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Autore: _evans_    21/06/2009    3 recensioni
- HP 7 from Hermione pov -
Dal capitolo 7 :
[...]Ma in fondo Ginny continua a illudersi, pensai, ed è anche in parte colpa mia.
Soltanto due sere prima l’avevo rassicurata dicendole che per lei ed Harry poteva esserci un futuro, ma in quel momento la realtà mi crollò addosso come un castello di carte: nessuno poteva avere certezze sull’avvenire in un momento come quello.
Nessuno sapeva se saremmo sopravvissuti alla ricerca degli Horcrux o a una battaglia contro lo stesso Voldemort.
Io avrei dovuto saperlo. Non avevo forse modificato i ricordi dei miei genitori proprio perché non corressero pericoli e non soffrissero la mia eventuale perdita, continuando a vivere serenamente?
Fu come se tutte le ansie e le paure che mi avevano assillato dopo la morte di Silente, e che erano state represse in quegli ultimi giorni, fossero tornate a galla tutt’a un tratto. E la consapevolezza di avere davanti a me solo il nulla, l’ignoto, mi investì come una doccia fredda.[...]
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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-Hermione, cara, svegliati, è ora di alzarsi.-
La voce di Molly Weasley mi fece aprire gli occhi.
-Mmmm- mormorai – Grazie Signora Weasley- dissi poi mettendomi a sedere sul letto e stiracchiandomi.
-Quando siete pronte, scendete. La colazione è pronta.- disse la Signora Weasley, dopo aver svegliato anche Ginny, con un sorriso prima di richiudersi la porta della camera alle spalle.
Erano passati tre giorni dalla missione .
Ci vestimmo in silenzio, ancora troppo assonnate per intraprendere una conversazione e scendemmo di sotto.
Erano tutti a tavola a parte Bill e il Signor Weasley, che erano andati a lavorare, e Fleur che era andata a farsi un bagno.
-Buongiorno a tutti.- dissi scivolando nel posto a fianco a Ron.
-Ciao.- risposero gli altri.
-Di che parlavate?- chiesi a Ron e a Harry prendendo una fetta di pane tostato.
-Niente - disse Ron.
Alzai un sopracciglio per capire se fosse veramente così e Harry mi lanciò un’occhiata come a dire “non possiamo discuterne adesso”.
-Okay.- dissi capendo il perché non potessero rivelare l’argomento così apertamente.
Con la Signora Weasley nei paraggi era meglio non parlare dei nostri progetti riguardo la ricerca degli Horcrux.
Con la mente tornai al giorno prima, quando Molly Weasley aveva tentato di carpire da me maggiori informazioni sulle nostre intenzioni:

Io, Ron e Harry eravamo in soggiorno.
-Hermione, cara, mi aiuteresti un attimo? Avrei bisogno di un aiuto.- disse la Signora Weasley entrando nella stanza.
Scambiai uno sguardo d’intesa con Ron. Ci siamo, pensai.
-Certo, Signora Weasley, arrivo.-
Posai il libro e la seguii in cucina. Eravamo sole.
-Cosa devo fare?- chiesi una volta che fummo arrivate.
-Oh, niente di che, solo aiutarmi a lucidare le posate!- rispose lei sedendosi al tavolo e cominciando il lavoro.
-Ah, okay- risposi, imitandola.
Passò qualche minuto in cui restammo in silenzio.
-Sai, mi stavo chiedendo…cosa pensate di fare dopo il matrimonio di Bill e Fleur? Avete in mente qualche piano?- chiese infine.
Non mi aspettavo che fosse così diretta.
-Be’, a dire il vero non lo sappiamo ancora con precisione.- dissi prendendo tempo.
-Ron mi sembrava già molto deciso sul fatto di non tornare a Hogwarts quest’anno…evidentemente avete in mente cose ben più importanti da realizzare se abbandonate la scuola…- continuò lei.
-Sì, - dissi – abbiamo da fare delle cose.- dissi in modo evasivo.
Ci fermammo, la Signora Weasley mi fissò a lungo.
-E mi è concesso sapere, in quanto membro dell’Ordine della Fenice e madre, quali sono queste ‘cose’?-
Mi morsi il labbro.
