Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
Segui la storia  |       
Autore: Evali    22/10/2017    0 recensioni
Cosa sarebbe accaduto se il figlio del ghiaccio e del fuoco non fosse stato il noto personaggio che noi amiamo e conosciamo? Come sarebbe andata la storia se il legittimo erede al trono, figlio di Rhaegar Targaryen e Lyanna Stark, fosse stato simile al padre quanto alla madre? Una storia che narrerà le vicende dei nostri beniamini della serie tv, con l'aggiunta di un nuovo giocatore al gioco del trono che modificherà il loro destino. La vicenda è incentrata sulla storyline di una versione originale del figlio dei due sfortunati innamorati e su come avrebbe influito la sua presenza nell'universo creato da George RR Martin. Buona lettura!
Genere: Avventura, Fantasy, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cersei Lannister, Eddard Stark, Jon Snow, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Movieverse, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Una sola anima divisa in tre
 
Walter riuscì a ritornare lucido dopo quel momento di scompiglio iniziale, in cui i suoi timpani gli erano quasi scoppiati e ora fischiavano in maniera violenta, isolandolo dal mondo e dal resto dei rumori circostanti. Avrebbe quasi giurato che gli stessero sanguinando. Arya ci mise un po’ di più a riprendersi. Walter si avvicinò immediatamente a lei, provando a parlarle nonostante non udisse la sua stessa voce. – Tutto bene? Arya? Mi senti?
La ragazza era rimasta con le orecchie tappate e con lo sguardo dolorante. – Arya, torna con me, dobbiamo scoprire cosa è successo, dobbiamo raggiungere gli altri – provò a pronunciare un’altra frase con successo, ottenendo l’effetto sperato; difatti sua cugina annuì e si alzò facendosi aiutare da lui per raggiungere nuovamente i loro amici.
Non appena giunsero da Oberyn e gli altri, questi erano nelle loro stesse condizioni. Solo Daenerys aveva uno sguardo diverso, come letteralmente agghiacciato e in preda al panico. Walter la scosse richiamandola, ma lei non rispose. Solo dopo alcuni secondi si voltò verso di lui. Il suo volto era di un colorito bianco cadaverico. – I miei draghi … quello era l’urlo di Drogon … l’ho riconosciuto … Walt …
- No, non temere, sta bene, stanno tutti bene. Dobbiamo solo andare a vedere cosa è successo – la rassicurò prendendola per le spalle, poi rivolgendosi agli altri. – Cercate di riprendervi tutti quanti, dobbiamo dare l’allarme in tutta la base e capire cosa è successo – aggiunse poi rivolgendosi al resto del gruppo. – Brienne, occupati di Sansa. Oberyn, pensa a Margaery. A Daenerys ci penso io – disse capendo che sua zia aveva estremamente bisogno di lui in quel momento.
Di conseguenza guardò Arya. La ragazza capì subito lo sguardo del cugino rispondendo prontamente. – Io so badare da sola a me stessa.
- Non avevo dubbi – le rispose lui sorridendole. Dopo di che, si diressero verso la Torre sede della casata Reed. I draghi erano soliti volare in tutto il territorio dell’Incollatura, ma, quando facevano ritorno, si dilettavano nel volare intorno alla torre. Già dall’esterno si poteva notare che Drogon fosse atterrato sulla parte più alta della torre e che si trovasse lì in quel momento. Walter e gli altri salirono fino alla spaziosissima cima della torre, quasi completamente circondata da una nebbia bianca e densa simile alle nuvole, per quanto alta. Con grande sorpresa, trovarono un’unica persona in compagnia della possente creatura: Missandei, l’ancella di Daenerys. Ella aveva uno sguardo strano e reggeva tra le mani la punta di un grande e meraviglioso corno nero fasciato con intarsi di oro rosso e di acciaio di Valyria. Era lungo quasi due metri. Walter, da quella distanza, riuscì a scorgere dei geroglifici valyriani incisi sopra la superficie dello strumento, dunque capì immediatamente di cosa si trattasse, allarmandosi. Non sapeva leggere il valyriano, ma era certo che fosse quella la lingua, avendo riconosciuto i segni presenti in alcuni libri che aveva letto e di interesse comune. - State indietro! – ordinò categorico a tutta la sua combriccola. I componenti non riuscirono a capire come mai Walter fosse improvvisamente sbiancato e avesse assunto un’aria così spaventata. Non era affatto normale vederlo così.
- Walter, che sta succedendo? – chiese Arya guardandolo sconvolta e cercando di capire cosa stesse accadendo.
- Non può essere … non pensavo potesse esistere davvero … se è davvero quello che penso, e se da esso scaturisce davvero il potere che si narra … siamo tutti spacciati in questo preciso istante.
