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Autore: Eevaa    19/10/2017    3 recensioni
Dopo alcuni mesi dalla grande battaglia contro Majin-Bu, gli abitanti della Terra sembrano vivere un armonioso periodo di pace. Ma, con il ritorno di Mirai Trunks, un nuovo pericolo incombe prepotentemente sulle vite dei nostri eroi e non solo.
Una particolare richiesta da parte del saiyan del futuro potrebbe sconvolgere per sempre il corso degli eventi, di cosa si tratta? Riusciranno i combattenti a far fronte ad una catastrofe apparentemente silenziosa?
Genere: Drammatico, Malinconico, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bulma, Mirai!Bulma, Mirai!Trunks, Trunks, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti
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DRAGON BALL GA : GAME OF AGES



CAPITOLO 39 - EPILOGO (PRIMA PARTE)



Hic et Nunc

 
Le iridi del bambino si dilatarono a tal punto da sembrare due buchi neri. Pietrificato, completamente inerme. Non sapeva se credere o no alle proprie orecchie, non poteva averlo detto davvero, suo padre non poteva aver pensato davvero a una cosa simile.
Il suo papà aveva preso la decisione più importante della sua esistenza e non era nemmeno stato in grado di guardarlo negli occhi. Non l'aveva abbracciato e poi colpito a freddo, come l'ultima volta, non gli aveva chiesto di prendersi cura della mamma. Forse, questa volta, non ci sarebbe stato bisogno di dirglielo, forse aveva dato per scontato che l'avrebbe fatto. D'un tratto i profondi occhi di Trunks si colorarono di un verde acqua acceso, così come il biondo dei suoi capelli. No, non poteva accettarlo, il suo papà non avrebbe potuto compiere un'altra volta un sacrificio simile. 
Fece per scattare in avanti ma un abbraccio bollente come le sue mani lo trattenne, una morsa infuocata che riconobbe come le braccia del padre del suo migliore amico Goten.
«NOOOO! LASCIAMI, LASCIAMI ANDARE!» gridò il piccolo Trunks scalciando all'impazzata con gli occhi offuscati da una patina umida. «GOKU, TI PREGO, LASCIAMI!» continuò a urlare Trunks percependo i muscoli guizzanti dell'uomo premergli contro il petto.
In tutta la stanza si potevano udire solo le urla strazianti di quel bambino, tutto il resto sembrò ovattato, tutti gli altri combattenti sembravano aver perso l'uso della parola; specialmente Mirai Trunks, il quale sentì le gambe cedergli persino da seduto.
«PAPÀÀÀ! PAPÀ NO, TI PREGO! NON FARLO!» continuò a urlare Trunks sfogando tutta la rabbia e la frustrazione nella morsa stretta di Goku, tentando di colpirlo il più forte che poté con le gambe e con le braccia. Ma, nonostante egli fosse a corto di energie e malconcio, si trattava sempre di uno dei saiyan più forti dell'universo, il piccolo non avrebbe avuto possibilità di sciogliere quella stretta. Si accasciò, si lasciò andare scaricando il suo peso in quell'abbraccio.
«Papà... papà... per favore...» pianse il piccolo, perfettamente conscio che il suo adorato padre detestava quando lo faceva. Gli diceva sempre che era da rammolliti. Eppure persino il grande principe pochi minuti prima si era mostrato commosso nei suoi confronti e in quell'istante aveva così tanto da nascondere che non riuscì nemmeno a degnarlo di uno sguardo.
Vegeta non si voltò, non ci riuscì. Non avrebbe mostrato l'umido dei suoi occhi a quel bambino, tanto meno a suo figlio grande. Soprattutto alla sua copia del futuro e suoi due grandi rivali di una vita.
Avrebbe fatto ciò che c'era da fare e l'avrebbe fatto senza mostrare indugio. Sperò con tutte le sue cellule che il Padrone del Tempo avesse bluffato di nuovo ma non ci contò più di tanto. La sua versione era sin troppo credibile, quella volta.
Chiuse gli occhi affogandosi dall'interno e sospirò. La voce di suo figlio che lo supplicava di ripensarci era oramai diventata una triste colonna sonora di sottofondo. Pensò a Bulma, al suo profumo, al bambino che portava in grembo. Avrebbe compiuto il secondo sacrificio per loro, se poi di sacrificio si sarebbe potuto parlare. In fondo non sarebbe davvero deceduto.
Il fatto più assurdo è che Vegeta avrebbe preferito morire. Avrebbe di gran lunga più gradito trascorrere la sua eternità nel Regno degli Inferi a far del male ai suoi vecchi nemici piuttosto che rimanere in quel posto per l'eternità, piuttosto che stare a vedere suo figlio crescere senza potergli parlare. Vedere Bulma soffrire e piangere la sua assenza, vederla crescere due bambini senza di lui, da lontano. Come avrebbe fatto a vederla mentre si dimenticava della sua esistenza? A spiarla riprendere in mano la sua vita e magari innamorarsi di nuovo. Cielo, no, come avrebbe fatto a sopportarlo? Come avrebbe fatto ad osservarla in silenzio nelle braccia di un altro uomo? Chi sarebbe stato il fortunato ad averla tutta per sé? Come avrebbe fatto a resistere alla tentazione di ucciderlo?
Ma purtroppo, se lui non avesse preso in mano quelle scottanti redini della situazione, non ci sarebbe più stata nessuna Bulma, nessun Trunks, nessun bambino. Non ci sarebbe stato più nessuno, non ci sarebbe stato più niente. Non era il momento di essere egoisti, non era il momento di mettere la propria sofferenza in cima al mondo, avrebbe dovuto accettarla e mettersi da parte. Avrebbe dovuto redimersi da ogni azione malvagia del passato e quale migliore atto se non salvare due epoche sarebbe servito a farlo?
Era pronto, era disposto a diventare una divinità. Pensò un'ultima volta a tutto ciò che la vita aveva donato lui nonostante tutto il male che avesse fatto, poi scattò in avanti con un urlo disperato.

