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Autore: GiadaGatta    18/10/2017    3 recensioni
In questi anni, forse per compensare la limitazione fisica, con Rick siamo arrivati a controllare ogni aspetto della sua vita, attraverso dei sistemi che molti definirebbero maniacali.
Eppure, non posso che essergli grato per aver preso la decisione di andarla a prendere a scuola ogni giorno, dopo che ha beccato quel ragazzino a girarle attorno.
Meglio bloccare ogni approccio esterno sul nascere, perché nessuno deve permettersi di posare gli occhi su di lei.
E’ solo nostra…solo che ancora non lo sa.
Genere: Erotico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Beth Greene, Daryl Dixon, Rick Grimes
Note: AU | Avvertimenti: Threesome, Triangolo
Capitoli:
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CAMBIAMENTO 

PARTE 1 DI 2





POV BETH

 

“A dopo Beth e ricordati di farmi sapere!”
“Certo! Ciao Syria!”
 
Accompagno il saluto alla mia migliore amica con un gesto della mano, prima di voltarmi e cercare con lo sguardo il ‘carceriere’ di oggi.
Non ci metto molto ad individuarlo perché mi basta seguire gli occhi ammaliati delle mie compagne che, sparse in gruppetti, ridono e bisbigliano guardando tutte nella stessa direzione.
Seguo i loro occhi ed individuo l’oggetto del loro desiderio, nonché anche del mio da un anno a questa parte…o almeno credo, perché ancora faccio fatica a dare un nome a quello che provo.
Faccio un respiro profondo ed inizio ad avviarmi nella sua direzione, cercando di ignorare gli sguardi di odio delle ragazze attorno a me che sembrano volermi attraversare il corpo.
In fondo posso capirle, mi vedono sempre in compagnia di due uomini stupendi e so che ucciderebbero per essere al mio posto.
 
Non sanno in realtà quanto questa vicinanza stia lentamente uccidendo me.
 
Continuo a camminare e mi fermo di fronte a lui, consapevole di aver avuto i suoi occhi addosso da quando sono uscita dal portone del mio liceo.
Occhi che sono nascosti da un paio di occhiali scuri per mia fortuna, perché ogni volta che mi ritrovo a fissarli sento lo stomaco stringersi in una morsa dolorosa.
 
“Ciao Daryl” Saluto, accennando un sorriso. “Come mai non è venuto Rick?” Aggiungo, in realtà per nulla sorpresa di trovare lui ad aspettarmi al posto dello sceriffo.
 
Se non può venire Rick è Daryl che passa a prendermi, anche se ogni volta mi fa pesare il passaggio come se fossi io ad averlo richiesto.
In realtà io non ho mai aspirato ad una tale privilegio, mi è stato imposto da Rick come condizione fondamentale per poter continuare ad andare a scuola.
Tutto è nato un giorno durante il quale lo sceriffo ha pensato bene di farmi una sorpresa e di venirmi a prendere in macchina alla fine delle lezioni.
Per mia sfortuna mi ha sorpresa a parlare con un mio compagno di classe e temendo che potesse diventare una distrazione per i miei studi, ha programmato una specie di scorta dove lui e Daryl si alternano per venirmi a prendere ogni giorno.
Non mi è stato chiesto alcun permesso, semplicemente dal giorno dopo ho trovato sempre uno di loro due ad aspettarmi all’uscita della scuola.
Nonostante il prossimo anno debba iniziare l’università, entrambi si ostinano a trattarmi ancora come una fragile creatura da proteggere e questa situazione mi sta facendo impazzire.
 
“Ragazzina, se non ti sta bene puoi prendere un fottuto taxy” Risponde Daryl ghignando, lanciandomi un’occhiata in grado di provocarmi un brivido lungo la schiena.
 
In realtà sia io che lui sappiamo che non sta dicendo sul serio, perché la possibilità di prendere un taxy è un’opzione assolutamente non contemplata.
Daryl però è fatto così e non perde occasione per punzecchiarmi.
Dal mio primo anno di liceo sembra aver sviluppato un profondo piacere nel provocarmi ogni volta che ne ha la possibilità.
Accuso il colpo, cercando di non distogliere lo sguardo dal suo.
Nel rispondermi ha abbassato leggermente gli occhiali da sole, permettendomi di guardarlo negli occhi.
E’ a cavalcioni della sua Harley, con i gomiti appoggiati al manubrio ed una posa apparentemente rilassata.
Lo osservo velocemente e capisco che deve essere venuto a prendermi partendo direttamente dalla sua officina perché sia i jeans che la canotta hanno diverse macchie di olio.
Inutile dire che nonostante il suo aspetto non potrebbe essere più sexy, tanto che mi viene istintivo mordicchiarmi il labbro inferiore prima di trovare la forza di rispondergli.
 
“No, no…va benissimo. Ero solo sorpresa perché Rick mi aveva detto di aspettarlo” Rispondo, sentendo automaticamente la gola seccarsi.
Ormai non mi sorprendo più, il mio corpo inizia a dare i numeri ogni volta che ho a che fare con loro due, anche se so perfettamente che sono reazioni non ricambiate.
 
Inizialmente la situazione non era questa.
 
Ero solo una bambina che viveva tranquilla nella sua piccola cittadina, ignara di quanto i sentimenti potessero complicare ogni cosa.
Ricordo l’ultima settimana di vacanza delle scuole medie come se fosse oggi.
L’ho passata a preparare i bagagli con le mie cose e mi sono ritrovata poi in macchina con mia sorella Maggie, diretta verso quella che sarebbe stata la mia nuova casa.
Lei e papà avevano deciso che avrei frequentato liceo ed università in una città più grande, in grado di offrirmi maggiori possibilità ed alternative valide per la mia formazione.
Inizialmente avevo accolto la loro decisione con entusiasmo, ma dopo aver visto con CHI avrei dovuto passare quegli anni, avevo rivolto un’occhiata scettica a mia sorella.
La casa in questione era abitata da due ragazzi decisamente più grandi di me ed io avevo solo qualche vago ricordo di Rick e Daryl, venuti a trovarci alla fattoria quando ero piccola. Non che non mi stessero simpatici, ma allora avrei di gran lunga preferito la compagnia di qualche mia coetanea e non quella di due ragazzi che a malapena conoscevo.
Entrambi godevano di una gran reputazione con mio padre ed avevano accettato senza problemi di accogliermi in casa loro per permettermi di continuare gli studi.
All’epoca erano dei ragazzi sulla buona strada per affermarsi ed io una bambina, mentre ora sono due uomini ed io una ragazza…e il nostro rapporto non potrebbe essere più complicato.
 
