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Autore: lagertha95    26/10/2017    0 recensioni
Sono passati 10 anni dalla fine della Seconda Guerra Magica.
Hermione e Draco hanno vissuto felici, in una Londra ormai in pace, ma adesso qualcosa è cambiato.
Cos'è successo di così grave da portare Draco ad allontanarsi?
Hermione riuscirà a mettere da parte tutto l'orgoglio grifondoro che la contraddistingue?
In un viaggio che la porterà a ripercorrere luoghi del passato, Hermione riscoprirà se stessa e in mezzo ai ricordi prenderà coscienza di cose che fino ad ora le erano risultate invisibili.
Dal testo:
“Dove andrai?” mi chiede.
Non lo so, non ancora. Forse dovrei iniziare da dove tutto è cominciato…
“Hogwarts”.
Genere: Erotico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Draco Malfoy, Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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Salve a tutti/e!
È con grande piacere che pubblico l'undicesimo capitolo di Farewell.
Questo periodo è per me un'enorme fonte di soddisfazione! Lo scrivere mi rende felice e passare intere giornate in ospedale, fare il giro letti, imparare tutto quello che si può guardando e non solo leggendo sui libri, mi rende pienamente soddisfatta! *-*
Detto questo, spero che questa Dramione sia per voi piacevole da leggere, quanto lo è per me da scrivere. :)

Ringrazio, come ogni volta, tutte le persone che leggono silenziosamente, Barbarak, Kula, Whiteorchid, piccola folletta, Lady Nadia, Misaria, nightfox, pinkpincess, Alayne17, Claire Marie Blanchard, cris325, elisadi80, Fanelia, francy lyda, HaileyB, ladyathena, Lilyth Kira Potter, ludovica1000, norway, OnlyAlice, Poseidonia, roby90, Roxhope08, specchio nero e titti13 per seguire, ricordare e preferire la mia storia: tutte e tutti voi rappresentate la spinta a continuare a scrivere.
Vi lascio alla lettura del nuovo capitolo, sperando che vi piaccia e che vi porti a lasciare un commentino (che è sempre molto gradito).
A presto, spero.
Baci, Lagherta :*


 

Capitolo 11

 

La mattina a Lisbona è esattamente come la notte: movimentata. Non c'è un momento in cui la città riposi.
Mi sveglia il vociare dei negozianti che aprono i negozi e il rumore delle macchine che percorrono la via sotto la finestra della mia camera. La luce inonda la stanza, una volta che apro le imposte e mi affaccio al balcone. Nel palazzo davanti al mio, le finestre di quell'appartamento che fino ad ora avevo sempre visto chiuso, sono finalmente aperte. Un campanello suona nella mia mente. Che sia arrivato? Mi domando.

Vado in bagno e apro l'acqua della doccia. mentre aspetto che diventi calda, torno in camera e prendo un cambio di biancheria. Scelgo un completino con mutandina a brasiliana, bianca con inserti in pizzo, e un reggiseno a balconcino sempre bianco e in pizzo. Qualcosa mi dice che oggi sarà una giornata importante. Intanto la temperatura della doccia ha raggiunto quella che secondo me è la perfezione, per cui entro e lascio che il getto bollente mi scivoli addosso.
Esco svariati minuti dopo, rilassata. Mi asciugo, avvolgo i capelli in un asciugamano, indosso slip e reggiseno e vado in camera. Con un colpo di bacchetta accendo la radio, che in questo momento sta passando una rassegna di canzoni di David Bowie. Mi sto vestendo, quando sento il campanello di casa suonare.

“Arrivo!” grido.

ndosso al volo un paio di jeans e una maglietta blu notte con maniche a tre quarti, mi tiro su i capelli ancora umidi, infilzandoli con una matita e vado ad aprire. Apro la porta, ma non c'è nessuno. Mi sporgo sul pianerottolo e sento dei passi in fondo alle scale, seguiti dal portone che si apre e subito si richiude. Corro alla finestra, per cercare di vedere chi fosse, ma non ci riesco. Troppa gente nella via, in cui il misterioso suonatore di campanelli può confondersi.

