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Autore: Mr Apricot    20/10/2017    0 recensioni
[TRAILER: http://youtu.be/ndfs75Lblkk]
Nome?
-Andrea
-Alberto
Età?
-18 anni
-Prossimamente 19!!
Segni particolare?
-Nessuno...
-Vediamo, occhi verde-ghiaccio, tanti e troppi tatuaggi...insomma, mi si vede lontano un miglio che sono io!
Sapresti definire il tuo carattere con una sola parola?
-Lunatico...molto!
-Solare!
Che lavoro fanno i tuoi genitori?
-Mio padre!? Psicologo...
-Ho solo una madre! Psicologa...che stress!
Che rapporto hai coi tuoi genitori?
-Mi sono dimenticato di dire che mio padre come secondo lavoro si impegna a rovinarmi la vita!
-Da piccolo mi usava come una cavia per i suoi studi...diciamo che il nostro rapporto non è certamente cominciato col piede giusto!
Come definiresti la tua vita sociale?
-Inesistente...
-Molto spesso mi sveglio con gente che non ho mai visto in vita mia! Ahah!
Etero o gay?
-Nessuna delle due...è normale?!
-Decisamente gay!!
Quante volte l'hai fatto?
-Mai!
-Troppe...
Ultima domanda: a cosa non potresti mai rinunciare nella tua vita?
-Facile: alla danza hip hop!
-E c'è da chiederlo?! Alla danza hip hop ovviamente!!
Genere: Fluff, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 17: SORRY NOT SORRY (Demi Lovato).
 
 
 
Dott.ssa Lucia Martin’s POV:
 
Mi schioccai lentamente le mani, mentre osservavo
nauseata il solito libro di testo del Giurassico che
il Rettore dell’Universita mi aveva costretto ad usare
per il mio corso di Psicologia Infantile...
 
“Buongiorno Professoressa!”, una voce femminile
e su di giri mi distrasse dal mio imminente
conato di vomito.
 
Alzai la testa e mi ritrovai davanti ad una giovane
ragazza con un taglio di capelli simile al mio...
ma con meno classe.
La mia attenzione però venne catturata
da due enormi orecchini a cerchio che dondolavano
come altalene dai lobi delle sue orecchie...
Ecco che mi tornava il conato di vomito per lo schifo.
 
“Preferisco Dottoressa”, precisai con un sorriso glaciale.
“Se non le dispiace...insegno a voi povere menti
ingenue per il solo fatto che in questo modo
mi danno i soldi per tutte le mie ricerche”, spiegai.
La sincerità era una delle mie doti migliori dopotutto.
 
“C-certo”, balbettò lei, presa alla sprovvista.
“Comunque volevo dirle che ho seguito con molto
interesse il suo corso!”, si affrettò ad aggiungere poi.
Ma che lecchina...
In quel momento mi scattò la repulsione
totale per quella ragazza, che guardai con un
sorriso da gatta.
Decisi che l’avrei bocciata...
 
“Bene, bene...”, tagliai corto. “Perché non
cominciamo a dire quali sono le caratteristiche della
sessualità infantile secondo Freud?”, domandai poi,
dando inizio all’esame.
 
“Sì!”, fece lei. “Al-lora”, stava partendo già insicura?
molto bene... “Diciamo che secondo Fr...”, cominciò.
 
Diciamo?”, domandai alzando un sopracciglio,
fintamente perplessa. “Chi è che lo dice?”.
 
“Beh...”, balbettò lei. “Noi...”, cominciò.
 
“Io e lei?”, alzai l’altro sopracciglio con aria sconvolta.
 
“Gli studiosi...”, provò a dire.
 
“Quali studiosi?”, domandai. “È troppo generico dire ‘gli studiosi’,
dal momento che ognuno può essere d’accordo oppure no!”
 
Mi guardò con aria spaventata, completamente ammuttolita.
 
“Allora?”, la incalzai, sbuffando spazientita. “Qualche nome?”
 
“Non saprei...”, rispose con voce bassissima, dopo
un’infinità di tempo.
 
“Direi a questo punto che uno studio meno superficiale
non può che farle bene”, la salutai con un sorriso a trentadue denti.
 