-Mi dispiace, Signora Weasley, ma non mi è permesso dirle le nostre intenzioni. Ho promesso di non di non rivelarle a nessuno. Non spetta a me decidere se mettere a conoscenza o meno l’Ordine della Fenice sui fini della nostra missione.- dissi tutto d’un fiato.
-Mi aspettavo questa risposta.- disse alzando le spalle.
In effetti non sembrava sorpresa dalle mie parole, solo turbata e preoccupata.
-Hermione, tu sei una ragazza molto intelligente…- disse.
-Grazie.- dissi io accennando un sorriso.
-È la verità. Ora, credi che questa sia una scelta prudente da parte vostra? Intraprendere una ‘missione’ da soli pur non avendo completato la vostra istruzione ed essendo maggiorenni da poco?- chiese, il tono della voce si incrinò leggermente.
-Non sarà prudente, ma mi creda, è necessario.- replicai.
-Forse sarebbe opportuno che qualcuno vi aiutasse e dividesse con voi questo compito…- suggerì lei – qualcuno di più esperto.-
-Forse.- dissi – ma come le ho già detto: mi dispiace, ma non sono io a dover prendere la decisione.-
Silenzio.
-D’accordo, allora. Grazie dell’aiuto, farò finire il lavoro a Ginny.- disse alzandosi, passandomi accanto e accarezzandomi il braccio.
E detto questo uscì dalla stanza.

Di sicuro non si sarebbe arresa facilmente. Era comprensibile: temeva di perdere il figlio ed era anche in ansia per me e Harry. Ma per quanto la capissi, non cambiava le cose: dovevamo portare a termine la missione che ci aveva affidato Silente.
Da soli.
Passai il resto della giornata con Ginny, Fleur e la Signora Weasley per scegliere le stoffe dei vestiti da damigelle, senza vedere né Harry, né Ron.
Lo stesso avvenne per i due giorni successivi.
L’unico momento in cui potevo fare piani per la nostra partenza era la sera, dopo cena. Ginny generalmente restava ad aiutare la Signora Weasley in cucina o veniva braccata da Fleur per discutere del matrimonio, quindi avevo la camera tutta per me.
In quei due giorni riuscii a fare un po’ di cose in vista della nostra missione, tra cui un Incantesimo Estensivo Irriconoscibile a una mia vecchia borsetta di perline, che mi ero portata da casa in occasione del matrimonio, in modo che potesse contenere tutto ciò che ci serviva per il viaggio come libri, una tenda, vestiti e la scorta di Pozione Polisucco di Malocchio, sottratta da Ron.
Dovevamo essere pronti a qualunque evenienza, anche perché non sapevamo nemmeno la data esatta della nostra partenza.
La terza sera avevamo come ospiti,a cena, alcuni membri dell’Ordine della Fenice, come sempre.
Era la vigilia dell’arrivo dei Signori Delacour alla Tana, ma a parte questo fu una serata normale: non vi era alcuna notizia di Malocchio; la Signora Weasley tentava di tenere tutti impegnati il più possibile per i preparativi del matrimonio imminente.
-No, Harry, caro, preferirei che aiutassi Arthur a rigovernare le galline e, Hermione, ti sarei grata se cambiassi le lenzuola per Monsieur e Madame Delacour, sai che arrivano domattina alle undici.-
Un’altra serata senza Ron o Harry, pensai sospirando in maniera quasi impercettibile.
Finita la cena salii in camera insieme a Ginny.
Quest’ultima si gettò sul letto e mi sorrise.
-Be’, ti è andata bene. - disse mentre scioglievo i capelli dalla treccia in cui erano raccolti.
-Come scusa? – chiesi, non capendo.
-Il lavoro che ti ha dato mamma…il cambio delle lenzuola…l’abbiamo fatto io e te ieri…ricordi?- rispose lei.
-È vero!- esclamai. Era incredibile che non fossi riuscita a ricordarmi una cosa che avevo fatto solo il giorno prima.
-Già…che fai?- chiese osservandomi mentre estraevo dalla valigia tutti i libri di magia che mi ero portata da casa.
-Pensavo di andare da Ron…abbiamo delle cose da organizzare- risposi.
-Ah…okay…ti copro nel caso mamma ti cerchi.- disse lei.
-Grazie mille! A dopo! - dissi facendo fluttuare la pila di libri davanti a me e uscendo dalla stanza.
