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Autore: mari05    19/10/2017    0 recensioni
Sua madre bussò proprio nel momento più sbagliato.
“Non è niente… è solo che…”
“Vuoi che ti aiuti?”
“Io quella roba non la prendo.”
“Se ti fa stare meglio…”
ATTENZIONE: il rating potrebbe DECISAMENTE cambiare durante il corso della storia.
Genere: Fluff, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Quasi tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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il peggior errore di un uomo? Lasciare che sia un altro a far ridere la sua donna
 
Il giorno seguente, a scuola, Percy si ritrovò senza aver studiato praticamente niente, stanco, con gli occhi arrossati e i vestiti meno decenti della storia dei vestiti meno decenti (sì, c’è anche la storia dei vestiti meno decenti)
Quando Annabeth lo vide davanti al portone dell’edificio scolastico, quasi non le venne un colpo.
“Percy… ma che ti è successo?” domandò.
“Mmm… niente… è che ho dormito davvero pochissimo” rispose lui stiracchiandosi.
Annabeth lo baciò. Percy la strinse di più a sé, approfondendo quello che prima era stato solo un bacio innocente.
“Hei, voi due! Entrate!” li bacchettò il professor Squirtle, un ometto bassino e scorbutico che, guarda caso, insegnava proprio biologia.
Con difficoltà, i due si staccarono e si diressero all’interno della scuola, mentre Squirtle continuava a ripetere cose del tipo: “Bah, i giovani di oggi…”
Percy raggiunse le mani di Annabeth, e, stando bene attento a non farsi vedere da nessuno di indesiderato, le sussurrò nell’orecchio:”continueremo quello che si è interrotto poco fa, non preoccuparti.”
Annabeth arrossì completamente prima di dargli un bacetto sulla guancia e andarsene.
Lei matematica e lui letteratura.
Letteratura.
Percy storse il naso. Come avrebbe detto alla Brown che non aveva aperto neanche un libro?
Ci penserò dopo, pensò mentre entrava nell’aula.
Il ragazzo fece una faccia disgustata nel vedere quell’aula di scimmie.
Davanti a lui c’erano altri sedici ragazzi che ti tiravano palline di carta imbevute di sputo senza mirare ad un luogo preciso, ma non appena Percy entrò divenne il loro bersaglio.
Si coprì la faccia mentre decine di palline di carta gli arrivavano addosso.
“Che schifo” borbottò quando la tempesta finì.
Andò a sedersi al suo posto e aspettò la prof in silenzio.
Quando entrò, accennò un sorrisetto timido.
La professoressa Brown era stata l’unica professoressa ad opporsi alla bocciatura dopo tanti mesi d’assenza e che lo aveva aiutato non solo nella sua materia, ma anche in altre come matematica, chimica e biologia.
“Buongiorno.” Disse raggiante.
Volse un fugace sguardo a Percy e storse il naso.
Aveva capito qualcosa.
Percy nascose la faccia dentro il cappuccio della felpa extralarge che portava.
“Allora” disse, aprendo il libro. “Oggi avevamo…?”
“Orgoglio e pregiudizio” disse una tipa dietro di lui. Com’è che si chiamava? Ah, sì, Amanda.
Non l’avesse mai detto.
Percy si sentì quasi costretto ad alzare la mano e a dire: “Prof?”
La Brown si voltò verso di lui e si soffermò un attimo sui suoi occhi. “Sì?”
“Be’…” Percy arrossì.
La Brown lo incitò a continuare. “Allora?”
“Io… io non…”
La prof alzò un sopracciglio. “Va bene”
Percy sapeva che la professoressa aveva capito anche se non lo aveva detto.
Con lei era così. Non voleva metterlo in imbarazzo.
La lezione trascorse lenta e noiosa.
Percy fece addirittura un paio di interventi, visto che la prof si era soffermata anche su Amleto, la lettura che avevano letto prima.
Fu contenta di vedere che il libro era piaciuto a Percy, e per questo gli fece un paio di domandi un po’ di domande a cui lui però non seppe rispondere.
“Non preoccuparti” disse, notando il suo sguardo.
Alla fine della lezione, la professoressa lo fermò per parlargli.
“Oh” mormorò Percy, “ho…fatto qualcosa?”
“No, no,” rispose sorridendo, “volevo solo sapere perché non hai completato gli esercizi su Orgoglio e Pregiudizio. Erano facili, no?”
Percy arrossì.
“Be’, io non… non mi sentivo tanto bene, ieri. Non ho fatto neanche gli altri compiti.”
La prof lo squadrò.
“Se c’è qualcosa che non va puoi parlarmene, Percy. Lo sai che non lo dirò a nessuno.”
Percy annuì, a disagio.
“Quindi…”
“Non mi sentivo bene” ripeté lui, uscendo dall’aula, notando subito dei riccioli biondi tra la folla.


“Hei! Passato il sonno?” domandò Annabeth, prima di ricevere un bacio più appassionato dell’altro.
“Mmm… sì.”
Annabeth gli cinse il collo e sorrise. Com’era bello, il suo ragazzo.
Mentre si dirigevano nell’aula di biologia, che avevano in comune, chiacchierarono un po’.
“Quindi il test di chimica è per la prossima settimana?” domandò curiosa lei.
Percy scosse le spalle, un chiaro segno che non lo sapeva.
“Sei sempre il solito, Testa d’Alghe!” disse lei ridendo.
Non ebbe il tempo di rimproverarlo che ritrovò la lingua del suo fidanzato nella sua bocca.
Caspita, quanto era bello.
“Ti amo”
“Ti amo anch’io.

   
 
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