Segnai la sua bocciatura sul foglio prestampato, porgendoglielo poi
con aria cordiale per farmi mettere la firma, dopodiché, nel
mentre in cui aspettavo la prossima vittima, sbarrai la casella della
bocciatura di tutti gli altri studenti presenti sull’elenco.
 
Non era proprio giornata.
 
Payback is a bad bitch 
 
Tornai a casa a notte fonda, dove naturalmente non
trovai anima viva.
Alberto era in giro chissà dove...
 
Mi buttai sul divano coi piedi doloranti e una scatola
di cibo giapponese da asporto che avevo preso
lungo la strada.
 
Fino a poco tempo fa il fatto di non trovare a casa Alberto
non mi faceva nè caldo nè freddo.
In fondo non ero esattamente il tipico esempio di madre amorevole...
per cui in un certo senso non mi stupiva il fatto che preferisse
passare il tempo fuori.
Ora tutto invece mi sembrava così diverso.
 
Mi veniva l’ansia al pensiero che si fosse andato
a infrattare da qualche parte per limonare con
qualche sconosciuto...qualche sconosciuto che poteva
essere più grande e grosso di lui e fargli del male.
 
Cercai di scacciare dalla testa il pensiero
di mio figlio che copulava con un uomo...
anche perché sinceramente l’ultima
cosa che volevo era scendere nei dettagli...
 
And baby, I'm the baddest
 
Mi domandai dove avessi sbagliato...
 
Ero stata davvero così sciocca da non accorgermi di
una cosa del genere?!
 
E sì che ero una psicologa infrantile coi controcazzi!
 
Mi sentii tutta d’un tratto tremendamente stupida e incompetente...
 
Now I'm out here looking like revenge 
 
Ero così...arrabbiata, ferita, delusa...e forse anche spaventata,
da tutta la situazione, per quanto cercassi di non darlo a vedere,
facendo finta che fosse tutto tornato alla ‘normalità’...
Non sapendo neppure io come comportarmi.
 
Non sapevo nemmeno in quali e quante percentuali ce l'avevo con
me stessa, con Alberto, con Giuseppe, con Marco e col resto del mondo...
 
Forse avevo bisogno anch’io di uno psicologo?
 
Feelin' like a 10, the best I ever been 
 
Dlin dlon.
 
Per poco non saltai sul divano con tutto il cibo per aria,
al suono improvviso del campanello.
Ritornando a mente lucida nel giro di pochi
istanti, mi affrettai ad alzarmi e ad andare ad aprire,
pensando che fosse Alberto.
 
“Buonasera.”
 
And yeah, I know how bad it must hurt 
 
Invece di mio figlio mi ritrovai davanti una versione
elegantemente vestita di Marco, il padre di Andrea.
 
Alzai mentalmente gli occhi al cielo.
 
Era da quando mi aveva fatto quella specie di ‘proposta di matrimonio’
che mi stava col fiato addosso...anzi no, era sempre stato così.
Nonostante poi avesse specificato che ‘mi avrebbe lasciato tranquilla
e dato del tempo, senza mettermi pressioni, per riflettere sulla cosa’!
 
Che psicologia spicciola!
 
Lo guardai senza neppure sforzarmi di sorridere.
“Che ci fai qui?”, mi limitai a chiedere.
 
To see me like this, but it gets worse (wait a minute) 
 
“Visto che mi hai detto che eri a casa...”, cominciò.
“Pensavo di venirti a fare un po’ di compagnia”, spiegò.
 
Guardai lui, tutto vestito a puntino, con tanto di giacca...ma senza cravatta, grazie a Dio!...e poi guardai me, vestita con un vecchio pigiama infeltrito, che non mi ricordavo quando avessi comprato, e dei calzettoni di spugna.
Lo feci accomodare con una smorfia.
 
Non passarono neppure due secondi di silenzio che cominciò
a parlare, chiedendomi dei miei studi e delle mie ricerche,
cose di cui non volevo sentir parlare dal momento che era
da quattro mesi a questa parte che me li sognavo la notte...
passando poi a discorsi di attualità, ultime notizie, eventi
e conferenze in cui mi buttava lì un invito subbliminale...
 
