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Autore: esserre93    26/10/2017    0 recensioni
Amelia Shepherd decide di trasferirsi a Seattle e iniziare una nuova vita con la sua nuova famiglia
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, FemSlash | Personaggi: Amelia Shepherd, Arizona Robbins, Callie Torres, Owen Hunt, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più stagioni, Contesto generale/vago
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Amelia, quella mattina, uscì di casa molto presto per recarsi in ospedale. Aveva programmato l’intervento di Stephan per quel giorno e voleva che tutto fosse perfetto. Era trascorsa ormai una settimana da quando aveva trovato il modo per aiutarlo e in quella settimana aveva rincasato sempre più tardi alla sera. Arizona capiva, come sempre, anche se a volte non volendo dimostrava la sua insofferenza a quella situazione.
Avevano discusso e fatto pace quasi ogni giorno nell’arco di quella settimana ed ora che era arrivato il grande giorno, oltre che a sentirsi agitata per l’intervento, Amelia non vedeva l’ora di poter trascorrere di nuovo del tempo con Arizona.
- Buongiorno campione! Sei pronto? – Amelia entrò sorridendo nella stanza del bambino. Accanto al suo letto c’era sua madre, Liza. La donna era riuscita finalmente a tornare a Seattle, dopo l’ennesima settimana trascorsa a fare doppi turni di lavoro.
- Certo Dott.ssa
- Perfetto, allora tra poco delle infermiere verranno a prenderti – Amelia si avvicinò al bambino, gli diede un bacio tra i capelli ed uscì dalla stanza per recarsi nella sala operatoria. Aveva chiesto alla Edwards di assisterla. Era l’unica che riuscisse ad anticipare le sue mosse e che riuscisse a fare le cose prima che lei gliele dovesse chiedere. Quella ragazza avrebbe fatto grandi cose nella chirurgia.
Non appena entro nell’anti sala operatoria, Amelia trovò la specializzanda ai lavandini.
- Buongiorno Edwards
- Dott.ssa Shepherd
- Pronta?
- Si
- È un intervento estremamente lungo, quindi non appena avrai un minimo di esitazione ti farò sostituire
- Non ce ne sarà bisogno
Anche Amelia si avvicinò al lavandino e come da prassi iniziò a lavarsi. Nella mente ripensò a tutto ciò che di lì a qualche minuto avrebbe dovuto fare. Le mani non tremavano, ma dentro di se sentiva quanto fosse agitata. Indossò la mascherina, entrò in sala operatoria, dove le misero i guanti e non appena anche Stephan fu pronto, Amelia iniziò con l’operazione.

Era passata un’ora da quando era iniziato l’intervento. L’orologio segnava le 9:30am, segno che il turno della maggior parte dei chirurghi fosse iniziato e che non appena avessero avuto del tempo libero si sarebbero riversati tutti in galleria per assistere ad uno dei più grandi interventi effettuati al Grey Sloan. 
- Edwards, tra poco la galleria si riempirà, ma cerca di non farci caso, rimani concentrata sul paziente
- Certo, Dott.ssa
- Aspira di più qui per favore – Amelia indicò alla specializzanda il punto preciso e la ragazza eseguì immediatamente la richiesta. L’operazione si stava dimostrando più complicata del previsto. Nonostante Amelia avesse visionato ogni esame possibile, la realtà andava ben oltre. Avrebbe dovuto procedere più lentamente di quanto avesse previsto e ciò stava a significare più rischi per Stephan.
L’orologio aveva appena segnato le 10:30am, quando nella galleria entrò Owen. Amelia alzò lo sguardo e i suoi occhi si incrociarono con quelli dell’uomo. Non ci fu nessun dialogo esplicito tra i due, ma lo sguardo che Owen dedicò ad Amelia, fece capire alla donna di avere tutta la sua stima.
Amelia si concentrò di nuovo sull’intervento, che proseguì per altre quattro ore.
In galleria era un continuo via vai, tutti erano in ansia per quel bambino, che ormai era conosciuto da ogni medico dell’ospedale.
L’orologio scoccò le 4pm quando Amelia ufficializzò la conclusione dell’intervento. Nonostante fosse durato circa un’ora più del previsto, il bambino non aveva mostrato evidenti segni si sofferenza, segno che anche il post operatorio sarebbe andato secondo i piani.