Alcuni, da quelle parole, riuscirono a fare due più due, osservando il particolarissimo strumento tra le mani della ragazza di Naath in piedi e a pochi metri da loro, la quale li guardava con un ghigno nel volto che non le si addiceva. Anche Daenerys sembrava aver capito fin da subito. Lo sguardo della madre dei draghi era ancora più vitreo rispetto a prima. – Missandei … perché? Da quanto? Io mi fidavo di te … ti ho salvata … ti ho salvata dalla schiavitù.
- Mi dispiace, Khaleesi. Non dovresti fidarti così in fretta di coloro che ti sono accanto solo perché credi di averli salvati. La fedeltà non si compra in questo modo – le disse schiettamente e freddamente quella che credeva essere sua amica e che le era rimasta accanto per anni. 
- Come è possibile?? Credevo si trattasse di una leggenda! – esclamò Oberyn.
- Dunque sei un’alleata di Euron – dedusse Walter. – Come avete fatto a trovare il corno? Come siete riusciti a portarlo qui e a tenerlo nascosto? Come hai fatto ad accordarti con lui in tutto questo tempo? Qual è il tuo scopo? Ma soprattutto: come puoi averlo suonato e non essere morta? Per riuscire ad ottenere il potere dell’Evocatore di Draghi bisogna diventarne il proprietario tramite un patto di sangue. Tutto questo non ha senso – continuò Walter.
- Cosa ne volete sapere voi dell’antica magia che regna nel continente orientale e di cosa io sia capace? Nel luogo da cui provengo la magia si pratica con la stessa frequenza con la quale si preparano i pasti. Ci sono dei misteri che voi, branco di buzzurri, non potrete mai capire. Tutto ciò che dovete sapere è che Euron con il suo esercito, sarà qui molto presto e che grazie all’aiuto dell’Evocatore, conquisterà tutti i sette regni in poco tempo dato che, a quanto pare, quasi tutti i sette regni sono qui a Nord. Avete le mani completamente legate, amici miei: qualsiasi cosa proverete a fare, vi farò incenerire da questa splendida bestia – rispose prontamente Missandei. Drogon era dietro di lei, pronto a difenderla e ad adempiere prontamente ad ogni suo ordine. Aveva una luce strana negli occhi, come una scintilla rossa innaturale, sintomo che fosse in qualche modo stregato. Vederlo in quello stato fu il colpo di grazia per Daenerys. A tal punto, ser Jorah si rivolse a lei. – Mia Khaleesi, sicuramente Rhaegal e Viserion verranno a salvarti non appena percepiranno che sei in pericolo. Ricordi a Meeren durante i Grandi Giochi?
- Dimentichi un dettaglio fondamentale, ser Jorah: è stato Drogon a venirmi a salvare in quell’occasione. È sempre Drogon quello che percepisce quando sono in pericolo e che viene prontamente a salvarmi. Non che non abbia un legame anche con gli altri miei due figli, ma non è lo stesso che ho con Drogon. È come se fossi legata a lui tramite il mio sangue. Io sento lui e lui sente me anche quando siamo lontani. Se Viserion e Rhaegal non sono stati attirati dall’Evocatore, dato che si dice che lo strumento possa controllare un drago alla volta, vuol dire che ora saranno lontani e non si accorgeranno mai che io sono in pericolo. Non possono salvarci – rispose Daenerys sempre più turbata in volto.
- Ora passiamo al dunque: Walter Targaryen. Il figlio del principe Rhaegar Targaryen e di Lyanna Stark. Il legittimo erede al trono. L’individuo più astuto e letale di tutti i sette regni. Fino a qualche mese fa eri sconosciuto a chiunque, mentre ora sei l’uomo più famoso del continente occidentale. La tua fama si estende addirittura fino ad Essos. Sei un avversario davvero temibile e ci stai dando parecchi problemi. Per questo io e Euron abbiamo convenuto che saresti dovuto essere il primo da uccidere – decretò Missandei.
- No!! – Margaery fu la prima a ribellarsi e ad opporsi, ma venne prontamente trattenuta da Oberyn.
- Non credo sia il caso, mia signora, a meno che non vogliate finire incenerita – le disse la Vipera Rossa. Anche lui era visibilmente preoccupato e ansioso per il suo amico, ma, a differenza di Maergery, riusciva a mantenere il suo sangue freddo.
- Dato che voi Targaryen sembrate mostrare una certa resistenza alle fiamme in alcune occasioni, credo di poter trovare un altro modo per ucciderti: Drogon, divora quest’uomo – ordinò Missandei indicando Walter.
