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Autore: CaramelizedApple    28/10/2017    0 recensioni
(Seguito di Mary Lloyd, la chiave e il volto del male)
Un nuovo personaggio è entrato a far parte della leggendaria storia ed ora, che è sempre più forte e consapevole delle sue capacità, sarà impossibile uscirne!
Buoni e cattivi, ma è così semplice?
Nuove idee, nuove emozioni, nuovi ricordi...un'altra vita!
(La lettura della storia precedente è indispensabile per comprendere la relazione tra i personaggi e la protagonista, ma se proprio non vi va potreste comunque riuscire a capire)
(Seguito: Mary Lloyd e il sogno rivelato)
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Il trio protagonista, Nuovo personaggio, Voldemort
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VI libro alternativo
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Apro la porta della mia stanza con diffidenza, bacchetta alla mano e sguardo torvo, pronto a intercettare quello di un’imprevedibile nemico nascosto nell’ombra.
Kingsley appare oltre la soglia con un’espressione seria e concentrata in viso, già vestito per affrontare la giornata con un completo babbano di cattivo gusto.
-Buongiorno- dico in un sussurro, rilassando le spalle e mettendo via la becchetta, che nascondevo dietro la porta.
-Buongiorno- risponde sorpreso dal mio saluto. –Mi dispiace averti svegliata così presto…-.
-Non stavo dormendo- alzo le spalle, interrompendolo involontariamente. –Mi alzo spesso presto- mi sento in dovere di giustificarmi.
-Oh- sembra sorpreso. –Bene, credo- sembra a disagio. –Purtroppo la partenza è stata anticipata, la nostra prossima destinazione doveva essere la scuola russa di Koldovstoretz, ma purtroppo non è più possibile raggiungerla-.
-Come?- dico confusa. –Cosa è successo?-.
-Niente di cui tu ti debba preoccupare, alcuni Auror si stanno già occupando del problema- fa calmo, ma la sua voce mette un punto alla discussione. –Per favore, preparati, prima partiremo e prima arriveremo a destinazione- aggiunge, facendo un cenno col capo e allontanandosi, senza darmi la possibilità di ribattere.
Lentamente chiudo la porta che cigola, urlando nella quieta luce dell’alba. Mi lascio scivolare lungo la porta, strusciando con la schiena sul legno scuro, prima di rivolgere lo sguardo alla stanza spoglia. Le tende scure e pesanti costringono la luce a restare fuori, creando solo una piccola striscia chiara a contrasto con il colore aranciato che il fuoco regala alla stanza.
Cosa può essere successo?
Un attacco alla scuola da parte di Mangiamorte? Magari credevano fossi ospitata lì.
-No- sussurro al vuoto. –Non può essere, non avrebbe senso-.
Voldemort non è sicuramente stupido. Perché attaccare una scuola con tutte le difese di cui dispone quando intercettare due persone che viaggiano da sole sarebbe molto più semplice?
Per quando Kingsley sia preparato e bravo nel combattimento, non uscirebbe in buone condizioni se si trovasse a fronteggiare più di due Mangiamorte contemporaneamente, o Voldemort stesso, anche se dubito si scomodi in questo modo. Sarebbe troppo esposto.
Cosa è successo a Koldovstoretz?

-In che senso “non c’è tempo”- dico, seguendo a passo svelto l’uomo che ha appena incantato i miei bagagli, compresa la gabbia di Shadow. –Devo solo salutarli, non posso andarmene così-.
-Mi dispiace, dobbiamo andare subito- risponde Kingsley educatamente, continuando a camminare, seguendo uno dei due uomini che ci hanno portato qui. –Potrai scrivergli una lettera-.
-Ma non ho il permesso di scrivere lettere mentre sono in viaggio- protesto, aggrottando la fronte.
-Allora dovrai farlo quando torneremo a Hogwarts- tenta di rassicurarmi, prima di varcare il portone che conduce all’esterno del castello. –Mi dispiace, sono ordini dall’alto, dobbiamo cambiare velocemente posizione-.
-Certo…- rispondo sarcastica, alzando gli occhi al cielo ora che non può vedermi, prima di uscire nel parco, in balia del vento gelido che soffia da nord.
-Qvi è un posto buono- dice l’uomo che ci fa strada, porgendo il braccio al mio accompagnatore, che subito accetta e porge a me il suo. Mi avvicino controvoglia, prendendo a braccetto l’uomo che ancora porta l’orecchino dorato che, nonostante il freddo, risplende fiero appeso al suo orecchio.
La smaterializzazione è veloce e quasi indolore, mi lascia solo un leggero senso di mal di mare. Intorno a me non c’è più il parco di Durmstrang, ma solo una fitta foresta di alberi di cui non conosco il nome, attraversata da un sentiero fangoso. Ricordo di averlo imboccato per raggiungere la scuola, arrivavamo da un piccolo paese.
-Atesso io obblifia voi- dice tranquillo l’uomo di Durmstrang con il suo vocione, ondeggiando mentre si sposta davanti a noi.
-Non preoccuparti- dice Kingsley, notando la mia espressione contrariata. -È una politica di Durmstrang, così da evitare che il loro castello possa essere ritrovato facilmente-.
-Capisco- mento, ancora poco convinta, fissando il mio sguardo sulla pelliccia dell’uomo.

