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Autore: bebe    24/10/2017    1 recensioni
Una ragazza ricca, figlia unica di un famoso produttore, fidanzata con il rampollo di un'altra agiata famiglia californiana, ovviamente approvato dal padre, incontra un attore più grande di lei, con un intenso passato sentimentale e se ne innamora. ricambiata. Ma riuscirà il loro sentimento a resistere alle malelingue, ai pettegolezzi, ed all'ostilità del padre di lei?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La relazione clandestina fra Victoria e Ryan andava avanti ormai da sei mesi. Il tempo era letteralmente volato! Sembrava ieri che si erano incontrati sulla terrazza di Villa Avery, in occasione della festa, ed invece erano già passati sei mesi. Non erano anni, certo, ma considerate la particolare situazione, era quasi un record. Non era stato sempre facile per i due vedersi, sia perché erano sempre entrambi molto impegnati, sia perché Ryan aveva già una famiglia, e non sempre poteva spostarsi liberamente. Spesso per loro riuscire a vedersi diventava una vera e propria impresa. Voli notturni, incontri in località quasi sconosciute a metà tratta fra New York e Los Angeles, momenti rubati qua e là che diventavano come un’oasi dalle loro vite e dalle loro routine familiari e di lavoro. Ovviamente, non mancavano momenti in cui tutto sembrava troppo complicato da gestire, rischioso e difficile, soprattutto per Victoria. Dei due, era senza dubbio lei ad essere presa più facilmente da scrupoli e sensi di colpa, forse perché era la metà femminile nella relazione, oppure perché era lei quella libera, e si sentiva tremendamente in colpa a vestire i panni dell’amante, della terza incomoda nel matrimonio altrui. E poco la sollevava la certezza ormai quasi matematica che quel matrimonio era più di facciata che di sostanza. Tuttavia, puntualmente, quei tentennamenti venivano spazzati via ogni volta che la ragazza rivedeva Ryan. Le bastava incontrare il suo sguardo dolce ed un po' ruffiano, e quel sorriso scanzonato per dimenticare ogni difficoltà. Sicuramente anche lui aveva i suoi momenti ‘no’, d’altro canto solo un essere insensibile avrebbe potuto vivere senza alcun rimorso una relazione extra coniugale, e lui tutto era fuorché insensibile ed egocentrico, ma sembrava sempre saldo nella sua idea di continuare a vederla ed incontrarla appena possibile, trasmettendo alla ragazza quella sicurezza che a volte perdeva. Quando stavano insieme, sembrava che tutto andasse a posto, che i tasselli del puzzle si incastrassero perfettamente e che tutto il resto restasse fuori dalla porta di quel piccolo mondo parallelo in cui vivevano portando avanti la loro storia.

