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Autore: myqueasysmile    25/10/2017    0 recensioni
La scuola.
Il canto.
La musica.
La famiglia.
Queste sono le cose più importanti nella vita di Elisa, ragazza diciottenne dal carattere molto introverso e complicato.
Una ragazza che adora il fratello, che spera di conoscere il suo "eroe" e che ancora non ha idea di cosa sia l'amore.
Ma poi arriva lui, completamente inaspettato, che un po' alla volta le stravolge la vita.
Forse riuscirà a farsi avvicinare da lei, lei che tende ad allontanare tutti e starsene per conto suo. O forse no.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Dopo cena, durante la quale me ne ero rimasta in silenzio persa nei miei pensieri, ci sistemammo sul piccolo divano a vedere un po' di tv.
Mi appoggiai a mio fratello, mentre cercavamo qualcosa di bello da vedere.
Ma mi sentivo osservata. Gabriele continuava a guardarmi, alternativamente alla tv.

Mi voltai verso di lui, notando la sua espressione. Cercava di non darlo a vedere, ma ormai lo conoscevo bene e capii subito che non era tranquillo.
Lui non era tranquillo, ma io mi sentivo ancora ferita a causa del suo comportamento.

E mi costava non poca fatica stargli distante e cercare di non fiondarmi tra le sue braccia.
Alla fine sospirai e allungai la mano verso la sua.
Sbirciai il suo viso, era comparso un piccolo sorriso mentre intrecciava le sue dita alle mie.
Ma la mossa che fece dopo mi arrivò dritta al cuore. Sollevò le nostre mani, avvicinandole al suo viso, e subito dopo le sue labbra si posarono sul dorso della mia mano.
Non potei non girarmi a guardarlo...

I nostri sguardi si trovarono, e si tennero stretti.
Avevo voglia di farmi stringere dalle sue braccia, ma allo stesso tempo ero restia a farlo finché non fossi stata assolutamente certa della situazione.

Ci guardammo per qualche secondo, poi i nostri occhi tornarono a puntarsi sulla tv.
Tornai a concentrarmi sul film, fino alla fine. Ma nel momento in cui comparvero i titoli di coda lasciai la mano di Gabriele e mi alzai.
«Vado a cambiarmi» annunciai andando in camera.

Dovevo cambiarmi, sì. Ma avevo anche bisogno di qualche momento per schiarirmi le idee.

Mi infilai il pigiama, mentre la mia mente mi faceva ripensare a tutti gli avvenimenti di quel giorno. Ripassai mentalmente il discorso avuto con Gabriele, poi riflettei cercando​ di capire cosa avevo intenzione di fare.

Tornai in salotto una decina di minuti più tardi. Salutai Marco che se ne stava andando a dormire, poi mi concentrai su Gabriele che stava sistemando i cuscini del divano.
Lo guardai perplessa. «Hai intenzione di dormire lì?» chiesi.
Lui si drizzò e mi guardò «Sì».

Ci riflettei per qualche istante, poi mi avvicinai a lui. Gli presi la mano «Puoi dormire con me».
Lui mi scrutò «Sei sicura?».
«Certo che sono sicura, dovrai solo convincermi che lei davvero non ti piace più... Ma io sono più che sicura di amarti» risposi.
«Elisa, te lo giuro su tutto quello che vuoi. Non ho provato assolutamente niente nel rivederla, e nemmeno durante il bacio. E sicuramente non sarei qui se mi piacesse un'altra» disse catturandomi nel suo sguardo.
Poi aggiunse «Ti amo».

Gli lasciai la mano, per allacciarla insieme all'altra dietro il suo collo.
Le sue braccia si strinsero possessive intorno al mio corpo, mentre i nostri visi si avvicinarono istintivamente fino a permetterci di far combaciare le nostre labbra.
Mi erano mancati i suoi baci, mi erano mancati i suoi abbracci... Mi era mancato lui. Da morire!

Non so quanto rimanemmo a baciarci, lì in mezzo al salotto, dove mio fratello sarebbe potuto entrare da un momento all'altro. E noi eravamo così presi che non ce ne saremmo nemmeno accorti.
Ma lui non entrò, e le nostre labbra continuarono a cercarsi e a trovarsi.

Finalmente riuscimmo a fermarci abbastanza per riprendere fiato e renderci conto che c'era un mondo intorno a noi.
Appoggiai la testa sul suo petto, sempre tenendolo stretto a me, e rimasi lì ad ascoltare il battito rassicurante del suo cuore.
Rimanemmo entrambi in silenzio, mentre il suo mento si appoggiava alla mia tempia.

Mi sentivo di nuovo al sicuro.
Ed era sconcertante sapere che colui che riusciva a farmi sentire così protetta fosse riuscito, anche se per pochi giorni, a farmi stare tanto male.
Aveva un potere su di me che era bello, sì, ma pericoloso!

Una volta in camera mi infilai sotto le lenzuola, aspettando che lui si cambiasse.
Nel frattempo mi arrivò un messaggio completamente inatteso: Daniel mi chiedeva se le cose si erano risolte tra me e Gabriele.

Quel ragazzo faceva tanto lo spavaldo, ma era anche incredibilmente premuroso e gentile, come avevo potuto constatare.
Quel suo abbraccio in quella fatidica sera non me lo sarei mai scordato.

Gli risposi che la situazione si era abbastanza stabilizzata, ma che io ero ancora scombussolata, e le mie idee non erano per niente chiare.

In quel momento il materasso del letto si inclinò. Lanciai un'occhiata a Gabriele, che si sistemò vicino a me.
«A chi scrivi?» chiese osservandomi.
«A Daniel, mi ha chiesto come va tra noi» risposi evitando il suo sguardo.
«E cosa gli stai scrivendo?» chiese ancora.
«Che va meglio, ma sono ancora... confusa. Boh, non lo so nemmeno io cosa provo» risposi.