Lo osservai senza ascoltarlo, rendendomi conto di come dopotutto 
la sua psicologia spicciola sotto sotto dava i suoi frutti...standomi intorno
praticamente in ogni momento, era l’unica persona che era presente
anche nei miei momenti di crollo, come quando erano
arrivati a casa quei foto-montaggi di Alberto che mi hanno
fatto scoprire la verità...e sapevo che lui non aspettava altro che quei
momenti in cui ero più vulnerabile.
 
Now you're out here looking like regret 
 
“Comunque sia...”, fece ad un certo punto, combiando
completamente tono di voce. “Credo che tu debba fare attenzione
al fratello del compagno di Giuseppe.”
 
“Cosa?!”, domandai sgranando gli occhi.
Se c’era una cosa di cui non volevo sentir parlare 
erano le vicende di quella famiglia!
 
Perché Marco era arrivato a dirmi una cosa del genere,
malgrado sapesse che così facendo stava perdendo
punti-stima ?!
 
Lo vidi fare un sospiro profondo
e poi iniziò a raccontare.
“Ecco, vedi, l’altro giorno...”
 
Ain't too proud to beg, second chance you'll never get 
 
Dopo tutto quello che mi raccontò Marco, riguardo a questo Luca, per il quale Alberto era palesemente infatuato, e suo fratello, che aveva sì e no lo stesso effetto su Giuseppe, avevo una grande confusione in testa.
 
Me ne stavo sdraiata sul letto, al buio, nel cuore della notte, incapace di prendere sonno.
 
C’era qualcuno che era riuscito a far innamorare Giuseppe...cosa di cui io penso di non essere mai stata capace.
 
C’era qualcun altro che, consapevole o meno, aveva il cuore e la testa di Alberto tra le mani...quando io a malapena avevo la sua attenzione.
 
Prendendo consapevolezza di questa cosa, sentivo il mio cuore sprofondare sempre di più, verso un abisso...
 
And yeah, I know how bad it must hurt to see me like this 
 
Un tintinnare di chiavi fece improvvisamente capolino ad un’ora non meglio precisata della notte, seguito dal rumore della porta d’ingresso che si apriva e si chiudeva e poi dai passi di qualcuno che girava per la casa.
Alberto era tornato.
 
Come tutte le altre volte, si andò a chiedere subito nella sua stanza.
 
Fu dopo qualche istante di silenzio che cominciai a sentire dei colpi, ovattati, qualcosa che batteva sul muro.
 
Mi alzai allarmata, ma quando improvvisamente i colpi cessarono e udii chiaramente dei singhiozzi, mi bloccai di colpo, ritrovandomi seduta sul bordo del letto.
 
But it gets worse (wait a minute)
 
Mio figlio stava piangendo...e malgrado il mio ruolo fosse quello di essere, da sola, il pilastro e il sostegno della mia ‘famiglia’...non c’era nulla che potessi fare in quel momento...perché sapevo che Alberto non si sarebbe mai aperto con me, soprattutto dopo quello che era successo.
Ero completamente impotente e potevo solo rimanere a sentire mio figlio piangere nella notte...
 
Now payback is a bad bitch 
 
Dovevano essere qualcosa come le quattro e mezza del mattino, quando decisi di alzarmi dal letto malgrado fossi completamente rincoglionita.
Tanti erano i pensieri che vorticavano nella mia testa da non riuscire  più nemmeno a rimanere ferma.
 
Andai in cucina a riempirmi una tazza con la macchinetta del caffè...nella mia apatia generale nei confronti del mondo, mi immaginai vista da fuori, come una psicopatica che continuava a premere ininterrottamente il tasto per far uscire il caffè, con la stessa insistenza con la quale si schiacciava il tasto per far attraversare i pedoni al semaforo.
 
Mi sentivo prendere e buttare giù dallo sconforto più atroce...semplicemente mi sembrava di aver sbagliato tutto, tutto nella mia vita!
 
And baby, I'm the baddest 
 
Ripensai con la testa, a tantissimi anni indietro, in quei ricordi che avevo cercato di dimenticare...quando mi sembrava di essere felice.
Ero cresciuta praticamente insieme a Giuseppe, fin da piccola mi ricordo che lui c’era sempre stato...
 
