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Autore: clarisss95    13/10/2017    1 recensioni
(Basato sulla 1x10 della serie)
Clary ha lasciato il mondo parallelo, ma ciò non vuol dire che le vicende degli altri non continuino.
Alec è un ragazzo gay fiero che organizza dei party.
I Sizzy sono dei nerd che stanno insieme.
Magnus è una persona timida e innocente che fa tarocchi in televisione.
I Clace sembrano i perfetti fidanzati.
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Magnus Bane, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 3  

Magnus Bane si trovava nel salotto del loft, e aveva attaccato il telefono. 
Che strana conversazione aveva avuto. Quel ragazzo...Alec Lightwood ci aveva provato spudoratamente. 
Si alzò dalla sedia che iniziava a stargli stretta, e camminò lungo la finestra. Avvertendo un miagolio si voltò a controllare che Church e Presidente Miao stessero bene, dopo di ché uscì in veranda. 
La notte a New York era calma, quella sera, l'aria calda, tipica di agosto, lo avvolgeva con il lento sospiro, e lui chiuse gli occhi. 
Abitava a New York da dieci anni, ed erano gli anni più belli della sua vita. Scappare dal Montana, dove si trovavano sua madre e il suo nuovo marito, era stata la cosa più saggia da fare quando aveva quindici anni. 
Il patrigno - che terminologia orribile - orribile quanto lui, si disse, dopo aver sposato la madre aveva fatto in modo che gli andasse contro, infondendo diffamie che non erano vere. Sua madre - che sciocca donna - era innamorata. Talmente innamorata che non accettava la realtà, voleva stare con il suo uomo. Così Magnus aveva deciso di andarsene da quella casa che ormai non trasmetteva più niente, soltanto dolore e tristezza. 
Non rimpiangeva, certo, di essere fuggito. A New York aveva trovato un appartamento suo, nella zona di Brooklyn, e si era interessato alle carte, così aveva deciso di dedicarsi a quell'arte. E, a quanto pare aveva fatto un ottimo lavoro, dato che aveva molti clienti. 
Leggere le carte gli piaceva. Lo faceva sentire importante, come se avesse uno scopo nella vita. Lui però non se le faceva mai. Ci aveva provato, una volta, e gli era uscito l'incontro del Destino
Magnus amava l'amore. Così tanto, che conoscendo la sua ex, Camille, aveva pensato che sarebbero rimasti insieme tutta la vita.  Ma lei non era della stessa opinione, andava e ritornava ogni qualvolta ne aveva bisogno. Fino a quando Magnus non si era stancato, e l'aveva lasciata. Non si vedevano più da cinque anni, e il ragazzo dai tratti orientale sperò davvero di non rivederla.  L'incontro del Destino, però, era stato svelato dopo essersi lasciato con lei. Dopo che aveva conosciuto una ragazza dai capelli arancioni - rossi non erano, erano per forza arancioni, come le carote - ed aver scoperto che queste carte funzionavano davvero e che la magia in un mondo contemporaneo al suo esisteva, si aveva letto le sue carte. 
E il caso volle che proprio quella sera conobbe Alec Lightwood. Un giovanotto sexy e.... parecchio interessante, Magnus lo doveva ammettere. Ma preferiva comunque essere cauto, non voleva sbilanciarsi né dare allusioni. Voleva stare bene. E cercava l'amore perfetto, dopotutto. Nonostante ne avesse passate tante, era convinto che prima o poi sarebbe arrivato qualcuno nella sua vita, e l'amore che entrambi provavano sarebbe stato così grande che non si sarebbero mai potuti separare per la troppa astinenza nel restarsi lontano almeno un giorno intero. 
Sapeva che quelle erano solo sciocchezze dettate dalla sua mente, eppure lui aveva scelto di continuare a sperare. La speranza, dopotutto, era l'ultima a morire.





