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Autore: Signorina Granger    16/10/2017    3 recensioni
[OS collegata alla storia "Night School" per l'anniversario della sua pubblicazione]
Da quell'anno di scuola quasi tragico e dal diploma sono passati più di dieci anni, la Cimmeria e i lutti sono ormai un lontano ricordo per gli allora studenti del settimo anno... ma come è continuata la loro vita?
Genere: Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Maghi fanfiction interattive
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
- Questa storia fa parte della serie 'Night School '
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Night School – Memories 



Si chiuse la porta alle spalle con un piede, tenendo Alastair in braccio mentre si guardava intorno, cercando qualche traccia delle figlie o del marito. L’ingresso però era completamente deserto e semi-buio, come se non ci fosse nessuno in casa.

Jude?” 

Isabelle fece per chinarsi e lasciare il figlio più piccolo sul pavimento quando chiamò il marito a voce alta, ma Alastair sfoggiò una smorfia contrariata prima di ancorarsi ulteriormente alla madre, protestando sommessamente.

“Ok, chiedo scusa, il principe di casa non vuole camminare da sè, vedo…” 
“Siamo in sala da pranzo!” 

Quando la voce di Jude giunse alle sue orecchie Isabelle sbuffò, rinunciando a mettere il bambino per terra che invece le rivolse un sorriso dietro al ciuccio che teneva in bocca, guardandosi intorno come se fosse alla ricerca di qualcosa. 

“Eccoci qui, come state?” 

Quando mise piede nella grande stanza illuminata dalle lampade Isabelle aveva un sorriso stampato sul volto, sinceramente  sollevata che quella giornata fosse finita e di essere finalmente a casa, ma l’inclinazione delle sue labbra cessò quando puntò gli occhi verdi sul terzetto che aveva occupato parte del grande tavolo rettangolare, tutti chini su delle carte e con un cumulo di dolci davanti.

“Ciao mamma! Papà, ripunto con cinque wafer.” 
“E io con tre!” 
“Ma non ne hai tre, hai due wafer, cinque Oreo e quattro Stroopwafel.”  

“E non posso prenderne uno da Trixie?” 
“No amore, quello si chiama barare, e papà ve lo insegnerà la prossima volta, non oggi. Ciao Belle. Come sta Al?” 

“Si è divertito così tanto con Morgan che non voleva quasi venire a casa con me… Cosa state facendo?” 

Isabelle si avvicinò al tavolo mentre il suo tono si faceva sempre più perplesso e le certezze prendevano maggior forma, guardando il ripiano di legno con un sopracciglio che aveva quasi raggiunto l’attaccatura dei capelli:

“Jude… stai insegnando alle bambine a giocare a Poker?” 
“Isabelle, sono delle Vërrater, devono saper giocare a Poker! E comunque non preoccuparti, come puoi ben vedere sto usando dolcetti, non soldi… Io punto cinque liquirizie, ragazze.” 

Jude sorrise con noncuranza, ignorando deliberatamente l’espressione incredula e il tono sgomento della moglie mentre il piccolo di casa invece sorrideva allegramente, facendo vagare lo sguardo dal padre ai dolci con gli occhi verdi luccicanti. 
Probabilmente morendo dalla voglia di allungare le mani e afferrarne qualcuno. 

“Ne hai quattro papà, una se l’è mangiata Audrey mentre non guardavi.” 
“Audrey! Non si fa così!” 

“Scusa, ma ho fame!” 
“Visto che è quasi ora di cena sei perdonata… ciao Al.” 

Jude sorrise al figlio prima di lasciare le carte sul tavolo per sfilarlo dalla stretta di Isabelle e prenderlo in braccio, permettendogli di gioire per poi allungare le mani paffute verso i biscotti mentre la madre invece roteava gli occhi con esasperazione:

“E io che pensavo di essere pronta a tutte le tue assurde trovate, ormai, ma devo ammettere che continui a stupirmi.” 
“Lo so, è una delle mie tante qualità. Ti unisci a noi? A te piace molto giocare a carte.” 
“Sì, ma non con due bambine di 7 e 5 anni! Vado a farmi la doccia.” 


Isabelle sospirò prima di girare sui tacchi e allontanarsi, mentre Jude invece sorrise, annuendo:

“Ok, lasciami pure Al, per quando tornerai gli avrò insegnato a tenere le carte a ventaglio.” 
“Io non ci riesco, ho le mani troppo piccole!” 
“Hai solo cinque anni Audrey, cresceranno. Ora, chi vince si tiene tutti questi dolci, ok?” 

Jude, continuando a tenere il figlio minore in braccio, rivolse un sorriso alle bambine che ricambiarono vivacemente, mentre la voce di Isabelle giungeva di nuovo alle loro orecchie:

“Avrò dei figli diabetici e giocatori d’azzardo seriali, meraviglioso!” 