Vegeta sentì le nocche scricchiolare contro lo zigomo color prugna di colui il quale aveva provocato così tante sofferenze da meritare la più atroce delle morti. Aspettò qualche millesimo di secondo per ritrarre la mano, giusto il tempo di affondare anche l'altra alla bocca dello stomaco di Tuurmerik- sempre che ne avesse uno. Iniziò a non sentir più nulla, il principe. Non sentiva il dolore, non sentiva la pelle delle proprie mani aprirsi ad ogni pugno, non udiva la voce di suo figlio cercare di dissuaderlo. Era diventato una macchina, una macchina con un solo scopo, non gli era più permesso pensare perché, qualora l'avesse fatto, troppi dubbi gli sarebbero saltati alla mente, troppi ricordi l'avrebbero invaso nel momento in cui si stava costringendo a lasciare andare a tutto, consegnandosi al destino.
Ad ogni colpo inferto al nemico il saiyan chiudeva gli occhi, aspettandosi che Tuurmerk morisse da un momento all'altro e, quindi, che il suo passaggio ad una vita metafisica avvenisse come un fiore sbocciato dal gelo.
Ma, proprio nel momento in cui si aspettò di infliggergli un colpo particolarmente violento, egli si scansò. Iniziò la sua fuga, forse sorpreso dalla forza che quell'umano fosse riuscito a racimolare in così poco tempo. No, non era trasformato in super saiyan di terzo livello, ancora le energie non glielo consentivano, ma era così violento e così potente da poterlo uccidere in meno di un minuto e questo Tuurmerik lo sapeva. Iniziò a scansare i suoi attacchi, ad utilizzare le illusioni ottiche a lui tanto convenienti, le stesse che era stato abituato ad utilizzare durante gli scontri precedenti, prima di iniziare il contrattacco.
Sarebbe morto sul serio se non avesse iniziato il consueto gioco dell'acchiapparella che tanto faceva innervosire i suoi nemici, tanto più se si trattava di esseri combattivi ed orgogliosi come la specie saiyan.
Vegeta ringhiò, rinsavendo da quello stato catatonico in cui si era immerso, iniziando così a provare una sensazione a lui tanto alleata: la rabbia. La rabbia per non riuscire a mettere a segno i suoi colpi, la rabbia per la tecnica pavida del suo avversario. Collera perché quell'agonia si stava protraendo sin troppo, collera perché proprio in quel momento tutti i suoi alleati lo stavano guardando fallire nel suo intento.
Il rumore assordante delle sfere di energia andate a vuoto contro le pareti scandiva come il pendolo lo scorrere del tempo in quella stanza e, ad ogni rintocco, ognuno di loro poteva percepire quanto poco mancasse prima che Vegeta si trasformasse di nuovo, prima che acquisisse ancora la velocità necessaria per poter intrappolare e uccidere definitivamente quel mostro. Per lui non c'era scampo, di questo ne erano consapevoli tutti, forse anche Tuurmerik stesso. Non era più una questione di "se" ma di "quando". Quel mostro non era forte o meglio non lo era di certo più del principe dei saiyan, soprattutto dopo i tutti colpi subiti e i danni a lui inferti. Quanto tempo restava prima che Vegeta affondasse il suo ultimo colpo?