«Mi dispiace, Piccola Solitaria» mormorò circondandomi la vita con il braccio.
«Lo so. Ma ho capito quanto male puoi farmi, mi fa paura» confessai.

«E io ho capito che a me fa paura poterti perdere, e che non voglio mai più farti del male» replicò passandomi una mano tra i capelli.

«Quella sera ho capito che la persona da cui sarei voluta andare eri tu, ma tu eri la stessa persona da cui stavo scappando» dissi.
«Hai intorno tante persone che ti vogliono bene, non solo io e Marco. Vorrei che avessi detto a qualcuno quello che hai visto, non devi tenerti tutto dentro così».
«Non avrei potuto dirlo a nessuno, non ai miei genitori, men che meno ai tuoi amici...».
Lui corrugò la fronte «Non l'hai detto nemmeno a tuo fratello, a quanto pare».
«No» risposi «Non potevo».

«Certo che potevi dannazione, è tuo fratello».
«E si da' il caso che sia anche uno dei tuoi migliori amici. Non sarò io quella che rovinerà le cose tra voi» ribattei.
«Sei sempre troppo altruista. Mi sarei meritato una lavata di capo da Marco, ma non significa che avrebbe rotto un'amicizia di tanti anni. Dovresti fregartene di questo, pensa prima a te stessa qualche volta. Te lo meriti, Elisa!» disse passandosi una mano sugli occhi.

«Ti sei già preso abbastanza parole da me, e un mucchio di maledizioni di cui non sai niente, direi che bastano» dissi scivolando più vicino a lui e togliendogli la mano da quegli occhi meravigliosi.
Lui fece una debole risata «Vorrei prendermi a pugni da solo».
«No grazie, non lo voglio un ragazzo tutto ammaccato» risposi facendo un sorriso.

«Quindi mi hai perdonato» fece lui.
«Quasi» risposi, gli occhi fissi nei suoi.
Sentii il suo braccio posarsi sulla mia schiena, per poi farmi scendere fino ad aderire al suo petto.
«Sei una ragazza d'oro» sussurrò prima di stamparmi un bacio sulla fronte.
«E tu un ragazzo figo» risposi, facendolo finalmente ridere.

«Con questa hai rovinato un momento romantico».
«No, il momento romantico c'è ancora» replicai, poi alzai leggermente la testa e mi avvicinai alle sue labbra. Gliele sfiorai con le mie, lasciandogli un lieve bacio.
«Pensi che dormiremo prima o poi?» chiesi a bassa voce, a cinque centimetri dalla sua bocca.

«Sinceramente? Spero di no» rispose con un tono che sottintendeva altro.
Alzai gli occhi al cielo.
«Dai, che mi adori quando faccio così» aggiunse facendo un sorrisetto.
«E comunque sarebbe come prendere un biglietto di sola andata per l'inferno» disse poi, indicando verso la stanza di Marco «No, grazie».
«Io ti adoro sempre, eccetto quando baci le altre si intende» risposi mordendomi il labbro.

«Mi sono segnato a vita, vero?».
«Quasi. Non me lo dimenticherò facilmente credo».

«Ma devo tentare» mormorò prima di posarmi una mano sulla nuca e tirarmi verso la sua bocca.
Mi baciò in quel modo così travolgente, che davvero rischiavo di dimenticare le cose brutte.

«Quando devi tornare a casa?» chiesi nel successivo momento di calma.
«Non lo so, domani vedrò di trovare un volo» rispose.
«Non puoi rimanere qualche giorno?» chiesi allora.
«Meglio di no, e comunque sei venuta qui per passare del tempo con Marco, e scappare da me».

Sbuffai «La mia intenzione quella sera era di dirti che sarei venuta qui, non è colpa mia se mi si è parata davanti una scena del genere e sono stata contenta di andarmene!».
«Vorrei tornare indietro e cambiare le cose» sussurrò guardandomi con quegli occhi di un azzurro intenso.
Come potevo rimanere arrabbiata con lui, se mi guardava così?
Era umanamente impossibile!

«Quel che è fatto è fatto» sospirai. Poi aggiunsi «vedi solo di non farmi più una sorpresa del genere o ti uccido».
«Ho intenzione di farmi bastare questa cazzata per tanti anni».
«Perfetto, perché non voglio più stare così male».

A quelle parole mi strinse forte a sé, e solo allora feci caso al suo petto nudo.
«Ma siamo quasi a Dicembre e tu dormi ancora mezzo nudo?» chiesi dopo qualche secondo di silenzio.
Lui rise e lasciò la presa «Lo noti solo adesso?».
Io arrossii.
«E pensare che era una mossa per cercare di farmi perdonare» aggiunse ridendo.
«Avevo altri pensieri... Hanno funzionato più i tuoi occhi comunque. Il che è leggermente frustrante».
Lui sorrise «Perché?».
«Perché sono azzurri, bellissimi. E mi destabilizzano, giocando a tuo favore. Non è giusto!».
«I tuoi non sono da meno, Piccola Solitaria» rispose lui fissandomi.

Lo guardai, ma poi distolsi lo sguardo e mi staccai da lui.
«Secondo me è ora di dormire».
«Così? All'improvviso?» chiese stupito.
«Certo, non voglio dire altre cose di cui mi potrei pentire».
Lui ridacchiò leggermente, poi mi strinse il braccio intorno facendo aderire i nostri corpi.

Allungai la mano sul muro e spensi la luce «Buonanotte».
«Buonanotte, piccola mia» rispose lasciandomi un dolce bacio sul collo.
  
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