Prima o poi devo parlare con Ginny, pensai.
Era una ragazza forte, lo era sempre stata, e per questo non mostrava mai quanto, in certe occasioni, soffrisse. Ma io lo capivo.
Aveva bisogno di sfogarsi con un’amica, con me.
Quando giunsi in camera di Ron, seguita da Grattastinchi, lo trovai sdraiato sul letto, mentre faceva l’opposto di ciò che la madre gli aveva ordinato: sistemare la camera.
-Vedo che pulisci.- dissi prendendolo in giro e sistemando la pila di libri ai bordi dell’altro letto, sul quale mi sedetti.
-Come se agli ospiti interessi vedere la mia stanza er valutare quanto è ordinato il fratello dello sposo.- brontolò lui.
Risi.
-Quei libri da dove arrivano? Sembra che ti sia portata dietro un’intera libreria!- continuò.
-Sono libri di scuola.-
-Ah…- disse – alcuni non li ho mai visti.-
-Non ne dubito.- dissi con tono sarcastico.
-Ahahahah.- replicò lui.
-Harry?- domandai.
-Ancora bloccato con mio papà in giardino…-
-Chissà, magari riesce a raggiungerci…-
-Probabile…non ci dev’essere molto da fare con le galline. Tu, invece, come hai fatto a finire così in fretta?- domandò.
-Io e Ginny avevamo già cambiato ieri le lenzuola, quindi ero libera.- dissi. cominciando a dividere i libri in due pile “utili” e “non utili”.
-Sai,- continuai – avevi ragione, tua mamma mi ha interrogata.-
-E come è andata?- chiese, interessato.
-Bene, direi…ovviamente non penso si voglia arrendere. Ha detto che siamo appena maggiorenni, che sarebbe più prudente se qualcuno dell’Ordine potrebbe accompagnarci e aiutarci.- spiegai.
-Non se ne parla.- tagliò corto Ron.
-Sì, però devi ammettere che come proposta è allettante. Se qualcuno come Remus o Tonks o Kingsley potesse accompagnarci le cose sarebbero molto più facili. Avremo a che fare con magia mai vista, oscura…potente. Non abbiamo neanche tanti elementi su cui lavorare. Non sappiamo praticamente niente di questi Horcrux: dove si trovano? Che aspetto hanno? Le ricerche che ho fatto non parlano di queste cose.- mi fermai.
-Tuttavia,- dissi, riprendendo il discorso – rispetterò la volontà di Harry, che poi è anche quella di Silente, di non raccontare a nessuno della missione.-
-Conosco Harry. Di sicuro avrà un piano…un progetto che vuole rivelarci più avanti, quando saremo in viaggio.- disse Ron calmo.
-Anche se così non fosse andremo fino in fondo e lo aiuteremo.- sentenziai.
-Certo –
Ci fu una pausa.
-Sai, credo che mia mamma tenti di tenerci separati così che non riusciamo a organizzare il viaggio.- disse infine Ron guardando il soffitto.
-Penso che lo faccia anche per tenerci impegnati in modo da non pensare alla morte di Moody.- dissi.
-Io non riesco a credere che sia morto. Non può essere accaduto davvero…non riusciamo neanche a trovare il suo corpo! Deve essere ancora vivo.-
Aprii bocca per replicare a quell’affermazione di Ron, ma in quel momento bussarono alla porta.
-Sto pulendo, sto pulendo! – esclamò Ron balzando giù dal letto e fingendo di risistemare delle carte sul comodino,pensando che fosse la Signora Weasley.
-Oh, sei tu- aggiunse con evidente sollievo quando vide Harry entrare, dopo di che si risistemò sul letto.
-Ciao, Harry – dissi tornando ai miei libri e osservando Numerologia e grammatica e Ascesa e Declino delle arti oscure.
-E tu come hai fatto a scappare?- mi chiese Harry.
-Oh, la mamma di Ron non si ricordava che aveva già chiesto a me e Ginny di cambiare le lenzuola ieri.- dissi sovrappensiero continuando a dividere i libri.
-Stavamo parlando di Malocchio.- disse Ron per riprendere la conversazione di prima. – Secondo me potrebbe essere ancora vivo.-
-Ma Bill ha visto che veniva colpito dall’Anatema Che Uccide.- obiettò Harry.
