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Autore: maryku    20/06/2009    5 recensioni
Una mappa. Un tesoro di un pirata di cui si sa poco e niente. Uno spirito che dimora in una sfera. Una nave che solca l'universo. Un nemico misterioso. Akane si troverà a essere la custode della mappa, molti sono gli ostacoli che dovrà affrontare, fortunatamente troverà anceh personaggi di nostra conoscenza pronti ad aiutarla.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Alternate Universe (AU), OOC | Avvertimenti: nessuno
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Eccomi di nuovo qui con un nuovo capitolo! L'undici, addiritura! Vedere quei due numeri è molto strano O.O Quando ho cominciato a scrivere non avrei mai immaginato a arrivare a tanto! Ma sono sicura che non vedrò mai le tre cifre! XDD Questo capitolo non mi ispira tanto, non riesco a esprimere come vorrei le emozioni, ormai sono troppo abituata a scrivere in terza persona... Uffa! Ma spero che almeno un pochino possiate apprezzarlo!
Questo capitolo l'ho aggiornato oggi perché volevo fare un regalo di compleanno a un'amica! STEPH, TANTI AUGURI! IL CAPITOLO è DEDICATO A TE! ^^ Anche se vorrei farti di più, spero che questo pensiero sia ben apprezzato! Un saluto anche a elly e alla mia Onee-chan!
Purtroppo ancora non sono riuscita a mettermi in contatto con la mia beta, quindi ci saranno tantissimo errori! Vi prego di perdonarmi! *si inchina*
Buona lettura!




Capitolo 11
Ranma afferrò appena in tempo la busta con i saponi prima che cadesse sulla strada. Sospirò di sollievo, ma dovette riprendere a correre poiché Shampoo l’aveva quasi raggiunto.
Sbirciò dietro di sé. Akane era pochi metri dopo la cinese. Correva trasportandosi dietro le pesanti buste e cercava di non andare a sbattere contro nessuno. Shampoo non si poneva troppo questo problema, per raggiungerlo era disposta anche a rovesciare carretti pieni di frutta, proprio come nei vecchi film.
La gente si spostava quando vedeva arrivare quel trio che correva senza sosta. Ranma cercava di ricordare dove fosse la barca, però la sua attenzione era incentrata soprattutto sulla viola.
- Ai Len! Fermati!
- Non ci penso neanche!
- Ranma, la nave è dall’altra parte! – urlò Akane, arrabbiata e stanca.
- Cosa? – il ragazzo si fermò, Shampoo se ne accorse troppo tardi e gli andò addosso, facendo cadere entrambi. Per fortuna di Ranma le buste non si ruppero.
- Fate ciò che volete. Io torno da Obaba – detto questo, la ragazza si girò e corse via da dove erano venuti. Ranma non poté vedere il suo viso, ma era sicuro che stava chiedendo scusa a tutti quelli che incontrava per il disturbo creato.
- Shampoo, alzati! – esclamò scocciato il giovane. Lei si strusciò un po’ su di lui finché non la scostò con un movimento brusco.
- Ai Len, adesso che il maschiaccio se n’è andato possiamo stare un po’ da soli.
- Shampoo, dobbiamo tornare alla nave – si alzò con difficoltà, tenendo la mancina sopra la testa per coprire la stella che illuminava quel pianeta.
- Bella Antares, vero? È la stella rossa più luminosa dei mondi conosciuti. La sera c’è lei, la mattina viene quella gialla.
- Antares? Non era un pianeta? – chiese Ranma, alzandosi da terra.
- Un pianeta, una stella, alcune comete... Antares è tante cose. È il cognome di un famoso scopritore che si dice fosse uno della ciurma del pirata, ma nessuno lo sa per certo.
- Sì, ho sentito qualcosa del genere... Però io non ci credo. Ah, raggiungici entro dieci minuti o salperemo senza di te – le sorrise, poi si nascose dietro un carro, trainato da alcuni animali del posto e usato come bancarella per poter fare acquisti, e scomparve alla sua vista.
- Ai Len! Non puoi lasciarmi qui! – lo supplicò, dopo che ebbe cercato dietro e dentro il carro. Il venditore la osservava con gli occhi sgranati e cercava di non essere investito dalla sua furia.
Shampoo schioccò la lingua.
- Mi è scappato di nuovo. Sarà meglio tornare... Tanto non può essere andato che lì! – rifletté la viola, per poi scomparire fra la folla.