Più lei lo frequentava e più le piaceva, in tutto, coi suoi pregi ed i suoi difetti, che ormai aveva avuto modo di conoscere. Era insospettabilmente dolce e capace di grandi slanci d tenerezza. Magari, al primo impatto, poteva mettere soggezione, vista la stazza, ma era un ‘gigante buono’. Era sempre molto attento a lei, protettivo, la faceva sentire al sicuro anche solo con uno sguardo. Victoria adorava quella sensazione di tranquillità e protezione che provava ogni volta che poteva addormentarsi abbracciata a lui. Si sentiva al suo posto nel mondo, era veramente una sensazione impagabile per lei, nemmeno lontanamente paragonabile a quello che aveva provato nelle altre sue relazioni, né col tennista Kevin né tantomeno con Josh. Certo, non era un uomo semplice, anzi, era molto complesso, a volte era taciturno, e la mandava al manicomio quando si ostinava a negare l’evidenza rispondendo alle sue domande con uno striminzito ‘va tutto bene’, ma si era ormai resa conto che era un suo tentativo, forse maldestro, di proteggerla anche dalle preoccupazioni. Si stava innamorando di lui, era innegabile, ed anche lui era sulla stessa strada. Adorava il piglio deciso della ragazza, i suoi occhioni limpidi ed espressivi, il suo modo di prendersi cura di lui quando riuscivano a ritagliarsi dei momenti insieme, i messaggi che gli inviava, il suo sorriso dolce, ed anche i suoi momenti di insicurezza. Non mancavano i litigi, qualche discussione, necessaria nel percorso della conoscenza, ma finora nessuno dei due aveva mai avuto l’impressione di aver preso un granchio, anzi, ogni volta imparavano qualcosa di nuovo l’uno sull’altra. Si era creata molto naturalmente una sintonia speciale fra di loro, che prescindeva dal sesso e dall’attrazione fisica, anche se pure quello aveva un suo peso, era una componente importante, ed un aspetto che funzionava alla grande nel loro rapporto. Ma non c’era solo quello, ovviamente. Era capitato spesso, ad esempio, che fossero entrambi così stanchi per aver preso voli e coincidenze assurde ed essere atterrati a notte fonda solo per vedersi qualche ora, da non pensare minimamente al sesso, limitandosi, invece, a dormire insieme, cosa che era anche più intima del fare l’amore. E poi parlavano molto, di tutto, senza filtri. Victoria gli aveva parlato spesso della madre, mancata prematuramente, di quanto, in alcuni momenti, avesse sentito e sentisse ancora la sua mancanza;  del rapporto complicato col padre, che aveva dovuto farle anche da madre, che non le aveva mai fatto mancare niente, ma che a volte la soffocava con le sue pressioni e le sue aspettative; della zia Charlotte, che era per lei una seconda figura materna, un punto di riferimento importante per lei, sempre premurosa, affettuosa e pronta a consigliarla per il meglio; e dei suoi pochi ma affidabili amici, prima su tutti Skyler. Anche Ryan si era aperto molto con lei, non subito magari, con i suoi tempi, ma lo aveva fatto. Le aveva raccontato del suo rapporto altrettanto complicato ed a tratti conflittuale col padre, mancato pochi anni prima dopo aver convissuto per più di vent’anni col morbo di Parkinson, di quello invece strettissimo con la madre, che forse, più o meno consapevolmente, lo aveva sempre coccolato e riempito di attenzioni per compensare la relazione difficile col padre o semplicemente perché era l’ultimo di 4 fratelli, e del rapporto con questi ultimi. Erano tutti molto diversi fra di loro, caratterialmente e fisicamente;  lui era l’unico ad aver scelto di intraprendere la carriera di attore, gli altri facevano lavori ‘normali’ ed erano rimasti in Canada. Patrick era un insegnante di scuola elementare, Jeff un tecnico informatico e Terry, l’unico adottato e quello con cui forse era più in sintonia, era un ufficiale della polizia canadese. Erano tutti sposati e lo avevano reso zio ormai da tempo. Veniva da una famiglia normale, una delle tante che si potrebbero conoscere, che non navigava magari nel denaro, ma che era unita da un profondo affetto. Quando ne parlava il suo sguardo assumeva una dolcezza particolare, mista a malinconia, sembrava un cucciolo in cerca di affetto e protezione, e Victoria puntualmente si scioglieva. E poi parlava anche delle sue figlie, non spesso, probabilmente per non farla sentire a disagio, ma capitava, ed allora nei suoi occhi leggeva l’orgoglio tipico di un padre. La più grande, James, aveva tre anni ed era una vera e propria peste, a suo dire, già con un bel caratterino, ereditato, secondo la nonna paterna, proprio da lui, che da piccolo era ingestibile; la più piccola, Ines, aveva solo un anno ed era paciosa ed adorabile. Le aveva anche mostrato qualche foto sul cellulare, ne aveva una marea delle sue due principesse, ed era evidente che le adorasse e che di lì a qualche anno se lo sarebbero rigirato come un calzino.

