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Autore: Black Eve    15/10/2017    1 recensioni
Questa è solo una piccola cosa che ho scritto pensando che non possiamo mai sapere quanto durerà ancora la vita è bisogna godersi ogni giorno come fosse lultimo. Parla di una ragazza che se ne rende conto a causa di una tragedia.
Tratto dal testo:
Pensavo ad un lutto come qualcosa di infinito. Non mi rendevo conto di quanto mi sbagliassi, perché io, avevo passato le ultime 48 ore intrappolata in quei due attimi.
Genere: Drammatico, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non avevo mai pensato alla vita come qualcosa che finisce in pochi secondi. Pensavo ad un lutto come qualcosa di infinito, con le ultime parole, i pianti, le condoglianze, le cerimonie. Non mi rendevo conto di quanto mi sbagliassi, perché io, avevo vissuto le ultime quarantotto ore intrappolata in quei due attimi. Pensavo che nel caso avessi perso qualcuno di importante ciò che mi sarebbe tornato alla mente quando ci avrei ripensato, sarebbero state le zie Trudy e Brit che piangevano disperate per la minima parola o la nonna Hanna che avrebbe pregato senza mai fermarsi e senza versare una lacrima, per lei simbolo di debolezza. Oppure al nonno che mi avrebbe sgridato per essere così fragile da piangere davanti a tutti. Eppure mi sbagliavo quando ripensavo alla sua morte sentivo solo le urla dei litigi e poi vedevo la macchina e i due fanali che mi apparivano ancora adesso come due forti luci che mi abbagliavano e mi immobilizzavano come un cervo che improvvisamente si blocca in mezzo alla strada. E poi il buio e le urla di panico e sentivo il sangue colarmi addosso sapendo benissimo che non fosse sangue mio perché non avevo sentito l’impatto. Tutti pensano che dopo ci sono solo pianti eppure io nella mia mente vedevo sempre la stessa cosa. Nessuna lacrima, nessun urlo poteva anche solo minimamente dimostrare il dolore che avevo dentro. Niente poteva uccidere il mostro che stava cercando di strangolarmi, che mi era entrato dentro. E ad ogni boccata d’ossigeno che prendevo sembrava fosse una condanna perché continuavo a chiedermi se fosse stato meglio se fossi morta io. E la voce chiedeva perché fossi ancora viva. Infondo che diritto avevo di continuare a vivere se avevo strappato a qualcun altro quella possibilità. Perciò, se credete ancora che la morte sia una cosa lunga, vi sbagliate, per me è durata due secondi…. o poco più.
   
 
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