*


Quando vide uno dei suoi più vecchi amici andargli incontro Adrianus Stebbins stese le labbra in un sorriso, sinceramente felice di vederlo mentre Mathieu gli si avvicinava con le mani sprofondate nelle tasche della giacca blu notte. 
Nonostante fossero passati più di dieci anni il suo atteggiamento e la sua postura non erano cambiati per niente e, con quella giacca blu addosso, per un attimo gli sembrò di vederlo di nuovo dentro i confini della Cimmeria. 

“Ciao, straniero… chi non muore si rivede.” 
“Ciao Steb, come stai? Non guardarmi così, se non ci vediamo spesso è anche perché TU hai sempre da fare!” 

“Io non ho SEMPRE da fare, è Camila quella che gira come una trottola senza mai fermarsi per respirare o per vedere noi… l’hai sentita? Mi dispiace che non sia potuta venire, oggi.” 

“Dispiace anche a lei, giura che si rifarà. Probabilmente si presenterà con cinque tortiere per farsi perdonare…” 

Mathieu si strinse nelle spalle e Adrianus sorrise, ricordando di quando l’amica, per consolarlo, si era messa a cucinare e si era presentata alla sua porta con una valanga di biscotti. 


“Può essere. Tu come stai?” 
“Bene… Julia?” 

“Stiamo tutti bene.” Adrianus sorrise, annuendo con un lieve cenno del capo mentre gli occhi scuri del francese, anche se dopo anni che viveva in Inghilterra l’accento stava quasi andando scemando, lo scrutavano con attenzione, come se volesse essere sicuro che stesse dicendo il vero. 

“Smetteremo mai di vederci proprio oggi?” 
“Perché no? È un piacevole appuntamento annuale dopotutto…” 

“Sì, ma ci vediamo circa una volta ogni mese per tutto l’anno Steb… eppure oggi ci incontriamo sempre, tutti gli anni.” 
“È il suo compleanno… e credo che vedere te e Cami mi aiuti a ricordarmi com’era quando c’era anche lei, quando andavamo a scuola. Forse mi fa sentire come se, per un giorno, ci fosse ancora. Non lo so Mat, ma mi piace vedervi quando arriva questo giorno, siete gli unici con cui posso ricordarla.” 

“Ti chiedi mai come sarebbero andate le cose?”
“Sì, spesso. Chissà, magari ora non sarei sposato con Julia, ma con lei. Magari sarei una persona diversa.” 

“Può essere.” 

Mathieu annuì, sfoggiano un debole sorriso mentre disegnava figure immaginarie con un dito sul ripiano del tavolo, seduto di fronte all’amico con l’aria fredda che gli spettinava leggermente i capelli scuri. Pochi meglio di lui sapevano, dopotutto, quanto fosse cambiato Adrianus dopo la morte di Francisca.

Ma almeno, dopo undici anni, poteva dire di averlo visto andare avanti ed essere felice. 


“Il suo primo compleanno dopo la sua morte è stato poche settimane dopo… ricordo che andai a “salutarla” davanti alla lastra di pietra, ero ancora praticamente a pezzi. È strano pensare che sia già passato così tanto tempo, vero?” 

“Abbastanza. Mi sarebbe piaciuto continuare a vedervi insieme, ma sono felice per te, ci hai messo qualche anno ma sei andato avanti comunque.” 
“Immagino che se non l’avessi fatto prima o poi Frankie Lothbrock mi sarebbe apparsa in sogno, con il suo pigiama azzurro con le nuvolette, per prendermi a bastonate.” 


“La dolce Frankie? Impossibile!” 
“Si vede che non la conoscevi come la conoscevo io…” 


Adrianus sorrise, appoggiandosi allo schienale della sedia mentre ripensava con affetto e malinconia alla ragazza che, quel giorno, avrebbe compiuto 29 anni.

Buon compleanno, Frankie 













………………………………………………………………………………..
Angolo Autrice:

Ed è passato un anno anche da quando ho iniziato Night School, anche se mi sembra che sia successo una vita fa ma allo stesso tempo pare di averla finita da due settimane e non più di cinque mesi, ma dettagli. 

Come avrete notato mancano diversi OC in questa OS, non compaiono infatti le “sorelle” Selwyn, Phoebe e Camila e i cugini Faye e Sebastian… ma visto che le autrici non hanno recensito gli ultimi capitoli della storia ho deciso di fare così. 
Questa storia è destinata ad essere una gigantesca mietitura proprio fino alla fine, non c’è che dire, sono finiti in quattro samaritani da 13.

Perciò grazie alle pochissime persone che sono rimaste fin proprio alla fine, spero che la OS vi sia piaciuta… anche se tra qualche tempo dovrei uscirmene con qualcos’altro sui Judelle perché c’è una questione che ho lasciato in sospeso e che necessita di essere chiusa.
E se dopo aver letto la OS ve lo state chiedendo, la risposta è si: il lutto per gli Stenkie si fa ancora sentire. 

A presto,
Signorina Granger
 


 
   
 
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