Quando erano insieme, sembrava che quella fosse la loro routine, vivevano quelle ore come fossero in una bolla, ma purtroppo si trattava di parentesi sempre troppo brevi.  Il Natale ora si avvicinava, e l’atmosfera di festa aveva per Victoria un sapore agrodolce. Era sempre stato così, perché in questo periodo sentiva sempre in maniera accentuata la mancanza della madre ed in più quest’anno avrebbe sentito anche quella di Ryan. In una situazione normale, avrebbero passato anche più tempo insieme, ma non erano una coppia normale. Lui sarebbe rimasto a New York, avrebbe passato le feste in famiglia, con sua moglie e le figlie, mentre lei sarebbe rimasta a Los Angeles. Cercava di non farlo pesare a Ryan, ma le pesava mai come prima la lontananza e quell’umore un po' ballerino riportava a galla tutte quelle insicurezze e quei sensi di colpa con cui si era abituata a convivere in quei mesi.

“Ehi? Vic? Mi ascolti?” la richiamò Skyler. Quel pomeriggio di metà dicembre si erano finalmente organizzate per un giro di shopping natalizio.

“Cosa? Si, scusa” rispose l’altra.

“Allora? Dici che questa macchinetta per il caffè espresso può andare per mia cognata? Sempre che impari ad usarla. E’ la persona più imbranata che conosca. A stento accende il tablet” ridacchiò la ragazza.

“Bè, si. Direi che può andare. Non mi sembra difficile da usare.” Rispose Victoria, senza troppo entusiasmo.

“Wow! Sei la personificazione dello spirito natalizio! Stai alla larga dai bambini o distruggerai il loro amore incondizionato per Babbo Natale!” la prese in giro.

“Scusa, è che sono un po' sfasata oggi. Ho anche mal di testa” rispose, cercando di minimizzare e nascondendo la reale natura del suo umore.

“Si, certo. Come no!” rimarcò Skyler, che conosceva benissimo l’amica e sapeva riconoscere quando mentiva.

“Facciamo una pausa! Tanto ormai abbiamo depennato metà della lista di amici e parenti per i regali. Andiamoci a prendere una cioccolata, ti va?” le propose.

Così lasciarono il negozio, caricarono pacchetti e pacchettini vari sull’auto di Victoria e raggiunsero una pasticceria poco distante. Si accomodarono ad un tavolino in un angolo appartato e dopo qualche sorso di cioccolata, Skyler iniziò a sondare il terreno.

“Credo di sapere come mai sei così pensierosa. Lo sei sempre durante queste feste, ma stavolta credo ci sia un motivo in più” iniziò a dire “Le feste sono il periodo peggiore quando si frequenta un uomo impegnato” osservò.

Victoria sospirò.

“Già. Avevo sentito dire che per le amanti il Natale e le feste comandate sono deleterie. Adesso so che è vero” rispose.

“Non sei un’amante” precisò l’altra.

“Si che lo sono” affermò con certezza Victoria “Non andarci leggera solo perché siamo amiche. E’ la verità. Ho una relazione clandestina con un uomo sposato, il che tecnicamente mi rende un’amante” concluse con apparente distacco, come se stesse parlando del tempo o di un’altra persona “Mai avrei pensato di poter fare una cosa simile, ed invece eccomi qui” aggiunse.

“Adesso esageri, sei troppo severa con te stessa” le fece notare Skyler “Non hai mica ucciso nessuno, stai frequentando un uomo che ti piace. Per quanto banale possa suonare, non si può decidere con la testa in situazioni simili, a volte bisogna buttarsi e lasciar fare ai sentimenti. E’ chiaro che ti piace e che sei molto presa da lui, e lui pure, altrimenti non si sbatterebbe come ha fatto in questi mesi per volare avanti e indietro e trovare un modo per riuscire a vederti. Non sei né la prima né l’ultima e non devi colpevolizzarti in questo modo. Tu sei libera, al limite è lui che deve farsi dei sensi di colpa” concluse senza troppi preamboli.

