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Autore: Sara163    16/10/2017    1 recensioni
Un concorso vinto, una ragazza particolare e quattro intrusi in casa per tre settimane: cosa mai potrebbe andare storto?
se la mia fan fiction contiene errori mi scuso in anticipo,è la prima storia che scrivo, spero vi piaccia :)
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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-So che non era scritto da nessuna parte che noi dovessimo rimanere nella casa del vincitore, in realtà è stata un’idea che mi è venuta mentre stavamo venendo qui… C’è qualche problema?-

Mi chiese Tom mettendosi un dito sotto il mento con fare pensieroso e assumendo un’autentica espressione da pesce lesso. Eccome se c’erano problemi! Era almeno mezzora che discutevamo di questa faccenda; di mandarli a calci in culo in un hotel non se ne parlava dato che quello più vicino si trovava a chilometri di distanza dalla scuola, casa di Emily era esclusa visto che lei abitava ancora con i suoi genitori che non le avrebbero mai permesso di ospitare quattro estranei, Aaron li detestava, quindi non mi era nemmeno passato per l’anticamera del cervello di chiedere a lui e Jessica e Carl abitavano troppo lontano e andavano in un altro istituto. L’unica soluzione possibile sarebbe stata effettivamente che io li ospitassi, pensandoci bene i posti letto li avevo ma…

-No, no e no! Come vi ho già detto non posso mantenervi!-

Sbraitai in preda all’esasperazione, con lo stesso tono che avrebbe usato una bambina di sei anni; a questo punto Bill, che era rimasto in silenzio per tutta la durata della nostra discussione, disse

-Ascolta, posso capire che non puoi pagarci anche le spese, se ti promettiamo che non combineremo guai, che ti aiuteremo in casa e anche a pagare tutto quello che ci servirà nei prossimi giorni, ci permetterai di restare? Infondo i soldi non sono un problema, possiamo pagare la nostra parte tranquillamente-

Mi disse il moro guardandomi con i suoi profondi occhioni marroni luccicanti… No aspetta, cosa cavolo avevo appena pensato?! Soldato Schmidt, al rapporto, non puoi farti rammollire da un ragazzo che ha lo stesso sguardo di un cucciolo di foca, coraggio! Ma nonostante tutte le martellate che mi stavo tirando mentalmente dalla mia bocca uscì un semplice e flebilissimo “okay” mentre fissavo imbambolata quegli occhi ambrati. Il vocalist fece un sorriso a 32 denti e a quel punto mi sciolsi, basta, dovevo darmi una regolata, così feci ritornare sul mio viso la solita espressione “nientemipuòtoccaresonofattadighiaccio” mentre anche gli altri componenti del gruppo esultavano felici della mia risposta.

-Si d’accordo state calmi, ora arriva il problema delle sistemazioni per la notte; dunque, due persone possono dormire in sala sul divano-letto, altri due in camera mia e io sull’altro divano, decidete voi chi dorme con chi-

Detto questo subito Georg e Gustav si guardarono negli occhi ed esclamarono all’unisono

-Io non dormo con Bill!-

Così ci girammo tutti verso il chitarrista che aveva ancora quel dannato dito sotto il mento e sembrava caduto in trance; quando si accorse che tutti noi lo stavamo fissando si risvegliò da quello stato catatonico

-Che c’è? Perché mi state fissando tutti quanti?-

Alchè io alzai gli occhi al cielo, ma proprio a me dovevano capitare dei decerebrati del genere? Non era umanamente possibile.

-Tom, tocca a te dormire con tuo fratello-

Gli disse Georg legandosi i lunghi capelli castani in una coda bassa e guardandolo tutto trionfante

-Assolutamente no! Io non dormo con Bill, quello tira calci a tutto spiano e poi sono anni che ci dormo insieme, datemi tregua-

Povero Tom, sembrava veramente terrorizzato all’idea di dover dormire per tutto il tempo con il suo “gemellino adorato”, anche se la situazione era abbastanza comica dal mio punto di vista, stavo beatamente sghignazzando sotto i baffi quando lo sguardo da trota bollita di Tom si posò su di me, alchè cominciai a sbiancare, aveva in mente qualcosa, lo si capiva benissimo

-Senti un po’ bellezza-

Cominciò pesce lesso/trota bollita, alias Tom Kaulitz

-Che ne diresti di fare una scommessa? Se vinco io ti toccherà dormire con quella sottospecie di anguilla agitata di Bill per tutto il tempo che resteremo qui, mentre se vinci tu potrai farmi fare tutto quello che vuoi per un giorno intero…-

Disse il tizio scemo con i cornrows, alias sempre Tom Kaulitz, facendomi un sorrisetto malizioso; ma che aveva quello in testa, la segatura per caso? In tutto questo si vedeva lontano un miglio che Bill stava ribollendo dalla rabbia e dalla vergogna, in fin dei conti si stava parlando di lui, e anche abbastanza in malo modo, incredibile, riusciva ad essere sexy anche con quell’espressione incazzata.