Nella fretta di cercare di vedere chi fosse ho lasciato la porta aperta per cui torno indietro a chiuderla. Abbasso gli occhi sullo zerbino e vedo una lettera e un pacchetto con un bigliettino. Li raccolgo. Sul biglietto e sulla lettera c'è scritto il mio nome. Rientro in casa, chiudendomi la porta alle spalle. Vado in cucina, metto il bollitore sul
fuoco e acchiappo un pasteis de belem1. Mi siedo al tavolo e mentre aspetto che l'acqua bolla, apro la lettera. In realtà più che una lettera è un lungo biglietto da parte di Narcissa. Strano che non sia arrivato con Spica, penso.
Poi sento un bubolio provenire dalla camera e uno sbattere di ali. Deve essere tornata. Scrollo le spalle e inizio a leggere.
 


Malfoy Manor, 27 marzo 2008
 

Cara Hermione,

sono così felice di sentirti tanto determinata. Ho l'impressione che tutto stia andando come dovrebbe.
Non devi scusarti con me, non devo perdonarti. Come hai detto tu non si può scegliere chi amare. Avevo intuito che alla base del vostro litigio ci fosse Lucius, d'altronde è stato l'unico motivo per cui, in tanti anni, vi ho visto davvero arrabbiati l'uno con l'altro. Capisco anche la tua reazione al profumo diverso addosso a Draco. Merlino sa quanti schiantesimi ho lanciato a Lucius quando avevo l'impressione che mi stesse tradendo. Ma ti assicuro che Draco non è così, non potrebbe mai tradirti Hermione. Draco ti ama con tutto se stesso e dei suoi pregiudizi sul tuo stato di sangue non è rimasto più niente e tu lo sai. Se però mi dici che aveva un profumo femminile, sei sicura che non fosse quello di Daphne? So che nei giorni prima del litigio aveva passato molto tempo con lei, non so per cosa, probabilmente per lavoro2 per cui magari era il suo profumo quello che hai sentito. Prova a scriverle, può darsi che lei ti sappia dire qualcosa di più.
Stai tranquilla tesoro, sono sicura che tutto si risolverà a breve.
Ti aspetto al Manor per il nostro tè.

Con immenso affetto,
Narcissa.



Daphne. Ecco dove avevo già sentito quell'odore. Merlino che idiota che sono stata! Mi sbatto una mano sulla fronte, prendo due pergamene e inizio a scrivere febbrilmente.


 

Lisbona, 27 marzo 2008
 

Cara Narcissa,

non sai quanto sia stato gradito il tuo biglietto. Probabilmente hai ragione tu. L'odore era familiare, solo che arrabbiata come ero non sono riuscita a capire a chi appartenesse. Scriverò subito a Daphne, così da togliermi ogni dubbio.
Spero di non farti attendere troppo, per il tè.

Con affetto,
Hermione.



Piego il biglietto per Narcissa e prendo l'altra pergamena.

 

Lisbona, 27 marzo 2008
 

Cara Daphne,

so che non ci sentiamo da molto tempo. Spero che il mio essere sparita così di punto in bianco, non ti abbia ferita facendoti pensare che ti avessi abbandonata. Ti voglio bene, lo sai. Ma ho avuto bisogno di fuggire e poi mi sono messa alla ricerca di Draco. Non so se lui ti abbia detto che cosa è successo, in ogni caso, te lo racconto io a grandi linee, giusto per farti capire.
Avrai notato, dal momento che ci siamo viste abbastanza a febbraio, che ero più nervosa del solito. La sera del 1° marzo, Draco è tornato a casa tardissimo e io mi sono infuriata. In preda alla rabbia l'ho accusato di avermi tradito, di avermi usata, di essere uguale a Lucius. Non devo certo dirti io quanto le mie parole lo abbiano ferito, lo conosci meglio di me dopotutto.
Se n'è andato, senza neanche guardarmi. Quando la rabbia è scemata l'ho cercato, ma lui era scomparso. Dopo 5 giorni di dolore, mi sono ripresa quanto bastava per decidere che non avrei lasciato che la mia stupidità portasse Draco via da me. Da quel momento, sono in viaggio per l'Europa a cercarlo.
Quello che mi premeva sapere, però, è un'altra cosa. Narcissa mi ha detto che nell'ultimo mese Draco ha passato con te molto tempo. Sai che non mi sono mai immischiata negli affari di Draco: quello che vuole dirmi, me lo dice. Se non mi dice qualcosa, ha i suoi motivi e io non ho mai insistito. Ma questa volta ho bisogno di sapere: per caso, la sera del 1° marzo, era da te e Blaise?
Ti prego, rispondimi il più presto possibile.

