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Autore: PePiPa    14/10/2017    3 recensioni
Liam lo fissa a bocca aperta, mentre Theo posa anche il suo gomito sul bancone, poggiando poi il suo mento sulla mano, sporgendosi. “Dai, sto aspettando.”
“Ma che dici, io. Io non ti bacerò, okay?” Riesce ad articolare Liam, ancora troppo shockato per poter formare un discorso di senso compiuto.

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Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Liam Dunbar, Theo Raeken
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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GALEOTTO FU IL CHIOSCO

 

 

 

 

 

 

Liam non sta facendo nulla di male.

Davvero, nulla di che.

Insomma, tutti hanno un odore che amano particolarmente: benzina, brace, pane, sugo. Può andare avanti mille anni a elencarli, dai più gettonati ai meno.

Per un licantropo è diverso, visto che gli odori prima nominati sono a volte troppo forti e quindi fastidiosi. Inoltre anche le più piccole cose hanno un odore specifico, buono o meno, e spesso è difficile distinguerle.

E a volte capita che anche qualcuno abbia un odore particolare.

Ecco, quello di Theo è particolarmente buono.

Non che Liam perda ore a sniffarlo, o qualcosa di altrettanto inquietante, solo che vivendo insieme, avendo i suoi vestiti sparsi ovunque e il suo letto a pochi metri... Beh, la sua stanza è pregna dell'odore di Theo.

Non sentirlo è troppo difficile, davvero, e a Liam in un altro contesto non avrebbe dato alcun fastidio rotolarcisi sopra e dormire abbracciando qualsiasi cosa contenga quel profumo.

Solo che appartiene a nient'altro che a Theo. Lo stesso che al solo scoprire della debolezza di Liam è capace di prenderlo in giro per giorni interi. Ce lo vede Liam: "Oh, vuoi che mi strusci sul tuo letto o che mi metta qualsiasi tuo vestito?" con quel suo ghignetto che fa venire voglia di stenderlo a furia di pugni sul naso.

Theo è un po' come la benzina quando sei ancora un bambino: ti sporgi dal finestrino per annusarla, quando i tuoi si fermano a fare il pieno, ed è un piacere per il naso; poi però sai che i fumi generati che fuoriescono dalle automobili possono generare ansia, nervosismo e stress.

Ecco, Theo è inquinamento.

Però è pur sempre una tentazione, per questo Liam si ripete che, davvero, non sta facendo nulla di male. Sta solo per afferrare una maglietta di Theo, la sta solo avvicinando pian piano al naso...

La allontana in fretta, rimettendola immediatamente sul letto.

Cosa sta facendo?

Perché?

Come?

Quando?

La sua mente non riesce a trovare una risposta, mentre la tentazione è di nuovo troppo forte. Solo una sniffata, solo una.

Solo una, si ripete, mentre porta la maglietta di Theo di nuovo verso il suo viso. Con gesti lentissimi, come impaurito possa esplodere, la porta davanti al naso; aspira fortissimo, sentendo l'odore pervadere le sue narici.

Sta per dare un'altra sniffata, quando la porta della sua camera si apre di botto.

Il cuore di Liam parte a battere al doppio, triplo della velocità, mentre in preda al panico lancia letteralmente la maglietta sul letto.

"Ehi, che stavi facendo? Non ti ho mai spaventato così tanto entrando, di solito mi senti sin da quando entro nel tuo vialetto."

La voce di Mason lo calma un pochino – avrebbe potuto essere Theo, e veramente, veramente Liam si sarebbe buttato dentro al lago con una palla pesantissima al piede, in quel caso. Meglio morire affogati che essere beccati dalla chimera mentre hai la sua maglietta in faccia.

"Ehm, sì, ero... distratto," riesce ad articolare, mentre si passa una mano sopra al petto, come a rallentare il suo battito cardiaco estremamente veloce. "Controllavo solo se dovevo mettere questa maglietta in lavatrice."

Liam fa schifo a mentire.

