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Autore: mirai hime    25/10/2017    1 recensioni
“Ogni volta che giochiamo mi sento sempre tanto felice, quando passiamo i pomeriggi a studiare insieme mi piace la tua compagnia e… mi sento invincibile solo quando sono con te!”
Quei due avevano intrecciato le loro anime dalla prima volta che si erano scontrati sul campo e adesso, fianco a fianco, non potevano più fare a meno uno dell’altro.
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Shouyou Hinata, Tobio Kageyama
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Il profumo dell’autunno era nell’aria fresca della sera. Quell’aria che ricorda la legna bruciata nei camini, gli odori delle cucine delle case, le foglie che si librano nell’aria vorticando in tondo alla prima, piccola, folata di vento.

Gli alberi colorati di rosso e arancio, qualche piccola volpe incauta che attraversa la strada in cerca di cibo. L’autunno: la stagione in cui il clima diventa più freddo, le giornate si accorciano e i cuori si scaldano. Una stagione meravigliosa.

Era una serata autunnale qualunque in cui il piccolo centrale e l’alzatore ufficiale della Karasuno stavano passeggiando placidamente sulla via del ritorno. Ormai era un’abitudine consolidata da mesi. Forse l’unico momento della giornata in cui tutte le preoccupazioni andavano via e ci si godeva la tranquillità della sera.

In genere, Hinata era sempre molto esuberante anche dopo gli allenamenti e non faceva altro che parlare della pallavolo mostrando sempre una certa energia nonostante fosse letteralmente a pezzi. Quella sera, però, era inspiegabilmente silenzioso tanto che fosse difficile notare la sua presenza.

Avvolto da sciarpa e berretto manteneva la testa china mentre accompagnava la sua bici a mano. Kageyama, sempre molto attento agli atteggiamenti del piccolo rosso, lo fissava con insistenza nella speranza che prima o poi avrebbe sbottato con una delle sue solite espressioni assurde e tutto sarebbe tornato alla normalità.

Questa speranza, però, ben presto lasciò il posto alla preoccupazione: cosa c’era che non andava? Hinata confessava sempre tutto, era troppo onesto.

Qualche preoccupazione per le imminenti partite? Avrebbe confessato anche quello.

E se… e se, senza rendersene conto fosse stato di nuovo Kageyama ad avere delle mancanze sul campo proprio come l’ultima volta che avevano litigato e avevano deciso di allenarsi separatamente?

Il moro sperava ardentemente che non fosse nulla del genere, non aveva mai sofferto così tanto come in quell’occasione. Era stato frustrante non poter giocare insieme ed esultare per i piccoli, ma grandi progressi. L’unico a dare quel brivido alle sue giocate sconsiderate era proprio quella testa arruffata che camminava di fianco a lui. E allora cosa?

•••

Hinata, talmente preso dai sui pensieri, non si era minimamente accorto che l’alzatore lo stesse fissando visibilmente preoccupato. Il rosso stava riflettendo su qualcosa che lo assorbiva completamente e il centro di tutto era sempre e solo Tobio Kageyama.

Recentemente aveva iniziato a guardarlo con sempre più ammirazione, aveva sempre moltissima voglia di allenarsi con lui, sempre più desiderio di trascorrere del tempo insieme e questo era diventato evidente anche agli altri compagni di squadra. A loro non dispiaceva tutta questa sua voglia di fare, ma era stato proprio Sugawara, sempre onesto, ma discreto a fargli notare che brillava sempre di più ogni volta che poteva trascorrere del tempo con Kageyama e che fosse ormai palese che, quel tipo di attaccamento, potesse solo essere sinonimo di un sentimento ben diverso dalla pura e semplice ammirazione.

Kageyama non era più il Re del Campo di cui tutti hanno paura che preferiscono evitare e tutto ciò era anche merito di Hinata.

L’invito di Sugawara era stato di far chiarezza sui propri sentimenti perché l’unico ancora completamente ignaro era soltanto Hinata stesso.

Era a questo che il rosso stava pensando e quando finalmente si accorse che il moro lo stava guardando con una certa insistenza, accennò un sorriso un po’ forzato.

Oy, Hinata sei troppo silenzioso. Qualcosa non va?

Kageyama attese una risposta in vano, fino a quando finalmente l’altro ripose a sua volta con una domanda.

Kageyama, ti andrebbe di aiutarmi a risolvere una questione importante?

Hinata finalmente aveva parlato e il compagno aveva tirato un lungo sospiro di sollievo.

Il piccolo centrale aveva poggiato la sua bici vicino al tronco di un lampione per prendere tempo e organizzare i suoi pensieri. Si era poi voltato verso il compagno e, torturandosi nervosamente le mani, era un poco arrossito. Non aveva il coraggio di parlare, ma sapeva che Kageyama non era un tipo paziente per cui sarebbe stato meglio prendere il coraggio a due mani e tirare fuori tutto.