- Allora Dott.ssa, come sta Stephan? – Non appena Amelia si avvicinò alla sala d’aspetto, Liza le corse incontro. Aveva il viso provato da quella giornata estenuante.
- Sta bene, ancora dorme, l’operazione è riuscita e prevedo una completa guarigione, anche se la strada è ancora lunga
- Grazie, grazie, grazie! – Liza si gettò tra le braccia della mora, che si abbandonò completamente a quel gesto. Quello era uno dei motivi per cui amava il suo lavoro: dare gioia alle persone.
Dopo aver accompagnato Liza dal suo bambino, Amelia andò nel suo studio e si allungò sul divano. Era stremata. La stanchezza di quell’ultima settimana si stava facendo sentire e l’unica cosa di cui aveva bisogno in quel momento era dormire.
Passarono solo alcuni minuti prima che Amelia crollasse in un sonno profondo. Quando si risvegliò Arizona era appena entrata nella stanza e la luce del corridoio aveva abbagliato il viso provato della mora.
- Scusami, stavi dormendo – La bionda, non incertezza, si sedette sul divano, accanto ad Amelia e posò una mano sulla sua guancia, a mo di carezza
- Non preoccuparti
- Ho saputo che l’intervento è andato bene
- Si è così. Perché non sei venuta?
- Ho avuto molto da fare, mi dispiace
- Hai operato?
- Si, sono arrivate due urgenze, poi ho dovuto rivedere alcune cose burocratiche e in più ho dovuto incontrare Callie
- Le hai parlato di Sofia?
- Si, ha detto che questo weekend può rimanere con noi e poi che darà a Sofia la scelta di stare da noi o da lei
- Perfetto, allora potremo iniziare ad organizzare qualcosa per il fine settimana, magari fuori da Seattle. Non abbiamo mai fatto qualcosa solo noi tre
- Mi sembra una buona idea, inizia a pensare a dove vorresti andare
- Va bene, ora vado da Stephan, devo controllare se tutto sta procedendo bene. Ci vediamo a casa
- Farai tardi?
- No. Vado solo a controllare i post operatori e torno, sono stanchissima
Amelia si avvicinò ad Arizona e catturò le sue labbra in un bacio profondo
- Wow, per cos’era questo?
- Ti chiedo scusa per essere stata poco presente in questa ultima settimana. Ti prometto che rimedierò
- So quanto ami il tuo lavoro e se avessi avuto anche io un caso del genere mi sarei comportata allo stesso modo. Dovrei chiederti io scusa per la mia insensibilità.
In quel momento Amelia capì quanto il loro amore fosse grande. Durante la loro vita insieme avrebbero avuto tante discussioni e litigi, ma avrebbero fatto pace altrettante volte.

Quando Amelia si recò da Stephan, trovò il bambino che dormiva. I parametri ero stabili ed era buon segno, avrebbe avuto bisogno di più tempo per riprendersi. Lasciò detto all’infermiera di avvisarla per qualsiasi minimo cambiamento e si andò a preparare per tornare a casa.
- Ciao Amelia
- Ehi Owen
L’uomo era seduto su una panchina fuori l’ospedale e non appena vide Amelia si alzò per andarle incontro
- Ho saputo, sei stata bravissima
- Grazie, anche per essere venuto in galleria
- Speravo di non crearti alcun fastidio
- Ma figurati, penso che ormai le cose sono cambiate, o no?
- Si penso di si
- Sbaglio o mi stavi aspettando?
- In effetti si, volevo chiederti se ti andasse di andare da qualche parte per festeggiare la riuscita dell’intervento, ho visto che Arizona è già andata via
- Mi piacerebbe, ma le ho promesso che sarei tornata subito a casa e sono anche stanchissima. Facciamo un’altra volta?
- Ci conto
Owen diede le spalle ad Amelia e si recò verso la sua auto.
Durante il tragitto verso casa, la mora ripensò a ciò che fosse appena accaduto. Era molto che con Owen non aveva contatti di quel genere e il fatto che volesse uscire con lei non sapeva in che modo interpretarlo. Forse voleva tentare di recuperare un’amicizia?
Prima che potesse cercare una risposta a quella domanda, Amelia imboccò nel vialetto di casa.