-Sì, ma anche Bill stava combattendo. Come fa a essere sicuro di quello che ha visto?- continuò Ron.
-Anche se l’Anatema l’avesse mancato, è comunque caduto da un’altezza di trecento metri di altezza.- osservai io.
-Forse ha usato un Sortilegio Scudo…- provò a insistere Ron.
-Fleur ha visto la bacchetta saltargli via di mano.- lo contraddisse Harry.
Capivo Ron. La morte di Malocchio sembrava una cosa surreale. Era difficile per tutti accettarla. In particolare per lui. Era testardo. Non avrebbe smesso di pensare, di sperare che un giorno Moody sarebbe ritornato alla Tana, salvo, sorridente ma con il suo solito modo di fare burbero, per un’altra riunione dell’Ordine, per una nuova missione.
-E va bene, se volete proprio che sia morto.- sbottò infine.
Quell’affermazione mi fece scattare:
-Ma certo che non vogliamo che sia morto! – esclamai alzando, anche se di poco, la voce. Come poteva dire una cosa simile? – E’ terribile che sia morto! Però siamo realisti!-
Mi figurai l’ipotetico ritorno di Moody, magari in occasione del matrimonio di Bill e Fleur, ma dissolsi immediatamente quell’immagine.
Non tornerà più, pensai, è dura da accettare ma è così, non bisogna farsi illusioni.
-I Mangiamorte probabilmente hanno ripulito il campo, per questo nessuno l’ha trovato.- considerò Ron.
Sentii che le lacrime stavano per affiorare.
-Sicuro, come Barty Crouch, trasformato in un osso e sepolto nel giardino di Hagrid. Probabilmente hanno trasformato Moody e l’hanno impagliato…- disse Harry.
Basta. Quel discorso non doveva proseguire.
-Smettila!- dissi con la voce incrinata, prima di scoppiare a piangere bagnando anche la copertina del Sillabario dei Sortilegi.
-Oh, no, Hermione non volevo turbarti…- disse tentando di avvicinarsi per tranquillizzarmi, ma Ron lo precedette.
Mi circondò le spalle con il braccio, in modo premuroso, porgendomi anche un fazzoletto che pulì con la magia.
-Oh…grazie, Ron…Mi dispiace…- singhiozzai – E’ orri-bi-le vero? Su-subito dopo Silente…Io n-non avrei mai immaginato che Malocchio potesse morire, era così forte!-
Non riuscivo a smettere di piangere. Tutta la tensione dei giorni precedenti si stava scaricando in quel preciso momento.
Mi strinsi di più a Ron. Era strano, ma il solo fatto di averlo lì, accanto a me per consolarmi, mi faceva stare meglio. Quell’abbraccio valeva più di mille parole rassicuranti.
-Sì, lo so, ma lo sai che cosa ci direbbe se fosse qui?- mi disse quasi in un sussurro. -Vi-vigilanza costante.- risposi prontamente , asciugandomi gli occhi e tentando di riprendermi.
-Giusto.- continuò Ron – Ci direbbe di imparare da quello che è capitato a lui. E io ho imparato che non bisogna fidarsi di quel piccolo verme codardo di Mundungus.-
Quella battuta riuscì a risollevarmi. Accennai una risata e ripresi lo smistamento dei libri. Mi sentii sciocca per aver ceduto al pianto, ma sapevo anche che era ciò che mi ci voleva. Mi sentii più tranquilla, leggera.
E distratta. Nel prendere Il Libro Mostro lo liberai per sbaglio della cinghia, così il volume azzannò la caviglia di Ron, facendogli ritrarre il braccio dalle mie spalle e imprecare.
-Scusa, scusa!- esclamai allarmata.
Dopo che Harry l’ ebbe aiutato a liberarsi dalla morsa del libro, mi sembrò di sentirgli dire un “non è niente” soffocato, ma non ci scommetterei.
-Che cosa ci fai con tutti questi libri comunque? – chiese tornando a sedersi sulla sua branda.
-Sto solo cercando di decidere quali portare con noi. Quando andremo a cercare gli Horcrux.- dissi guardando ancora in maniera preoccupata la sua caviglia.