Solo quando fu sicuro che non c’era più, Ranma uscì da sotto il carro; il venditore a quel punto svenne.
Ranma riprese le buste (come fossero sopravvissute alla furia della viola non si sapeva) e, ignorando l’uomo svenuto, corse verso il bar più vicino.

Akane stava ancora camminando verso l’imbarcazione, infuriata per la corsa fuori programma che aveva dovuto fare. Avrebbe voluto tornare più velocemente alla nave, ma il suo umore era a terra e mancava ancora un po’ di tempo alla partenza. Sperava solo di non fare tardi.
Ma perché Shampoo si metteva sempre in mezzo? Era da quando era salita sulla nave che la prendeva di mira e la mora non ne capiva il motivo. Più se lo chiedeva, meno ci arrivava.
Anche a Ukyo non stava molto simpatica, ma almeno la cuoca cercava di non farlo vedere. Kodachi era un’altra storia. Non le piaceva nessuno, a parte Ranma, e forse lui era quello più sfortunato.
Già, Ranma doveva sfuggire alle pretendenti, ai pretendenti delle sue pretendenti e ai suoi nemici.
Akane si fermò un attimo per aiutare una vecchina a cui era caduta la borsa. Quando la salutò con garbo e si girò vide davanti a sé Shampoo che correva verso la nave.
Strano, se la cinese stava correndo allora voleva dire che aveva perso di vista Ranma. D’altronde lì davanti non si vedeva. Scosse la testa per non pensare ai due, erano affari loro, non suoi. Non aveva diritti né su Shampoo, né tantomeno su Ranma.
Si girò, decisa ad andare avanti, anche se piano. La scritta a grandi caratteri “Ristorante” le fece venire nostalgia.
Perché ritornare sulla nave se poi avrebbe incontrato quel presuntuoso? No, in quel momento proprio non le andava. Avrebbe piuttosto voluto tornare indietro nel tempo, quando la sua famiglia lavorava in un ristorante, o ancora più indietro quando sua madre era ancora in vita. Quante risate si era fatta, quanti momenti felici passati insieme, quante uscite di famiglia, tutti e cinque.
Ma l’amara verità era che sua madre era morta, suo padre e sua sorella maggiore erano a casa ad aspettarla, insieme alla signora Nodoka, e lei era lì, da sola, a dover portare a termine una missione difficoltosa per uno stupidissimo tesoro di un pirata di cui aveva sentito parlare per la prima volta quella sera in cui tutto era cominciato.
Qualcuno la aiutava, certo, ma la maggior parte delle persone era venuta a conoscenza solo ora delle qualità di quella sfera dorata che adesso stava nelle mani fidatissime, come voleva sostenere il dottor Tofu, di Obaba.
Ah, sì, giusto, c’era il dottor Tofu che l’aiutava. Da non dimenticare Shinnosuke e suo nonno. Anche loro potevano benissimo restare a casa... Però era stato il nonnino a mettere tutti nei guai. Aveva ricevuto quella sfera chissà quando e non era mai riuscito a usarla.
E Nabiki? Sua sorella voleva solo arricchirsi. I soldi erano la sua vita, il suo destino, il suo desiderio, più forte persino della fedeltà, della fiducia o dell’amicizia.
Tuttavia era lì con lei. Erano con lei. Avrebbero potuto andarsene, o farle pressioni sulla mappa. Certo, c’era già stato un tentativo di furto, se lo ricordava benissimo, e lei era la sola a poter richiamare Erika, però voleva continuare ad avere fiducia, a sperare. Era una delle poche cose che le rimanevano.
Sperava solo di fare la cosa giusta avanzando di qualche passo verso la nave, un piede dopo l’altro, sempre più veloce, fino a correre verso la barca.
Obaba raggiunse il ponte della nave saltellando sul suo bastone.
Sakiko osservava le nuvole che cambiavano continuamente forma, gli occhi chiarissimi attenti a ogni piccolo dettaglio di quel gas bianco dai riflessi argentati o rossi.
Mousse era ancora disteso a terra, una pezza fresca sulla fronte dove si nascondeva un grande bernoccolo. Ryoga girava in tondo all’albero maestro cercando il modo di ritrovare la sua stanza.
