Film > Le 5 Leggende
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Autore: Roiben    15/10/2017    1 recensioni
Di nuovo guai in vista per i Guardiani. Questa volta, tuttavia, non sono unicamente i bambini a fare da bersaglio.
Manny ha un’idea, ma non tutti ne sono entusiasti, in particolare l’Uomo Nero, reduce dalla recente e ancora molto sentita disfatta.
Genere: Avventura, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: I Cinque Guardiani, Nightmares, Nuovo personaggio, Pitch
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo Tre


«Hai forse perduto il dono della parola, Pitch Black?» indaga Ba’al, confermando di conoscere lo spirito oscuro giunto fino a lui.


Pitch scuote la testa, tentando di disperdere gran parte della sua sorpresa e sconcerto.


«Non proprio» soffia incerto. «Semplicemente non mi aspettavo un incontro del genere» ammette. “E nemmeno l’auspicavo” aggiunge mentalmente, maledicendo non per la prima volta la sua curiosità.


Ba’al ride, facendo accapponare la pelle dello spirito oscuro e vacillare pericolosamente la sua mente.


«Un modo gentile per affermare che ti sei ritrovato nel posto sbagliato al momento sbagliato, immagino».


Decisamente sbagliato” rincara amaramente Pitch, per nulla persuaso delle proprie effettive possibilità di uscirne, in un qualunque modo. «Non era mia intenzione, in effetti» ammette di malavoglia.


«Ma sei qui, ormai. Cercavi qualcosa, nel tuo casuale errare?» chiede Ba’al, incuriosito.


Pitch non sa come rispondere. Sì, cercava qualcosa, ma non aveva assolutamente idea che fosse quella la sua meta. Se ne avesse anche solo avuto sentore, sarebbe più che volentieri rimasto comodamente seduto sulla sua poltrona per i successivi due o tre secoli. Ma tant’è, ormai ci si trova in mezzo e non c’è modo che possa tornare sui suoi passi, non con Ba’al che lo deride né, tanto meno, con Mot che lo fissa senza batter ciglio con i suoi occhi bui come l’abisso stesso. Quella creatura riesce a essere assolutamente spaventosa senza neppure sollevare un dito né emettere suono.


«Dimmi, Pitch Black, hai paura?» insinua Ba’al divertito.


Pitch digrigna i denti ma, ancora una volta, decide di rimanere in silenzio.


«Tu sei lo spirito della paura. Dovresti portarla, non provarla» lo deride. «Ebbene, per quale motivo hai deciso di cercarmi, se ora che mi hai trovato ne sei spaventato?».


Chiude gli occhi, solo per un breve istante, il tempo di insultarsi mentalmente per l’ennesima volta.


«Purtroppo non avevo idea di ciò che avrei trovato» soffia tra i denti, spazientito.


Ba’al sorride sornione e scuote impercettibilmente il capo. «Capisco. Pensi ti permetterò di lasciare questo luogo indisturbato?».


Un sospiro silenzioso. Sposta velocemente lo sguardo sulla nera figura del fratello. Sa di non avere via d’uscita.


«No, anche se ammetto che lo apprezzerei immensamente» replica rassegnato, ottenendo in premio una risata di scherno.


«Sei uno spasso, seriamente. Penso che mi divertirò parecchio con te» annuncia allegramente Ba’al, spedendo un lungo brivido di terrore su per la schiena di Pitch.


Il Signore delle Tempeste indirizza una fugace e penetrante occhiata al fratello, poi torna a concentrarsi sullo spirito oscuro e con un ghigno eccitato estrae simultaneamente le due spade dal fodero. Un misero battito di ciglia più tardi Pitch, con un roco grugnito sconvolto, blocca a stento il primo affondo frapponendo fra sé e le due lame lucenti una grossa spada nera come l’ossidiana ma evidentemente molto più resistente. Stringe i denti, impedendosi categoricamente di cedere al panico, e spinge bruscamente lontano il suo avversario, levandosi immediatamente dalla traiettoria del seguente attacco. Ha già il fiato corto e una spalla mezza slogata per quel primo brusco impatto, ciò nonostante si sforza di mantenere la concentrazione per non perdere la testa (in nessun senso possibile). Nonostante la mole ragguardevole, Ba’al si rivela anche incredibilmente veloce e Pitch fatica non poco a tenergli testa; ha persino la sensazione che si stia in qualche modo trattenendo, forse per verificare le sue effettive capacità, ma non è certo se sia un fatto positivo o meno, al momento. Pitch è troppo occupato a conservare il suo corpo tutto d’un pezzo per avere anche il tempo di riflettere seriamente sul comportamento di quella creatura.


Dal riecheggiante cozzare delle lame scaturisce, non si sa come, un lampo abbagliante che impatta violentemente contro Pitch, scaraventandolo a diversi metri di distanza. Non ha neppure trovato il fiato né la forza per gridare e ora sbatte freneticamente le ciglia sugli occhi appannati e si sforza di rimettersi in piedi in modo da non offrire all’altro un facile bersaglio.


