Il dottore del villaggio di Coco, in cui Nami aveva vissuto per dieci anni, non si sarebbe aspettato che la rossa non avrebbe emesso un solo urlo mentre le ricuciva per bene la ferita che si era procurata per cancellare il tatuaggio di Arlong. Avrebbe immaginato scenate di ogni tipo ma forse aveva sottovalutato la ragazza.
Dopo
tutto quello che aveva passato, quel dolore era insignificante per
lei.
Inoltre Nami era
troppo impegnata a sorridere mentre pensava che finalmente la sua
prigionia, durata dieci lunghi e penosi anni, era giunta al
termine.
Giurò a
se
stessa che nessuno avrebbe più potuto marchiare la sua pelle
morbida
e candida per puro sadismo. Si sarebbe opposta con tutte le sue
forze.
Con quel
maledetto tatuaggio cancellava tutto ciò che aveva
significato per
lei.
Prigionia.
Rabbia.
Tristezza.
Terrore.
Insoddisfazione.
Paura.
Punizioni.
Violenza.
Nessuno
si sarebbe più spaventato vedendo quel tatuaggio che la
legava al
perfido capo della banda di uomini-pesce.
Mai
più le sue lacrime sarebbero state versate per quel
maledetto
aguzzino che la teneva in pugno.
Ora
la sua pelle poteva essere purificata da tutto ciò e
risplendere con
ciò che di piacevole aveva avuto nella sua vita.
Con
il nuovo tatuaggio esprimeva tutto il suo amore per coloro che aveva
sempre considerato come i suoi veri genitori e che l'avevano
cresciuta senza pregiudizi, facendola diventare la donna che era.
E
anche se Bellemere non c'era più, i suoi mandarini
continuavano ad
essere la cosa più preziosa che avesse, tanto da imprimere
il loro
profumo sulla sua pelle liscia.
La
girandola era il simbolo della felicità che ora non sarebbe
più
appartenuta ai suoi ricordi passati ma al suo presente e al suo
futuro. Genzo le ricordava i giorni felici e spensierati della sua
infanzia, prima che iniziasse il periodo buio della sua vita.
Ora
avrebbe pianto solo di gioia.
*
*
*
Lontano
da quel villaggio, il comandante della seconda flotta dei pirati di
Barbabianca veniva a sapere che il suo caro amico Satch, comandante
della quarta flotta, era stato brutalmente assassinato da un suo
stesso compagno.
Pugno
di Fuoco giurò sulla salma del suo compagno, che bruciava
sulla
piccola barca che lo avrebbe accompagnato nel suo ultimo viaggio, che
lo avrebbe vendicato a qualunque costo.
E non lo diceva solo per un impulso momentaneo ma perché Teach, compiendo quel gesto, aveva sputato sopra tutto quello che il loro padre aveva insegnato ai suoi figli. Aveva gettato fango sul nome del grande pirata.
E
lui questo non poteva permetterlo dopo tutto quello che il babbo
aveva fatto per lui.
Lo
giurò sul suo onore mentre sfiorava la S barrata sul suo
braccio.
Molti pensavano che il tatuatore a cui si era rivolto avesse
sbagliato scrivendo il suo nome.
Ma
non era così.
Quell'unica
lettera barrata era impressa nella sua pelle per ricordarsi del suo
amico Sabo, unica persona insieme a Rufy e ai suoi nakama ad avergli
fatto capire il significato della sua vita.
Lo
aveva perduto troppo presto ma non lo aveva mai dimenticato.
Era
stato compagno di gioie e dolori, ecco perché aveva volto
imprimere
la sua iniziale sulla sua pelle.
La
S era anche l'iniziale del secondo nome di sua madre, Portuguese D.
Rouge Soleil. Una madre che aveva perso ancora in fasce ma a cui
doveva la sua miserabile vita.
Una
madre che aveva dato i suoi ultimi istanti di vita solo per infondere
tutta la sua energia, il suo amore e la sua forza vitale in quel
piccolo corpo piangente.
Non
l'aveva mai conosciuta e più volte si era ritrovato a
pensare a lei,
e a come sarebbe stata diversa sua vita se avesse potuto conoscerla e
crescere con lei.
Gli
sarebbe piaciuto godere un pò del suo affetto e del suo
calore, per
Ace probabilmente paragonabile a quello del sole di cui sua madre
portava il nome.