-Hei, vi ricordo che io sono qui e sento tutto quello che dite!-

Sbraitò il vocalist, guardando male i suoi tre compagni

-Ascolta fratellino, non è colpa di nessuno se mentre dormi diventi un calciatore professionista, noi ti vogliamo bene comunque!-

Disse mettendo le mani sui suoi gioielli, probabilmente per paura che il cantante sfoderasse uno dei suoi famosissimi calci alla Cristiano Ronaldo. Quando Tom vide che il fratello si era accasciato sul divano brontolando e che quindi non lo avrebbe picchiato (per il momento), tornò a fissare me

-Allora, ci stai tesoro?-

-Prima di tutto mi pare di averti già detto di non chiamarmi bellezza e neppure tesoro, mi fai venire la nausea, e secondo si, ci sto-

Già, io non rinuncio mai alle scommesse o alle sfide, amo vincere e stracciare gli altri, fa parte di me.
Dopo aver detto questa frase tutti si girarono a guardarmi, cucciolo di foca compreso; probabilmente erano convinti che non avrei accettato e che avrei mandato a quel paese Tom e invece no cazzo! Abigail Schmidt non perde mai.

-Perfetto, la sfida la deciderò io allora, Vediamo…-

Disse il maggiore dei fratelli Kaulitz tornando a mettere quel fottutissimo dito sotto il mento; promemoria per me stessa, nei prossimi giorni glielo avrei sicuramente tagliato mentre dormiva.

-Hai dell’alcool per caso?-

-Si… Dovrei avere un paio di bottiglie di vodka avanzate dall’ultima festa, perché, che hai in mente?-

-Mmh, interessante, facciamo così: il primo dei due che riesce a scolarsela tutta vince.-

Oh cazzo, ero nella merda, io non ero mai stata brava a reggere l’alcool, ero uno scricciolo, pesavo poco e di conseguenza partivo subito anche con un solo drink, mannaggia a me e alla mia testardaggine, ma oramai era troppo tardi per tirarsi indietro, che figura ci avrei fatto altrimenti?

-Accetto-

Dissi tutto d’un fiato senza starci a pensare ancora. La faccenda per Bill, Georg e Gustav si faceva interessante e lo si poteva capire dalle loro espressioni: occhi spalancati come fanali e tutti e tre si erano seduti sul tappeto, pronti a gustarsi la scena; ero alquanto preoccupata. Siccome non volevo che la situazione si prolungasse ancora per molto abbandonai il mio adorato compagno di vita (il divano) e andai in cucina a recuperare le famose bottiglie di vodka, che poi, non potevo almeno comprarle alla pesca o alla fragola? No, dovevo pure prenderle lisce, che schifo, ritornai in salotto e ne lanciai una in malo modo a Tom che la prese al volo stappandola in un nano secondo e lo stesso feci io; mi risedetti sul sofà con accanto il mio rivale, Gustav si mise in mezzo a noi

-Siete pronti? Uno… Due… Tre… SI BEVE!-

Urlò tutto entusiasta il biondo
Lo invidiavo in quel momento, avrei voluto essere anche io così entusiasta, per la prima volta in vita mia avevo paura di perdere una sfida, non sia mai! Mi misi subito a tracannare il liquido trasparente e denso; Tom era già a metà bottiglia e io ero solo a un quarto, cazzo! Aumentai la velocità e quando finalmente finii tutta quella roba schifosa mi voltai verso il chitarrista convinta di essere riuscita a batterlo, ma lui mi osservava con sguardo strafottente giocherellando con la bottiglia di vodka vuota. Avevo perso, e per di più davanti a delle star, non che mi importasse più di tanto, sia chiaro, ma era comunque deprimente per la mia autostima. In quel momento però oltre alla depressione si aggiunse anche qualcos’altro, uno strano fastidio alla bocca dello stomaco… In meno di due secondi ero corsa in bagno chiudendomi la porta alle spalle e rigettando l’anima, rimasi almeno 15 minuti buoni abbracciata al water immobile, quando qualcuno bussò alla porta e non sentendo alcuna risposta da parte mia entrò in bagno e mi si affiancò. Una voce calda e dolce mi giunse all’orecchio destro e sentii una mano che si appoggiava delicatamente sulla mia schiena.

-Abigail… Come stai? Ti senti tanto male?-

Cavolo, era il cucciolo di foca! No cioè, il cantante dei Tokio cosi… Si insomma Bill, comprendetemi, ero ubriaca persa, che stupida, oltre alla mia sconfitta ora quella creatura androgina mi aveva vista nelle condizioni peggiori, avevo persino il mio bel trucco nero sbavato e i capelli blu tutti arruffati.

-Si… Sto bene, non preoccuparti, vattene, non mi va di farmi vedere in queste condizioni-

Non so dove trovai la forza per rispondergli ma grazie a dio ce la feci, anche se ero in una situazione pessima dovevo pur darmi un contegno, no? Non tutto era perduto.

-No tu non stai bene per niente, coraggio, ti porto a letto-

E detto ciò mi sollevò dal freddo pavimento del bagno e mi adagiò delicatamente sul mio piumone soffice, in quel momento non capivo niente, era in credibile con quale facilità mi fossi ubriacata e tutto per colpa di Tom, li conoscevo solamente da quella mattina ed ero riuscita già a cacciarmi nei guai, altro che l’Abigail spavalda e distaccata da tutto e tutti, stato diventando Abigail la regina delle figure di merda. Bill stava per andarsene quando io con gli occhi semichiusi gli parlai

-Bill…-

Riuscii a biascicare

-Si? Hai bisogno di qualcosa?-

Mi chiese lui premuroso

-Si… Cerca di non tirarmi troppi calci questa notte-

Ed accennai un sorriso tirato; il vocalist mi sorrise dolcemente di rimando, uscì dalla mia stanza ed io mi lasciai avvolgere dalle braccia di Morfeo.
 
 
 


Ciao a tutti! Non avete idea di quanto io mi sia divertita a scrivere questo capitolo, spero che vi piaccia e le recensioni sono sempre ben accette
   
 
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