Nabiki era tornata pochi minuti prima, lasciando detto che era stanca e aveva bisogno di riposo. La sorella sarebbe stata lì fra poco tempo. Gli altri stavano sottocoperta a sistemare le ultime cose prima di partire.
Dei tre che erano ancora via, nessuna traccia.
Obaba sospirò. Ranma avrebbe dovuto darle qualche spiegazione, e anche Shampoo e Akane. Non potevano ritardare, non dovevano. Dalle botti sentii provenire uno strano borbottio. Sembrava un parlottio... Oppure uno strano russare.
Aggrottò le sopracciglia. Che qualcuno si fosse intrufolato? Le sembrava strano, Mousse e Ryoga non erano degli sprovveduti. Però se qualcuno era veramente bravo poteva riuscirci, e le cose si sarebbero complicate ancora di più.
Ukyo raggiunse in quel momento il capitano.
- Obaba, abbiamo bisogno di una mano giù – biascicò con il fiatone.
- Arrivo – fu costretta a dire.
Se quelle persone avessero avuto delle cattive intenzioni sarebbero già uscite fuori, o almeno così sperava. Per ora poteva solo tornare sottocoperta ad aiutare la sua ciurma, poi avrebbe capito il da farsi.
Sì, Ranma le avrebbe dovuto spiegare moltissime cose.

La ragazza nascosta sospirò di sollievo. Quando il padre si metteva a parlare nel sonno succedeva sempre qualcosa, di solito spiacevole. Soprattutto se dopo tornava a russare più forte di un toro. Per sua fortuna la vecchia non l’aveva vista. Era molto più forte degli altri tre che nemmeno l’avevano sentita. D’altronde erano presi da altro, stavano litigando su qualcuno, però la avevano aiutata.
Obaba avrebbe dovuto prendere un’altra ciurma se lei avesse dovuto picchiarli.
Sì, bello pensarlo, forse aveva ragione chi diceva che non sapeva essere modesta ed era troppo egocentrica.
Si mosse appena per trovare una posizione più comoda. Aveva rischiato tanto “sussurrando” nell’orecchio del padre di stare zitto, e non doveva più accadere, avrebbe moltiplicato a mille l’attenzione. Se qualcuno la trovava prima di chi pensava lei, le cose si sarebbero messe male, molto male, e lei non aveva tempo per le complicazioni. Ne aveva avute fin troppe in quel pianeta, come in tanti altri.
Perché non poteva cambiare abitudini? Perché doveva chiedere aiuto agli altri per i suoi problemi, quando loro le rinfacciavano che era troppo egocentrica? Almeno stavolta la persona da cui andava non le avrebbe detto questo, di peggio, ma almeno cambiava.
Sorrise, ma la gioia non sembrava appartenere a quel viso troppo stanco per l’età giovane della ragazza.
Scosse la testa con rabbia e forza per non piangere. Le mancava sua madre e sapere che anche a lei mancava era anche peggio.
All’improvviso sentì un rumore dietro di sé. Una ragazza era stata mandata a controllare dietro le botti, lo capì perché la sua faccia non era troppo felice. Molto probabilmente era stata quella vecchietta di prima a mandarla, per vedere se c’erano ancora.
Con un ultimo pensiero piuttosto scocciato, rivolto al padre ancora dormiente, si preparò a essere scoperta e, di conseguenza, a lottare per rimanere.

Shampoo era tornata alla barca, ma non aveva trovato Ranma. La sua espressione fece ridere Ukyo, poco ci mancava che si rotolasse a terra. Obaba stava controllando qualcosa e continuava a dare ordini cosicché nessuno stava con le mani in mano.
Quando Akane tornò fu avvisata da Sakiko di tutto ciò che era successo. La mora cercava di fuggire a quella inondazione di pettegolezzi, ma non trovava un modo educato e gentile di dirglielo. L’altra era una delle poche che non la seguiva con un ascia in mano e perdere la sua amicizia le sarebbe dispiaciuto molto.
- Akane, Obaba dice che ha bisogno di te – la avvisò in quel momento Taro. Portava corde di varia lunghezza per issare le vele, che erano più scenografiche che veramente utili, ma aiutavano un pochino ad andare più veloci quando c’erano i gas nell’atmosfera.
- Va bene, vado – rispose, facendo una faccia dispiaciuta verso Sakiko, mentre in realtà stava urlando di gioia dentro di sé. - Se proprio devi... Tanto dopo possiamo parlare liberamente!