A quel comando tutti cominciarono ad entrare nel panico.
- Drogon, ti prego! Ascoltami! Non puoi farlo! Drogon, sono io! Sono tua madre!! Ti prego!! Guardami … – Daenerys camminò verso di lui e gli rivolse tali parole disperata e con le lacrime agli occhi. La paura di perdere anche l’ultimo pezzo della sua famiglia appena ritrovata la stava lacerando, oltre alla vista del suo figlio più caro controllato forzatamente da qualcun altro.
Walter pensò subito che fosse davvero la fine questa volta. In troppe occasioni aveva scampato la morte grazie alla sua astuzia, alla sua forza o al suo sangue. Ma ora non poteva fare davvero nulla. Niente avrebbe potuto salvarlo. Era completamente impotente di fronte a della magia di tale portata. Cercò di pensare a qualcosa, a qualsiasi cosa ma non vi riuscì. L’unica cosa che fu in grado di fare mentre quel drago si avvicinava, fu girarsi verso quelle persone a lui così care, desiderando che fossero presenti davvero tutte le persone che amava, e sorridere loro con uno di quei sorrisi che lui era sempre capace di simulare alla perfezione, per rassicurarli per quanto gli fosse possibile. – Non azzardatevi a fare nulla di avventato. Andrà tutto bene, non temete – disse loro, poi voltandosi verso quell’enorme e minacciosa creatura. In quel momento udì anche gli atroci ululati del suo NightFlame, il quale stava letteralmente assaltando la porta chiusa che conduceva alla cima della torre in cui si trovavano. Aveva prontamente pensato di sigillare a chiave la porta una volta entrati, proprio per evitare che il suo metalupo si trovasse in pericolo dato che sarebbe stato disposto a difenderlo anche contro un drago. Aveva previsto che sarebbe potuta accadere una cosa del genere e non poteva permetterlo. I metalupi avrebbero difeso i loro padroni anche a costo di scontrarsi contro gli dei in persona. Sorrise tristemente nell’ascoltare anche i suoi forti ululati lontani che si mischiavano alle proteste e ai pianti delle persone che erano dietro di lui. Ma, un attimo prima che Walter venisse divorato da Drogon, con una violenza e una tempestività che mai nessuno avrebbe immaginato, preceduto da un urlo assordante, giunse un altro dei tre draghi, il quale piombò sulla cima della torre facendo scudo a Walter con il suo stesso corpo. Erano rimasti tutti sconvolti dinnanzi a quella visione, il giovane drago in primis, il quale era caduto a terra a causa dell’improvvisa venuta di Rhaegal. Il drago gli era quasi atterrato addosso per quanto si era avvicinato a lui. Si chiese perché lo avesse fatto, come avesse capito che lui era in pericolo. Proprio lui tra tutti quanti. Rhaegal era lontano, non poteva né averlo udito, né visto. Allora come? E perché lo stava difendendo battendosi contro suo fratello e rischiando la sua stessa vita? Drogon si era letteralmente gettato violentemente addosso a Rhaegal, il quale stava difendendo Walter con tutte le sue forze. Nonostante Drogon fosse più grande e possente, Rhaegal gli teneva testa egregiamente con la sua velocità e agilità. Stava avvenendo una vera e propria lotta all’ultimo sangue tra i due draghi sulla cima dell’immensa torre. Tutti osservavano la scena letteralmente impietriti. Missandei non aveva messo in conto il fatto che il corno potesse controllare solo un drago alla volta e che il drago cavalcato dalla Khaleesi non era l’unico ostacolo che avesse. La ragazza non poteva neanche immaginare che Rhaegal corresse immediatamente in soccorso di Walter non appena lui sarebbe stato in pericolo, percependo ciò a distanza, quasi come se si trattasse della sua stessa vita, proprio come faceva Drogon quando era Daenerys a trovarsi in difficoltà.
Drogon era letteralmente accecato, privato di una propria volontà, sotto effetto di un incantesimo potentissimo: in quel momento Daenerys non era più nulla per lui.
Walter invece era ancora a terra, sconvolto e fisso sul drago che stava combattendo con le unghie e con i denti per difenderlo, e che stava anche venendo ferito ripetutamente per causa sua. Non aveva mai avuto un contatto diretto con Rhaegal. Era successo solamente con Drogon. Per tale motivo, in quel momento, non poté fare a meno di concentrarsi a guardarlo e nel notare quanto fosse meraviglioso quel drago dall’andatura più elegante e dalle scaglie striate di un verde acceso e vivo.
