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Autore: Seiyako    18/10/2017    1 recensioni
Londra (Inghilterra), periodo medievale. La principessa Isabella siede bella e imperiosa sul suo trono, sua madre è morta dandola alla luce e suo padre, il malvagio re Thomas, è passato a miglior vita da ben 5 anni. Non avendo eredi maschi, è toccato ad Isabella salire sullo scranno del castello. Pur essendo molto avvenente, non ha mai accettato una proposta di matrimonio da parte dei suoi tanti pretendenti. Sembra che l'idea di sposarsi non le passi neanche per la testa. Tuttavia, Isabella cede alle parole sagge dei suoi consiglieri e decide di lanciare una sfida.
Genere: Avventura, Commedia, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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La rosa bianca
 


Isabella tornò nelle sue stanze congedando in fretta e furia i suoi ospiti, aveva usato la banale scusa di un’emicrania per giustificare la sua apatia durante la cena. Non aveva più voglia di rimanere nel salone, il suo unico desiderio era quello di poter rimanere sola e perdersi nei suoi pensieri. La dama di compagnia le aveva preparato la camicia da notte e gliela aveva lasciata sul morbido letto. La ragazza si svestì dagli indumenti e se la infilò. Quando avvertì la stoffa morbida e fresca del cotone, già si sentì meglio. Indossando quella semplice vestaglia color avorio si sentiva più leggera e più libera. La sua posizione le imponeva abiti pesanti e stretti, e soffocava al solo pensiero che l’indomani avrebbe dovuto rimettere uno dei suoi vestiti scomodi e accollati, secondo le esigenze del protocollo. Si sedette sulla lunga cassapanca di legno, sulla quale vi era inciso un leone con due code, alla sua sinistra c’era una spada e sulla sua criniera giaceva una tiara. Isabella toccò con la punta del dito gli intarsi che rappresentavano lo stemma della sua famiglia, ma si ritrasse subito. Lei odiava essere una reale, odiava il castello in cui abitava, odiava ogni cosa che la facesse ricordare essere una principessa e cosa più meschina odiava ancora suo padre. Era consapevole della sua dipartita e che non poteva più considerarsi oppressa da quell’uomo che la teneva imprigionata notte e giorno. Era molto risentita dal fatto che più che una figlia, l’aveva sempre fatta sentire una reclusa. Poco importava ad Isabella se l’anima di suo padre si trovava all’inferno, lei non aveva intenzione di perdonarlo, neanche da morto. Per colpa di suo padre, aveva anche perso l’amore della sua vita e solo Dio sapeva se sarebbe riuscita a ritrovarlo. Si alzò di scatto dalla cassapanca e si gettò a capofitto sul letto. Affondò il viso sul cuscino, i capelli rossi le si sparpagliarono sulle spalle, strinse i lembi delle lenzuola nei pugni delle sue mani e alzava e riabbassava la schiena al ritmo dei suoi singhiozzi, dai suoi occhi uscivano grosse lacrime, la sua sofferenza era indescrivibile.  – Alexander-  sospirò con la voce ovattata dal cuscino –Amore mio, mi manchi. Dove sei? Perché non mi cerchi?- Risollevò di poco la testa e scorse sul letto una rosa secca. Isabella sapeva benissimo che la rosa che giaceva sul suo letto, un tempo era stata bianca. Sciolse la presa dal lenzuolo e allungò la mano per afferrarla, subito i petali si sbriciolarono a contatto con le sue dita diafane. La portò al naso e la annusò, ormai non aveva più nessun odore, l’unico profumo che quella rosa avvizzita emanava, era quella di un dolce ricordo. 

-Che serata meravigliosa- sospirò Isabella, sdraiandosi supina sull’erba e ammirando il cielo puntellato di stelle.
 -Tu sei meravigliosa- disse Alexander sedendosi affianco a lei.
Si rialzò puntellandosi sui gomiti e gli sorrise. Non era mai stata così bene in tutta la sua vita. Non era per nulla intimorita di poter essere scoperta insieme a lui, l’amore per Alexander le faceva superare ogni paura. Il giovane avvicinò il viso al suo, Isabella credendo che stesse per baciarla chiuse gli occhi, ma in realtà le intenzioni di Alexander erano altre. Indispettita guardò il ragazzo e lui ridacchiò. Con un gesto fulmineo fece apparire una rosa bianca dalla sua mano e gliela donò. Lei la prese e ne accarezzò i candidi petali.
-Ma come hai fatto?- esclamò Isabella meravigliata –voglio sapere il trucco-
-Un mago non rivela mai i suoi segreti- rispose ironico Alexander.
-Ma smettila, sciocco!- Isabella cominciò a prenderlo a pugni sul torace robusto, ma lui ridendo a crepapelle la bloccò e la baciò a fior di labbro. La ragazza lo lasciò fare e assaporò fino in fondo quel bacio che sapeva di miele. Persino le lucciole avevano preso parte a quella scena d’amore, illuminando il salice che pendeva sulla superficie del lago.
 
Toc toc
Isabella sussultò, nascose subito la rosa sotto al cuscino, si asciugò le lacrime con le dita e dopo essersi schiarita la voce, rispose con tono imperioso.
-Puoi entrare a prepararmi il bagno, Magdalen-
-Spiacente, non sono una vostra damigella. Ma se vi fa piacere, posso preparavi io un bagno con tutti gli unguenti pregiati che desiderate-
Era la voce di uomo, le aveva risposto ironico e sfrontato ed aveva osato entrare nella sua stanza. Isabella si voltò a verificare chi fosse. Era una guardia reale. 
  
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