«Ti prego... fermalo» scongiurò il piccolo Trunks non accettando il fatto che Goku non lo avrebbe mai e poi mai lasciato andare.
«Credimi, Trunks, ci ho prova-»
«No, Kaarot, non hai provato a fare un bel niente!» lo interruppe il bambino cercando con le ultime forze rimastogli di divincolarsi. 
Goku sussultò.
Kaarot. L'aveva chiamato Kaarot. Lo stesso nome con il quale suo padre era solito rivolgersi a lui. Goku spalancò la bocca come controbattere, ma capì che in quel momento non c'erano giustificazioni, in quel momento non avrebbe potuto dire niente per consolare il piccolo Trunks.
Vegeta stava combattendo, stava rischiando la sua esistenza per uccidere quel mostro e nessuno stava facendo niente per aiutarlo, per fermarlo, per trovare un'altra soluzione. No, a Trunks non avrebbe affatto aiutato sapere esattamente cosa avessero già fatto, tutti loro, mentre lui era sotto incantesimo. Non avrebbe impedito lui di pensare di essere circondato da buoni a nulla perché in quel momento c'era in gioco suo padre, il suo adorato padre.
Goku si sentì tremendamente in colpa. Aveva davvero fatto di tutto per far desistere Vegeta? Era davvero stata giusta la scelta di lasciarlo andare? Come avrebbe fatto a guardare ancora negli occhi Trunks e Bulma? Non avrebbe mai voluto che si arrivasse a tanto, non avrebbe mai voluto permettere a suo fratello di compiere un gesto simile. Era lui stesso quello destinato a morire, in ogni situazione, era lui l'eroe di solito. Era sempre stato lui a salvare la vita delle altre persone, ed era persino colpa sua se tutta la storia era iniziata. Lui aveva condannato il pianeta Terra alla distruzione, sin da quando l'avevano spedito lì da neonato. Non avrebbe dovuto essere Vegeta quello che si tirava fuori dai giochi, non avrebbe dovuto essere Vegeta a sacrificare la propria famiglia proprio in quel momento in cui era stato in grado di costruirsene una. Goku digrignò di denti, come aveva potuto pensare di non fermarlo?

