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Autore: alessiawriter    22/10/2017    3 recensioni
Raccolta one-shot sulla famiglia Brief, ogni capitolo è ispirato a una frase presa dai cartoni della Walt Disney.
1. Papà, chi è la più bella del reame?
2. Quasi tutti si rincitrulliscono in primavera.
3. La Bella e La Bestia.
4. Guerriera.
Per il momento il rating è verde, ma potrebbe cambiare nel corso della storia.
Genere: Comico, Fluff, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Bra, Bulma, Trunks, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Tratto da "Mulan":
Forse non l'ho fatto per mio padre.
Forse quello che volevo dimostrare era che riuscivo a cavarmela
e guardandomi allo specchio, avrei visto qualcuno che valeva... 
Ma mi sbagliavo, io non vedo niente!
 
 
 
Guerriera. 
 
 
 
 
L'arte della lotta aveva da sempre affascinato la piccola Bra Brief. Sarà stato forse per il sangue Saiyan che aveva in circolazione nelle vene, ma Bra era abbagliata da quel mondo di suo padre Vegeta e suo fratello maggiore Trunks da cui lei era stata severamente esclusa. 
 
Fino all'età di otto anni, Bulma aveva cercato di temperare la sua indole da guerriera facendole conoscere ogni aspetto di quella mondana: la portava ai corsi di danza classica o alle sfilate di alta moda, le comprava sempre vestiti degni di una Barbie e la addobbava di ogni gingillo luccicante che riuscisse a trovare. Eppure più cercava di ritrovare un po' di lei nella sua bambina, più il suo spirito combattivo paterno emergeva. E quindi la signora Brief si era arresa, pur conservando la speranza. 
 
Così, un giorno mentre la madre era ad una importante convention e lei e il fratello maggiore furono lasciati in balia delle premure del padre, Bra ne approfittò e mise in atto il suo piano. 
 
Prese a gironzolare con fare disinvolto intorno a Vegeta, sempre più scocciato dalle sue attenzioni, e a fargli domande, ora su argomenti casuali, ora su alcune tecniche di lotta che aveva visto collaudare da lui e suo fratello, a cui tassativamente non rispondeva. Difatti quella mattina o Vegeta era più scorbutico del solito o Bra più vivace, ma ambedue le opzioni recavano conflitto l'uno all'altro. 
 
Il Principe Saiyan continuò ad ignorarla, cercando di trangugiare in fretta la sua colazione e così sparire nella Gravity Room per le prossime 68 ore. Se ne infischiava dei suoi doveri, delle sue responsabilità e delle raccomandazioni di Bulma, quella sciocca terrestre non poteva in nessun modo imporsi su di lui con tale prepotenza.
 
«Papà», esclamò la piccola con fermezza, riuscendo quasi ad accaparrarsi la sua dose di attenzione. «Almeno per una volta, una sola, posso allenarmi con te e Trunks?», chiese infine, senza mostrare la debolezza che albergava in lei.
 
Vegeta sentenziò che di questa faccenda ne avesse avuto abbastanza, dunque si alzò e incurante dello sguardo infervorato della figlia uscì dalla stanza. Bra prese a fissarsi i pugnetti serrati e sospirò avvilita. Il piano era fallito.
 
.:••:.
 
Bra si intrufolò nella cesta dei panni puliti con tuffo, nuotando tra le tute sportive e pescando di tanto in tanto ciò che le occorreva; quando fu sicura di aver preso tutto e di non aver dimenticato nulla, sgattaiolò fuori furtivamente e corse nella sua stanza.
 
Gettò il suo bottino sul letto e prese a spogliarsi, per coprire quel corpo minuto ma non per questo fragile con gli indumenti appena sgraffignati. Si mise davanti allo specchio e prese ad osservarsi, piegandosi ora in avanti ora ruotando la schiena. Verdetto finale: sembrava che indossasse una tenda e il blu decisamente non era il suo colore, però sentiva naturale quel tessuto sulla sua pelle e già si immaginava con una tuta della sua misura, magari rosa!
 
Poi improvvisamente l'impatto brusco con la realtà. Anche se fosse riuscita a procurarsi la tuta della sua misura e del suo colore preferito, sarebbe stato tutto inutile perché non avrebbe avuto occasione di usarla. Suo padre non l'avrebbe mai allenata e non sarebbe riuscita così una volta per tutte a dimostrare il suo valore, che poteva anche lei essere forte come il sangue Saiyan prescriveva e pretendeva. Non sarebbe mai stata capace di sopprimere quella parte di se stessa e suo padre doveva accettarlo, volente o nolente. 
 
Strinse i pugni e digrignò i denti, scrutando scrupolosamente la sua immagine e non vide nulla, assolutamente nulla, del guerriero che era suo padre. Era la sua trasfigurazione patetica. E agendo d'impulso, violento e distruttivo, colpì il vetro dello specchio, mandandolo in frantumi insieme alla carne della sua piccola mano.
 