Liam fa ancora più schifo a mentire sotto pressione.

"Fammi sentire," dice Mason, curioso, afferrando la maglietta e avvicinandosela al naso come Liam poco prima. "Non puzza per niente, non ha odore, immagino sia una cosa da licantropi voler lavarla."

"Sì, esatto, non puoi capire," dice in fretta, guardandosi intorno per cercare qualsiasi altro argomento da tirare fuori.

"Ma è nuova?" gli chiede Mason, con sguardo di disapprovazione. "Da quando credi di avere spalle così grandi?"

Meglio venire trafitto da una puntura dei Dread Doctors, piuttosto che restare lì a parlare della

maglietta, dell'odore e delle spalle di Theo.

"Non lo credo, infatti mi sta larga," dice, mentre afferra la giacca e fa per uscire dalla camera. "Vogliamo andare al cinema o no?"

Mason alza le mani, sulla difensiva. "Io stavo aspettando te."

 

 

 

 

 

 

Ci sono certe tradizioni scolastiche che andrebbero abolite. Tra queste, Liam è sicuro che la prima che assolutamente cancellerebbe dalla faccia della terra è il chiosco dei baci.

Al festival della Beacon Hills School c'è davvero di tutto, dalle bancarelle di cibo con pannocchie e salsicce, al classico gioco con la pistola ad aria compressa per vincere un peluche.

Divertenti, salutari.

Invece il chiosco dei baci è il male puro. Soprattutto quando il professore decide che tu sei il più carino del tuo anno e che quindi se vuoi la promozione devi sederti lì e baciare qualunque essere decida che vale la pena fare la fila e pagare due dollari tanto per posare le labbra sulle tue.

Liam è alla ventesima ragazza baciata e vorrebbe solo sparire dalla faccia della terra.

Perché lui? Da quando essere carino è una tale punizione?

Mason è al suo fianco che se la ride tranquillamente – lui mica ha baciato venti ragazze diverse, ovvio che sia tranquillo.

“Ti giuro che se non mi dai il cambio alla cinquantesima ragazza vengo a rubarti la statuetta di Darth Fen-”

Le parole gli muoiono in gola non appena in fila, dietro sei o sette ragazze, appare Theo.

Lo vede dire qualcosa alle persone davanti a lui, non fa in tempo a sforzarsi di udire meglio, ma deve essere qualcosa di pericoloso, perché le vede impallidire e andarsene dalla fila quasi di corsa.

Ora c'è una sola ragazza a separarli e Theo, senza neanche cercare di sembrare educato, le dà una spallata e si piazza davanti la bancarella. Il ghigno sul suo volto fastidioso e da presa in giro.

“Ma davvero qualcuno fa la fila per baciarti a stampo?” dice, incrociando le braccia sul petto. “C'è davvero disperazione in giro.”

Liam arriccia il naso, infastidito.

“Certo, se magari tu non avessi scacciato tutte le ragazze in fila,” dice, alzando un sopracciglio. Non che voglia davvero lamentarsi, anzi, è contento di non doverle baciare tutte. Ma con Theo è sempre questione di principio.

“Le ho salvate da una fine tremenda,” risponde Theo, senza però distogliere lo sguardo dalla ragazza che ancora non se n'è andata dal suo fianco.

“Io ero in fila prima di te,” gli dice questa, prendendo coraggio.

Non tutti hanno il fegato di rispondere, quando Theo lancia quello sguardo.

“E io sono abbastanza intelligente da poter essere milionario, ma non tutti possono avere quello che vogliono.”

Detto questo, si gira verso Liam ignorando completamente la risposta della ragazza.

“Se davvero il tuo professore pensava tu fossi il più bello del tuo anno, ho pena per la tua generazione.”

 

“Mi hai tolto tutti i clienti, idiota,” ruggisce Liam, guardandolo male. Il più possibile, visto che persino l'ultima ragazza si è arresa ed è andata via.

