the way it used to be.
“Vuoi parlare di lui?” dice nella semi oscurità del corridoio. Il ragazzo è di nuovo davanti a quella dannata stanza. “E parliamo di lui, forza!”
Non si era accorto che Sam li avesse raggiunti. Meglio così. Sarà una cazzo di festa di famiglia e tutti staranno a sentire quello che ha da dire per mettere fine una volta per tutte alla questione.
Jack continua a dargli le spalle, la sua nuca è bassa, il collo teso e Dean vuole prenderlo a pugni in faccia. “Lui era la nostra famiglia. Mi ha salvato, ci ha parato il culo più volte di quanto si possa immaginare –“
“Dean,” Sam lo tira per una spalla. Non si era reso conto neanche di essersi avvicinato a tre centimetri dal ragazzo. Non si rende conto di niente.
“Cercava di fare la cosa giusta, ogni volta,” continua Dean e sta gridando adesso, ha il sangue al cervello, e Jack si gira a guardarlo, “lui– non puoi sapere cos’era. Non saprai mai niente di lui,” perde fiato, nella fretta di dire tutto, “e non era tuo padre, quindi smettila – ”
Il ragazzo lo studia attentamente. È calmo, mentre dice, “credi che sia colpa mia se lui non è qui adesso.”
“Bravo. Vedo che mi segui. Stai alla larga dalle sue cose,” dice, respirandogli addosso.
“Dean, smettila,” insiste Sam, cercando di tirarlo via.
Dean se lo scrolla di dosso e continua a fissare il ragazzo in attesa che se ne vada e smetta di girare intorno a quella porta.
“Credo di capire perché parlasse di te così tanto e in quel modo.”
Dean chiude gli occhi, la stanza traballa come se fosse ubriaco. “Non mi interessa cos’hai capito.”
“Non era un amico. Era...”
Le sue mani si stringono in pugni. Non riesce a vedere. E sta tremando. Vuole chiudergli la bocca. Dietro di lui, Sam mormora “Jack… per favore.”
Dean dà uno spintone al ragazzo, lo vede incassare il colpo e senza fare resistenza finire contro il muro. Jack non sembra alterato, solo confuso. Ma né lampadine né il sole minacciano di esplodere, al momento. Sam lo aiuta a rimettersi in piedi senza dire una parola. Dean ha bisogno d'aria.