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Autore: missCrow    24/10/2017    0 recensioni
"Avevo 22 anni quando rimisi piede nella mia vecchia casa, che aveva ancora lo stesso aspetto.
Avevo 22 anni quando lo rividi,illuminato da una pallida luce verde all’interno di quel pub, Il “The Witch Brew”
Avevo 22 anni, e nonostante tutto il mio cuore aveva ripreso a battere come quando ero piccola rivedendolo."
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Quando avevo 13 anni mi trasferì in un’altra città in seguito la morte di mia madre, abbandonando scuola, amici e il mio primo fidanzatino.
Mio padre e io necessitavamo di un cambio di ambiente, di stare lontani da quella casa piena di ricordi.
9 anni dopo ero pronta per tornare, per ricordarla in cucina, o in camera da letto a leggere.
Dopo tutto quel tempo finalmente il suono dei mie passi risuonava al tocco del parquet di quella casa che mi era così tanto mancata. Sarebbero stati giorni intensi, l’ingresso era ricolmo di pacchi con tutte le mie cose, e sarebbe stato estremamente faticoso mettere tutto in ordine e dare una pulita generale in tutta casa.
Era già pronta a mettermi a lavoro, avevo la mia tutona, i lunghi capelli neri legati, scopa e mocio in mano, ma non ebbi nemmeno il tempo di immergere il mocio nel secchio che il campanello della casa risuonò nelle mie orecchie.
Arrivare alla porta con tutte quelle scatole che intralciavano il cammino era particolarmente scomodo.
Quando finalmente riuscì ad aprire l’uscio di casa mi ci volle poco per riconoscere chi avevo davanti.
Era Anna, la mia migliore amica, l’unica con cui non avevo perso i contatti.
“Hai scelto il momento sbagliato, renditene conto.”
Non mi rispose nemmeno e mi salto addosso abbracciandomi.
“Non è mai il momento sbagliato Lea!”
Riuscì, anche se con non poche difficoltà, ad entrare in casa.
Il fatto che fosse venuta fu per me una salvezza, ripulire casa in due fu molto più rapido, e riuscimmo a spostare la maggior parte delle scatole nelle varie stanze cui erano destinate.
Considerando che per quel giorno avevamo già fatto molto, ci sedemmo sul divano nel soggiorno, totalmente esauste.
“Hai già l’attacco alla luce e al gas?”
“ovviamente no, dovrebbe essere tutto sistemato in due-tre giorni però.”
Era estremamente piacevole ritrovarsi con lei in quello stesso salotto dove per anni avevamo guardato la tv insieme aspettando che mia madre ci preparasse la cena.
Sorrisi al suo ricordo, facendo vagare il mio sguardo per tutta la stanza.
Nei miei ricordi era molto più grande, ma probabilmente era il mio essere piccola a farmi vedere tutto più enorme.
Le pareti erano un po’ ingiallite dal tempo, e non c’erano più le foto di famiglia, i quadri e i disegni che avevo fatto durante la mia infanzia che prima le abbellivano, non c’era nemmeno più il televisore, o il tappeto persiano sotto il divano blu, unica cosa rimasta nella stanza.
“Ti va di venire a stare da me finché la casa non sarà vivibile?”
Dovevo ammettere che speravo mi facesse quella domanda, infatti fui felicissima di accettare.
Non ero ancora pronta a passare le notti da sola dentro quelle mura.
“Aiutami a vedere cosa portare per questi giorni, sono troppo fusa per pensarci da sola.”
Andammo in quella che era la mia camera, adiacente al soggiorno, che in precedenza era la camera dei miei genitori.
Decisi di usare quella stanza anziché la mia poiché era più grande e aveva il bagno.
Non sapevo ancora cosa fare con la mia cameretta, così decisi di lasciarla vuota per un po’ di tempo, magari sarebbe diventata il mio studio.
In più mancavano ancora la maggior parte dei mobili, che sarebbero arrivati nei giorni seguenti.
“Allora, visto che stiamo a settembre, cosa mi consigli di prendere come vestiti?”
Fece finta di pensarci per qualche momento, per poi proferire con voce seria, “opterei per qualche felpa, ma per lo più magliette a maniche corte, pantaloni e dimmi che hai qualche bel vestito così stasera usciamo” disse infine con un sorriso sulle labbra.
Alzai il sopracciglio, uscire non era esattamente nei mie piani, contando quando pigra fossi in generale e quanto stanca mi sentivo in quel momento.
In ogni caso vestiti non ne usavo, quindi nella mia valigia non ve ne era nemmeno l’ombra, cosa che Anna non approvò.
Presi qualche jeans, magliette varie, una giacchina e la biancheria.
Sarei stata fuori massimo 3 giorni, e in caso sarei tornata ogni giorno a casa per sistemare, quindi se avevo bisogno avrei sempre potuto prendere altre cose.