“Dio, quanto sei permaloso,” alza gli occhi al soffitto Theo, l'aria del tutto calma. “Se ci tieni così tanto, tieni.”

Detto questo, Theo posa due dollari sul bancone, un sorriso di sfida sulle labbra.

Liam lo fissa a bocca aperta, mentre Theo posa anche il suo gomito sul bancone, poggiando poi il suo mento sulla mano, sporgendosi. “Dai, sto aspettando.”

“Ma che dici, io. Io non ti bacerò, okay?” Riesce ad articolare Liam, ancora troppo shockato per poter formare un discorso di senso compiuto.

“Io vado a parlare con il professore,” li interrompe Mason, alzandosi per andarsene, guardandoli male.

“Cos'è, hai paura?” dice Theo, ancora il volto poggiato sul palmo della sua mano, ignorando completamente Mason.

“Io non direi impaurito, piuttosto schifato,” dice Liam sporgendosi anche lui, così da guardarlo negli occhi e mostrargli tutto il risentimento che prova.

“Io ho pagato, tu non agisci,” risponde Theo, non togliendosi quella faccia da schiaffi. “Vuol dire che hai paura.”

“Smettila,” arriccia il naso, Liam, continuando a guardo male. “Non sei divertente.”

“Pollo,” sorride malignamente Theo, imitando il gesto di una gallina e facendo il verso con la bocca.

“Dio, potessi ora ti prenderei a pugni,”

Ridendo Theo fa per togliersi il giacchetto, abbassando la chiusura lampo – in effetti fa piuttosto caldo – quando l'attenzione di Liam viene attirata da un piccolo, inquietante particolare.

Theo indossa quella maglia.

La maglia che Liam ha annusato. La maglia del peccato.

E Mason è lì a qualche metro e lo ha visto sentirne l'odore. E oddio.

Liam in preda al panico si alza di botto, urlando “No!”

Quasi cade per sporgersi dal balcone e portare le mani ai bordi della chiusura da lampo e chiuderla prepotentemente per non mostrare la maglietta.

 

 

 

 

Liam non avrebbe mai pensato di finire così: a trascinare Theo nel primo angoletto disponibile.

“Che diavolo ti passa per la testa?” gli chiede Theo, una volta che sono soli. La sua voce non è alterata o stupita, al contrario è calma e rassegnata.

Theo pensa questa sia un'altra delle sue mille stranezze, è chiaro dal suo sguardo scocciato.

“Non puoi spogliarti,” gli dice Liam, il tono affrettato. “Non toglierti la giacca.”

Theo alza elegantemente un sopracciglio.

“E perché mai?”

Poi il suo sguardo cade sulle mani di Liam che sono ancora sul suo petto, e improvvisamente il licantropo si rende conto della loro vicinanza e delle sue mani che sembrano avere vita propria.

Le stacca subito, cercando di mettere un po' di distanza tra i loro corpi e sentendo il sangue affluire con forza sulle sue guance.

“Perché... Perché è vietato dalla legge scolastica stare con una maglia a maniche corte.”

“Oh, certo, non ci avevo pensato. E che mi dici del fatto che tu ne indossi una, al momento?” Dice Theo, scocciato, “tu puoi mentre io devo morire di caldo?”

Perché Theo non può semplicemente essere una persona simpatica e condiscendente?

Perché deve sempre mettere in dubbio le parole di Liam, o prenderlo in giro o avere quello sguardo derisorio?

“Ascoltami e basta,” sbotta Liam.

Theo lo guarda per un po', forse ponderando il da farsi e incrociando le braccia sul petto – lo stesso su cui Liam poco fa ha poggiato le sue.

Ancora un po' rosso, il licantropo cerca di trasmettere a Theo tutto il fastidio che prova nei confronti della sua persona.

“Okay, facciamo che io tengo il giacchetto,” dice Theo, “in cambio tu mi fai il bucato per una settimana.”

“Cosa? Te lo scordi!”

“Due settimane. La mia ultima offerta.”