I nostri padri erano amici di vecchia data e avevano fondato un’impresa insieme...questo spiegava il perché mi ritrovassi sempre con lui...entrambi figli unici di quelle famiglie d’altri tempi.
 
C’era mia madre poi che mi riempiva la testa, ogni volta che ci vedeva insieme, dicendo che un giorno ci saremmo sposati.
Eravamo come promessi in un certo senso, sembrava tutto già deciso.
Ma erano parole che all’epoca per me non avevano alcun significato...
 
You fuckin' with a savage 
 
Poi siamo cresciuti, lui è cresciuto, diventando quel bellissimo ragazzo da cui, giorno dopo giorno, mi sentivo sempre più attratta. E nella mia testa, forse anche per colpa delle continue chiacchiere di mia madre, davo per scontato che fosse mio.
 
Nel piccolo paesino dove stavamo in fondo non c’erano mai grossi cambiamenti, i giorni si seguivano uguali e tranquilli, lentamente...e lui diventava sempre più bello per me.
 
Can't have this, can't have this (ah) 
 
Arrivarono poi gli anni dell’Università, in cui per la prima volta andammo da soli, lontano da casa, in una grande città...e fu lì che mi resi conto di aver paura della ‘concorrenza’...ritrovandomi di punto in bianco in mezzo a tante ragazze diverse...dove io in fondo ero solo una tra le altre.
 
E così cominciai a farmi avanti, perché per quanto stupido, avevo occhi solo che per lui.
 
And it'd be nice of me to take it easy on ya, but nah
 
Da lì poi cominciò tutto, le mie dichiarazioni, al quale inizialmente non ebbi una risposta...e passai qualche anno stupidamente sospesa così, dove un giovane quanto occhialuto Marco Latorre cominciò a gironzolarmi intorno, persona al quale davo attenzioni per il semplice fatto che era diventato amico di Giuseppe...e poi la madre di Andrea, sempre acida nei miei confronti...
 
Baby, I'm sorry (I'm not sorry) 
 
...e altri ancora di cui a stento riuscivo a ricordare il volto...
Perché alla fine per me esisteva solo lui, Giuseppe.
 
Tutti quanti dicevano che ero la sua ragazza...il problema è che non abbiamo mai fatto nulla in tal senso...
 
Baby, I'm sorry (I'm not sorry) 
 
Fu però soltanto qualche anno dopo l'università, che sembrò improvvisamente accorgersi di me...finché non mi sposò, momento in cui pensai che finalmente sarei stata felice.
 
Being so bad got me feelin' so good 
 
Ma non fu così...
 
Showing you up like I knew that I would 
 
Fino a quando non mi lasciò, non riuscii a capire, a vedere chiaramente cosa stava succedendo...
 
Baby, I'm sorry (I'm not sorry) 
 
E mi ritrovai improvvisamente la vittima di una fitta rete di bugie e false verità...
 
Avevo sprecato una vita ad amare un uomo che era gay e che non poteva esprimerlo apertamente.
Sapevo che anche lui come me era una vittima, ma per quanto ci ragionassi, faceva male sentirsi rifiutata per qualcuno del genere completamente opposto, così di punto in bianco!
Mi sentivo come se fossi stata io quella sbagliata, che non andava.
 
Baby, I'm sorry (I'm not sorry) 
 
Rivedevo così certi discorsi delle nostre famiglie, dei nostri amici, con una luce completamente diversa...in quel modo di parlare e scherzare per allusioni e metafore...
Senza che ci sia mai stato qualcuno che in fondo mi avesse parlato apertamente...forse, se ci fosse stato, a quest’ora non mi sarei ridotta così.
 
Feeling inspired 'cause the tables have turned 
 
Mi ero riugiata nello studio, nelle ricerche, volendo perdere ogni contatto col mondo...con la promessa poi che non avrei mai più sprecato la mia vita così.
 
Yeah, I'm on fire and I know that it burns
 
Ma il caso ha voluto che nonostante volessi dimenticare quell’uomo che aveva fatto sentire qualcosa come trent’anni della mia vita come uno scherzo, mi ritrovai a portare in grembo suo figlio.
Mio figlio.
 