-Ah già, mi ero dimenticato che daremo la caccia a Voldemort in una biblioteca ambulante!- disse Ron con tono ironico, ed enfatizzò la frase battendosi una mano sulla fronte.
-Ahah.- dissi. Era inutile parlare di libri con loro due.
-Chissà…dovremo tradurre delle rune? È possibile, meglio portarlo, non si sa mai. e detto questo lasciai cadere il Sillabario dei Sortilegi nella pila dei libri da portare in viaggio con noi.
Nel farlo scorsi l’occhiata che Ron mi rivolgeva, un misto di divertimento e rassegnazione.
-Ascoltate.- disse tutt’a un tratto Harry.
Ecco il momento che Ron e io aspettavamo: quello in cui Harry avrebbe tentato di convincerci a non andare con lui, perché era troppo pericoloso, dicendoci che non eravamo obbligati a seguirlo, a rischiare per causa sua.
Perché era quello il modo in cui vedeva la missione. Come qualcosa che riguardava lui soltanto. Una cosa per cui nessun altro doveva rischiare la morte.
Era come se non volesse o non riuscisse ad accettare il fatto che l’avremmo seguito ovunque. Che l’avevamo fatto dal nostro primo anno ad Hogwarts e non avremmo mai smesso di farlo.
Avremmo lottato insieme a lui per qualunque cosa, inclusa la salvezza sua e dell’intero mondo magico.
-Lo so che dopo il funerale di Silente avevate detto che volevate venire con me.- esordì.
-Ci siamo.- disse Ron rivolto a me prima di alzare gli occhi blu al cielo.
-Come previsto.- sospirai, decisa a evitare quel discorso e a non far sprecare fiato a Harry inutilmente. Non gli avremmo dato ascolto.
-Sapete, credo che porterò Storia di Hogwarts.- continuai rigirandomi il volume tra le mani –Anche se non torneremo non mi sentirei a posto senza…-
-Ascoltate!- ripeté Harry più forte per attirare di nuovo la nostra attenzione.
-No, Harry, ascoltaci tu.- dissi alzando la voce a mia volta in maniera minacciosa
-Noi veniamo con te. È stato deciso mesi fa…anzi, anni fa.-
-Ma…- cercò di ribattere lui
-Zitto.- disse Ron.
-...siete sicuri di averci pensato bene?- continuò Harry ignorando il suggerimento.
Se ci avevamo pensato bene? Quella domanda mi fece adirare. Certo che ci avevo riflettuto e non avevo mai preso in considerazione una strada diversa da quella che stavo per intraprendere. Non avevo mai pensato di tornare ad Hogwarts e abbandonarlo. MAI.
-Vediamo un po’.- dissi gettando di lato la copia di Trekking con i Troll che tenevo tra le mani – Sono giorni che faccio le valigie per essere pronti a partire senza preavviso, il che, per tua informazione, ha implicato l’esercizio di alcune pratiche magiche piuttosto difficili, per non parlare del furto dell’intera scorta di Pozione Polisucco sotto il naso della mamma di Ron.
-Ho anche modificato i ricordi dei miei genitori in modo che siano convinti di chiamarsi Wendell e Monica Wilkins, che il loro desiderio più grande sia trasferirsi in Australia, cosa che ora hanno fatto. Così sarà più difficile che Voldemort li rintracci e le interroghi su di me, o su di te, visto che purtroppo avevo raccontato loro qualcosina.
Cercai di scacciare il groppo alla gola per continuare il discorso.
-Se sopravvivo alla ricerca degli Horcrux, ritroverò mamma e papà e scioglierò l’incantesimo . Se non sopravvivo…be’, credo di aver fatto un incanto abbastanza forte da lasciarli felici e contenti. Capisci, Wendell e Monica Wilkins non sanno di avere una figlia.-
Sentii gli occhi riempirsi nuovamente di lacrime. Credevo di essere riuscita a chiudere i ricordi dei miei genitori in una scatolina in una angolo della mia testa. Non mi ero resa conto che fosse così difficile e doloroso ritirare fuori l’argomento.
Ron tornò ad abbracciarmi.
Non era colpa di Harry. L’avrei fatto comunque, li avrei messi in salvo da Voldemort in qualsiasi caso.
Ma, come tutte le cose necessarie, era dannatamente difficile da accettare.