Con affetto,
Hermione.



Chiudo anche questa lettera e vado in camera, dove Spica dorme appollaiata sul pomo della testiera del letto. La sveglio, carezzandole dolcemente la testolina morbida, e le lego le due pergamene alle zampe.

“Da Narcissa e Daphne, fai presto” sussurro.

Parte subito, appena le apro la finestra. Io la guardo finché non sparisce nel cielo azzurro, ormai lontana. Chiudo i vetri e torno in cucina, dove il bollitore fischia. Spengo il fuoco, verso l'acqua nella tazza e vi immergo una bustina di tè al gelsomino. Prendo un altro pasteis de nata e mi siedo. Afferro il pacchettino. La calligrafia del biglietto, su cui è scritto un semplice “Per Hermione”, non la riconosco. Mi rigiro la scatolina tra le mani. La carta argentata è di alta qualità, il nastro è di raso blu. Slego il fiocco e, delicatamente, apro il pacchetto. Una scatolina di velluto blu notte si rivela, riportando alla mente il ricordo di un'altra scatolina, di altri tempi, di altri luoghi. Mi guardo l'anulare, al quale fa bella mostra di sé un solitario in platino. Da quando me lo ha dato a Parigi, non l'ho mai tolto. Lo faccio ruotare intorno al dito, osservandolo: quell'anello è tanto prezioso e significativo quanto semplice, esattamente come il nostro amore. Torno a guardare la scatolina blu poggiata davanti a me. La apro. Un grosso zaffiro dal taglio ovale spicca sul cuscinetto all'interno della scatolina, sotto di esso una targhetta. Afferro la pietra con la sinistra, mentre con la destra prendo la targhetta.

Saggezza, regalità, integrità, amore, impegno, fedeltà. Queste le caratteristiche dello Zaffiro blu, pietra associata al segno zodiacale della Vergine.”

Giro il biglietto, cercando una firma, un qualcosa che mi suggerisca l'identità di chi mi ha fatto questo dono. Ho i miei sospetti, certo, ma vorrei una certezza. Ripongo la pietra nella scatolina, che poi metto nella mia borsetta di perline, mai più abbandonata dopo i giorni della ricerca degli horcrux. Torno in camera e mi siedo sul letto, rigirandomi pensierosa il solitario all'anulare, un gesto che ho iniziato a compiere da quando Draco mi ha regalato il primo anello.



Siamo a pranzo in un localino carino e riservato a Camden. È una fresca giornata di maggio. Io e Draco ci siamo messi insieme ufficialmente, di fronte al mondo magico, da qualche mese. Stiamo programmando il nostro primo viaggio insieme. Siamo seduti a un tavolino esterno, visto che il tempo sembra clemente, e abbiamo ordinato due fish&chips, una birra e una cocacola. Mentre aspettiamo che ci arrivi tutto, chiacchieriamo.

Com'è andato il colloquio al Dipartimento per la Regolazione e il Controllo delle Creature Magiche?”3 mi chiede, mentre aspira, sensuale senza volerlo, il fumo di una sigaretta babbana.

Credo bene…cioè non so. Ho paura di non aver fatto abbastanza…” borbotto, arrotolandomi una ciocca già di per sé riccia intorno al dito indice, nervosa.

Oh andiamo!” ridacchia “Sarai stata la migliore, come al solito. Non devi preoccuparti di niente. E comunque ti assumerebbero in ogni caso. Chi si lascerebbe sfuggire l'eroina del mondo magico, la mente del trio dei miracoli, quella che ha parato il culo di Potter e Weasley per anni mantenendoli in vita mentre loro si gettavano a capofitto in ogni stronzata pericolosa.” il mio viso deve aver assunto una sfumatura purpurea, mentre lo guardo ridere sempre di più “Oh Granger, se tu ti potessi vedere in questo momento!” scoppia a ridere fragorosamente.”Sei la migliore in ogni cosa in cui ti cimenti, Hermione. Ti assumeranno, stai tranquilla” dice dolcemente, una volta smesso di ridere.