“Non lo so, forse, ma comunque non mi fa sentire meglio. Insomma, a parti inverse, se fossi io la moglie e scoprissi che mio marito mi tradisce, me la prenderei con lui, ma anche con l’altra. E poi, dove andremo a finire? Prima o poi questa cosa finirà. Non possiamo continuare all’infinito a vederci così, come due ladri, sempre col timore che ci scoprano. Forse dovrei troncare questa cosa prima che sia tardi, prima di starci troppo male” concluse sospirando e passandosi una mano fra i capelli in un gesto di pura frustrazione.

“Secondo me è già tardi. Ci starai male comunque, perché ti sei già innamorata di lui. Sbaglio?” le fece notare l’amica con un intuito disarmante.

Non l’aveva ancora ammesso nemmeno con se stessa, ma era la verità. Era innamorata di lui, e la sola idea di non vederlo più le faceva mancare il respiro, anche se razionalmente era convinta che fosse l’unica cosa da fare. Era sicura che sarebbe stata male per lui, non era una questione di ‘se’, ma piuttosto di ‘quando.

Restò in silenzio per qualche istante, spiazzata, poi alzò lentamente lo sguardo sull’amica. Sapeva di potersi fidare di Skyler, era come una sorella per lei, e qualunque cosa le dicesse, era per il suo bene, mai per giudicarla.

“E’ così evidente?” rimarcò, accennando un sorriso amaro.

“Per me che ti conosco da quando hai 4 anni si. Per gli altri credo proprio di no. Forse non se n’è accorto nemmeno lui per ora” rispose tranquilla.

“A maggior ragione forse dovrei troncare. Più andiamo avanti e peggio starò quando succederà.” Aggiunse Victoria.

“Perché invece non glielo dici? Parlane con lui, cerca di capire che intenzioni ha” le suggerì.

“Non lascerà mai sua moglie” la interruppe l’altra.

“Te l’ha detto lui? Te l’ha fatto capire?” ribatté.

“No, ma non serve. Dai, non raccontiamoci storie. Quando mai un uomo sposato molla la moglie per mettersi con l’amante? Succede solo nei film, anzi, succedeva, ormai pure al cinema le amanti finiscono con l’essere piantate di sana pianta. Si stancherà, inizierò a trovare scuse per non vederci e poi non lo sentirò più. Vorrei almeno risparmiarmi l’umiliazione di essere mollata e farlo io.” Osservò pensierosa.

“Bella idea, così magari ti leverai anche la soddisfazione di tenertelo invece. Non puoi sapere cosa pensa, se non ne parlate. Capisco che tu magari non voglia metterlo sotto pressione o sembrare apprensiva, ma ormai sono passati mesi, è chiaro che non è un capriccio per nessuno dei due, altrimenti non vi prendereste la briga di prendere e volare a destra e sinistra per vedervi. Sei mesi in queste condizioni, sono come sei anni per una coppia normale. Parla con lui, spiegagli come ti senti, digli cosa provi per lui e poi valuterai cosa fare. Se avrai l’impressione che voglia tenere il piede in due scarpe, allora piantalo, senza remore e rimpianti. Ma se invece capisci che prova per te quello che senti per lui, allora non arrenderti. A volte vale la pena rischiare” concluse.

La chiacchierata con Skyler aveva in parte rincuorato Victoria, ma in parte le aveva anche suscitato nuovi pensieri e dubbi. Si era innamorata di lui, le mancava quando non si vedevano, si preoccupava quando non lo sentiva, aveva voglia di stare con lui, ma al contempo si sentiva in colpa per essersi inserita in quel modo in un matrimonio, ed anche perché in questi mesi aveva tenuto nascosto tutto al padre. E’ vero che non era ma stata avvezza alle confidenze sulle sue storie con lui, c’era sempre stata sua zia Charlotte per questo, ma sapeva che se suo padre avesse mai scoperto di quella relazione ne sarebbe stato profondamente deluso e deluderlo era l’ultima cosa che avrebbe voluto.