Perlomeno per me.
 
Rick è uno sceriffo ed incarna la legge in tutti i sensi.
Si presenta come un uomo di bell’aspetto, con i capelli leggermente mossi ed una barba ordinata che nasconde appena la linea della mascella.
Linea che a mie spese so quanto può diventare dura ed intransigente.
Il rigore di Rick non si intravede solo nell’aspetto, ma anche nel carattere forte e determinato che lo ha reso un’autorità sia sul lavoro che a casa. Caratterialmente è davvero complesso, perché riesce a conciliare la cortesia con una determinazione che può essere glaciale.
 
Daryl non può essere più diverso da Rick nell’aspetto fisico.
L’abbigliamento è simile a quello di un motociclista di strada e all’apparenza può sembrare di avere a che fare con un uomo non tanto raccomandabile.
Anche lui porta una barba curata, ma i capelli disordinati ed i vestiti strappati gli conferiscono un’aria decisamente selvaggia che contrasta con quella ordinata di Rick.
Il suo aspetto è però solo la facciata esterna di un uomo che nasconde all’interno un carattere variegato e duro, che difficilmente rischia di essere sopraffatto.
Con un passato difficile alle spalle, si è riscattato nel lavoro arrivando ad aprire una piccola officina che gestisce in autonomia conducendo una vita regolare anche se, a detta di Rick, non totalmente lontana dall’illegalità.
Tuttavia, un tratto che li accomuna entrambi oltre l’incredibile capacità di intendersi anche senza parlare, ovvero l’assoluto controllo che esercitano sulla mia vita e che adesso sta iniziando a crearmi qualche problema.
 
Per quanto mi riguarda, sono passata dall’essere una bambina con la mente dedicata allo studio, all’essere una ragazza con due distrazioni fisse che stanno rendendo decisamente complicato andare avanti come se nulla fosse.
 
Ho passato il primo anno di liceo provando nei loro confronti lo stesso rispetto e distacco che avrei riservato ad un tutore.
Il mio carattere leggermente introverso e la situazione totalmente nuova mi ha portata ad impiegare più tempo del dovuto per trovare il mio spazio all’interno di quella che ora considero a tutti gli effetti casa mia.
Inizialmente entrambi si sono dimostrati disponibili nell’aiutarmi ad integrarmi, soprattutto Rick, dotato di maggiore razionalità rispetto a Daryl.
Quest’ultimo infatti, passati i primi mesi ha iniziato a trattarmi come se fossi una sorta di sorella minore rompiscatole da punzecchiare in continuazione, ma il loro atteggiamento è cambiato drasticamente quel giorno in cui Rick è venuto a prendermi a scuola.
Penso che le raccomandazioni di mia sorella ed il rispetto verso mio padre, li abbiano portati ad essere sempre più severi nei miei confronti, obbligandomi a dovergli rendere conto di ogni mia azione.
 
Situazione che ho saputo gestire fino a che i miei sentimenti non hanno deciso di impazzire completamente.
Infatti, se prima non mi creava nessun problema seguire diligentemente le regole, ora non posso fare a meno di sentirmi insofferente, perché oltre al rispetto si sono aggiunti dei sentimenti confusi che non riesco a spiegare.
Non so come sia successo e se potessi tornerei indietro, perché non esiste tortura peggiore dell’essere attratta da due uomini che in te vedono solo una ragazza da crescere e portare sulla buona strada, lontana anni luce dall’essere la donna che incarna i loro ideali.
 
Il problema si è presentato al terzo anno di liceo, quando un bel giorno il mio corpo ha iniziato a risvegliarsi e a non essere più indifferente nei confronti dell’altro sesso.
Al contrario della normalità però, cioè di un interesse risvegliato da un mio coetaneo, il mio è stato bruscamente portato alla luce dai due uomini con i quali condivido la casa e che all’improvviso sono diventati la causa di tutti i miei problemi.
 
Nel giro di poco tempo mi sono ritrovata ad arrossire nel vedere Daryl rientrare dopo la sua corsa mattutina. Se prima riuscivo a consumare tranquilla la mia colazione, ora devo impegnarmi seriamente per non spalancare la bocca quando piomba in cucina completamente sudato, vestito solo con una canotta e pantaloni della tuta.
Se prima mi limitavo ad indispettirmi, ora non riesco a trattenere il rossore quando Daryl mi si avvicina e si porta alla bocca la mia forchetta, rubandomi parte dei miei pancake. I muscoli tesi del suo petto che si scontrano brevemente con la mia schiena mi provocano un brivido talmente forte che spesso mi devo alzare per fingere di dover lavare i piatti.
Quello che più mi umilia è che sono consapevole di come questa mia reazione non passi inosservata, perché spesso dopo essermi voltata, ho trovato Daryl intento a fissarmi con un’espressione strana stampata sul viso.
 
Con Rick la situazione non è migliore, anzi se possibile mi provoca un imbarazzo ancora più grosso a causa dell’incidente della doccia, tanto che da quel giorno fatico a guardarlo negli occhi.
 