Un altro colpo, un altro ancora. Vegeta si caricò d'odio più di quanto già non fosse, Mirai Trunks lo capì. Conosceva quell'uomo, oramai aveva imparato a comprendere quando giungesse al limite, e il limite per lui era irrimediabilmente vicino. Era zitto, il ragazzo del futuro. Era rimasto zitto da quando aveva scoperto le reali intenzioni di suo padre del passato, ammutolito, come svuotato. Si sentì perso, come sarebbe potuto essere altrimenti? Quell'uomo era la copia del suo vero padre, era stato il primo aver la fortuna di conoscere tanti anni prima. Era grazie a lui che aveva avuto la riprova che colui che gli aveva donato la vita non era solo il burbero saiyan di cui parlava tanto sua madre, aveva avuto modo di conoscerlo, di amarlo, di desiderare quello vero. Quel vero padre del quale tanto aveva agognato la presenza ma che, purtroppo, l'averla ottenuta aveva comportato il più grosso pericolo della storia del tempo della sua epoca, e non solo. Era stata colpa sua e dei suoi desideri che tutto ha avuto inizio. Avrebbe dovuto semplicemente godersi il ricordo dell'epoca passata e andare avanti, invece aveva voluto crearsi un futuro nuovo, uno in cui essere felice. Ma ora non era felice, non lo era proprio per niente e nessuno lo era. Guardò il piccolo Trunks e non poté fare a meno di pensare che, per ottenere suo padre, aveva destinato un bambino a rimanere senza. E quel bambino era nient'altri che la sua copia, si trattava comunque di lui, stava facendo male a se stesso. Osservò il principe combattere ardentemente per la loro salvezza e non ebbe dubbi: non era Vegeta a doversi trovare lì.

«Umano, non ti permetterò di farlo. Non ti permetterò di prendere il mio posto!» gridò Tuurmerik con voce stridula e fastidiosa, creando così un eco insopportabile all'interno della stanza.
«Sai bene che POSSO ucciderti!» ridacchiò sadicamente il principe dei saiyan, scimmiottando le precedenti convinzioni del Padrone del Tempo. Era stato sin troppo sicuro di sé, quel mostro, ed era giunto il momento di fargliela pagare e anche cara. Non solo l'avrebbe ucciso, ma l'avrebbe fatto per bene, l'avrebbe fatto soffrire come lui aveva fatto soffrire suo figlio, come aveva fatto soffrire tutti loro. L'avrebbe disintegrato, ridotto in polvere così che di lui non ci sarebbe rimasto più nulla.
Ed ecco, oramai era fatta, il momento era finalmente giunto. Con un urlo grottesco e un lampo di luce, Vegeta si caricò di nuove forze, di un'energia limpida e fiammeggiante, la stessa energia che l'aveva avvolto prima che suo figlio venisse liberato.
Mirai Vegeta non poté fare a meno di provare una sorta d'invidia nei confronti del suo gemello, lo guardò trasformarsi con la forza di un vulcano. Ma non era affatto un invidia maligna, avrebbe davvero voluto raggiungere quell'obbiettivo. Ci sarebbe dovuto riuscire a tutti i costi, le capacità era sicuro di possederle.
«Hai visto, Kaarot? Ora chi è il più forte?» domandò con superiorità ed estrema spocchia al suo rivale del passato, colui che aveva la fama di essere il combattente più straordinario dell'universo. Ma il principe del futuro non udì risposta, non percepì neanche un movimento al suo fianco e così si girò. Il dolore. Il dolore e la rabbia negli occhi di suo figlio (o meglio, il suo figlio del passato, quello piccolo) lo trafisse come una lama rovente. Stava seguendo quel combattimento mordendosi il labbro, ogni tanto tentava di liberarsi ma non ci riusciva, intrappolato nelle braccia di quell'idiota.
Mirai Vegeta guardò il piccolo Trunks con espressione agrodolce: quel bambino era la sua esatta copia, con tanto di testardaggine e intelligenza ereditata dalla madre. Si sentì fiero di lui, si sentì in pena per lui e per un attimo si sentì persino stupido. Stava lasciando che la sua copia del passato si prendesse i meriti di tutto senza fare un bel niente, senza controbattere. Sarebbe stato lui a dover uccidere quel mostro, lui avrebbe dovuto dimostrare chi fosse. Scosse il capo distraendosi: no, non era per quello che pensava che Vegeta non dovesse sacrificarsi, non era per potersi prendere i meriti lui stesso. Era stato nel Regno degli Inferi per trent'anni e ne era uscito, e questo aveva comportato delle conseguenze, delle terribili conseguenze. Scrutò nuovamente Trunks, poi il suo vero figlio. Mirai Trunks era grande, oramai, avrebbe benissimo potuto cavarsela anche senza di lui, era cresciuto ed era diventato un combattente stupefacente anche senza il suo aiuto, purtroppo. Ma Trunks no, era solo un moccioso; fortissimo e agguerritissimo, ma pur sempre un moccioso. Non avrebbe dovuto crescere senza suo padre, non avrebbe dovuto patire le sofferenze di Mirai Trunks. Per questo avrebbe dovuto essere lui stesso al posto di Vegeta, per questo avrebbe dovuto prendere il suo posto in quel combattimento. Mirai Vegeta lanciò un'occhiata a suo figlio, quello vero, poi deglutì. Vero, oramai era grande, era forte, era un uomo e un saiyan. Ma avrebbe mai accettato di perderlo un'altra volta, proprio ora che l'aveva ritrovato? Ringraziò il cielo di averlo conosciuto, che avesse dato lui l'occasione di diventare super saiyan, di vedere cosa sarebbe potuto diventare. In un mese di nuovo in vita era più di quanto avesse potuto sperare, in fondo.

