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Autore: inzaghina    22/10/2017    6 recensioni
È il ventesimo anniversario della Battaglia di Hogwarts, la pioggia scende copiosa e Teddy sente la mancanza dei suoi genitori più che mai. Cercherà consiglio in un luogo inaspettato per far capire a Victoire quanto la ama e che lui, a differenza di suo padre, non fuggirà mai dal loro amore.
Riuscirà questa giornata così triste ad avere un epilogo felice?
[Storia partecipante al contest "If you want me to stay" indetto da Himeko Kuroba sul forum di efp.]
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Teddy Lupin, Victorie Weasley | Coppie: Remus/Ninfadora, Teddy/Victorie
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Tutto ciò che voglio

 

La figura solitaria, accovacciata tra la natura rigogliosa del cimitero di Hogsmeade, era difficile da notare. I pochi passanti camminavano veloci lì accanto, cercando di inzupparsi il meno possibile, non degnandolo di uno sguardo. Essere invisibile era una situazione nuova per lui, che fin da piccolo era stato piuttosto abituato ad essere al centro dell’attenzione, pur non trovandocisi a suo agio.
Non essere notato era decisamente una bella sensazione.
Il cielo plumbeo e la sottile pioggerellina che gli bagnava i capelli erano appropriati al suo umore; per essere primavera inoltrata faceva piuttosto freddo. Uno di quei freddi umidi che ti entrano nelle ossa e che possono essere curati solo da una lunga doccia calda, una cioccolata fumante ed una buona dose di Pozione Peperina. Forse avrebbe dovuto portarsi l’impermeabile, oppure evocarne uno, ma la pioggia non gli provocava alcun disagio.
La pioggia gli era sempre piaciuta e quel giorno non faceva eccezione.
Recuperò il suo tesoro più grande: la vecchia foto che portava con sé ovunque andasse. La osservò, nonostante conoscesse a memoria ogni particolare, cercando di imprimersela ancor meglio nella mente. Un sorriso gli sfuggì, repentino, guardando i sorrisi felici dei protagonisti dell’istantanea. Gli mancavano ogni giorno, ma in special modo gli mancavano oggi.
Si rendeva conto che nascondersi non fosse una grande idea, così come non era all’altezza della loro memoria. Però aveva bisogno di una pausa, di stare con loro e non pensare ad altro. Nascondersi lì significava sicuramente che sarebbe stato trovato, presto o tardi. E non gli sarebbe dispiaciuto se a trovarlo fosse stata una certa strega che compiva 18 anni proprio quello stesso giorno.
Sapeva che l’avrebbe vista più tardi ed era piuttosto ansioso. Gli era mancata così tanto nelle ultime settimane, visto che non si vedevano da Pasqua. Più passava il tempo e più si rendeva conto che aveva bisogno di lei, come dell’aria che respirava
Aveva soprattutto bisogno di vederla per via di come si erano lasciati l’ultima volta. Le parole che si erano detti e quelle che erano rimaste in sospeso lo avevano tormentato nelle ultime settimane.

“Non ti do affatto per scontato, lo sai … ma un periodo di studio all’estero è sempre stato il mio sogno nel cassetto e quest’opportunità è troppo importante … come puoi non capirlo?!”

“Non ti chiederei mai di rinunciare a qualcosa a cui tieni così tanto solo per me … e il ragazzo di cui mi sono innamorata non lo farebbe nemmeno con me”

Era anche per questo che era andato lì, incurante della pioggia. Voleva mostrarle quanto lei e la sua felicità contassero per lui. E voleva farlo al cospetto delle persone più importanti della sua vita.
 
