


 

Grimmauld Place, Londra, 25 marzo 2008
 

Cara Hermione,

Come stai? Sono 10 giorni che non ricevo tue notizie e sinceramente sono preoccupata. Siamo preoccupati. I bambini chiedono ogni giorno dove siano Zia 'Mione e Zio Draco e io non so più che cosa rispondergli. Anche Harry è irrequieto, nonostante non adori poi così tanto Draco. Sai quanto tiene a te e che ti considera una sorella. Ci manchi tesoro. E io sono davvero tanto preoccupata. Non ti vedevo così...persa da molto molto tempo. Mi dispiace di non essermi comportata da amica, nei primi tempi, ma lui mi ricordava troppo tutto quello che era successo e non ero pronta ad andare oltre. Ma sai che adesso non è più così e soprattutto che per te farei qualunque cosa.
Mi ha scritto Neville, dicendomi di avervi visti a distanza di pochi giorni l'uno dall'altra, al castello. Mi ha detto di avervi visti distrutti, entrambi, ma che nessuno dei due ha voluto parlarne.
Vorrei raggiungerti, abbracciarti e aiutarti. Vorrei che tu capissi che tutto andrà bene e che se non andasse, puoi contare su di noi. Vorrei schiantare quel damerino, ma so che sarebbe la rabbia a parlare e che tu non me lo perdoneresti mai. Ma tu non sei me. Tu sai riconoscere i tuoi errori e sai come porre rimedio. Lo hai sempre fatto e sempre lo farai.
Spero tanto che tu risolva tutto. Vi amate troppo per buttare tutto alle ortiche, finalmente l'ho capito. Lo ammetto, ho avuto bisogno di tempo, ma ormai ai miei occhi è lampante. Siete come la il buio e la luce: opposti, ma l'una non esisterebbe senza l'altro.
Draco ti ama, adesso lo so e ti chiedo scusa per il passato, di nuovo.
Vi aspettiamo.

Con amore infinito,
Ginny, Harry, James, Albus e Lily.



Seduta sul letto matrimoniale, osservo la lettera tra le mie mani. Sono poche righe, ma capisco quanto Ginny sia davvero preoccupata per me.
Mi mancano i miei amici, mi mancano i bambini, mi manca la nostra casa, le nostre cene, andare a letto ed addormentarmi tra le sue braccia. Mi manca anche dormire, visto che da quando ci siamo lasciati non sono stata in grado di dormire una notte intera come si deve.
Fuori dalla finestra, si staglia un cielo nero illuminato da una falce di luna crescente e miriadi di stelle. Il confine tra cielo e oceano, non è visibile: tutto sembra un'unica distesa oscura, pericolosa e al tempo stesso capace di infonderti una grande calma.
Lisbona è movimentata, piena di vita, rumorosa a qualunque ora del giorno e della notte, profumata di dolci. È ormai una settimana che sono qui, aspettandolo. Ho rintracciato l'appartamento che aveva prenotato e ne ho preso uno di fronte e da allora passo le giornate divise tra girare la città e sedermi in una poltrona davanti alla finestra, tè e libro, sperando di vederlo entrare nel palazzo.
Nonostante abbia avuto il tempo di girare tutta la città, lui non è ancora arrivato.
Per ingannare il tempo decido di rispondere a Ginny e di scrivere a Narcissa, con cui non ho più avuto contatti dal suo ultimo biglietto.



 