In un singolo momento di lucidità da ciò che si stava svolgendo davanti ai suoi occhi, Walter realizzò qualcosa. Se andranno avanti così, questa lotta terminerà solamente quando uno dei due draghi morirà, ucciso da suo fratello. Devo fare qualcosa. Qualsiasi cosa. Fu a quel punto che, in un momento in cui Drogon non era addosso a Rhaegal, Walter salì sopra quest’ultimo. – Andiamo Rhaegal! Vai via di qui o ti ucciderà … - gli sussurrò appoggiando una mano sopra le squame del possente collo, sperando che il drago riuscisse a capirlo. In quel preciso istante i due percepirono una forte connessione tra loro. Walter si sorprese della commozione che riuscì a provare solamente toccandolo. Sentiva qualcosa di familiare in lui, estremamente familiare, come se fossero stati divisi dalla nascita. Come se fosse nato per cavalcare quel drago e per essere un tutt’uno con lui. Non era lo stesso che aveva provato toccando Drogon. Era un’energia nettamente superiore, intensa, una connessione fisica e mentale. Non poté fare a meno di pensare che suo padre, il suo vero padre, che, non a caso, portava lo stesso nome di quel drago, stesse in qualche modo cercando di comunicare con lui, di trasmettergli tutto ciò che non aveva potuto e non era mai stato in grado di trasmettergli, svanito troppo presto dal mondo dei mortali. Fu una sensazione unica che lo fece isolare dal mondo. Non appena Rhaegal percepì quella sublime connessione con il suo padrone, del quale possedeva la stessa anima, ebbe la sicurezza e la spinta necessaria per prendere il volo, sapendolo al sicuro sulla sua schiena. Volare in groppa ad un drago non poteva essere paragonato a nient’altro al mondo. Era una sensazione che mai un essere umano avrebbe potuto dimenticare durante la sua esistenza. Fu in quel momento, per la prima volta, che si sentì un vero Targaryen. Ora la sua identità era chiara davanti a lui: era ghiaccio quanto fuoco perché ora le sue vene erano infiammate da vere e proprie fiamme. Le sentiva dentro di sé come se fossero un elisir, come si trovasse sotto effetto di uno splendido incantesimo. Erano lui e il suo drago. Lui e la parte della sua famiglia che non aveva mai conosciuto in vent’anni. Neanche il getto d’aria fredda tra i capelli era riuscito a diminuire quel calore che sentiva salirgli da dentro e scorrergli addosso. Non aveva paura di volare, di trovarsi a metri e metri da terra, di cadere giù o di essere colpito: si fidava ciecamente di quel drago.
- Se te ne andrai ora, ucciderò i tuoi amici!! – gli urlò più forte che potesse Missandei mentre lo vedeva spiccare il volo. Fu proprio la sua voce a riportarlo alla realtà. Walter si trovava in volo con il suo drago, ma ora? Cosa avrebbe fatto per risolvere la situazione catastrofica che si era creata? Non poteva assolutamente lasciare i suoi amici soli nelle mani di quella traditrice. Non lo avrebbe mai fatto, neanche se fossero stati spacciati. Sarebbe rimasto con loro. L’unico modo per risolvere tutta questa situazione è ucciderla, dato che è la proprietaria dell’Evocatore. In tal modo Drogon sarebbe libero e non più schiavo di quel tremendo incantesimo. Ma come? Sarebbe stato impossibile ucciderla con la protezione di Drogon. O forse no? Il giovane drago scartò tutte le idee che gli erano venute in mente decidendo che sarebbe stato meglio atterrare da quel volo e pensare a qualcosa in seguito, dopo essersi assicurato che coloro che aveva lasciato stessero bene. – Rhaegal, grazie per quello che hai fatto … ma ora dobbiamo tornare giù. Riesci a capirmi? – Il drago sembrò intendere perfettamente ciò che Walter disse.
Dopo qualche minuto rimasti in attesa, Oberyn e gli altri videro ritornare Walter in groppa a Rhaegal.  Non appena il ragazzo scese, il drago gli si posizionò davanti, di nuovo in sua difesa. Fu a quel punto che Walter cominciò a parlare. – Non li hai uccisi.
- Sei tornato subito. Inoltre, l’unico urgente da uccidere eri tu. Gli altri potrebbero ancora servirmi in qualche modo. Altrimenti, se si ribelleranno, li uccideremo.
- Io non credo. Il motivo per cui non vuoi ucciderli risiede nella tua coscienza. A quanto pare ne hai ancora una, Missandei di Naath. Non sei così gelida come vuoi far credere. Cercherai di risparmiare vite finché potrai e finché non sarà Euron a ordinartelo direttamente, o sbaglio? Ovviamente io sono l’eccezione. Ma, si dà il caso, che tu non possa uccidere neanche me dato che rischieresti di far morire il drago che controlli, durante il combattimento con suo fratello, pronto a dare la vita per proteggermi. Hai visto come stava andando prima, no?