Sei un idiota, Malfoy. Io non ho niente di particolare. E poi ho dovuto seguire Ron e Harry. Sarebbero morti al primo anno senza di me.” concludo, sorridendo lievemente.

Certo. Lo so benissimo, io.” sogghigna.

Il cameriere arriva con il nostro ordine e iniziamo a mangiare. Sto intingendo le mie ultime patatine nella maionese, mentre Draco si pulisce le mani nel tovagliolo. Non che fosse necessario, dal momento che aveva mangiato sia il pesce fritto che le patatine con le posate.
Assurdo, non mi capaciterò mai di come la sua educazione aristocratica riesca a non venire mai meno, neanche nel mangiare fish&chips.

Ehm-Ehm” si schiarisce la voce. Il suo naturalmente pallido incarnato ha assunto un colorito rosaceo insolito, soprattutto sulle guance. Alzo gli occhi, l'ultima patatina a mezz'aria tra le dita. Sembra stranamente nervoso. Assottiglio lo sguardo e noto il respiro affannato che gli alza il petto.

Che succede?” chiedo.

Oh sta' zitta Granger. E lasciami parlare.” borbotta, imbronciandosi lievemente.

Mi infilo la patatina in bocca e sorridendo mimo di chiudermi le labbra con una zip.

Volevo ringraziarti. Perché mi hai tirato su dal fango in cui ero sprofondato. Perché sei rimasta al mio fianco quando i tuoi amici hanno dato di matto alla notizia di noi due. Perché nonostante tutto quello che negli anni hai passato a causa mia, sei stata pronta a darmi una seconda possibilità. E siccome, per tutti questi motivi, io ho imparato ad amarti e ad apprezzarti e sono diventato una persona migliore, volevo farti un regalo. È una cavolata, nulla di che, solo un pensiero.” conclude, frettoloso e borbottante, rosso peperone fino alla punta dei capelli che risaltano ancora di più, chiari come sono. Dopodiché mi porge una scatolina verde scuro con un fiocco argento.

Ma smettila! Non era necessario. Lo sai bene che ti amo e che tutto quello che ho fatto l'ho fatto per noi. Stupido.” ma prendo comunque la scatolina dalle sue mani e sciolgo il fiocco, aprendola. Una graziosa e delicata fedina d'argento svetta sul cuscinetto di raso nero. “Ma...non dovevi...” balbetto, prendendo l'anellino tra le dita e sollevando lo sguardo sul ragazzo seduto davanti a me.

Invece si. Ma guarda meglio” mi dice.

Mi rigiro l'anellino tra le dita, osservandolo attentamente. Una scritta, finissima, è incisa all'interno.

Con l'amore tutto si riscatta, si salva tutto”4 leggo ad alta voce.

Tu sei il mio riscatto, la mia salvezza.” sussurra, quasi imbarazzato da questo suo modo di dimostrare quello che prova per me. Mi prende il cerchietto argentato dalle dita e mi prende la mano sinistra. Delicatamente mi infila all'anulare l'anellino. “Tu sei il mio amore.”

Guardandomi incredula la mano, su cui spicca il cerchietto, l'unica cosa che riesco a dire è “Draco…”

Non dire niente. Non è necessario. Portalo al dito, non toglierlo mai e io sarò sempre con te”.



Da allora non lo avevo più tolto e quando Draco mi aveva regalato l'altro anello, lo avevo solo spostato all'anulare della mano destra.
Rigiro il cerchietto in platino, arrovellandomi sul perché di quel regalo, ammesso che sia stato chi penso io a farmelo. Decido di uscire a fare una passeggiata, per schiarirmi le idee. Mi alzo, infilo un paio di stivaletti dal tacco basso, afferro la bacchetta, la borsetta e il giacchetto di jeans e esco. Mi chiudo la porta alle spalle, scendo in strada e mi immergo nella confusione delle mattine di Lisbona.
Il fornaio in fondo alla via deve appena aver finito di sfornare i pasteis e il loro odore permea l'aria. Un sorriso mi si dipinge spontaneamente sul viso e io mi sento un po' più leggera.