Dio, prenderlo a testate su quella sua faccia insolente. Togliergli quel sorriso strafottente rompendogli il naso per la quarta volta.

“Okay, ma se rompi la promessa torni a essere un senzatetto, sia chiaro.”

“Me lo dici almeno tre volte al giorno, ogni giorno,” risponde Theo, rialzandosi la cerniera del giacchetto con sguardo di sfida. “Impara cos'è l'originalità, Dunbar.”

E detto questo gli dà una spallata, incamminandosi verso il chiosco.

Liam gli lascia l'ultima parola, per ora, poi a casa un pugno non glielo leva nessuno. Ovviamente solo quando Mason è ormai lontano dalla maglietta incriminante.

Molto lontano.

Stanno camminando fianco a fianco per il prato della scuola, guardandosi storto e dandosi spallate dolorose, quando il Professor Layard corre verso di loro completamente zuppo di sudore.

“Tu, tu!” urla, indicando Theo. “Tu hai un viso perfetto. Faresti stragi di cuori, vuoi essere il nuovo ragazzo del chiosco dei baci?”

Cosa?

Il professore quasi trascina Theo e Liam verso il chiosco, facendo però sedere solo Theo.

“Mi dispiace Liam, è solo che lui... ha qualcosa in più,”dice il suo professore traditore.

“Ha ragione, sai,” dice il loro vicino, l'uomo al chiosco delle pannocchie e della carne alla brace.

La vita è infame.

 

 

Nel giro di pochi minuti, il loro chiosco si riempie letteralmente di ragazze e ragazzi.

Theo ha baciato già una trentina di persone, tra ragazzi e ragazze e davvero Liam vorrebbe solo anticipare quel pugno a ora.

Chissà cosa ci trovano poi quelli in uno come Theo, da dover pagare due dollari solo per baciarlo. Perché poi devono essere tutti così rossi e timidi davanti a lui?

Se ne accorgono di essere semplicemente ridicoli?

Così è facile baciare qualcuno, basta pagare. È da sfigati e da disperati.

Liam li odia un po' per essere così patetici, davvero.

“Liam, se ti annoi puoi anche andare a casa, altrimenti puoi dare il cambio a Raeken tra un po',” gli dice il suo professore con un sorriso affabile. Come se poco fa non gli avesse praticamente detto che è molto più brutto di Theo.

“Sì, torna pure a casa, Liam, lascia i grandi da soli,” ghigna verso di lui Theo.

Se la sta godendo un sacco: oltre ad essere il preferito, ha una fila davanti a lui pazzesca e chiaramente vedere Liam arrabbiato gli dà una certa soddisfazione o non si spiega la sua perenne strafottenza.

“No, poi devo darti il cambio,” risponde, tra i denti, la voce intrisa di nervosismo.

“Direi che è chiaro chi preferiscono, tra me e te,” dice Theo, senza togliersi il sorriso. “Per il bene di tutti è meglio se non prendi il mio posto o la delusione sarebbe troppa.”

Davvero, Liam non è il massimo della pazienza.

Non è il tipo di persona che si controlla, che non sclera e che agisce sempre pensando alle conseguenze.

Quando è nervoso, fa cavolate, si sa.

E quando Theo bacia l'ennesima ragazza il suo piede scappa contro la bancarella della brace, con forza.

Molta forza.

Ma quando della carbonella cade e il chiosco dei baci prende letteralmente fuoco, Liam non si sente in colpa quanto dovrebbe.

Theo si allontana bruscamente dalla bancarella e le ragazze urlano cercando una fonte d'acqua per spegnere il mini incendio. Il panico è immediato.

Ops?

 

 

 

 

Liam sbatte la porta di camera sua con forza dietro di sé, senza neanche aspettare che entri Theo poco dietro di lui.

La sente riaprirsi e con la coda degli occhi vede la chimera entrare e andare verso di lui con aria minacciosa.