***
 
Il gufo espresso raggiunse la Caposcuola mentre lasciava la classe di Incantesimi e si dirigeva in sala comune per l’ora buca prima del pranzo. Slegò la pergamena dalla zampa protesa del barbagianni, che si posò su una finestra, chiaramente istruito per attendere una sua risposta. Srotolò velocemente il messaggio, sperando che si trattasse di auguri di compleanno. Il sorriso svanì, non appena lesse le poche righe scribacchiate velocemente in una calligrafia disordinata che conosceva molto bene. Sospirò, recuperando una piuma dalla sua borsa, e scarabocchiò una veloce risposta sul retro della pergamena.
“Porta la mia risposta a chi ti ha mandato” disse al volatile, che tubò in risposta prima di spiccare il volo.
“Avvertite la preside che sarò di ritorno per la commemorazione di oggi pomeriggio” sussurrò alle compagne di dormitorio, che la osservavano interrogative.
“Tutto bene?” chiese la sua migliore amica, guardandola preoccupata.
“Spero di si” ribatté enigmatica, passandole la sua borsa e infilandosi il mantello, prima di correre giù per le scale verso l’ingresso, con i capelli biondi che le fluttuavano lungo la schiena.
Numerosi studenti cercarono invano di fermarla, salutandola o chiedendole dove stesse andando, ma la giovane corse fino a quando non raggiunse il cancello d’ingresso e si poté finalmente smaterializzare.
Pochi attimi dopo si trovava all’entrata del Cimitero dei Caduti della Battaglia di Hogwarts. Un luogo che era stato voluto dal Ministro Shacklebolt in persona e che si preparava ad ospitare la commemorazione del ventesimo anniversario della battaglia.
Era più che certa che lo avrebbe trovato lì.
Ci mise poco a scorgere una figura, seduta di fronte a due lapidi rivolte verso il castello.
I capelli fradici erano castani, un colore con cui non era solita vederlo. L’abbigliamento babbano era completato da un vecchio maglione che sapeva essere appartenuto a suo padre.  
Cercando di fare meno rumore possibile, Victoire entrò nel piccolo cimitero, chiudendo la distanza che la separava da Teddy.
“Ti prenderai un accidente” borbottò quando gli fu abbastanza vicina, in un tono estremamente simile a quello di sua madre.
Gli occhi grigi velati di pianto del giovane saettarono su di lei. Aveva lo stesso sguardo colpevole di Louis o di Hugo, quando nonna Molly li sgridava perché avevano esagerato con i biscotti.
“Che ci fai qui?” chiese in tono troppo brusco.
Lei non ci fece caso, limitandosi a trasfigurare un sasso in un ombrello abbastanza grande per riparare entrambi.
“Scusa” aggiunse Teddy, quando Victoire si sedette al suo fianco, incurante del terreno bagnato “non volevo essere sgarbato”
Lei scrollò le spalle “immagino che oggi ti sia concesso …”
La bocca del ragazzo si aprì in un’espressione meravigliata, sostituita presto da un sorriso mesto “non dovrei comunque essere scortese con te nel giorno del tuo compleanno”
“Questo è vero, Lupin!”
“Mi perdoni?”
“Dipende …”
“E da cosa?”
“Sono ancora in attesa dei tuoi auguri …”
Teddy si diede dello stupido.
“Sono proprio un disastro, Vic!” esclamò, osservandola di sottecchi “Ma non hai ricevuto il mio gufo?”
“Certo che sì! Sono stata la ragazza più invidiata della Sala Grande al tavolo della colazione” rispose, sorridendogli sincera.
“Anche se non ti ho mandato le rose rosse?” il tono di Teddy era dubbioso.
“Proprio perché mi hai mandato i miei fiori preferiti invece delle rose, che sarebbero state davvero scontate”
Teddy finalmente sorrise.
“Buon diciottesimo compleanno, Vic” sussurrò in tono dolce, posandole un bacio sulla guancia.
“Grazie, Teddy” il sorriso della ragazza le illuminò gli occhi azzurri, speculari a quelli del padre.
“Come mai sei qui?”
“Ho ricevuto una lettera di zio Harry, preoccupatissimo perché nessuno ti aveva visto oggi! Lui e zia Ginny pensavano di accompagnarti alla commemorazione …”
Teddy rivolse lo sguardo alle tombe dei suoi genitori, prima di girarsi a guardare di nuovo Victoire.
“È solo che sentivo la voglia di venire a trovarli, da solo …”
Victoire annuì comprensiva “se mi assicuri che stai bene ti lascio da solo ancora per un po’ …”
La ragazza fece per alzarsi, ma la mano destra di Teddy si mosse repentinamente, bloccandola.
“Resta”
La voce del ragazzo era appena un sussurro e Victoire dovette avvicinarsi per essere sicura di comprendere che cosa le stesse dicendo.
“Lo capisco se preferisci stare da solo, Teddy … oggi è un giorno davvero difficile per te”
“No, Vic” il ragazzo aumentò la presa sulla spalla della ragazza “vorrei che tu restassi qui con me”
“Certo che resto” lo rassicurò lei.
“Sai ... per anni questo giorno è stato semplicemente il tuo compleanno! Un giorno in cui festeggiare, giocare e abbuffarci di dolci …” cominciò a spiegarle, cercando di mettere ordine tra i suoi pensieri “poi Harry, la nonna e gli altri mi hanno raccontato della Battaglia di Hogwarts e questo giorno ha assunto una connotazione triste, perché coincideva con il giorno in cui diventai orfano” Teddy prese una pausa, perdendosi negli occhi cerulei della ragazza.
“Il compleanno è solo un numero, Teddy … è molto più importante prendersi del tempo per ricordare i tuoi genitori e tutti i caduti, oggi. È grazie al loro sacrificio se viviamo in un mondo migliore”
Per l’ennesima volta si chiese cosa avesse fatto per meritare una ragazza come Victoire, sapeva sempre quello che lui aveva bisogno di sentirsi dire.
“Hai ragione e infatti mi fa davvero piacere onorare le memorie dei miei genitori e degli altri che si sono sacrificati per noi ogni anno, ma c’è un’altra cosa di cui vorrei parlarti …”
Victoire annuì e lo guardò, in attesa.
Teddy le porse la foto che aveva ricevuto da Harry in occasione del suo ottavo compleanno, non gliel’aveva mai mostrata prima. L’aveva sempre conservata gelosamente, ma era il momento di condividerla con la ragazza.