A confermare quelle che fino a quel momento erano state solo fantasie su un corpo ricoperto di vestiti, è bastato un giorno dove fisicamente gli sono andata a sbattere contro.
Nulla di anomalo considerato che sono abbastanza maldestra, se non per il fatto che in quell’occasione lo sceriffo stava uscendo dal bagno ed era vestito solo con un asciugamano attorno alla vita.
L’impatto mi ha portata ad aggrapparmi con entrambe le mani al suo petto ancora umido e per evitare di farmi scivolare all’indietro, Rick mi ha passato un braccio attorno alla vita tirandomi verso di se e finendo per farmi spalmare ancora di più contro di lui.
Se il suo viso però si era aperto in un sorriso, il mio aveva assunto l’allegra sfumatura di un pomodoro maturo, spingendomi a balbettare delle scuse e ad allontanarmi velocemente da lui. Prima di chiudere la porta della mia camera alle spalle, avevo avuto la malaugurata idea di voltarmi per scusarmi nuovamente, finendo per rimanere inchiodata dal suo sguardo che da divertito aveva assunto una sfumatura decisamente più penetrante.
 
Insomma, la mia vita in casa non posso dire che sia semplice.
Ci sarebbero altri aneddoti da raccontare, ma preferisco pensare il meno possibile alla mia condizione di ragazzina sfigata invaghita di due uomini che mai la noteranno.
Gli unici momenti di pace li ho quando parlo con la mia migliore amica ed all’interno della mia camera, sempre che Daryl non decida di invadere brutalmente la mia privacy piombando all’interno senza preavviso.
 
“Forza ragazzina, muovi il tuo bel culo che non ho tempo da perdere!” Dice l’oggetto della mia ultima riflessione, interrompendo il flusso dei miei pensieri.
 
Sorvolo sul ‘bel’ per evitare di iniziare a farmi troppi film e lo guardo sistemarsi in posizione eretta, riuscendo miracolosamente a controllare il rossore. Mi sta porgendo il casco che solitamente uso quando salgo in moto con lui. Casco che so perfettamente non essere di mio uso esclusivo, perché in passato l’ho visto spesso sulla testa della ragazza di turno, anche se devo ammettere che sono almeno quattro anni che Daryl non ha più portato una compagnia femminile a casa.
Annuisco e prendo il casco, infilandomelo velocemente in testa.
Mi appoggio brevemente al suo braccio per fare leva e riuscire a montare in sella sulla moto, stando ben attenta a non far aderire il mio corpo al suo.
Ho capito che se voglio arrivare viva all’università devo limitare i contatti con entrambi al minimo indispensabile.
Dopo la situazione migliorerà, perché le lezioni mi terranno molto tempo lontana da casa e potrò finalmente recuperare la mia sanità mentale.
 
I miei propositi però a quanto pare sono complessi da mettere in pratica, perché Daryl ha allungato le mani all’indietro e mi ha afferrato brutalmente le cosce inserendo le dita nell’incavo delle mie ginocchia. Il gesto provoca in me una reazione tanto nervosa che a momenti rischio di cadere dalla moto, ma Daryl non me lo permette, rafforzando la presa e tirandomi con un colpo secco in avanti facendomi scivolare sulla sella.
I miei seni ed il mio bacino, coperti solo da un vestitino leggero, si scontrano senza troppe cerimonie contro il suo corpo e cerco di limitare i danni posando entrambe le mani sulle sue scapole, ma ancora una volta Daryl sembra volermi mettere in difficoltà perché afferra i miei polsi e se li porta con decisione sugli addominali che, non posso fare a meno di notare, sono decisamente scolpiti.
 
“Ragazzina, non so che cazzo di problemi hai oggi, ma vedi di darti una calmata e di tenerti forte…non ci tengo a vederti sfracellata sull’asfalto” Grugnisce, con un tono che non lascia spazio a repliche, infilandosi a sua volta il casco e dando gas alla moto.
Istintivamente mi stringo maggiormente a lui artigliando spasmodicamente con le mie cosce i suoi fianchi, perché nonostante lui sia un motociclista eccezionale preferisco di gran lunga viaggiare al sicuro in una macchina e non su un mezzo a due ruote, ma ancora una volta Daryl non perde l’occasione per mettermi a disagio.
 
“Ti ho detto di tenerti forte, non di fratturarmi il bacino, ragazzina…queste mosse tienile da parte se mai avrai un uomo in mezzo alle gambe…” Mi sfotte, ed anche attraverso il casco che gli copre interamente il volto capisco dal suo tono di voce che sta ghignando.
 
Allento istantaneamente la presa ringraziando di essere a mia volta coperta dal casco, perché mai al mondo vorrei dargli la soddisfazione di aver colpito nel segno. Non posso negare di aver pensato alla medesima cosa nel momento esatto in cui le mie cosce sono andate a scontrarsi contro il suo corpo.
Sono salita mille altre volte in moto con lui e non mi ha mai sfiorata un pensiero simile.
Se potesse vedermi in viso noterebbe senza ombra di dubbio il rossore che si è fatto strada fino alle orecchie.
Mentalmente lo maledico, mentre nuovamente da gas e poi si immette nel traffico, iniziando a zigzagare con maestria per le vie della città.
 
Cerco di rilassarmi e chiudo brevemente gli occhi, ripensando alla giornata di oggi.
La media dei miei voti mette in evidenzia come io sia una studentessa modello, ma non posso negare di essere comunque piuttosto agitata a causa degli esami di fine liceo.
In realtà ad agitarmi contribuiscono anche gli oggetti incriminati che ho all’interno del mio zaino e che mi sono stati prestati da Syria.
L’avvicinarsi degli esami e questi oggetti mi portano ad un nuovo, importante problema che sarò costretta ad affrontare al rientro di Rick, ovvero il riuscire ad ottenere il permesso di dormire a casa della mia amica domani sera, con lo scopo di andare ad una festa alla quale parteciperanno anche dei ragazzi dell’università.
In realtà non sono molto convinta di volerci andare, ma Syria si è fatta strappare una mezza promessa che non posso non mantenere, anche se rischio davvero grosso mentendo a Rick e Daryl.
Ovviamente non sono interessata ai ragazzi, il motivo principale che mi spinge ad accettare di andare a questa festa è il poter far parte di qualcosa che mi permetta di sentirmi diversa dalla solita ragazzina di casa, elogiata solo per quanto va bene a scuola.
Inizio a pensare alle parole che dovrò usare a breve per la mia richiesta quando un nuovo, inaspettato contatto mi porta nuovamente alla realtà.
 
