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Autore: Cailiel    20/10/2017    0 recensioni
Adriel Rosewain non potrebbe essere più felice di così. Presto sarebbe tornata ad essere Adriel McLeon e basta.
Beh, non proprio e basta... Sarebbe tornata ad essere Adriel McLeon ma con sei zeri nel conto corrente.
Il suo matrimonio con Dante Rosewain era miseramente fallito e lei ci aveva guadagnato due case, il 30% dei suoi soldi e uno stipendio mensile di diecimila dollari australiani. La vita potrebbe andare meglio di così? Certo che sì: ora che Derek, il suo primo amore, è tornato nella sua vita.
Genere: Commedia, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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(Mi hanno appena informato che il capitolo precedente è pieno di errori, prometto che lo cambierò! Scusate tanto!)

STRESS EATING

-Adriel mangia più piano.- Giselle alzò gli occhi al cielo completamente inorridita dalla velocità con cui la figlia stava spazzando via il secondo piatto di pasta che le era stato servito. 
-No, stai zitta.- rispose Adriel fulminandola con gli occhi mentre si portava un altro boccone di spaghetti in bocca.

Dopo la sua esperienza sessuale con Derek, Adriel non aveva mangiato molto, era rimasta per praticamente 48 ore a digiuno e quel sabato mattina si era decisa ad andare a pranzare a casa dei suoi genitori stando certa di poter consumare un piatto decente e non qualcosa di surgelato e riscaldato.

-Dio mio, sembri appena scappata dalla fame.-
-Lasciala fare, Giselle, non vedevo Adriel mangiare con così tanto appetito da molto tempo.- Intervenne Lewis rivolgendo un sorriso bonario a entrambe le donne della sua vita. 
Giselle sospirò teatralmente: -Come dici tu, caro.- 
-Ti voglio bene, papà.- Adriel lo fece apposta a parlare a bocca piena e Giselle inorridì.

Dopo pranzo la donna più anziana disse che sarebbe andata a fare shopping e dopo un deciso "no, grazie" da parte di Adriel abbandonò l'abitazione con i nervi tesi come corde di violino.

-Ti vedo tesa, che succede?- domandò Lewis. Lui, a differenza di sua moglie, non aveva mai ficcanasato nella vita della figlia lasciandole i suoi spazi, questo aveva portato Adriel a diventare più aperta con lui creando un rapporto molto speciale.
-Non lo so, papà, è solo un periodo.- Adriel si strinse nelle spalle sistemandosi meglio sul divano.
-Come vanno le cose con Derek?- 
-Derek?- la giovane inarcò entrambe le sopracciglia.
-Ho immaginato che fra di voi fosse rinato qualcosa ora che il matrimonio con Emily è stato annullato.-
-Non lo so, non ci sentiamo da parecchio. Ho altro a cui pensare...-
-E Dante?- Lewis sembrava genuinamente curioso di sapere di più e Adriel si domandò se non ci fosse lo zampino di sua madre.
-Anche lui non lo sento da diverso tempo.-

Ora che ci pensava, non l'aveva ancora sbloccato da nessun social. Magari era il caso di farlo. Anche perché fra poco sarebbe stato il suo compleanno, magari un messaggio per fargli gli auguri avrebbe potuto farglielo.

Adriel dovette andarsene dalla casa genitoriale a metà pomeriggio per poter iniziare a prepararsi per l'evento di beneficenza che si sarebbe tenuto quella sera al Grand Hotel.
Aveva implorato il suo capo di mandare Jacob al suo posto ma lui era stato irremovibile e aveva chiuso il discorso dicendo che Jacob aveva comunque da lavorare e non sarebbe potuto venire.


 

Adriel finì di mettersi il lucida labbra color vino e guardò il risultato finale. Non era straordinaria come di solito avrebbe voluto apparire. Era passabile, niente di più, niente di meno. L'abito faceva la maggior parte del lavoro, era a sirena, dello stesso colore del lucida labbra e le fasciava il fisico in maniera quasi impeccabile; con le spalline e senza scollatura, l'ideale per una serata del genere.

Uscì di casa e salì sulla propria auto, Oscar si era offerto di passare a prenderla ma lei aveva rifiutato dato che sperava di andarsene il più in fretta possibile senza dover aspettare che lui la riaccompagnasse a casa.

L'hotel era incredibile, decorato in modo molto raffinato e semplice, quando la donna arrivò la sala degli eventi era già colma di uomini in smoking accompagnati da donne in abiti da cerimonia.