Giro per la città, per lungo e per largo. Mi faccio il tour dei Miradouro5 e poi prendo un autobus che mi porta al Mosteiro do Jeronimos e alla Torre de Belem. L'architettura non è mai stata una mia prerogativa, era più una passione di Draco, ma devo ammettere che l'architettura manuelina, con quella pietra bianca e i riccioli e merli. Passeggio lungo il Tago6, osservando e pensando. Verso le due del pomeriggio decido di fermarmi a mangiare qualcosa. Entro in una locandina molto semplice e mi siedo. Non sono stupiti che mi fermi a mangiare alle due del pomeriggio: fossi stata a Londra mi avrebbero guardata come fossi stata pazza. Sorrido al pensiero mentre leggo il menù.
Mi rendo conto di aver una gran fame, quindi ordino un sacco di cose: Pasteis de bacalhau, Bacalhau á Brás, Sardinhas assadas e Tochinho do ceu7, il tutto accompagnato da del Vinho verde8. Ordino anche un caffè, che anche se non buono come quello che abbiamo bevuto in Italia, è comunque migliore di quello inglese. La padrona della locanda mi offre anche un bicchierino di Ginjinha Espineira9, che assaggio appena, dal momento che sento di essere vicina al mio limite di tolleranza.
Finito il pranzo, un'ora e mezzo dopo circa, decido di tornare a “casa” a piedi, dato che ho davanti l'intero pomeriggio libero.

Mi incammino e circa tre ore dopo, i piedi in fiamme e le gambe stanche, sono a casa. Apro il portone e salgo stancamente le scale. Entro in casa, mi spoglio e riempio la vasca, nella quale mi immergo. La schiuma e il profumo delle candele che accendo con un incendio non verbale, mi rilassano a tal punto che mi addormento.
Mi risveglio una mezz'ora dopo, rigenerata. Esco dalla vasca, mi avvolgo nell'accappatoio e vado in camera. Mentre sono seduta sul letto, sento un picchiettio al vetro della finestra. Una civetta dal piumaggio scuro è appollaiata sul balconcino e aspetta che le apra. Svolazza dentro appena apro i vetri e si ferma sul comodino, tendendomi la zampa destra a cui è legata una pergamena arrotolata.

Sfilo la lettera, le do un buffetto sulla testa e qualche biscottino gufico, poi riempio una ciotolina con dell'acqua sussurrando un aguamenti. Mentre lei si rifocilla, io mi siedo di nuovo sul letto e, dopo aver rotto il sigillo della casata Greengrass-Zabini, srotolo la pergamena.


Note:

1: Pasteis de Belem o Pasteis de nata, sono delle tortine di sfoglia farcite con crema e spolverate di cannella o zucchero a velo. Per esperienza ne mangereste quintali a colazione, pranzo e cena.

2: ho pensato che Draco e Daphne avessero la stessa propensione per le pozioni e che, una volta finita la scuola, avessero scelto di collaborare. Daphne ha fondato, nella mia mente, una specie di azienda farmaceutica magica e Draco, azionista di questa, la aiuta nell'inventare nuove pozioni o nel migliorare le già esistenti. Non dimentichiamoci che sono entrambi Serpeverde e che sono stati i cocchi di Piton, il quale li ha (sempre nella mia mente) formati in modo molto più approfondito rispetto agli studenti delle altre case.

3: informazione che ho preso da harrypotter.wikia e potterpedia.it

4: citazione da “I fratelli Karamazov” di Fëdor Dostoevskij

5: letteralmente Belvedere. Sono delle terrazze sparse per la città da cui si può godere di una vista meravigliosaX

6: letteralmente Belvedere. Sono delle terrazze sparse per la città da cui si può godere di una vista meravigliosa

7: Piatti tipici portoghesi. Rispettivamente: polpettine di baccalà, baccalà con patatine fritte, uova e cipolle, Sardine alla brace (ragazze/i se vi capita di andare in Portogallo non fatevi sfuggire questo piatto, perché sono una cosa davvero libidinosa) e Dolce alle uova (una torta a metà tra un pan di spagna e un budino, preparato con molte uova, moltissimo zucchero e mandorle)

8: vino giovane, fresco, fruttato e non molto forte.

9: liquore dolce e deciso, prodotto con le ciliegie, tipico di Lisbona (la ricetta è la stessa dal 1840)

 

 

   
 
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