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Autore: Sette Lupe    14/10/2017    1 recensioni
Una serie di one shot ispirate ad altrettante immagini che possono essere lette come tali o usate come spunti per la scrittura di fanfic più lunghe ed articolate. Ulteriori tag (specialmente quelli riguardanti i personaggi presenti) potrebbero essere aggiunti in seguito.Ogni capitolo tratterà di una storia a sè. Se una delle immagini o uno dei testi vi ispira, vi invito a scrivere su di essi ed a farmelo sapere: sarei felice di poter leggere le vostre opere.
Genere: Avventura, Comico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altaïr Ibn-La Ahad, Kadar Al-Sayf, Malik Al-Sayf
Note: AU, Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2: 

L’Aquila, il Falco e lo Scricciolo

Era stato Ezio a chiamarlo “Lo Scricciolo” per la prima volta quando erano ancora bambini, e da allora il soprannome era rimasto; anche perché Kadar sembrava non aver ereditato nulla dal massiccio padre se non la morbida tonalità bruna della pelle e i lucidi capelli neri.
Gli occhi ed il sorriso erano eredità di sua madre, così come la costituzione fragile e minuta, il carattere gioviale e la passione per lo studio della storia antica.
 
Malìk, pur condividendo alcuni tratti somatici con il fratello, pareva essere il suo esatto opposto: dal carattere ombroso e pragmatico, poco incline alle frivolezze e dai modi spesso bruschi, era una copia esatta del padre con le sue spalle larghe e i suoi occhi scuri.
 
Sebbene non condividesse alcun legame di sangue con Kadar e Malìk, chi conosceva la famiglia Al-Sayf includeva sempre anche un terzo componente tra i figli di Faheem e Aghar: Altaïr, la falange armata del “piccolo commando incursori”, come li chiamava spesso Faheem quando erano bambini. Se Malìk abbaiava molto ma mordeva poco, Altaïr era il membro del terzetto ad avere sempre un posto in prima linea quando si trattava di passare alle vie di fatto.
 
Il rapporto che lo legava il maggiore dei fratelli Al-Sayf era tra i più strampalati che si potessero vedere: di norma taciturno e schivo, Altair si trasformava in un avversario sorprendentemente loquace quando si trattava di scontrarsi verbalmente con Malìk (cosa che accadeva con esasperante frequenza); eppure, nonostante i continui battibecchi e le occasionali zuffe, non esisteva nulla che uno dei due avrebbe rifiutato di fare per l’altro.
 
Sebbene quest’ultima caratteristica del loro rapporto sfuggisse a molti di coloro che li osservavano, non doveva essere passata inosservata al Mentore dell’Ordine degli Assassini Levantini: Rashid Al-Sinad aveva suscitato non poca sorpresa e una notevole quantità di obiezioni, quando aveva messo i due ragazzi in squadra assieme al termine del loro noviziato, ma il suo unico occhio si era rivelato ben più acuto di quelli di molti dei consiglieri e dei maestri della confraternita, come dimostrava la già lunga lista di missioni brillantemente portate a termine dai due.
 
Kadar, invece, non aveva mai superato nemmeno l’addestramento di base: Al-Mualim aveva forse spezzato il suo cuore il giorno in cui gli aveva comunicato che non lo riteneva idoneo al servizio sul campo, ma gli aveva con tutta probabilità salvato la vita. Dopo un periodo di comprensibile sconforto, il giovane aveva ripreso le redini della situazione ed aveva scoperto quella che forse era stata la sua vocazione fin dalla nascita: l’archeologia.
 
A quasi sei mesi dall’inizio del suo primo anno di università, Kadar già brillava tra gli studenti del suo corso per voti e dedizione ed era il pupillo di molti dei suoi professori.
 
Purtroppo lo stesso non poteva dirsi di alcuni dei ragazzi del campus.
 
Ora, il problema principale di Kadar non era mai stato, anche durante il suo addestramento come Assassino, la tattica o la capacità di mantenere i nervi saldi: erano resistenza, coordinazione e forza fisica ad essere carenti nel ragazzo. E questo lo esponeva alle angherie dei bulli in maniera piuttosto costante...beh, questo in realtà era accaduto solo finchè Kadar non aveva imparato l’arte di attirare il nemico nel luogo dove, da predatore, si sarebbe tramutato in preda.
 
Sebbene nessuno dei due sembrasse un persona particolarmente incline alla tenerezza, tanto Malìk quanto Altair nutrivano un profondo affetto nei confronti del loro piccolo Scricciolo, e sebbene fossero in disaccordo praticamente riguardo a qualunque cosa, le loro idee sul trattamento da riservare a coloro che non rispettavano Kadar, non divergevano mai.
 
Questa lezione, assieme a quella su come il giovane Al-Sayf non fosse una preda alla loro portata nonostante le apparenze, sarebbe stata appresa nel modo più drammaticamente empirico da Shalim e da suo fratello Shahar.



 N.d.A.
Sono indecisa se creare qualcosa di più complesso con questa "intro" o meno. Fatemi sapere se siete interessati o se avete suggerimenti  ^.^
  
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