In tutto questo suo tergiversare, l’alzatore si era sporto di qualche centimetro vicino al volto del compagno cercando di cogliere qualche indizio. Quando Hinata finalmente alzò gli occhi per parlare, fece un notevole balzo indietro tentando, in vano, di trovare un rifugio sicuro.

Co- come ti salta in mente di spaventarmi così?

Era arrossito ancora di più, ma doveva avere il coraggio di parlare.

Cosa faresti, se per esempio, un tuo amico… un tuo carissimo amico confessasse che forse…” e qui era tornato nervosamente a stropicciarsi le dita per poi passare alle frange della sciarpa prima di riprendere a parlare.

Forse non vede il vostro rapporto come semplice amicizia, ma c’è qualcosa di più?

Ecco, ce l’aveva fatta! Ora bisognava solo attendere la risposta di Kageyama.

Era importante cercare di mantenere il contatto visivo e quindi si apprestava ad osservare la sua espressione.

Kageyama aveva stampato in volto un misto tra confusione, sollievo e stupore tanto da suscitare una sana risata nell’amico che scoppiò in lacrime dal divertimento tenendosi la pancia. Una risata fragorosa che gli costò l’avvicinarsi del viso incupito del moro.

Hinata tremava di paura, sapeva che quell’espressione era il preludio a qualche tortura tanto che il compagno lo aveva fermato per le spalle.

E chi sarebbe questo amico di cui parli?

Alle volte anche Kageyama era abbastanza tardo su questioni che non riguardavano la pallavolo, ma ogni tanto, da buon liceale riusciva a riflettere e soprattutto a comprendere dove, quell’esserino che gli stava appiccicato per tutto il giorno, volesse andare a parare.

Si era ricordato di qualche piccola allusione a qualcosa di molto simile da alcuni compagni di squadra, sul fatto che Hinata e lui non fossero solo compagni fedeli di gioco, ma da molti erano visti anche come compagni nella vita quotidiana. Si comportavano più da coppia che da amici.

Ci aveva riflettuto anche lui, Kageyama, ma aveva preferito tenere per sé i suoi pensieri per non compromettere la tranquillità del team oltre che il loro affiatamento in partita.
Non avrebbe mai pensato che quella zucca vuota di Hinata potesse tirar fuori questo genere di argomenti e invece si sarebbe dovuto ricredere: l’esca della Karasuno ogni tanto pensa.

•••

Hinata aveva mantenuto gli occhi chiusi dalla paura e in preda al panico aveva biasciato una piccola confessione.

Ogni volta che giochiamo mi sento sempre tanto felice, quando passiamo i pomeriggi a studiare insieme mi piace la tua compagnia e… mi sento invincibile solo quando sono con te!

Queste parole sincere avevano sorpreso e non poco Kageyama che davvero non sapeva cosa dire. Le sue guance pallide erano diventate scarlatte e d’un tratto il viso ribolliva.

Hinata, sentendo allentare la presa dalle braccia, aveva finalmente riaperto gli occhi e vedere il compagno in quello stato lo aveva spinto ad avvicinare le mani al suo volto per poi tirarlo giù per toccargli la fronte.

Con l’espressione più innocente possibile aveva chiesto se si fosse ammalato con il vento freddo dell’autunno.

Kageyama era imbarazzatissimo e anche un po’ irritato dall’ingenuità del rosso.

È sempre e solo colpa tua…

Guardando il viso confuso dell’amico, il moro si sciolse in un tenero abbraccio.

Intorno a loro solo foglie secche, la luce di un lampione e le prime stelle che spuntano all’imbrunire.

Quei due avevano intrecciato le loro anime dalla prima volta che si erano scontrati sul campo e adesso, fianco a fianco, non potevano più fare a meno uno dell’altro.
Kageyama si era già reso conto che qualcosa di diverso dall’amicizia li stava unendo ogni giorno di più e non aspettava altro che potersi finalmente liberare dell’appellativo di “amico”.

Certo, Hinata era un tipo esuberante, per nulla silenzioso e irritante, ma quel suo modo di fare colpiva tutti e giocarci insieme e avere il privilegio di essere l’unica persona interessante ai suoi occhi, lo gratificava molto.

Il centrale era davvero uno scricciolo rispetto al moro, tanto che, in quell’abbraccio quasi scompariva del tutto, ma la sensazione di calore che lo avvolgeva, lo aveva spinto a ricambiare il gesto dell’amico.

Si staccarono solo quando Kageyama si era avvicinato per lasciargli un tenero bacio sulla guancia che spinse Hinata a coprirsi le orecchie con il suo berretto e a cercare di riprendere la sua bici per correre via verso casa.

Kageyama guardava il piccolo rosso fuggire via con espressione compiaciuta. Aveva portato le mani ai lati della bocca, preso un bel respiro e aveva urlato “A domani!

A quel punto Hinata si era voltato indietro per un attimo e aveva sfoggiato un caloroso sorriso lasciando intravedere una strana luce di felicità nei suoi occhi.

L’autunno: la stagione in cui il clima diventa più freddo, le giornate si accorciano e i cuori si scaldano. Una stagione meravigliosa.

 
 
 
 
 
  
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