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Autore: Churros25    19/10/2017    0 recensioni
One shot denominata anche :
Quella volta in cui ho insegnato ai miei alunni l'amore tramite la mia otp gay preferita.
"Ma è un maschio?" chiese una dolce bambina dagli occhi verdi.
"Nella mia versione si, ma non è importante. Non nell'amore."
"Neanche quello con la A maiuscola?" La maestra scosse la testa, sorridendo.
"Vedo che hai centrato l'argomento di oggi."
"Ma come possono amarsi due maschi?" chiese Edward, confuso.
"Io ho due papà" disse David, alzando le spalle e sorridendo.
"E per te è un problema?"
"No. Mi vogliono molto bene e si amano."
"Visto? Ora volete che continui con la storia?" I bambini risposero in coro, felici e in attesa.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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THE CHILDREN ARE WATCHING US


La signorina Blake entrò in classe quella mattina di un freddo giorno di dicembre e appoggiò la borsa sulla grande scrivania di legno chiaro, per poi liberarsi dall'enorme sciarpa di lana e dalla calda pelliccia.
"Maestra, oggi sembri un orso polare" rise il piccolo David, mostrando i suoi enormi occhi azzurri a tutta la classe.
"A me ricorda di più una mucca" ribattè Ilary, sistemandosi gli occhiali sul viso paffuto e sedendosi al suo posto, imitata dai suoi compagni di classe.
"Ma che mucche hai conosciuto? Non hanno mica la pelliccia tutta bianca." La maestra rise, appoggiandosi alla cattedra.
"Ottima osservazione, Katy!" La classe rise mentre tirava fuori quaderni colorati, matite e penne di ogni tipo e la signorina Blake si avvicinò alla lavagna, prese un gesso bianco e scrisse a caratteri cubitali: LE VARIE SFACCETTATURE DELL'AMORE. 
"Allora, chi vuole riassumere brevemente cosa abbiamo detto nelle scorse lezioni?" I bambini fecero silenzio; chi si nascondeva dietro al quaderno, mostrando solo gli occhietti vispi, chi soffiava il naso per farsi vedere impegnato e chi indicava alla maestra un suo compagno di classe.
"Abbiamo definito vari tipi d'amore..." sussurrò una bionda bambina seduta in prima fila.
"Ottimo, Layla. Quali?"
"L'amore fra due fratelli, l'amore fra due amici e l'amore per un figlio." David sembrava orgoglioso della sua risposta.
"Di cosa parliamo oggi?" Ilary non era riuscita a mettere a tacere la sua curiosità e fremeva sulla sedia, stropicciando un quaderno.
"Oggi vi racconterò una storia e voi dovrete indovinare di che amore si tratta." I bambini urlarono di gioia, mettendosi comodi sulle sedie, troppo grandi per loro. La signorina Blake si sedette sulla cattedra, incrociando le gambe, e iniziò a narrare.
"In un mondo lontano, molto lontano dal nostro, esisteva un piccolo regno, formato da piccole case di pietra, una vicino all'altra, sulle lunghe strade del paese. C'era molto verde e i bambini si vedevano correre e giocare per le strade e per i campi, inseguiti da cani e gatti. Il regno era in mano a un re molto valoroso che aveva perso la moglie qualche anno prima; però egli aveva due figli. Il secondo era un ragazzino studioso, con gli occhiali e un po' impacciato, sempre chino sui suoi libri. Il primo invece, il principe che avrebbbe ereditato il regno, era un ragazzo forte, molto bello si diceva, che proteggeva la città da qualnque mostro si fosse avvicinato ad essa. Il suo nome era Dean. Molto spesso si faceva aiutare dal fratello ma mai e poi mai gli avrebbe permesso di perdere la proprio vita. Non ne vale la pena, era solito dire. A lui invece non interessava della sua. Tutto ciò che aveva importanza era salvare il proprio regno. Aveva combattuto contro streghe, vampiri, lupimannari; persino contro il diavolo in persona. Eppure mai e poi mai era stato sconfitto. Era come se qualcuno dall'alto lo stesse proteggendo e impedisse ai mostri di ferirlo. Nel regno era molto conosciuto e da molti invidiato, anche se mai si era visto in giro per le strade. Di lui si parlava nelle case, per le strade, tra i bambini che lo invidiavano e che aspiravano a diventare come lui; tra le donne che avrebbero tanto voluto vederlo per ammirarne la bellezza; e tra gli uomini del quale invidiavano la forza e il coraggio. Era una specie di leggenda, nessuno lo aveva mai visto, sempre preso a proteggere il regno, ma tutti avevano un grande rispetto di lui e lo ammiravano.           
Un giorno però sulla città si abattè un grande mostro. Il suo nome era Lilith e il principe per salvare la vita del fratello abbandonò la sua."
"Noo! Ma lui deve vivere!" piagnucolò Anna, accasciandosi sul suo banco.
"Secondo me ora arriva qualcuno e lo salva" disse David, sicuro di sè. La maestra sorrise e riprese a narrare. 
"Sul regno si abbattè un grande temporale. I cieli si fecero scuri, la terra iniziò a tremare e il mostro calò su di essa, feroce e prepotente, distruggendo tutto ciò che nel suo tragitto incontrava. Il regno pian piano riemerse da quell'oscurità ma tra i suoi abitanti aleggiava sempre un non so che di tristezza e malinconia: il palazzo reale era chiuso, il re non ci faceva più vedere per le strade e il nuovo erede non voleva succedergli. Non c'era più speranza per le strade, i campi erano diventati gialli, i bambini non correvano più per le strade e pian piano il regno perse la propria vitalità. Un giorno però all'interno del regno, esattamente un anno dopo la dipartita del principe..."