Con un sorriso tirato, Akane si diresse dove si trovava Obaba. Già sapeva che dopo la ragazza non l’avrebbe risparmiata, ma per adesso poteva stare un attimo tranquilla.
Prese un profondo respiro prima di aprire la porta; poi entrò.
- Mi volevi vedere? – chiese Akane.
- Sì. Avrei bisogno che tu spostassi metà delle botti da dove sono alla sala dei motori, mentre l’altra metà dopo vedrò.
- Certo.
- Però lo devi fare da sola. Gli altri sono tutti impegnati.
- Sì, l’ho notato. Allora vado – si girò e riaprì la porta, ma prima di uscire Obaba la fermò.
- Forse troverai delle sorprese, ma non spaventarti – detto questo, le fece cenno di andare. Akane annuì, anche se non capiva molto il senso di quella frase.
Quando arrivò sul ponte sgranò gli occhi. Quei barili erano almeno cinquanta, se non di più, da sola non sarebbe mai riuscita a portarne metà nella sala dei motori.
Ma non poteva fare altrimenti.
Si rimboccò le maniche, proprio come quando lavorava al ristorante, e si avvicinò alle botti. Il suo istinto le diceva di stare attenta, ma non ci badò troppo, sfiancata dall’idea del lavoro appena assegnato.
Ne prese una con tutte e due le mani e la tirò su, con non poca fatica riuscì a sollevarla e spostarla dalle altre. Fece solo pochi metri e poi dovette fermarsi.
Ma cosa diamine c’era per farla pesare così tanto? Aggrottò le sopracciglia e la aprì, da dentro arrivava un fortissimo odore di pesce crudo. La richiuse facendo una faccia schifata.
- Dannato pesce!
Diede un pugno all’albero maestro, quello non si mosse. Lo guardò confusa, poi capì che con tutti quei pazzi avevano dovuto costruirlo più forte; e lei era fra quei pazzi.
Sospirò, poi riprese la botte fra le mani e riuscì solo a portarla vicino alle scale per andare sottocoperta. Come mai Obaba l’aveva voluta nella sala motori, fra fumi e inquinamento, non lo capiva, ma adesso doveva eseguire gli ordini del comandante.
Ritornò vicino a un’altra botte, decisa a fare dopo le scale. La prese con entrambe le mani, ma altre mani la afferrarono per il vestito e la bocca per non farla urlare. La trascinarono giù, dietro i barili, su alcune coperte scomode; qualcosa le premeva sulla schiena e non riusciva a vedere chi aveva dietro, poiché aveva la faccia premuta a terra.
- Zitta, non urlare o muori – disse una voce che apparteneva alla persona che l’aveva afferrata. Ad Akane sembrò una voce femminile, ma arrivava un suono ovattato ed era difficile capirlo.
- Cosa vuoi da me? – mormorò Akane, cercando di capire con chi aveva a che fare. Era spaventata, impaurita, non riusciva più a contenere lo stress di quella giornata infinita, ma non avrebbe buttato il suo orgoglio piangendo o urlando come una stupida.
- Che non mi disfi il nascondiglio. Che ne dici di rimanere qui, fare la brava e non urlare? – propose la voce, tenendola ancora giù.
- Non lo so, non è molto bello stare qui – biascicò la mora, cercando una posizione un po’ più comoda. La voce non sembrava volerle fare del male, a patto che non la facesse scoprire, ovviamente.
- Meglio delle fogne, fidati – sospirò stancamente.
- Chi sei? – si trovò a chiedere, prima che la razionalità la fermasse. Non aveva paura, nonostante capisse che avrebbe dovuto. Era una sensazione strana…
- Te lo dirò se esco viva da qui.
- Posso mettermi seduta meglio? Starei un po’ scomoda così – osò chiedere Akane, per poi pentirsene.
- Oh, sì... Penso che sia meglio se stai più comoda. Io non voglio fare del male a nessuno, ma non posso essere cacciata da qui – il suo tono era molto triste.
Akane si mise a sedere, facendo leva sugli addominali. Vide davanti a sé una figura incappucciata, con un mantello nero proprio come era abituata a vedere nei vecchi film; era minuta, piccola nonostante la forza con cui l’aveva trascinata giù a forza. Da sotto il nero luccicava qualcosa, sembrava una lama, forse era quella la cosa che premeva prima sulla sua schiena, ma a quel punto lasciò perdere il vestiario e girò il volto, solo per vedere un’altra figura nera. Il mantello si alzava e abbassava, come se respirasse, poi all’improvviso si sentì un grugnito.