- Potrei comunque risuonare il corno e diventare la padrona di un altro dei due draghi rimasti.
- E come pensi di proteggere te stessa da noi nel momento in cui Drogon sarà morto e tu non avrai ancora suonato il corno? Non sei così stupida, Missandei.
- Per ora la tua vita è risparmiata. Vi rinchiuderò tutti nelle segrete finché Euron con il suo esercito non arriverà a Nord facendo una bella sorpresa a tutti i vostri amici al comando delle altre basi.
I tredici furono condotti nelle segrete sotto la Torre, imprigionati insieme a Rhaegal, il quale era rimasto accanto a Walter per paura che si trovasse di nuovo in pericolo di vita. Stavolta anche NightFlame era riuscito a raggiungerlo.
Dopo un giorno intero trascorso in quel luogo, l’ansia e la preoccupazione di tutti stava crescendo alle stelle.
- Se solo potessi uscire di qui sgozzerei quella puttana traditrice con le mie stesse mani e non ci impiegherei neanche un fottuto secondo! – esclamò la giovane Tyene Sand.
- E come pensi di riuscirci mentre un drago ti incenerisce? – le rispose a tono Arya.
- È frustrante rimanere ad attendere la nostra fine qui mentre nessuno di quelli che sono là fuori è a conoscenza di tutto ciò che sta accadendo – disse Brienne questa volta.
Walter si sedette accanto a Daenerys, la quale era rimasta isolata e seduta a terra nella stessa posizione per tutto il tempo. Non voleva neanche la presenza di ser Jorah accanto a sé. Nonostante ciò, non scacciò Walter.
- Ehi. Come ti senti?
- Il mio drago non è neanche più in grado di riconoscermi. Il figlio che ho visto nascere e crescere in questi anni sta letteralmente venendo torturato mentalmente. Come pensi che stia? – gli disse parlandogli finalmente. Poi il suo sguardo si posò su Rhaegal e fu in grado persino di accennare un sorriso. – Nonostante ciò, non posso fare a meno di essere felice per te.
- Felice per me? Per cosa?
- Ora ho la conferma che tu sia la seconda testa del drago. Conosci l’antica profezia, vero? Mio fratello e tuo padre, Rhaegar, ne era letteralmente ossessionato. Ma, in particolar modo, sono felice che tu abbia realmente capito chi sei … e che Rhaegal abbia finalmente trovato l’altra parte della sua anima. Ora sei davvero come me. Puoi capire come mi sento e cosa voglia dire essere un Targaryen e avere un tale legame con il proprio drago. Un’anima divisa in due corpi.
- In tre – la corresse lui. La ragazza inizialmente non capì, poi notò il metalupo sdraiato accanto a Walter, il quale fissava intensamente Rhaegal a pochi metri di distanza, così realizzò.
- Giusto, in tre. D’altronde sei fuoco e ghiaccio. Sai, ho l’impressione che NightFlame sia geloso di Rhaegal. Non lo sta guardando in maniera rassicurante. – A quelle parole i due sorrisero divertiti.
- Ad ogni modo, sono a conoscenza di quella profezia. Chi credi sia la terza testa, a questo punto? Chi è colui che condivide l’anima con Viserion?
- Non lo so. Ma sono certa che ben presto lo scopriremo. Questo vuol dire che non siamo gli unici due Targaryen rimasti al mondo.
- Già. Sai, è stato strano essere salvati da lui. È già la seconda volta che la metà del mio sangue Targaryen mi salva la vita. Quando sono salito su di lui è stato come se Rhaegar provasse a comunicare con me.
A ciò Daenerys si voltò verso di lui ancora una volta. – I draghi sono delle creature magiche e molto antiche, perciò è normale che sia accaduta una cosa del genere. D’altronde, Rhaegar era un Targaryen, dunque è comprensibile che lui tenti di comunicare con te attraverso il drago. A volte è parso anche a me di sentirlo e di sentire addirittura mia madre.
- Io la mia non riuscirò mai a raggiungerla, invece. Non potrò mai comunicare con lei in qualche modo. È morta e la sua essenza è svanita con lei, spargendosi nelle lande gelide del Nord.
- Dunque questa è la fine. Almeno tu morirai accanto alla donna che ami – disse la madre dei draghi spostando lo sguardo su Margaery, la quale si era appisolata a qualche metro di distanza. Sorrise anche Walter nel guardarla.