"Cosa vuol dire dipartita?" chiese il piccolo Mark, interrompendo la maestra.
"Morte, stupido!" squittì Katy.
"Ehi. Non si usano queste parole, se no niente storia."
"No ti prego, continua." I bambini sembravano veramente presi da quella semplice storia e cotinuò:
"Nel regno giunse un forestiero. Arrivava da un mondo molto più lontano del nostro. Aveva capelli corti, molto scuri e costantemente scompigliati, come se un tornado ci fosse passato sopra. Era vestito in modo particolare, sembrava un esattore delle tasse. Ma ciò che più colpiva di quell'essere particolare erano i suoi occhi. Nessuno aveva mai visto nulla del genere. Si diceva che quelli del principe fossero verdi come lo smeraldo ma mai nessuno aveva visto occhi come quelli del forestiero: erano blu, percorsi da delle venature argento. E quando gli si guardava non si poteva non rimanerne affascinati. Avevano qualcosa di non umano; molta gente osava dire di divino. Il nome del forestiero era Castiel..."
"Ma è un maschio?" chiese una dolce bambina dagli occhi verdi.
"Nella mia versione si, ma non è importante. Non nell'amore."
"Neanche quello con la A maiuscola?" La maestra scosse la testa, sorridendo.
"Vedo che hai centrato l'argomento di oggi."
"Ma come possono amarsi due maschi?" chiese Edward, confuso.
"Ognuno di noi si innamora dell'altra persona perchè lei è l'unica che riesce a farlo sentire bene, che riesce a farlo sorridere. Perchè è semplicemente lei. Non ci si innamora a seconda del sesso."
"Quella parola fa ridere" ammise Layla, ridendo insieme alla classe.
"E' vero fa ridere, ma il concetto è molto serio."
"Io ho due papà" disse David, alzando le spalle e sorridendo.
"E per te è un problema?"
"No. Mi vogliono molto bene e si amano."
"Visto? Ora volete che continui con la storia?" I bambini risposero in coro, felici e in attesa.
"Con l'entrata nel regno di Castiel pian piano il sole sorse alle sue spalle riportando alla luce un regno ormai dimenticato e una volta giunto a palazzo le porte si riaprirono nuovamente. Quel giorno tra la popolazione si sparse la voce che il valoroso principe era tornato e che era stato merito di quel forestiero dagli occhi blu. La gente non si chiese come avesse fatto, se fosse un mostro o chissà cos'altro; interesssava solo che il principe fosse lì con loro. Neanche Dean sapeva darsi una risposta: di quell'anno passato agli inferi ricordava solo grida, fuoco e fiamme e poi a un tratto si era ritrovato steso sul suo letto, nudo, con una voglia a forma di mano sulla spalla e un tipo strano davanti a sè."
"Anche io ritengo che Cass si un tipo strano" constatò David, abbottonandosi la camicia a quadri rossa e nera.
"Secondo me è molto carino invece."
"Io preferisco Dean."
"Solo perchè è un principe!"
"Io vorrei sentire come la storia va avanti."
"Dean, d'istinto, tentò di far fuori quell'angelo inquietante ma dovette arrendersi al fatto che fosse troppo potente per lui e accantonò l'idea. I due iniziarono a combattere fianco a fianco, imparando a conoscersi fino a che non servirono neanche più le parole per comunicare; a loro bastava guardarsi negli occhi. Grazie alla sua amicizia con Castiel, il principe ritrovò quell'umanità che pensava di aver perso e iniziò a presentarsi al popolo, girando per le strade del regno, rincorrendo i bambini, parlando con le donne e addestrando gli uomini. Castiel invece, non faceva altro che seguire Dean, ovunque egli si muovesse ed era felice così. La cultura del suo regno era molto diversa e ci mise un po' ad abituarsi ma Dean ebbe molta pazienza e gli insegnò tutto ciò che sapeva. Le gente, mentre i due giravano insieme per le strade, si accorse pian piano di come quei due ragazzi sembravano tutt'altro che amici; e non ci volle molto prima che se ne accorgessero anche loro."
"E così si innamorarono..." disse sognante Ilary, sostenendo la testolina con una mano.
"Le cose però non andarono nel verso giusto..."
"Oh cavoli!"
"Castiel fu richiamato nel suo regno; la sua missione si era ormai conclusa e Dean era salvo. Così fu costretto ad allontanarsi dal suo principe, nonostante non fosse facile e non volesse farlo. Dean non la prese molto bene: si arrabbiò, prese a pugni qualcuno ma infine avvolse Castiel in un ultimo abbraccio, lasciandolo infine andare." La classe rimase in silenzio per qualche secondo.
"E' finita?" La maestra annuì, alzandosi in piedi.
"Ma non può finire così! Dean e Castiel devono stare insieme e governare insieme il regno." La classe sembrava sconvolta dal finale.
"Il finale rimane aperto" ammise la maestra, sorridendo. "Castiel è costretto a tornare nel proprio regno, ma chi può dire se un giorno tornerà?"
"Il significato quindi è che l'amore non è fatto solo da gioie ma anche momenti difficile e dolorosi e che non è mai detta l'ultima parola, giusto?" La maestra sorrise, compiaciuta della sua classe.
"Secondo me, alla fine Dean segue Cass. Mio padre farebbe così" ammise David.

Ah, quanta saggezza può sorgere dall'ingenuità!
   
 
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