-Bene- dico quando io e Kingsley restiamo soli. –Cosa è successo?-.
-Non devi preoccupartene- dice, evitando il mio sguardo.
-Questo me lo ha già detto- protesto. –Voglio saperlo, voglio preoccuparmene, qualsiasi cosa sia successa voglio conoscerla, per affrontarla se servisse- mi blocco in mezzo al binario che percorriamo, costringendolo a guardarmi.
-Non c’è nulla da affrontare- dice lui serio. –Non attacchi, come è probabile tu abbia pensato-.
-E allora cosa?-.
-Non volevano più ospitarci, ritengo la tua presenza un pericolo per la scuola- sospira. –Non possiamo biasimarli, non è da escludere la possibilità di un attacco alle scuole che visiteremo, i loro responsabili ne sono stati informati, ma ormai la tua posizione era compromessa perché in Russia sapevano dove avresti soggiornato prima della loro scuola-.
–Quindi dove andremo adesso?- domando, tornando a camminare con Kingsley, attendendo l’arrivo del nostro treno. La piccola stazione norvegese è deserta, solo alcune vecchiette sono scese dal treno precedente e nonostante manchino pochi minuti al prossimo treno verso est, nessuno ha raggiunto il nostro binario.
-Sarai felice di sapere che la nostra prossima destinazione ti darà la possibilità di riposare per qualche giorno e sarà decisamente più calma- sorride l’uomo. –Andremo in Cina e ci fermeremo per qualche giorno, sono sicuro che quel posto ti piacerà parecchio. Non si tratta di una scuola, ma di un rifugio, non hanno una vera e propria istituzione magica. La maggior parte dei maghi e delle streghe studiano nelle loro case, privatamente- vedo i suoi muscoli rilassarsi. –Andremo in un luogo nascosto, si chiama “Bìhù”, che significa rifugio. Un posto sicuro dove praticare magia-.

-Tranquillo- dico al falco, mentre lui struscia la sua piccola testa sul mio dito, infilato tra le sbarre fredde della gabbia. Cosa ci fa lui qui? Questo stupido viaggio lo farà solo raffreddare e innervosire. -Posso chiederti perché mi hanno detto di portarlo con me?- domando a Kingsley, seduto sul sedile davanti al mio, intento a decifrare un giornale, comprato in stazione, dall’inglese molto abbozzato. –Non mi è nemmeno permesso inviare lettere-.
-In caso di emergenza sono sicuro che potrebbe tornarti utile- alza gli occhi dal suo giornale. –Ma oltre a quello non credo che Silente te lo abbia fatto portare solo per scrupolo- mi sorride tranquillo.
Guardo l’uomo perplessa, ma non aggiungo altro, tornando al libro che Shadow mi ha convinto a lasciare poco fa. Appoggio la testa al finestrino vibrante e torno alla lettura del libro di Pozioni di questo anno, è meglio non restare troppo indietro con il programma.

-Rallenta, non ti allontanare troppo- urla Kingsley, diverse rampe di scale sotto a me. Lo ho seminato in fretta sulle ripide scale per arrivare in cima al muro.
Un muro molto grande di cui ho sentito parlare solo in storie fantastiche e libri di testo scolastici, ma che ora è qui, davanti a me, in tutta la sua magnificenza. Sarà vero che anche dalla luna la si possa vedere?
Salgo l’ultima rampa di scale correndo, quasi col fiatone che caratterizza il mio accompagnatore, incapace di trattenere l’euforia. Salto letteralmente sulla superficie stabile di pietra trattenendo il respiro. Spalanco gli occhi per osservare il fantastico panorama che mi trovo difronte, il caldo sole mi colpisce la schiena, proiettando la mia ombra sul pavimento.
Il respiro affaticato dell’uomo mi raggiunge presto alle spalle, mentre lui arranca sugli ultimi gradini.
-Da questa parte- dice stanco, spostandosi verso destra dove una struttura interrompe il normale livello della muraglia. La torre in cui entriamo ha un aspetto vecchio e trasandato a prima vista, ma il suo aspetto interiore è molto più curato. Ogni mattone è allineato con cura agli altri, come lo sono le pietre del pavimento, prive della polvere che dovrebbe sovrastarlo.
Kingsley mi mostra una chiave, prima di inserirla nella serratura di una porta, opposta a quella da cui siamo entrati. L’uscita dalla torretta di controllo mi stupisce, la muraglia non è più quella di prima, il colore delle pietre è più chiaro e alcune statue si muovono ai lati delle mura, interessate alla nostra comparsa, raffigurano maghi, cavalieri e samurai, almeno credo.
Un uomo vestito con abiti semplici ci si avvicina, facendo un inchino con la testa, prima di sorriderci. –Benvenuti- dice con un accento molto americano.

Revisione: Francesca

Salve gente! Ecco il capitolo, spero vi sia piaciuto!
Fatemi sapere se è così oppure no :*
In cosa potrei migliorare?

  
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