Mirai Goku sollevò il capo nel vedere quei lampi di luce abbaglianti ma, con un colpo di tosse, si accorse che ancora il sangue sgorgava a fiotti dalla sua gola. Non sarebbe morto, quello era poco ma sicuro visto che già non si trovava in vita, ma non fece fatica a comprendere che il suo fisico temporaneo era stato notevolmente compromesso, talmente martoriato da non riuscire neppure ad alzarsi da quella tomba d'acciaio che era il pavimento. Non ci avrebbe pensato due volte a prendere il posto di Vegeta, cos'aveva da perdere d'altra parte? Lui era già morto, non avrebbe comunque potuto tornare dalla sua famiglia. Era deceduto per cause naturali e sarebbe stato destinato all'aldilà per l'eternità, così come lo era stato nei trentanni precedenti. Sarebbe stato solo felice di "cambiare aria", di assumere una posizione importante all'interno del regno metafisico, se questo avrebbe significato prendere il posto di quell'uomo che aveva avuto l'occasione di conoscere e, cielo, come avrebbe voluto trovarsi nella loro epoca e salvarsi da quella malattia cardiaca, essere vivo per poterlo sfidare, per poter veder cambiare il saiyan cinico e spietato che era giunto sulla Terra. Non c'era tempo da perdere: avrebbe dovuto raccogliere le ultime energie, avrebbe dovuto fare il possibile per riprendersi e compiere quel gesto estremo al posto del principe dei saiyan.