Nel frattempo Ryan continuava a farsi vivo con lei, ad inviarle messaggi, mail, a chiamarla appena gli era possibile. Si era accorto, tuttavia, che qualcosa non andava. Victoria non era più questo gran mistero per lui ed aveva chiaramente percepito che qualcosa la tormentava. Sulle prime, non ci aveva dato peso, convinto che fosse solo una giornata no, ma ormai era passata più di una settimana e lei continuava a sembrargli strana. Lei, però, si ostinava a fingere che tutto andasse bene, esattamente come faceva lui, avevano lo stesso meccanismo di difesa e tendevano a chiudersi quando qualcosa non andava. Così fece una cosa inaspettata e volò a sorpresa a Los Angeles. Non le aveva detto nulla, aveva preso ed era partito, rifilando alla moglie la scusa di un incontro di lavoro, ed aveva chiamato la ragazza solo una volta arrivato nell’appartamento di quel suo amico, lo stesso posto dove si erano già incontrati altre volte, e che era diventato la loro alcova sicura, lontana da occhi ed orecchie indiscrete.

Victoria restò senza parole quando lui le inviò un selfie scattato proprio lì e le scrisse di raggiungerlo appena possibile. Ed esattamente com’era già capitato, le era bastata l’idea di rivederlo per ritrovare sicurezza e lasciar da parte i suoi dubbi, almeno per qualche ora. Era alla fondazione quando lo lesse, e scappò via con una scusa per raggiungerlo subito.

Entrata nel viale con l’auto, scese velocemente, e corse da lui, che l’aspettava sulla soglia. Gli saltò quasi in braccio, entusiasta di rivederlo, proprio lei che non aveva mai amato troppe smancerie. Lui la prese al volo, stringendola forte, ed inspirando il suo profumo.

“Dovrei essere arrabbiata, se mi avessi avvisato prima mi sarei organizzata meglio! Ma sono troppo felice di vederti” ammise, restando ancora stretta a lui.

“Volevo farti una sorpresa! Se ti avessi avvisata, non sarebbe stato così speciale!” rispose lui sorridendo.

Poi le fece rimettere i piedini per terra ed entrarono insieme in casa, chiudendosi la porta alle spalle.

“Pensavo che non saresti riuscito a muoverti fino a dopo le feste o chissà quando” riprese a dire lei, levandosi la giacca e posando la borsa su una poltrona in salotto.

“Si, ma mi sei sembrata strana in questi giorni al telefono. E poi avevo voglia di vederti! Così mi sono inventato un incontro di lavoro ed eccomi qui! Anche se posso restare solo fino a domani sera” precisò, arricciando il naso “Ma ora non pensiamoci! Adesso sono qui! E ho una cosa per te” aggiunse con aria vispa.

Si allontanò per raggiungere un borsone da viaggio che era ancora ai piedi delle scale, e recuperò da una tasca un pacchetto blu dorato con un fiocco rosso. Lei era riuscita a sbirciare, ma fece finta di nulla, e lui lo tenne nascosto dietro la schiena.

“Siccome a Natale non saremo insieme, ho pensato di anticipare di qualche giorno! In fondo oggi è il 15, mancano 10 giorni esatti, quindi, buon Natale!” esclamò vispo, porgendole finalmente il regalo.

“Per me?” esclamò sorpresa lei.

“Volevo darlo alla hostess in aereo, ma non eravamo ancora abbastanza in confidenza per scambiarci dei regali!” la prese affettuosamente in giro.

“Certo che è per te, aprilo!” la incitò.

Lei si mise a sedere sul divano, e scartò subito il pacchetto, che conteneva un ciondolo in oro giallo e diamanti con la scritta ‘XO’, che comunemente si aggiunge nei messaggi ad indicare ‘baci e abbracci’. Era sempre così che concludeva quello che gli inviava.