Misi tutto nel mio fidato zaino verde che usavo dal liceo e insieme ad Anna uscimmo.
Fortunatamente sia io che lei avevamo la macchina, quindi non ci saremmo fatte in nessun caso la strada a piedi verso casa sua. “Dove andremo e con chi?” le chiesi mentre entravamo nella sua auto.
Non mi rispose subito, decise che era meglio prima mettere in moto e accendere la radio.
“non te lo dico, è una sorpresa.” disse sorridendo candidamente.
Ci mettemmo una decina di minuti prima di arrivare al condominio dove abitava.
Fortuna che c’era l’ascensore, perché casa sua era al settimo piano.
“MAMMA SONO TORNATA.”
Negli anni Anna per alcune cose non era cambiata per niente, urlava ancora quando entrava in casa, anche se non ce ne era mai bisogno, considerando quanto piccola fosse l'abitazione.
“E C’È LEA!” Fu in quel momento che Carmela spuntò dalla porta della cucina facendomi un enorme sorriso.
“Oh Lea cara, che bello averti qui! Ma guardati come sei diventata bella, e sei così alta, sei cresciuta proprio bene!”
Andai verso di lei per abbracciarla e salutarla.
“sta restando qui per qualche giorno, non è un problema vero mà?” In realtà era una domanda retorica, tanto che Carmela disse che non c’era manco bisogno di chiedere.
Andammo verso la sua stanza che negli anni in cui non vi ero entrata era cambiata notevolmente.
Aveva ancora il letto sotto alla finestra, solo che ora aveva il baldacchino con le tende.
La scrivania piena di libri dal lato opposto del letto, l’armadio alla sua destra e le pareti celesti, che in precedenza erano rosa, erano totalmente coperte da poster di gruppi musicali e locandine di film.
“Niente più pareti rosa e poster dei Tokyo Hotel? Questo è un immenso shock per me.”
Durante le nostre sedute di skype l’unica cosa che avevo effettivamente visto era il letto nuovo, considerando che il suo computer era fisso e che non poteva spostarlo dalla scrivania.
“ti prego, non cacciamo questi scheletri dall’armadio.” disse in tono cupo.
Risi sotto i baffi della sua reazione. Posai lo zaino sulla sedia, mi stiracchiai e mi sedetti sul letto.
Erano le 19:30, e la cosa che volevo fare più di qualsiasi altra era una doccia e cambiarmi dalla tutona.
La mia amica mi diede un asciugamano e poi mi fece strada verso il bagno, di cui avevo cambiato la disposizione.
Non so per quanto tempo restai sotto il getto bollente dell’acqua, ma quando uscì profumata e vestita e raggiunsi la cucina, la cena era già pronta e sia Anna che Carmela mi aspettavano per iniziare a mangiare.
Uscimmo subito dopo cena, nonostante Anna non era soddisfatta del mio outfit.
Mi chiedevo cosa non andasse nella mia maglietta nera, nei miei jeans a vita alta e nei mie anfibi rossi.
“Mi puoi almeno dire dove stiamo andando?” le chiesi implorante dopo 20 minuti di macchina.
Sicuro non andavamo verso il centro, che stava a 10 minuti a piedi da casa sua.
“Andiamo in un pub molto carino per festeggiare il tuo arrivo, ovvio!”
“ E posso capire chi c’è?” Lei rise di gusto della mia domanda e non rispose.
Capì che che era totalmente inutile continuare a chiedere, non sarebbe uscito niente dalle sue labbra.
Dopo altri 10 minuti arrivammo finalmente al fantomatico pub. Si chiamava “the Witch Brew”, un nome estremamente suggestivo. Quando entrai la prima cosa che mi colpì erano le luci verdi, poi tutti gli arredamenti vintage, le candele ad ogni finestra, il bancone in legno scuro con i baristi che servivano i clienti seduti sugli sgabelli rossi, i divanetti presumibilmente bianchi con i tavolini.
Andammo verso il bancone, dove vi erano sedute 3 persone, 2 ragazzi e 1 ragazza.
“Salve amici miei, sono qui per presentarvi la new non tanto new entry di cui vi ho parlato in questi giorni.”
Si girarono tutti verso Anna per poi posare il loro sguardo stupito su di me.
Non mi ci volle molto a riconoscere i miei vecchi amici, e mi ci volle anche meno a riconoscere lui.


-Salve gente, eccomi qui con il primo capitolo di questa storia (grazie Gorgeus di taylor Swift per l'ispirazione)
Spero il capitolo non sia eccessivamente lungo e che sia di vostro gradimento! non è effettivamente successo un pippio in questo primo capitolo, ma dettagli.
Detto questo, visto che sono le 2:39 direi che è ora di andare lol
Buona lettura -MissCrow
   
 
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