- Sì, hai ragione. Ma anche tu morirai con l’uomo che ami, o forse non è così? – le chiese Walter spostando lo sguardo su ser Jorah.
- La storia che ho avuto con ser Jorah è lunga e frastagliata. Lui mi ama immensamente e anche io credo di amarlo. Tuttavia, non so se il mio cuore sia completamente devoto a lui.
- Forse perché una parte del tuo cuore è rimasta a Grande Inverno con Jon? – le chiese con tranquillità mentre la ragazza si voltava verso di lui sconvolta.
- Che stai dicendo??
- Dico solo che mi è parso che, in quella settimana in cui siamo rimasti a Grande Inverno, i vostri occhi si siano incrociati più volte e non in maniera del tutto innocente, ecco.
- Avrò scambiato massimo due parole con tuo cugino. È troppo freddo, silenzioso e basso per me. – A quelle parole fu Walter che si voltò verso di lei affilando lo sguardo. – Parli sul serio? Lo dici perché lo hai sempre visto accanto a me o perché sei abituata ad avere dei colossi come amanti? Jon non è così basso. Per quanto riguarda il parlare ci sarà tempo, invece. Io e Margaery ci siamo innamorati quasi in una sola settimana. Non sappiamo se questo sarà un amore che durerà per sempre. Nessuno può saperlo. Ma non dobbiamo precluderci delle strade per questo. Forse non vinceremo mai la Battaglia Finale contro gli Estranei e magari, tra poco tempo, diverremo tutti dei pezzi di ghiaccio privi di anima. Dunque ora non è il momento di aspettare o di tirarsi indietro per paura che le cose non vadano come vorremmo. Il tuo cuore è molto unito a quello di ser Jorah, ma non sai se è quello che davvero vuoi. Non ti resta che scoprirlo.
- Da quando sei diventato il mio consulente in amore?
- Dovrò pur preoccuparmi della felicità di mia zia – le rispose provocandola e beccandosi un calcio sul piede.
- Ad ogni modo, non ce ne sarà il tempo. Nessuno di noi ha più tempo … - disse con lo sguardo malinconico e quasi rassegnato.
- Credi davvero che accetterei di morire per una sciocchezza del genere? Se saranno gli estranei ad uccidermi lo accetterò, ma non un montato che crede di conquistare il mondo solo perché ha trovato uno degli strumenti più pericolosi e ambiti dei sette regni, né tanto meno da una serpe che crede di essere furba e di poterla fare franca con così poco. Perciò togliti quell’espressione da condannata a morte dal volto che non si addice alla chioma platinata. Avevo un piano fin da subito.
- E perché non l’hai detto?!
- Perché non so se funzionerà. Inoltre, quando credi di star per morire parli in maniera diversa, a cuore aperto.
- Dovresti smettere di chiederti perché le persone hanno voglia di ucciderti. Ad ogni modo, qual è la tua idea?
- Ovviamente riuscirei ad uscire da queste segrete in un batter d’occhio. Ho fatto molto di peggio.
- E perché non ci hai fatti ancora uscire?
- Perché non servirebbe a nulla uscire di qui senza avere un piano preciso per ucciderla.
- Se fosse possibile lo farei io con le mie stesse mani.
- Frena i bollenti spiriti, “Non- bruciata e Distruttrice di Catene” – pronunciò quegli ultimi nomi simulando una finta solennità, proprio come si divertiva a chiamarla di solito. – Posso capire quanto tu voglia vendicarti di lei, ma non so se riuscirò a fare in modo che sia tu ad ucciderla. Credo di aver un po’ inquadrato quella ragazza.
- Dunque?
- Perché credi che abbia suonato il corno proprio adesso, prima che Euron venisse a Nord?
- Per fare in modo che quando approdi qui, non abbia alcun ostacolo da affrontare avendo un drago dalla sua parte.