Lisbona, 26 marzo 2008
 

Cara Ginny,

mi dispiace di essere sparita così, senza neanche dirti che cosa avevo in mente di fare. So di essermi comportata male, ma non potevo perdere tempo.
Hai mai litigato così furiosamente con Harry da rinfacciargli cose che sapevi perfettamente quanto false e dettate dalla rabbia fossero? Avete mai litigato sputandovi addosso le cose peggiori che mai sarebbero potute uscire dalla vostra bocca? Avete mai litigato amandovi così tanto da non poterlo evitare?
Io sì e ti assicuro che è terribile. So di averti lasciato all'oscuro di quello che è successo, ma non ero ancora pronta a parlarne. Mi dispiace, davvero, ma ti prego di leggere tutta questa lettera e di scusarmi, se ti sarà possibile.
Ultimamente sono stata nervosa, irritabile, incline alla rabbia e subito dopo triste, malinconica e poi felice, euforica e entusiasta e poi di nuovo da capo. Ho notato che le mie emozioni erano amplificate in un modo strano. Tu non hai potuto notarlo perché ci siamo viste poco, almeno nell'ultimo mese prima che io e Draco ci lasciassimo.
Non capivo che cosa mi stesse succedendo, ma ho pensato che fosse semplicemente un periodo no, dato dallo stress del lavoro.
Una sera Draco è tornato più tardi del solito e io ero già nervosa per fatti miei quando, al suo ingresso in casa, ho percepito un odore diverso dal suo. Era un odore femminile, anche lievemente familiare, ma nello stato di nervosismo in cui ero non sono stata in grado di riconoscerlo. L'ho aggredito, accusandolo di avermi tradita, gridandogli che non lo volevo nella mia vita, che mi aveva delusa, che mi aveva ferito. Non ho ascoltato neanche mezza parola di quelle che, imbestialito, mi ha urlato addosso, dicendomi che avevo sbagliato, che non mi avrebbe mai tradita, che non aveva incontrato nessuna donna oltre a sua madre, che sicuramente mi stavo sbagliando, che era solo un periodo strano, che tutto si sarebbe rimesso a posto.
Io non ci stavo vedendo più. Ero infuriata, di una furia cieca che non mi appartiene, che neanche io riconoscevo, ma che non ero in grado di gestire. Ero terrorizzata dal fatto che potesse preferire un'altra a me, che mi abbandonasse, che potessi ritrovarmi sola mentre lui avrebbe avuto un'altra donna tra le braccia che godesse di quell'amore che io avevo perduto. E in mezzo a tutto questo, in mezzo alle urla, alle parole che volavano pesanti come macigni, io ho lanciato il masso più pesante di tutti.
Gli ho urlato che era identico a suo padre, che Lucius doveva essere fiero di come aveva cresciuto suo figlio, un borioso purosangue razzista fino al midollo, che mi aveva usata per ristabilire la sua posizione all'interno della società magica e che adesso che non gli servivo più mi avrebbe lasciata, perché una sanguesporco come me non sarebbe mai stata degna di lui.
È stato allora che la sua voce si è chetata, la sua rabbia è svanita in un colpo e i suoi occhi sono diventati gelidi come non li vedevo da tanto tempo. È stato allora che, appellando silenziosamente il minimo indispensabile, mi ha voltato le spalle e se ne è andato. Lasciandomi lì, vuota e distrutta. Ed è lì che mi hai trovata, seduta in mezzo a quel letto che avevamo sentito nostro, avvolta nella sua maglietta. Disperata, perché era stata tutta colpa mia.
Non ti ho detto niente per paura di essere giudicata, per paura di sentirmi dire che ero stata un'idiota, che Draco non sarebbe mai più tornato, e mi sento più colpevole che mai, perché so che avresti potuto aiutarmi.
Non ho ancora trovato Draco, ma penso di aver capito che percorso stia seguendo. Adesso sono a Lisbona, ultima tappa di quello che credo sia il suo viaggio, e lo aspetto. Lo aspetterò per mesi, se necessario, anni, purché torni da me, perché non so fare a meno di lui, perché è tutto quello che voglio, che desidero e di cui ho bisogno.
A casa, ma anche adesso, qualsiasi cosa sua mi provocava il pianto: il pigiama sotto il guanciale, le pantofole che mi erano sempre sembrate da inferno, il ricordo della sua immagine che si spogliava in fondo allo specchio mentre mi pettinavo per coricarmi, l'odore della sua pelle che avrebbe persistito sulla mia a lungo dopo la partenza. mi fermavo a metà di qualsiasi cosa stessi facendo e mi davo un colpo con la mano sulla fronte, perché all'improvviso ricordavo qualcosa che avevo dimenticato di dirgli. Mi venivano in mente di continuo le tante domande quotidiane a cui solo lui avrebbe potuto rispondere. Una volta lui mi aveva detto una cosa che non riuscivo a concepire: gli amputati sentono dolori, crampi, solletico, alla gamba che non hanno più. Così mi sono sentita io senza di lui, sentendolo dove non c'era più.¹
Oh, Ginny. Non so cosa darei per riaverlo qui con me, perché tutto questo non fosse successo, perché quelle parole non fossero mai uscite dalla mia bocca, perché avessi avuto il coraggio di chiedere aiuto, di spiegare quel mio strano malessere.
Non è un tentativo di giustificare quello che ho detto, il fatto che mi sentissi strana, perché so che niente avrebbe mai ferito Draco più di quello che ho detto.
Adesso sono a Lisbona, seduta alla scrivania davanti alla finestra, aspettando che arrivi.
Ti scriverò presto, Ginny.
Saluta Harry e dai un bacio ai bambini.

