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Autore: Sasotta    14/10/2017    0 recensioni
Primo giorno di università.
Ho passato il test d’ingresso, riuscendo ad entrare al corso di Lingue e Culture Moderne.
Mi sono svegliata, pensando ‘Ah, da oggi la mia vita cambia, ho intenzione di vestirmi benissimo tutti i giorni, di truccarmi, di studiare! E troverò anche l’uomo della mia vita, devo fare il colpaccio’.
Sì, lo so, un pensiero strano per una appena uscita dal liceo, che ha ancora tutto davanti, però lo penso tuttora.
Sere, cambia. Sere, muoviti. Sere, cerca. Sere, fai qualcosa!
E lo sto facendo. Sono qui a scrivere. Scrivo cose probabilmente inutili e che non interessano a nessuno, però scrivo.
Ma va beh, torniamo a quel giorno.
Genere: Generale, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Universitario
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Primo giorno di università.
Ho passato il test d’ingresso, riuscendo ad entrare al corso di Lingue e Culture Moderne.
Mi sono svegliata, pensando ‘Ah, da oggi la mia vita cambia, ho intenzione di vestirmi benissimo tutti i giorni, di truccarmi, di studiare!
E troverò anche l’uomo della mia vita, devo fare il colpaccio’.

Sì, lo so, un pensiero strano per una appena uscita dal liceo, che ha ancora tutto davanti, però lo penso tuttora.
Sere, cambia. Sere, muoviti. Sere, cerca. Sere, fai qualcosa!
E lo sto facendo. Sono qui a scrivere. Scrivo cose probabilmente inutili e che non interessano a nessuno, però scrivo.

Ma va beh, torniamo a quel giorno.

Ho deciso di mettermi una maglia argentata con il pizzo panna sulla parte dietro, un giacchino di jeans, di un azzurro chiaro come i pantaloni, e le mie adorate vans,
che in realtà non c’entravano un tubo con l’outfit scelto, ma va beh, non potevo abbandonarle a casa il mio primo giorno di università.

Mi sono messa d’accordo con la mia amica Ludovica, e abbiamo preso il bus insieme.

Male, anzi malissimo!
Altro che autobus, sembrava una scatola di sardine sott’olio. Ed io e Ludovica, eravamo due di quelle sardine, una più bassa e pienotta, l’altra lunga e sottile.
L’amico di fianco a me, invece, era una bella cipolla.

< Ma farsi la doccia è passato di moda? > borbotto alla Ludo, cercando di non farmi sentire e spostandomi all’altezza del finestrino. Aria.

< Per lo meno tu non hai un ombrello piantato nella schiena > mi risponde lei, ridacchiando e tirando una bella gomitata alla ragazza appiccicata dietro di lei.

< Mai una gioia, anche il primo giorno di università > alzo gli occhi al cielo.

Altre quattro fermate, e siamo giù da quella macchina infernale e puzzolente.

< Domani prendiamolo prima, ti prego > la supplico, camminandole accanto e cercando di stare al suo passo.
E’ veloce, la gazzella.
Anche lei è passata al test, però al corso di Lettere, che per il primo semestre ha alcune lezioni in comune con il mio.

< Come va con Baro? > le chiedo.
Baro è il suo tipo, tanto per intenderci.

< Male. Abbiamo litigato. Io non lo voglio più vedere. Sono single, basta. >

< Ma no dài. Che ha combinato stavolta? >

< Ma è tutta l’estate che ne combina, io sono stufa, litighiamo sempre per le stesse cose poi. Questa volta è finita veramente > e chiude il discorso, senza rispondermi veramente.

Lei è sempre stata così, è una che quando si incazza o le succede qualcosa, ti dice una piccola parte per farti capire che è incazzata, però non va avanti.
Oppure non ti dice proprio nulla.
La saluti e lei non ricambia? Ok, quel giorno è meglio starle lontano.

Arriviamo davanti all’aula.
C’è pieno di ragazzi che si guardano intorno perplessi, alcuni chiacchierano, altri si fanno i cavoli loro col cellulare. E alcuni si girano a guardarci.

< Beh, direi che abbiamo una vasta scelta di ragazzi, lo dimenticherai facilmente > rido, e lei mi accompagna.

< Oh mamma, l’hai visto quello? > fa uno scatto con la testa in direzione di un tipo proprio carino.
E’ alto, muscoloso, e sembra avere gli occhi chiari. Sentendolo parlare, si capisce che è meridionale.
Decisamente non il mio tipo, ma è comunque un bel ragazzo e decido di assecondarla.

< Eh sì, è proprio carino! Dovresti provarci con lui > le faccio l’occhiolino, e lei ride ancora, mentre si sistema meglio la borsa al braccio.

Arrivano altri ragazzi e ragazze, nel frattempo, una mandria infinita di gente.
Chissà chi, tra loro, saranno i miei compagni di corso. Dovremmo essere in 15, se non mi sbaglio.

Mi sale l’ansia.
E se mi stanno tutti antipatici?

Respiro lentamente, e mi stringo il giubbotto di jeans sul davanti. C’è aria, e sembra stia venendo brutto. Il cielo è grigio scuro.
‘Oh sì, arriverà un bel temporale’.

Per fortuna, e finalmente, arriva la professoressa, che apre quella che dovrebbe essere la nostra aula, ma che in realtà non è altro che un’immensa stanza con un ammasso di banchi e gradini in discesa.
Io e Ludo entriamo, sedendoci piò o meno a metà.

La prof già inizia a blaterare qualcosa, va a macchinetta, e io ancora non ho tirato fuori il quadernino.

Respiro ancora.
Posso farcela.
   
 
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