L’istantanea raffigurava Teddy nel giorno della sua nascita, tra le braccia dei suoi genitori. Tonks era chiaramente esausta, ma raggiante, i suoi capelli rosa acceso erano in contrasto con il viso pallido e le lenzuola candide. Remus, con un Teddy dai capelli turchesi in braccio, era sdraiato accanto alla moglie e guardava la sua famiglia con occhi ricolmi d’amore ed un sorriso assolutamente identico a quello di Teddy.
“Siete bellissimi …” sussurrò Victoire, sorridendo insieme ai protagonisti della foto.
“Per anni questa è stata la cosa a cui più tenevo al mondo, uno dei pochi ricordi felici con i miei genitori … oggi però ho te, Vic” le confessò, sorridendo “e quello che più desidero al mondo è saperti felice ogni giorno della tua vita. Felice come so che i miei genitori erano insieme, anche se lo sono stati per poco. Persero così tanto tempo perché mio padre cercava di proteggere mamma dal suo essere un lupo mannaro ed un reietto, non si rendeva conto che in questo modo le faceva solo del male”
Una lacrima solcò il viso della ragazza, che non riusciva a staccare gli occhi da quelli lucidi di Teddy.
Il giovane prese le mani di Victoire tra le proprie, trovando la forza di continuare “non voglio commettere lo stesso errore di papà. Era un uomo coraggioso, ma al tempo stesso cocciuto e convinto di non meritare l’amore di una donna giovane e forte com’era mia madre. Probabilmente nemmeno io merito una ragazza divertente, intelligente, testarda, forte e leggermente irascibile come te, ma ti amo con tutto il mio cuore e desideravo prometterti, qui davanti alle tombe dei miei genitori, che potrai sempre contare su di me e che essere al tuo fianco per il resto della mia vita mi renderebbe l’uomo più felice del mondo”
Il ragazzo si mise una mano in tasca, recuperando una scatolina di velluto blu sbiadita e vagamente consumata.
“Quest’anello apparteneva alla madre di mio padre e a mia madre dopo di lei” sussurrò mostrandoglielo “so che siamo giovani, Vic e non ho alcuna fretta, ma … vorrei tanto avere un’altra ricorrenza felice da festeggiare ogni 2 maggio, oltre al tuo compleanno, s’intende”
Victoire sorrise, nonostante il suo bel viso fosse bagnato di lacrime.
Teddy estrasse il semplice anello in oro bianco, su cui un’acquamarina rifletteva le gocce di pioggia che continuavano a scendere copiose.
“Victoire Evangeline Weasley, vuoi rendermi l’uomo più felice della terra e sposarmi?”
“Certo che lo voglio Edward Remus Lupin” ribatté, porgendogli la mano sinistra.
Teddy le infilò l’anello all’anulare sinistro “è assolutamente perfetto, Teddy” sussurrò la ragazza, estasiata.
“Sei tu ad essere perfetta, Vic”
Victoire lasciò cadere l’ombrello per poter stringere Teddy tra le braccia e baciarlo sulle labbra con impeto “non riesco a credere che siamo fidanzati, Teddy!” esclamò, dopo essere riuscita a far perdere l’equilibrio al fidanzato, che si ritrovò sdraiato tra i cespugli d’erica che adornavano il marmo bianco delle tombe dei genitori..
Teddy rise forte, attirando la ragazza nuovamente a sé per un altro bacio. Le labbra di Victoire si schiusero per accogliere la sua lingua, mugolando di piacere.
“Ti amo così tanto, Vic”
“Anche io, Teddy”
“E voglio che tu vada a fare quello stage in Francia” aggiunse poi, dandole un bacio sulla tempia.
“Ma ci siamo appena fidanzati” protestò debolmente lei, rimirandosi l’anulare sinistro.
“Abbiamo il resto delle nostre vite per stare insieme … quest’occasione invece è unica e tu devi approfittarne, prima di proseguire con le lezioni al San Mungo”
“Anche se significherà stare separati per sei mesi?”
Teddy annuì “e comunque potrò sempre venire a trovarti durante i fine settimana in cui non sarò impegnato con i turni in Accademia”
“E anche io farò lo stesso”
Lui le sorrise, mentre i capelli assumevano la caratteristica sfumatura turchese.
“Ora ti riconosco …”
“Mamma portò capelli fucsia per la maggior parte della sua vita” disse osservando sua madre, appena venticinquenne, subito dopo averlo partorito “l’unico lungo periodo in cui perse il controllo delle sue doti di Metamorfomaga fu quando mio padre la respinse, cercando di convincerla che sarebbe stata meglio senza di lui”
“Direi che è piuttosto ovvio da chi hai ereditato la testardaggine, quindi …”
“Oh beh, lo erano entrambi. In fondo lei non ha mai smesso di crederci, ma anche lui l’ha amata per tutto il tempo in cui furono separati … sennò io non sarei qui, non trovi?” ribatté Teddy, sorridendo.
“E per questo non potrò mai ringraziarli abbastanza …”
“Dici che sarebbero orgogliosi di me?”
“Stai scherzando?! Sei una persona altruista, intelligente, divertente e caparbia, seguirai le orme di tua mamma diventando Auror. Avresti potuto scegliere qualsiasi carriera dopo la scuola. So per certo che sono orgogliosi di te” Victoire usò le proprie dita per elencare le qualità del ragazzo.
“E dici che il fatto che il mio padrino sia il Capo Dipartimento non abbia influito nemmeno un po’ … che non scateni le malelingue?” le chiese in tono dubbioso.
“Oh Teddy … se qualcuno nutrisse dei dubbi basterebbe che si informasse sui voti con cui ti sei diplomato da Caposcuola ad Hogwarts” rispose lei, scuotendo la testa “non dirmi che hai onestamente interesse per il parere di gente che nemmeno conosci …”
Lui si strinse nelle spalle “è in momenti come questi che mi mancano più degli altri giorni, sai? Nonna ha fatto tanti sacrifici e non mi è mancato nulla. Harry e Ginny mi hanno trattato come se fossi il primogenito dei loro figli, ma … vorrei tanto averli qui con me. È stupido, lo so!”
“Non è affatto stupido, Teddy” Victoire gli sollevò il viso, costringendolo a guardarla negli occhi “trovo che sia normale e vorrei tanto che questo tuo desiderio si trasformasse in realtà … purtroppo però l’unica cosa che posso fare è essere al tuo fianco, asciugare le tue lacrime quando ci sono e condividere le tue gioie, che spero saranno numerose. So che non è molto, ma ti offrirò tutta me stessa …”
“Tu sei tutto ciò che voglio, Vic”
“Ti prometto che ci sarò”
“Per sempre”
Lei annuì “per sempre”
 