- Sì, ma per quanto potrebbe resistere una sola donna, anche se protetta da un drago, contro migliaia di cavalieri che abitano questa zona? Credo che avrebbe dovuto mandare un segnale ad Euron molto prima di suonare il corno, in modo da farlo venire a Nord non appena lei fosse diventata la padrona del drago e questi avrebbero avuto la strada spianata. Infatti, essendo furba, è stato proprio quello che ci ha detto per evitare che ci ribellassimo e prendessimo iniziative per cercare di ucciderla. Tuttavia, gli uccellini di Varys non hanno rivelato alcuno spostamento da parte della flotta dei Greyjoy. Il che non ha senso. Perché suonare il corno e non avvertirli se è loro alleata come dice? Credo che lei li stia tradendo proprio come ha fatto con te. D’altronde, chi ce l’ha nel sangue questa necessità di voltare faccia e cambiare alleanza continuamente, continuerà a farlo fino alla fine dei suoi giorni. Ciò che non si aspettava, è che un altro drago oltre Drogon avesse un simile rapporto con un essere umano, proprio come tu e lui. Questo l’ha completamente spiazzata, l’ho letto nei suoi occhi. Sa di essere in pericolo perché non ha avvertito i Greyjoy come promesso, tradendoli, e ha il terrore che i suoi piani, direi molto ingenui e stupidi, di poter farla franca da sola solo perché ha un drago dalla sua parte e perché noi crediamo che stia arrivando un esercito nemico, stiano andando in fumo dato che anche noi abbiamo un drago e che non sa con chi ha a che fare: io sono la persona più spericolata dei sette regni; perciò se il suo asso nella manica è utilizzare la paura che Drogon fa scaturire negli uomini, ha già perso in partenza.
- Walter, non puoi provare ad ucciderla mettendoti contro Drogon. Neanche Rhaegal riuscirebbe a tenergli testa per molto tempo. E se anche riuscisse, sarebbe comunque un enorme rischio.
- Sì, sarebbe un rischio.
- Inoltre, potrebbero anche essere tutte tue fantasie mentali. Non è detto che le tue deduzioni siano vere.
- Sì, è vero.
- Ma mi fido di te. Ciecamente. Non so se è normale che mi fidi così tanto.
A ciò lui le sorrise, si alzò e le porse la mano per aiutarla ad alzarsi.
- Riavrai il tuo Drogon, te lo prometto.
 
Missandei stava camminando in mezzo all’immenso prato dinnanzi al castello, affiancata da Drogon e guardandosi intorno diffidente. Oramai anche altri lord sotto il controllo di Walter, compreso lord Varys, avevano preso coscienza di cosa stava accadendo e non osavano avvicinarsi ad ella, vivendo una situazione di implicita prigionia.
Missandei cadde a terra spaventata quando, all’improvviso, Rhaegal saltò violentemente addosso a Drogon, scaraventandolo a metri di distanza e ricominciando un altro combattimento corpo a corpo. Dopo di che, la ragazza si ritrovò circondata a cerchio dai tredici che aveva rinchiuso due giorni prima nelle segrete. Li guardò incredula e allarmata si rialzò voltandosi su sé stessa mentre il cerchio si stringeva sempre di più impedendole di scappare. Tutti quanti possedevano un’arma tra le loro mani.
- Come …?? Come avete fatto a scappare?? – chiese spaventata, poi rivolgendosi a Drogon che stava ancora combattendo ferocemente contro suo fratello. – Drogon, inceneriscili!! Drogon!!
A quel punto, Drogon sembrò avere la meglio su Rhaegal ferendolo profondamente e facendolo urlare atrocemente. Fu a tal punto che Walter si allarmò e fece quasi per attuare il piano B che includeva Meera, la quale era posizionata su un altissimo piano della torre ed era pronta a scoccare una freccia in quella direzione, cercando di colpire Missandei e uccidendola a distanza. Ma, per quanto il giovane drago si fidasse della tecnica ammirevole della sua amica, le probabilità che lei centrasse il colpo mortale da quella distanza necessaria a non farla individuare da Drogon e con tutti i soggetti che erano implicati sulla scena accanto all’obiettivo, non erano alte. Ma Rhaegal era davvero in pericolo, così come lo sarebbero stati tutti i suoi amici se non fossero scappati immediatamente via da lì nel caso Drogon avesse avuto davvero la meglio e avrebbe di nuovo potuto proteggere la sua nuova padrona. Ma prima che Walter avvertisse tutti di passare all’idea di scorta, si udì un altro urlo proveniente dal cielo, come di risposta a quello disperato di Rhaegal. Tutti rimasero impietriti quando videro arrivare Viserion come un fulmine e gettarsi su Drogon in difesa del fratello ferito. Nessuno si sarebbe aspettato una svolta del genere. Ora erano in due contro uno, perciò le probabilità che riuscissero a tenerlo occupato il tempo di necessario ad uccidere Missandei si erano alzate esponenzialmente. A ciò, oramai Missandei sapeva di essere spacciata mentre il cerchio si stringeva sempre di più su di sé. Daenerys fece un passo verso di lei con una daga stretta tra le mani, ma fu bloccata improvvisamente da Walter, il quale le fece segno di aspettare, avvicinandosi lui maggiormente e per primo alla traditrice. – Dimmi come hai fatto a non morire pur suonando il corno – le disse. Gli altri rimasero perplessi a tale domanda del giovane drago.
- Perché dovrei? Tanto mi ucciderete comunque.