-Io…Hermione, mi dispiace…io non…- cominciò Harry, ma lo interruppi:
- Non hai capito che io e Ron sappiamo benissimo cosa potrebbe succedere se veniamo con te? Be’, invece sì.- dissi, ed ebbi un’idea per dargli un’ulteriore dimostrazione – Ron, mostra a Harry quello che hai fatto.-
- No, ha appena mangiato.- replicò lui.
- Avanti, deve saperlo!- insistei
- Oh, d’accordo. Harry, vieni qui.-
Il procedimento fu lo stesso di quando Ron mostrò il demone a me.
Io intanto mi riconcentrai sui libri.
Quando riscesero le scale che dalla camera di Ron portavano alla soffitta, Harry era evidentemente confuso, così Ron dovette spiegargli il piano.
Io continuai il mio lavoro di “smistamento”. Quando rialzai gli occhi per guardare Harry mi accorsi che aveva un’espressione…riconoscente, oserei dire emozionata.
Come se non trovasse le parole. Ron invece mi fissava, ma appena incontrai i suoi occhi distolse lo sguardo, imbarazzato, probabilmente, dall’idea di essere stato sorpreso ad osservarmi.
Sorrisi tra me e me.
Il silenzio venne rotto dall’urlo della Signora Weasley, qualche piano più giù.
-Ginny avrà lasciato una briciola di polvere su uno di quei portatovaglioli del cavolo. Non so proprio perché i Delacour devono venire due giorni prima del matrimonio.- commentò Ron.
-La sorella di Fleur è una delle damigelle.- gli spiegai – Dev’essere qui per le prove ed è troppo piccola per viaggiare da sola.-
-Be’, gli ospiti non faranno bene al livello di stress della mamma.- borbottò lui.
-Quello che dobbiamo decidere è dove andremo. So che vorresti andare subito a Godric’s Hollow, Harry, e capisco perché,ma…be’…non dovremmo dare la precedenza agli Horcrux?- dissi cambiando improvvisamente argomento.
-Se sapessimo dove sono, sarei d’accordo con te.- ribatté lui.
Capivo il motivo che lo spingeva a ritornare nel luogo in cui era nato, nel posto dove tutto era cominciato, dove tutto era finito.
Capivo il suo desiderio di vedere ciò che era rimasto della casa in cui aveva abitato, felicemente, durante il suo primo anno di età, e di inginocchiarsi davanti alle tombe dei suoi genitori, anche per sussurrare al marmo bianco un semplice “Sono tornato”.
Forse non ho mai compreso i suoi sentimenti fino in fondo, né li comprenderò in futuro: soltanto una persona che ha vissuto esperienze come quelle di Harry può riuscirci.
Senz’altro sarebbe ritornato a Godric’s Hollow, solo che quello non era il momento giusto.
-Non credi che Voldemort stia tenendo d’occhio Godric’s Hollow? Forse si immagina che tu vada a vedere le tombe dei tuoi genitori, una volta libero di andare dove vuoi.- gli dissi il più dolcemente possibile cercando di farlo ragionare.
La mia affermazione lo impensierì evidentemente, ma prima che potesse rispondermi Ron fece una domanda:
-Questo RAB. Sapete, quello che ha rubato il vero medaglione. In quel biglietto diceva che l’avrebbe distrutto, no?-
Harry recuperò il falso medaglione dallo zaino e lesse il messaggio che vi era contenuto.
-‘Ho rubato il vero Horcrux e intendo distruggerlo appena possibile’-
-Be’, magari l’ha fatto, l’ha già distrutto lui.- sentenziò Ron.
-O lei. – lo corressi.
-Lui o lei. Sarebbe sempre uno in meno per noi!- esclamò.
-Sì, ma dovremo comunque rintracciare il medaglione vero, no? Per sapere se è stato distrutto?- osservai io. Come potevamo esserne certi?
-E quando l’avremo trovato, come si fa a distruggere un Horcrux?- domandò Ron.
-Be’ , ho fatto delle ricerche.- dissi.
-E dove? Pensavo che non si trovassero libri sugli Horcrux in biblioteca!- disse Harry.
-Infatti. Silente li aveva tolti, ma…non distrutti.- replicai arrossendo.