Ci siamo fermati ad un semaforo e la mano sinistra di Daryl è tornata ad appoggiarsi sulla mia coscia, questa volta però pericolosamente lontana dal mio ginocchio e molto vicina al mio inguine.
Il suo tocco non è aggressivo, ma mostra una decisione che riesce a smorzarmi il respiro.
Non ha i guanti, perché siamo in piena estate, ed il calore della sua mano tocca la mia pelle come se avesse il potere di scottarmi. E’ immobile e nonostante sia leggermente callosa per via del lavoro, la mia testa mi porta ad immaginare quanto possa essere piacevole la sensazione di poterla sentire altrove.
 
Dio, Beth devi darti una calmata!
Hai visto decisamente troppi film sentimentali.
Cerca di normalizzare il respiro e di convincerti che è un gesto puramente istintivo per assicurarsi che tu sia ancora al tuo posto dietro di lui.
Ci provo, eppure il mio cervello non può fare a meno di sperare che ci sia dell’altro.
 
Espiro profondamente girando la testa di lato, nel tentativo di distrarmi con il panorama attorno a me e noto una macchina ferma di fianco a noi.
Alla guida c’è un ragazzo abbastanza inquietante che, potrei giurare, mi sta guardando con insistenza.
Un ‘Hey biondina! Porta sulla mia macchina il tuo bel culo!’ urlato dal finestrino, mi conferma che son proprio io l’oggetto del suo interesse, perché i miei capelli color oro sbucano in modo evidente da sotto il casco integrale.
 
Mi irrigidisco ancora di più perché non sono abituata a questo tipo di attenzioni, ma il colpo di grazia me lo da Daryl iniziando a muovere leggermente il pollice sulla mia gamba, mentre le altre dita affondano nella mia carne in un gesto puramente possessivo.
Vedo il suo casco girarsi verso il ragazzo e la mano libera andare ad alzare la visiera.
Il viso del ragazzo passa da un ghigno strafottente ad un’espressione preoccupata e dopo aver messo in moto, parte sgommando nonostante il semaforo sia ancora rosso.
 
Che diamine è successo?
Ho appena il tempo di chiedermelo quando sento la presa della mano di Daryl abbandonare la mia coscia e la delusione farsi istantaneamente spazio dentro di me.
 
Beth, come puoi essere tanto stupida?!
Credere che Daryl possa avere un interesse per te quando il suo unico scopo è stato quello di fare lo spaccone con il ragazzo della macchina.
Il semaforo diventa verde e Daryl parte con decisione, mentre io cerco di trattenere le lacrime che cercano di fuoriuscire dai miei occhi.
 
In un lasso di tempo che mi sembra, per mia fortuna, estremamente breve raggiungiamo casa nostra e Daryl entra lentamente lungo il vialetto laterale dove è solito parcheggiare la moto.
Sbuffo leggermente, grata di potermi togliere il casco e schizzare giù dal mezzo per andare a chiudermi in camera mia.
Non gli rivolgo la parola, anzi, arrivo perfino a scostare bruscamente la sua mano tesa verso di me per aiutarmi a scendere, perché sono decisamente troppo turbata dal nostro nuovo contatto fisico e dalle sensazioni che mi ha scatenato.
 
Dio, avere il suo corpo così vicino al mio adesso mi sembra una cosa intollerabile.
Che diavolo mi sta succedendo?
 
Salgo velocemente le scale del vialetto ed apro la porta, consapevole di poter andare indisturbata nel mio piccolo angolo di pace dato che Rick non è ancora rientrato dalla centrale.
Non aspetto che Daryl mi segua, mi dirigo con passi decisi sulle scale che portano alla mia camera e non appena varcata la soglia mi chiudo la massiccia porta di legno alle spalle che mi isola dal resto del mondo.
 
Mi sfilo i sandali ed affondo i piedi nudi nel tappeto cercando di calmarmi, ma non riesco ad impedire a delle lacrime nervose di fuoriuscire dai miei occhi.
Inizio a sbottonarmi lentamente il vestito continuando a ripetermi che questa reazione è causata dal comportamento del ragazzo, ma una vocina nella mia testa mi ricorda il reale motivo del mio malessere.
Ricevere una nuova ed evidente conferma del totale disinteresse di Daryl ha assestato un nuovo colpo ai miei sentimenti.
Le occhiate del ragazzo mi hanno infastidita, ma solo perché vorrei riceverle da altri due uomini che so perfettamente non mi guarderanno mai in quel modo.
 
Da quando ho iniziato a sentirmi così con loro?
 
Ancora una volta mi do della stupida e mi ripeto che è solo colpa mia.
Sono attratta da due uomini che oggettivamente sono molto più grandi di me ed è normale che mi considerino solo una ragazzina, senza contare il fatto che il mio è un interesse platonico perché non ho ancora avuto nessuna esperienza con l’altro sesso, anche se con Syria ne abbiamo parlato e un’idea me la sono fatta.
 
Allento l’ultimo bottone all’altezza del seno e faccio scivolare il vestito scoprendo le spalle, ripromettendomi di chiamare Syria dopo aver fatto una bella doccia rilassante e dopo aver parlato con Rick e Daryl delle mie intenzioni di domani sera.
Sempre che decidano di darmi il permesso.
 
Sono talmente assorta dai miei pensieri che non sento la porta della mia camera aprirsi ed il colpo di tosse di Daryl raggiunge le mie orecchie troppo tardi perché io riesca coprirmi nuovamente le spalle con l’abito.
 
“Cavolo Daryl! Non puoi bussare?!” Dico stizzita, voltandomi velocemente verso la porta e cercando di nascondere il mio seno, coperto solo da un leggero intimo bianco, con i lembi del vestito.
 