-Finalmente ce l'hai fatta ad arrivare, pensavo non ti avrei vista.- Oscar sbucò da in mezzo alla folla con una flûte di champagne in mano, elegantissimo nel suo smoking nero e farfallino. Aveva un gran sorriso stampato sulle labbra e i capelli erano impeccabili.
-Le grandi star si fanno aspettare.- Gli rispose ironicamente la sua segretaria facendolo ridere. Adriel accennò a un sorriso tirato, il suo rapporto con Oscar non era molto chiaro: dei giorni ridevano e scherzavano come buoni amici mentre in altri sembrava si volessero sgozzare con i denti.
-Volevo solo informarti che non sarò io a tenere il discorso di apertura.- Ed ecco spiegato perché Mr Pigrizia era così felice.
-Cosa?! E perché no?- Adriel era molto delusa, ci aveva lavorato molto, riciclando frasi e dichiarazioni di altre persone famose e rielaborandole in modo da far sembrare tutto molto originale e intelligente.
-A quanto pare all'ultimo hanno dato conferma di presenza anche i capi della fondazione e quindi l'ingrato compito toccherà a loro.-
-Quindi posso andarmene?- chiese speranzosa Adriel.
-Neanche per sogno.- Oscar sorrise per poi bere un sorso di champagne.

Quando fu il momento del famoso discorso di apertura, Adriel vide salire sul palco due persone che lei conosceva abbastanza bene: i genitori di Emeraude.
I due erano entrambi prestigiosi medici e tutti e quattro i loro figli avevano seguito le loro orme.

La mora tirò un sospiro di sollievo: l'orazione dei signori Smith era stata almeno dieci volte più elaborata di quella che aveva preparato lei ed era sollevata di aver risparmiato una figuraccia ad Oscar che, dal canto suo, non aveva ascoltato nemmeno una parola perché era troppo concentrato a giocare a Candy Crush con il cellulare nascosto sulle gambe.

Dopo la cena fu possibile accedere alla sala laterale a quella dove si trovavano adibita per la danza.

Adriel cercava di stare ai margini della sala per non essere notata, era la serata più vuota e inutile della sua vita; Oscar si era trovato la sua bella compagnia con cui stare  e lei vagava come un fantasma nella sala sperando di vedere qualche altro cameriere che servisse delle tartine o qualsiasi altro cibo perchè ne aveva bisogno, disperatamente.

-Hai intenzione di continuare ad evitarmi per tutta la serata?- sussurrò una voce bassa e roca al suo orecchio al che la ragazza sentì un brivido correrle lungo la schiena; il cuore le balzò in gola e dovette sbattere un paio di volte le ciglia per realizzare che non se l'era immaginato.

Si voltò trovandosi faccia a faccia con Dante, non si era nemmeno resa conto che l'uomo aveva appoggiato una mano sul suo fianco e la stava tenendo vicina a se. 

-Dante... Che ci fai qui?- gli chiese corrucciando la fronte. Che cliché. Pensò.
-Lavoro.- lui scrollò le spalle lasciando andare il suo fianco per portare la propria mano nella tasca dei pantaloni del completo.
-Ma è una serata di beneficenza.- 
-L'unica beneficenza che si fa qui è per i conti corrente degli imprenditori, è facile accordarsi dopo qualche calice di champagne di troppo. A proposito, vuoi? A me non piace- domandò porgendole la flûte ancora mezza piena.

Adriel non poté non sorridere a vedere la leggerezza con cui aveva parlato. Scosse la testa per rifiutare lo champagne e poi guardò meglio l'uomo che le stava di fronte.

-Finalmente ti sei fatto la barba.- notò vedendolo alzare subito gli occhi al cielo.

In quel momento un cameriere si fermò davanti a loro, teneva una mano dietro la schiena mentre nell'altra portava un vassoio colmo di pasticcini.

-I signori gradiscono un dolcetto?- chiese cortesemente.

Ad Adriel venne subito l'acquolina in bocca, guardò tutte quelle prelibatezze con occhi lucidi ma si costrinse a fare di no con la testa tornando a guardare Dante non appena l'inserviente se ne fu andato.

-Hai fame?- le domandò lui.
-Fra poco svengo... Hai visto che microporzioni di cibo ci hanno dato? Non dovevamo lottare contro la fame?- fece lei con tono melodrammatico.
-Mc?-
-Si, per favore.- 

Il biondo rise ed insieme, discretamente, uscirono dalla sala per poi andarsene dall'hotel con una certa fretta.
Adriel non si era nemmeno resa conto che aveva allungato la propria mano verso quella dell'uomo intrecciando le loro dita mentre lasciavano l'evento alle loro spalle.

 

Lucien abbassò la macchinetta fotografica per vedere gli ultimi scatti che aveva fatto: quanto bene ci avrebbe guadagnato da quelle foto. 

  
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