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Autore: Hil 89    24/10/2017    0 recensioni
Come si può notare dal titolo, ho preso spunto da questo meraviglioso libro. Non ci sono molte altre parole da aggiungere, se non che ci sarà molto angst, ma anche tanto amore.
Genere: Angst, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Cora Hale, Derek Hale, Stiles Stilinski
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2



Derek arrivò davanti al palazzo di Cora dieci minuti dopo essere uscito di casa.
La sua sorellina, dopo il matrimonio con Isaac aveva deciso di trasferirsi vicino a lui perché era tutto quello che le era rimasto della sua famiglia. E lui ne era stato felice. Anche ora, nonostante tutto, era contento di averla vicino.
Suonò al campanello ed il portone si aprì. Salì le scale lentamente, ed istintivamente un lieve sorriso nacque sulle sue labbra quando sentì dei piccoli passi raggiungerlo, alzò lo sguardo e lo incrociò con quello azzurro di una bambina di circa tre anni, il visino da bambola era incorniciato da fini capelli neri.
“Zio Der” sorrise lei allungando le manine verso di lui, Derek la prese tra le braccia e le baciò una guancia paffuta, “Ciao principessa” la bimba rise “La tua baba mi fa fastidio. E mi fa il soletico” disse la piccola mentre gli allacciava le braccine intorno al collo, l’uomo le accarezzò la schiena e riprese a salire le scale.
“Mi sei mancato, zio Der” continuò la bambina, “Anche tu mi sei mancata, Laura” rispose stringendolo un pochino di più. La bambina soddisfatta della risposta, si accoccolò sulla sua spalla. Derek fece gli ultimi gradini, prima di incrociare lo sguardo della sorella, appoggiata alla stipite della porta, “Ciao fratellone” lo salutò con un sorriso, “Ciao Cora” rispose lui sfiorandole la fronte con un bacio.
Laura si mosse tra le sue braccia e l’uomo la fece scendere,  entrambi i fratelli Hale l’osservarono sparire dietro il muro del soggiorno e poi si guardarono in viso, nessuno dei due parlò, ma Cora si avvicinò al maggiore e lo abbracciò stretto, Derek ricambiò il gesto restando in silenzio.
“Sono contenta che tu abbia deciso di venire. Ho fatto le lasagna di mamma” disse la ragazza contro il suo petto, “Le mie preferite” sussurrò il moro tra i suoi capelli. Si separarono ed entrarono in casa, Derek seguì la sorella in cucina e trovò Isaac intento ad apparecchiare la tavola.
Vedendoli arrivare, appoggiò l’ultimo bicchiere e si avvicinò al cognato, “È bello vederti, Derek” gli disse stringendogli una spalla, “Ti trovo bene. Grazie dell’invito” risposte l’uomo sfiorandogli il braccio.
“Mancano pochi minuti, vuoi un bicchiere di vino od una birra?” chiede Cora,
“Una birra va benissimo”
Derek si appoggiò al mobile sorseggiando la bevanda, Laura entrò in cucina con un foglio in mano, “Zio Derek, questo l’ho fatto per te” disse la bimba circolandosi sui piedi, l’uomo si accovacciò per poter essere alla sua altezza e prese il disegno, “Grazie piccola. È bellissimo” le sorrise e notò il luccichio negli occhi della nipote.
Isaac scompigliò i capelli della figlia, prima di prenderla in braccio, “Bene signorina, sediamoci che è pronto!” disse sistemando la bambina nel seggiolone.
Derek prese posto al tavolo ed aspettò la sorella, che si sedette al suo fianco.
Mangiarono in un clima tranquillo, parlando del più e del meno ed ascoltando i racconti di Laura, fiera delle sue prime settimane all’asilo. Terminata la cena, Cora e Derek si spostarono in salotto, mentre Isaac portava la piccola, che ne frattempo si era addormentata, nella sua stanza.
Il maggiore si sedette sul divano e si passò le mani sui jeans, mentre la sorella si avvicinava ad un mobile per prendere un pacchetto.
Si avvicinò al fratello e glielo porse, Derek lo prese con dita tremanti e lo osservò attentamente.
Non c’era il mittente e l’indirizzo della sorella era stato scritto al computer.
La sua totale attenzione venne catturata dalla scritta a penna: Sourwolf.
Era la sua scrittura, disordinata e leggermente incrinata. L’avrebbe riconosciuta tra mille.
Sfiorò con i polpastrelli l’inchiostro verde e si perse per un attimo nei suoi pensieri.
“Der…” Cora gli sfiorò una spalla, “Sto bene” rispose il fratello stringendo il pacchetto mentre alzava a gli occhi verso la sorella, “Stranamente sto bene” ripeté quasi per convincere più se stesso, che lei. Ma era vero.
Quel piccolo segno, gli diede un briciolo di speranza.
Stiles era ancora al suo fianco.
Non l’aveva lasciato del tutto.
Non sapeva esattamente come, ma quello era un piccolo segno.
Si alzò dal divano e sorridendo verso la ragazza disse: “Scusami, ma non l’aprirò qui. Ho bisogno di casa mia” le baciò una guancia, scompigliandole i capelli. Cora lo seguì con lo sguardo mentre si infilava velocemente la giacca, si avvicinò e gli appoggiò una mano sulla spalla, “Der..” il tono della sua voce era dolce.
“Ti chiamo domani”,
“Va bene. Ma sappi chiese se non mi telefoni domani mattina, vengo a buttare giù la porta!” l’uomo le sorrise, poi uscì dalla porta dell’appartamento.
Cora sospirò, mentre chiudeva quest’ultima a chiave.