Gli lancio un’occhiata torva che però diventa preoccupata quando scorgo nei suoi occhi un lampo che conosco bene e che non presagisce nulla di buono.
E’ immobile, con le mani incrociate sul petto e la schiena appoggiata allo stipite della porta.
Rimane ad osservarmi in silenzio fino a che il suo sguardo non mi spinge a muovermi nervosa sul posto e non riesco a trattenermi dal rivolgermi a lui in modo più tirato del dovuto.
Mi spaventa quando assume questo atteggiamento.
I suoi occhi, di un azzurro più chiaro del mio, sembrano scurirsi quando ha a che fare con una situazione che non gli piace.
Situazione che a quanto pare ha a che fare con me.
 
“Se non ti dispiace vorrei andare a farmi una doccia…hai qualcosa da dirmi?” Chiedo, con la voce che trema appena perché l’occhiata che mi ha appena rivolto è talmente glaciale da farmi deglutire per il nervoso.
Sono sicura che sia a causa del tono che ho usato, perché non mi rivolgo mai a loro in questo modo. Il suo sguardo corre brevemente all’altezza delle mie clavicole ed inconsciamente rafforzo la presa sul vestito per non rischiare che scivoli del tutto via dal mio corpo.
 
“Tranquilla ragazzina, non hai niente lì sotto che non abbia già visto parecchie volte” Risponde gelido, storcendo la bocca in un sorriso duro e sottolineando il fatto che non gli sono sfuggiti i miei gesti.
 
Arrossisco, perché ancora una volta riesce a farmi sentire minuscola, ma anche perché sento una certa rabbia iniziare a crescere dentro di me.
Daryl continua a guardarmi mentre io sento il mio viso che ormai ha perso ogni traccia di candore.
Mi viene istintivo distogliere lo sguardo perché i suoi occhi mi stanno facendo sentire davvero a disagio e rischio di rispondergli in un modo che rischia di compromettere la mia richiesta.
Alzo nuovamente gli occhi sul suo viso solo quando sento che ricomincia a parlare.
 
“Volevo solo ricordarti che un ‘grazie per il passaggio’ non mi avrebbe fatto schifo” Dice serio, indurendo appena i lineamenti.
 
Lo guardo a mia volta, aprendo leggermente la bocca per la sorpresa ed arrossendo ancora di più, perché mi rendo conto che ha ragione. Mi scoccia ammetterlo, ma sono scesa dalla moto e sono andata a chiudermi in camera mia senza rivolgergli nemmeno un cenno di ringraziamento, cosa che di solito faccio sempre, ma…maledizione, non è colpa mia!
 
“Io…ecco…” Balbetto, ma non riesco a formulare una frase che abbia un senso.
Come faccio a dirgli che è a causa sua se mi sono comportata in quel modo?
Balbetto nuovamente, consapevole di stare facendo la figura dell’idiota e che prima o poi lui coglierà l’occasione di sfottermi per questo.
 
“Mmm?” Mugugna lui, in una silenziosa richiesta che mi incalza a proseguire. Il sopracciglio destro che si alza mi fa capire che non ha intenzione di andarsene dalla mia camera fino a che non gli ho fornito una spiegazione convincente e solo Dio sa quanto può essere cocciuto Daryl Dixon.
 
“Hai ragione, scusami…mi sono innervosita per via di quella macchina” Rispondo tutto d’un fiato, dopo aver preso un lungo respiro ed essermi convinta che scusarmi sia la soluzione migliore. In fondo non è proprio una bugia perché la reazione di Daryl e di conseguenza la mia, sono state causate dall’arroganza di quel ragazzo.
 
“Quella al semaforo?” Chiede, mentre lo vedo rilassarsi leggermente contro lo stipite della porta.
 
Annuisco e la sua bocca si apre in un sorriso strafottente che mi fa capire di averlo convinto. Diversamente da Rick, Daryl ha un modo diverso di arrabbiarsi.
E’ capace di perdere la testa nel giro di pochi minuti, ma una volta chiarita la questione non è il tipo che porta rancore per giorni. Quello che dice comunque è sempre misurato e ormai ho imparato a prendere sul serio anche le minacce mascherate attraverso le battute, perché non sono mai fatte a caso.
 
“Quello era solo un fottuto coglione” Sentenzia, alzando brevemente le spalle.
“Mi è bastata un’occhiata per rimetterlo al suo posto” Conclude, staccandosi dallo stipite della porta e portando le braccia lungo i fianchi.
 
“A questo proposito devo ringraziarti...” Mormoro, perché non posso negare che Daryl in qualche modo abbia preso le mie difese allontanando quel tipo, anche se il modo in cui l’ha fatto mi ha scatenato un turbamento non indifferente.
 
“Per aver difeso il tuo culo?” Risponde lui divertito, inclinando leggermente la testa.
Il gesto mi fa annodare lo stomaco, ma riesce comunque a strapparmi un sorriso a causa del suo linguaggio colorito.
Nonostante siano passati diversi anni, ancora non mi sono abituata al modo di parlare di Daryl, soprattutto a causa del contrasto con quello di Rick, decisamente più posato, ma non meno letale.
 
Annuisco nuovamente, sentendomi più rilassata. Sento che la tensione è scomparsa ed è importante, soprattutto in vista della richiesta che devo fare ad entrambi.
 
“Ti chiedo scusa ancora Daryl, davvero…” Dico sinceramente, nella speranza che questo nostro confronto si possa finalmente chiudere.
 
Nonostante la tensione si sia allentata, la sua presenza nella mia camera mi mantiene in uno stato di tensione assurdo.
E’ questa la sensazione che più mi spiazza: è il solito Daryl…perché all’improvviso mi fa questo effetto?
Non vedo davvero l’ora di potermi fare una doccia per poter rimanere realmente da sola.
 
Lo vedo sorridere brevemente, prima di fare due passi e posizionarsi di fronte a me. Sono costretta ad alzare la testa perché lui, come Rick, mi sovrasta di almeno venti centimetri. Trattengo il respiro quando lo vedo chinarsi verso il mio viso e fermarsi ad un palmo dal mio naso.
 
“Scuse accettate ragazzina…ma prova a comportarti ancora in quel modo e credimi che la prossima volta il tuo culo non se la caverà così facilmente…” Sussurra ad un centimetro dalle mie labbra, prima di allontanarsi ed uscire dalla mia stanza come se niente fosse, lasciandomi sola con gli occhi sgranati ed un turbamento ancora peggiore di quello precedente.
 
