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Autore: Tefnuth    26/10/2017    0 recensioni
All'alba dei tempi, quando gli uomini e la Terra avevano da poco iniziato il loro ciclo vitale, la Morte generò un figlio. Egli divenne così malvagio da dimostrarsi la peggiore piaga esistente. Il principe degli Spettri lo affrontò, e lo sconfisse, tuttavia invece di ucciderlo lo imprigionò in un lungo letargo. A due anni di distanza dalla sconfitta di Weiss, e con tanti cambiamenti bel Bureau, Georg e compagni devono fronteggiare questo temibile mostro. Tirarsi indietro, impossibile, ma ci sarà bisogno di un pericoloso alleato.
Genere: Azione, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: Violenza
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Quando finalmente Andrew atterrò nel cortile del Bureau, tra lo stupore di tutti i presenti, Nahila e Abraham erano già pronti con una barella e il kit medico che avevano potuto trasportare.

“Presto, sul lettino” esclamò la dottoressa, mentre il mezzo spettro e l’uomo pesce sollevavano il telecineta ad un’altezza sufficiente per poterlo adagiare sul lettino.

“Cos’è successo?” domandò poi la donna, avviando il trasportino verso l’edificio.

“Un demone arcano. – Rispose Destroy al posto di Andrew, che era ancora scioccato per l’accaduto. – E’ riuscito a colpire Georg, nonostante avesse reso il suo corpo intangilbile”.

“Ha anche distrutto la sua barriera” aggiunse Mourn.

“IMPOSSIBILE!” imprecò l’uomo pesce.

“Hai le prove davanti ai tuoi occhi, o pensi forse che sia stato io?” ribattè Andrew seccato, riempiendo con la propria voce la stanza dell’infermeria dove avevano deciso di sistemare il telecineta.

“Non è impossibile, Abe. – Si intromise Nahila, per calmare gli animi. – Non abbiamo mai detto che Georg era intoccabile, e non sappiamo nulla dei demoni arcani” aveva già messo la mascherina dell’ossigeno al paziente, ed era passata subito a curare le ferite più gravi.

“Hai ragione. – Acconsentì l’uomo pesce, che poi si rivolse ad Andy. – Perdonami, credimi non ho mai pensato male di te. Potresti, per favore, uscire adesso? Così ci occupiamo del nostro amico”.

Obbediente, pur essendo ancora indispettito, il mezzo spettro uscì dall’infermeria per recarsi nelle proprie stanze, ad aspettare il ritorno dei propri compagni mentre Devian gli riferiva tutto.

“Come sta mio fratello?” domandò Gustav, irrompendo come una tempesta nella stanza di Andy; era già passato dall’infermeria ma nessuno aveva potuto dirgli alcunchè.

“Meglio, rispetto a prima: aveva una lieve emorragia interna che Abe e Nahy hanno subito curato. – Il mezzo spettro sospirò. – Per il resto, di tutte le ferite esterne la peggiore era quella sulla guancia”.

“Ci vorranno alcuni giorni, ma si rimetterà” puntualizzò Devian, riportando le ultime notizie.

Leggermente sollevato, Gustav si adagiò sul letto dell’amico e affondò il viso tra le mani alla ricerca di un po’ di pace interiore.

“Quel Thantalos ha un potere spaventoso. – Ammise Bill, stringendosi le braccia. – Mentre proteggevo Georg, sentivo la sua aura velenosa che corrodeva il mio scudo. Potevamo sentirne la forza anche nel Limbo”.

“Era come essere avvolti da un senso di morte” osservò Tom.

“Eppure noi dobbiamo trovare il modo di mandarlo all’altro mondo!” tuonò Gustav con le scintille negli occhi.

“Ci metteremo subito alla ricerca. – Esclamò Andrew, speranzoso. – Bill, vuoi venire con me in biblioteca?” domandò, in modo da lasciare il biondo con qualcuno che poteva ben comprendere le sue emozioni e consolarlo.

Arrivato in biblioteca, Andrew ebbe la spiacevole sorpresa di incontrare Nahila, intenta a consultare dei testi di medicina. Al ragazzo venne una mezza idea di inventarsi una nuova scusa, per allontanarsi da quegli occhi che potevano vedere tutto, tuttavia la foga con cui Bill si gettò sui volumi fece sfumare la possibilità.