Non si aspettava alcun regalo, tantomeno uno così dolce ed anche romantico.

“Ho pensato che fosse adatto a te quando l’ho visto. In realtà cercavo un ciondolo a forma di unicorno, perché il mio alter ego, Wade, li adora, ma poi ho visto questo e mi sono ricordato che è quello che mi scrivi sempre e così ho pensato fosse perfetto” le spiegò, scrutando la sua reazione “Ma se non ti piace, posso cambiarlo”

“No, no, non serve! Non voglio cambiarlo! E’ davvero perfetto! E mi piace da morire. Non so cosa dire, non me l’aspettavo! Ti ho preso anche io una cosa, ma non pensavo ti avrei visto prima di Natale, quindi lo tiene Skyler per me.” Disse.

“Lascia stare, non serve. Volevo solo regalarti qualcosa, sperando che servisse a farti stare meglio, perché in queste settimane ti ho sentita strana, e non negarlo.” Rispose, guardandola dritta negli occhi.

“Capisco che la situazione non è ideale e, credimi, dispiace anche a me non poterci vedere più spesso, ma non posso fare altro” aggiunse, sospirando “Così avrai qualcosa di mio addosso, oltre alla t shirt che ti sei fregata dei Queen. Me ne sono accorto, sai?” rimarcò sorridendo, per alleggerire il clima.

Lei sorrise.

“Diciamo che è un prestito!” precisò divertita “Mi aiuti?” aggiunse, passandogli la catenina, e voltandosi per scostare i capelli e farsela allacciare.

Lui si avvicinò a lei, mettendosi più comodo sul divano e gliela allacciò con studiata lentezza, trasformando il tutto in una dolce coccola e lasciandole poi una scia di bacini dal collo all’orecchio. Il suo respiro le solleticava la pelle e il suo profumo era così buono. Per non parlare di quanto le fossero mancate le sue labbra morbide, e le sue mani calde e grandi addosso.

In quel momento non esisteva altro, c’erano solo loro due. Lei si voltò, incrociando i suoi occhi castani, e senza bisogno di parlare e dirsi nulla, si sporse per baciarlo. Lui accolse quel bacio, intensificandolo e posandole una mano sulla guancia, mentre l’altra le cingeva la vita. L’atmosfera si scaldò nel giro di poco, e si ritrovarono a fare l’amore direttamente sul tappeto morbido del salotto, davanti al camino, l’atmosfera perfetta per quell’incontro rubato ed inaspettato. Come sempre, Ryan si dimostrò molto attento, ma anche passionale. Riusciva sempre a farla sentire la donna più bella e sexy al mondo, ed a farle dimenticare tutto il resto.  Una volta calmati i bollenti spiriti, rimasero abbracciati proprio lì sul tappeto ed avvolti in una coperta, senza dire niente, godendosi quel momento di pace perfetto.

Victoria era così rilassata che stava per addormentarsi, ma la voce di Ryan la riportò alla realtà.

“Ti va di dirmi cosa succede?” le domandò quasi in un soffio, accarezzandole la testa e posandole un bacio morbido sulla tempia.

“Allora era tutta una tattica la tua! Il regalo, il sesso. Volevi solo farmi parlare” rispose divertita, cercando anche di prendere tempo e magari di deviare l’argomento.

“No, non proprio. Non era pianificato, giuro! Ma mi sei mancata e poi mi hai guardato in quel modo e mi hai baciato e non ho capito più niente! Potrei pensare che la tattica l’abbia usata tu per distrarmi” rispose divertito.

“Non devi dirmi niente, se non vuoi, ma penso di conoscerti abbastanza ormai da capire quando qualcosa ti turba. E vorrei solo che ti sentissi libera di dirmi tutto, come hai fatto finora, altrimenti non posso aiutarti” aggiunse.

Lei sospirò e si tirò un po' su, per guardarlo, coprendosi meglio con la coperta.