La
S ora gli avrebbe riportato alla mente anche Satch, il suo compagno
di abbuffate, bevute e combattimenti insieme a Marco.
Gli
doveva molte cose e, per colpa di quel bastardo di Teach, non avrebbe
più potuto ricambiare ciò Satch aveva fatto per
lui. Lo aveva fatto
sentire a casa in quella ciurma sgangherata e non lo aveva mai
considerato come il figlio del demonio, aiutandolo a capire che
Barbabianca avrebbe potuto prendere il posto dei genitori che non
aveva conosciuto.
Ed
Ace giurò sul tatuaggio che gli decorava la schiena, simbolo
della
sua fedeltà incondizionata al grande pirata, che lo avrebbe
vendicato.
O
sarebbe morto nel tentativo.
*
*
*
Da
un'altra parte del globo, nelle
fredde terre circondate dal North Blue, un giovane uomo si apprestava
a diventare capitano della ciurma dei pirati Heart.
Alle
orecchie di un estraneo quel nome sarebbe potuto sembrare ridicolo ma
per lui non lo era affatto.
E se
qualcuno lo avesse deriso, gli avrebbe mostrato il perché
del suo
futuro soprannome.
Questo aveva
deciso mentre si faceva tatuare un grande cuore decorato sia sul
petto che sulle braccia. Quelli gli servivano a ricordare lo strano
uomo che non aveva avuto paura di lui ma lottando contro tutti, lo
aveva portato di paese in paese, solo per poter avere un debole
raggio di speranza e che qualcuno gli dicesse che quel bambino
sarebbe potuto guarire.
Ma anche
Rocinante se n'era andato, finendo uccisi come tutti quelli che
incrociavano il suo cammino.
Prima
la sua famiglia di sangue, poi tutto il suo villaggio e, alla fine,
anche il suo unico, vero padre. L'unica persona del quale si potesse
fidare.
La morte era la triste
compagna della sua vita, ecco perché si era tatuato il suo
nome
sulla mano, provando un immenso dolore ma non lasciandosi sfuggire
neppure un lamento.
Lo sapeva
bene che era stato scelto dalla cupa mietitrice per metterlo
costantemente alla prova. Lo sapeva bene Law che la sua vita sarebbe
stata un continuo susseguirsi di morte e dolore ma doveva
assolutamente provare a cambiare il suo destino, così
formò una
ciurma di persone bizzarre tanto quanto lui e si tatuò il
suo
simbolo sugli avambracci e sulla schiena.
Quello
sarebbe stato il suo portafortuna negli anni a venire e gli avrebbe
continuamente ricordato che aveva una ciurma che lo seguiva e credeva
in lui.
Forse la loro fiducia
nei suoi confronti era mal riposta ma lui avrebbe fatto in modo di
non metterli mai in pericoli mortali e avrebbe vegliato su di
loro.
Ecco perché li aveva
allontanati ed era entrato nella flotta dei sette e si era gettato
contro la causa del suo dolore insieme alla ciurma del
cappellaio.
Voleva tenerli fuori
la giro di morte che lo perseguitava da sempre e li avrebbe protetti
da quello che era stato costretto a subire lui.
Nessuno
di loro meritava quel dolore.
E,
in fondo, neppure lui.
*
*
*
*
Angolo Autrice:
Eccomi qua con questa nuova FF. Allora ovviamente, come avrete di sucuro notato, ho dovuto inventarmi alcune cose che mi servivano per la trama, come ad esempio il secondo nome di Rouge, che mi serviva per parlare del suo rapporto di Ace legandola a quella S del suo tatuaggio.
Ho anche immaginato che questi avvenimenti stessero accadendo tutti più o meno nello stesso periodo e spero mi perdonerete questa libertà che mi sono presa per “esigenze di copione”.
Spero di non aver sbagliato parlando dei tatuaggi di Law, ovviamente ho ricontrollato per bene ma siccome ne ha veramente tanti mi auguro di non aver fatto confusione.
Per il resto spero che questa ff vi sia in qualche modo piaciuta e che me lo facciate sapere con un commentino, o anche se c'è qualcosa che non vi ha convinte. Ve ne sarei molto grata visto che è stato molto difficile per me scrivere questa ff, anche se breve.
Grazie per essere arrivati fino a qui e alla prossima!