 
§§§§§
 
 
POV DARYL
 
Non mi volto a guardarla, perché sono sicuro che è rimasta pietrificata sul posto con gli occhi dannatamente espressivi spalancati per la sorpresa.
Rick direbbe che sono uno stronzo per l’ultima battuta che le ho rivolto, ma la verità è che ad entrambi riesce difficile ragionare razionalmente quando c’è di mezzo lei.
 
Sono entrato nella sua camera senza bussare perché il suo comportamento mi ha fatto davvero incazzare, anche se non mi aspettavo di trovarla parzialmente già svestita.
La vista del suo seno coperto solo da quel fottuto intimo ha avuto l’effetto di ammorbidirmi di colpo, manco fossi un fottuto adolescente arrapato.
Ero arrabbiato per diverse ragioni, che il mio cervello malato ha comunque finito per imputare a lei.
 
Prima c’è stato il coglione della macchina che le ha rivolto quella battuta del cazzo e son riuscito a trattenermi dal spaccargli la faccia solo perché ho memorizzato la targa e ho intenzione di passarla allo sceriffo non appena rientra.
 
Il povero stronzo non sa cosa gli aspetta.
 
Probabilmente rimpiangerà che non gli abbia spaccato il naso con un pugno, perché Rick quando c’è di mezzo lei è in grado di diventare davvero un gran figlio di puttana e non vorrei proprio essere al suo posto.
 
Anche se è un pensiero dannatamente malato, non riesco a non pensare che in fondo sia colpa della ragazzina, perché se non fosse così fottutamente arrapante il tipo non si sarebbe mai sognato di farle una battuta del genere.
Per nostra sfortuna è una ragazza nel fiore dei suoi anni e non siamo i soli ad accorgercene.
 
Poi c’è stato il suo comportamento, ciliegina sulla torta, che ha rischiato di farmi perdere il lume della ragione.
Avrei voluto seriamente darle una lezione, ma mi sono dovuto trattenere.
La ragazzina pensa di avermi convinto con quella cazzata, ma so perfettamente di essere io la causa del suo sbalzo d’umore e non posso evitare di esserne dannatamente orgoglioso.
Per questo, se normalmente la conseguenza sarebbe stata una bella punizione, sono riuscito a controllarmi.
L’ultima volta che si è comportata in un modo simile, ha passato il pomeriggio impegnata a lavare a mano la mia moto.
Non posso negare che non sia stato uno spettacolo arrapante, ma so che quando arriverà il giorno in cui potrò prenderla, piegarla sulle mie ginocchia e riservarle un trattamento particolare, avrò una soddisfazione nettamente maggiore.
 
Cristo, oggi non posso negare di aver sentito lo stomaco rivoltarsi sottosopra. Vedere che finalmente il mio tocco è in grado di turbarla così profondamente è come la realizzazione di un sogno che attendo da cinque anni.
Finalmente si è resa conto di cosa significhi provare attrazione per il sesso opposto e ha raggiunto l’età che io e Rick attendiamo davvero da quella che sembra una vita.
 
In realtà è da tre anni che mi sono accorto di come gli sguardi della ragazzina sono cambiati, di preciso dal suo terzo anno di liceo, ma solo adesso le vedo una luce diversa negli occhi.
I suoi sentimenti sono un mix di rabbia ed attrazione nei nostri confronti che davvero mi fanno impazzire.
L’attrazione che provo per lei è scoppiata prepotentemente al suo primo anno di liceo, quando ancora era realmente una ragazzina acerba e senza la più vaga idea su chi fossero realmente gli individui con i quali condivideva la casa.
Attrazione che personalmente mi ha portato ad azzerare la ricerca di compagnia femminile, perché da quando il mio interesse si è spostato su quella chioma di capelli biondi, il resto ha perso importanza.
Lo stesso è successo per il mio socio, che ha visto il senso di protezione nei suoi confronti trasformarsi lentamente in qualcosa di più pericoloso.
 
Non so come siamo arrivati a questo punto, ma sia io che Rick ci sentiamo come delle mine che aspettano solo il momento adatto per esplodere.
 
Cazzo, ormai sono consapevole che non mi basta più un contatto occasionale, perché desidero la ragazzina in un modo che arriva ad essere quasi doloroso certi giorni.
Il suo profumo, quando fingo di volerle rubare i pancake la mattina, mi invade le narici come una fottuta droga e mi prende il cervello con una forza tale che mi porta ad odiare con tutta l’anima un ipotetico compagno di classe che ha la possibilità di avvicinarsi a lei.
 
In questi anni, forse per compensare la limitazione fisica, con Rick siamo arrivati a controllare ogni aspetto della sua vita, attraverso dei sistemi che molti definirebbero maniacali.
Eppure, non posso che essergli grato per aver preso la decisione di andarla a prendere a scuola ogni giorno, dopo che ha beccato quel ragazzino a girarle attorno.
Meglio bloccare ogni approccio esterno sul nascere, perché nessuno deve permettersi di posare gli occhi su di lei.
E’ solo nostra…solo che ancora non lo sa.
Quando mi ha proposto l’idea ho accettato senza esitare, anche se per divertimento lo faccio pesare alla ragazzina ogni volta che ne ho occasione.
 
Amo punzecchiarla, soprattutto per godere delle sue reazioni, perché se da un lato le viene istintivo arrabbiarsi, dall’altro sa che è pericoloso provocarmi perché al pari di Rick non sono uno che ci va leggero con le punizioni.
La differenza è che a me tutto sommato passa in fretta, mentre il mio socio riesce a rimanere arrabbiato con lei anche dei giorni.
 
Il problema è che se prima era normale infliggere una punizione ad una bambina, ora questo gesto ha assunto un significato fottutamente sensuale che più volte ha rischiato di mandare a puttana questa situazione precaria.
 
Fortuna che esiste la birra.
 