-Per le mutande di Merlino, come hai fatto a mettere le mani su quei libri?- domandò Ron con gli occhi sbarrati dallo stupore.
Allora cominciai a raccontare.
Raccontai loro come mi ero procurata i libri, chiamandoli con un Incantesimo di Appello dopo il funerale di Silente, e ciò che vi era scritto.
Riportai le informazioni trovati in essi: l’instabilità di chi crea un Horcrux dividendo la propria anima; il metodo per rimettere insieme i pezzi, il rimorso; ciò che li distrugge, il veleno di Basilisco e le lacrime di fenice; come il frammento di anima possa volare dentro e fuori dal proprio contenitore trasformandosi in una vera e propria dipendenza per chi gli è vicino emotivamente.
Naturalmente non mancai di far trasparire il mio orrore sull’argomento ad ogni parola. Era stato terribile dover leggere quei libri e le loro descrizioni.
Mi sentivo a disagio addirittura a tenerli tra le mani.
-Chissà se Silente ha distrutto l’anello. Perché non gliel’ho chiesto? Non mi è mai…- cominciò Harry, ma non riuscì a terminare il pensiero.
Era ancora doloroso pensare ad Albus Silente e a tutte le occasioni sprecate in cui potevamo parlargli e chiedergli consiglio.
La porta si aprì bruscamente e improvvisamente. Strillai lasciando cadere il libro che stavo guardando, e Grattastinchi, rimasto buono accanto a me fino a quel momento si nascose sotto il letto.
Nella stanza apparve la Signora Weasley con un’aria decisamente stravolta e arrabbiata.
-Mi dispiace interrompere questa riunioncina intima. Sono sicura che avete tutti bisogno di riposare…ma ci sono i regali di nozze accatastati nella mia stanza, e bisogna dividerli, e avevo come l’impressione che voleste dare una mano.- disse facendo crescere in maniera pericolosa il tono della voce.
-Oh, certo. Noi…ci dispiace.- dissi subito seguendola e lanciando un ultimo sguardo a Harry e Ron prima di uscire dalla camera.
Quando giunsi nella stanza dei Signori Weasley trovai Ginny con un’espressione colpevole.
-Scusa.- mi sussurrò avvicinandosi, una volta cominciato il lavoro di smistamento dei regali. – Ho provato a distrarla e tenerla lontana dalla camera di Ron, ma non ce l’ho fatta e alla fine si è insospettita e ha capito…-
-Tranquilla.- le dissi – Non ce l’ho con te. Dopotutto vuole che questo matrimonio sia perfetto e ha bisogno di tutto il nostro aiuto.-
Ha ragione Ron, pensai, non vuole che facciamo progetti.
La mattina dopo giunsero i Signori Delacour con la piccola Gabrielle.
In occasione del loro arrivo la Tana era più pulita e in ordine che mai e tutti dovettero rendersi ‘presentabili’ ed essere giudicati da Molly Weasley.
All’inizio ero maldisposta nei confronti della famiglia di Fleur, in quanto ci avevano fatto impazzire a causa del duro lavoro, anche se involontariamente, ma alla fine Apolline Delacour e suo marito si rivelarono persone piacevoli, simpatiche e disposte ad aiutare in qualsiasi modo per i preparativi del matrimonio della loro amata figlia.
Quest’ultima poi era felicissima di avere a fianco i suoi famigliari e cominciò a passare quasi tutto il suo tempo con la sorellina Gabrielle.
Il lato negativo dell’avere l’intera famiglia Delacour riunita a casa Weasley, fu che il tempo per pensare alla ricerca degli Horcrux si ridusse a zero.
Più volte io, Ron e Harry tentammo di offrirci per un lavoro comune, ma in ogni occasione la Signora Weasley appariva, decisa a non lasciarci soli.
Una sera, dopo che l’ennesimo piano per rimanere soli fu sventato dalla comparsa improvvisa di Molly Weasley, salendo in camera mi decisi a parlare un po’ con Ginny. Solo io e la mia migliore amica.
-Ginny? Sei sveglia?- chiesi richiudendomi la porta alle spalle.
-Sì.- mi rispose girandosi verso di me.
Mi sedetti anch’io sul suo letto.