“Mi vuoi dire qual è il tuo maledetto problema?” ringhia, messaggiandosi il naso con la mano destra. “Mi hai chiuso la porta in faccia.”

“Non ti sei fatto nulla, neanche sanguini,” replica, atono.

“No, senti adesso mi dici che diamine vuoi,” Theo posa una mano sulla sua spalla e lo costringe a guardarlo, il tono alto come se stesse parlando con un bambino. “Prima non vuoi che mi tolgo la giacca non si sa per quale assurdo motivo, poi dai fuoco al chiosco, poi quasi mi rompi il naso per la quarta volta.”

“Non l'ho fatto volontariamente, smettila.”

“Ah no? Guarda caso volevi uccidere tutte quelle ragazze e poi toh,” il tono di Theo è estremamente sarcastico, “Il chiosco prendo fuoco per un incidente del tutto involontario, come no. E poi il naso rotto per la quarta volta è solo la ciliegina sulla torta.”

“Smettila di fare la vittima, la mia vita non gira intorno a te, chiaro?” alza la voce Liam e non gli interessa se il suo tono è quasi petulante. “Che mi interessa se ti baci mezza scuola? Nulla, ecco cosa. Sei libero di avere tutti i chioschi che vuoi, di pomiciare chi vuoi e di beccarti tutti gli herpes che vuoi. ”

“Non sembrava, sai, anzi, credo proprio ti desse molto, molto fastidio.”

Dio, perché è sempre così fastidioso e arrogante?

“Questo perché sei egocentrico, oltre che un rammollito che per una portata fa tutte queste storie inutili.”

“Mi hai rotto il naso per la quarta volta, Dunb-ass, non pensi sia ora che sia io a romperlo a te?”

“Non te l'ho rotto veramente,” replica, nero per il quel soprannome idiota. “E se proprio ci tieni dai. Forza. Colpiscimi.”

Allarga le braccia, facendo segno di colpirlo con le mani.

“Dai, coraggio, rompimi il naso, colpiscimi, fammi mal-”

E forse non è il naso la cosa che Theo vuole rompere a Liam, ma le sue labbra visto con quanta forza ci posa le sue.

No, in realtà vuole rompergli anche il naso, ne è certo, ma Liam non può pensarci ora; le labbra di Theo sono morbide e si muovono contro le sue con determinazione mista a curiosità mista a passione.

Il suo cervello ci mette sin troppo tempo a carburare quello che sta accadendo, ma nel momento stesso in cui capisce che, cazzo, quell'idiota lo sta baciando, Theo passa la lingua sul labbro inferiore di Liam come a chiedergli l'accesso e i suoi neuroni decidono che ciao ciao è ora di dare forfait.

Così, nulla, il vuoto, nessun ragionamento o pensiero. Solo Theo, il suo calore, le sue labbra, la sua lingua e il suo odore che ora è veramente fortissimo

Ora le loro labbra si muovono insieme e le mani di Liam non sa nemmeno come ma sono finite e tirare i capelli dell'altro, stringendoli tra le dita.

Theo è davvero come benzina e Liam rischia di diventarne dipendente.

La sua lingua di scontra di nuovo con quella della chimera e le sue labbra sono così morbide che Liam fatica veramente a ritrovare contatto con le sue sinapsi.

Ma quando l'altro gli morde un labbro, con forse troppa forza a causa dello scarso controllo che tutti e due sembrano avere in quel momento, Liam si sente come risvegliato da quel torpore che lo ha investito completamente.

Lo allontana debolemente, il cervello che ricomincia a lavorare piano piano, mentre Theo lo guarda con insistenza.

“Mi dovevi ancora un bacio, Dunbass” gli sorride storto, lo sguardo furbo. “Ho pagato, sai.”

Prima che Theo possa dire altro, la fronte di Liam si scontra violentemente contro il naso della chimera.

“E questa, Theo,” dice, leccandosi il labbro e sentendo il sapore del sangue. “È davvero la quarta volta.”

 

 

 

   
 
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