-Amore sono tornata! – la mora si chiuse la porta alle spalle e sentendo lo scroscio d’acqua provenire dal bagno, si diresse lì. Aprì la porta e voltandosi verso la doccia trovò Arizona che le dava le spalle. La cabina era chiusa, ma in quel momento Amelia riuscì ad immaginarsi le curve del corpo della bionda. Senza farsi sentire si spogliò anche lei. Aprì un’anta e dopo averla richiusa posò entrambe le mani sui seni della sua compagna.
- Qualcuno potrebbe rapirti senza che tu te ne accorga
- Mmmm sembra che tu stia facendo tutt’altro che rapirmi – Arizona si voltò verso Amelia e catturò le sue labbra. Il bacio divenne presto più profondo e la bionda si ritrovò con le spalle al muro. La mora premeva il suo corpo su quello di Arizona, mentre le loro lingue continuavano una loro lotta.
Il getto dell’acqua continuava a bagnare i loro corpi accaldati.
-Ti prego, fallo – la supplica uscita dalla bocca di Arizona fece sì che Amelia potesse esaudire subito il suo desiderio. Così la mora, con la mano che prima aveva su un seno della bionda, andò a stuzzicare la sua intimità. Iniziò con piccoli movimenti. Sotto quel tocco, il corpo di Arizona iniziò ad essere pervaso da scariche elettriche. Amelia fece adire di più i loro corpi e con delle spinte più sicure provocò un orgasmo alla bionda, che in un urlo sprigionò tutta la tensione repressa fino a quel momento.
- Ma non avevi detto che eri stanca?
- Di te mai – Amelia posò di nuovo le sue labbra su quelle di Arizona, per poi prepararsi ad uscire dalla doccia
- Brrr che freddo – la bionda frizionò l’asciugamano al suo corpo nel tentativo di riscaldarsi dopo il brusco cambio di temperatura. Amelia, dietro di sé, la strinse tra le sue braccia 
- Così va meglio?
- Un po’, grazie

- Devo dirti una cosa – Amelia e Arizona erano sedute sul divano intente a guardare un film, quando Amelia si voltò verso la bionda  per confessarle ciò che fosse successo con Owen. Non appena quella frase uscì dalla sua bocca, nel viso di Arizona potette leggere un velo di preoccupazione – ma non è niente di che
- Allora dimmi
- Owen stasera mi aveva invitata ad andare a festeggiare per l’intervento riuscito
- Che gentile
- Fai del sarcasmo?
- Non dovrei? Era solo una scusa la sua
- Lo so, infatti ho rifiutato, però ho pensato che magari potrebbe volere una semplice amicizia
- Non credo 
- Quindi se dovesse chiedermelo di nuovo dovrò rifiutare?
- Amelia, tu puoi fare ciò che vuoi, ma sai come la penso a riguardo
- Io vorrei andare se dovesse richiedermelo
- Potevi andare stasera allora
- Ti avevo promesso che sarei tornata presto e volevo stare solo con te
- Allora chiamalo per domani
- Ma che ti prende?
- A me? Mi stai dicendo che vuoi uscire a fare due chiacchiere con il tuo ex, è normale secondo te? Come se io uscissi a farmi una birra con Callie
- Tu e Callie avete un trascorso importante insieme. Tra me e Owen è durata una settimana
- Ti ricordo però che si è presentato nel tuo ufficio ubriaco perso perché non riusciva ad accettare la situazione
- Va bene, chiudiamo il discorso allora, vado a letto, sono stanca
Amelia si alzò dal divano e si diresse verso la camera da letto. Quando voleva Arizona riusciva ad essere più dura del solito e in quei momenti preferiva lasciar perdere piuttosto che iniziare una vera e propria battaglia. Qualche minuto dopo essersi messa sotto le coperte, arrivò anche Arizona
- Mi dispiace
- Anche a me
- Non dici nient’altro?
- Cosa dovrei dire, Arizona? Che vorrei che ti fidassi più di me? Che non sono una totale sconsiderata?
- Non penso questo e lo sai
- No, non lo so, perché non me lo dimostri, le tue sono solo parole
- Ma che ti prende?
- Niente, lascia perdere, buonanotte – Amelia fece per alzarsi, ma la bionda la bloccò per un braccio
- Dove vai?
- Nella stanza degli ospiti
- Addirittura? Non ti sembra di esagerare?
- Può darsi, ma è ciò che voglio in questo momento
Amelia si liberò dalla presa che Arizona stava ancora tenendo sul suo braccio e si diresse verso la seconda camera da letto. Sapeva che Arizona ci fosse rimasta male, sapeva che probabilmente stesse esagerando, ma voleva che la sua compagna cambiasse idea su di lei. Trovava ingiusto il fatto che avesse timore di ogni uomo della sua vita. Per lei aveva lasciato Owen, per lei aveva trasferito Robert in un altro ospedale, per lei aveva fatto cose che non avrebbe fatto per nessun altro, eppure sembrava non rendersene conto
   
 
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