“Non è niente, sono sciocchezze. Penserai che sono una bambina stupida” iniziò a dire, un po' incerta.

“Non sei una bambina e non sei stupida. Niente che tu possa dirmi mi farà cambiare idea su di te! A meno che tu non mi dica che preferivi Ajax a Deadpool!” aggiunse divertito, tirandosi su a sedere a sua volta.

“Eddai! Sii serio” lo rimproverò divertita lei, dandogli una leggera gomitata.

“E’ che il Natale mi mette sempre un po' di cattivo umore. Non so come spiegarlo, è una sensazione dolce-amara. Sento maggiormente la mancanza di chi non c’è più, e al contempo vorrei stare con le persone a cui tengo e so che non potremo vederci, quindi mi sono venute un po' di paturnie. Ma per fortuna hai avuto la brillante idea di venire qui, quindi va meglio!” aggiunse.

Lui, però, la guardava poco persuaso.

“Sicura che è tutto risolto? A me sembra che ci sia altro” osservò.
Per quanto tentasse, non riusciva mai a tenergli nascosto niente. Con lui aveva il problema esattamente opposto rispetto a Josh. Se quest’ultimo non si curava mai dei suoi desideri e delle sue esigenze, Ryan, al contrario, sembrava sempre riuscire a leggerle dentro ed a capire il suo stato d’animo.

“Non riesco proprio a nasconderti niente” disse infatti, scompigliandosi i capelli con una mano.

“Hai ragione, non è tutto qui. C’è altro. Ma forse sono paranoie inutili. E’ solo che in queste settimane mi sono ritrovata a pensare a noi e mi sei mancato più del solito. Mi sono ritrovata a pensare che sarebbe bello poter passare il Natale insieme, o anche solo più tempo insieme, ma so che hai delle responsabilità, che hai una famiglia, e non voglio avanzare pretese né chiederti altro, perché i patti erano chiari dall’inizio, sapevo che eri sposato, solo che più passa il tempo e più diventa difficile per me dividerti con lei” ammise infine, dando finalmente sfogo ai suoi pensieri. Tanto era certa che lui non avrebbe ceduto, finché lei non avesse rivelato le sue paure.

“Oddio, mi sento uno schifo solo a dirlo!” rimarcò subito dopo la ragazza, alzandosi in piedi, avvolta dal plaid ed iniziando a fare avanti e indietro.

“Vic, è tutto ok, non hai detto niente di strano o di grave” la rassicurò, raggiungendola coi soli boxer addosso.

“Si che è grave! E’ grave perché sono la tua amante e lei è tua moglie. Io non ho nessun diritto, ne sono consapevole, ma ci sto male, perché mi sono resa conto che mi sono innamorata di te. E non so se posso riuscire ancora a continuare ad averti a metà” aggiunse. Ormai aveva aperto il vaso di Pandora dei suoi sentimenti e non poteva né voleva tornare indietro.

Lesse chiaramente la sorpresa nello sguardo di Ryan, quando gli confessò di essersi innamorata di lui. Era rimasto spiazzato, cosa più unica che rara e non sapeva cosa dire. Stavolta una battuta sagace alla Deadpool non lo avrebbe aiutato. E lei iniziò a temere che quel suo silenzio significasse una cosa sola, ovvero che non ricambiava i suoi sentimenti. Ma allora perché volare da lei per accertarsi che stesse bene? Perché comprarle un regalo? Se avesse solo voluto rabbonirla, avrebbe potuto farlo telefonicamente o avrebbe anche potuto sostituirla con un’altra.

“Considerati sganciato, ok? Non devi dire niente. Ma hai insistito perché ti dicessi cosa non andava e l’ho fatto” disse ancora, abbassando lo sguardo.

“Anch’io mi sono innamorato di te” rispose lui, quasi a bruciapelo, tanto che Victoria non riusciva a credere alle sue orecchie, era convinta di esserselo immaginato.

 

  
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