“Come sta Georg?” chiese allora alla donna, augurandosi che lei non si mettesse di nuovo a scannerizzarlo.

“Non lo so. – Ammise Nahila, riponendo il libro che stava sfogliando. – Non è in pericolo di vita, ma la sua guarigione è lenta e non so se questo sia dovuto al fatto di essere stato attaccato quando era in forma astrale. Non ho alcuna opzione, per questo sono qui” guardò di sottecchi dove si fosse messo Bill, prima di chiedere al mezzo spettro quello che voleva dire veramente.

“Ora che siamo da soli, smettiamola di giocare e dimmi cosa ti sta succedendo”.

Le mani di Andrew ebbero un sussulto, lo stesso che aveva avuto il suo cuore.

“Allora?” lo esortò la donna.

“Niente. – Rispose semplicemente il mezzo spettro, pur se con una punta di esitazione. – Sto benissimo”.

“Certo, come no”.

Conscia che il ragazzo non le avrebbe detto niente, e anche indispettita per questo, Nahila lasciò la biblioteca e decise di cercare la risposta da un’altra fonte: Gustav e Tom. Li trovò nei loro alloggi, a meditare sul destino del loro fratello e sul nuovo mostro che avrebbero dovuto affrontare d’ora in avanti. Gustav sembrava essersi ripreso dallo shock iniziale, ma nei suoi occhi ancora si leggeva la tristezza.

“Salve ragazzi. – Si annunciò, sbucando dalla porta d’entrata. – Posso rubarvi un minuto?” domandò portando le mani dietro alla schiena.

“Anche due” rispose Tom.

“Andrew sta male, per caso? – Fece lei, fingendo ignoranza. – Ultimamente l’ho visto…strano”.

“In che senso?” chiese Gustav, aggrottando la fronte.

“Tanto per cominciare, si è palesemente inventato una bugia, quando l’ho beccato in infermeria a far niente. – Raccontò la donna. – Inoltre, ho notato una strana energia che sta opprimendo la sua aura”.

“COSA?” strillarono assieme i ragazzi che, dopo essersi velocemente congedati dalla dottoressa, corsero in biblioteca (dove lei aveva detto di averli lasciati).

Quando aprirono la porta, Bill aveva un’espressione di terrore in volto; Andrew invece, avendo visto il signore dei ghiacci, si era immaginato tutto e si era preparato per il peggio.

“Ci avevi detto, che non lo avresti più fatto! – Ringhiò Tom, avanzando pericolosamente verso il mezzo spettro. – Lo avevi promesso”.

“E’ così! – Affermò Bill, interponendosi tra i due. – Non ha più richiamato lo spettro”.

“ZITTO TU! – Gli urlò in faccia il pirocineta, mostrando i denti. – Non avresti dovuto fare la cazzata di nascondermelo! Mi hai deluso” disse, pentendosene immediatamente dopo sia delle sue parole che dei suoi pensieri. Sentiva che il gemello ci era rimasto molto male, e glielo leggeva negli occhi.

Il criocineta strinse i pugni, e abbassò il viso rabbuiato che si era congelato per metà; la coda invece si era alzata verso l’alto, rigida.

“Non osare mai più dirmi una cosa del genere. – Sibilò, soffocando un ruggito e una lacrima. – Ma se è questo quello che pensi di me, allora farai meglio a starmi alla larga” sbatté con forza la coda a terra, crepando il prezioso pavimento, poi girò i tacchi e uscì con rabbia dalla sala.

Dimenticandosi della strigliata che avrebbe voluto fare ad Andy, il pirocineta inseguì il gemello mentre il mezzo spettro corse via senza curarsi del richiamo di Gustav.

“Bill! Ti prego Bibi fermati” implorò Tom per il corridoio, camminando a debita distanza dal gemello, sotto lo sguardo attonito degli agenti.

“Dovevi saperlo per forza, vero? – Gli ringhiò contro il criocineta, senza fermarsi. – Proprio non ce la facevi a fidarti di me! Ma forse è ovvio, visto che non sono altro che una delusione per te” era infuriato, e dove si fermavano i piedi il pavimento si congelava.