Un miracoloso calmante universale, soprattutto in giornate come questa dove l’incontro ravvicinato con lei mi ha provocato l’ennesima erezione dolorosa.
Fortuna anche che il tipo è scappato sgommando, dandomi la forza di staccare la mano dalla sua coscia, perché sono stato ad un passo dal voltarmi e dare una svolta definitiva al nostro rapporto.
Mi siedo all’esterno sul nostro portico, con un’altra birra già pronta vicino alla mia destinata allo sceriffo che al novantanove percento avrà avuto una giornata del cazzo.
 
Giornata che non migliorerà quando gli riferirò l’accaduto del tipo in macchina.
 
 
§§§§§
 
 
 
POV BETH
 
“Non ho chiesto ancora il permesso Syria!” Rispondo alla mia amica, parlando a bassa voce.
 
Mi è sembrato di sentire la voce di Rick e non voglio rischiare che mi senta parlare prima di aver concordato con la mia amica un piano d’azione.
 
“No, che non l’ho provato! Non devono vedermi con un vestito del genere, rischio di giocarmi la possibilità di uscire per i prossimi tre anni!” Spiego, gettando un’occhiata nervosa al mio zaino.
 
All’interno si trovano i due oggetti incriminati: un tubino nero decisamente corto e scollato ed un paio di scarpe con il tacco dello stesso colore, prestito di Syria che vorrebbe le inviassi una foto tramite whatsapp.
 
“Ti faccio sapere non appena mi danno una risposta, ok?” Rispondo, dopo che per l’ennesima volta mi sprona a chiedere questo fatidico permesso.
 
Chiudo la chiamata e con cautela mi tocco lo smalto dei piedi e delle mani per verificare che sia asciutto. La doccia ha avuto un effetto decisamente rinfrescante, sia per il corpo che per lo spirito. Mi ha aiutata a darmi una calmata rispetto all’incontro avuto con Daryl, soprattutto riguardo quella minaccia finale che ha avuto davvero l’effetto di farmi rabbrividire perché, come ho detto, le sue non sono mai parole dette a vuoto.
 
Sono agitata all’idea di parlare con Rick, perché tra i due è l’osso più duro, ma mi sono ripetuta più volte il discorso da fare nella mia testa in modo da non correre il rischio di bloccarmi.
Il fatto che debba chiedere il permesso per andare a dormire a casa di una mia amica lo trovo semplicemente assurdo e questo mi sprona ad essere più decisa.
Non possono impedirmi di avere una mia vita, soprattutto se questo mi permette di stare meno a contatto con loro.
 
Mi alzo dal letto e mi guardo allo specchio, dandomi una sistemata veloce ai capelli che sono ancora umidi e mi hanno leggermente bagnato il retro del vestito che Syria mi ha regalato per il mio compleanno.
E’ un vestitino per stare in casa, ma molto più carino dei soliti completi che si trovano in commercio. Assomiglia ad una sottoveste con le spalline sottili, solo che la gonna mi arriva a metà coscia ed è molto ampia, tanto che se giro su me stessa riesco a fare la ruota. Il fatto che sia rosa con dei pois bianchi mi fa assomigliare ad una sorta di fragola gigante.
Non l’ho mai indossato, ma oggi ho bisogno di sentirmi carina a causa della nuova batosta inflitta al mio ego da Daryl.
 
Decido di raccogliere i capelli in una grossolana coda e mi do un’ultima occhiata incerta, prima di decidermi ad aprire la porta della mia camera ed andare a cercare i ragazzi.
Scendo le scale che dal piano della mia camera portano al piano di sotto e sento le loro risate entrare in casa attraverso la porta d’ingresso, che aperta, da sul portico esterno.
Prendo un nuovo, profondo respiro e decido di uscire all’esterno, individuando Rick e Daryl seduti sulle sedie di plastica.
Rick è il primo a vedermi e mi rivolge un sorriso che per un attimo rischia di farmi vacillare.
Si è già cambiato, perché al posto della divisa indossa una maglia nera e dei pantaloni della tuta. Cerco di controllare il battito del cuore, perché nonostante la divisa gli stia molto bene, vederlo in abiti informali fa sempre uno strano effetto su di me.
Si volta anche Daryl, che mi saluta alzando la sua bottiglia di birra. Anche lui si è cambiato, togliendo i vestiti sporchi d’olio e facendo a sua volta una doccia a giudicare dall’aspetto dei suoi capelli.
 
Sorrido ad entrambi ed inizio ad avvicinarmi.
Devo seriamente darmi una calmata perché vederli assieme rischia di mandare tutto all’aria e non posso proprio permettermelo.
 
“Ciao piccola, com’è andata oggi?” Mi chiede Rick, allungando una mano verso la sedia vuota ed avvicinandola alla loro.
Scavalco le gambe di Daryl che mi ostruiscono volutamente il passaggio e mi siedo, cercando di mantenere il controllo della situazione.
Quel ‘piccola’ detto da lui, nonostante sia un nomignolo che mi ha affibbiato da quando sono arrivata a casa loro, ora mi provoca un tremito inspiegabile.
Arrossisco, ma nonostante tutto cerco di fingere che sia tutto a posto.
 
“Tutto bene, ci hanno dato gli ultimi consigli per prepararci agli esami” Rispondo, appoggiando le mani in grembo ed iniziando a torturarle.
Per l’ennesima volta ripeto al mio cuore che deve darsi una calmata, perché sta decisamente impazzendo a causa dell’occhiata che mi sta rivolgendo Rick.
Vedo i suoi occhi scivolare sul mio corpo, soffermandosi sull’orlo del vestito. Immagino si stia chiedendo la provenienza, così decido di anticiparlo fornendogli subito la spiegazione che cerca.
 
“Me lo ha regalato Syria per il mio compleanno” Spiego, allargando leggermente la gonna con le mani.
 
“Strano, non me lo ricordo…” Risponde lui, passandosi una mano sul mento, continuando a guardare la gonna con la fronte leggermente corrugata.
Decido di alzarmi e fare una mezza ruota, gesto che riesce a strappare ad entrambi una risata.
 
“Sembri una cazzo di fragola gigante!” Mi prende in giro Daryl, facendo sorridere me a questo giro, perché non posso proprio dargli torto.
 