- Morirai in maniera più veloce se me lo dirai. Altrimenti la tua morte sarà lenta e dolorosa – la minacciò con una freddezza agghiacciante mentre le puntava una daga alla gola. Lei tremò a quello sguardo e a tale minaccia, arrendendosi al suo volere. – Gli antichi maestri di Naath. Per questo motivo Euron si è rivolto a me. Se ti rivolgerai a loro avrai la risposta.
- È tutta tua, Dae – disse Walter dopo aver udito ciò, lasciando che la madre dei draghi avesse la vendetta che meritava.
La ragazza la colpì al ventre guardandola negli occhi. – Forse ho sbagliato a pensare di averti salvata. Forse ho sbagliato a pensare che questo bastasse per farmi guadagnare la tua fedeltà e il tuo affetto. Forse ho sbagliato a non capire che, in realtà, ti piacesse rimanere una schiava maltrattata e sfruttata. Ma tu mi hai voltato le spalle. Hai cercato di portarmi via il tesoro più grande che ho. Questa è la pugnalata più dolorosa che in tutta la mia vita io abbia mai ricevuto.
- Non ti è tutto dovuto, “mia regina”. Non dare mai per scontato ciò che hai avendo la presunzione e l’ingenuità di credere che tutto il mondo si inchinerebbe al tuo cospetto senza esitare. Devi ancora crescere molto e comprendere che non sei nessuno e che in molti preferirebbero sputarti in faccia piuttosto che inchinarsi a te se non avessi tre draghi alle tua spalle – le rispose la ragazza di Naath spirando, mentre fiotti di sangue le colavano fuori dalla bocca. Grosse lacrime uscirono dai grandi occhi di Daenerys mentre un moto di una rabbia cieca saliva dentro di lei portandola a spingere ancora di più la lama dentro la pancia della sua vecchia amica e confidente.
Non appena il cuore di Missandei cessò di battere, anche Drogon smise di lottare contro i suoi fratelli, riprendendosi dagli effetti subìti dalla devastante magia che l’aveva reso prigioniero. Daenerys non attese un secondo di più per correre da lui e constatare che fosse ritornato in sé.
– Ora cosa accadrà? – chiese improvvisamente Oberyn.
- Faremo sapere ad Euron che il suo piano è fallito dato che la sua alleata lo ha tradito, e che, non appena approderà a Nord, troverà un esercito formato da quasi tutti i cavalieri dei sette regni ad attenderlo. Credo che, a quel punto, non avrà più tanta voglia di giocare a fare il re del mondo e capirà che ha sbagliato a fidarsi di Missandei di Naath – rispose Walter. Successivamente il ragazzo si avvicinò a Rhaegal, posando delicatamente le mani sulle sue ferite. – Sono meno profonde di quanto pensassi, fortunatamente. Mi dispiace tanto che hai dovuto soffrire così, Rhaegal. Ci hai salvati. Mi hai salvato. Non ti sarò mai abbastanza riconoscente per questo. Vedrai, guarirai molto presto. Te lo prometto.
 
 
- Cosa ne facciamo di questo, mio signore? Intendete distruggerlo? – gli chiese uno de cavalieri presenti insieme a lui e a Margaery sulla cima della Torre, riferendosi all’imponente Evocatore di Draghi.
- No. Portatelo nelle segrete – rispose Walter guardandolo serio mentre lo portavano via.
- Perché vuoi tenerlo? E perché hai voluto sapere come suonarlo senza perdere la vita? Non ha già causato abbastanza guai? – gli chiese incuriosita la sua regina di rose.
- Se durante la Battaglia Finale io, Daenerys o la terza testa del drago, dovessimo essere trasformati in estranei, i nostri draghi resterebbero al nostro comando volgendosi in nemici degli esseri umani. Non possiamo permetterlo. Nel caso accadesse una cosa del genere, uno di voi dovrà utilizzare ancora quel corno, divenire il suo proprietario in modo da poter riportare i draghi a difesa del giusto esercito.
- Non accadrà – disse decisa Margaery.
- Dobbiamo considerare tutte le possibilità …
- Walter, taci – lo interruppe lei guardandolo negli occhi seria e stringendogli forte una mano. A ciò anche lui la guardò e le sorrise.
- Mio signore, è giunto un corvo con questa lettera per te poco fa – disse lord Varys sbucando dalla scalinata e porgendogli il foglio arrotolato. Walter lesse il contenuto rimanendo attonito.
- Che c’è scritto, mio signore? – gli chiese Margaery.
- Proviene da Forte Terrore. È Tyrion. È lui la terza testa del drago. 
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones / Vai alla pagina dell'autore: Evali