Vi amo immensamente,
Hermione.




Non sono riuscita ad evitare di piangere, scrivendo. Mi fa male rivangare quella notte, perché so di aver sbagliato nel modo più totale e di averlo ferito nel modo più profondo possibile.
Sospiro e prendo una pergamena pulita.



 


Lisbona, 26 marzo 2008
 

Cara Narcissa,

Mi rendo conto di essere sparita, ma ti prego capiscimi. Avevo bisogno di stare sola e di cercare Draco.
Ho combinato un pasticcio, come tu stessa hai giustamente dedotto. Quello che non sai è cosa ho detto per portare Draco lontano da me.
So che tu hai amato Lucius e non te ne faccio una colpa. Non si può decidere chi amare, l'ho imparato sulla mia pelle. Ultimamente mi sono sentita strana: nervosa, irascibile, attaccabrighe, poi dispiaciuta e poi felice. Non riuscivo a capire cosa mi stesse succedendo.
Evidentemente quella sera, quel primo di marzo che sapeva già di primavera, ero più irritabile del solito, perché quando Draco è tornato a casa, profumando di qualcosa di diverso, l'ho accusato di avermi tradita e usata e che era il degno erede di suo padre, manipolatore e crudele esattamente come lui. Sai meglio di me quanto Draco abbia sofferto per Lucius, non devo dirtelo io. E quindi capirai quanto profondamente lo abbia ferito con le mie parole.
L'ho cercato. A Dublino l'ho intravisto. Adesso lo sto aspettando, perché so che verrà e che quando lo farà io sarò qui, pronta a fare ammenda.
Spero che mi perdoni, anche se so che potrebbe non farlo. Io lo amo, Narcissa. Come non ho mai amato nessuno. Questo voglio che tu lo sappia, così come voglio che tu sappia che non smetterò mai di esserti grata per avermi confortato quando ho fallito con i miei genitori. Sei stata un faro nella tempesta che era la mia vita e per questo sarò sempre in debito con te.

A presto e con infinito affetto,
Hermione.



Sveglio delicatamente Spica, che dorme beata appollaiata sulla testiera del letto. Le carezzo la testa finché la percepisco davvero sveglia, poi le lego la lettera per Ginny alla zampa destra, quella per Narcissa alla sinistra. Le sussurro dove deve volare e le apro la finestra. Lei spicca il volo, aggraziata e visibile nella notte portoghese. La osservo, finché non diventa invisibile, ormai lontana da me.
Sto per richiudere la finestra, quando noto un movimento nel palazzo di fronte. Delle luci che fino ad oggi sono state spente, illuminano fiocamente un appartamento al 4° piano. Mi chiedo se sia Draco, ma per saperlo dovrò aspettare domattina, ne sono consapevole.

Accendo lo stereo, metto un cd e la voce di Phil Collins riempie l'appartamento. In bagno, mentre mi lavo i denti, mi guardo allo specchio. La canotta che indosso e che mi è sempre stata leggermente larga, soprattutto sul seno, adesso mi va un po' stretta. Scrollo le spalle e penso che si deve essere ristretta nell'ultimo lavaggio. Sputo e mi sciacquo la bocca. Torno in camera e mi spoglio. Mi metto in piedi davanti allo specchio e mi osservo, curiosa e critica.
Non sono mai stata formosa. Le mie curve, appena accennate, sono sempre state proporzionate alla mia altezza e alla mia corporatura. Minuta, mi hanno definito spesso. Perfetta, mi definiva lui.