Torno a sedermi, continuando a sorridere mentre Daryl beve un sorso di birra e Rick mi pone una nuova domanda.
 
“Ti va se stasera ordiniamo una pizza, per chiudere in bellezza la settimana?” Chiede, stiracchiandosi comodamente sulla sedia.
 
Cerco di ignorare i muscoli del suo torace che si sono tesi durante il movimento ed annuisco, decidendo di porre ad entrambi la domanda che tanto mi assilla.
 
“Volevo chiedervi una cosa…” Inizio, aspettando di avere anche la piena attenzione di Daryl che ha appena posato la birra sul tavolino di fronte a noi.
 
“Si?” Chiede Rick, alzando leggermente la testa.
 
I suoi capelli cadono morbidi ed incorniciano un viso che non dimostra assolutamente gli anni che ha.
Nonostante abbia provato il discorso mille volte finisco per bloccarmi, bloccata dall’intensità del suo sguardo.
Dio, perché i suoi occhi riescono a farmi questo effetto?
 
Cerco di ignorare l’espressione del suo viso che ha assunto una vena leggermente indagatrice, tipica dell’uomo di legge consapevole del fatto che sto per sottoporgli una richiesta.
Prendo un nuovo respiro e mi apro in un sorriso che vuole essere convincente, ma che in realtà non è in grado di convincere nemmeno me.
 
“Domani sera vorrei andare a dormire da Syria” Inizio, misurando attentamente le parole per evitare di fare una gaffe.
“Mi ha invitata a passare una serata da lei per rilassarci, dato che dopo saremo prese con la preparazione degli esami” Proseguo, sentendomi fiera per come sono riuscita a porre la mia richiesta senza impappinarmi.
 
Vedo Rick rimettersi in posizione verticale e lo stesso fa Daryl, segno che entrambi mi hanno ascoltata.
I miei occhi corrono alternativamente da un volto all’altro e cerco di reprimere la tentazione di alzarmi e correre a chiudermi in camera mia, perché so perfettamente che non sarà una passeggiata convincerli.
 
“Syria è quella ragazza che ho visto oggi, giusto?” Chiede Daryl, ed io mi limito ad annuire, confidando nel fatto che la mia amica esteriormente ha l’aspetto della tipica brava ragazza.
 
“Sei molto vicina agli esami Beth, sicura che sia una buona idea?” Chiede Rick, incrociando le braccia sul petto e rivolgendomi l’ennesima occhiata indagatrice.
 
“Sarebbe solo una notte…prometto che dal giorno dopo mi dedico solo allo studio” Ribatto io, decisa non perdere terreno.
 
Vedo Rick scambiarsi un’occhiata veloce con Daryl e so perfettamente che anche senza parlare, hanno un’intesa tale che riescono a capirsi al volo. Decido di giocarmi il carico da novanta, perché sono del parere che una volta in ballo tanto vale ballare.
 
“Potreste approfittarne per prendervi una pausa anche voi…è tanto che non vi svagate” Aggiungo, cercando di prendere una via meno diretta e sfoderando un’espressione innocente, ma gli occhi di Rick sembrano davvero avere il potere di leggermi dentro, perché storce la bocca in un mezzo sorriso e si piega leggermente verso di me.
 
“Non rifilarci queste stronzate Beth, se vuoi andare dalla tua amica dillo e basta, cercando di essere consapevole di quello che chiedi” Risponde con un tono duro e decisamente troppo vicino al mio viso, tanto che riesco a sentire il suo alito che ha un lieve sentore di birra.
 
Mi viene istintivo guardare per un secondo le sue labbra, ma mi allontano bruscamente, perché due contatti così ravvicinati nello stesso giorno non penso di essere in grado di gestirli.
Sento il rossore correre ad imporporare il mio viso e mi maledico, perché ai loro occhi suona come un’ammissione di colpa.
Vorrei gridargli che l’imbarazzo non centra niente con la mia richiesta, ma è causato unicamente dal loro comportamento che ha il potere di mettermi in ginocchio.
 
“Rick ha ragione…se vuoi una cosa chiedila e basta, ragazzina” Interviene Daryl, prendendo la sua bottiglia di birra e bevendone un lungo sorso.
Sta sorridendo e non posso impedirmi di odiarlo per questo, perché non riesce a capire quanto mi stia costando fare questa richiesta.
 
Guardo nuovamente entrambi, sentendo ormai la rabbia montare dentro di me, ma miracolosamente riesco a non perdere la testa e a mantenere la calma.
 
“Ok, avete ragione, voglio andare a dormire dalla mia amica…posso andarci o no?” Chiedo, con un tono che mi viene fuori più spazientito di quello che vorrei, perché questo gioco sta iniziando a stancarmi.
Non posso credere che stiano creando tanti problemi solo per una notte fuori.
 
Li vedo nuovamente scambiarsi un’occhiata e mentre la testa di Daryl si piega verso il basso nel tentativo di nascondere un nuovo sorriso, quella di Rick si rivolge verso di me.
 
“Diciamo che per il momento ci gustiamo la pizza e dopo ne riparliamo, ok?” Dice guardandomi negli occhi, usando un tono morbido che in realtà nasconde un ordine ben preciso.
 
“Decisamente” Concorda anche Daryl, mettendo la parola fine alla questione.
 
Vorrei urlargli che la pizza se la possono gustare anche da soli, ma riesco solamente ad annuire e ad abbassare la testa sconfitta, perché per l’ennesima volta non mi lasciano spazio di replica ed io sono troppo invaghita di loro per riuscire a ribellarmi come vorrei









Angolo autrice

Ciao ragazze!
Vi propongo questa storia breve divisa in due capitoli che il mio cervello malato ha partorito mentre ero via.
I nostri protagonisti appaiono in vesti diverse, soprattutto Daryl e Rick che sono decisamente più 'dominanti'! (I classici maschi alfa, per intenderci)
Personalmente mi piacciono molto in questa veste e spero che piacciano anche a voi.

Un bacione a tutte!
Giada
   
 
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