***
 
I due ragazzi rimasero ancora un po’ a parlare dei genitori di Teddy e dei loro sogni sotto la pioggia. Quando il tempo peggiorò, lui controllò l’ora sul vecchio orologio del padre e si accorse che mancava meno di un’ora all’ inizio della commemorazione, che sarebbe partita dalla Sala Grande.
Victoire asciugò i suoi vestiti e gli evocò un mantello per proteggersi dalla pioggia incessante.
I due ragazzi raggiunsero Hogwarts mano nella mano, cercando di immaginarsi come avrebbero reagito le loro famiglie alla scoperta del fidanzamento decisamente inaspettato. Erano consci che, ovunque essi fossero, i genitori di Teddy facevano il tifo per loro e che il ragazzo li avrebbe sempre trovati nel suo cuore.

 
 

Nota dell’autrice:
Teddy e Victoire sono la coppia della New Generation che più mi intriga, insieme a Rose Scorpius. E me li sono sempre immaginata innamorati e pronti a giurarsi l’amore eterno poco dopo la fine della scuola. Sono così simili ai loro genitori, eppure così diversi e spero di essere riuscita a farvi cogliere le sfumature che li caratterizzano. Ho voluto che il secondo nome di Victoire fosse Evangeline, che significa “portatrice di buone notizie”. Ricordiamoci che è nata nel secondo anniversario della sconfitta di Voldemort, e una notizia migliore di quella non c’è.
Spero che la storia vi sia piaciuta. Lasciatemi un messaggio e ditemi che ne pensate.
La storia partecipa al contest If you want me to stay indetto da Himeko Kuroba sul forum di efp. 
   
 
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