Il rumore di un auto che passava nella zona li fece staccare appena da quel lungo bacio che si erano dati. Entrambi erano daccordo sul fatto di volersi sentire sempre in quel modo, ma non potevano. 
Erano due gocce dello stesso mare che si erano trovate inaspettatamente. 
- E' stato bello passare la serata con i tuoi - gli disse il ragazzo.
Clary si risvegliò, come immersa in un sogno ad occhi aperti: - Vorrei tanto venire nel tuo appartamento... - gli sussurrò, baciandolo sulla guancia.
ll biondo represse un brivido: - Credo che i tuoi ci stiano guardando dalla finestra... è parecchio imbarazzante se pensassero che io ti molesti mentre sei tu che dai il via a tutto..... 
Clary si allontanò il tanto per guardarlo negli occhi: - Ti amo - gli rivelò. 
Era la prima volta che gli e lo diceva. Anche Jace sembrò stupito, ma la ricambiò, seppur non dicendolo a parole, dandole un altro lungo bacio che sapeva di amore, certezza e passione. Una passione che solamente loro conoscevano.






Quando Alec era tornato al suo appartamento da quell'incontro - alla fine aveva abbandonato Jean Jacque e si era fermato in un bar a bere - fu inevitabile sentire dei singhiozzi. Aveva visto Isabelle felice,  e dunque aveva potuto udire la sua risata, aveva sentito sua sorella starnutire, l'aveva sentita arrabbiata, delusa....e ovviamente l'aveva anche sentita piangere.
- Ehi - le fece, chiudendo la porta.
Lei aveva la seconda chiave, gli e l'aveva lasciata per ogni eventuale problema. 
- Ho litigato con Simon - fece lei, con la voce rotta. I capelli erano un ammasso di grovigli, non indossava gli occhiali - li teneva in grembo - e aveva gli occhi rossi. Piangeva da un po'.
- Oh Izzy... - disse lui, andandola ad abbracciare. - Perché gli permetti di farti soffrire? - le domandò.
- Perché lo amo. 
Okay. Alec non aveva mai amato nessuno, ma era sicuro che l'amore non facesse soffrire. Almeno, questo è ciò che dicono nei film. Non sapeva come comportarsi, così scelse la via più facile: - Parlagli. Chiarite ogni cosa. Così non potete andare avanti, né tu né lui.
- Ma se lui....
- Se ti ama ti starà a sentire - credo. 
Ma Izzy era già un po' tranquilla, quindi Alec stava meglio nel vederla in quel modo. 
Passarono qualche minuto così, silenziosi e abbracciati, fino a quando qualcuno non bussò alla sua porta. Il moro si alzò svogliato e sbuffando per trovarsi di fronte un Jace solare. 
- I genitori di Clary mi odiano - disse, sedendosi sul divano.
Alec era rimasto ancora sulla porta lasciata aperta, con un'espressione confusa sul viso: - Fa' con comodo, fratello - esclamò, chiudendola.
- Dico sul serio. Sua madre mi odia. 
- Interessante. E tu odi lei? - domandò Alec, guardandosi le dita. Doveva limarsi le unghie, incominciavano a crescere.
- Certo che no! L'avete vista? - chiese Jace - E' una Clary più adulta.
- Allora penso proprio che dovrai fartela piacere - mormorò Alec, senza prestare attenzione - Guardatevi - gli indicò, poi - Due tra i più bei ragazzi di New York che hanno problemi d'amore. Contento io che non ho nessuna intenzione di accasarmi o sposarmi o conoscere i genitori di qualcuno!!
I tre passarono la notte insieme, ed Alec fu costretto a sorbirsi le lamentele dei suoi fratelli. Ma lo fece perché aveva un cuore. Forse....







Simon stava guardando le foto al telefono, prima che gli arrivasse un messaggio. Clary. Era stata tutta colpa sua se aveva conosciuto Isabelle, se n'era innamorato, e lei l'aveva ricambiato. Era stata colpa sua se aveva preso l'iniziativa di chiederle di trasferirsi. Dannata Clary. 
Isabelle era stata la cosa più bella della sua vita, e si chiese se sarebbe mai riuscito ad andare avanti. 
Un momento. 
Non si erano mica lasciati! Avevano solo avuto una sfuriata. 

Prese il telefono, leggendo il messaggio della sua amica. 

Clary 21:43
"Come stai, Simon?"

Simon 21:45
"Hai parlato con Izzy?"

Clary 21:46
"Non ho ancora avuto il tempo. Che succede tra voi?"

Simon 21:48
"Abbiamo avuto una discussione. Abbiamo litigato e me ne sono andato..."

Clary 21:49
"Una discussione a proposito di cosa?"

Simon 21:50
"Sono estremamente geloso, Clary. E' la cosa più importante della mia vita ed io non la voglio perdere...."