Baby, fineness is the way to kill 
 
Lo crebbi cercando di renderlo diverso dal padre...volevo che fosse più simile a me.
 
Tell me how it feel, bet it's such a bitter pill 
 
Forse mi illusi di farlo.
 
And yeah, I know you thought you had bigger, better things 
 
Ma non ci riuscii...
 
Bet right now this stings (wait a minute) 
 
Alberto alla fine si era rivelato, nonostante tutto, completamente diverso sia da me, che da Giuseppe, per quanto fisicamente si assomigliassero molto.
Ma era come se in un certo senso avesse spezzato quella catena di eventi che, partita dalle nostre famiglie, avesse portato a rovinarci la vita, rovinandola poi, nel mio caso, a chi mi stava intorno.
 
'Cause the grass is greener under me 
 
E aveva avuto il coraggio e la forza di farlo.
 
Bright as technicolor, I can tell that you can see 
 
In quel momento, di fronte a tutti i casi clinici che avevo affrontato, dove, a volte anche per poco, si era intrapresa una strada difficile e senza ritorno...mi resi conto di quanto fosse stato davvero forte ad affrontare tutto, e soprattutto di quanto mi sentissi orgogliosa di lui.
 
And yeah, I know how bad it must hurt to see me like this 
 
Cosa avevo fatto io per meritarmi un figlio del genere?
 
But it gets worse (wait a minute)
 
Pensai a tutti i suoi tatuaggi, il suo modo di vestire, il suo piercing...come fossero una sorta di armatura che si era costruito pian piano per difendersi e affrontare da solo il mondo...fatta di valori, idee, giuste e sbagliate che fossero, e soprattutto sogni.
 
Now payback is a bad bitch 
 
E ora da quello che mi aveva raccontato Marco, quello che avevo vissuto io direttamente sulla mia pelle, sembrava si stesse per riversare anche su di lui...
 
And baby, I'm the baddest 
 
Ammettevo di non essere mai stata in grado di fare la madre.
 
You fuckin' with a savage 
 
Ma non avrei permesso che la storia si ripetesse.
 
*****
 
Can't have this, can't have this (ah) 
 
Spalancai le porte del bar con aria plateale, seguita da un’ansiamente quanto spaventata Marta, la mia paffuta quanto precisa assistente personale.
 
“Dottoressa Martin, la prego!”, bisbigliò tra un respiro e l’altro, sconvolta dal mio improvviso interesse per il genere umano.
 
And it'd be nice of me to take it easy on ya, but nah
 
Ci fu un movimento generale di occhiatacce, dal momento che si trattava di un locale gay pieno di bimbi minchia e trentacinquenni che cercavano in tutti i modi di rimorchiare...e come al solito una sensibile minoranza di quote rosa che si guardavano tra di loro con lo stesso entusiasmo dei cani quando si incontrano per strada...dove io ero un pesce fuor d’acqua dal momento che mi ero presentata con uno dei miei soliti tailleur eleganti.
 
Baby, I'm sorry (I'm not sorry) 
 
“Salve!”, trillò con finto entusiasmo un barman piuttosto effeminato non appena mi avvicinai al bancone. Palestrato, tatuato e più curato di un modello da copertina...ma semplicemente banale.
“Buonasera”, risposi seccata mentre sentivo le mie ovaie atrofizzarsi a quella vista.
“Sto cercando un certo Luca Nobili”, dissi poi.
 
Baby, I'm sorry (I'm not sorry) 
 
“Luca?”, ripeté il barman, facendo una faccia stupita. “Sì, sta lì”, disse indicando un angolo del locale.
Intravidi una piccola folla di ragazzi poco più in là, seguendo la direzione indicatami dal barman, alla ricerca di una faccia conosciuta, dal momento che avevo incaricato Marta di farmi avere un profilo completo su questo ragazzo particolare e sul fratello.
 
Being so bad got me feelin' so good 
 
Ci misi un po’ a mettere a fuoco quello che stavo cercando...colpa degli occhi che si lasciavano scappare gradi un pochetto alla volta...ma quando lo trovai, non ci fu Marta e contegno sociale che mi tennero, mi ritrovai a marciare a grandi falcate verso la mia vittima.
 
