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Autore: Vera_D_Winters    14/10/2017    1 recensioni
Questa storia non so se considerarla una what if, un AU, un... boh.
Comunque sostanzialmente è dedicata al gdr in cui ruolo su facebook, il GDR OnePiece Caffè, quindi troverete citazioni a personaggi OC e alcune modifiche alla storia originale narrata da Eichiro Oda. Spero vi piaccia.
La trama parla di un'isola spaventosa, nascosta da una sorta di triangolo delle Bermuda, che attira a sè non tutti i viaggiatori, ma solo coloro il cui animo è stato toccato da un grave dolore o dall'ombra della morte.
Enjoy
Genere: Angst, Avventura, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro Personaggio, ASL, Jewelry Bonney, Marco, Mugiwara
Note: AU | Avvertimenti: Incompiuta
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Per l'ennesima volta Ann aprì gli occhi, confusa e frastornata.
Si era aspettata il dolore, le ossa maciullate, la fine inevitabile, ed invece non era successo nulla di tutto ciò. Questo fece venire il dubbio alla corvina che qualcosa non andasse. Già non le era stato chiaro come fosse finita all'inizio nella prigione murata, ed ora, ora che aveva davanti agli occhi la piazza di Marineford, era praticamente palese che fosse la sua mente ad essere sotto attacco e non davvero il suo corpo.
Come la stessero tenendo in pugno non le era affatto chiaro purtroppo. Una cosa per volta però.
Le manette ai suoi polsi erano pesanti ma non quanto quelle di kairoseki, le ginocchia le dolevano a causa della posizione in cui era messa al momento, e un vento freddo le sfiorava le spalle scoperte, unica fonte di rumore in quel luogo desolato e apparentemente dimenticato da tutti.
Chi stava giocando con la sua mente che cosa le avrebbe presentato ora per ferirla ancora, indebolirla e cercare di farla cedere?
La morte del suo amato padre? Rivivere quel momento orribile ancora una volta senza poter fare nulla per cambiare le cose?
Rufy che disperatamente corre contro tutti e tutti, nel folle e audace desiderio di salvarla?
I suoi compagni che cadono come mosche sotto i colpi dei Marines?
Akainu nella sua brutale e imbattibile forza?
Quel viscido di Teach con la sua risata gorgheggiante e il suo alito fetido?
Chi? Cosa avrebbe cercato di distruggere la sua psiche?
C...
"No, questo non ha senso."
Un sorriso amaro sfigurò le labbra tirate e pallide della corvina, mentre in mezzo alla piazza, al suono di una corsa leggera, compariva l'unica persona che non aveva partecipato al massacro di Marineford.
Chiunque stesse tenendo le fila di quel gioco crudele, era davvero un sadico bastardo.


Il lungo giaccone blu si fermò con uno svolazzo, frusciando contro i polpacci di un Sabo quanto mai confuso e preoccupato.
Ad un certo punto il dubbio che qualcosa non andasse gli era anche balenato in testa, poichè nella sua corsa forsennata la boscaglia si era tramutata in strada e gli alberi in muri di cemento armato, ma non appena si ritrovò a specchiare lo sguardo in quello di Ann al patibolo, tutto ciò che gli venne in mente fu quello di arrampicarsi e liberarla.
Che il gorgo marino fosse una sorta di varco?
Che trasportasse le persone in altri luoghi del globo?
Spiegazione fantasiose e lontane dalla verità si rincorsero nella mente del giovane, mentre riprendeva la sua corsa urlando a gran voce il nome della sorella.
Uno dei suoi più grandi rimpianti era quello di aver ritrovato i ricordi troppo tardi, di non esserci stato per i suoi fratelli quando avevano avuto più bisogno di loro.
Questo avrebbe dovuto fargli capire che non era un caso che si trovasse proprio lì, ma tanto era il sollievo di averla trovata, che la ragione venne un po' meno, lasciando spazio a sentimenti che non sempre potevano essere imbrigliati sotto il controllo della maturità e del buon senso.
E tuttavia la corsa del rivoluzionario venne arrestata proprio dalla corvina che dopo aver sfruttato l'haki dell'armatura per fortificare i propri polsi aveva frantumato le manette mentre con un paio di balzi saltava a terra, finendo con fronteggiare proprio il fratello, una luce battagliera negli occhi che non aveva alcun senso.
"Ann... ma che cosa...?"
"Se pensano che io abbia paura di fare del male a un fantoccio con le sembianze di mio fratello, allora non hanno capito nulla. Se devo distruggerti per uscire da quest'incubo, ti distruggerò."
A quella dichiarazione d'intenti Sabo spalancò la bocca allibito, ma prima che potesse dire qualsiasi cosa, dovette parare il colpo in arrivo, che se fosse giunto a destinazione gli avrebbe sicuramente rotto il naso. 
"Ann, ma che diavolo fai?"
Sbraitò sempre più basito, arretrando per parare i pugni della sorella.
E così, senza una vera logica, il combattimento ebbe inizio.


Intanto Kidda continuava a cercare di sfondare a suon di calci e spallate il muro d'erba che la teneva imprigionata nel labirinto.
Come un toro aizzato da un velo rosso, ringhiando e grugnendo affannata, incitata da una Bonney ancora in catene che incurante delle minacce ricevute poco prima pregustava l'arrivo della libertà, continuava a colpire imperterrita, furente e inarrestabile.
Quando le nocche erano state troppo malconce, e la mano buona un lago di sangue, aveva sostituito i pugni con il resto del proprio corpo. Il braccio metallico ormai perdeva anche dei pezzi, e non vi era un solo centimetro della sua carne che non le dolesse. Mancava solo che prendesse quella siepe a testate.
"Eddai, muoviti! Quanto ti ci vuole per buttare giù due fiori? Muoviti caprona!"
Più l'altra supernova la istigava ad insulti, più Kidda si caricava.
Bonney questo l'aveva capito, anche se non la conosceva di persona le era bastato poco per intuire chi fosse e come manovrarla, e Kidda dal canto suo si lasciava manovrare come un'idiota.
Ad un certo punto però, quella strategia cominciò a funzionare. 
E quando il muro di rovi cedette, finalmente Bonney e Kidda si trovarono faccia a faccia.


L'unico rimasto solo a combattere contro i propri demoni interiori, che avevano preso vita con i volti di Teach ed Akainu, era Marco, imbrigliato su quel tavolo da sala operatoria con il corpo che sembrava ribellarsi contro se stesso.
L'odio verso di sè, verso quel frutto che solo una volta si era risvegliato riportando Ann in vita, senza però salvare tutti gli altri, il timore di non essere all'altezza, la voglia di mollare tutto, ecco che ogni suo malessere lo lasciava lì disteso tra le sofferenze, mentre le sue fattezze umane ormai lasciavano il posto proprio alla fenice.
Ed un pensiero balenò in quell'ultimo barlume di coscienza umana che gli restava.
Se il resto della sua vita l'avesse passato proprio in quella forma? Per sempre... per tutta l'eternità che gli restava davanti. Volare via dimenticando e venendo dimenticato da tutti...
Avrebbe trovato quella pace che tanto desiderava?
Era un'idea codarda oltre l'inverosimile, ma suonava tanto, tanto confortante...

// finalmente sono riuscita a cambiare nome, ma sono sempre io e spero che questa storia continui ad appassionarvi. Se vi va lasciatemi una recensione <3
   
 
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