- Accidenti. Aspetta un attimo – la donna, anzi, la ragazza (era troppo minuta per essere già adulta), scostò l’altra figura finché non smise di fare quei rumori compromettenti.
- Scusa, ma se russa così potrebbe farmi scoprire.
- Russare? Sta dormendo? – chiese Akane, scettica.
- Sì, anche con tutto ciò che succede riesce a dormire. È incredibile! Stava per farmi scoprire tantissime volte – brontolò, facendo vari gesti con le mani. In quei momenti Akane poté vedere i vestiti anonimi, sporchi e sportivi che aveva indosso l’altra. Un piccolo pugnale era davvero infilato nella cintura dei pantaloni.
La ragazza sembrava un tipo all’antica, quasi un samurai, se avesse avuto delle spade. Oppure poteva sembrare una bandita... ma a quella possibilità non voleva nemmeno pensarci.
Akane si avvicinò inconsapevolmente alla ragazza, cercando di guardare sotto il cappuccio. Lei se ne accorse e si nascose ancora di più. - Dopo ti farò vedere il mio volto, adesso potrebbero catturarmi.
- Perché? – chiese ingenuamente.
- Sono una ricercata, ma non uccido. Sono una bandita perché dico la verità, perché non mi adeguo alle regole impossibili che ci hanno costretto ad osservare. Rubo per vivere, nessuno mi dà lavoro. Almeno non qui – sorrise stancamente dopo aver spiegato.
Akane non sapeva cosa replicare. Lei sapeva dell’usurpazione dell’Alleanza, ma dopo abitava non c’era questo problema quindi non se n’era mai interessata molto.
- Bene, adesso basta aspettare un po’, giusto il tempo di partire – sussurrò la ragazza.
- Così tanto?
- Non ti preoccupare, non ci si metterà molto.
Akane non seppe che rispondere, la ragazza non disse altro. si accucciò di più accanto alla botte, cercando di trovare una posizione più comoda, ma era un tentativo inutile.



E adesso, dopo l'ennesimo AUGURI a Steph da parte mia e di tutta la ciurma che cerca il tesoro, si arriva ai ringraziamenti! Grazie a tutti quelli che hanno messo la storia nei preferiti, a quelli che l'hanno messa nelle seguite, a chi solo legge, ma, sorattutto, a chi commenta!
Risposte alle recensioni:
Stephany345_Chan: allora, felice della sorpresa? Spero davvero di sì! Non so se riusciamo a sentirci su msn, forse esco, ma sappi che ti penso tantissimooooo! Sta attenta agli zii! XDD Ti voglio un mondo di bene! AUGURI! (Tutti intano la canzoncina "Tanti auguri a te", alcuni lo fanno perché sennò vengono picchiati) Ci sentiamoooooo!
aryamuse: Fan?!? Addiruttura?! O.O Ne sono onorata! ^//^ (Maryku è tutta rossa) No, la voglio finire assolutamente! Ma non so quanto ci metterò. ^^''' Forse troppo, ma non mollerò! ^^ Sì, ho preso ispirazione da quel film, ma come vedi adesso è un po' cambiata la trama, non è affatto uguale! Spero che ti piaccia anche questo capitolo! Grazie per avela messa tra i preferiti! ^^
Akane25: Sono sempre felic quando mi commenti *.* I due individui misteriosi si scopriranno nel prossimo capitolo, scusa se laso ancora il dubbio, ma non posso fare altrimenti XD Volevo lascire un po' di spazio ad Akane in questo capitolo! Ah, Gempachi e Hoitsu sono molto misteriosi, sì, quello è bello e dannato! ihihihih Sonofelice che ti sembrino IC, quella è la cosa che voglio ottenere di più! La trama, invece, a vote è un po' contraddittoria ^^''' Vabbé! SPero che anche questo capitolo ti sia piaciuto! Appena ho tempo leggo il tuo! ^^
AkaneSun:: Grazie mille dei complimenti! Ranma marinaio XD Sarebbe da farci un disegno! Peccato che non so disegnare bene ^^''' Continua a seguirmi ^__-

Bene, credo di aver finito. Alla prossimaaaa!
   
 
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