Showing you up like I knew that I would 
 
Notai un movimento generale di ragazze e ragazzi nel fiore dell’età che non appena si accorsero della mia presenza si scansarono scandalizzati...la cosa paradossale era che non ero io quella vestita in modo strano.
Puntai gli occhi su un ragazzo piuttosto alto e carino...dovevo ammettere che Alberto aveva ottimi gusti.
“Buonasera”, abbozzai un finto sorriso non appena calò il silenzio generale e quel Luca Nobili si girò verso di me, conteso da tre ragazze. “Sei tu Luca Nobili?”, domandai già sapendo la risposta.
 
Baby, I'm sorry (I'm not sorry) 
 
“Sì...”, balbettò quello confuso e impressionato. “Lei chi è?!”, si affrettò subito a chiedere.
“Qualcuno che vorrebbe parlare un minuto con te”, rimasi vaga.
“Voglio sapere chi è?”, ripetè lui con più decisione.
Sbuffai mentalmente spazientita. 
Ero indecisa se cominciare a urlargli subito in faccia o concedergli di salvarsi la faccia con gli amichetti.
 
Baby, I'm sorry (I'm not sorry) 
 
“Che vuole?!”, si intromise improvvisamente un’altra voce, nel mentre in cui un ragazzo più mingherlino si frappose tra me e Luca.
Dai capelli ridicoli e dalla faccia da gallina piena di brufoli, riconobbi in lui quello che era attualmente il fidanzatino di Giuseppe e il famigerato fratello mangiauomini di Luca.
 
Feeling inspired 'cause the tables have turned 
 
“Mi chiamo Lucia...Martin Lucia”, dissi col mio fare professional e aria teatrale.
Vidi il ragazzetto davanti a me sbiancare di colpo. Ma fu un attimo.
“E cosa vuole?”, cercò poi di dire quello sulla difensiva.
 
Yeah, I'm on fire and I know that it burns
 
“Sono venuta ad avvisarvi”, cominciai calma. “Di non provare a giocare coi sentimenti nè di mio figlio...”, dissi guardando Luca fisso nelle palle degli occhi. “...Nè del mio ex marito”, continuai spostando gli occhi in quelli del fratello minore. “O sarà l’ultima volta che lo farete...ci siamo intesi?”
 
*****
 
Talk that talk, baby 
 
Come previsto, non passarono neanche dieci minuti da quando uscii da quel locale che mi arrivarono telefonate a mitraglia da Giuseppe, che ignorai, per ritrovarmelo poi furente e minaccioso quanto un criceto con la rabbia, davanti al vialetto di casa.
 
Better walk, better walk that walk, baby 
 
“Ma sei diventata matta?!”, mi urlò battendo i pugni sul finestrino della macchina.
Sbuffai spazientita tra me e me, prima di scendere con un movimento elegante e sinuoso delle gambe...completamente inutile in quella circostanza ma tuttavia impostomi dalla mia dignità.
 
If you talk, if you talk that talk, baby 
 
“Cosa vuoi?”, domandai guardandolo dritto negli occhi.
“Come sarebbe a dire cosa voglio?!”, sbottò lui, sgonfiandosi di colpo per la sorpresa.
 
Better walk, better walk that walk, baby 
 
“Cosa vuoi?”, ripetei ferma. “Sei venuto fino a casa mia a urlare e picchiare la mia auto, per...?”, dissi con un lieve movimento delle sopracciglia.
“Sei andata...”, cominciò con un tono apparentemente calmo, ma che trasudava rabbia da tutti i pori. “A minacciare il mio fidanzato e suo fratello!”, disse con fare ovvio. “Cosa cazzo ti è saltato in mente!?”
 
Oh yeah 
 
“Punto primo”, dissi alzando l'indice. “Io sono semplicemente andata a dire che non si devono permettere di prendersi gioco di te e Alberto. Punto Secondo”, aggiunsi alzando il medio. “Scusa se mi permetto, ma spero vivamente che il ragazzo per la quale hai voluto divorziare fosse meglio di quello che ti sei trovato ora!”, perché okay essere mollate da uno che era gay, ma almeno andarsi a mettere con un bravo ragazzo...e non con un caso umano!
 