“Non ho mai insinuato nulla del genere, e anche se l’ho detto non lo penso veramente” replicò Tom, cercando di tenere il passo senza scivolare.

“Però lo hai fatto lo stesso! Non credevo che mi reputassi uno stupido” lo accusò Bill.

“Se tu mi ascoltassi, almeno per un secondo, potrei spiegarti…”.

“Così sai cosa si prova ad essere ignorati, STRONZO MALEDETTO!” gridò il criocineta, espirando aria gelida; persino gli occhi si erano gelati dandogli un aspetto spettrale.

Per bloccare il gemello, Tom dovette prendere forma demoniaca e afferrargli con forza la coda e un braccio.

“E lasciami!” provò a divincolarsi l’altro, ormai più demone che umano.

“No perché mi devi ascoltare!” il demone di fuoco costrinse il signore dei ghiacci in un abbraccio, vincendone ogni resistenza e non facendo caso agli insulti che gli venivano lanciati contro.

“Perché dovresti parlare con me, con mister delusione? ”.

“Perché sono un coglione che dice quello che non pensa, e tu lo sai. – Tom allentò leggermente la presa. – Mi dispiace tantissimo, perdonami” era sinceramente contrito, e anche Bill lo sentì.

“Quando fai così, mi mandi in bestia” il ghiaccio svanì dal corpo del criocineta, che non era più così arrabbiato col gemello.

“Sono un idiota. – Il signore del fuoco sciolse l’abbraccio. -  E’ solo che… mi dà fastidio essere tagliato fuori, perché ho paura di non poterti proteggere”.

“Allora è vero: non mi credi abbastanza forte. – Ipotizzò Bill, girandosi, con gli occhi da cucciolo. – Ma non potrai proteggermi sempre, e non voglio che tu lo faccia. Sono abbastanza grande da potermela cavare da solo”.

“Sai bene quello che penso di te. – Tom glielo ricordò telepaticamente – E’ il mio istinto da fratello maggiore, ma ti prometto che prima o poi riuscirò a tenerlo a bada”.

Il signore dei ghiacci alzò un angolino della bocca, poi disse
“Sarà meglio per te: stavo veramente per farti male prima”.

“Pace?” chiese allora Tom, e in risposta il criocineta lo abbracciò facendo le fusa come un gatto.

Intanto, Andrew si era rifugiato nella sala dei generatori che davano energia a tutto l’edificio. Da quando l’aveva scoperta era diventato uno dei suoi rifugi preferiti, soprattutto perché, essendo per metà fantasma, era l’unico di tutti gli agenti a poter arrivare fin lì.

 
Non risolverai la questione, se continui a startene nascosto qua dentro
Gli disse Destroy, seduto accanto a lui.
Povero Bill, spero che abbia fatto pace col fratello
Si augurò Devian, suscitando un’occhiataccia e uno “sssh” di Mourn.

“No, ha ragione: se avessi detto tutto prima, loro non avrebbero litigato” ammise Andrew, sospirando.
Allora mi sembra ovvio, quale sia la prossima mossa da fare
 
Suppose Mourn, non nascondendo di essere contento del fatto che l’amico avesse finalmente deciso di raccontare tutto gli altri.

“Già, e non sarà per niente piacevole. – Andrew si alzò, convinto del prossimo passo. – Però non voglio più vedere gli altri che litigano a causa mia”.

Il ragazzo uscì dalla sala macchine, tuttavia dopo pochi passi fu nuovamente assalito dal senso di oppressione dell’energia negativa dello spettro; ebbe anche il senso di nausea e avvertì un mancamento.

“Non di nuovo” esclamò Devian, aiutando il ragazzo ad inginocchiarsi.

“Non capisco, eppure non credo sia lo spettro. – Affermò a fatica Andrew. – E’ qualcos’altro”.

“Cos’altro può esserci?” sbottò Destroy, alzando le mani al cielo.

“Perdonatemi, ma credo che dipenda da me” disse una voce femminile.

“E tu chi saresti?” le domandò Mourn, sulla difensiva.

Dall’ombra uscì una figura esile ed eterea, parzialmente coperta dalla tunica che stava indossando.

“Sono Val, e vorrei chiedere il vostro aiuto”.
 
  
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