L'urlo di Vegeta si placò, così come la sua ira. Percepì il sangue bollente scorgerli nelle vene e percepì i muscoli essersi fatti più possenti; quella trasformazione era semplicemente straordinaria: manifestando una calma apparente avrebbe potuto distruggere l'intero pianeta con un solo gesto. Ma non era affatto quello il suo obiettivo, colui al quale i suoi occhi feroci puntavano si trovava dritto di fronte a sé, con le spalle al muro. Era finita, Tuurmerik non aveva scampo, non aveva più possibilità di fuggire poiché la velocità che era riuscito ad ottenere con quella trasformazione andava ben oltre i suoi sciocchi incantesimi da principiante. Lo poteva vedere nei suoi tre sgranati, spaventati ed orribili occhi, lo poteva vedere in quell'espressione da idiota con la quale lo stava guardando. Senza esitare portò entrambe le unite di fronte a sé, caricandole di energia dal colore dorato.
«Te lo chiederò un'ultima volta» enunciò il principe dei saiyan con voce profonda. «Arrenditi e non ti ucciderò».
«Comincio a sospettare che tu non abbia davvero intenzione di farlo. Hai paura, forse?» domandò il Padrone del Tempo mostrando i denti aguzzi, sperando davvero che fosse davvero così. Non aveva alcuna possibilità, questo lo sapeva bene, ma piuttosto che cedere alle richieste di uno scimmione avrebbe di gran lunga preferito morire e vederlo imprigionato lì per l'eternità.
«Sospetti male, razza di bastardo. E ora... te la farò pagare cara» minacciò Vegeta con voce estremamente roca, emanando pericolose scintille da entrambe le mani.
Tuurmerik non era un nemico forte, non lo era mai stato. Era molto veloce e molto astuto, quello sì. Ma a quel livello e dopo i potenti colpi da lui subiti sarebbe bastato un attacco ben assestato, una scarica di energia dritta nella sua direzione.
Vegeta prese un grosso respiro, immagazzinando quanto più ossigeno poté. Guardò i tre occhi di Tuurmerik riempirsi di terrore e poi pensò a Trunks e alla sua Bulma, per l'ultima e dolorosissima volta. Non sarebbe potuto tornare indietro, in quel momento non più, proprio in quell'istante nel quale dalla sua bocca uscirono quelle due fatidiche parole urlate dalla disperazione.
«FINAL FLAAAAAAAAAAASH!»
Un lampo di luce abbagliante illuminò tutta la stanza. Vegeta chiuse gli occhi per un attimo, un lunghissimo attimo nel quale sentì il proprio cuore ridursi a brandelli. Li riaprì solo nel momento in cui la luce si dissolse, così come il gran polverone sollevato dal suo attacco, giusto in tempo per poter vedere i resti del corpo del Padrone del Tempo ridursi in polvere e i drappi della tunica nera trasformarsi in cenere.

Era finita. Tuurkerik era morto, era stato ridotto in brandelli davanti ai suoi occhi, si era disintegrato. Ma Vegeta non sentì nulla, nessun cambiamento, nessun nuovo potere. Per un attimo si sentì sollevato: forse era davvero stato tutto una grandissima farsa.
Ma ben presto se ne accorse, capì perché non riuscì a percepire alcuna trasformazione: Tuurmerik era morto, sì, ma non era stato lui ad ucciderlo.
 


Angolo autrice:
Ehm... sì, oggi vi do il permesso di odiarmi. Fate pure, vi lascio il libero insulto! Beh dai, vedete il lato positivo: Vegeta è salvo xD no eh? Non vi basta, immagino.
Ognuno dei nostri combattenti aveva motivi più che validi per volersi sostituire al nostro principe del passato, ma chi di loro avrà avuto il coraggio di farlo? Si accettano scommesse, scrivetemi un commento e ditemi chi pensate che abbia ucciso Tuurmerik.
Ebbene sì, siamo giunti alla fine. Il prossimo capitolo sarà l'ultimo, sarà ricco di emozioni e di spiegazioni. Per questo motivo verrà pubblicato in una data a me particolarmente cara e non giovedì prossimo, come al solito.
L'epilogo (seconda parte) di Dragon Ball GA - Game of Ages verrà pubblicato DOMENICA 29 OTTOBRE, tra dieci giorni. Segnatevi la data, magari ripassate i vecchi capitoli se vi siete persi qualcosa e tenetevi pronti!
Come al solito aspetto i vostri pareri e vi auguro un buon fine settimana :)
Eevaa
 
  
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