Clary 21:51
"E allora diglielo, Simon. Quando si ama una persona gli e lo si deve dimostrare. A parole siamo tutti bravi."

Simon 21:54
"Forse domani. Adesso ti va di guardare in contemporanea Avengers II?"

Clary 21:55
"Tutto per il mio splendido migliore amico"









Alec quella mattina aveva ricevuto una chiamata di lavoro. 
Era parecchio conosciuto a New York e le persone contavano su di lui quando si trattava di party o eventi d'alta moda. 
Questa volta a chiamarlo, e il moro ne era sicuro, era stato qualcuno prossimo al matrimonio, che gli aveva chiesto d'incontrarlo. Non gli aveva specificato il motivo, ma Alec ne era davvero certo: sapeva riconoscere ogni cosa dal tono della voce, era un esperto ormai. 
Gli piacevano parecchio i matrimoni a dire il vero, lo mettevano di buon umore e ogni volta in qualità di wedding planner veniva invitato, quindi aveva possibilità di mangiare gratis e soprattutto di conoscere nuove persone. E con persone lui intendeva nuovi uomini da scoprire. 
Si umettò le labbra, prima di entrare in quella chiesa. 
Era di  Saint Jones, non distava molto da casa sua, aveva un bel parco verde sul retro e anche la facciata formata da mattoni e guglie sul tetto era carina. Sembrava il posto perfetto per sposarsi. 
Attraversò la navata centrale, notando due persone sull'altare intente a parlare tra loro. Il ragazzo era basso e con i capelli scuri, in un abito perfettamente elegante quasi si dovesse sposare in quel momento, e parlava fitto accennando movimenti con le mani. La ragazza aveva capelli biondi legati in una treccia e lo osservava come se fosse la cosa più importante del mondo. Alec non si sentiva a suo agio, in quel momento.
Quello sguardo... il ragazzo che le aveva preso la mano e aveva fatto incrociare le loro dita.... bleah. Si scosse dallo stato di trance in cui era caduto, schiarendo la voce per accertare la sua presenza.
I due si voltarono, e subito il ragazzo gli andò incontro: - Oh, salve signor Lightwood.  - Evidentemente quello lo conosceva - Io mi chiamo Raphael e questa è Lydia. 
Si scambiarono un cenno di saluto con la testa, e Alec, sospirando, domandò: - Come mai volete il mio aiuto?
Guardandoli meglio si accorse che avevano all'incirca diciotto anni. 
Quindi le questioni matrimoniali erano fuori luogo, pensò accigliandosi. Non sbagliava mai. Ma cosa volevano quei ragazzini? Un party di compleanno?
- Vogliamo sposarci - disse Lydia, raggiungendo il suo fidanzato e prendendogli la mano - Tutti sono contrari a questo matrimonio perché sostengono che siamo giovani, ma.....stiamo insieme da cinque anni ed io non posso più immaginare la mia vita senza di lui. 
Alec alzò gli occhi al cielo. Questi stupidi commenti amorosi.....
- Io... - era la prima volta che non sapeva cosa dire - Forse dovreste pensarci. Un matrimonio è una cosa seria. 
I matrimoni erano qualcosa che legavano due persone. Per sempre. Nonostante gli piacessero, lui era convinto che non si sarebbe mai sposato. Niente lega due persone per sempre. 
- Lo sappiamo e vogliamo farlo - ribatté Raphael, con un sorriso. - Ci può aiutare? Altrimenti.... 
Si sentì il rumore della porta principale che veniva aperta, e il ragazzo continuò a sorridere: - E' un nostro amico, farà a entrambi da testimone... sa, ci siamo conosciuti grazie a lui.
- Vi ha presentati? - domandò Alec, infischiandosene del nuovo arrivato. 
- No. Tramite la lettura delle carte.... ci siamo conosciuti su un autobus. Da lì è nato tutto. 
Il moro sospirò. Che sciocchezze... - Il vostro amico deve essere un fanatico.
- In realtà pratica i tarocchi, oh, eccolo! - disse Raphael, sorridendo al nuovo arrivato - Alec Lightwood, ti presento...
Alec a questo punto si voltò, riconoscendo quei capelli, quel ciuffo tirato e soprattutto quel volto: - Magnus Bane - esclamò, e, chissà come,  fu molto sorpreso di vederlo.

   
 
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