Derek fece tutto il tragitto di corsa, il pacchetto stretto in una mano, con il cuore che gli batteva forte nel petto. Arrivò a casa con il fiato corto e per la prima volta non si fece scoraggiare dal silenzio surreale che regnava in quel luogo, lasciò cadere su una sedia la giacca di pelle, scalciò le scarpe e si sedette a gambe incrociate sul divano.
Le dita gli tremavano leggermente mentre scartava la carta, aprì con malcelata calma il pacchetto e versò il contenuto accanto a lui: all’interno c’era una lettera e dieci buste più piccole.
Prese la lettera tra le mani e l’aprì.
Trattenne il fiato per un istante, quando riconobbe la scrittura di Stiles, ed il suo sguardo si fece leggermente lucido, prese un respiro profondo prima di leggere.

Ciao Sourwolf,
se hai ricevuto questa lettera vuol dire che sei uscito di casa, e questo non può che rendermi felice.
Ricordi quando mi hai detto che non saresti riuscito a superare questa situazione? Beh, non è vero. Tu ce la farai, eccome se c’è la farai!
Perché tu, amore mio, sei una delle persone più forti che io conosca.
Tu hai riempito la mia esistenza dei gioia, amore e serenità.
E sono più che orgoglio di essere stato il tuo compagno, ma io non sono altro che un capitolo della tua vita.
Tieniti stretto i ricordi, ma createne anche  di nuovi.
So che all’inizio non sembrerà semplice, e non pensare che lasciarti sia stato facile, ma tu ce la farai.
Ti aiuterò io.
D’altronde, ti fidi di me, giusto?
Ascoltami, ho un progetto per te, amore.
Le buste che hai trovato insieme a questa lettere, hanno un mese scritto sopra. Dovrai aprirle una per volta, nei mesi giusti.
Non provare ad ingannarmi perché ti tengo d’occhio!
Ora ti devo salutare.
Ti amo.

Derek tirò su col naso e si asciugò una lacrima, gli occhi fissi su quelle poche righe disordinate, ma che erano riuscite, per pochi momenti, a fargli sentire la vicinanza di Stiles.
Sorrise lievemente, mentre ripiegata con cura la lettera, nonostante tutto quello che gli era capitato, Stiles aveva trovato la forza di pensare a lui anche quando la vita lo stava inesorabilmente abbandonando.
D’altronde, fino agli ultimi istanti, il suo ragazzino aveva cercato di sembrare immune a tutto quel dolore che sicuramente provava.
Fin dalla prima diagnosi, aveva sviluppato un atteggiamento determinato ed ironico, cercando di far ridere chiunque gli stesse attorno. Solo in pochi momenti si lasciava sopraffare dallo sconforto, ma dopo un breve sfogo, tornava ad essere il giovane, allegro e spensierato ragazzo dagli occhi d’ambra, del quale si era irrimediabilmente innamorato.
Perfino il giorno maledetto che li aveva separati non era riuscito a togliergli il sorriso, seppure debole e tirato, dalle labbra.
Derek lo ricordava come se fosse passato da un solo minuto, Stiles gli aveva accarezzato un guancia, aveva sfiorato le sue labbra con il pollice ed aveva sorriso prima di sussurrargli un lieve “Ti amo”, poi con un sospiro aveva chiuso gli occhi per sempre.
Derek prese le varie buste tra le mani e le osservò, su ognuna c’era scritto un mese.
Le mise in ordine e scoprì che iniziavano da marzo fino a dicembre.
Corse a controllare il calendario, era rimasto chiuso in casa per settimane e non sapeva neanche quale giorno fosse: 28 febbraio.
Doveva aspettare poche ore, poi avrebbe potuto aprire la busta di marzo e sentire nuovamente la presenza di Stiles al suo fianco.
Dispose con attenzione le varie buste sul tavolino di fronte al divano e si sedette ad osservarle fino a che il sonno non lo colse. 








  
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