-Tua mamma è impossibile…- borbottai – non ci lascia prendere fiato neanche un minuto!-
-È fatta così. Ancora qualche giorno e questo incubo finirà e se tutto andrà bene il prossimo matrimonio sarà il tuo con Ron, quindi c’è ancora tempo!- disse scherzando.
-Già…per fortuna…- commentai.
Ci misi un po’ a realizzare ciò che aveva detto.
-Hey!- esclamai fintamente indignata tirandole una cuscinata.
-Non dirmi che mio fratello ti è indifferente! Ti conosco, sai?!- ribatté lei sempre sorridendo.
Lasciai passare qualche istante prima di rispondere.
Ginny aveva ragione, come sempre. Ron non mi era indifferente, anzi. Avevo sempre sperato che potesse essere più di un amico per me ed ero felice che le cose tra noi stessero cambiando.
-Hai ragione. Mi è sempre piaciuto, ma non ti sembra di correre un po’ troppo con l’idea del matrimonio? Non stiamo neanche insieme!- dissi.
-Questione di giorni.- replicò lei.
-Se lo dici tu…- .
Speravo davvero che fosse così.
-Tu invece come stai?- chiesi.
-Per la storia di Harry intendi?- domandò, l’allegria di prima sparita dal suo volto. Annuii.
-Tento di andare avanti. Di essere forte.- rispose spostando lo sguardo fuori dalla finestra.
La solita Ginny, pensai con affetto.
-Ma è difficile, vero?-
-Tremendamente. Ogni notte lo sogno. Non faccio che pensare a lui…a noi, da quando mi ha lasciata.- ammise.
-Perché non glielo dici? Perché hai accettato tutto questo soffrendo in silenzio?- domandai.
In realtà sapevo già la risposta.
-Perché non volevo rendere le cose ancora più difficili.- disse in un sussurro.
La abbracciai forte.
-Lo sai che ti ama ancora, vero? Non smetterà mai di amarti. L’ha fatto solo per difenderti.- le dissi.
-Lo so. Speravo che non volesse davvero intraprendere una missione da solo…Ora la cosa che più mi fa soffrire è l’idea di perderlo senza essergli accanto.- disse iniziando a singhiozzare.
Continuai ad abbracciarla finché non si riprese.
-Tra pochi giorni sarà il suo compleanno…hai già pensato a cosa regalargli?- le chiesi.
-Sì…- disse arrossendo leggermente – un bacio d’addio.-
Sorrisi.
-È una buona idea.- dissi.
-Però ho bisogno del tuo aiuto. Quando chiamerò Harry nella stanza, quel giorno, tu dovresti distrarre Ron. Sai che diventa geloso e iperprotettivo…non era affatto contento di vedermi soffrire a causa di Harry.-
-Ci penso io.- le assicurai.
-Ora è meglio andare a dormire. Domani sarà un’altra giornata di lavoro.-
dissi alzandomi e cominciando a cambiarmi.
Stavo per addormentarmi quando Ginny mi chiamò:
-Hermione?-
-Sì?-
-Grazie.-
Sorrisi al buio.
-Vedrai che Harry ce la farà. Ritornerà da vincitore e sopravviverà per te.-.






Ed ecco il sesto capitolo! Postato proprio nel giorno del mio compleanno xD
Premetto che non l'ho riletto bene quindi se trovate qualche imprecisione vi chiedo scusa!
Non ho intitolato questo capitolo come quello del libro della Rowling perché altrimenti avrei dovuto chiamarlo "Il demone in pigiama", argomento già affrontato e che non rappresenta il tema centrale di questo chappy ^-^
Vorrei ringraziare:
Blackgress: sono felice di essere riuscita a commuoverti come quando leggi il libro originale *o*
eli weasley : grazie per la recensione! Mi piace utilizzare la focalizzazione interna al personaggio perché la trovo più coinvolgente per il lettore =)
miky: sono contenta che ti sia piaciuto e ti ringrazio per i complimenti! Ho sempre la paura di non esprimere mai abbastanza bene i sentimenti dei personaggi o di scrivere in maniera infantile!
__granger:recensirai spontaneamente fino all'ultimo capitolo è.é vorrei tanto non uccidere Lupin e Tonks...ma non posso sigh.
Spero vi piaccia anche questo capitolo, mi raccomando, commentate...come regalo di compleanno! xD Baci.
  
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