Talk that talk, baby 
 
Lo vidi diventare improvvisamente rosso per l’imbarazzo.
“Sì...”, bofonchiò. “Stefano era un bravissimo ragazzo”, si limitò a dire.
“E come mai non stai più con lui?”, domandai.
“È...morto”, disse solo.
“Condoglianze”, risposi, spalmandomi mentalmente una mano in faccia.
 
Better walk, better walk that walk, baby 
 
“È successo tanti anni fa”, provò a dire.
“Vedo...”, mi limitai a rispondere. Era evidente che non aveva ancora metabolizzato la cosa. Una ferita ancora aperta a cui non aveva concesso il tempo per guarire.
 
If you talk, if you talk that talk, baby 
 
Ora cominciavo a capire perché fosse così ingenuo e vulnerabile...per non dire stupido.
“Quindi?”, chiesi poi per riprendere il discorso. “Stavamo parlando di...?”
 
Better walk, better walk that walk, baby
 
Lo vidi fare un respiro profondo per cercare di ricomporsi. “Stavamo dicendo che per colpa tua Paolo mi ha mollato”, disse lentamente, senza nessuna emozione nella voce.
Per colpa mia?”, risi ironica.
 
Baby, I'm sorry (I'm not sorry) 
 
“Io penso che non ci fosse tutto questo grande feeling se veramente ti saluta così”, commentai.
“Già...”, rispose lui rimanendo atono.
 
Baby, I'm sorry (I'm not sorry) 
 
In quel momento vidi Giuseppe sotto una luce diversa...
 
Being so bad got me feelin' so good 
 
Non era più l’uomo che mi faceva sentire costantemente inadeguata, ai miei occhi sempre e comunque perfetto...ma semplicemente un bell’uomo tra tanti...
 
Showing you up like I knew that I would 
 
Non provavo più nessun tipo di attrazione per lui...se non un profondo affetto.
 
Baby, I'm sorry (I'm not sorry) 
 
Fu in quell’istante che sentii qualcosa sciogliersi all’altezza del cuore, come il peso di un masso che avevo portato per così tanto tempo, da averlo dimenticato...mi sentii improvvisamente più leggere, rilassata, serena.
 
Baby, I'm sorry (I'm not sorry) 
 
Sicuramente potevo dire di essere finalmente libera.
 
Feeling inspired 'cause the tables have turned 
 
“Andiamo”, dissi poi, rompendo il silenzio che si era creato tra noi e prendendolo per mano per accompagnarlo. “Ti preparo un the caldo e parliamo dentro.”
 
Yeah, I'm on fire and I know that it burns
 
Lo vidi sussultare a quel contatto, preso alla sprovvista, dopo tanti anni.
 
Payback is a bad bitch 
 
“Da dove hai tirato fuori tanto affetto per me?”, domandò sbalordito. A quelle parole scoppiai a ridere, di una risata genuina e sincera.
 
And baby, I'm the baddest 
 
“Vedi...sono una donna piena di risorse...”
 
I'm the baddest, I'm the baddest
 
 
 
SPAZIO AUTORE:
 
Ebbene sì! Sono tornato! Lo so che mi davate per disperso...e in un certo senso lo sono stato, in questi ultimi due mesi...anzi lo sono ancora tecnicamente xD
Che dite di questo capitolo a effetto sorpresa??! Non so manco a me da dove sia uscito, dal momento che i protagonisti indiscussi sono i nostri doubleA...ma mi serviva per chiarire un paio di cosucce lasciate lì a metà da tempo (e aprirne altre OVVIAMENTE muahahahah!!!) 
Fatemi sapere cosa ne pensate ragazzi ;)
Dedico questo capitolo a quella famiglia che non mi ha accettato...e a quella che contrariamente ad ogni logica mi ha accolto <3
Detto ciò, per qualsiasi cosa sono sempre qui!
Al prossimo capitolo pargolotti miei!
 
mr Apricot
 
Passe nel mentre avete per caso disegnato o scritto qualcosa prendendo spunto dalle mie storie, fatemi sapere che condividiamo XD
  
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