Un urlo di dolore si diffuse in tutta la casa, con una tale intensità e forza da destare il Principe Saiyan durante i suoi allenamenti. Allarmato, volò fino alla fonte, trovando la piccola Bra in ginocchio sul tappeto della sua cameretta macchiato del suo sangue. Aveva il viso rosso per lo sforzo, ma non una lacrima le solcava il viso. 
 
La sollevò dalle gambe. «Che cosa è successo, Bra?», chiese con preoccupazione, raggiungendo velocemente il bagno. 
 
Bra nascose il viso tra i suo pettorali, chiudendo gli occhi. «Ho dato un pugno allo specchio», ammise le sue colpe.
 
Vegeta la adagiò sul copriwater, per poi controllare la mano della bambina che gemeva per il dolore. «E perché lo avresti fatto?», borbottò confuso, aprendo lo stipetto in cui conservavano il kit medico. 
 
Il Principe Saiyan cercava di mantenere la calma mentre tentava di allevare le sofferenze della piccola, togliendo i cocci di vetro e disinfettando i tagli; dopo anni passati a medicarsi da solo, aveva acquisito un tocco quasi esperto. Un conto, però, era dover curare le proprie ferite, un altro paio di maniche prendersi cura di quelle della bambina evitando di infliggerle ulteriori pene. 
 
Bra si strinse nelle spalle, schivando il suo sguardo. «Io... non lo so, papà. Mi dispiace», mormorò, soffocando un altro gemito. 
 
Vegeta la inchiodò con lo sguardo, ma non aggiunse nulla; non aveva idea di come muoversi in quella situazione. Sicuramente Bulma avrebbe saputo cosa fare o dire, eppure il Principe Saiyan si era trovato preso alla sprovvista. Finì di sistemarle la fasciatura e quando prese la bambina in braccio, questa scoppiò finalmente in lacrime, stringendosi disperatamente alla sua maglia. La cullò finché non si addormentò tra le sue braccia. 
 
.:••:.
 
Vegeta quella notte era inquieto, si girava e rigirava tra le lenzuola senza riuscire a prendere minimamente sonno. Pensava alla sua bambina, mentre disteso fissava il soffitto con un braccio a sostenere la testa. Quel gesto lo aveva turbato interiormente, a maggior ragione perché non vi trovava alcuna spiegazione razionale.
 
Fino ad allora si era chiesto solo con scarsa attenzione cosa avrebbe dovuto fare con la sua bambina, se crescerla lontana da quel mondo interamente composto da guerre e violenza o se aiutarla a divenire all'altezza del suo sangue; non si era mai schierato da una parte né dall'altra.
 
La sua vita era stata disegnata prima ancora che nascesse, non aveva avuto alcuna possibilità di scelta per quel ruolo che ormai aveva accettato da tempo, ma per Bra era diverso. Lei poteva decidere che farne del proprio destino e non voleva influenzarla in alcun modo. Voleva solo vederla al sicuro e felice. 
 
Ma quel giorno, dopo quel gesto estremo, forse aveva compreso il desiderio disperato della figlia. Si alzò dal letto, per metà vuoto per via dell'assenza della sua compagna, superò la stanza in cui Trunks riposava profondamente e si fiondò nella stanza della piccola Bra. La trovò sveglia, seduta sul letto con le spalle verso il muro. 
 
Quando sentì la porta chiudersi, sobbalzò. «Papà, che ci fai qui?», sussurrò spaventata. 
 
Vegeta rimase fermo come un pezzo di legno davanti al suo letto, le mani rigorosamente incrociate al petto. «Ti fa molto male la mano?», domandò con tono scorbutico, così da non rendere palese la sua apprensione. 
 
Bra arrossì e guardò con con sbarrati il padre. «Sì, anche se di meno rispetto a prima», cercò di rassicurarlo. 
 
Vegeta annuì, spostando lo sguardo verso la finestra, ad osservare il cielo stellato. «Quando sarai guarita, potrai allenarti con me. Sarò io il tuo insegnante, quindi non potrai addestrarti con nessun altro. Chiaro?», proferì risoluto e deciso. 
 
Bra si portò una mano alla fronte, come un militare. «Limpido», replicò seria, anche se internamente stava urlando dalla gioia. 
 
Vegeta emise un verso di stizza, mentre le dava di nuovo le spalle. «Bene. Ora dormi, devi rimetterti in sesto prima che cambi idea», brontolò. 
 
Bra si sistemò sotto le lenzuola, un sorriso le spaccava il viso da lato a lato. «Agli ordini!», esclamò entusiasta e prima che fosse definitivamente fuori dalla stanza riuscì ad aggiungere: «Grazie, papà».
 
Vegeta chiuse la porta e vi si poggiò contro, esprimendosi in un piccolo sorriso che perì immediatamente quando un altro pensiero cominciò ad echeggiare nella sua mente. Bulma lo avrebbe sicuramente ucciso. 
 
 
 
 
To be continued...
 
 
 
Grazie per essere arrivato fino a qui, sarei felice se lasciassi una recensione. 
 
 
  
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