È nei guai: grossi, enormi, monumentali guai. Ma qualcosa è imprevedibilmente scattato dentro di lui; una piccola parte di sé che a quanto pare ha deciso di giocarsela e dimostrare a quel maledetto sbruffone che Pitch non è per nulla una facile preda, ma un avversario di tutto rispetto.


«Già stanco, Pitch Black?» ronza irritantemente Ba’al al suo indirizzo.


«Non ancora» ringhia Pitch, incenerendolo con un’occhiata torva.


Ba’al sfodera un enorme ghigno, apparentemente soddisfatto e disgustosamente felice. «Molto bene» soffia minaccioso.


Si direbbe che il Signore delle Tempeste sia nato con le spade in mano” riflette confusamente Pitch, muovendosi veloce per evitare l’ennesimo fendente diretto al suo collo. La sua lama nera vortica sinuosamente attorno al suo busto e frena con un secco schianto l’avanzata del metallo scintillante; torce con decisione il polso e la lama scivola svelta sulla fredda superficie fino a incontrare diversa consistenza. Il grido furioso di Ba’al avverte Pitch che la sua ultima mossa azzardata è inaspettatamente andata a segno nel momento in cui il filo della sua spada ha quasi reciso l’avambraccio del suo sfidante.


Ba’al si è allontanato di scatto e ora lo fissa con occhi infuocati. Pitch è perfettamente consapevole di aver appena firmato la propria condanna scatenando l’ira dell’altro, tuttavia le sue opzioni non lasciavano molto spazio di manovra. In definitiva meglio farsi polverizzare opponendo fiera resistenza piuttosto che tentando inutilmente di fuggire, almeno per come la vede lui.


«Te la stai godendo, Pitch Black?» esclama Ba’al alterato.


«Affatto» replica Pitch, asciutto, restando in guardia per il prossimo attacco.


Gli occhi di Ba’al guizzano di un’emozione violenta che non riesce a individuare. Invece si irrigidisce quando lo vede storcere le labbra in un sorriso malvagio.


«Ti dirò: io invece ammetto di essere felicemente sorpreso. Erano secoli che non mi capitava sotto mano una creatura ostinata come te».


Pitch arriccia il naso, disgustato. «Ma come sono fortunato» sibila sarcastico.


«Puoi ben dirlo» conferma sinistramente, prima di tornare repentinamente all’attacco, apparentemente più eccitato di quanto già non fosse in precedenza.


Con la coda dell’occhio, mentre è decisamente occupato a difendersi dall’agguerrita offensiva, Pitch nota il volto quasi annoiato di Mot che, alle parole del fratello, solleva gli occhi al cielo sbuffando. Evidentemente non condivide l’entusiasmo di Ba’al nell’impegnarsi a fare a pezzi il prossimo a suon di fendenti e montati; dev’essere al contrario un fervente sostenitore dell’uso del potere elementale giusto al momento giusto. Pitch, un poco annebbiato dalla fatica accumulata, si ritrova a dargli pienamente ragione giusto mentre riesce per puro miracolo a schivare la punta di una delle due spade diretta al suo petto.


Ora sì, comincia seriamente a essere esausto, al contrario di Ba’al che sembra diventare più veloce mano a mano che il tempo trascorre. “Chissà se accetterebbe una piccola pausa” si chiede stancamente, boccheggiando sotto il peso di un affondo repentino. Pensare che un tempo le sue preoccupazioni maggiori si limitavano a scovare nuovi, esilaranti modi per spremere un po’ di terrore agli esseri umani. “Bei tempi, quelli” riflette amaramente.


Pochi istanti dopo un altro di quei lampi accecanti lo scaraventa nuovamente al suolo con la testa ronzante. A fatica si rimette seduto, giusto in tempo per distinguere vagamente una delle spade di Ba’al calare sul suo capo. Fa pressione sul terreno con i talloni e la lama manca di un soffio la sua testa, trapassa la sua spalla sinistra e li va in frantumi, indebolita dalle ombre. Il contraccolpo lo rispedisce lungo disteso e troppo stordito persino per gridare. Si limita invece ad ansare stremato e ad attendere che Ba’al la faccia finita una volta per tutte. La sua attesa dura tuttavia più del previsto e, mentre la sua attenzione va’ alla deriva galleggiando nel grigio torpore, inaspettatamente l’incubo che per tutto quel tempo aveva nervosamente osservato il duello, spostandosi in circolo attorno ai due spiriti, si lancia in avanti e pianta un morso deciso nel braccio ancora armato di Ba’al, strappandogli la spada superstite e anche una pesante imprecazione tutta a beneficio dei maledetti spiriti oscuri e dei loro irritanti e molesti cani da guardia.


  
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