Sei perfetta…” mi sussurra all'orecchio, facendomi venire i brividi.

Sono in piedi davanti allo specchio della mia camera singola da Caposcuola. Io e Draco ci frequentiamo ormai da 5 mesi e la preoccupazione dell'imminente fine della scuola, non ci tocca minimamente.

Stai mentendo” rispondo, certa di aver ragione.

Alta poco più di 1.65m, peso 50 chili. Le mie ossa sono fini, i fianchi sono abbastanza stretti, il seno c'è, ma senza essere prorompente. Il mio corpo si adatta al mio carattere. Non amo sentirmi al centro dell'attenzione e il mio corpicino minuto mi risparmia le occhiate languide dei ragazzi che mi circondano. Mi osservo con occhio critico, cercando quello che ai suoi occhi mi fa apparire perfetta e non riesco a trovarlo. Il viso non è niente di particolare, fatta eccezione per gli occhi, che sono di un colore molto simile all'oro. La loro bellezza però, secondo me, viene eclissata dalla massa assurda e ingestibile di capelli che ho. Ricci e scuri, attraggono tutta l'attenzione su di loro.


No, invece.” dice, distogliendomi dalle mie elucubrazioni mentali che mi porterebbero inevitabilmente a mettere in discussione il nostro rapporto. Com'è possibile che ad un ragazzo bello come lui possa interessare una tipa comune come me? “Tu sei perfetta per me.” continua, posandomi una mano sul seno “Guarda come la mia mano lo avvolge perfettamente. Non ti sembra che il tuo seno si stato creato appositamente per la mia mano?”. Poi si china sul mio collo. “Non vedi come la curva del tuo collo sia perfetta per il mio mento? Sembrano quasi complementari”. Le sue braccia mi avvolgono, dolci e contemporaneamente possessive “Vedi come le mie braccia ti avvolgono in modo perfetto?” mi fa girare verso di sé e con la mano mi fa alzare il mento. “E poi le nostre labbra. Non ho mai trovato labbra che si adattassero così bene alle mie. Non c'è stato bacio che sia risultato più armonioso. Non c'è stato corpo con cui mi sia adattato meglio che con il tuo. Tu sei stata creata per fonderti con me e io voglio che questo tu lo capisca. Per questo tu per me sei perfetta, perché sei la mia esatta metà. Lo so che sembra affrettato, dopo tutto quello che ci ha divisi in questi anni. Però ti prego di credermi, perché sono sincero”



Uscendo dal ricordo, torno a specchiarmi.
Parto dai capelli, che seppur sempre molto ricci, appaiono più luminosi. Magari è stata l'acqua diversa da quella londinese…
Il viso, nel complesso, è uguale al solito, fatta eccezione per la pelle che sembra più liscia e per gli occhi più scuri del solito. Magari è il clima meno continentale…
Il seno è più gonfio e alto del solito e attira la mia attenzione. Mi piace così. Ed è comunque adeguato al mio corpo. Un lieve sorriso mi increspa le labbra. Draco lo adorerebbe…
Il ventre, seppur ancora piatto, presenta un leggerissimo rigonfiamento. Ma sono sicura che sia l'alimentazione assurda che ho seguito in questo periodo. Ho saltato più di un pasto, accontentandomi di una tazza di tè con qualche biscotto.
Complessivamente mi faccio un discreto effetto e penso che nonostante tutto quello che ho passato, sono meno sciupata di quanto avessi creduto.
Mi rivesto e mi infilo a letto. L'abat-jour sul comodino emana una luce soffusa sufficiente per leggere. Tiro fuori dalla borsa la copia di “Cent'anni di solitudine” che mi ha regalato Draco qualche anno fa e inizio a leggere. Mi addormento senza accorgermi che nel palazzo di fronte, un uomo biondo è affacciato al balcone dell'appartamento di fronte al mio.




Note:

1: citazione da “L'amore ai tempi del colera”

 

   
 
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